Cimatti|Ricaldone Pietro / 1937-7-6

1883 / Ricaldone Pietro / 1937-7-6 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 6 luglio 1937

M.R. Sig. Don Ricaldone,

Il nuovo mese iniziato mi dà modo di fare il mio rendiconto mensile: pur essendoci il Visitatore non voglio tralasciare il mio dovere.

Il Sig. Don Candela è in piena visita a Tokyo e a giorni verrà in missione, almeno per un giro sommario e vedere le opere in funzione prima delle ferie estive. Del Sig. Don Berruti per ora nulla di fisso.


  1. Salute, buona, anche perché mi è cresciuto il lavoro.

  2. Studio e lavoro: per la partenza di un professore del Seminario supplisco in scienze come prima ho supplito e supplisco (aiutato dai confratelli) il povero Don C. Ora ci sono i Visitatori: hanno loro la responsabilità, potesse essere sempre così…

  3. Pietà, voti, ecc.: regolare. Ho bisogno di vigilare per non venir meno nella pietà (parlo delle pratiche, specialmente quando non posso compierle colla comunità) e star saldo per il dominio di me. Invecchiando non è meno forte lo “stimulus carnis”. Preghi per me. Grazie a Dio la volontà mi par sempre a posto. Le mie difficoltà lei le conosce, e a Lei costerebbe così poco il risolverle… Mah, si aggiusti Lei col Signore!

  4. Carità… con tutti. Ho bisogno anzi di frenare le manifestazioni. Le mie miserie d’ufficio, relazioni con confratelli ecc. videant Visitatores!

  5. Il coad. Masiero deve fare i voti. E non è molto solido in salute (ma questo non conta nel caso – è roba vecchia e di famiglia): carattere difficilino, che vuol mettere il naso dappertutto. E non è molto forte di cuore… È pieno di buona volontà – ama la Congregazione e la sua vocazione. In questo anno si è lavorato assai. Non è il caso di licenziarlo. Il Consiglio domanda la proroga ancora di un anno ai sei triennali. Il Sig. Don Candela dice di non aver facoltà di proroga. Quid agere? Prego il Padre a dirmi quid faciendum. C’è chi propone faccia i voti e ritorni in Italia. Per me la proroga di un anno o ad tempus pare il mezzo per tener sveglia la volontà del confratello e ridurlo al bene completo.

  6. Mi fa pur dire il Sig. Don Candela di parlarle del personale. Occorrerebbe un buon sarto (Masiero non sa a sufficienza – un modesto sarto di Tokyo gli bagna il naso) e se si vuol dare sviluppo alla scuola, occorre meccanico, elettricista, ecc.


In missione premerebbe personale agricolo e lavori di casa. Scrivo questo dietro suggerimento del Sig. Don Candela e Don Margiaria. Durante la visita “avendo marcato visita” non dovrei neppur scrivere questo: solo lo faccio per obbedienza al Superiore. E mi pare che al momento non ci sia nulla di speciale. Preghi per me sempre, che mi professo

Suo come figlio

Don V. Cimatti, sales.