Cimatti|Rinaldi Filippo / 1931-5-28

751 /Rinaldi Filippo / 1931-5-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 28 maggio 1931

Amatissimo Padre,

Prima di tutto un grazie cordiale per la magnifica circolare sulle tradizioni nostre e sullo spirito di paternità. Ce n’è così bisogno… Deo gratias!

Esercizio di buona morte e quindi resoconto. Non mi dilungherò che sulle cose necessarie ed urgenti.

Nel prossimo mese inizio la visita canonica e ispettoriale e riempiti i moduli e sentiti singulatim tutti sarò in grado di dare le dettagliate informazioni.

La manifestazione eucaristica di Miyazaki, grazie a Dio, riuscì un trionfo. Abbia la bontà di leggere la relazione e vedere le fotografie pel Bollettino salesiano. Deo gratias! Lei era ricordato in modo speciale, perché ci donò la patena ed il calice su cui si posò Gesù all’inizio della festa. Ben riuscito pure il Congressino delle Compagnie di cui unisco relazione.

Ed ora a Don Cimatti. Salute bene. Lavoro ce n’è (Lei sa che questa forma di lavoro mi costa… Tutto per Lui). Più mi studio – alla luce della circolare del sogno e dell’ultima sua – mi trovo sempre più minus habens, et pauper et debilis et nudus… Ho rinnovato con la forza possibile i miei propositi, ma quanto sono ancora lontano dall’ideale! Non so fare la parte che debbo fare – lo vedo così chiaro! – sono privo di scienza (oh, che povertà con tutte le lauree!) e più di virtù. Cuore ardente… Mi aiuti colle sue preghiere e col consiglio… Ma non ho forza ed energia di comando o nel fare le osservazioni… Mi sembra così naturale che certe cose dette le dovrebbero capire… Mah, mi aiuti il Signore!

Per parte mia non mi pare ci sia nulla di nuovo né per le pratiche di pietà, né per l’osservanza delle regole – ma è nell’adempimento del mio dovere come Superiore ecclesiastico e religioso che mi trovo fiacco: è nell’“obsecra, increpa, opportune et importune, insta…”. Oh, mi aiuti il nostro Don Bosco perché non vorrei guastare la vigna del Signore.

Ho anche un dubbio (mi sono consigliato col Consiglio, ma…) di avere trasmodato nel campo dell’azione. L’impulso dato da Don Torquinst lo ha spinto alla realizzazione di opere, che naturalmente costarono più del preventivato. La Missione certo ha ora da turare molti buchi, alcuni fra cinque o sei anni per contratti fatti con banche. Altri nell’annata. Ho trovato la carità dei Padri delle Missioni di Parigi che a lieve interesse (le banche vogliono l’8-9%): hanno imprestato ₤ 70.000 (da rendersi quando si può) e i Francescani di Kagoshima che senza interessi e da restituirsi quando si può ne imprestarono 30.000. Un nostro ex-allievo gesuita oltre 100.000 da restituirsi quando si può. Spero nell’aiuto di Superiori e della Propaganda: ma non potevo fare diverso. Il Signore finora non è venuto meno e sono sicuro non lo verrà. Ma non so quali siano i limiti come superiore della Missione (salvo la stamperia sono opere della Missione). Ho detto: “Bisogna pur mettere Gesù nella necessità di fare…”. Anche in questo mi aiuti col consiglio. Spero che Don Torquinst manterrà gli impegni assuntisi per quest’anno… Ecco la fonte dei miei dubbi.1

Ed ora alcune cose dei confratelli. Desidero norme precise.

1.- Speravo di avere ricevuto già dai Superiori notizie (se ho fatto bene o male) sull’invio in Italia del ch. C.. Non sapevo né in coscienza potevo fare diversamente.

2.- Ora Don Antonio, credo stanco e forse anche un po’ scoraggiato, domanda di riposare per alcuni mesi in Italia (fino al ritorno colla nuova spedizione) per ritrovare se stesso. Conosco il confratello, tempra di lavoratore, ma dai suoi reliquati di guerra soggetto alla stanchezza. Materialmente e spiritualmente questi confratelli non guariscono che in queste forme. Vi è la spesa del viaggio, ma via! Deus providebit. Non ho chiare idee al riguardo sui poteri, benché l’articolo 65 dei Regolamenti ne parla, ma Don Cimatti in relazione a questo siccome inclina sempre al più che al no, perché mi pare per il bene delle anime, e d’altra parte non so come facciano gli altri, così domando al Padre. Sono convinto che ne verrà del bene e a lui e a tutti.


Altro punto (ne scriverò anche al Sig. Don Ricaldone) è la questione dei confessori. Oh, come è delicata e difficile la soluzione di questa questione in missione! Se ha norme e consigli al riguardo, prego… Pensi che ci sono anche le suore e che adesso apriranno l’aspirantato a Beppu dove non ho ancora potuto aprire casa.

Quanto agli altri confratelli, a tutti farà bene l’ultima circolare. Vari sono un po’ fiacchetti ma mi pare si lavora e si è fedeli alle regole, ed il Signore (mi pare) dà a divedere di benedire la missione e le opere nostre. Non mancano le difficoltà d’ambiente, di lingua, di carattere giapponese (difficile assai specie per noi che non possediamo la lingua) suscettibile, incostante, ecc. ecc. e sensuale… Ah, guai ai Salesiani non solidi in questa virtù!…

Per questa volta basta, amato Padre, non perché non abbia cose da dire, ma perché non voglio farle perdere tempo prezioso. Preghi per la povera anima mia e per le anime a noi affidate. L’abbraccio a nome di tutti: ci benedica nel Signore.

Don V. Cimatti, sales.

1 Effettivamente gli aiuti dati e promessi da Don Torquiunst furono fonti di tanti guai per Don Cimatti. La crisi economica mondiale non gli permise di mantenere le promesse, e Don Cimatti rimase con i debiti da pagare.