653 rinaldi


653 rinaldi

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1.1 653 /Rinaldi Filippo BS / 1930-11-5 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 5 novembre 19301

Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Come vede le scrivo da Takanabe, una bella cittadina di circa 8000 abitanti, situata in fertile pianura in vicinanza del mare, a poca distanza da verdeggianti collinette, ove da pochi giorni si sono trasferiti i nostri cari chierici studenti di filosofia. Capita un po’ a noi come al nostro buon padre Don Bosco negli inizi dell’opera sua. Vaghiamo anche noi in qua e in là in attesa che la Divina Provvidenza ci trovi il nido definitivo.

I cavoli trapiantati fanno bella testa… Coloro che si preparano al futuro apostolato missionario, dopo tutto, non è male che comincino ad abituarsi in forme svariatissime alle varie esigenze della vita, che adattino se stessi all’imprevisto, al nuovo. È del resto, specie per i giovani, un po’ di quella poesia che tutti proviamo di fronte all’inesperimentato, che rende più facile il sacrificio, che necessariamente bisogna compiere.

Ci eravamo abituati allo stretto, ai disagi, e ormai non si sentivano più; e[d] è con dolore che abbiamo lasciato la primitiva dimora. Ci eravamo abituati al rumoroso via vai dei carri, dei camions, allo scampanellare delle biciclette, delle réclames… ed era nostro amico, uno dei più noti girovaghi, che cambiando di tanto in tanto foggia nel vestire ed immaginando le più allegre ed interessanti forme di réclame, percorrendo le vie, sorridente sempre, inchinava e salutava…

Erano già amici nostri i giovinetti del vicinato, che di tanto in tanto venivano a godersi serate di proiezioni, e che passando vicino alla modesta nostra abitazione dicevano, accennando vicendevolmente: “Don Bosco… Don Bosco…”. E arrampicandosi sulla ormai sfasciata palizzata del piccolo cortile assistevano ai giuochi delle bocce, e interloquivano coi nostri chierici che non ancora ben ferrati nel giapponese… finivano di rispondere in qualsiasi lingua.

Ma i fanciulli capiscono tutto, specie quando comprendono di essere amati e che si vuol fare loro del bene.

Si era già avvezzi alla minuscola scuola, che serviva da tutto – scuola, studio, sala di riunione per conferenze e accademie… E dalla missione più volte alla settimana i missionari residenti volentieri si sobbarcavano al lavoro dell’insegnamento con non indifferente disagio, pur di venire in aiuto alla formazione completa dei nostri futuri aiutanti.

Ed eccoci alla nuova casa, un po’ più ampia, che accoglierà i numerosi nuovi rinforzi che la carità dei nostri superiori vorrà inviarci. Sarà questa l’ultima tappa? Toccheremo in seguito la terra promessa? Sì, se la carità dei nostri cari benefattori non verrà meno.

Il campo di lavoro va sempre più dilatandosi. Si sono dovute aprire in casa di fitto due nuove sedi per istruzione religiosa a Miyakonojo (Miyazaki) e Morie (Nakatsu) mentre vanno sempre più prendendo piede quelle di Beppu e di Usuki (Oita).

La scuola domenicale per i pagani a Miyazaki viene sviluppandosi in modo consolantissimo… e domandano di studiare la religione cattolica non solo persone di povera e media condizione, ma anche di classe elevata.

Le buone Figlie di Maria Ausiliatrice con zelo davvero ammirabile cominciano a penetrare in ogni ceto di società e ad attirarsi grandi simpatie e a circondarsi di corone di giovinette. Oh, quando il Signore ci manderà i mezzi per cominciare l’asilo infantile? I nostri bravi catechisti, che bisognerebbe poter moltiplicare a mille doppi, si prodigano con zelo ammirabile, ma numericamente sono insufficienti al bisogno. E quando tornano dalle loro escursioni apostoliche narrano al missionario sempre nuove fonti di bene da compiere, se le forze e i mezzi bastassero…

Ma come fare essendo la nostra povera missione, e i nostri cari missionari ricchi soltanto di fede e di buona volontà? Buona volontà che non manca neppure a vari poveri pagani, desiderosi di studiare la religione nostra.

È proprio ieri l’annuncio consolantissimo del nostro zelante missionario Don Cavoli che dice di avere trovato a Kobayashi, cittadina del suo distretto, una ventina di pagani che da tempo si erano riuniti in società per ricercare fra le tante, quale fosse la vera religione, e avendo saputo che il catechista cattolico si trovava in quel paese, lo pregarono vivamente che desse loro la possibilità di istruirsi nella religione cattolica, che ritenevano la migliore… Davvero meravigliosa cosa…

Poveri pagani che fondano un’amichevole società il cui scopo è la ricerca di un problema così importante: segno certo del bisogno sentito sempre più da questo popolo così caratteristico di adagiarsi finalmente in quella religione che solo può esaurire definitivamente la sete di conoscenza del vero da cui è da lungo tempo tormentato.

A Miyazaki si è pure iniziato, per gentile concessione del direttore dell’ospedale della provincia, opera di propaganda religiosa fra gli ammalati, consistente in distribuzione di libri e foglietti, conferenze e piccoli divertimenti per i convalescenti, visita particolare ai più gravi o ai desiderosi di istruirsi. E già si stanno facendo i primi approcci per poter entrare pure nelle prigioni.

La messe è molta, gli operai sono pochi, ed i mezzi per sostenere le opere iniziate, per rafforzarle e per ampliarle e per cominciarne delle nuove sono davvero impari al bisogno. È il ritornello solito: “Aiutateci in tutte le forme possibili e qualche cosa si potrà fare per la gloria di Dio e per la salvezza di queste povere anime. Aiutateci affinché non sia retorica la frase che da tanti si ripete per onorare i missionari… Voi siete il fronte avanzato della grande battaglia della conquista delle anime… Senza i mezzi necessari qualsiasi soldato al fronte o retrocede o muore… ma non può conquistare e vincere…”.

Amato padre, ci venga in aiuto. Lo ripeta incessantemente a quanti sta a cuore il regno di Dio nelle anime.

D. V. Cimatti, miss. sales.




1 Alla lettera dal Bollettino sales. Gennaio 1931. Manca il manoscritto originale.