Cimatti|Beccuti Luigi / 1931-1-26

698 /Beccuti Luigi / 1931-1-26 /


a Don Luigi Beccuti, Segretario della Casa Generalizia



Miyazaki, 26 gennaio 1931

Carissimo Don Beccuti,

Ho bisogno del suo valido aiuto perché trattandosi di cose burocratiche ci capisco proprio poco. È sulla questione delle pensioni per il clero indigeno. Ho fatto le pratiche per tutti i nostri seminaristi. A tutt’oggi ottenni:

996 Takami Kazuoyoshi B Lire it. 600

3448 Hirai Jukichi P " 300

4004 Yamada August P. " 1.110

Tutto questo in data 24/6/1930. N° 109.

Il sottoscritto in data 14/7/1930 rispose ringraziando dell’invio, ma dimenticò di riinviare l’accluso. La ricevuta somma però risultava ricevuta dalla mia lettera di risposta.


In data 19 dicembre 1930 ricevetti

P 4608 Benedictus Akematsu fl. 250

P 4609 Yosephus Takenaka " 250

E secondo le indicazioni della lettera 298 in data 17/1/1931 inviai i moduli riempiti di ricevuta o a Roma o in Olanda da cui proveniva il denaro.


Ecco il mio quesito:

1.- Il non avere ricevuto le pensioni o le borse per gli altri che cosa significa? Che non sono ancora assegnate o che non le concedono? Mi pare strano il fatto, tanto più che ricorda le insistenze di Mons. Cefano per l’invio sollecito della pratica.

2.- Che differenza c’è tra borsa e pensioni? Le une e le altre sono annuali o si concedono una volta tanto?

3.- Il giovane Yamada per ragioni di salute non sta più con noi. Non si potrebbe la sua pensione assegnarla ad un altro?

Lei mi dirà: Caro Don Cimatti, non potrebbe fare Lei direttamente queste cose? Come le dico la burocrazia la conosco poco… e non vorrei fare delle fesserie. Inoltre pur essendo cambiati i moduli di Propaganda per il rendiconto a Giugno, noi salesiani facciamo sempre capo al nostro centro?

È probabile che a giorni le invii un’altra pratica per vedere se si può avere qualche aiuto per il Seminario e perché aumentino il contingente per la missione. Apparentemente pensano di darci molto, ma in realtà col cambio elevato del Giappone si riduce a poco – ed inoltre per una missione che ha da svilupparsi non possiamo mai avere il margine per la dilatazione delle Opere missionarie. Fiat voluntas Dei.

Veda di pregare e far pregare per me affinché mi salvi l’anima. Saluti al bravo Bisi che credo nel suo ufficio.

Con affetto fraterno

Devotissimo

Don Vincenzo Cimatti


P.S. - La pratica di cui sopra eccola… Se la lettera non è in bello stile, né battuta bene, abbia la bontà di rifare ed inviare. Quando c’è da fare qualche cosa mi dica sempre quid agendum.