Cimatti|Giardini Mario / 1926-4-20

158 /Giardini Mario / 1926-4-20 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico


Eccellenza Reverendissima,


È colla più viva attesa e colla più grande riconoscenza che ho letto alla nostra Comunità la venerata sua del 16 c. m., e godiamo nell’attesa di una sua visita più che desiderata e graditissima.

È mio dovere darle un breve resoconto dell’attuale nostra situazione.

Tutti in buona salute, passata per molti un po’ di malattia di acclimatazione, continuiamo imperterriti:


    1. in una regolare vita di comunità per crescere sempre nello spirito di pietà e nell’esatta osservanza delle Ss. nostre regole;

    2. nello studio del giapponese. Siamo oramai alla fine del secondo libro delle elementari, e familiarizzati col katakana,1 già abbiamo iniziato i caratteri. Ho preferito questo sistema, e contiamo di passare in rassegna tutti i libri delle elementari, anche per farci un’idea dello svolgimento delle materie. Messi sulla strada della lettura e scrittura, si fa poi molta strada da sé. Alla sera l’insegnante con opportuni dialoghi, viene arricchendo il vocabolario ed abituandoci alla struttura del pensiero giapponese.


Quando avverrà lo smembramento nostro? L’E.V. mi deve paternamente consigliare per il nostro meglio e per il bene delle anime.


              1. Ordini da Torino non ne ho - si rimettono i Superiori completamente all’E.V.

              2. L’insegnante nostro è pattuito per 6 mesi (abbiamo iniziato regolarmente il 22 febbraio), ma non vi è nessun ostacolo né a proroghe né ad anticipi.

              3. Pare che l’idea di Mons. Combaz sia di ritirare i suoi missionari pel mese di settembre, approfittando dell’epoca degli esercizi spirituali. Saremo noi per quell’epoca meno impreparati alla sostituzione, in modo che non ne abbiano a soffrire le anime? Mi pare prematuro il dirlo, pur essendo animati dalla più buona volontà del mondo.

              4. È però certo che una data occorre sia fissata, e noi certo finché anche non si sarà liberi, non è fattibile iniziare lavori proficui per la gioventù, senza suscitare qualche inconveniente. Stare d’altra parte in attesa di una indiscussa preparazione… si va per le calende greche, come diceva il nostro Don Bosco, “per imparare a nuotare bisogna buttarsi in acqua”.

              5. Idee per l’avvenire? A Miyazaki mi sembra campo buono per qualsiasi scuola professionale: ma mi occorrono molti molti molti consigli, che spero di ricevere dalla paterna bontà dell’E.V. per potere presentare progetti concreti ai superiori. Sono per me punti oscuri, perché qui il P. Bonnecaze non me li sa dare:


  1. a qual età può il fanciullo frequentare la scuola professionale, quando cessa l’obbligo scolastico;

  2. se si possono aprire tali scuole e quali sono le modalità legali, se vi sono già scuole del genere, a chi rivolgersi per relativi programmi;

  3. quali disposizioni legali vi sono per la proprietà, per gli edifici et similia. Ho cercato codici, regolamenti – o non sono tradotti, o mi dicono non ci sono. A chi potrei rivolgermi?


Comprendo che sono sovraccarichi che do all’E.V., ma mi consigli: siamo tutti anima e corpo nelle sue mani per lavorare secondo lo spirito di Don Bosco per i giovani, che brulicano anche a Miyazaki.

Ho fatto rapidissimo sopralluogo anche ad Oita e Nakatsu. Dalla relazione fatta dal P. Brenghier a Oita c’è poco da fare, perché già piena di istituzioni scolastiche governative. A Nakatsu non c’è nulla di nulla. Come lavoro non per la gioventù, ma dal punto di vista missionario, sarebbe utile un’istituzione a Beppu: vi è concorso anche di cristiani e sarebbe relativamente facile il lavoro di avvicinamento proficuo per gli ammalati. Vedo già la necessità delle nostre suore.

Le ho accennato così in genere le cose che mi frullano per la testa nella scarsissima esperienza che ho dell’ambiente. Saggi fatti a Miyazaki tra i giovani cristiani hanno dato ottimi risultati, piena corrispondenza, anche i pagani accorrerebbero… ma il faut aller doucement, se no Monsignore mi tira le orecchie, come già mi ha fatto subodorare Don Canazei in una sua ultima… Ma che vuole?! Vedere i giovani e stare fermi… per noi salesiani è chiedere l’impossibile.

Mi perdoni, mi perdoni, e mi aiuti, mi aiuti. La sua benedizione ci ha animati sempre di più. Voglia continuare a pregare per noi che ogni giorno la ricordiamo di gran cuore e, se non domando troppo, pensando che noi siamo gli ultimi suoi figli, ci consideri come suoi beniamini. Col più profondo ossequio

Dell’E.V. Rev.ma

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti, salesiano


1 Nella scrittura giapponese, oltre ai caratteri (specie di geroglifici provenienti dalla Cina, che hanno un significato) ci sono due alfabeti sillabici di oltre 50 segni ciascuno, che esprimono il suono di una sillaba. Non esistono quindi le semplici consonanti (eccetto la N), ma sono sempre unite con una vocale. L’alfabeto KATAKANA è piú quadrato, lo HIRAGANA è piú rotondeggiante. Ai tempi di Don Cimatti si cominciava con il katakana, ora invece si incomincia con l’hiragana, e il katakana si usa solo per la trascrizione delle parole straniere. Inoltre è possibile la trascrizione con il nostro alfabeto.