1070 ricaldone


1070 ricaldone

1070 / Ricaldone Pietro / 1933-3-5 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 5 marzo 1933

M. R. Sig. Don Ricaldone,

Come da sua precedente desiderata relazione ecco quanto le so dire intorno alle nostre proprietà.

La Missione, come tutte le altre, ha ottenuto il riconoscimento di Società di missionari per possedere, ecc. (SHADAN) e sono quindi registrati in essa:


  1. Il terreno della missione di MIYAZAKI e annessi edifici da lei dipendenti (chiesa, casa, salone Don Bosco, rustico, ospizio dei vecchi e per ora il terreno del Seminario indigeno).

  2. Idem il terreno della missione ed edifici (chiesa, salone, casa e accessori) di NAKATSU.

  3. Idem il terreno ed edifici (chiesa e casa e accessori) di OITA.

  4. Idem il terreno ed edifici (chiesa, salone, casa e accessori) di TANO.

  5. Le residenze di TAKANABE e MIYAKONOJO sono in case di fitto. Si attendono dalla Provvidenza i mezzi per acquistare qualche pezzo di terreno con o senza case. Certo che i fitti in breve spazio di tempo costituiscono un capitale non indifferente, che se si potesse realizzare anche solo ad imprestito, farebbe certo risparmiare non poco. Casa di fitto pure a MORIE (nei pressi di Beppu).

  6. Un piccolo terreno e casa a UWAE (Takanabe) ove c’è un piccolo oratorio e gruppo di cristiani (ancora intestato a Don Piacenza).


Per lo SHADAN sono facili le operazioni di compra, di donazioni ecc., per le tasse si hanno facilitazioni. Lei nel suo vecchio ufficio aveva copia di quello di Tokyo.

I Superiori mi hanno autorizzato a fare il medesimo per i beni della nostra Pia Società. Sto pigliando gli opportuni accordi – farò lo schema, che sottoposto alla revisione dei Superiori, sarà iniziato per l’approvazione. Certo ora il momento è difficile. Se le cose di Ginevra andranno male per il Giappone, non ci sarà da meravigliarsi di un quarto d’ora brutto per gli stranieri. Se ne sentono già i prodromi, perché i missionari sono sempre i primi a essere presi di mira. Ad ogni modo tentare non nuoce. Al più diranno di no, e studieremo un’altra forma.

È possibile intestare ad un individuo residente in Italia, ma le spese sono rilevantissime, e bisogna rinnovare alla morte dell’intestato.

Ed eccole l’elenco delle proprietà della Congregazione. Purtroppo sono un po’ imbrogliate:


    1. perché unite alla missione

    2. e perché ci entrò anche il denaro della medesima; e se non si chiarisce subito, dubito che si faranno pasticci e strascichi dopo (ne abbiamo l’esempio attuale fra la diocesi giapponese e la Società delle Missioni Estere di Parigi).


Dati sulla proprietà terreno ed edifici di Beppu


Proprietari: Don Cimatti e Don Margiaria Angelo.

Valore del terreno Yen 18.000 (al tempo della compera lo Yen corrispondeva a Lire 10).

Valore degli edifici 1.000.

Vi è ancora un residuo debito del terreno che si viene anno per anno estinguendo (estinguibile in 4 anni).

Recentemente essendosi presentata l’occasione si è acquistato una striscia di terreno lungo tutta la proprietà (oltre 250 mq) intestata a Don Cimatti, su cui vi sono 4 casette, al prezzo attuale di Yen 3.000. Don Escursell, col permesso del sottoscritto e più dei Superiori, pensa lui al pagamento – è un dono che fa alla Congregazione.


OSSERVAZIONI. Il terreno fu donato alla nostra Pia Società dal Signor Don Torquinst, senza destinazione speciale, ma perché vi si svolge l’apostolato missionario. Il terreno non è di proporzioni tali che permetta lo sviluppo di un’opera. La piccola costruzione che serve da tutto (sono 4 camerette) fu fatta con legname tolto dalla casa regalata alle Suore dal Sig. Don Torquinst. Un necessario ulteriore piccolo ampliamento (due camere) fu pagato da benefattori d’Europa. La missione attualmente paga tutto il necessario.


PROGETTI. Erezione di un Santuario a Maria A. di cui in questi giorni scriverà Don Escursell. Il sottoscritto appoggia la propaganda di Don Pedro, che ha lo scopo di raccogliere poco a poco il denaro necessario. Avrei già presentato i progetti, se avessi avuto un fondamento di capitale. Ho meno di Don Bosco all’inizio della costruzione di Maria A. Don Pedro vorrebbe mettere in essa parte del suo capitale, che però date le circostanze della Spagna, non arriva se non col desiderio. Non ho presentato i progetti perché in queste condizioni i Superiori non avrebbero approvato. Avevo domandato l’approvazione di fare una circolare alle case, che giustamente non fu acconsentita. Se potessi farla sul Bollettino, forse…

Nell’interno del terreno vi è una delle tante sorgenti di acqua termale, ed è conosciuta come una delle più buone. Da ciò l’idea, che non dispiacerebbe ai giapponesi missionari e anche agli stranieri, di fare presso il Santuario come una casa del missionario che approfitterebbe della cura. Pare che concorrerebbero anche nelle spese di costruzione, purché si assegnasse alle singole missioni o diocesi un numero X di posti.

Attualmente i confratelli vi svolgono il lavoro di apostolato alla salesiana (missione e Oratorio, cura delle Figlie di Maria A. che vi hanno il postulato, ecc.). Il terreno di lavoro non sembra refrattario. Opera per la gioventù è difficile pensarla data anche la qualità della città (balneare, di cura, di piacere, meta di viaggi dall’interno e dall’estero)… Lei ricorda, la città degli inferni.


Dati sulla proprietà scuola tipografica Don Bosco a Oita


Proprietari: Don Tanguy e Don Margiaria A.

Valore del terreno: Yen 12.000 (nelle condizioni precedenti, ossia 1 Yen = Lire 10).

Valore del fabbricato 2.000.

Debito del terreno pagabile in cinque anni e si va estinguendo poco a poco.

Il terreno ed edifici sono nell’interno della missione. Anche questo terreno fu donato dal Sig. Don Torquinst collo scopo di fondare una modesta scuola-tipografica, che difatto a spese della missione fu fatta e serve certo per una buona propaganda. Non si può dire attiva, perché in piccoli centri non si può trovare grande lavoro. Inoltre essendo il personale che lavora il medesimo che lavora per la missione, difficilmente può attendere alle due cose e si finisce per non poter accudire bene né l’una né l’altra.

PROGETTO. Ora che felicemente si è risolta la questione di Tokyo, si potrebbe pensare al trasporto della medesima alla capitale, con quegli ampliamenti che son richiesti dal nuovo ambiente.

Resta naturalmente da decidere come le due parti, missione e congregazione, si daranno per la cessione. L’estensione del terreno sarà di circa 850 mq. s. e.


Dati sul terreno ed edifici di Tokyo


Secondo la prima intesa il terreno è della missione di Tokyo (penso che però non hanno difficoltà a venderlo al prezzo di costo).

Le case (salone e due case a due piani) sono da pagarsi al più presto per Yen 10.000 e saranno nostre.


PROGETTO: trasportare in quel punto la scuola, e siccome nella zona di lavoro affidata ai salesiani vi sono ancora grandi estensioni di terreno relativamente a poco prezzo, che non sia il caso di pensare a far ricerche per acquistare un più grande terreno, invece di sborsare per quelle case la somma che si domanda? Se nel terreno attuale si trasporta la scuola, bisogna certo dare alle case una nuova organizzazione (in Giappone il trasporto delle case è facile) per usufruire dello spazio, perché una nuova costruzione toglierebbe gran parte del cortile e forse impedirebbe il lavoro missionario.


Dati sul terreno “montagna Takanabe”


Anni or sono, pensandosi alla costruzione del nostro studentato filosofico, essendoci stata una buona occasione, si acquistò un terreno semicollinoso con campi e boschi (oltre un ettaro) nella supposizione che si sarebbe stati aiutati dal Sig. Don Torquinst per la costruzione. Il terreno a lui non piacque e non avendo noi i mezzi, d’altra parte essendo un poco fuori mano, si lasciò, ed ora si affitta. Se si trovasse chi volesse comprarlo, ricavando noi il capitale versato per la compra e per gli inizi dei lavori (Yen 3000) non si sarebbe alieni di venderlo. Non si introdusse nello SHADAN appunto per questa incertezza.

Essendo un luogo tranquillo che sia il caso di pensare al noviziato? Mah… O pensare di ricavarvi quello che si può e venderlo? Ora vi ricaviamo un po’ di legna e un po’ di frutta, ma non essendovi in pratica chi lo può coltivare e noi non potendolo sorvegliare a dovere ne viene che è un aggravio se non si trova una soluzione per utilizzarlo bene. Si è provato in tante forme, ma in pratica non si riuscì a nulla. La spesa pare si debba attribuire alla missione, perché non ebbi offerte speciali per lo scopo specifico, salvo qualche modestissima offerta di salesiani cui mi ero rivolto con circolare tanto tempo fa. Ad ogni modo il terreno c’è, e desidereremmo di utilizzarlo meglio che fosse possibile. Dista dalla città una mezz’oretta. Ad ogni ora c’è la comodità di automobile dalla città (è nei pressi della via per andare a Miyazaki).


Mi sembra che non ci sia altro e di aver risposto ai suoi desideri. Vedano i nostri Superiori di venirmi in aiuto col consiglio anche in questa delicata questione della proprietà.

Mi benedica in modo speciale e mi creda

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.