a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

2186 / Cecchetti Albano / 1939-1-3 /




3 gennaio 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Figlie di Maria Ausiliatrice, Hikari no sono e cristiani tutti, buon anno!

Ecco il primo saluto a voi dal primo porto giapponese.1

Grazie delle vostre preghiere: vi posso assicurare che vi ho ricordato ogni giorno, tutti e singoli. Spero presto rivedervi tutti in buona salute di corpo e di anima. Saluti speciali al Sig. Catechista e famiglia, al bravo Muraoka, bell’occhio e il vecchio2.

Quanto alle cose nostre, a voce. Penso che anche se ci sarà da prendere qualche disposizione per il personale o altro non sarà il caso di realizzare niente prima del nuovo anno.

Niente bolle, caro Don Cecchetti; niente visite al Duce. Parleremo.

Continui con zelo nel bell’apostolato di bene, e avanti sempre.

Con affetto vi abbraccio nel Signore. Mi fermo a Tokyo alcuni giorni, poi pian piano discenderò: penso arriveranno le cose sue (bauli, casse, ecc.).

Pregate per me.

Don V. Cimatti

2187 / Zerbino Pietro / 1939-1-13 /


1 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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13 gennaio 1939


Carissimo Don Pietro,

Ormai in sede, ecco che incomincio ad abusare della tua carità.


  1. Vedi di sapere se Don Tanguy viene o no, e quando, perché così possa portare o no quanto è rimasto. Se tarda assai guarda se in mezzo ai libri per caso ci siano (mi pare) due libri o tedesco o inglese che interessano la storia del Giappone e mandameli che ho urgente bisogno.

  2. Idem dire a Don Bordas se ha alla mano spiegazioni del come si usa la macchina Leica e inviare subito a Don Marega e Oita.

  3. Trovi qui ordinazione di caratteri del tipo Ditta Nebiolo. Bisognerebbe trovare uno che potesse andare a far fare il preventivo di quel che si domanda, farmelo sapere, e così Don Tanguy potrebbe portarmelo. Come norma – se non supera di molto le cinquemila (naturalmente bisogna che la Ditta faccia buoni sconti) e se Don Tanguy porta con sé puoi ordinare senz’altro.3

  4. Speravo che il Sig. Gigi mettesse un po’ di biancheria che avevo domandato in lunga lista a Don Pellegrini. Nulla.


Dirai al Sig. Don Berruti che i missionari sanno che c’è tanta roba in quelle camere (vista con i nostri occhi)… ma per loro… almeno per il Giappone… nulla.

Ah! Date et dabitur vobis. Siamo senza lenzuola, tovaglie… n’avevo domandate sei!!!… Se viene Don Tanguy vedi di far fondere il cuore di Don Berruti, di Don Pellegrini e del Sig. Gigi… tu devi avere un’arte speciale che non ha avuto Don Cimatti.

E prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

2188 / Marella Paolo / 1939-1-16 /


2 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 16 gennaio 1939


Eccellenza,

Grazie della sua carissima e chiarissima lettera: non mi resta che seguire il suo consiglio, avvenga quello che vuole. Dico queste parole perché per la nota questione finanziaria (che non so ancora come regolare, se non c’è un miracolo della Provvidenza e se il Signore lo vuole, Lei non si rifiuti), la povera Missione o Prefettura di Miyazaki è molto in ribasso; nel Gran Seminario, se ne parla anche con accenni pubblici, ai Seminaristi di Miyazaki, perché non si paga, ecc. ecc. e agli altri. Pare che la Provvidenza cominci a pensarci, perché già cinque della nostra povera Prefettura sono sotto le armi, forse farò qualche altro taglio o servendomi di Fukuoka o non inviandoli (faremo un po’ di preparatoria in sede) o addirittura, domandando alla Delegazione Apostolica o alla S. Sede di fare in posto il Seminario Maggiore: meglio saltare il posto a pié pari, così ce li formiamo secondo il nostro spirito.

I cinque anni del piccolo Seminario di Miyazaki in cui cerchiamo di seguire ogni anima a noi affidata, ci sbalzano i nostri di botto al Gran Seminario, in cui si trovano disorientati.

Lei mi dirà: “Ecco osservazioni da farsi all’adunanza!”. V. E. sa in quali condizioni si trovano i Salesiani di fronte agli EE. VV. o altri dignitari; d’altra parte sono constatazioni che non si rivelano che a lunga scadenza, e quindi non potei farlo prima d’ora. Né vorrei che V. E. pensasse che questo mattone spirituale che stento a digerire provenisse per riflesso dall’altro mattone materiale ancor più difficile a digerire, no. Ciò posto domando all’E. V.


  1. È pensabile agli effetti legali ecclesiastici:


  1. L’invio dei nostri a Fukuoka per la filosofia e in seguito per la teologia?

  2. O la formazione completa a Miyazaki per ora della Filosofia?


  1. Mi dicono che per motivi di salute non fu possibile inviare a Roma a Propaganda chi era stato designato. Avrei un bravo seminarista di Miyazaki, che ha già la licenza della scuola media, giovane (quindi ancora lontano dalla visita militare) che sa benino il francese e l’italiano, e non meno il latino. Non potrei inviarlo a Roma per la filosofia? È necessario passare per altre vie? E nel caso, quali? Se per le spese deve pensare la Prefettura, penso che in Italia non ci sarebbe difficile trovare l’occorrente. Preghi per me, che come vede, più che fesserie non riesco a concludere. Se V. E. crede, scrivendo a Roma di insistere per i miei poveri memoriali presso Mons. Signora e più in alto, sarà certo un grande aiuto per noi. Ho ricevuto graditissima lettera del suo sig. fratello in risposta al mio telegramma di congedo dall’Italia.

  2. Sto mettendo a posto l’archivio abbandonato nella mia assenza. Consta all’Ec. V. che la Prefettura di Miyazaki abbia dato evasione a tutte le pratiche?


Dell’Ec. V. Rev.ma

Don V. Cimatti, sales.

2189 / Braga Carlo / 1939-1-19 /


3 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina

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Miyazaki, 19 gennaio 1939


Mio amatissimo Don Carlo,

Giunto felicemente tanto a Shanghai che a Yokohama, sbrigato bene tutto, fatto una visita sommaria alle case, eccomi al telonio. Qui tutto benino – stremato di personale – e dal solito problema finanziario.


  1. Grazie della tua carità per le immagini. Sono per il primo prete giapponese che, spero, dà il Signore alla diocesi.

  2. Per regolare anche definitivamente i miei conti sappimi dire e quanto ho ancora da dare a Hong Kong: ho lasciato a te quanto avevo sul problema.

  3. All’arrivo il poco denaro fruttò assai in proporzione, dato il cambio favorevole di Shanghai.

  4. Quanto alla questione, dubito anch’io che il bravo Ernesto stia per passare un brutto quarto d’ora. Prego assai di cuore. Quanto ti so dire e quanto ho detto ai Superiori e a te, è noto; ossia:


  1. Che quando fui di passaggio a Shanghai, tanto Don Pomati che Don Ruffini mi dissero per la ennesima volta le sentite idee (già da quando venni per gli esercizi e che anche allora dissi) di un certo disaccordo di vedute tra Don Fontana e il Sud; di quanto Don Fontana fa per il bene di Shanghai, delle sue benemerenze, che non sono condivise ecc. ecc.

  2. A Torino in brevi frasi accennai al Sig. Don Ricaldone la cosa: si dimostrò informatissimo e aggiunse parole che mi fecero capire che i Superiori lo ritengono un po’ ammalato.

  3. A Lui accennai, anzi in termini più che incoraggianti, entusiasti, quanto tu mi avevi detto, del desiderio che hanno i Superiori di aggiustare le cose per lo svolgimento definitivo dell’opera del Nord. Non potevo naturalmente discendere a particolari che non conosco, ma lo assicurai che trovai in Italia e presso le altre opere, e presso i Superiori e il popolo una più forte comprensione del problema missionario ed un desiderio in tutti di aiutarci.


Non feci nomi né di persone, né di superiori, né di te tanto meno. Può essere che abbia fantasticato nella forma che tu conosci, avendo anche detto che tante cose bisogna chiarirle coi Superiori, perché si persuadano dello stato delle cose per noi che siamo lontani – l’essere stato deplorevole (ed è a questo punto che mi manifestava tutto il suo dolore, perché la cosa fu notata da molti) che fosse mancata la visita dei Superiori a Shanghai che certo avrebbero veduto in tante cose passate e presenti il netto delle questioni. Gli dissi (e lo feci per l’affetto che nutro per Ernesto) che avevo manifestato le sue difficoltà al Rettor Maggiore – e ti avevo detto che cosa mi disse il Rettor Maggiore.

Lo trovai calmo, contento e mi stupisce quanto mi scrivi – se da questo che ti ho detto, fa queste deduzioni… Prego davvero di cuore per Lui e per te. Grande carità, dimostrazione di fiducia e avanti nel Signore.

E scusami se col desiderio di far del bene, sono stato sia pure inconsapevolmente causa estrinseca di quanto mi dici. Prego. Salutami omnes, omnes.

Ti abbraccio e benedico.

Don V. Cimatti, sales.

2190 / Circolare Salesiani / 1939-1-20 /


4 ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 20 gennaio 1939


Carissimi,

Compiuta la visita di saluto a tutte le case e residenze, messo a giorno le pratiche d’ufficio, sento ancora il bisogno di esprimervi la mia più sentita riconoscenza per il bel lavoro compiuto, per lo spirito di sacrificio con cui l’avete compiuto, per lo spirito di fraterna carità che l’ha accompagnato.

Siate benedetti e ringraziati: non posso dimenticare le vostre lettere, anche le ultime che mi pervennero da Hong Kong di questi giorni, e soprattutto le vostre preghiere. È per obbedienza e confortato dalla vostra carità nel compatirmi e sopportarmi, che ho accettato di continuare nella carica, in attesa della nomina del successore.4

Vi ripeto con Don Bosco: “Sopportatemi ancora un poco e pregate per me!”; il merito è tutto vostro. Uniamoci ancora più intimamente se è possibile per fare sempre più e meglio il nostro dovere fino alla fine.

Incomincia oggi la novena del nostro S. Patrono e fra due giorni quella del nostro S. Fondatore. Non è prescritto nulla di speciale nei Regolamenti: al cuore dei Figli fare quanto credono. Mi pare che queste due ricorrenze debbano spronarci a vivere sempre più quello spirito di laboriosità salesiana che ci fu anche recentemente inculcata dal S. Padre. Ottimo mezzo la lettura e meditazione delle nostre Sante Regole e Regolamenti prescritta all’inizio dell’anno.


Notizie e informazioni


  1. Il 29 festa patronale della nostra casa di Miyakonojo. Vi prego di ricordare i confratelli che vi lavorano e i bisogni di quella cristianità.

  2. Il 31 all’Ospizio di Miyazaki, oltre alcuni Battesimi e l’inaugurazione di una bella statua del Sacro Cuore, vi sarà la funzione dell’emissione dei voti delle prime novizie della Congregazione della Carità. Comprendete l’importanza dell’atto e quanto vi raccomandi di pregare non solo per le nuove professe, ma per le novizie e aspiranti e affinché il Signore mandi molte e buone vocazioni e ci conceda i mezzi per far prosperare la nuova Società, che sta anche tanto a cuore al S. Padre. Tutti i missionari sono fraternamente invitati, e facciano il possibile per intervenire numerosi. La funzione sarà verso le nove del mattino.

  3. Nulla vi so dire delle condizioni di salute del nostro Don Tanguy e del suo ritorno. Preghiamo con fede.

  4. Faccio abbonare le case ad “Actio missionaria” e ai quaderni d’informazione, l’una e gli altri lodati caldamente e raccomandati anche da Propaganda Fide. Siccome poi vi furono alcune modificazioni nella nuova appendice del Direttorio, così ne faccio spedire copia alle case. Specialmente i missionari abbiano la bontà di osservare le risposte del S. Ufficio in relazione alle cauzioni equipollenti nei matrimoni misti. Colgo l’occasione pure per pregare a regolare i libri prescritti. Dedicate per i documenti d’ufficio e per la tenuta regolare dei libri prescritti… il tempo necessario.

  5. All’approssimarsi dell’inizio dell’anno scolastico permettete che vi faccia viva raccomandazione di interessarvi tutti e con lo stesso cuore di Don Bosco del problema delle vocazioni, che soglio dire problema per noi di vita e di morte. Suscitarle, cercarle, formarle è il nostro preciso dovere e se viviamo dello spirito di Don Bosco e se mettiamo in pratica i suoi insegnamenti il Signore non mancherà di inviarcene molte e buone. Ne abbiamo bisogno per il Seminario, per la nostra Società: ne abbisognano le Figlie di Maria A. e la nuova Congregazione indigena.

Anche le nostre modeste istituzioni abbisognano di allievi, come pure abbiamo bisogno di buon personale di servizio. Vi prego dunque di darvi attorno con la massima sollecitudine, ognuno nella sua sfera d’azione, per riuscire a concludere qualche cosa in questo importantissimo problema. Fate propaganda diretta e indiretta, e specialmente preghiamo, preghiamo assai e bene. Vi propongo che la novena di Don Bosco abbia questo scopo. Parliamone ai cristiani e chiamiamoli cooperatori in questa santa impresa.

  1. Non dimentichiamo le nostre necessità materiali ed arrepta occasione domandiamo la carità di preghiere e di mezzi a quanti possiamo. I Superiori daranno prossimamente delle norme anche al riguardo. Si è costituito presso il Sig. Don Berruti l’Ufficio delle Missioni; non si abbia timore di inviare all’Oratorio le eventuali offerte: saranno registrate nel vostro conto corrente, vi sarà data comunicazione ed inviate a richiesta.

  2. Preghiamo per le condizioni attuali dell’Impero: il Signore aiuti tutti per il bene e per la realizzazione della salvezza delle anime.


Raccomando a tutti la più grande prudenza nel parlare e nel modo di fare: carità e belle maniere, non desistendo dal lavoro calmo, sereno e tranquillo, facendoci tutto a tutti. Date impulso alle opere di carità, alle conferenze di S. Vincenzo, e ci attireremo le benedizioni di Dio e degli uomini.

E vogliate pregare per il

Vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2191 / Manganelli Giulio / 1939-1-20 /


5 al chierico Giulio Manganelli, missionario salesiano in Giappone

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[20 gennaio 1939]


Carissimo Manganelli,

Allegro e buono sempre. Ora che vi è anche Don Dupont, procurate di fare un cuor solo con Don Pedro a lavorare.

Si avvicina la festa di S. Francesco e Don Bosco: aspiriamo ad essere come loro.

Unisco il tagliando-vaglia di mamma – rispondi – appena arrivate ti saranno consegnate.

Prega pel

Tuo

Don V. Cimatti

2192 / Cecchetti Albano / 1939-1-21 /


6 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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21 gennaio 1939

S. Agnese


Carissimo Don Cecchetti,

Scusi per la carta usata – rispondo subito alle sue piovute tutte insieme…5

    1. Passato a Don Liviabella il conto tasse, la domanda per il giornale, e la registrazione Sante Messe. Essendoci Lui, deve fare Lui questa parte: gli dico faccia il possibile per aiutarla, ma Lei sa come ci troviamo.

    2. Arrepta occasione saluti e dia per me la benedizione a Takeuchi – gli porti la benedizione del Papa. Oh, se Savio Domenico ce lo guarisse bene! Tutti, anche i seminaristi, pregano.

    3. La distribuzione delle statue fu fatta da me personalmente. Mi si assicurò l’immediata spedizione della statua all’“Hikari no sono”.

    4. Per Nakatsu:

  1. Già Don Dumeez mi ha scritto. Deo gratias e a Don Bosco.

  2. Per la questione Kono purtroppo ciò che lo rovina è la lingua. Disgraziatamente quando vengono da altre missioni non danno le informazioni esatte. In conclusione: in guardia nell’accettarli.

  3. Se crede bene proponga a Don Liviabella, ma se realmente consta quanto è avvenuto – e Don Dumeez n’è sicuro – è meglio liquidarlo. Don Dumeez si fruiva di una forza, ma è necessario – come e pure conveniente interessarlo che vada altrove.

  4. La nostra prassi quando si allontana uno (a rigore se “dimissus”: nulla – ma qui Don Dumeez lo fa ancora lavorare – è questo che complica la questione) si paga mese incominciato ed uno intero.

Anche in questa questione però, essendo i catechisti arruolati d’intesa col missionario, è questione del missionario che deve decidere: purtroppo non sono riuscito ancora a formulare un regolamento per i Catechisti e Professori del Seminario.

Provi proporre a Don Liviabella, ma naturalmente sia consenziente Don Dumeez, con cui sarebbe pure utile che Lei in forma fraterna manifestasse la possibilità di un accordo definitivo. Capirà che se non c’è l’intesa di fronte agli altri risulta una questione personale e noi non faremo forse bene ad accettarlo altrove. Ma ricordi che come per il suo catechista il sake (bevanda alcolica) è la rovina (e gli dissi chiaro che se ricade ci troveremmo costretti a prendere delle decisioni definitive), così per Kono la lingua è la rovina. Lei fa delle conclusioni e Don Cimatti pure:

  1. Per levarlo da Nakatsu bisogna che sia contento lui e Don Dumeez,

  2. E per metterlo altrove che non succedano i medesimi inconvenienti,

  3. Tentare una via di conciliazione, tanto più che Don Dumeez lo occupa già,

  4. Don Cecchetti parli con Don Dumeez e poi con Don Liviabella.

  1. La questione del personale è grave: in generale si vuole che chi esca dallo studentato o noviziato sia perfetto e sappia fare, e non si ha verso loro la cura di maestro. Esorto, ma Lei sa che succede, essendo il capo di casa occupato in tante cose. Per Nakatsu ne parlerò fuori dei denti a Don Dumeez e in consiglio, tanto per i confratelli che per i giovani. Ma mi dica Lei, caro Don Cecchetti, chi mettere? Se c’è un po’ di personale buono bisogna che sia allo studentato e in Seminario: e chi rimane? Davvero che non so dove sbattere la testa.

  2. Per i confratelli e catechisti finché non ce li formeremo, faremo in fretta e facilmente a dire che non vanno, ma non li avremo mai. Ho mandato a chiamare Don Margiaria e dopo faremo la riunione dei missionari o a Beppu o ad Oita: vedremo.

  3. Passo a Don Bernardi il suo negai (domanda) e i saluti a Don Braggion.

E preghi per me, caro Don Cecchetti, in questa bella novena e mi compatisca se non so fare come si dovrebbe – non tema di suggerirmi quanto crede utile per il bene. Ad invicem prega il

Suo

Don V. Cimatti, sales.

2193 / Ferrari Giacomo / 1939-1-21 /


7 a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone

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21 gennaio 1939


Carissimo Ferrari,

Ti penso anche in mezzo al tuo lavoro nuovo. Cerca cogli altri di formare un cuor solo aiutandovi fraternamente.

Calmo, allegro sempre, che Gesù ti vuol bene. S. Francesco e Don Bosco ti ottengano il vero spirito salesiano che è unione con Dio, lavoro, allegria, pazienza.

Ti benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2194 / Erdö Francesco / 1939-1-24 /


8 a Don Francesco Erdö, missionario salesiano in Giappone

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24 gennaio 1939


Carissimo Don Erdö,

Festeggio con Lei S. Francesco e prego Gesù che le conceda ogni bene e come il suo santo Patrono possa salvare migliaia di anime.


Tutto suo

Don V. Cimatti

2195 / Berruti Pietro / 1939-1-25 /


9 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Conversione di S. Paolo. Preghi per la mia…


25 gennaio 1939


Molto Rev.do Sig. Don Berruti,

Compiuta la visita a tutte le case, messo a posto le mie e le cose d’ufficio, eccomi a Lei, con vivo ringraziamento per avermi sopportato, avermi consigliato e aiutato, e per le preghiere che fa certo per noi tutti.

I confratelli stanno bene di corpo e di spirito e sono al lavoro – siamo tutti al lavoro. Ed ora alcune comunicazioni per aver consiglio, conforto e, se fa d’uopo, le convenienti ammonizioni.


  1. Avrei bisogno di Sante Messe; sono al verde.

  2. Avrei bisogno di sapere se e quando torna Don Tanguy, per mettere a posto un po’ definitive le cose nostre. Venendo, anche se non potrà far molto, farà gran bene. Pensavo: nella nuova fondazione di Kawasaki (per ora nelle forme d’intesa) sarebbe graditissimo a Mons. Chambon un francese – Don Tanguy che è stato l’iniziatore di tante fondazioni in Giappone forse potrebbe essere l’uomo giusto.

Sarebbe poi graditissima la sua opera come confessore allo studentato, perché il bravo Don Erdö più si conosce non è l’uomo del tutto adatto (fa sfuriate, grida e si aliena i penitenti). Lei comprende la parte importante formativa del Confessore in queste case.

A Mikawajima – pensando di metter Don Marega in condizione di avvicinarsi a Tokyo per i suoi studi, o per eventuali possibilità di lezioni all’Università cattolica o al Gran Seminario – chissà se non è il caso di pensare a Lui (o ad un altro)? Al momento vi lavora Don Dupont che ha già in mano l’Oratorio. Don Marega per l’apostolato non è molto acceso esternamente, ma coi pagani lavora bene, e quindi… Penso che se ci fosse Don Tanguy sarebbero due elementi francesi (e al momento anche i Giapponesi non vedono con entusiasmo…). Don Marega con le Figlie di Maria A. è in bonis e coll’Elemento femminile è piuttosto rigido e anche da questo lato… Eventualmente poi potrebbe fare lezioni allo studentato. Desidero il parere dei Superiori. In caso si può pensare ad un altro.

  1. Don Escursell supplica per la sua venuta, in modo di essere a Torino per Maria A. Mi pare, gli farebbe bene e all’anima e al corpo. Se posso combinare gli darei per compagno il coad. Ragogna, che per bisogni di famiglia e per prendere una buona iniezione materiale e spirituale avrebbe bisogno di un breve ritorno.

  2. Sto cercando i dati che desidera e che spero radunare presto (studi in Giappone) ed i dati di Oita e Beppu.

  3. Ho espresso ad alcuni missionari i punti generali di propaganda che i Superiori intendono regolarizzare. In adunanza a Torino non potevo parlare, perché il Giappone era parte troppo interessata, perché troppo colpita: mi limitai a dire che era una mazzata per le missioni, e tutti capirono. In quei casi il silenzio è d’oro. Qui si fa osservare:


        1. Se – come si dice – ai Superiori sono note le lamentele di speciali benefattori, essi non dovrebbero temere di segnalare al missionario X Y Z di desistere con quel tale!

        2. Chiaro che la limitazione a Province e a zone nei primi anni produrrà uno zero per tutti – ma questa limitazione (dal momento che i Superiori permettono la propaganda annuale di un missionario) non metterà questa zona nelle condizioni di sentire sempre le stesse cose e il missionario nelle condizioni di non riuscire interessante?

Formare il centro di propaganda missionaria in posto mi sarà possibile quando avrò personale: al momento si fa quel che si può. Comunque, attendo le norme e farò di tutto per applicarle. Ma che vuole? Molta parte della simpatia dei benefattori è ad personam ed è difficile limitarla.

Per me sto per la libertà regolata e per l’assoluta fiducia nella Provvidenza.

  1. Le Figlie di Maria A. vanno a Tokyo (pare) nel prossimo febbraio. Si risolverà la questione della loro partenza da Miyazaki e il tentativo di ridare la proprietà alla Missione. Per norma dei Superiori, alla Madre Generale, alla Visitatrice, alle Suore direttrici la Prefettura A. ho sempre detto così:


          1. In terra di missione le opere bisognerebbe moltiplicarle non sopprimerle (sono vere sconfitte);

          2. La Prefettura A. non ha i mezzi per il riscatto anche rateale di anni.

          3. Il primo contratto fu stabilito dalle Autorità centrali: determinino in caso di assoluta necessità il da farsi;

          4. Al momento non si saprebbe come usufruire tale locale.


Vengo a conoscere che le Figlie di Maria A. ricevettero un generoso sussidio per un’opera che si proponevano di fare. Ora, partendo e non facendo vedere quanto hanno promesso per il domandato e ottenuto sussidio, non si fa certo bella figura. In caso bisognerebbe tenerne conto nella valutazione del prezzo, che poi è ancora da stabilire – e finché si conosce questo non è possibile neppure fare ipotesi, ecc.


  1. E per ora basta. Mi aiutino coi mezzi (l’eterna questione): ormai sono disonorato perché non riesco a pagare i miei debiti al Gran Seminario. Vedano di fare uno sforzo anche per la casa di formazione e vengano nell’idea espressa ripetutamente dai missionari, di considerarsi padri anche delle case di formazione in missione.


Oh, quanti milioni s’impiegano in esse… almeno le briciole ai poveri missionari. Meglio non pensare a quel che ho visto in Italia e nelle case missionarie e di formazione e… nei collegi.

Via, via, se no, esplodo davvero!

Preghi per me, per le miserie (oh, non è solo povertà!) materiali e spirituali (di queste specialmente) e faccia pregare. Le assicuro quotidiano ricordo.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2196 / Zerbino Pietro / 1939-1-26 /


10 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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26 gennaio 1939


Carissimo,

Grazie della tua del 19/12 che solo ora posso riscontrare. Grazie di tutto e quanto fai tu è sempre ben fatto. Grazie di tutto, dei saluti, delle preghiere e quanti mi ricordano, ringrazia ed assicura preghiere.


  1. Bene per la posta, fa’ sempre così.

  2. Invio a parte libretto dei conti per Don Tranquillo. Se non ti è di disturbo, inviami, finché potrai, tagliandi: così di qui rispondo ad amici e benefattori e gradiscono assai.

  3. Grazie, grazie al Rag. Maffei. Vidi là in fabbrica delle scatole di sigarette (in cui vi era l’unione dell’Italia e Germania – all’occasione domanda se ne avesse Italia e Giappone, ne gradirei una mezza dozzina per regali ad amici).

  4. Grazie pure al Comm. Caccia. Assicuralo che essendo suo forte debitore questo atto di carità è ancor più sentito da me meritorio per Lui. Al momento non posso che pregare.

  5. Grazie pure al carissimo Don Cossu che è anche mio canonista. Lo ricordo cotidie.

  6. Idem al buon Don Gioffredi.

  7. Grazie dell’assegno di Lombriasco. Era per avere dei semi. Scriverò io.


Pietro mio, un abbraccio – una calda preghiera e perpetua riconoscenza. Eccoti un po’ di lavoro. Saluta tutti.

Tuo

Don V. Cimatti


2197 / Cecchetti Albano / 1939-1-27 /


11 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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27 gennaio 1939


Carissimo,

Buon S. Francesco e speranza di vederla a Don Bosco a Miyazaki. Se nella circoscrizione vi sono cooperatori veda se può riunirli o almeno nel discorso ai fedeli parli della cooperazione salesiana, che è poi azione cattolica.

E preghi e faccia pregare per il

Suo

Don V. Cimatti


Salutissimi al bravo Don Arri e agli abitanti della casa di Beppu, che con rescritto 2350-3+ ecc. ecc. è canonicamente eretta e dedicata a S. Giuseppe. Memento.

2198 / Marella Paolo / 1939-1-29 /


12 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 29 gennaio 1939


Eccellenza Reverendissima,

La presente perché voglia nel giorno sacro a Don Bosco ricordare specialmente i suoi figli del Giappone, che vogliono nello spirito del Fondatore anche in questo Impero lavorare e nel dovere missionario e nell’espansione dell’Opera loro.

Preghi per noi tutti e specie per questo povero uomo, che deve fare un mestiere che non è suo – ma è uno dei tanti paradossi della vita religiosa… – ed accetti in questo giorno l’umile protesta di voler lavorare nello spirito di Don Bosco, colle direttive della Chiesa da Lui e da noi tanto amata; direttive che ci vengono così frequentemente e chiaramente indicate dall’E. V.

Ci continui quest’aiuto e non tema di dire ai Salesiani francamente quanto ritiene utile per il bene generale e per il bene particolare.

Grazie della sua lettera – un po’ catastrofica – stavo per rifare i bauli e tornare – e poi ho pensato che quanto succede al povero Don Cimatti è successo assai più a Don Bosco. Con questa differenza, che Lui era santo, e in quattro e quattr’otto se la aggiustava con Dio e con Maria A. e tutto era a posto. Don Cimatti che non lo è ancora, purtroppo è ancora a contatto degli uomini, troppo, troppo, e quindi deve aggiustarsi con loro… indi le difficoltà… È così difficile far capire un’amministrazione basata unicamente sulla Provvidenza a tanta brava gente: ma che colpa ne ho io se dobbiamo fare così? Se il Salesiano deve domandare, elemosinare tutto da tutti?6

In pratica, battuto su tutta la linea (ci sono tanto avvezzo… ed è un magnifico esercizio di tattica per non morire) ho fatto subito quanto mi suggeriva, scrivendo al buon P. Candau (uno dei pochi, mi pare, [che] mi abbia sempre capito) e… vedremo.

Se non trovo aperta la porta da questa parte, girerò la posizione e li manderò a Roma come salesiani, e se lo diventeranno non sarà colpa mia. Ci siamo sentiti sgridare: “Voi, salesiani, fate tutti salesiani!”. È naturale! Quelli che hanno vocazione… benché ho potuto far vedere a Roma che a Miyazaki è ben diverso.

Lei dirà: “Don Cimatti oggi è in vena…”. È la festa di S. Francesco, nostro protettore. Oh, quello sì che era un uomo! E quando ci sono fastidi è meglio fare il matto.

Mi scusi l’E. V. e mi perdoni. So di parlare con un Padre buono che mi comprende.

Per me sono sicuro che il Signore mi aiuterà e per i mattoni materiali e spirituali, e spero tale aiuto e dalle sue preghiere e da una sua benedizione specialissima che mi converta e mi faccia santo.

Non rida… se lo fossi, non ci sarebbero tutte queste miserie.

Ecc. Rev.ma, grazie di tutto, di tutto, di tutto. Mi benedica.

Suo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2199 / Ricaldone Pietro BS / 1939-1-31 /


13 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Frutti di carità7



Miyazaki, 31 gennaio 1939


Amatissimo e M. R. Sig. Don Ricaldone,

La preannunciata professione delle prime novizie8 della nuova Congregazione indigena femminile delle Suore Giapponesi della Carità avvenne nel giorno della festa del nostro S. Padre Don Bosco. Se ne comprendono facilmente le ragioni: salesiano l’ideatore e formatore (Don A. Cavoli) – affidato ai salesiani il luogo d’origine della nuova Congregazione – salesiano lo spirito informatore del lavoro di apostolato, posto a base della medesima.

La solenne funzione, presenziata dai missionari della Prefettura Apostolica, dai ricoverati della casa, da rappresentanze delle Figlie di Maria Ausiliatrice, del Seminario, dei cristiani e dalle autorità civili locali, si svolse tra la commozione generale, e si concluse con la benedizione impartita dal nostro Don Cecchetti, di una magnifica statua del S. Cuore di Gesù, che dall’alto della facciata allarga in atto maestoso le braccia invitando a sé gli uomini.

Oh, Gesù buono chiami a sé e nasconda nel suo cuore a tutela – a formazione, ad efficace aiuto la nuova Congregazione.

Nel 1929 a Miyazaki s’iniziò una discreta attività in seno al Circolo femminile delle Figlie di Maria per mezzo di visite ai poveri. Presto questo lavoro si consolidò sottoforma di conferenza di San Vincenzo, che poi regolarmente aggregata al centro delle Conferenze femminili in Bologna (1932) ebbe maniera sempre più di consolidarsi ed ampliare il suo apostolato di bene.

Nel 1933, essendo inaugurato l’Ospizio di Miyazaki, varie di queste consorelle fecero domanda di offrirsi al servizio di Dio, lavorando per quest’opera, conducendo vita comune e continuando le visite a domicilio ai poveri.

Era naturale che associassero a questo ideale quello dello stato religioso – e oltre a questo, la constatazione dell’incomparabile valore apologetico e propagandistico che hanno le opere di carità in missione, e la presenza di un numero discreto di elementi desiderosi di consacrarsi a Dio e di propagare la fede mediante le Opere della Carità (scopo speciale della Congregazione), spinsero a domandare alla S. Congregazione di Propaganda Fide il permesso per la fondazione.

Ottenutolo nel Giugno 1937, ed espletato quanto è di dovere per la formazione delle religiose, ecco coronati gli sforzi di quanti hanno lavorato per giungere al risultato che riempie il cuore di tutti di immensa gioia e di grandi speranze per l’avvenire.

Tanto più che il S. Padre in varie circostanze (e nel Congresso delle Conferenze tenuto a Roma nell’Aprile del 1938 e nell’udienza accordata al sottoscritto nell’Agosto dello stesso anno) si dimostrò assai soddisfatto e consolato di questo avvenimento, che fa prevedere di quale utilità sarà per la Chiesa lo sviluppo di questo speciale apostolato sorto dalle Conferenze di S. Vincenzo.

Domando preghiere, preghiere, preghiere per questa nascente istituzione.

Il Signore continua a consolarci in altre manifestazioni di carità. Ed ecco che a Beppu l’istituzione delle giovani, che già si prodigano con vero spirito di carità sacrificata nel tubercolosario cattolico, oltre ad un più nutrito lavoro di propaganda per la buona stampa, ha iniziato a favore dell’educazione femminile una nuova attività che produrrà certo fra l’elemento pagano ottimi frutti.

Si tratta di una specie di scuola di perfezionamento allo scopo di formare nelle fanciulle sempre più perfetto lo spirito giapponese nella vita di famiglia e di serietà – saper vivere la vita come individuo, come membro della famiglia e della società, iniettandola di spirito cristiano.

L’insegnamento delle materie proprie della vita di famiglia giapponese (cucina giapponese ed europea, cucito, ricamo, declamazione, scrittura, pittura, tintoria, ecc.), si prestano assai allo scopo. La piena ed incondizionata adesione data dalle autorità civili e scolastiche, il consenso delle famiglie, il prestarsi gratuito degli insegnanti, danno a sperare che anche questa iniziativa, sorta proprio in questi momenti in cui il Giappone ha raccolto tutte le forze spirituali dei cittadini affinché non venga menomato dal male il suo spirito di amor patrio, darà ottimi risultati di bene.

Le feste dei nostri Ss. Patroni, celebrate ovunque fra noi con spirito di carità, ci ottengano di vivere davvero in carità di pensiero, parole ed opere con tutte queste anime giapponesi. Oh, che la mobilitazione spirituale, che essi invocano da tutti gli elementi dell’Impero, sfoci finalmente nel vero suo centro, Gesù.

Ci benedica tutti e preghi e faccia pregare per noi.

Suo come figlio

Don V. Cimatti, sales.


2200 /Consiglio Generale Conferenze femminili di Bologna/ 1939-1-31 /


al Consiglio Generale Conferenze femminili di Bologna



Miyazaki, 31 gennaio 19399


Mentre con tutto il cuore ringrazio il Consiglio Generale per le attestazioni di viva simpatia che ebbero per la mia povera persona e per le conferenze della nostra povera prefettura e specialmente per la figlia primogenita, da cui è sbocciata la Congregazione indigena delle Suore della Carità del Giappone, umilio per l’aggregazione due nuove conferenze, come dagli acclusi incartamenti. La terza è in via di maturazione e spero presto di inviare anche per questa l’occorrente per l’aggregazione. Sottopongo pure all’onorevole Consiglio alcuni desiderata, che se non sono contrari al Regolamento, prego risolvere nel senso indicato da noi.

Date le difficoltà della lingua, e le brave consorelle per ora non sapendo che il giapponese, sono inutili copie numerose del Bollettino; converrà che l’assistente ecclesiastico traduca. Similmente le comunicazioni: è inutile farle alle singole consorelle, perchè non capiscono; quindi è meglio o all’assistente o meglio ancora al Prefetto che eventualmente farà alle singole conferenze la trasmissione o di stampati o di ordini: rimane anche così per Lui un modo di controllare l’attività delle Conferenze ed agire sempre più a forze riunite. Avvenuta l’aggregazione cureranno che anche le modalità burocratiche siano osservate; ecco perchè il riassunto dall’inizio al 31 dicembre 1938 e per la parte finanziaria e per la parte dell’attività di lavoro è semplicemente riassunta.

Il 31 gennaio c. m. festa di Don Bosco, due delle novizie della nuova Congregazione emisero i loro Ss. Voti. Deo gratias e anche all’onorevole Consiglio Generale per la carità zelante con cui hanno lanciato l’appello per loro. Oh, il Signore renda merito e centuplichi e materialmente e spiritualmente per la Società quanto faranno per noi. Affido al loro cuore materno queste nuove sorelle che desidererei emulassero nello zelo e nello spirito di S. Vincenzo le più sante conferenze della Società.

Preghino per noi e nel limite del possibile ci aiutino. Invoco sul Consiglio Generale le più elette e fruttuose benedizioni del Signore.

Con ossequio riconoscente

Obbligatissimo Sac. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki (Giappone)



2201 / Circolare Salesiani / 1939-2-1 /


ai Confratelli della Prefettura Apostolica e Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 1 febbraio 1939


Carissimi,

Ho potuto radunare il Consiglio tanto dell’Ispettoria che della Missione e vi comunico alcune deliberazioni ed osservazioni che se fedelmente osservate contribuiranno certo al buon andamento generale e particolare.

Vi presento prima di tutto il nuovo Consiglio Ispettoriale nelle persone dei confratelli già a voi ben noti: Don Cavoli, Don Liviabella (Ec. Ispett.), Don Margiaria, Don Tanguy.

Si è dovuto sostituire il nostro caro Don Escursell, che da vari anni teneva la carica di Consigliere, dovendo prossimamente recarsi in Italia. A nome dei Superiori e dei confratelli lo ringrazio di cuore del prezioso contributo di lavoro e di consiglio durante la sua carica.

Vi presento pure il Consiglio della Missione nelle persone già a voi ben note dei confratelli: Don Cavoli, Don Cecchetti, Don Liviabella, Don Dumeez e Don Marega.

Prego i singoli confratelli salesiani e missionari a rivolgersi con tutta libertà ai consiglieri, quando avranno desideri da esprimere o proposte da fare: mio unico desiderio è che tutti fraternamente uniti cerchiamo di fare il nostro dovere.


    1. Furono ammessi alle ordinazioni per il prossimo Marzo: Dal Fior (presbiterato), Antolin, De Kruyf, Lucchesi, Moro, Tassan (suddiaconato); vi prego fin d’ora di pregare assai per questi confratelli.

    2. Avremo pure l’ordinazione del nostro buon Mukai al Presbiterato, probabilmente in Marzo a Miyazaki. È certo un grande avvenimento per la nostra povera Prefettura, e speriamo che sia l’inizio felice del moltiplicarsi di ottimi elementi per l’apostolato missionario.

    3. Come lo fu nel giorno della Festa di Don Bosco il felice inizio della Congregazione indigena “Suore della carità” colle sue due prime professioni. La funzione solennissima era presenziata da tutti i missionari della Prefettura che celebrarono anche così insieme la festa di Don Bosco. Vi furono Battesimi e anche la benedizione di una splendida statua del S. Cuore, dono della carità del nostro Don Cecchetti. Deo gratias. Preghiamo e rendiamoci sempre più degni dei benefici del Signore.

    4. Dal 15 Marzo ai primi di Aprile il nostro Don Marega inizierà il suo giro annuale per gli esami del quinquennio teologico e per l’esame di confessione. Gli interessati vedano di prepararsi per questo dovere, di cui devo poi informare i Superiori.

    5. Raccomando occhio alla stampa: dovendo regolare i conti col Giornale cattolico ecc. i missionari abbiano la bontà di dirmi il numero preciso delle copie che ricevono, se intendono diminuire tale numero. Idem di altre pubblicazioni che sogliono ricevere dal Centro (Don Bosco-sha, ecc.). Siamo in arretrato con alcuni pagamenti e bisogna che cerchiamo di fare tutte le economie possibili.

    6. Sono ammessi ad iniziare la teologia i chierici Gallo, Lopez, Manhard, Mantegazza, Dalkmann, Lorenzi. Naturalmente bisognerà che si faccia dare loro il saggio prescritto entro il mese di Febbraio. Vi prego pure di controllare quanto hanno bisogno di corredo personale…

    7. Per desiderio espresso di vari confratelli è stabilito di inviare ai benefattori almeno ogni quattro mesi una relazione dello sviluppo del lavoro tanto missionario che dell’Opera salesiana. Siccome desidero che tutte le case siano rappresentate, vi prego di inviarmi entro il mese di febbraio breve relazione di quanto credete opportuno segnalare dal mese di Luglio passato fino al Febbraio. È inteso che chi non invia entro il termine indicato non ha nulla di particolare da dire: questo per evitare poi lamentele inutili.

    8. L’undici Febbraio è la festa del “Kigensetsu” (origine dell’Impero). Dal 5 all’undici è stabilita la settimana del “Kigensetsu”. Sono invitate tutte le associazioni a segnalare in questo tempo ai loro dipendenti quanto può essere utile a favorire lo spirito nazionale. Si veda di farlo da tutti nelle forme più efficaci ed utili. Il giorno 11 poi si faccia la solita funzione religiosa e possibilmente una riunione nel salone. Non si manchi di partecipare alle pubbliche manifestazioni. Si approfitti del momento attuale per continuare con calma serena nel lavoro ed attirare molte simpatie alla religione Cattolica.

    9. Chi avesse allievi per il Seminario o per Nakatsu o per Tokyo, veda di prendere per tempo gli opportuni accordi con Don Tassinari, Don Dumeez e Don Margiaria.


Lo spirito di carità unisca gli sforzi di tutti per far fiorire molte e buone vocazioni, per il rassodamento delle opere esistenti e per vivere tutti come ci desidera Don Bosco.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2202 / Trevisan Antonio / 1939-2-1 /


14 ad Antonio Trevisan, chierico salesiano

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1 febbraio 1939


Carissimo Trevisan,

Assai in ritardo mi giunge la tua del 19/12/’38.

Grazie della tua offerta per Battesimo. Attendo come da promessa il nome. Grazie pure per le preghiere. Bravo! Esercitati nelle giaculatorie… 10.000 al giorno vanno bene. Quindi coraggio! È un bel metodo per imparare l’unione con Dio.

Si comincia colla meccanica delle giaculatorie, che finisce col diventare poi pensiero.

Coraggio e… allegro. Anche se stonato, canta.

Tuo

Don V. Cimatti

2203 / Zerbino Pietro / 1939-2-2 /


15 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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2 febbraio 1939


Carissimo Don Pietro,

E Maria SS.ma ci purifichi… A quanto il nostro “nunc dimittis”? Offriamoci anche noi a Dio in spirito di sacrificio. Ed ora a noi:

      1. Appena saprò deciso il ritorno del nostro Don Tanguy, avrò un mondo di altre cose. Vedi quante noie! Fallo per il Signore e vedrai che bel premio per te… e anche per me.

      2. Eseguo quanto mi dici, quanto fai e hai fatto va benissimo.

      3. Non avendo l’indirizzo della sig.ra Bonifacio C. R., ti prego di farle pervenire all’occasione l’acclusa.

      4. Invio al Prof. Vingiani quanto desidera: la lettera me l’hai spedita.


Allegro e buono. Tieni allegro il Sig. Don Berruti e Don Pellegrini… e più Don Tranquillo.


Tuo

Don V. Cimatti

2204 / Grigoletto Giuseppe / 1939-2-13 /


16 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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13 febbraio 1939

Carissimo Giuseppe,

Fra il tu e il voi preferisco il tu, ma fra amici rispondo all’E. V. accusando ricevuta della vostra del 15/1 c. a.10

Le Ss. Messe saranno celebrate subito, e all’arrivo di questa certo saranno compiute dato che questo vostro umilissimo servo non ne ha.

Prego anzi l’E. V. se è nelle possibilità di cercarne e provvederne alla consueta elemosina.

Ossequi cari ai singoli suoi scolari che ho chiarissimi in testa e in cuore. Scrivo secondo il consiglio dell’E. V. al carissimo Don Cleto. Saluti e abbracci ai singoli Veronesi.


Servo di V. E.

Don V. Cimatti

2205 / Circolare Salesiani / 1939-2-15 /


17 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 15 febbraio 1939


Carissimi missionari,

Vi ringrazio di cuore della viva partecipazione che avete preso al lutto della Chiesa e vi prego di continuare a pregare. Il prossimo giorno 18 a Tokyo per cura della Delegazione Apostolica sarà tenuto un solenne ufficio funebre a cui siamo invitati colle nostre cristianità ad intervenire in spirito per pregare per Pio XI che ha dimostrato anche tanta paterna sollecitudine per la Chiesa Giapponese. Posso assicurare che tutti gli atti fatti dalle Congregazioni Romane per il Giappone hanno avuto l’onore di un intervento personale del Sommo Pontefice. La Delegazione Apostolica poi inviò un telegramma collettivo a nome degli Ordinari, dei Missionari e fedeli all’annuncio della morte.

Preghiamo in unione di cuori affinché il Signore si degni di accordare un’assistenza tutta speciale alla sua Chiesa in questi difficili momenti.

Avvicinandosi poi la S. Pasqua è mio dovere richiamare a tutti i miei carissimi fratelli di lavoro che vogliono animarsi sempre più in questo periodo di tempo al lavoro di apostolato:


  1. Per l’insegnamento catechistico ai fanciulli,

  2. Per preparare tutti i fedeli ai doveri pasquali,

  3. E specialmente avvicinare quelli che, o per lontananza dalle residenze o per raffreddamento nella fede, sono nelle maggiori difficoltà di compiere questi doveri.


Oh, che nessuna delle pecorelle a noi affidate sia priva del nostro aiuto in questa circostanza specialmente, e che possiamo dire tutti coscienziosamente di fronte a Nostro Signore che abbiamo fatto tutto il nostro dovere.

Aiutiamoci scambievolmente; i missionari vicini combinino per tempo possibili scambievoli aiuti… Si preparino i fanciulli alla prima Comunione; dove è possibile si faccia un triduo (uso missione) anche con semplice spiegazione del Catechismo, si animino i catechisti a questo lavoro di ricerca e di preparazione. Insomma diamoci tutti attorno coi mezzi che abbiamo a disposizione per compiere questo nostro importante dovere.

Vi assicuro che avremo tanti benefici spirituali dal Signore e la riconoscenza dei nostri poveri cristiani, specialmente di quelli più abbandonati e che bisognerebbe avvicinare almeno una volta uno o due mesi.

Se non facciamo così e se non avvaloriamo il nostro lavoro colla preghiera e col sacrificio, queste povere anime andranno perdendo quel poco di fede che ancora resta in loro, e più l’andranno perdendo i loro figliuoli. Guai se questo dovesse succedere per la nostra negligenza! Vi prego di leggere sul Direttorio consigli bellissimi a riguardo, ed anche specialmente il primo articolo del Bollettino del mese di Febbraio sull’apostolato catechistico.

Inoltre nelle conferenze e prediche domenicali dalla prossima domenica fino a Pasqua, più che su altri argomenti si parli dei doveri pasquali e s’insegni la maniera di compierli con frutto.

A facilitare poi l’apostolato fra i cristiani riceverete un foglietto speciale composto dal buon Padre Gemeinder che darà modo a quanti hanno buona volontà di cooperare col missionario e col catechista a questo lavoro di doverosa preparazione per l’adempimento dell’obbligo pasquale. Pregate per me ed aiutatemi con tutte le forze a compiere il mio dovere.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Pare si avvicini la venuta del nostro Don Tanguy. Chi desiderasse qualche cosa da lui non farebbe male a scrivere per tempo all’Oratorio a Torino. Non vi so però ancor dire nulla sulla data del suo ritorno.

Pare già fissata la partenza del nostro Don Escursell per il 21 Aprile prossimo. Egli sarà felice di esservi utile per eventuali commissioni in Italia; non si aspetti all’ultimo momento. Don Liviabella e Don Cecchetti avvisino di questo anche le F.M.A.

Ringraziamo il Signore anche per un nuovo segno di bontà che ha voluto darci a nostra consolazione ed impulso al lavoro nelle opere di beneficenza. Così il lavoro del compianto Don Piacenza, compiuto con tanta alacrità dal nostro Don Escursell ha un alto riconoscimento coll’approvazione avvenuta per parte del Governo Giapponese. Così le Opere Sociali di Mikawajima poste sotto così benevola protezione possono sperare a sussidi fissi annuali. Miei cari confratelli, seguiamo alla lettera i consigli che Don Bosco dà ai suoi missionari, e vedrete i miracoli suoi e di Maria A. anche in Giappone. Invio tale lettera anche alle case di Tokyo affinché nei limiti del possibile vi si uniformino.

2206 / Crevacore Alfonso / 1939-2-15 /


18 al chierico Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone

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15 febbraio 1939


Carissimo Crevacore,

Niente ti turbi. Lasciati guidare dalla Provvidenza e ripeti con S. Francesco di Sales: “O Signore fammi santo come vuoi Tu e coi mezzi che mi dai Tu!”. Ora pare che Gesù ti dia la croce dell’esaurimento nervoso (che i medici giapponesi vedono dappertutto) e tu pigliala.

Dopo tutto, la cura prescritta non è difficile.

Prega per me sempre, e fa altrettanto per te il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2207 / Circolare Consiglio della Missione / 1939-2-17 /


ai Consiglieri della Prefettura Apostolica di Miyazaki



Prefettura Apostolica di M.

17 febbraio 1939


Carissimi CONSIGLIERI della Missione,

Mi urge il vostro parere su questa proposta, che interessa l’avvenire del nostro Seminario e finché non saranno divisi i poteri anche l’avvenire della Congregazione.

Considerando il vantaggio intellettuale che ne viene (possibilità cioè di dare ai nostri la licenza di scuola media, necessità di poter proseguire gli studi superiori) fino ad un certo punto anche quello economico ed assicurare la formazione morale dei nostri chierici: si propone a titolo di esperimento annuale l’invio dei nostri allievi del terzo corso del piccolo Seminario di Miyazaki al Seminario di Fukuoka, ove subìto l’esame frequenteranno il quarto corso. Saranno al massimo una mezza dozzina di allievi.

E preghiamo vicendevolmente. Non dimenticate il mese di S. Giuseppe.

Come Lui, lavoriamo PER GESÙ e CON GESÙ.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2208 / Dumeez Gaston / 1939-2-17 /


a Don Gaston Dumeez, missionario salesiano in Giappone



17 febbraio 1939


Carissimo Don Dumeez,11

Non mi oppongo al progetto, naturalmente non so se si sposerà subito.

Nel frattempo non sarà libero di uscire o condurre gente, stando da solo in quella casa? Veda di pensarci bene: se possiamo aiutarlo è un bene.

Nei trenta Yen è compreso anche il mangiare o deve pensarci lui? Veda anche di non largheggiare troppo: certo che in questi momenti la vita è difficile.

Proviamo nel nome di Dio e… avanti.

Saluti a tutti.

Suo

Don V. Cimatti



2209 / Grigoletto Giuseppe / 1939-2-18 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



M., 18 febbraio 1939


Carissimo Don Giuseppe,

Si avvicina il tuo onomastico e quindi sai che voglio fare il mio dovere… e sai come lo farò. Stop.

Invio pacco di stampati. La casa di Verona può farmi la carità dell’invio? Non c’è che imbustarli (mettendo dentro un mio conto corrente). Se ti sembra bene cambiare la parola Natale in Pasqua fa’ pure, sono numeri avanzati… E grazie anche di questo.

Prega e fa’ pregare per me. Attento che non ti eleggano Papa! Saluti al caro Don Rota, Sciama, Oldani, Gobbato, al buon Libero e coad. Cappuzzetto e a tutti.

Tuo

Don Cimatti

2210 / Joyeusaz Abele / 1939-2-21 /


19 a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice, salesiano

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21 febbraio 1939


Carissimo,

Ricevo la tua del 29 Gennaio e rispondo subito tanta è la gioia provata sapendoti coll’ottimo Don Pastol (benefattore del Giappone) e col bravo Don Carnevale! Deo gratias.

Ti prego i miei ossequi a questi cari superiori e domanda di preghiera ai vostri giovani. Conto assai sulle vostre preghiere, assai assai.

Grazie degli auguri che contraccambio vivissimi e per la S. Pasqua e affinché, sì, la Madonna ci aiuti ad amarla e farla amare.

Al buon Don Pastol se avesse eccedenza di Ss. Messe o sapesse chi ne ha sono disposto a prenderne (colla solita offerta di Lire 5 ital.).

Assicura Don Carnevale del mio continuo ricordo all’altare… affinché riesca a parlare bene il francese ed ad amare tanto il Signore.

A parte t’invio qualche notizia a stampa. E prega e fa’ pregare per me.


Tuo sempre aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




2210-2 / Joyeusaz Abele / 1939-…-… /


a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice, salesiano



[senza data 1939ca]


Caro D. Gioioso,

Grazie della tua bontà, carità e dell’aiuto e conforto delle tue preghiere.

Il lavoro non manca e per aumentarlo ci vuole la grazia di Dio e la preghiera dei buoni. Spero che anche tu continuerai ad essere degli amici della missione giapponese.

Continua il lavoro di unione con Dio e non stancarti finché non l’avrai ridotto in succo e sangue. Avanti sempre nel lavoro che ti ha affidato la Provvidenza. Abbi in mente D. Bosco la Madonna e niente paura e seguita le direttive, i consigli dei Superiori e farete miracoli di bene.

Dunque: allegro, laborioso, unito con Dio e avanti senza paura.

Tuo sempre e in tutto dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



2211 / Cecchetti Albano / 1939-2-21 /


20 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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21 febbraio 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Buone Ceneri! Grazie di tutto.


1. Il pareggio del Seminario ci obbliga a somme enormi che non avremo mai (pensi che Fukuoka ci perde annualmente un man [=10.000 yen]) – poi i militari in casa, essendocene già uno…

2. Fukuoka (col tempo) sarà il Gran Seminario del Kyushu.

3. Ad ogni modo se ci fossero i fondi una scuola media salesiana, la farei subito… Ci vogliono delle eredità come quelle che il Signore manda ai Superiori.

4. Buona tosse…


E preghiamo:

Suo

Don V. Cimatti


Saluti al caro Arri che so mi sostituirà in un concerto. Grazie e Deo gratias!

2212 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1939-2-22 /


21 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Miyazaki, 22 febbraio 1939


Rev.ma Madre,

Avrei voluto farlo prima, ma non mi fu possibile, e faccio ora, tanto più che ho qualche comunicazione importante a nome della S. Sede da segnalare.


      1. Avrei voluto fare una calda esortazione per il tempo Quaresimale, ma richiamo quanto inviai prima. Pel digiuno (e se è necessario anche per l’astinenza) dispensi senza scrupolo: melius abundare…

      2. Fomenti la devozione a S. Giuseppe.

      3. La Comunicazione della S. Sede è circa la Comunione frequente o quotidiana nelle Comunità religiose. In pratica è un’autorevole sanzione a quanto insegnò e praticò Don Bosco e quanto è nello spirito e tradizione nostra. I sacerdoti faranno il loro dovere nello spiegare l’Istruzione emanata, ma è dovere pure suo, Rev.da Madre, di vigilare a che dai suoi e per i suoi dipendenti è eseguita mordicus.


Veda dunque a che anche la Maestra delle Novizie e quelle che insegnano il Catechismo fra le Consorelle (e poi le Consorelle stesse e aspiranti e tutti i suoi dipendenti) siano informati e s’informino a questo spirito, onde prevenire o impedire abusi. Da quanto mi consta, voi siete in piena regola, ad ogni modo cerchiamo di perfezionarci sempre più.

Scopo dell’Istruzione è di far fare le cose bene, salvaguardando la libertà degli individui, che, specie nelle Comunità religiose, e per l’esempio delle consorelle, e per le insistenze dei Superiori, e per il timore di destare sinistra ammirazione nelle compagne o Superiori, è messa a repentaglio. Quindi: (Si omettono i dettagli dell’Istruzione stessa…).

Qualora si trovasse in difficoltà o sorgessero dubbi, prego rivolgervi al vostro Cappellano o direttamente al sottoscritto.

Mi raccomando caldamente alle sue preghiere e a quelle della sua fervorosa comunità.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - So della sua indisposizione. Fiat voluntas Dei. Preghiamo tutti di gran cuore. Alle croci ordinarie il Signore ha voluto aggiungere questa… È Quaresima; e se non con gioia, con santa pazienza e rassegnazione, offra tutto al Signore. La benedica di cuore.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2213 / Zerbino Pietro / 1939-2-23 /


a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale



Miyazaki, 23 febbraio 1939


Carissimo,

Ecco il tuo tormentatore.


        1. Al solito distribuisci da buon postino.

        2. Vi è un foglietto per tale Sig.na Clemens Ponti che donò un altarino portatile. Non so se sappiate l’indirizzo. Nell’altarino c’è solo il nome.

        3. Ti prego di domandare al Sig. Don Berruti se si può pensare a quando tornerà il Sig. Don Tanguy. Sono in aria finché… perché non so se devo contare o no su di lui.


E prega prega per me. Dillo anche al massimo o uno dei massimi miei nemici… il tuo padrone: che almeno mi aiuti colla preghiera.

Tuo

Don V. Cimatti

2214 / Barbaro Federico / 1939-2-23 /


22 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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23 febbraio 1939


Carissimo Barbaro,

Ho risposto a Suor Geltrude. Quanto a quello che possono dire di te e la madre e la Sig.ra S. e altri, è umano in loro, e fatto senza cattivi fini, ex abundantia cordis solo è certo. S. Francesco di Sales risponderebbe loro:

“… bisognerebbe insegnare (ad anime come la tua) a star in guardia per non cadere, perché devo compiere (secondo il consiglio dello Spirito Santo) la mia salvezza con timore e tremore, e non essere senza certa ansietà anche per i peccati rimessi. Non bisogna canonizzare le persone viventi, né mettere il capezzale sotto il gomito o dare del latte a chi ha bisogno di assenzio. È meglio umiliare chi ode (o legge) piuttosto che parlare della sua condizione in termini pomposi; e come vi sono delle macchie nella luna, così vi è sempre da correggere anche nelle persone più perfette”.

Per quello che esse possono sperare, Don Cimatti ha dato a tutti grandi speranze… È naturale che desiderino ardentemente vedervi, ma Don Cimatti sa che non è possibile ipotecare il futuro: è così poco nostro l’attimo presente…

I film… è moda giapponese: ne fui stomacato più di te alla Consacrazione di Mons. Doi. San Pietro è un altro genere: dico solo, che non andrò mai là per pregare o fare le mie devozioni… In quel tempo S. Pietro diventa un luogo di curiosità, di passatempo (sia pur santo) ecc. non di pietà ecc. ecc. e tu converrai con me che saltare le palizzate o simili, come facevi tu non è segno di devozione. Sono parate belle e buone, ma ci vogliono anche quelle… e arrivederci.

Tuo

Don V. Cimatti

2215 / Cecchetti Albano / 1939-2-25 /


23 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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25 febbraio 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Mi si dice (Don Cavoli è assente – forse ritornerà passando per Beppu) per l’affare del ragazzo che la direzione dell’Ospizio è in relazione diretta colla scuola. Stia tranquillo (go-anshin).

Se non muoio lunedì prossimo col diretto passo per breve andata a Tokyo.

Se ha commissioni, chissà se potrebbe procurarmi il biglietto per il diretto sul treno “Sakura” fino a Kobe dove mi fermerei per dire la S. Messa e salutare P. Fage?

Pel ritorno spererei di fermarmi almeno per un saluto. E preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti


P.S. - Il Comm. Martinengo scongiura a che le dica una buona parola affinché Lei non lo collochi a riposo…

2216 / Dumeez Gaston / 1939-2-25 /


24 a Don Gaston Dumeez, missionario salesiano in Giappone

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25 febbraio 1939


Carissimo Don Dumeez,

Forse lunedì o martedì sarà di passaggio da Nagasaki il Sig. Don Cavoli. Per varie circostanze devo fare una scappata a Tokyo – passo, se non muoio, lunedì col diretto. Mi fermerò al ritorno nella settimana 6 prossimo mese.

Se ha commissioni o cose urgenti… Disponga liberamente. Spero così aiutare per il personale anche Nakatsu.

Forse sarà meglio un prete (così si facilita il problema confessioni): ma… vedremo.

Preghi per me.

Tutto suo

Don V. Cimatti


P.S. - Saluti a Rossi e Yamamoto.

2217 / Circolare Salesiani / 1939-2-26 /


25 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 26 febbraio 1939


Carissimi,

V’invio una recente Istruzione riservata della Congregazione dei Sacramenti sulla Comunione frequente e quotidiana. È indirizzata specialmente agli Istituti religiosi (specialmente femminili) ed anche a coloro che si occupano dell’organizzazione della gioventù cattolica.

Mi pare che in massima siamo in regola, perché tutta l’Istruzione è intonata ai principi datici da Don Bosco in materia e dalla tradizione delle nostre case.

Ma siccome si può sempre migliorare, vediamo di fare il possibile per riuscirci, specialmente formando a tali principi e norme le coscienze dei nostri dipendenti, e pur stando fermi alla regolare osservanza in proposito della disciplina delle nostre Comunità e alla sua integrità, bisogna assolutamente salvaguardare l’esercizio della libertà di coscienza specialmente in materia così importante e delicata.

Abbiamo pregato per il defunto grande Pontefice Pio XI a cui la nostra Missione deve anche tanta riconoscenza. Vi ringrazio delle varie manifestazioni funebri fatte, fra cui riuscitissima quella di stamani fatta a Miyazaki dalla nostra Prefettura.

Dispongo che dal giorno 28 fino all’annuncio dell’elezione del nuovo Pontefice, si reciti nella Santa Messa e là dove si dà la benedizione, anche nella Benedizione l’Orazione pro eligendo Pontifice. Inoltre per tre giorni dopo l’annuncio dell’avvenuta elezione, la Colletta pro Papa nella Messa e nella Benedizione: e nelle forme migliori possibili se ne dia al più presto l’annuncio a tutta la cristianità.

Non dimenticate di segnalare ai cristiani il prossimo 6 Marzo, festa di S. M. l’Imperatore. Dove è possibile, oltre le preghiere, niente di male fare per l’occasione (anche la domenica 5 Marzo) un’adunanza dove si potrebbe parlare dei doveri familiari, nazionali e sociali della donna giapponese cristiana.

Ma specialmente si ricordi (ed è viva raccomandazione pervenutami dal Ministero dell’Educazione Nazionale)12 il 10 Marzo, festa dell’esercito.

Come sarebbe bello che i cristiani si quotassero per una S. Messa per l’armata. Pensiamo ai tanti morti in Manciuria! Poi quelli della Cina… e ai tanti bisognosi viventi. Non dimentichiamo che attualmente abbiamo una ventina di cristiani sotto le armi, fra cui sei del Gran Seminario e il nostro caro confratello Nishimura. Andrebbe bene fare un’adunanza in cui si potrebbero richiamare i doveri sociali e nazionali della gioventù, e dello spirito di sacrificio richiesto specialmente in questi momenti da tutti i cittadini.

D’altra parte la Quaresima dà tante belle occasioni per eccitare i nostri cristiani a questo spirito di preghiera, di lavoro e di sacrificio: l’osservanza dei precetti della Chiesa, le quattro tempora, la Via Crucis, ecc.

E finalmente giacché siamo in tema di Calendario, non vogliate dimenticare il 21 Marzo, la festa dei morti della Famiglia Imperiale che in vari luoghi coincide con l’anniversario dei morti per la Patria.

Nei limiti del possibile si faccia qualche cosa, anche per educare i nostri cristiani a questa manifestazione più piena e sentita di vita nazionale, che si rende sempre più necessaria e doverosa per parte loro e nostra.

Il defunto Pontefice arricchì di preziose indulgenze le preghiere in preparazione e ringraziamento alla S. Messa. Anche i Superiori ci raccomandarono recentemente di curare questa pratica e l’esatta preparazione e ringraziamento al S. Sacrificio, sia come dovere che per buon esempio. Il guadagno di tante indulgenze può essere anche un bello stimolo: serviamocene in bene.

Il nostro caro Patrono S. Giuseppe ci ottenga dal Signore tante grazie e materiali e spirituali nel suo bel mese: facciamolo bene.


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



(Inviando un riassunto dell’Istruzione di cui si è parlato nella lettera, forse indirizzato ai confratelli delle case di Tokyo, conclude): “Sforziamoci tutti di uniformarci con sempre maggior perfezione e nell’insegnamento e nella pratica che sono anche le direttive di Don Bosco, che vengono così ad essere autorevolmente sanzionate. I confessori, gli insegnanti di religione, i missionari informino a queste norme le coscienze. Mi si segnalino le difficoltà o deficienze in materia e quelle migliorie che si potessero effettuare per poterne tenere conto nel prossimo riordinamento del personale e delle case. Tale istruzione non sarà resa di pubblica ragione per la stampa”.

Don V. Cimatti

2218 / Ricaldone Pietro BS / 1939-2-28 /


26 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Cause ed effetti… e speranze!13


Miyazaki, 28 febbraio 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Dopo la lettura del resoconto missionario della nostra Prefettura del decorso anno da varie parti mi si domanda il motivo per cui in Giappone il ritmo delle conversioni non è così celere, come in altre parti del mondo. Rispondo volentieri, tanto più che non vorrei che la domanda che mi si fa, rappresentasse un senso di timore o di stanchezza da parte di amici o benefattori nostri, quasi che vedendo l’inutilità degli sforzi e la pochezza dei risultati, fossimo tutti autorizzati a rallentare gli sforzi; o convinti del lavoro a vuoto, fossimo tentati di desistere dall’impresa dell’apostolato.

Oh, no! Amici e benefattori carissimi, le difficoltà anzi devono eccitare e proporzionare gli sforzi, e formare quel senso sicuro e calmo di resistenza nell’agire, che è condizione prima dopo la grazia di Dio, delle opere dell’apostolato missionario.

Rispondo quindi al desiderio espressomi. E mettiamo prima di tutto le cose a posto.


          1. Bisogna dire chiaramente che anche in Giappone il ritmo ascendente delle conversioni, pur essendo assai lento, grosso modo si può pensare ad un 1500 persone all’anno con lieve tendenza a crescere: poco, certo, ma meglio che niente. Parlo dei Battesimi di adulti (esclusi i bambini e quelli amministrati in articulo mortis).

          2. Bisogna pur dire che questo ritmo, sia pur lento o di modestissime proporzioni, è sempre stato ascendente.

          3. E finalmente bisogna conoscere questa terra benedetta, a cui ci ha inviato il Signore, e conoscere lo spirito dei suoi abitatori, e le reali posizioni di pensiero, di cuore e di azione nei riflessi religiosi di questo popolo, così poco conosciuto.


È noto a qual punto di progresso si portò questo popolo in un ottantennio, in ogni genere di manifestazione sociale, militare, educativa, commerciale e politica: il problema religioso è pressoché stazionario.

La religione nazionale è basata su principi e fondamenti indiscutibili, che sono inculcati, ribaditi, fissati fin dai libri di morale, storia, ecc. delle elementari – resi abitudinari e tradizionali nelle manifestazioni rituali familiari, scolastiche, civili, militari e sociali.

Sono principi basilari questi: il Giappone è il primo ed unico paese creato dagli dei, paese unico al mondo, senza paragone.

I Sovrani del Giappone discendono dalla dea solare (Amaterasu) e dalla medesima hanno ricevuto i simboli del potere imperiale, trasmessi per ininterrotta dinastia fino al presente. Il governare è opera divina e i sovrani ne sono le manifestazioni visibili: essi governano e pregano per il benessere del popolo, che forma col sovrano una cosa sola.

Base della morale è la lealtà assoluta verso il sovrano, manifestata non solo col fare atti di valore in guerra, ma colla pietà filiale, coll’unione fra i fratelli, colla pace tra i coniugi, fedeltà verso gli amici, economia, beneficenza, studio e lavoro, colla pratica della virtù, col favorire il benessere della società, col rispetto alle leggi e col dare sviluppo all’industria, al commercio.

Le regioni non sottomesse al Sovrano sono infelici. Le guerre fatte, che si fanno o da farsi hanno per scopo il benessere dei popoli.

Quando tale impero benefico sarà esteso su tutta la terra, solo allora sarà adempiuta la volontà degli dei.14

Al lettore dedurre le conseguenze di tali principi, conseguenze che sono già in parte realtà storica. Si pensi alla popolazione del Giappone – si pensi che alla stregua di questi principi si forma la famiglia, la scuola, la società, lo Stato - si pensi al carattere attivo di questo popolo – alla sua potente forza di assimilazione in tutto – alla sua politica di espansione.

Non è difficile rispondere al problema propostoci. Nelle circostanze attuali, si constata nel popolo un movimento religioso notevole, espresso in pellegrinaggi o visite ai templi, in offerte, in un ritorno più sentito alle tradizioni religiose familiari, alle feste e cerimonie nazionali tradizionali assai numerose.

Si può dire che ogni mese ha le sue caratteristiche, che vengono inquadrando in una tinta religiosa tutta la vita giapponese. È un calendario nazionale, che, sulla base dei principi esposti, è elemento importante di educazione nazionale e morale.

Un’analisi anche superficiale vi fa riscontrare elementi importanti di simbolismo morale elevato, di cui s’incontrano spesso usi corrispondenti nei nostri paesi cristiani (naturalmente nome e data cambiata). Mi pare interessante farne un rapido cenno.

In Gennaio, giorno 1, inizio delle feste di Capodanno, che si prolungano in funzioni e forme diverse, il 2 inizio dell’anno commerciale, il 3 festa di Capodanno a corte, il 5 inizio dell’anno per i funzionari, ecc. Il 10 entrata delle nuove reclute in caserma. Il 17, il giorno considerato più freddo.

L’11 Febbraio ricordo della fondazione dell’Impero.

In Marzo la festa delle ragazze (3), la festa di S. M. l’Imperatrice (6), la festa dell’armata (10), l’anniversario delle stagioni (9-11-12), la festa dei morti della famiglia imperiale (21) ed in alcune province quella dei morti per la patria.

In Aprile l’inizio dell’anno scolastico (1), la festa del primo Imperatore Jimmu (3), la festa di Sua M. l’Imperatore (29).

In Maggio la festa dei ragazzi (5), la festa della marina (27), quella delle sementi (una specie delle nostre rogazioni).

In Giugno la stagione delle piogge (12) con preghiere, pellegrinaggi ai templi per domandare protezione contro le intemperie, inondazioni, ecc., la festa dell’Imperatrice Madre (25).

In Luglio le feste delle stelle, delle bellezze della natura, e la gran festa nazionale dei morti (13-15) che si chiude a fin di mese coll’anniversario di stagione (20), giorno più caldo dell’anno.

In Agosto al mare e ai monti.

In Settembre inizio dei raccolti, l’anniversario del gran terremoto (1923) che distrusse Tokyo e Yokohama, il mese dei grandi cataclismi (tifoni, ecc.), il ricordo delle stagioni e dei morti della famiglia imperiale (4) richiamano nel popolo preghiere e lavoro.

Il 17 Ottobre è il giorno di ringraziamento per i raccolti e per l’offerta dei medesimi alla divinità.

Il Novembre è caratterizzato dall’anniversario della morte del grande Imperatore della restaurazione, Meiji (3), dell’inizio degli sport invernali. In questo mese S. M. l’Imperatore mangia la prima volta il riso dell’anno (23).

In Dicembre chiusa dei conti e ritorno dei soldati a casa per fine ferma (30).

A questo si aggiungano poi le feste o anniversari locali celebrati come le precedenti al tempio, alle scuole o nei saloni pubblici con preghiere, purificazioni, processioni, pellegrinaggi, discorsi, ecc.

Come pure riti speciali (purificazioni, divinazione, danze, musica, offerta di cibi e di stoffe, preghiere) accompagnano la celebrazione del matrimonio al tempio, la presentazione al tempio dei neonati, i funerali, le processioni, la cerimonia della prima pietra, ecc.

Ed anche qui, ripeto, voglia il lettore fare le sue conclusioni sul problema, cui ci siamo proposti rispondere.

Aggiungo altre due considerazioni senza commento:


  1. Il prossimo anno si festeggerà il 2600.mo anniversario di Jimmu, primo Imperatore del Giappone. Avrà parte notevole in tali festeggiamenti anche la provincia di Miyazaki, ove nacque e da cui partì per l’unificazione dell’Impero. A Kashiwabara dove è eretto un tempio assai noto in suo onore, meta di frequenti pellegrinaggi se ne costruirà uno più grande – un’associazione di 70 mila soci si incarica di preparare il terreno. Già 700 mila Yen sono in bilancio per la costruzione degli edifici supplementari (biblioteca storica, museo di antichità, sale e terreni per divertimenti ed esercizi sportivi, ecc.).

Ogni mese il 1, 11, e 21 vi si celebra una funzione che commemora l’unità dell’Impero, con l’offerta ai partecipanti del vino di lunga vita e del tè della felicità.

  1. La domenica 5 febbraio di quest’anno, giorno consacrato in tutto l’Impero all’esaltazione dell’anima giapponese, oltre 5 mila persone cogli strumenti di lavoro si recarono in posto per il livellamento del terreno, prestandosi volenterosi fino a lavoro compiuto. Molte province si sono quotate per l’impianto di bosco di 2600 alberi, a perenne ricordo del millenario avvenimento.

  2. Attitudine religiosa degli studenti giapponesi. Fu fatta un’inchiesta fra gli studenti dell’Università Imperiale di Tokyo. Alla questione: “A quale religione appartenete voi?”. Sei si dichiararono seguaci di Confucio, 8 scintoisti, 60 cristiani e 300 buddisti; ma 1500 si dissero atei, e più di 3000 si professarono agnostici.


Da un’altra statistica religiosa risulta che su 30 mila studenti delle Università di Stato 27 mila non hanno alcuna religione.

Le conclusioni? Quanto ho detto può dare una risposta al nostro quesito; vi si aggiunga l’esiguo numero dei missionari (Statistiche 1938: su 81.994.120 abit., cattolici 113.488; num. sacerdoti 336); la difficoltà della lingua; l’essere il missionario straniero; il grado di civiltà raggiunto, pur non derogando alla millenaria tradizione e spirito, ed i mezzi di cui dispone lo Stato per la formazione dei suoi cittadini, in raffronto a quelli di cui dispone la propaganda cattolica.

Eppure anche in Giappone si deve cantare il CHRISTUS VINCIT, e quanto più difficile sarà l’impresa, tanto più ne verrà gloria a Lui nostro sovrano. Il povero missionario implora da Lei, amato Padre, dai fratelli nostri, dai cooperatori e cooperatrici e amici, la preghiera, la preghiera continua, la preghiera ardente di fede e di carità per l’avvento completo del regno di Dio fra questo gran popolo. Chi può valutare gli effetti per tutto l’Oriente se il Giappone si converte al Cattolicesimo?

Faxit Deus.

Suo come figlio

Don Vincenzo Cimatti



2219 / Chierici salesiani in Giappone / 1939-3-6 /


27 ai Chierici studenti di filosofia dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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6 marzo 1939


Carissimi filosofi,

Non potei parlare con tutti. Se qualcuno avesse qualche cosa di speciale faccia con tutta libertà.

E pregate per me. Buoni esami e, se a Dio piace, arrivederci.


Don V. Cimatti

2220 / Berruti Pietro / 1939-3-8 /


28 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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8 marzo 1939


Amatissimo Sig. Don Berruti,

  1. Spedisco immediate l’acclusa per norma dei Superiori che forse non conoscono quanto fa il povero Don Rodriguez. Ho risposto naturalmente che per cento e un motivo non convenit. Videant Superiores.

  2. Per Don Marega parlai con lui sull’insegnamento una volta – pare non abbia intenzione di muoversi; gli avevo fatto la proposta per il 41, perché se c’era l’esposizione missionaria, egli che ha raccolto molto materiale avrebbe potuto portarlo, ordinarlo, ecc. Ad ogni modo vedrò con lui. Per parte nostra nessuna difficoltà a sostituirlo.

  3. Alias altre cose. Ora spedisco subito, perché mi preme troppo la prima questione.


Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Urgerebbe sapere:


            1. Se torna Don Tanguy,

            2. E quando. È per provvedere alla sua sostituzione fino all’arrivo… Anche se non potrà fare molto a Mikawajima, basta che sorvegli, è già molto certo. E penso non si troverà male.

2221 / Cecchetti Albano / 1939-3-8 /


29 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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8 marzo 1939


Carissimo Don Cecchetti,

La penso migliorato e preghiamo di cuore.

So che siete radunati e scrivo al bravo Don Marega e Don Dumeez quanto avevo in animo di dire a voce.

Preghi assai assai pel

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

2222 / Zerbino Pietro / 1939-3-14 /


30 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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14 marzo 1939


Carissimo,

Rispondo alla tua carissima del 17/2.


  1. Ricevo il pacchetto dei certificati di allibramento. Grazie.

  2. Grazie pure per il Sig. Maffei.

  3. I tipografi fanno le loro osservazioni e farò quanto mi dici: ti saprò dire.

  4. Quando hai bisogno per pagare note fa’ pure con quello che arriva, e avanti nel nome del Signore.

  5. Per Don Tanguy facciano i Superiori: domando solo per sapere regolarmi.


Per i libri ed altre cose (cera) penso sia il caso di attendere una spedizione: per i pagamenti fa’ poco a poco, come uno sport ricreativo senza ledere i tuoi doveri.

Allegro e buono sempre e un pugnetto a Don Pellegrini. Buon S. Giuseppe, e buona Pasqua.


Tuo

Don V. Cimatti

2223 / Circolare ai Consiglieri Prefettura Apostolica / 1939-3-10 /


31 ai Consiglieri salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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10 marzo 1939


Carissimi CONSIGLIERI,

Non potendoci al momento riunire vi domando alcuni pareri che vi prego con tutta libertà di manifestarmi, possibilmente al più presto.

Avrei bisogno di parlarvi di cose che avrei dovuto comunicarvi in antecedenza, ma la mia andata a Tokyo mi ha fatto restare indietro in varie disposizioni, per cui vi prego venia e consiglio, come se fossimo riuniti.


  1. Furono regalate dal nostro Don Cecchetti alla residenza di Miyazaki una serie di campane tubolari, che da tempo attendono di essere messe a posto. Si è trovato modo di coprire la spesa senza aggravare il nostro magro bilancio (cristiani, benefattori). Si proporrebbe di metterle al fianco sinistro della chiesa facendo una piccola super costruzione sulla porta laterale.

  2. In Seminario si sente sempre più la necessità di locali (camere), e di regolarizzazione degli attuali bagni, sfruttando il locale attuale. Pare che il posto più conveniente sia di prolungare di pochi metri il braccio di casa dove sono attualmente i bagni, con una modestissima costruzione (una baracca). Pia persona pensa alla spesa che riuscirà modica perché si utilizza legname che si ha in casa, e per la tubatura d’acqua non c’è che spostare la tubatura delle docce.

  3. Mi preme pure il vostro parere chiaro e ponderato sulla questione che improvvisamente si è venuta a porre per l’ordine che le Figlie di Maria A. hanno avuto dalle loro Superiore di partire da Miyazaki. Come sapete, annesso a questo vi è pure la partenza di M. Letizia per Shanghai, il trasloco di Suor Carmela da Miyazaki a Beppu, la loro andata a Tokyo.


Sono ordini e quindi devono essere eseguiti. Nel pensiero delle loro Superiore, dietro suggerimento del Sig. Don Candela, è chiaro che esse contano sulla possibilità della cessione della proprietà alla nuova Congregazione religiosa di Miyazaki che potrebbe anche assumersi la gestione dell’Asilo. Ma è facile comprendere che al momento attuale le Suore della Carità non hanno fondi; se li avessero li impiegherebbero certo a consolidare l’Opera dell’Ospizio, assumendone totalmente l’onere. Al momento inoltre si è anche a corto di personale, per cui non vedo la possibilità di realizzare il pensiero delle Superiore, anche se il pagamento fosse per effettuarsi in un periodo di x anni. D’altra parte è chiaro che la proposta ha anche lo scopo di fornire capitali iniziali per l’Opera di Tokyo che s’impone sotto tanti aspetti, specie dopo il passaggio completo alla Congregazione salesiana di tutta la proprietà di Mikawajima, che viene effettuandosi in questi giorni.

La Prefettura Apostolica può addossarsi quest’onere, pensando ad esempio alla futura residenza del Superiore della Missione? Voi sapete in che condizioni ci troviamo, ed alle mie richieste a Roma per un sussidio al riguardo non fu mai risposto? Quid? È il caso di pensare di offrire ad altri?

Certo che il tempo attuale (fine ed inizio dell’anno scolastico), tanto per la cessione dell’Asilo e per iniziare a Tokyo (passaggio delle F.M.A. alla gestione dell’Asilo di Mikawajima), sarebbe il più indicato per fare le cose senza troppe scosse.

Non potrebbero le Figlie di Maria A. tenere quanto hanno attualmente ed anche aprire a Tokyo? Pare che non abbiano il personale, e la combinazione proposta è anche per avere i mezzi per iniziare Tokyo. Vediamo di pensare davanti al Signore anche questo problema e consigliare una soluzione che serva per il maggior bene.

Vi prego del vostro parere entro l’entrante settimana. Ho affidato la soluzione a S. Giuseppe e speriamo che il nostro S. Patrono si faccia onore… Mettiamolo pure alla prova. Pregate per me.


Vostro aff.mo

Don Cimatti

2224 / Circolare Salesiani / 1939-3-10 /


32 ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 10 marzo 1939


Carissimi,

All’inizio della novena di S. Giuseppe vi prego di aiutarmi colle vostre preghiere a strappare dal nostro S. Patrono grazie importantissime per la Missione e per la nostra Società.


  1. Il giorno 21 c. m. a Tokyo il caro confratello Diac. Dal Fior riceverà l’Ordinazione sacerdotale e i confratelli… il suddiaconato. Mentre ci uniamo alla loro gioia per fare gli auguri d’occasione e per ringraziare il Signore, preghiamo assai per loro.

  2. Il giorno 19 c. m. a Miyazaki il Diac. Mukai riceverà l’ordinazione sacerdotale. Quanti fra i missionari possono partecipare personalmente alla funzione facciano anche con sacrificio: annuncino ai cristiani l’avvenimento e facciano pregare assai.

  3. Come da promessa fatta secondo il materiale che mi avete inviato eccovi le prime relazioni per gli amici della Missione. Chi ne desidera copie non ha che da domandarle.

  4. Chi desidera approfittare per eventuali commissioni per l’Italia si affretti. La partenza del nostro Don Escursell si effettua da Tokyo il prossimo 1 di Aprile.

  5. Stante le attuali condizioni mondiali mi si comunica da Roma che l’esposizione missionaria è prorogata al 1942: la S. Sede però desidera che entro il Giugno 1939 vi sia l’invio dell’elenco approssimativo degli oggetti che s’intendono esporre per la preparazione del posto, ecc.

  6. S’intensifichi da tutti secondo le direttive date in precedenza, la preparazione nostra e dei nostri dipendenti alle prossime feste Pasquali.


Pregate assai per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2225 / Ricaldone Pietro / 1939-3-11 /


33 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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11 marzo 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Sono un po’ in ritardo, ma ecco il mio rendiconto mensile.


  1. Salute discreta: s’invecchia (vedo che Lei ride… Continui a darci buon esempio!) ed ho un gran desiderio di morire… quando al Signore piacerà. Che vuole? La constatazione crescente della mia nullità, anzi dell’inciampo all’andamento generale e della Prefettura e dell’Opera nostra, che vedo e mi si fa vedere e udire… (basta aver orecchie e occhi), mi fa acuire sempre più il desiderio di cui sopra, subordinato, s’intende, alla volontà di Dio.

Speravo trovare, o che i Superiori trovassero, come mi avevano promesso alla venuta in Italia, l’ubi consistam, ma nulla; non rimane che fare quello che c’è da fare, lasciando la responsabilità a chi tocca.

  1. Studio e lavoro: ce n’è, pur non essendo quello a cui uno si sente portato… poenitentia mea maxima! Che farci! Avanti nelle insoddisfazioni… sarò soddisfatto in Paradiso, dopo il lunghissimo Purgatorio che dovrò fare (credo fino alla risurrezione della carne).

  2. I miei doveri, per quello che so e che posso (in genere superiorati ecclesiastico e religioso) che si confonde col meschino zero – neppure la sufficienza… L’andar avanti è dovuto allo zelo dei confratelli.

  3. Pratiche di pietà e frequenza ai sacramenti: regolare. Insisto ancora sulla S. Messa e breviario e qualche miglioramento mi pare di notare. Deo gratias! Mi pare che Gesù venga preparandomi per fare una buona morte.

  4. Per le regole e speciali difficoltà nell’osservanza, mi pare, non ci siano. Sarei (mi pare) felice se non dovessi fare quello che faccio. Ma il Signore sa.

  5. Carità fraterna: devo frenarmi anche esternamente perché mangerei tutti… anche con manifestazioni esteriori.

  6. Disordini al momento o abusi non ne vedo. Tento pian piano di uniformarmi totaliter alle direttive dei Visitatori e di quanto Lei ci viene ammonendo negli Atti del Capitolo.


CONFRATELLI: molti stanchi – vari malaticci – ad ogni modo si va avanti. La finanza, grazie ad aiuti inattesi, si va bilanciando, ma finché ci sarà alla testa un amministratore come Don Cimatti, cavarsi dalla testa che le cose vadano. Anche qui è cosa chiara la patente di incompetenza per non dire asinaggine, che mi sono sempre meravigliato come la Chiesa e la Congregazione mi sopportino.

Sottoporrò presto una pratica ai Superiori, avendo bisogno di consiglio.

Siamo un po’ in aria, e più le Figlie di Maria Ausiliatrice per gli ordini ricevuti da Torino dalle loro Superiore:


  1. La Begliatti, attuale superiora, traslocata a Shanghai.

  2. Ritiro delle Figlie di Maria A. da Miyazaki.

  3. Loro entrata in Tokyo.


Per me non so chi potrà comprare la proprietà delle Figlie di Maria A. di Miyazaki… ma Deus nos adjuvet.

Queste le notizie più grosse: più il bel regalo che ci fa Gesù:


  1. Il primo prete giapponese per la diocesi,

  2. Un nuovo sacerdote salesiano.


Sono vere benedizioni di cui non so come fare a ringraziare Gesù; mi aiuti.

E all’occasione un quesito di consiglio per non contravvenire alle regole, specialmente dopo le chiare disposizioni date dai Superiori in materia.

Quest’anno ho il primo prete giapponese – tipo maturo d’età, posato, che conosce bene la nostra vita (fece con noi un anno di filosofia e teologia pensando di farsi salesiano). Non posso metterlo da solo ancora in una residenza, perché è prudente fargli fare un anno di pratica pastorale. Domando quindi di tenerlo in comunità a Miyazaki – non ha abitudine al fumo né al bere – penso non sia causa di inconvenienti. Ad ogni modo volentieri aderisco a quanto Lei nella sua bontà vorrà consigliarmi anche su questo punto.

E preghi assai per me, specie quando le giungeranno notizie della mia morte, e mi benedica e con me tutti i miei.

Il Signore ci ha privato del Papa delle Missioni e di Don Bosco. Ci ha dato il nuovo Pontefice. Abbiamo pregato assai, ed ora Gesù conservi e vivifichi il suo rappresentante e lo faccia beato in terra.

Suo nel Signore come figlio

Don V. Cimatti

2226 / Marella Paolo / 1939-3-14 /


34 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 14 marzo 1939


Eccellenza Reverendissima,

Quando sono negli imbrogli ho l’abitudine di venirla a disturbare: ed ecco il motivo della presente. Alcuni dubbi e alcune comunicazioni.

Tra gli allievi salesiani che hanno finito la filosofia, e che secondo le nostre Regole, debbono cominciare il cosiddetto “tirocinio pratico” vi sono anche due irlandesi. Crede l’E. V. opportuno o vi vede qualche inconvenienza a che questo tirocinio pratico si effettui o per uno dei due o anche [per] tutti e due in Prefettura Apostolica o è meglio che continuino a Tokyo? V. E. ha compreso senza dubbio il mio pensiero.

Stranieri, e di queste nazionalità, a Tokyo penso, non fanno né caldo né freddo: è già da due anni che vi sono e finora non si ebbe alcunché da lamentarsi. Ma forse nella bassa in cui si domanda con frequenza le generalità e la nazionalità, pensa V. E. che sia opportuno il trasloco? Perché, penso, che potrei trovare altra soluzione. Se V. E. mi dice che non vi è alcun inconveniente (dato il momento attuale) procederei con più tranquillità nel mio dovere, e magari ne invierei uno in missione.

A Dio piacendo il 19 avrò il primo prete giapponese anche per la nostra Prefettura. Preghi per noi e per me. Ho voglia di cantare il “Nunc dimittis…” e sarebbe meglio per me e per tutti.

Per assicurare la licenza media ai nostri seminaristi di Miyazaki, a titolo di esperienza invio a Fukuoka il 4° corso. Spero me li curino bene e vedremo i risultati. E così quest’anno non posso inviare nessuno al Gran Seminario. In pratica non li riteniamo sufficientemente preparati all’esame; faranno la preparazione a Miyazaki, d’altra parte alcuni vogliono farsi salesiani; di tre che dovrebbero andare al Gran Seminario, due presto dovrebbero andare alla visita militare e saranno certo fatti abili, e dovrebbero interrompere il corso sul più bello.

Senza che volessi forse è disposizione provvidenziale per mettere a posto i debiti… Di 15 che avevo al Gran Seminario uno è fallito, 5 sono soldati, e quest’anno dolorosamente non posso inviare nessuno… Ma sarà poi anche questo la volontà di Dio?

Mi pare al momento di non aver altro. Spero presto (dopo Pasqua) di poterla rivedere. Se morissi prima una preghiera per la mia povera anima. Buon S. Giuseppe e sia davvero questo nostro Protettore anche protettore del

Suo riconoscentissimo

Don V. Cimatti

2227 / Cecchetti Albano / 1939-3-14 /


35 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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14 marzo 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Invio Ragogna carissimo per qualche giorno di riposo.

Ha un po’ di reumi – teme (ed ecco un altro elemento) di aver tante cose, quindi preoccupazione in lui.

Certo è stanco ed anche preoccupato in spiritualibus. A Lei buon medico d’anime curare la sua parte. Più presto può tornare meglio è, ma in Domino.

Qui siamo senza cuoco: finiremo per fare per turno in ordine alfabetico.

Preghi per me e saluti Don Arri e Masiero et omnes habitantes in suo habitaculo.


Don V. Cimatti


P.S. - Non so se le campane squilleranno: è difficile ottenere ora i permessi per costruzioni anche piccole. Comunque… grazie delle sue indicazioni che collimano colle nostre. Ho affidato la cosa ed altre molte importanti a S. Giuseppe.

Preghi per la mia povera anima.

2228 / Crevacore Alfonso / 1939-3-15 /


36 al chierico Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone

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[15 marzo] 1939


Carissimo Crevacore,

Per tua tranquillità: forse i Superiori stabiliranno di farti cominciare subito il tirocinio in attesa del miglioramento definitivo della salute che ti permetta di riprendere gli studi.

Sta’ allegro e prega assai.

Tuo

Don V. Cimatti

2229 / Visitatrice F.M.A. in Giappone / 1939-3-18 /


alla Suora Visitatrice delle F.M.A. in Giappone



Miyazaki, 18 marzo 1939


Rev.ma Madre (visitatrice),

Il Rev. Don A. Cavoli mi trasmette per competenza la sua del 20 Febbraio u. s.: “È necessario che le Figlie di Maria A. si ritirino dalla casa di Miyazaki e l’affare della compra-vendita della proprietà dell’Istituto delle Figlie di Maria A. dovrà essere trattato col Rev. Sig. Don Cavoli, fondatore della nuova Congregazione Giapponese, la quale sviluppandosi avrà bisogno di altra casa. Io vengo a domandarle quali sono le possibilità della Missione nel rifondere il valore della proprietà dell’Istituto delle Figlie di Maria A…”, in cui si parla delle comunicazioni ricevute da Torino – del ritiro delle Figlie di Maria A. dalla casa di Miyazaki e della questione compra-vendita da trattarsi dal Sig. Don Cavoli, ecc.

Ne ho trattato in Consiglio: ho espresso anche oralmente a Suor Carmela Solari il risultato e consegno alla medesima anche copia della presente. Riassumo nella presente il nostro pensiero al riguardo.

Si desidera da tutti che si compia la volontà del Signore in tutto e per tutto.

Il pensiero del Superiore della Missione fu ripetutamente espresso e per iscritto ed oralmente ai Superiori e alle Superiore; ma si effettui la volontà del Signore espressa dagli ordini delle Superiore.

Né la Missione, né la nuova Congregazione è in condizioni di addossarsi un debito per l’acquisto dell’attuale proprietà delle Figlie di Maria A. né di assumersi la gestione dell’Asilo tenuto dalle medesime. Abbiamo troppe ferite da rimarginare, né vi è il personale pronto per lo scopo.

Con questa dichiarazione le Figlie di Maria A. che per squisito atto di delicatezza e per aderire al pensiero delle Superiore si rivolsero alla nuova Congregazione e alla Missione per proposta di cessione della proprietà e dell’Opera loro, sono libere di scegliere un’altra forma conveniente al raggiungimento dello scopo.

Il Signore ci benedica tutti e ci aiuti a compiere il nostro dovere.

Col più profondo ossequio:

Obbligatissimo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Prefetto Apostolico di Miyazaki

2230 / Cecchetti Albano / 1939-3-18 /


37 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 18 marzo 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie della sua e delle cure fraterne al bravo Emilio, che saluterà di cuore a nome di tutti, e a cui assicurerà le preghiere di noi tutti, giovani e confratelli.

Peccato che domani faremo magra figura mancando il basso e il cuoco. Don Braggion si sdoppia, ma… Che S. Giuseppe ci invii presto l’aiuto in cucina. Perdiamo due professori del Seminario – le oche continuano a far le oche – due polli se ne son volati… anche nello stomaco di Don Baratto – le patate sono venute fuori – le galline disturbano il Prof. Igisu, e così si va avanti nel Signore.

Displicet per i reumi del bravo Ragogna. Se con Don Cecchetti è capace di fondare una casa a Okayama o a Shizuoka (posti a me notissimi ed in cui raccolsi con Don Margiaria molte palme…) è prossima la domenica… andate pure – sarà più asciutta la punta del Fuji!

Ma si legge fra le righe… è il nord che attira, e pensare che anche là c’è dell’umido, e quanto… anche nella pentola… fegatini e spezzatini in umido.

Beh! Preghi per me e per noi tutti. Oh, S. Giuseppe, aiutateci voi.

Suo

Don V. Cimatti


P.S. - Se trovasse vendere bene (ci vorrebbe Arri…) Beh! Un’altra volta…

2231 / Begliatti Carmela F.M.A. / 1939-3-18 /


38 a Suor Carmela Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Prefettura Apostolica di Miyazaki

Miyazaki, 18 marzo 1939


Rev.ma Madre,

Il Rev. Don Cavoli mi trasmette per competenza la sua del 20/2/3915, in cui si parla delle comunicazioni ricevute da Torino, del ritiro delle Figlie di Maria Aus. dalla casa di Miyazaki e della questione compra-vendita da trattarsi dal Sig. Don Cavoli, ecc.

Ne ho trattato in Consiglio; ho espresso anche oralmente a Suor Solari il risultato e consegno alla medesima anche copia della presente in cui riassumo il nostro pensiero al riguardo.

Si desidera da tutti che si compia la volontà del Signore in tutto e per tutto. Il pensiero del Superiore della Missione fu ripetutamente espresso e per iscritto ed oralmente ai Superiori e alle Superiore; ma si effettui la volontà del Signore espressa dagli ordini delle Superiore.

Né la Missione né la nuova Congregazione è in condizioni di addossarsi un debito per l’acquisto dell’attuale proprietà delle Figlie di Maria A. né di assumersi la gestione dell’Asilo tenuto dalle medesime. Abbiamo troppe ferite da rimarginare, né vi è il personale pronto per lo scopo.

Con questa dichiarazione le Figlie di Maria A., che per squisito atto di delicatezza e per aderire al pensiero delle Superiore si rivolsero alla nuova Congregazione e alla Missione per proposta di cessione della proprietà e dell’Opera loro, sono libere di scegliere altre forme convenienti al raggiungimento dello scopo.

Il Signore ci benedica tutti e ci aiuti a compiere in tutto il nostro dovere.

Col più profondo ossequio.

Obbligatissimo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Pref. Apost. di Miyazaki



2232 / Amici della Missione / 1939-3-19 /


39 agli Amici della Missione e dell’Opera salesiana in Giappone

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Prefettura apostolica “Miyazaki” Giappone

Relazione N. 1


Agli Amici della Missione e dell’Opera Salesiana in Giappone


19 marzo 1939


Da breve tempo ritornato in Giappone dopo il soggiorno fatto in Italia in occasione delle feste Cinquantenarie del Santuario di Maria Ausiliatrice e per il Capitolo generale dei Salesiani, mi sento in obbligo di porgere anche a nome dei miei missionari e salesiani, il ringraziamento più vivo a quanti colla preghiera o colla carità ci sono venuti in aiuto. L’imperitura riconoscenza dei vostri beneficati si manifesta quotidianamente colla preghiera e coll’offerta di sacrifici per voi. Le prossime feste Pasquali, che vi auguro felici a nome di tutti, sono una bella occasione per offrirvi una bella fiorita di preghiere e sacrifici, e per pregare dall’Ausiliatrice e da Don Bosco su ognuno di voi, sulle vostre famiglie, sui vostri interessi materiali e spirituali, le benedizioni di Gesù. I missionari della Prefettura e i Salesiani di Tokyo desiderano di tanto in tanto presentarvi a mezzo mio una breve relazione del loro lavoro, oltre quella che potete leggere sul Bollettino o da relazioni particolari. Notizie di famiglia, insomma. Lo faccio volentieri ed eccovi la prima relazione di quest’anno, 1939. Vi prego di accoglierla con bontà e carità: bontà e carità di preghiere e di aiuti secondo le vostre possibilità.


  1. Il ritorno del Superiore fu segnalato ovunque da manifestazioni di gioia. A tutti le notizie di famiglia e degli amici, che aveva visitato in Italia e i doni che parenti, amici e benefattori avevano preparati; a tutti la benedizione speciale del S. Padre e quella del quarto successore di Don Bosco. Benché la scarsezza del personale obblighi ad un lavoro superiore alle forze, trovai Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, le Suore giapponesi della Carità e il personale dell’Ospedale di Beppu in piena efficienza di lavoro: nessun indietreggiamento, anzi qualche nuova iniziativa, destinata a fare del gran bene. Tutti a mezzo mio ringraziano i parenti, i benefattori e gli amici di quanto hanno fatto per loro.

  2. Le feste di S. Francesco e di Don Bosco furono celebrate ovunque con devozione e fede ed anche in Giappone con carattere prevalentemente Eucaristico. A Tokyo si degnò presenziare S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo Doi. Nelle case di formazione furono ricordate con devote e brillanti Accademie musico-letterarie e drammatiche (Tokyo-Miyazaki). In alcune residenze (Miyakonojo, Tano, Oita) furono invitati alla tradizionale riunione i benefattori, autorità, notabilità e giornalisti. È bello trovarsi in queste riunioni: è tempo di profìcuo apostolato; si seminano verità; si rettificano idee e preconcetti; si fanno preziose conoscenze; si attirano autorevoli simpatie sulla missione e opere nostre. Il bravo Don Marega era attorniato dal fior fiore intellettuale di Oita; e a Miyakonojo il nostro Don Bernardi accolse alla missione le prime autorità della città. A Nakatsu fu benedetta una nuova statua del Santo nella chiesa a Lui dedicata. A Beppu in occasione della festa si fece pure la riunione della Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli che festeggiava l’anniversario della sua fondazione. Nei pressi di Beppu, nella piccola comunità cristiana di pescatori, lo zelante missionario Don Cecchetti benediceva una bella statua di S. Pietro, loro patrono, ed iniziava il lavoro delle Conferenze di carità, che ormai caratterizza l’apostolato di questa zona. A Miyazaki si teneva la prescritta conferenza dei cooperatori che poco a poco veniamo definitivamente organizzando anche in Missione, ed all’Ospizio la solenne funzione della professione religiosa delle prime due Suore della Carità, e la benedizione di una splendida statua del S. Cuore sulla facciata della chiesa dell’Ospizio, mentre riempiva di consolazione e di speranza il cuore dei missionari accorsi, coronava il lavoro di tanti anni spesi dal nostro Don Cavoli per la fondazione di questa nuova Congregazione diocesana.

  3. Tra le nuove iniziative trovo a Beppu iniziata una scuola di musica italo-giapponese nella residenza della missione. Oltre lezioni di piano ai desiderosi, si tengono ogni tanto concerti con audizione di dischi e relativa spiegazione di ottima musica. Il locale, purtroppo ristretto, accoglie ogni volta buon numero di persone: forma gentile ed istruttiva di propaganda religiosa. A Beppu pure il 5 febbraio l’Associazione femminile cattolica dell’Ospedale inaugurò una Scuola per la formazione della giovane nei suoi doveri familiari e sociali sulla base dello spirito cristiano e per la consolidazione dello spirito giapponese.

  4. I nostri confratelli Don Margiaria e Don Escursell tennero a Tokyo apprezzatissimi discorsi alla radio, riscuotendo vivissime congratulazioni ed ambiti consensi di autorità e pubblico.

  5. Mentre ci apprestavamo alle solenni feste annuali della fondazione dell’Impero, preparate da una settimana speciale indetta dal governo per fomentare e fortificare sempre più lo spirito nazionale, giunse l’annunzio della morte di S.S. Pio XI, per noi cristiani il PAPA, successore di S. Pietro; per noi missionari il Papa delle Missioni; per noi salesiani il Papa di Don Bosco. È difficile esprimere il dolore sperimentato, tanto più che nella mia visita in Italia ebbi la fortuna di essere ricevuto in privata udienza e davvero gustare il suo cuore più che paterno per i missionari e per i salesiani. Verso la missione salesiana del Giappone poi manifestò in varie circostanze il suo affetto ed anche recentemente con benedizione di predilezione inviò ai Seminaristi di Miyazaki due magnifìche medaglie commemorative, e volle fare una calda esortazione ai figli di Don Bosco in Giappone perché continuassero a lavorare assai con lo spirito del fondatore, e a quanti lavorano nelle opere di carità, specie alla nascente istituzione “Charitas shujokai” di zelare la carità che è via alla verità. In ogni residenza e casa salesiana si fecero solenni funzioni funebri, cui parteciparono in massa i cristiani ed anche autorità ed elementi pagani. Culminarono le manifestazioni a Tokyo al solennissimo servizio funebre fatto per cura della Delegazione Apostolica cui intervennero, come rappresentanti di S. M. l’Imperatore il principe Chichibu, e le più alte autorità giapponesi e straniere.


Chiudo con la notizia, ben consolante dell’ordinazione sacerdotale del Diacono Mukai Pietro il 19 marzo. È il primo prete giapponese da noi formato. Dieci anni di lavoro effettuato dalla grazia di Dio, dai missionari, e da benefiche anime, che hanno aiutato il povero Prefetto Apostolico nel sostenere le spese di formazione. Oh, ne godano tutti ed accolgano le preghiere ardenti del nuovo sacerdote e della famiglia salesiana in Giappone e di chi si professa col più deferente ossequio


Riconoscentissimo

Mons.Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki

2233 / Ricaldone Pietro / 1939-3-21 /


40 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Ispettoria S. Francesco Saverio, Giappone

Miyazaki, 21 marzo 1939


Rev.mi Superiori,

Pregato insistentemente dal Prefetto Apostolico di Miyazaki, sentito il parere affermativo del Consiglio Ispettoriale, mi onoro di sottoporre all’illuminato parere dei Rev.mi Superiori per l’approvazione della seguente proposta, che ritengo conforme allo spirito della nostra Congregazione e fonte di gran bene per le anime, e specialmente per questa terra di missione, anche di grande incremento all’apostolato evangelico.

ANTEFATTI. Com’è noto ai Rev.mi Superiori, ed i Sigg. Visitatori ebbero occasione di constatare negli effetti, i missionari salesiani di questa Pref. Apos. di Miyazaki, fin dagli inizi del loro apostolato, fedeli alle direttive della S. Chiesa, alla tradizione missionaria in Giappone, ed anche ispirandosi allo spirito di carità proprio della nostra Congregazione (gioventù povera ed abbandonata) e ai ricordi di Don Bosco ai missionari “di prendersi cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri”, cercarono di dare impulso a varie opere di carità, che a tutt’oggi sono realizzate:


              1. Nell’Ospizio di Miyazaki (110 ricoverati, di cui 50 orfanelli). L’Opera è sotto l’alta approvazione del Governo e ha l’ufficiale riconoscimento.

              2. Nel YOSEIN (istituto educativo) di Nakatsu (30 allievi).

              3. e per opera delle Figlie di Maria A. nella fondazione di Beppu “Giardino di gigli” (settanta allievi di cui metà fanciulli).


Non parlo di altre opere di beneficenza, che per ora non entrano in questione, né della scuola Professionale di Tokyo, per la ragione che questa esula dalla richiesta del Pref. Apost. di Miyazaki.

Nell’isola del Kyushu inoltre esistono presso altre diocesi o Prefetture istituzioni del genere, affidate a Congregazioni religiose femminili, che vengono a trovarsi in grande ansietà per il collocamento dell’elemento maschile loro affidato (o che potrebbero accogliere in abbondanza), quando tale elemento raggiunge l’età della scuola elementare.

L’elemento di queste istituzioni è formato:


                1. Dall’infanzia abbandonata;

                2. Da bambini o fanciulli affidatici da famiglie di prole numerosa e nell’impossibilità di mantenerli tutti;

                3. Da famiglie cristiane o anche pagane che desiderano dare un’educazione cristiana o intonata a spirito cristiano ai loro figliuoli;

                4. Da bambini o fanciulli affidatici dalle autorità civili e religiose.


In generale sono a noi affidati o incondizionatamente per sempre (naturalmente nel caso si adempiono tutte le formalità di legge) o fino all’età del matrimonio, o ad tempus, ossia finché siano in grado di poter lavorare decorosamente per formarsi una posizione sociale. Nel maggior numero dei casi si tratta di elementi cristiani, perché in massima pur lasciando libertà assoluta, quelli che entrano nei nostri istituti finiscono tutti per farsi cristiani.

PROPOSTA. La preoccupazione del Prefetto Apostolico di Miyazaki è sull’avvenire di questi giovani, la massima parte dei quali non possono essere restituiti ai genitori, e che ora crescendo in età hanno maggior bisogno di aiuto per la loro formazione morale, civile e religiosa.

Inoltre le varie Congregazioni di cui sopra attendono ansiosamente che i figli di Don Bosco diano modo di affidare loro l’elemento maschile, cui esse non possono attendere.

Da ciò la proposta di fondazione di un Ospizio da affidarsi alla Congregazione salesiana in cui questa gioventù veramente povera ed abbandonata trovi con la salvezza dell’anima, la possibilità di abilitarsi a guadagnare il pane, ed anche se fra essi ci fossero di quelli, cui il Signore ha concesso la speciale vocazione alla vita ecclesiastica (già qualche buon elemento è in Seminario) o religiosa o catechistica (tanto necessaria nei luoghi di missione) trovino un ambiente propizio per poterla sviluppare e concretizzare.

L’attuale esperienza ha dimostrato che le tendenze di questi giovani si possono dividere in tre gruppi:


                  1. Gruppo per gli studi

                  2. le professioni

                  3. l’agricoltura.


L’Ospizio dovrebbe dunque comprendere queste tre sezioni, che verrebbero ad essere sviluppate più o meno secondo le necessità. Si può pensare ad un massimo di un cento allievi.

MEZZI. Per il terreno per la costruzione c’è già il sufficiente.

Per la costruzione ci danno fondate speranze che per tal genere di opera di beneficenza vi sarà il concorso del governo (metà della spesa), della provincia (l/4) non rimanendo a noi che l’altro quarto di spesa, che globalmente può essere valutata a Lire 100.000.

Per l’insegnamento professionale e agricolo non si tratta di vera scuola, ma piuttosto di scuole di avviamento professionale agricolo pratico, noto in Giappone, per abilitare gli allievi in breve a guadagnarsi onestamente il pane.

Vi è pure in Giappone la possibilità che un professionista (falegname, sarto, fabbro, ecc.) che abbia il suo diploma, dopo un periodo di apprendimento (vario secondo i mestieri) rilasci agli allievi un certificato per cui l’allievo può mettere su una piccola bottega, negozio, ecc., quindi non pare difficile avere il personale insegnante iniziale di questo genere anche fra i professionisti cristiani della città.

Niente vieta naturalmente che se fra gli elementi ce ne sono di quelli che potrebbero accedere ad altre scuole tenute dai salesiani in altri luoghi, si possano inviare.

Fra i mezzi vi è pure il lavoro degli allievi e soprattutto la Divina Provvidenza che non verrà mai meno per i suoi poveri figliuoli.

Al presente alcuni confratelli salesiani missionari per venire in aiuto all’Ospizio, lavorano campi e risaie, di proprietà dell’Ospizio, ed accudiscono le stalle (vacche, capre, maiali, conigli e polli) addestrandovi gli orfanelli che non sono atti allo studio.

Intanto la nascente Congregazione delle Suore della Carità giapponese viene organizzandosi in modo da poter nel più breve spazio di tempo possibile bastare a sé ed assumersi la direzione ed amministrazione completa dell’Opera, pensando allora la Missione alla sola assistenza spirituale.

Si domanda alla Congregazione salesiana lo spazio di almeno sei anni, dopo di che queste terre e bestiame passerebbero ex integro alla Congregazione salesiana come beni dell’Ospizio affidato ai Salesiani e per il mantenimento dei ricoverati: si presuppone questo tempo equivalente al prezzo dei terreni ed accessori da redimersi a favore dell’Ospizio Salesiano.

Prego i Superiori Rev.mi ad esaminare questa proposta che noi riteniamo necessaria per salvare questa gioventù veramente povera ed abbandonata.

Ci dicano schiettamente il loro autorevole parere, se cioè la Società salesiana si sente di accettare un’opera simile, o a quali altre condizioni si degnerebbe di accettarla o quali suggerimenti ci si danno per andare incontro alle reiterate domande in proposito e alle necessità in cui si trova di provvedere e in cui si dibatte il povero Prefetto Apostolico.

Essendo la questione relativamente urgente per tutte le pratiche del caso, supplico i Superiori di una risposta al possibile sollecita, incoraggiante ed esauriente.

Affido la pratica al nostro Patrono S. Giuseppe.

Auguri cordialissimi per le prossime feste pasquali ed assicurazione di preghiere quotidiane per parte di noi tutti.

Obbligatissimo

Don Vincenzo Cimatti sales., Ispettore

­­2234 / Ricaldone Pietro / 1939-3-21 /


41 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Ispettoria Salesiana S. Francesco S., Giappone

Miyazaki, 21 marzo 1939


Rev.mi Superiori,

Col 19 c. m. la Prefettura Apost. di Miyazaki ebbe il suo primo prete indigeno. Mentre di cuore ringraziamo tutti il Signore per questo prezioso regalo, con cui si inizia il graduale stabilizzarsi della diocesi indigena di Miyazaki, sorge pure un fatto nuovo per le nostre comunità, dovuto cioè alla presenza di un elemento estraneo alla vita religiosa.

Per necessità di formazione il Prefetto Apost. non può certo permettere al nuovo sacerdote di darsi immediatamente all’apostolato affidandogli una cristianità. Domanda almeno un anno di tempo per la dovuta preparazione, e nel frattempo è necessario che il sacerdote dimori con noi.

Essendo un fatto che verrà ripetendosi di tanto in tanto fino alla cessione totale della diocesi al clero indigeno, domando ai Superiori norme al riguardo o se già per altre nostre missioni questo fosse un fatto compiuto, a chi dovrei rivolgermi per norme al riguardo, o essendo un fatto che dovrà pur verificarsi per altri, domando se i Superiori hanno intenzione di studiare il problema e così dare norme comuni a tutti i missionari.

Come ebbi a scrivere in lettera al Rev.mo Rettor Maggiore, l’attuale elemento essendo stato lungamente fra noi ed anzi avendo anche fatto la filosofia fra noi (avendo olim in animo di farsi salesiano), mentre assicuro che non ha di quelle abitudini che produrrebbero cattivi esempi fra noi (fumare, ecc.) assicuro pure che conosce bene il nostro spirito; è una vocazione tardiva, e quindi né per Lui né per noi c’è da temere difficoltà, ma trattandosi di disposizioni di regola ed insistentemente ribadite dal Rettor Maggiore, domando a mio conforto e regola consigli e schiarimenti al riguardo.

Che della grazia

Obbligatissimo

Don V. Cimatti, Ispettore

2235 / Ricaldone Pietro BS / 1939-3-22 /


42 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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UNA DATA STORICA NELLA MISSIONE SALESIANA DEL GIAPPONE16



Miyazaki, 22 marzo 1939


Molto Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

La domenica 19 Marzo segnava per la storia della nostra cara Prefettura Apotolica una data memorabile, e che determina la posa di quella prima pietra spirituale che, a seconda della volontà di Dio, sarà l’avvio all’inizio vero della diocesi indigena: voglio dire la consacrazione del primo prete giapponese della nostra missione.17

Goda con noi, amatissimo padre, e con noi godano quanti direttamente o indirettamente furono cooperatori di questo avvenimento, e serva anche questo di incitamento a quanti potrebbero cooperare in questa opera santa della formazione del clero indigeno.

Nell’assistere alla funzione, mentre dal più profondo del cuore ringraziavamo il Signore per il dono prezioso concesso alla nostra missione, il pensiero di noi tutti correva agli zelanti missionari delle Missioni Estere di Parigi, che dopo il doloroso periodo delle persecuzioni, ritornati, Dio solo sa attraverso quali eroici sacrifici, alla terra dei martiri, dove dopo aver scoperto i discendenti dei vecchi cristiani a Nagasaki, vollero ricostruire su salde basi la Chiesa cattolica in Giappone, incominciando dalla formazione del clero indigeno.

Tre giovani giapponesi furono il fondamento del primo seminario indigeno inaugurato a Nagasaki nel dicembre 1865, nell’ottava dell’Immacolata.

Il 5 Febbraio 1866, anniversario dei santi 26 martiri giapponesi, fecero la prima comunione: finalmente, dopo secoli, Gesù Eucaristico trovava di nuovo dimora in anime giapponesi, desiderose di consacrarsi a Lui e di lavorare con Lui per il bene dei loro compatrioti.

Poco a poco il numero aumentò, ed il 31 dicembre l882 le prime tre primizie della Chiesa risuscitata in Giappone furono elevate al sacerdozio. Chi può immaginare la gioia di quei valorosi missionari?

Identica fu provata da noi tutti la domenica 19 Marzo. Una decina di anni di lavoro ci ha condotto a questo risultato: il Signore sia benedetto. Fin dagli inizi del nostro lavoro ci siamo dati attorno per cercare vocazioni indigene, e mettere le basi del nostro piccolo Seminario.

Sa solo il Signore le difficoltà, le disdette, gli insuccessi, gli sbagli dei primi tentativi – sa il Signore il dispendio di forze, di personale, di mezzi – ora siamo incamminati sulla via sufficientemente battuta e domandiamo al riguardo al Signore solo buone vocazioni indigene e la perseveranza nelle medesime, disposti ad intensificare fino alla morte la vita di rude sacrificio e di responsabilità per questa importantissima formazione del Clero indigeno, voluta dalla Chiesa e indispensabile per il sorgere e lo stabilirsi della Chiesa nella zona a noi affidata.

È questo anzi il fine della missione – è questo il nostro primo dovere – è necessità urgente per accelerare il ritmo delle conversioni – per salvaguardare il lavoro compiuto dagli immani sforzi dei missionari precedenti e dei nostri nel caso che avvenimenti politici determinassero un esodo forzato – e mi piace dirlo, è anche l’omaggio che la nostra prefettura vuol rendere all’Opera di S. Pietro Ap. per il clero indigeno nell’anno giubilare dell’opera stessa, iniziato proprio quest’anno, il passato 18 gennaio.

Mons. Breton delle Missioni Estere di Parigi, Sua Ecc. Vescovo di Fukuoka, sempre pronto paternamente ad accorrere in aiuto ai poveri figli di Don Bosco, tenne solennemente il sacro rito; presenti la massima parte dei missionari, i parenti del nuovo sacerdote e tutta la cristianità, con rappresentanza delle cristianità vicine.

Prestarono inappuntabile servizio per la cerimonia e pel canto i nostri cari seminaristi di Miyazaki, che non poterono non santamente invidiare il loro primo sacerdote e rafforzarsi più intensamente nella loro vocazione.

Può immaginare lo svolgersi delle altre modalità della festa alla salesiana, pervasa di quella gioia, che sprizzava dal volto, dalle parole, dalle manifestazioni di tutti.

Il Signore in altra sede, a Tokyo, ci ha regalato un altro dono magnifico nella consacrazione sacerdotale del nostro confratello Dal Fior e in quella di cinque suddiaconi. In mezzo alle difficoltà, alle ansie, agli sforzi per l’apostolato queste sono ondate di frescura, che fanno del bene – sono stimolanti efficaci – frustatine eccitanti al bene, a proseguire nel lavoro, a corrispondere alla grazia così regalmente generosa del Signore.

Continui ad aiutarci, amatissimo Padre, e con Lei, quanti amano Gesù che dobbiamo predicare a questo gran popolo: preghi e faccia pregare per noi sempre molto.


Suo come figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.



2236 / ­Tassinari Vasco / 1939-3-25 /


­al chierico Vasco Tassinari, fratello di Clodoveo missionario in Giappone



25 marzo 1939


Vasco carissimo,

Grazie della tua e degli auguri e delle preghiere.

Ohé… Non lasciarti sfuggire la vocazione per gli epiteti che possiamo darci… Vedi, il bello è proprio qui: penso che noi due possiamo cantare bene (spero che tu sii meglio di Clodoveo… sei tenore? Basso?) il versetto [in musica] “et de stercore erigens pauperem”; più poveri di noi due (in tutti i sensi) credo non ci sia nessuno: è anche questo un motivo per cui andiamo d’accordo. [In musica] “Ama nesciri et pro nihilo reputari”. Questa è una bella falsariga… No, una vera via per cui procedere: per noi due, un po’ duretta, perché via! un po’ di umiltà l’abbiamo, ma Vasco mio, non c’è nulla da farci, o mangiare questa minestra o saltare questa finestra, che equivale non escludere nulla e mettersi fuori di via.

E per oggi basta, e penso che se riusciamo in questo siamo santi.

Allegro, allegro ed operoso. Ti abbraccia il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


P.S. - Un saluto al buon Don Centa, al mio Don Capuzzo ed al buon Don Isacco.

­2237 / Zerbino Pietro / 1939-3-26 /


­a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale



26 marzo 1939


Carissimo Don Zerbino,

Come vedi ho ricevuto la pratica dei caratteri per posta ordinaria una settimana prima di quella aerea: ne scrivo all’amabilissimo Sig. Don Berruti. Grazie, ora direi di fare così:


      1. Accetto le condizioni e il prezzo.

      2. Però prima bisogna che tu veda se nel mio conto corrente c’è la somma, in caso negativo bisogna attendere che ci sia, o pagare quando ci sarà.

      3. Per la spedizione, se Don Tanguy viene relativamente presto, l’unica è che porti lui – se tardasse molto, si possono spedire, ma che siano accompagnati da una lettera di donazione alla scuola professionale Don Bosco (si può scrivere in inglese), come regalo dei Superiori alla scuola con bolli, timbri, attestati, ecc., forse così si evitano le spese di dogana.


Vedi un poco come sarà bene fare, intendendoti con Don Tranquillo per il pagamento: e pensando a chi può fare la verifica controllo della merce. Se è un affare dell’Ufficio Missioni, il nostro bravo Don Berruti saprà consigliare.

Ad ogni modo non procedere finché non trovi i soldi o reali o in imprestito. E prega per me.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2238 / Cecchetti Albano / 1939-3-26 /


43 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 26 marzo 1939


Mio carissimo Don Cecchetti,

        1. Nell’assenza del nostro bravo Don Marega veda di non dimenticare Don Figura.

Grazie delle notizie e di Ragogna (tornato al lavoro) e di Masiero (speriamo che la cura gli abbia dato un po’ di sollievo).

        1. Per l’altro problema è questione di soldi e come non ne ha Lei, tanto meno ne ha Don Cimatti, suo debitore e di non poco – sono nelle condizioni dei servi del Vangelo. Le Figlie di Maria A. domandano anche loro perché ne hanno bisogno.18


Non c’è che un miracolo del Signore che ci faccia pervenire un’eredità, la vincita al lotto, ad una lotteria, ecc.

La proposta Nagata metterebbe noi e Lei in imbrogli anche perché dopo (penso) sarebbe difficile domandare a Roma, data la vicinanza delle due Congregazioni: oltre che il divenire “sakan” (fiorente) dell’una, nuocerebbe allo sviluppo dell’altra. Che dire? Mah! Ho scritto ai Superiori della nostra impossibilità: non è che non si voglia, non si può. Lei sa le condizioni nostre.

Domando anche il suo parere sulla vendita terreni di Tano – non ho le braccia per coltivarli – l’avvenire (è nelle mani di Dio!) come fare?

Preghi per me e saluti a Don Arri e Masiero.

Suo

Don V. Cimatti



2239 / Ferrari Giacomo / 1939-3-27 /


44 a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone

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27 marzo 1939


Carissimo Giacomo,

Grazie della tua. Procura di non lasciarti perdere la calma… e non scrivere mai parole forti, che c’è pericolo ne vada di mezzo la carità…

Naturalmente poi nulla di quanto pensi di fare. Il Signore non sarebbe contento, e basta questa ragione.

La settimana di passione che ci prepara colla settimana santa alla Pasqua ci aiuti ad unirci più intimamente al Signore, ed in unione di spirito lavorare sempre per la sua gloria.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2240 / Circolare Salesiani / 1939-3-31 /


45 ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 31 marzo 1939


Carissimi,

L’avvicinarsi delle feste Pasquali mi dà l’occasione di presentarvi i miei auguri e l’assicurazione delle mie povere preghiere. Vogliate fare anche le mie parti presso le vostre cristianità e i singoli confratelli ed amici e benefattori nostri. L’augurio che faccio a voi e a me stesso in queste Ss. Feste è che tutti possiamo corrispondere alle grazie del Signore e fare sempre ed in tutto il nostro dovere. Non mi stancherò di ripetere le esortazioni del nostro Don Bosco: “Osserviamo bene le nostre Sante Regole”. Continuiamo il lavoro iniziato per la preparazione alla S. Pasqua dei nostri cristiani, anche a costo di sacrificio, anche se non otterremo i risultati che ci siamo ripromessi da questo lavoro, avremo fatto il nostro dovere. Ricordiamoci però che le nostre attività non bastano; bisogna che siano ben materiate di preghiera e di sacrificio e più vivificate dalla grazia del Signore.

Ed ora alcune notizie di vario genere.


          1. Il giorno 23 Marzo fu approvata dal Parlamento Giapponese la legge sulle religioni. È certo un grande avvenimento storico per il Giappone, specialmente per il Cattolicesimo, che così avrà il medesimo trattamento legale del[lo] Shintoismo e Buddismo. Questa legge, fatta con spirito di tolleranza, mira a proteggere e controllare con uniformità le manifestazioni esterne delle corporazioni religiose, senza immischiarsi in alcun modo nella vita interna delle religioni (così mi comunica S. E. l’Arcivescovo di Tokyo).

Si stanno preparando i regolamenti per il riconoscimento legale e la personalità giuridica, che verranno sottoposti all’approvazione degli Ordinari del Giappone nella prossima adunanza. Mentre ringraziamo il Signore di cuore, preghiamo per il buon esito delle necessarie pratiche.

          1. Le adunanze annuali degli Ordinari del Giappone si terranno nei giorni 18-19-20 Aprile. Se qualche missionario avesse qualche progetto da presentare sarò ben lieto di farlo. Ogni Ordinario siccome è invitato a fare breve relazione sull’ambiente reale della vita cattolica nel proprio territorio, mi sarebbe utile sapere di eventuali reazioni che fossero avvenute e per parte della stampa, delle scuole, di discorsi alla radio e conferenze per parte di autorità, ecc.

          2. Dal 18 Aprile fino a compimento terrei a Tokyo i prescritti esercizi di metà anno e farei la visita alle due case: Scuola e Studentato. Prego i Direttori a prendere le opportune disposizioni affinché tutto proceda con regolarità e non con eccessiva lentezza, pur dando a tutte e a tutti, tutta la comodità richiesta dalla cosa.

          3. Prego riempire l’accluso modulo ed inviarmelo prima del 15 Aprile (eccetto le due case che saranno visitate) ed insieme unitevi una breve relazione sul movimento annuale dei cooperatori salesiani nelle vostre residenze e case, numero degli iscritti, eventuali proposte, ecc., osservazioni sul “Don Bosco”, ecc., dovendo fare l’annuale relazione ai Superiori.

          4. Se non fu fatto in principio d’anno, allo Studentato si legga l’Instructio di cui al N. 58 Atti del Capitolo.

          5. Prego, quanti sono nella possibilità, di fare un po’ di propaganda per ricevere intenzioni di Sante Messe, ed anche domandare l’elemosina per le nostre necessità. Se vogliamo che la Provvidenza ci venga in aiuto bisogna che cerchiamo ad imitazione di Don Bosco di eccitarla nelle forme e nel possibile. Esatta osservanza della povertà e saggia economia in tutto e per tutti; grande, immensa carità per gli ammalati, nei limiti della povertà salesiana.

          6. Il 20 Marzo in occasione del forte terremoto con centro a Nobeoka, grazie a Dio, salvo le manifestazioni di naturale timore, non vi furono alle residenze danni rilevanti (si possono valutare ad un complessivo di duecento Yen). Deo gratias e a flagello terremotus…

          7. Date da non dimenticare nel mese e a cui far partecipare i cristiani. Esortazione agli allievi per l’inizio dell’anno scolastico. Tre aprile festa dell’Imperatore Jimmu; in vari luoghi al 10 anniversario dei caduti (shokon-sai); il 26 a Tokyo festa di Yasukuni-jinja (morti in guerra), ma specialmente il 29 aprile natalizio dell’Imperatore. Si faccia qualche decorosa manifestazione per i cristiani in sede e si partecipi alle cerimonie ufficiali dell’inchino profondo, come espressione di omaggio e sudditanza alle più alte autorità della Patria.


Il Signore vi rimeriti di quanto fate per la sua gloria e per la salvezza delle anime, e pregate sempre per il


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Son state aggregate ufficialmente le due conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli di Beppu e Miyakonojo, rispettivamente col nome di Maria A. e S. Giovanni Bosco, al centro di Bologna. Quando potremo aumentare ovunque queste conferenze?

2241 / “Voci Lontane” / 1939-3-17 /


46 per il Giornalino di comunicazione con i benefattori “Voci Lontane”

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MARZO 1939 XVII


Alleluia in Cielo! Gioia e pace in terra è l’augurio che a voi tutti, amici e benefattori, rivolgono i vostri beneficati.

Si prega, e quanto, per voi, perché il Signore vi benedica, perché renda fruttuosa per le anime la vostra carità, perché vi sia accresciuto il merito del bene che fate.

Grazie, grazie.


Mons. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki

2242 / Capo del Governo italiano / 1939-3-… /


47 al Capo del Governo italiano

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[Marzo 1939] 19


Il sottoscritto, Prefetto Apostolico di Miyazaki, Giappone, e Superiore dell’Opera Salesiana in Giappone si onora di segnalare all’E. V. l’opera di propaganda Italo-nipponica occasionata dal suo recente viaggio di ritorno in Italia dal 17 maggio al 7 dicembre 1938.


ANTEFATTI. I Salesiani di Don Bosco dal 1926 furono inviati dalla S. Sede ad evangelizzare le due province civili di Miyazaki e di Oita nell’Isola Kyushu in Giappone (Sup. 16.072.175 kmq – Popol. 1.825.436, cens. 1935), e nel 1933 iniziarono la fondazione di opere per l’educazione della gioventù povera ed operaia e per la formazione del personale nella Capitale Tokyo.

I salesiani italiani che lavorano in queste opere missionarie o salesiane o che si preparano negli istituti di formazione sono in numero di 48.

In occasione della visita della missione di amicizia inviata dal partito fascista nazionale si poté presentare agli illustri visitatori il modesto lavoro compiuto nel decennio 1927-1937 comprendente a Tokyo:


  1. La scuola di Mikawajima (Oratorio tipo Don Bosco) frequentato da un 1500 allievi, comprendente parrocchia ed opere varie di assistenza sociale (giardino d’infanzia, dopo scuola, dispensario e associazioni varie).

  2. La scuola professionale Don Bosco (30 allievi) comprendente la sezione tipografica e sartoria. Attualmente pareggiata dalla Provincia, è prossima l’approvazione governativa.

  3. Il Noviziato, studentato filosofico e teologico (32 allievi) per la formazione del personale in posto.


NELLA PREFETTURA APOSTOLICA DI MIYAZAKI


  1. Otto residenze missionarie con 1500 cristiani.

  2. Opere varie educative e di assistenza sociale

a) Seminario indigeno di Miyazaki (62 allievi)

b) Asili d’infanzia (N. 5 con 214 allievi)

c) Orfanotrofi (N. 2 con 120 allievi)

d) Ospizio di Miyazaki per vecchi e orfanelli (110 ricoverati)

e) Collegi per fanciulli e fanciulle (N. 9 con 44 allievi)

f) Oratori ragazzi pagani (N. 9 con 1630 allievi)

g) Tipografia e libreria (N. 1)

h) Tubercolosario Giardino di Luce e segretariato per gli infermi.


Coadiuvano specialmente nelle opere di carità e di educazione femminile le Figlie di Maria A. (suore di Don Bosco), le suore giapponesi della Carità, e l’Associazione delle sorelle giapponesi della Nagata.

Nelle scuole di istituzione nostra si insegna l’italiano ed i salesiani o religiose giapponesi da noi dipendenti lo parlano e scrivono correttamente.

Vari confratelli salesiani poi con concerti musicali di musica italiana (a tutt’oggi oltre 600), con pubblicazioni di indole varia (letteraria, scientifica, sociale), tra cui primeggia la prima traduzione italiana del Kojiki (il libro più antico di storia giapponese) intendono dimostrare il loro indefettibile amore alla patria lontana e di farle onore.

La predetta missione, soddisfatta ed ammirata per quanto ebbe campo di constatare, fece di tutto ampia relazione al R. Governo Imper. d’Italia.

Il sottoscritto pure nella sua permanenza in Italia sottopose al R. Ministero degli Esteri un memoriale, richiesto dalla competente autorità, in cui lumeggiava e raccomandava le necessità della sua missione e delle Opere da lui dipendenti.


PROPAGANDA ITALO NIPPONICA


Partito da Shanghai sul Conte Biancamano il 17 Maggio 1938 ebbi la fortuna di incontrare sul medesimo pel viaggio di ritorno la Missione nazionale fascista, e fui felice di prestare il mio povero contributo di aiuto nella traduzione dei messaggi delle autorità giapponesi.

Giunto in Italia dopo le visite di ufficio alla S. Sede ed agli uffici governativi, iniziai una serie di conferenze, illustranti il Giappone nei suoi costumi, le sue relazioni antiche e recenti coll’Italia e l’influsso che questa vi ebbe nei vari campi (propagazione della fede, letteratura, arte, ecc.) – come è compresa e valutata l’Italia dallo spirito giapponese, l’opera svolta dagli italiani dal secolo XVI a tutt’oggi – l’importanza dell’unione Italia-Giappone nei riflessi dell’Estremo Oriente.

Furono 150 conferenze, illustrate da film sonori, proiezioni luminose e da saggi di musica giapponese autentica o di mia composizione, tenute o per cura degli istituti locali di cultura fascista, del Dopolavoro, di Istituti di cultura letteraria o scientifica, o di scuole secondarie maschili e femminili, o di Istituti di educazione (specie salesiani) o di chiese o di riunioni popolari. Erano sempre presenziate secondo i casi dalle autorità prefettizie, militari, civili o scolastiche o dai loro rappresentanti e tenuti nei saloni delle rispettive associazioni o cinema, teatri, ritrovi pubblici, ecc. gentilmente concessi.

Le sedi più importanti di tali conferenze furono a Roma, Firenze, Genova, Alassio, Torino, Milano, Verona, Novara, Pavia, Trevi, Pordenone, Varese, Treviglio, Napoli, Littoria, Gaeta, Venezia, Modena, Bologna, Ravenna, Faenza, Gorizia, ecc.

Mentre esprimo il più vivo ringraziamento a quanti mi facilitarono questo lavoro, specialmente al nostro R. I. Governo ed all’ambasciata giapponese di Roma, mi è grato segnalare questo contributo d’affetto vivissimo che tento di nutrire per la nostra patria e per le anime giapponesi a me affidate.



2243 / Berruti Pietro / 1939-4-1 /


48 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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1 aprile 1939


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Facendo seguito alla pratica inviata sulla proposta di fondazione salesiana a Miyazaki (o altrove) per i poveri ragazzi dell’Ospizio e per altri orfani, a scarico di coscienza e per informazione e autorizzazione, desidero spiegare la frase “alcuni confratelli salesiani lavorano, ecc.”.

Tratto dalla necessità di provvedere ai giovani che non sono atti agli studi – né avendo modo di aver locale altrove (presso una residenza) e per lavorare i terreni annessi all’Ospizio – i confratelli Don Cavoli, coad. Bealessio, ed ora ho aggiunto Rosso, si occupano di questi ragazzi (attualmente 10) nella cascina nei pressi dell’Ospizio. Siccome non è cosa prettamente regolare, desidero informare i Superiori,


a) Per la sanazione in radice dello sbaglio,

b) Per l’autorizzazione (se i superiori credono),

c) O per quei consigli che credessero utile suggerirmi,


mentre farò del mio meglio per far sì che ci sia regolarità come in incipiente casa salesiana – mentre sto cercando di togliere le irregolarità in corso.

Questo le dà l’idea delle fesserie mie – che si potrebbero in totalità togliere se ci fosse l’Ispettore (uomo di gran criterio, che ami la missione e che sia di polso) e non ci fosse tra i piedi chi si professa nel Signore:

Don V. Cimatti




M. Rev. Sig. Don Berruti,

1. Le unisco alcune pratiche che specialmente Lei ed il Sig. Don Candela sono in grado di valutare nel loro giusto valore, per domanda, per norma, per consiglio:


a) Di fondazione salesiana a Miyazaki,20

b) Questione sorta dal ritiro da Miyazaki delle Figlie di Maria A.,

c) Fatto nuovo per l’entrata in missione del primo prete indigeno.


Affido tutto ai Superiori, e vedano nel Signore quid faciendum. Noi vogliamo stare mordicus a quanto ci diranno o consiglieranno.

2. Rimane ancora insoluta la questione Don Tanguy. Viene? Non viene? Quando viene? Nella sua nuova posizione a Mikawajima, non avrà gravi preoccupazioni. Mi scrive oggi in data [?]21 c. m. che è direttore in Francia. Deo gratias!

3. Abbiamo quattro o cinque novizi o meglio aspiranti che hanno fatto domanda.


È il caso (perché ci sono molti vantaggi) di fare per loro il noviziato o sarà meglio tramandarlo alle calende greche?

È necessario farlo in sede di Tokyo perché casa riconosciuta? Oppure farlo in Seminario a Miyazaki? Potrei occuparmene (che modestia!) io (che modestia!) con l’aiuto di Don Tassinari? È canonico tutto questo? O pensano i Superiori che sia meglio la mélange? Certo che per far capire bene le regole, regolamenti e spirito delle medesime, se sono solo giapponesi, est valde utilis. I[n] Seminario si può canonicamente far le divisioni volute e ho l’elemento insegnante, ecc. ecc. Videant peramati Superiores quid faciendum. Mi pare che, maneggiando qui queste care anime, riusciremmo a formarle bene. Ma… prima… le leggi stabilite.

E per oggi basta.

Tutto suo

Don V. Cimatti, sales.

2244 / Cecchetti Albano / 1939-4-1 /


49 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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1 aprile 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie delle belle foto – della relazione stampa – e della lettera.

Per le Figlie di Maria A., più che ripetere che non possiamo per ora assumere né l’opera – né rilevare la proprietà – non saprei che dire, non c’è che pregare, pregare, pregare.

Per Tano pare ci sia chi compra – per metter su una famigliuola, non ho per ora il personale.

Per Lei, caro Don Albano, si curi. Credo che l’operazione ora non conviene: in autunno si vedranno le sue condizioni somatiche e si deciderà, ma già prima per la debolezza generale non fu prudente.

Per me (pur non essendo il medico curante) direi che si metta a regime – verdura più che carne – non eccitanti (caffé, vino, ecc.) – a sera a letto prestino (dopo le vostre orazioni).

Le auguro l’avverarsi della profezia, senza le croci, o con quelle, se è volontà di Dio. E avanti.

Grazie della carità usata ai nostri confratelli coadiutori e quanti passano per Beppu. Saluti ad Arri.

Con affetto

Don V. Cimatti, sales.

2245 / Castiglioni Alberto / 1939-4-3 /


50 al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone

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3 aprile 1939

Carissimo ch. Castiglioni,

Ti sarò vicino specialissimamente tutto il giorno del tuo onomastico.

Che vuole da te Gesù? Che ti doni a Lui più cordialmente e pienamente.

Ama la Madonna e il lavoro. Prega per il

Tuo

Don Cimatti

2246 / Tassinari Vasco / 1939-4-3 /


51 al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone

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+ 3 aprile 1939



Caris.mo Vasco,

Grazie degli auguri onomastici e delle preghiere che prometti di fare di cui tanto abbisogno – ed anche per quel che ti proponi di fare per il bene anche di queste anime.

Il lavorio su te procura sia fatto

  1. Con la preghiera

  2. Con buoni esami particolari

  3. Con una buona guida spirituale (e se non trovi, leggi S. Francesco di Sales e D. Bosco).


Non impazzire troppo per il giapponese… adesso il più è la teologia… poi, sai anche tu che nello studio delle lingue, i libri servono fino a un certo punto. Vocaboli sì, imparane pure molti… ma per carità, non quelli vecchi, che nessuno più adopera (questo è un colpo per l’amico mio Giovanni… ma tanto lui ha la pelle dura).

Sì, prego per te – vedi, non è la preghiera di D. Cim. che conta, è la grazia di Dio; sappila afferrare.

D. Renato certo si stanca facilmente – ma mangia, dorme… lo faremo riposare… ma beato lui e la Congregazione se dovesse morire per il troppo lavoro… ma morirà (attento che faccio una profezia!!!)… e la farò anche per te… quando è stabilito dal Signore (pigliati anche questa!).

E allegro sempre.

Tuo D. Cimatti



Un pugno (Lui sa il significato) a Bechis… e che non faccia l’oca.





2247 / Zerbino Pietro / 1939-4-4 /


52 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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4 aprile 1939


Carissimo Don Pietro,

Ed eccomi al solito a te per un po’ di lavoro.

Buona Pasqua e buon mese di Maria A.

Vedi di darle degli strappi forti affinché si ricordi di noi.

Saluta omnes specie il tuo vicino Don Pellegrini, e prega affinché mi possa salvare.

Tuo

Don V. Cimatti

2248 /Cecchetti Albano / 1939-4-4 /


53 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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4 aprile 1939


Carissimo Don Albano,

Non so davvero come ringraziare e dello squisito dolce, e dei saluti e preghiere di tutte le categorie da Lei dipendenti. Voglia fare le mie parti, Lei che ha il cuore grande come il mare e che sa toccare le intime fibre dei suoi. Sì, Don Albano, grazie, grazie. E sia fatta la volontà del Signore. È da anni che per me è una delle preghiere più belle di molti momenti della giornata.

E beato Lei che soffre! Per me, sono convinto che la preghiera e la via della croce sono il pungolo più bello per muovere Gesù a concedere la salvezza delle anime.

Lei beato! E Don Cimatti che tanto agognerebbe… Mah! Ed eccoci al primo punto: volontà di Dio.

Regalo però più bello non poteva fare… una vocazione. Oh, come ne gode Don Bosco, ma che dico? Gesù. Deo gratias.

Beppu si fa onore, ma non dimentichi che se omne trinum est perfectum, quatrinum est perfectissimum – alla triade non dimentichi di aggiungere Moriwaki.

Accetto la spiegazione e l’augurio per Honda. Ne cerchi altre, molte e buone.

L’abbraccio nel Signore come caro fratello e più che fratello, perché sofferente.

Grazie, e domani certo un memento specialissimo per Lei e per i suoi.

Grazie di aver inviato il buon Don Arri.

Tutto suo

Don V. Cimatti


Buona Pasqua.


P.S. - Guaschino: la famiglia Gaspare fa molta economia. La moglie nel chiamare il marito dice solo pare… per economia di gas. E poi non volete che piova?22

2249 / Chierici salesiani in Giappone / 1939-4-5 /


ai Chierici filosofi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio


5 aprile 1939


Carissimi filosofi,

Duce il vostro bravo Curran,23 che dovete amare come vostro fratello maggiore, avete offerto il vostro dono.= Ricordate che l’abbiamo offerto tutti a Gesù coi Ss. Voti. Ho dunque preso le vostre volontà e le ho messe nel calice santo.

Vi dirò poi come si lavora la volontà. Il buon Curran me lo ricorderà e faremo una conferenza su questo bell’argomento.

Grazie di tutto.

Vostro

Don V. Cimatti


2250 / Del Col Luigi / 1939-4-5 /


54 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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5 aprile 1939


Perdulcis Del Col,

Accepi pulcherrimas tuas litteras et oravi pro te sicut tu pro me.

Perge in labore tuae perfectionis et memento quod non coronaberis nisi legittime certaveris.

Pascha nostrum immolatus est Christus: ergo te quoque immola in omnibus. Vincenti dabo manna absconditum: ergo vince in bono malum.

Amplecto te in visceribus Domini nostri J. Christi.

Don V. Cimatti

2251 / Castiglioni Alberto / 1939-4-5 /


55 al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone

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5 aprile 1939


Carissimo Castiglioni,

Gesù ti rimeriti della carità che mi hai usato colla tua lettera. Grazie.

Preparati bene ai prossimi esercizi e rinnovati sempre più nel bene.

Allegro, lavora e prega.

Tuo

Don V. Cimatti

2252 / Dell’Angela Stefano / 1939-4-5 /


56 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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5 aprile 1939


Carissimo Dell’Angela,

Faremo così: cuore e volontà di Stefano li metto nel calice e li offro a Gesù. Grazie! Allegro.

Sono sempre pronto per aiutarti. Prega per me: studia e sta’ unito a Dio.

Don V. Cimatti

2253 / Visita a Beppu / 1939-4-5 /


Visita canonica all’Opera salesiana di Beppu


5 aprile 1939


Ho compiuto la visita annuale canonica e salesiana e mi pare di poter dire che per la grazia di Dio e buona volontà dei confratelli si verifica uno splendido lavoro di apostolato missionario e sa1esiano, che viene già manifestando buoni frutti e speranze magnifiche per il futuro.

I due confratelli (= Don A. Cecchetti e Don C. Arri) nelle condizioni precarie di salute in cui si trovano, si prodigano e per la cristianità, e per le Figlie di Maria A. e per l’istituzione “Hikari no sono” e nello sviluppo consolante delle Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli e dell’apostolato per gli ammalati, specialmente fra i pagani.

La cristianità corrisponde alle cure dei missionari e lavora con loro. Deo gratias!

Le osservazioni del Visitatore straordinario furono in massima parte eseguite, ed esorto a renderle perfette nell’esecuzione. Si rende necessaria la sistemazione definitiva della casa con una nuova costruzione d’assieme, che renda possibile lo svolgersi regolare delle singole attività di apostolato; come pure si rende ognor più sentita la necessità di un rafforzo del personale: la Provvidenza ci verrà certo in aiuto, a noi il meritarcelo.

Don V. Cimatti, sales.

2254 / Dal Fior Luigi / 1939-4-6 /


a Don Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone


+ 6 aprile 1939


Mio caro Dal Fior,

Grazie della tua carissima e della bella immagine. Si canta nel Signore… Il nostro lavoro sarà un canto continuo se stiamo uniti a Lui. Ogni nota un atto d’amore, ogni parola, ogni respiro, ogni battito del cuore… Coraggio Luigi. Calma e serenità – rafforza ogni giorno la grazia che è in te e che ti fu data coll’imposizione delle mani.

Per Bepi, continuiamo a pregare. Deus scit.

Se non muoio, arrivederci fra poco.

Tuo D. Cimatti



2255 / Solari Carmela F.M.A. / 1939-4-6 /



a Suor Carmela Solari, Direttrice delle F.M.A. a Beppu



6 aprile [1939ca]


Rev.ma Madre Sr. Carmela, Beppu

 Grazie del telegramma e preghiere.

Vi ricambio con quel che vedete rappresentato24 cotidie.

Benedico tutte e due le comunità con la più bella delle benedizioni

Don Vincenzo Cimatti, sales.





2256 / Ricaldone Pietro / 1939-4-11 /



a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


11 aprile 1939


Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Con sollecitudine davvero paterna Lei risponde alle mie povere lettere anche se vi sono cose d’urgenza. Il Signore rimeriti e conceda ogni bene.

Non potendo fare diverso, date ormai le condizioni di cose, lascio partire Don Escursell che s’imbarca da Shanghai il 21 Aprile. Motivi ed altre notizie:


l. La crisi acuta di altri tempi di cui i Superiori sono pienamente informati. È rimasto qualche residuo? Non credo. Ad ogni modo, da questo lato il ritorno servirà a versare nel cuore paterno del Superiore le difficoltà del confratello, create in momenti di nervoso fortissimo ed esasperazione, per incomprensioni.

2. Penso che il confratello sia a posto. Ha (e bisogna dargliene somma lode) forte spirito di pietà – buona osservanza della regola: un po’ largo (spagnolo) nelle manifestazioni, nei progetti, nei risultati (anche se non ci sono).

3. A detta dei confratelli e non confratelli, più proclive (sfido: è più facile e dà maggiori soddisfazioni) all’elemento femminile che maschile. Ci furono accuse anonime e non; ma è difficile scoprire il lato vero, dati gli elementi che riferivano. Riferii ai Visitatori e non seppi altro, pur avendo fatto i sondaggi opportuni.

4. Il lavoro fatto a Mikawajima è più un lavoro parrocchiale che altro – ad ogni modo, se entrano le Figlie di Maria A., poco a poco si ridurrà a vero Oratorio e a manifestazioni propriamente salesiane. Ad ogni modo, un lavoro che mise in vista presso le Autorità le opere benefiche, varie delle quali furono riconosciute e possono ottenere sussidi o fissi o periodici.

5. Don Pedro per riuscire in questo unì in lega le autorità delle Ambasciate e consolati. È un bene? È un male? Continuerà? Sono incognite di cui non saprei che dire e come regolarmi. Comunque dalla relazione del confratello, sarà in grado di valutare.

6. Da Don Cimatti (anche perché sentiva le campane e dell’arcivescovo e della Delegazione) ebbe sempre tirate forte le briglie – tentai mettere acqua sul fuoco, ma non sempre riuscii.

7. Come scrissi al Sig. Don Berruti: ora siamo nella fase della propaganda. Come siamo soliti, partendo dal Giappone, si dice al Governo: “Se ci aiuti, andando all’estero faremo conoscere il vostro Paese”– e allora danno materiale ottimo e delle volte offerte che facilitano acquisti, ecc. Don Pedro ha fatto lo stesso: solo che, alla spagnola, ha allargato le cose – e desidererebbe essere quasi un mandato ufficiale non solo in Spagna, ma nell’America, ecc.

8. Le accludo lettera di Don Margiaria che mi accenna ad idee udite da S. E. il Delegato – ed anche lettera di D. Pedro. Il pensiero di Don Cimatti è:


    1. Facciano i Superiori, perché essi soli possono valutare la convenienza o la possibilità o no di tale propaganda o in grande stile (come la vorrebbe Don Pedro) o meno;

    2. Egli non ha nessun mandato ufficiale, che io sappia; può essere (come dice lui) [che] abbia doni da portare in Spagna, ma inviati da amici giapponesi ad amici qua tali;

    3. Se dalla propaganda (e non è necessario sia in grande stile – Don Cimatti nel tempo che è stato in Italia non ne ha fatto per un mese, ed anch’io ho avuto il materiale dal Ministero esteri, ecc.) potrà venirne un vantaggio materiale alla nostra Missione e a quelle opere (chiesa di Maria A., oppure missioni, ecc.) che crederanno i Superiori, niente di male.

Certo il bravo Don Pedro si fa molte illusioni, che di fronte alla realtà si ridurranno alle vere proporzioni.

9. Ed ultima questione, il ritorno. È meglio non ipotecare l’avvenire: ad ogni modo anche questo è un problema che è di spettanza dei Superiori.


Per me non ho difficoltà alcuna che Don Pedro ritorni presto o tardi:25 certo non lo metterò più a Mikawajima.

Come vede Don Cimatti è nato apposta per imbrogliare le cose: preghi assai per me.

Suo

Don V. Cimatti

2257 / Cecchetti Albano / 1939-4-11 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



11 aprile 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie della sua.


            1. Lei, caro Don Albano, per periodi brevi o lunghi di riposo in qualsiasi luogo, faccia con tutta libertà. L’importante è che provveda per i servizi indispensabili, o intendendosi con Oita, ora che sono due sacerdoti, o con Nakatsu – o con Don Bernardi che forse verrebbe volentieri su (forse per gli esami di teologia).

            2. Godo del bel risultato del mese di marzo e della S. Pasqua e prego ogni giorno affinché il Signore moltiplichi la messe.

Quanto al come di Mikawajima lasciamo fare al Signore, pur essendo certo che anche là Don Albano potrebbe fare del gran bene.

            1. Celebri N. 20 Messe ad intenzione del Padre di Broccardo, e di cui darà nota quando le avrà celebrate (dia pure a me).

            2. Il ritardo dei teologi fu causato da Tokyo a cui non sono riuscito a far capire chi dovevano inviare. Pazienza!

            3. Per quanto mi dice di Nakatsu è certo che bisogna che Don Dumeez mi scriva chiaro (come ho domandato in circolare) quanto c’è di vero. Alla conferenza certo che parlerò: ma a tutt’oggi l’unico che mi ha scritto al riguardo è solo Don Albano.

            4. Grazie di quanto fa per Moriwaki. Ho spedito lettere e facoltà.

            5. Bene per i cooperatori e cooperatrici. Alla prima occasione invierò o porterò. Ma penso che un lavoro proficuo non si potrà fare se non quando ci sarà l’Ispettore.

            6. Idem per la circolare sugli obblighi della carità. Grazie di cuore.


E preghi per me sempre. Saluti a Don Arri.

Suo

Don V. Cimatti

2258 / Circolare Salesiani / 1939-4-12 /


ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 12 aprile 1939


Carissimi,

Al termine delle Ss. Feste Pasquali ritorniamo al ritmo ordinario dei nostri lavori. Procuriamo di non lasciar disperdere in noi e negli altri i preziosi tesori acquistati spiritualmente in questa occasione.

Alcune comunicazioni:


1. Sono in attesa delle risposte ai vari quesiti fattivi in mia precedente. Resta inteso per sempre che se non ricevo risposta, è segno che non avete nulla da comunicarmi, e quindi il sottoscritto procede nelle pratiche secondo questo criterio. Quindi nessuno poi faccia delle recriminazioni, che non si è provveduto, che non si è pensato, ecc. Tutti dobbiamo assumerci la nostra parte di responsabilità e cooperare al buon andamento e della missione e delle opere nostre, e tutti dobbiamo portare il nostro contributo cordiale e caritatevole per quanto è possibile alle forze di ognuno.

2. Con il mese di Maggio gli stranieri dovranno essere muniti del passaporto interno (tessera di riconoscimento) secondo le disposizioni che furono fatte note dalle autorità locali. Prego i capi-residenza e direttori delle case di informarsi bene ed eseguire in conformità. È un onere finanziario non indifferente a cui il Centro concorrerà nelle forme possibili. Ma si procurino fin d’ora le fotografie e quanto altro è prescritto, per non incorrere in multe o altre sgradevoli conseguenze.

3. Il nostro Don Escursell dal 19 prossimo lascia la Missione. Preghiamo per lui durante il viaggio e la permanenza all’estero anche come ricompensa del tanto lavoro fatto e in missione e a Mikawajima. Come forse sapete ha lasciato pure la Missione Suor Begliatti, trasferita segretaria ed economa della Visitatoria di Shanghai. Preghiamo anche per lei.

4. Penso che ormai il personale sia a posto nelle varie mansioni affidate. Raccomando ai responsabili di avere cura del personale nuovo; sia instradato con pazienza e carità al lavoro e si ricordi l’art. 184 delle Costituzioni ed anche le recenti raccomandazioni del Direttore Spirituale al riguardo.


Ci sia di guida in tutto la nostra Regola e i Regolamenti.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2259 / Berruti Pietro /1939-4-13 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



13 aprile 1939


Rev.mo Sig. Don Berruti,

L’accluso foglietto mi dà nuovo spunto (avendo già scritto ripetutamente e ai Superiori e al confratello) per ribadire alcune domande relative al personale.


              1. Nessuno necessario, ma tutti utili. Domando chiaro ai Superiori (o meglio ri-domando), se si può sapere qualche cosa del ritorno (più o meno) del Sig. Don Tanguy, e se devo contarlo ancora tra il personale del Giappone o no. È solo per non stare in inutile attesa e non concludere. Lei comprende l’impressione anche dei confratelli, che sanno in che condizioni ci troviamo e in che condizione resta Mikawajima colla partenza del Sig. Don Escursell (che [è] ormai necessario [che] parta), che sanno quanto dicono i Superiori (essere Don Tanguy ammalato) ed intanto…! Come dico, nessuno è necessario, ed i Superiori liberi di fare quanto credono per il bene – non domando né il ritorno o altro del confratello – domando quanto sopra per rabberciare la sgangherata condizione nostra.

              2. Ricordi anche, amat.mo Sig. Don Berruti, le insistenze fatte (ed andate a monte) per avere un qualche coadiutore per gli uffici di casa e più per i lavori di campagna. Lei mi promise che ne assegnava due nel noviziato. Mi consta che alla Moglia ci sono 4 chierici per il Giappone – non altri – forse Lei li avrà in pectore o saranno altrove. La prego vivissimamente di venirmi in aiuto: “promissio boni viri (e Lei è tale)…”.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Ho scritto in dettaglio al M. R. Sig. Don Ricaldone sul nostro Don Escursell.

Riassumo:


  1. Per il bene spirituale del confratello è necessario, ormai come sono le cose, che parta.

  2. I Superiori aiutino questa cara anima che è un buon salesiano, di pietà, spagnolo nelle manifestazioni (mosche che diventano buoi…) e osservante della regola.

  3. Per la questione dicerie – pare ai confratelli [che] preferisca l’elemento femminile (è più facile e di maggior risultato). A me non consta positive di nulla. Ad ogni modo anche per tagliare netto in questo e bene [che] parta. Del resto i Visitatori…

  4. Lei conosce i desideri del confratello per la propaganda. Avrebbe desiderato una missione ufficiale per il mondo – ed ha mosso molte autorità per avere lettere, doni, ecc. e ne ha avuti.

Naturalmente non ha nessuna missione ufficiale. Ho già detto chiaro il mio pensiero: giacché ha il materiale, i Superiori vedano il da farsi (opportunità, convenienza, ambito), se ne potrà venire un bene materiale anche a noi, Deo gratias.

Comunque, di fronte alla realtà, anche Don Pedro capirà.

  1. Per il ritorno a breve o lunga scadenza, facciano i Superiori. Non ho motivi per oppormi al suo ritorno, anche perché voglio rimanere fedele al principio “personale e non persone”.


Se ritornasse però penso che non lo rimetterò a Mikawajima. Mi pare che i punti salienti siano questi. Lo facciano lavorare molto, a contatto della realtà… anche in Spagna…

2260 / Dell’Angela Stefano / 1939-4-14 /


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 14 aprile 1939


Carissimo Don Dell’Angela,

Deo gratias! Non puoi comprendere quanto mi ha consolato la tua carissima. Deo gratias!

Tu sta’ calmo, non esagerare, fa’ quanto ti ordinano, e specialmente abituati a buttarti totaliter nella volontà di Dio…

Se riuscirai ad attuare questo, qualsiasi cosa accada sarai sempre a posto.

Allegro e buona Pasqua. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2261 / Braga Carlo / 1939-4-19 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



19 aprile 1939


Carissimo Don Braga,

Grazie della tua ultima e degli auguri e delle preghiere: è il vero modo di venirmi in aiuto. Contraccambio di cuore a mezzo del nostro Don Escursell.

E continua ad aiutarmi nelle forme possibili e prega e prega e prega per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


P.S. - Chissà se è possibile pensare ad un aiuto per gli esercizi, mediante qualcuno di Shanghai?


2262 / Cecchetti Albano / 1939-4-22 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 22 aprile 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie della sua. Eseguite le sue commissioni e spero Don Margiaria farà. Deo gratias anche per le campane.


1. Per Lei, riposi dove può, come può e quando può: ma bisogna, Don Albano, che Lei si metta ad un regime costante, togliendo dal suo vitto eccitanti, ecc.

2. Il Regio Console dice che gli italiani sono esonerati dalla tassa stranieri.

3. Mese di Maggio: in casa e per i cristiani fuoco e fiamme spirituali per onorare e far onorare la nostra cara Madre.

4. Il 1 Maggio è il 25.mo di Messa del nostro Don Antonio: converrà che non manchi il contributo di preghiere ed auguri di quanti lo conoscono.

5. Il M. E. N. insiste per il Tenchosetsu alle otto, radio e sirene annunceranno la festa. Penso che avrà pensato per fare il nostro dovere bene.

6. Per la visita la domenica 7 sono a Nakatsu. Se crede che la domenica dopo vada bene (o un altra) sono pronto e combini quanto crede per il bene.


Come faccio al solito, arriverei il sabato mattina (messa suore e visita loro) – in giornata e domenica (voi e cristiani), lunedì (Hikari no sono) 11:30 partenza.

Saluti ad Arri.


Suo

Don V. Cimatti


P.S. - Annunci all’Hikari no sono il 25.mo di Don Antonio: penso concorreranno con preghiere e auguri.

2263 / Visita Studentato / 1939-4-29 /


57 Visita canonica allo Studentato di Tokyo

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Tokyo, 29 aprile 1939


Colle modalità regolamentari e determinate recentemente dai superiori ho compiuto la visita annuale. Ripeto con grande riconoscenza a Dio e ai confratelli quanto ha costatato il Visitatore Straordinario. Ho consigliato poi:


      1. L’esecuzione esatta del nuovo Regolamento per gli studentati, anche in ciò che è possibile immediatamente, e per il resto, avvicinandoci il più presto possibile.

      2. La cooperazione cordiale di tutti, per alleviare i pesi super-erogatori dovuti alla scarsità del personale.


Faccio miei pure gli auguri del Visitatore, e sono sicuro che presto anche il nostro piccolo e povero studentato potrà emulare per studio, formazione quelli migliori in tutto.

Don V. Cimatti

2264 / Ricaldone Pietro / 1939-4-30 /


58 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Tokyo, 30 aprile 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Come vede, mi trovo a Tokyo. Ho compiuto la visita alle case e ringraziando il Signore mi pare di poter dire che il Signore è contento dei suoi figli. Le cose per ognuno dei confratelli e specie l’osservanza delle regole è al punto. Qua e là, per qualcuno, specie coadiutori; piccoli nei personali, dovuti più al nervosismo che a cattiva volontà, ma al momento tutti si trovano benino per la salute materiale e spirituale. Ci vorrebbero mezzi e personale per mettere le cose al punto, ma non c’è che da buttarsi nelle mani di Dio e fare quanto dispone. Finalmente le Figlie di Maria A. sono entrate a Tokyo e speriamo che facciano del gran bene e che riusciamo così a regolarizzare anche la situazione di Mikawajima.

Mi scrive Don Tanguy che pare che i Superiori ad tempus lo fermeranno in Francia. Ho scritto chiaro al Sig. Don Berruti [che] ci dicano chiaro se e presumibilmente quando torna.

Dopo la partenza di Don Escursell non saprei chi mettere a Mikawajima e per ora lascio Don Dupont, che spero farà tirare avanti la barca. Intanto attendo pareri, consigli, ecc. dei Superiori sui problemi iniziati ed esposti. Ho pure fatto stop sulla fondazione di Yokohama, non avendo al momento né personale, né mezzi.

Mio rendiconto: salute, tutti mi invidiano la salute. Come non posso esimermene, divento vecchio, ecco tutto… coi relativi acciacchi.

Lavoro: i Superiori sanno che non posso attendere bene a tutto. Tento far quel che posso, scontentando tutti; faccio di tutto per accontentare il Signore.

Pìetà, ecc.: insisto e tento di mantenere costante la buona volontà.

Regole, ecc.: mi pare di essere in regola.

Le mie difficoltà Lei le conosce.


        1. Non sono un uomo di comando: so forse dare consiglio e farei scuola tutto il giorno. I trent’anni di Valsalice hanno forgiato me in tal modo ed è difficile che possa cambiare. Così si dica per la musica… Mah, Deus scit. Faremo lassù!

        2. Non sono un uomo di amministrazione. Ho sul gobbo Lire 50.000 circa di debito che non riesco a togliermi di dosso col Gran Seminario di Tokyo. Oh, se Lei trovasse un’anima buona!


Per i confratelli, ne ho degli ammalati (Don Arri, Don Cecchetti… da giù) e dei nervosi (un numero discreto): per il resto benino.

Al momento nient’altro di speciale.

Mi voglia aiutare, quando può, anche materialmente, ma quel che mi necessita è l’aiuto spirituale che imploro da Lei, dai Superiori e dai giovani.

Tutti vogliono essere personalmente presenti, amat.mo Sig. Don Ricaldone: buona festa di Maria Ausiliatrice e mi aiuti la buona Mamma ad essere suo degno devoto e figliuolo. Inteso che vogliamo partecipare nella nostra povertà alla dimostrazione catechistica del 1941; attendiamo le norme definitive.

Mi benedica e mi creda

Suo aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti


P.S. - Il Primo di Maggio Don Cavoli fa il 25.mo di Messa; penso che una parolina del Padre, farà del bene.

2265 / Ricaldone Pietro BS / 1939-4-30 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


IMPORTANTE AVVENIMENTO NELLA STORIA DELLA RELIGIONE

IN GIAPPONE26


30 Aprile 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

II 23 Marzo p.p. il parlamento giapponese approvava il progetto di legge sulle religioni: importante avvenimento per la storia della religione in Giappone, perché finalmente anche il cattolicesimo avrà il medesimo trattamento legale che lo Shintoismo e il Buddismo, e per chi, come noi vive in quest’atmosfera Shinto-buddistica, e per chi ne conosce il valore (tutta la vita di questo popolo ne è impregnata fino al midollo) non può non rallegrarsene e formulare buone speranze per l’avvenire. L’applicazione pratica della legge dirà degli effetti reali in bene o meno bene, ma questa legge, fatta con spirito di tolleranza e che senza immischiarsi in alcuna maniera nella vita interna delle religioni, mira a proteggere e controllare in maniera uniforme le attività esteriori delle corporazioni religiose, è certo per il cattolicesimo di una portata straordinaria. Per convincersene pienamente bisognerebbe rifare la storia della evangelizzazione del Giappone che già i nostri cooperatori conoscono dalle relazioni del Bollettino.

S. Francesco Saverio – la mirabile espansione della religione cattolica (1549-1587), il secolare abbattimento della medesima nel periodo delle persecuzioni (1587-1873), le vie mirabili della Provvidenza nella conservazione dei germi di vita cattolica e la scoperta dei cristiani al ritorno dei missionari (1865) – il faticoso lavoro di ricostruzione ed espansione della vita cattolica – il 23 marzo 1939, il sublevate capita vestra.

La legge (di 37 articoli) or ora approvata si sballottava dal 1902 tra la Camera dei deputati e il Senato, e finalmente coll’approvazione attuale:


    1. Riconosce la personalità legale alle associazioni religiose propriamente dette (shintoismo, buddismo, cristianesimo), e la semplice protezione governativa ad associazioni simili (società religiose), che avendo uno scopo religioso, offrano serie garanzie di dottrina e di morale per non essere di danno all’ordine pubblico.

    2. Assicura la buona amministrazione dei beni delle associazioni religiose, permettendo l’esenzione dalle imposte di ogni genere per terreni ed edifici necessari al culto ed allo svolgimento delle cerimonie (pensi che i buddisti beneficieranno della legge per oltre 10 milioni di ettari di terreno e per un valore di l80 milioni di Yen); ne proibisce il sequestro o pignoramento; il fallimento finanziario di un’associazione religiosa non porta con sé la sua soppressione o il ritiro della personalità legale.

    3. Garantisce alle associazioni religiose la protezione del Governo.

    4. Commina pene (multe e prigione) ai contravventori e a quanti con la propaganda o l’esercizio del culto turbano l’ordine pubblico e la pace.


S. Ecc. M. Matsuo, Direttore dell’Ufficio delle religioni al Ministero dell’Educaz. Nazionale in un largo commento della legge, fatto alla presenza dei Vescovi e capi Missione, radunati a Tokyo in occasione della riunione annuale, mentre esprimeva la sua simpatia verso la religione cattolica e la fiducia che il Governo ha dei reali vantaggi che la legge porterà in ogni senso anche al cattolicesimo, aveva delle espressioni significative, come le seguenti che chiariscono lo spirito della legge e la buona volontà del legislatore. “Noi vogliamo assicurare il pacifico svolgimento delle buone attività religiose, e rimunerarle colla nostra protezione. Non è degna di premio quella associazione religiosa che non manifesta un’attività pratica, e noi abbiamo diritto di domandare ai suoi rappresentanti: ‘Che fate voi per la vostra associazione religiosa?’. Il ministro di una religione deve presentarsi al pubblico mondo da quanto potrebbe denigrare l’onore suo personale e dell’associazione di cui è rappresentante. Come vi sono i nemici della patria, così vi sono i nemici della religione: è nostro dovere difenderla colla nostra protezione”.

E non meno chiaramente si esprimeva l’attuale Ministro dell’Educazione Nazionale S. E. Araki in riguardo del progetto delle Associazioni religiose: “La nostra politica religiosa è di rispettare la tradizione, di provvedere all’elevazione del carattere dei ministri della religione, e di secondare con tutte le nostre forze gli scopi voluti dalla religione”.

Sempre più sentito dunque il bisogno della religione, e sempre più riconosciuta l’efficacia della religione. Quale? Per lo spirito giapponese, nel novero delle associazioni religiose, riconosciute come tali, quale si presenta più adatta a soddisfare questo bisogno e ad armonizzarlo con lo spirito e culto nazionale? Lunga, faticosa via di penetrazione, lenta trasformazione di idee e di coscienze… Il Signore sa...

Ma come dissi prima, l’applicazione pratica della legge, che entra in vigore col 1° Aprile 1940 dimostrerà l’efficienza reale: non si può negare, contribuirà efficacemente a valorizzare sempre più e meglio anche l’apostolato missionario cattolico.

Del resto l’interesse e la simpatia che la stampa giapponese in generale ha testimoniato alla morte del grande Pontefice Pio XI per le sue grandi enclicliche, specie quella sul comunismo, per la soluzione data alla questione romana, per le testimonianze di viva simpatia che sempre ha manifestato verso il Giappone e nella formazione del Clero indigeno e nella soluzione data al culto patriottico dei templi shintoisti, sono indici significantissimi dell’espansione delle idee religiose cattoliche che vengono man mano stabilizzandosi nella coscienza del gran pubblico.

Avanti dunque nel nome di Dio, che nella sua Provvidenza guida gli avvenimenti e persone.

E che questa nuova legge segni davvero un passo in avanti nell’affermarsi e propagarsi del regno di Dio in questo grande Impero.

Faciliteranno l’impresa le sue preghiere, quelle dei nostri confratelli e giovani e dei nostri cooperatori e cooperatrici per noi tutti e per le nostre opere.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



2266 / Marella Paolo / 1939-4-30 /


59 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Tokyo, 30 aprile 1939


Eccellenza,

La sua comunicazione in data 28 Aprile mi dà occasione di porgerLe a nome di tutti i missionari e salesiani in Giappone gli auguri di ottimo viaggio e l’assicurazione di molte preghiere anche a questo fine e per il rinfrancamento generale di salute durante il ben meritato riposo.

Oso raccomandare le nostre necessità (e Lei bene le conosce, non so come me l’aggiusterò con il Gran Seminario) presso chi crederà opportuno.

Attendevo dal buon Taguchi il modulo per la richiesta a Roma del mio seminarista, e non mi pervenne nulla. Si fieri potest…

Ossequi pure al carissimo P. Roy e preghi anche per me. Saluti pure all’ottimo suo fratello e per noi tutti una benedizione dal S. Padre, cui faccia presente il nostro affetto e sudditanza.

A nome di tutti preghiere ed auguri.

Suo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti


P.S. - Il Signore rimeriti della sua carità per l’offerta di Ss. Messe e quando può… Parto (se non succedono contrattempi) lunedì 1 Maggio per Miyazaki.

2267 / Barbaro Federico / 1939-5-1 /


al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone



1 maggio 1939


Carissimo Barbaro,

Sto broccolando il broccoleri: verrà anche quello. Il cieco di Gerico gridò a LUI “ut videam”. Riesci a vedere, è già gran cosa per non dire la fondamentale. Non direi “delinquente” Federico: polledrello piuttosto, e per questa razza ci vuole fieno e paglia, frusta e sproni.

Per te prova ad applicare a te il sistema preventivo: lo applichiamo alla gioventù povera e abbandonata e dimentichiamo noi.

Deduci le conclusioni.

Ti abbraccia il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2268 / Dal Fior Luigi / 1939-5-1 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



1 maggio 1939


Carissimo Don Dal Fior,

Voglio esser tra i primi a farti i miei poveri auguri.

Possa essere amante di Gesù Eucarestia come lo era S. Luigi e modello come lui di integrità in tutto e di penitenza portando la quotidiana croce.

Allegro e buono

Tuo

Don V. Cimatti

2269 / Miletto Erminio / 1939-5-7 /


60 a Erminio Miletto, ex-allievo dell’Oratorio S. Giuseppe

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7 maggio 1939


Carissimo Erminio,

Ricevo il tuo annunzio e ne ringrazio il Signore, e prego che possiate essere felici nel tempo e nell’eternità.

Tu fa’ il possibile per essere come ti vuole il Signore e la tua buona Lucia ti aiuti e tu aiuterai Lei, a raggiungere le alte finalità della tua nuova vocazione.

Ricordami come ti ricorda cotidie il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


2270 / Visita a Nakatsu / 1939-5-8 /


Visita canonica all’Opera salesiana di Nakatsu


Nakatsu

8 maggio 1939


Ho compiuto la visita regolamentare salesiana (ed anche quella canonica missionaria) secondo le norme del Regolamento e quelle recenti emanate dai Superiori.

Godo di poter verificare che quanto fu accennato dai Visitatori viene ad essersi regolarizzato. Si è potuto rafforzare la piccola comunità, la quale così può vivere con maggior regolarità di vita comune, mentre ringrazio di cuore il Signore, esorto a che i singoli confratelli si stringano sempre di più in questa, e vivendo della pratica perfetta della regola, secondo le proprie mansioni, realizzino il bene dei singoli e delle anime loro affidate.

Sono note le difficoltà dell’apostolato in questa zona, dovute anche alla disunione dei cristiani fra loro e col missionario (e ab antiquo fu così) – purtroppo homines inimici seminaverunt zizaniam. Parlando ai cristiani ho insistito su questo spirito di unione, sulla preghiera, buon esempio, anche come cittadini, studio della religione, ecc. Il missionario, pure in mezzo alle difficoltà, continui con fede, coi mezzi che ha e tenti di ridurre alla perfezione il ricordo N. 5 di Don Bosco ai missionari – si tenga in contatto diretto e indiretto con tutti, anche coi più lontani da noi – preghi e faccia pregare i fanciulli e la piccola comunità sia olocausto perenne di osservanza religiosa, di lavoro e di preghiera – ed il Signore si muoverà certo a pietà di tante povere anime.

La casa viene sempre meglio organizzandosi, è affidata a tutti per l’ordine e la pulizia; la categoria di fanciulli da educare esige che tutti i confratelli portino il loro contributo di azione per la loro pulizia personale, abiti, creare abitudine di ordine in camera, in studio, in ricreazione, ecc. e il tutto con gran pazienza e carità. Il Signore mantenga tutti nella sua carità.


Don V. Cimatti




2271 / Circolare Salesiani / 1939-5-9 /


ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria Salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 9 maggio 1939


Carissimi,

Il S. Padre desidera che dal popolo cristiano il mese di Maggio sia santificato con preghiere speciali alla S. Vergine per la concordia e pace fra i popoli, e specialmente si facciano pregare i fanciulli.

Benché la comunicazione sia giunta in ritardo, dispongo che per tutto il mese i sacerdoti nella Messa e Benedizione recitino la Colletta PRO PACE e si invitino i fedeli a pregare specie colla recita ben fatta del S. Rosario, e specialmente si facciano pregare i fanciulli. Stabilite voi le modalità del caso, in modo che l’augusto desiderio sia compiuto.

Siccome dai Superiori fu ordinata e sta organizzandosi la Propaganda Missionaria su nuove basi, mi si comunica che al Giappone fu assegnata l’Ispettoria Lombardo-Emiliana. La nuova propaganda sarà fatta solo in questo campo: l’antica non si sopprime di colpo, ma si pregano i cari missionari a volerla diminuire poco a poco a misura che si intensifica la nuova nel territorio a noi affidato. Quando avrò spiegazioni più dettagliate, ve le comunicherò; per ora chi avesse indirizzi di persone della circoscrizione sopra indicata e desiderasse che Don Cimatti iniziasse fra di esse la propaganda, non ha che da inviarmeli e sarà fatto. Bisognerà però venire in aiuto anche sempre più forte alla nostra Missione e studiare se non sia il caso di stabilire fra noi un ufficio, centro di tutta la nostra propaganda; se qualcuno ha idee pratiche in proposito, mi farà una vera carità indicandomele.

Mi si comunica che le relazioni ufficiali fatte ai Ministeri in Romaji devono essere scritte nella nuova forma.27 Non sarà male abituarsi anche a questa.

Facciamo con gran fede e devozione la Novena di Maria A. con le stesse disposizioni del nostro Don Bosco affidando a Lei NOI, i NOSTRI e le COSE NOSTRE.

Sto facendo la visita alle case. Preghiamo affinché riesca fruttuosa per tutti.

È morto il Sig. Kawagoe a Kawaminami. Lavorò assai per la nostra Missione, vogliate suffragarne l’anima, e pregate assai per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2272 / Zerbino Pietro / 1939-5-10 /


a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale



10 maggio 1939


Carissimo,

Grazie della tua immensa bontà in tutto.


      1. Per i bagagli, per ora incassa bene (meglio tipo baule) e con sopra chiare diciture, tenendo nota di quanto c’è in ogni cassa o baule.

      2. Per i caratteri direi di attendere l’invio, a meno che non ci fosse occasione prossima: se hai già spedito, così sia.

      3. Ringrazio gli offerenti direttamente.


E prega per me sempre sempre presso Don Bosco e Maria A. Il Signore ti rimeriti.

Il nostro Don Liviabella desidererebbe (anche 2000) copie del foglietto di Don Bosco che sogna le Missioni (foglietti réclame).

Se puoi farglieli inviare, fai un piacere anche a me. E per oggi Deo gratias! e basta. Gesù nel suo mese e Maria A. ci assistano.

Tuo

Don V. Cimatti

2273 / Ferrari Giacomo / 1939-5-10 /


a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone



10 maggio 1939


Carissimo Ferrari,

Si avvicina la festa della Mamma nostra. La prego con te affinché ci ottenga di essere buoni salesiani come voleva Don Bosco, e di amare Maria come seppe amarla Don Bosco.

Prega per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2274 / Circolare Salesiani / 1939-5-11 /


ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria Salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 11 maggio 1939


Carissimi,

L’avvicinarsi della festa della nostra Madre Maria A. mi dà nuova occasione per esortarvi ad alcune pratiche che possono favorire la devozione verso di Lei.

È dovere di ogni salesiano di promuovere l’Arciconfraternita dei devoti di Maria A. che è eretta canonicamente in tutte le nostre case e residenze. Molti dei nostri cristiani vi sono iscritti: favoriamo l’iscrizione di molti altri; e la prossima festa è certo una buona occasione. Spedisco a tutti un certo numero di pagelline.

Nella festa di Maria A. poi vedete di radunare in familiare riunione i pochi o i molti cooperatori nostri, interessandoli al loro lavoro di cooperazione, incitandoli alla devozione alla cara Mamma A. e a propagare tale devozione fra amici e conoscenti.

Il M. Rev. Sig. Don Berruti ha inviato norme pratiche (che ho trasmesso al nostro Don Margiaria) affinché i Bollettini Salesiani pubblicati all’estero si armonizzino sempre più col Bollettino centrale. Colgo l’occasione per ricordare quanto si stabilì al riguardo nelle adunanze dei Visitatori, e che tutti portino il loro contributo di consiglio, di opera (inviando notizie, traduzioni ecc.), (sia) per rendere sempre migliore l’attuale Bollettino Salesiano e l’organizzazione dei cooperatori salesiani del Giappone. È lavoro magnifico di azione cattolica.

Quanto alla Pia Opera del S. Cuore che già ha preso piede anche fra noi, mentre esorto a propagarla sempre di più, devo annunciare che per disposizione dei Superiori, dovendo il Centro versare a Roma la quota stabilita, cominciando dal mese di Maggio, intende fare a metà del risultato delle quote incassate dal mittente dei nomi degli iscritti. Insisto pure a che mi inviino i nomi con cortese sollecitudine per non defraudare gli offerenti dei vantaggi spirituali risultanti dall’iscrizione…


[N.B. Riporta notizia di nuove indulgenze concesse: si omettono…].


Come vedete non ci mancano i modi per fare il bene anche alle nostre anime: corrispondiamo generosamente a tante grazie.

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Non si dimentichi il 27/5 festa della marina. Niente di male se, arrepta occasione, si parli ai giovani dei doveri nazionali e sociali della gioventù dal punto di vista cristiano e pregare per i marinai.

Dal M. E. N., che annuncia la ricorrenza, si stabilisce pure che a mezzogiorno di tale ricorrenza al suono delle sirene si faccia un minuto di silenzio, pensando ai soldati che sono in Cina, e si consigli di invitare uno per la circostanza a fare una commemorazione… Se poi nel luogo vi fossero ricordi speciali di marinai, ecc. si consiglino visite di ossequio, oppure se vi fossero marinai ammalati o famiglie dei medesimi è vivamente consigliato di fare per la circostanza qualche regalo.

Il medesimo M. E. N. pure in varie riprese insiste a che come missionari portiamo il nostro contributo per la valorizzazione nelle presenti circostanze delle raccomandazioni del Governo in favore dei soldati, delle loro famiglie, concorrendo ai prestiti nazionali, facendo economia e venendo in aiuto nelle forme possibili al rafforzamento dello spirito nazionale. È nostro dovere cooperare a questa educazione sociale dei nostri cristiani e di quanti fruiscono direttamente o indirettamente della nostra educazione: facciamo volentieri e sempre ed il meglio che ci è possibile, anche come chiara dimostrazione dello spirito animatore della religione cattolica. Troppi ancora pensano che l’essere buon cattolico equivalga a non poter essere buon Giapponese.

Convalidiamo poi sempre le nostre raccomandazioni col buon esempio.

2275 / Zerbino Pietro / 1939-5-14 /


61 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 14 maggio 1939


Mio caro Don Pietro,

Prima di tutto: buon onomastico. Sono tali e tanti i benefici da te ricevuti che per quanto mi sforzi di ripagarli non riesco mai: ad ogni modo ricevi da noi tutti preghiere e sacrifici specie di giugno, luglio e agosto. Il Signore poi farà il più.

Al solito, posta e altre piccole commissioni, ed anche di questo grazie.

Fa’ anche tu le mie parti ai Pietri più grossi di te, e bacerai loro la mano per me, assicurandoli che non li dimentichiamo.

Un pugno a Don Pellegrini perché non dorma – un saluto agli amici dell’ufficio missioni – al Signor Aprili, Gigi, e uno specialissimo riconoscente al Sig. Don Franchino.

A te un caldo abbraccio e benedizione.

Tuo

Don V. Cimatti

2276 / Chierici salesiani in Giappone / 1939-5-14 /


62 ai Chierici filosofi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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14 maggio 1939


Miei cari filosofi,

Il bel mese di Maria vi faccia più salesiani, più studiosi, più animati alla vostra santificazione.

Ad Jesum per Mariam, ed Ella ci guidi davvero a Gesù.

L’esercizio dei vostri piccoli doveri vi condurrà alla santificazione piena.

Allegri e cercate di dare molte consolazioni ai vostri Superiori – aiutatevi fraternamente ad amare e a far amare Maria.

Cotidie vi ricordo.

Tutto vostro

Don V. Cimatti

2277 / Cecchetti Albano / 1939-5-18 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



18 maggio 1939


Carissimo Don Cecchetti,

È Don Cimatti che deve ringraziare… Per la questione Arai che si dibatte dai tempi di Beppu, non riusciamo a impedire che faccia dei debiti, è tutta qui la questione: alla prima si perdona, alla seconda si condona, alla terza e quarta abbiamo riperdonato e ricondonato… Ma pare che non mettiamo stop…


        1. Possiamo impedire che stia con la sua famiglia (ed è quasi certo che la causa sia qui): è umano e cristiano e di esempio?

        2. Vi sentite voi due di pagare qualche centinaio di Yen, e trovare un mezzo che vi garantisca che non ricadrà? Comprendo i vantaggi che potrebbe rendere l’uomo, ma nelle attuali condizioni, ripeterebbe a Beppu o altrove quanto ha già fatto in passato e a Beppu e a Miyakonojo ripetutamente.


Tutta la questione è qui, ed il povero Don Bernardi, pur restando in asso, non può fare diverso. Preghiamo il Signore che tutto si liquidi senza strascichi e brutte conseguenze.

Darò presto risposta per il 1 Giugno. Saluti a tutti. W Maria Ausiliatrice.

Grazie dei tesori che procurerò smaltire.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2278 / Chierici salesiani in Giappone / 1939-5-20 /


63 ai Chierici teologi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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20 maggio 1939


Ai cariss.mi Teologi,

La festa di Maria A. ci trovi uniti tutti in questo pensiero:


          1. È la festa patronale della salesianità;

          2. È festa patronale della cristianità con avvicinamento chiaro alla romanità della Chiesa, trionfo del papato. (Leggete con fede e comprensione l’inno Saepe dum Christi).


So che l’avete onorata con bei discorsetti. Bravi! Onoriamola ancor più coll’esecuzione esatta dei nostri doveri.

E preghiamo preghiamo preghiamo. Ho bisogno di grazie segnalate.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2279 / Cecchetti Albano /1939-5-22 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 22 maggio 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Speravo vederla ieri, ma (non) ho potuto prendere il treno delle 12. Spero avrà ricevuto quanto aveva chiesto.

Al bravo Arri, ci uniremo domenica nella festa dei malati. Se arrivasse in tempo a mandare a tutti i nostri kyokai (residenze) ed opere una circolarina al riguardo sarebbe davvero cosa ottima.

Inteso per il 16 Giugno – si potrebbe combinare anche per Oita dove vi sono molti da cresimare: forse a Lei non è difficile fare la funzione al pomeriggio (saputo questo ne scriverei a Don Marega); tutto se siamo vivi.

E preghi per me. Mi raccomando che metta a posto i conti: è un modo per andare avanti d’accordo con la Provvidenza.

Saluti a tutti.

Suo

Don V. Cimatti


P.S. - In caso dovessi venire sabato, fare in modo che Domenica possa essere in sede: è Pentecoste e vi è molto lavoro in giro.

2280 / Dal Fior Luigi / 1939-5-22 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



22 maggio 1939


Dal Fior carissimo,

Il nostro bravo Don Tanguy della casa di Maretz, scrivendomi, fa capire che gradirebbe qualche tuo scritto che lo assicurasse che ora che sei prete, lo ricordi nella S. Messa. Vedi dunque anche con semplice cartolina di dargli l’annunzio ed anche dargli notizie della scuola. Gli farai tanto piacere.

E procura poi di amare e far amare la Madonna.

Tuo

Don V. Cimatti


Un pugnello a Cella.

2281 / Ricaldone Pietro / 1939-5-24 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


24 maggio 1939

W Maria Aus.


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Ho scelto la data della Mamma. Grazie delle sue preziose risposte: saranno eseguite.

Torno ora dalla chiesa ove ho assistito alla Prima Messa e dove ho pregato, si capisce anche per Lei, come ogni giorno.

E mi sono lamentato colla Madonna, perché i Superiori:


            1. Non abbiano ancora trovato e l’Ispettore e il Prefetto Apostolico da sostituire con quel… (qui dissi il titolo che mi conviene) di Don Cimatti;

            2. Non abbiano ancora trovato il Maestro dei Novizi, e così sia chiusa la possibilità a quelli che attendono di iniziare il noviziato: (deve essere davvero una fenice, se fra 12.000 salesiani non si riesce a trovare);

            3. Non abbiano ancora trovato almeno un buon professore di teologia per iniziare finalmente il nostro studentato teologico regolare; (non mi riesco a capacitare come i Superiori o gli Ispettori riescano a trovarli per gli altri o per il loro studentato, e non si riesca a trovarli qui);

            4. Di tante altre cose mi sono lamentato, fra cui di essere ancora lontano nella via della santità.


Mi aiuti adunque anche Lei: sto diventando un ferro vecchio, arrugginito assai, e se non si fonde, serve più a niente.


          1. Salute discreta: prodromi che s’invecchia e si arriva alla fine.

          2. Lavoro ce n’è, ma mi pare sempre più inconcludente, non ci si muove né in missione (e specialmente in missione mancano personale e mezzi, e più la buona volontà di questi buoni giapponesi di darsi a Dio) né a Tokyo.

Penso che finché i Superiori non potranno dare e personale scelto e milioni non si riuscirà a fare qui neppure una scuola professionale o agricola di terz’ordine. Non so che impressione abbiano avuto i Visitatori, ma per noi tutti c’è questa convinzione: se la Congregazione deve e vuole farsi onore in Giappone non c’è altra via, perché bisogna essere almeno alla pari con loro, se no bisognerà accontentarsi e basire senza concludere.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, supplico trovino l’uomo che con slancio giovanile si lanci in questa impresa – per il bene della nostra Congregazione cara.

Il povero sottoscritto, che si è voluto ornare del pomposo titolo di “Kakka” (Monsignore in Giappon..Oh, come mi sta bene! Proprio per me nei momenti solenni è la più bella meditazione sul “vanitas vanitatum!), non può da Miyazaki lavorare per Tokyo: penso che sia chiaro.

          1. Pietà, regole: oh, se non ci fosse questo fulcro, buona notte.

          2. In questo mese mi sono trovato in tono minore e per le pratiche di pietà e in genere per il lavoro: fiacchetto, irregolarità di orario (sto facendo le visite canoniche e salesiane), non troppo slancio nell’impiego del tempo, nella preparazione alle scuole (così per non perdere l’abitudine!), alle prediche, ecc.

          3. Mi abbatto facilmente quando sento di non essere compreso o corrisposto – ma che farci, se non riesco a comandare, ecc.?

          4. Carità, mi pare bene.

          5. Dalle visite (farò poi relazione particolareggiata nel prossimo giugno) mi pare che la massa dei confratelli sia a posto.


Vi sono corde che per malattia o il nervoso (la pessima e più grave comune malattia materiale) o per precedenti, hanno bisogno di essere tirate su…

Oh, se il Giappone fosse più vicino! Quanto ne guadagnerebbero spiritualmente specie i confratelli coadiutori! Bisogna pur dire che l’antico stampo (se non si sta attenti) si va perdendo. Ho specialmente uno (Ragogna) che ha bisogno di forti iniezioni, che non si trovano che presso Maria A. e Don Bosco e i Superiori, e purtroppo non si possono inviare fin là. Ne avevo già scritto al Sig. Don Berruti. Vedremo quid faciendum. Come vede non posso offrire che la mia meschinità.

Preghi per me: che almeno mi salvi e riesca a compiere il mio dovere.

Ci benedica tutti.

Suo figlio

Don V. Cimatti, sales.

2282 / Berruti Pietro / 1939-5-24 /


64 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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24 maggio 1939

W Maria


Amatissimo Sig. Don Berruti,

Supplico fin d’ora, pensi:


              1. All’Ispettore per il Giappone,

              2. Al Maestro dei novizi,

              3. Ad un buon professore di teologia morale,

              4. A qualche coadiutore (lavoratore agricolo e qualche buon capo d’arte, falegname, elettricista).

Corrono voci ufficiose che Don Tanguy torni in ottobre. Da Maretz mi scrive che sta bene, ha molto lavoro (più che in Giappone) e che l’Ispettore ha trattato o tratta coi Superiori. Deo gratias! In caso che si fermi:

              1. Uno in sostituzione di Don Tanguy.


In risposta poi alla lettera carissima sua del 20/4, mentre accuso ricevuta e tengo nota:


            1. Per la propaganda ho diramato nota ai missionari. Se si sapesse le porzioni date agli altri missionari, Don Cimatti – e penso altri – non avrebbe difficoltà a dare eventuali indirizzi, e sarebbe disposto a riceverne. Sto lanciando le nuove pietre nel bellissimo campo affidatomi (e sono belli tutti: basta muoversi – Ispettoria Lombardo-Emiliana) e se i Superiori credessero che Don Pedro potesse… Ma è meglio non arruffi la matassa… E poi dovrà lavorare in Spagna: lo facciano lavorare e lo mettano di fronte alla realtà.

            2. Per Don Tanguy, ut supra: facciano i Superiori. Don Cimatti non insiste né per una permanenza, né per un ritorno: si veda il bene dell’individuo e il bene generale. Domando solo di sapere (si fieri potest) sì o no, viene o non viene?

            3. Per il ch. De Kruyf non mi parlò di necessità. È un bel tipo, buono, olandese (non so se Lei conosce lo spirito di questo buon popolo… Traffico, interesse… È tutto lui).

            4. Per i due sacerdoti: Don Frantzen è allo studentato e sta terminando la teologia (già diede esami) e finirà in Giugno. Don Demleitner fu allo studentato ove diede esami (finirà in giugno) e da un mese è a Nakatsu ad aiutare Don Dumeez. Rassicuri i colleghi Don Tirone ed il mio buon Don Renato, che penso siano a posto… Ed in caso sarei ben felice che per l’infrazione (se ci fosse) Don Cimatti fosse deposto.


E ancora una cosa.

Si è cercato di lavorare sul sodo per la fondazione di Kawasaki. Case non si trovano, ed allora si è cercato un terreno (1500 tsubo, oltre 5000 mq) è in buona posizione a 24 Yen allo tsubo; totale circa Yen 36.000.

L’Arcivescovo ed altri sono disposti a imprestare i soldi restituibili in tre anni. Mettendo la chiesa (uso parrocchiale), S. Ecc. pagherebbe il parroco. Lei sa in che condizioni ci troviamo: i Superiori si sentono di venirci in aiuto? Lei sa che la Congregazione vuol affermarsi in Giappone, è necessario personale ottimamente attrezzato per scuole professionali e agricole e denari – se non possiamo concludere che con miseriuole, come in missione, ed anche ora a Tokyo: l’ultima, più modesta scuola professionale del mondo salesiano è certo superiore alla nostra. Lei sa in che condizioni ci troviamo: i Superiori si sentono di venirci in aiuto? E allora? Personalmente Don Cimatti non può lanciarsi nell’impresa, anche pensando se al Signore piacerà, al prossimo Ispettore, che si rende sempre più necessario, e che spero a quest’ora sarà eletto.

Ad ogni modo è necessario il permesso, il parere dei Superiori per questa impresa, ed ecco il motivo della richiesta.

E concludo: preghi per me Maria A. e Don Bosco e per noi tutti.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti



P.S. - Un ringraziamento (e assicuro preghiere) ai cari confratelli dell’Ufficio missionario che tanto lavorano per noi. Quando può inviare, le offerte sono sempre attese.

2283 / Grigoletto Giuseppe / 1939-5-24 /


65 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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24 maggio 1939

W Maria A.


Carissimo,

Più in fretta che si poteva (ma arriveranno in ritardo) si fece quanto desideri per la Compagnia del SS.mo Sacramento: ha prodotto e produrrà del bene. Graditissimi anche perché i nostri seminaristi studiano l’italiano. Magnifici i distintivi!

Grazie di quanto fai per il nostro studentato. Oh, che bel premio in Paradiso!

Le foto furono inviate: il guaio è che non ricordo più di che genere erano. Se sono necessarie, dimmi di che specie…

Sto facendo le visite canoniche e ispettoriali… e quindi sono in ritardo…

Prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - E saluta omnes et singulos. Hanno affidato per la Propag. miss. l’Ispettoria Lombardo-Emiliana al Giappone; se conosci persone o ti è possibile avere libri recenti di indirizzi di ogni genere… Tanto per cominciare a dissodare…

2284 / Cecchetti Albano / 1939-5-25 /


66 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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25 maggio 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie delle foto e della lettera sua.


l. Per Arai forse non mi sono spiegato. Lo si congeda perché non si riesce a togliergli il grave difetto di indebitarsi. Si fa presto a dire non gli si pagano, ma dopo non molto tempo egli si fa imprestare soldi dai cristiani, non paga il fitto, ecc., e Lei vede arrivarsi in casa gente che pretende esser pagata, perché si sa che egli è impiegato alla missione – e la gente finisce col prendersela colla missione, coi cattolici e con l’individuo come cristiano. E lui che ti fa? E la moglie? Perché interrogato se ha debiti non parla? Anzi nega? Perché se non gli basta lo stipendio, non dice nulla? Anzi dice che gli basta? Perché avuto l’annunzio, non si comporta da buon cristiano, neppure alla domenica? Mah! Per tutto il resto Lei ha ragione, ma dica Lei, come farebbe a correggerlo? Se viene a Beppu (e naturalmente non possiamo impedire che non conduca la signora) temo che verrà la discordia tra i cristiani, mentre ora vanno benino. Quindi non è la questione del lavoro che manchi: è questione che a Beppu abbiamo dovuto pagargli i debiti; con tutte le minacce fatte, a Miyakonojo idem; ed ora idem, e sarà così, a meno che non si riesca a cambiargli tale abitudine. Quid dicam?

2. Bene per l’orario – preferirei (perché il venerdì ho scuola) venire nel pomeriggio di venerdì, non al mattino.

3. Se per voi va bene, è inteso allora adunanza missionaria al 1° venerdì del mese di giugno – invierò programma adunanza o a Lei o ai singoli missionari.

4. Strano che siamo ancora in aria per Masiero – pensavo che fosse già finito. Vedo oggi Don Margiaria e sentirò qual è il motivo… Pensavo che nella nota inviata avesse incluso…

5. Con Nishida Don Cimatti ha stabilito nulla: è con Don Cecchetti che devo stabilire.


Se ricorda le accennai la cosa ritornando dal Cimitero: Lei mi disse che non era conveniente e allora, pace.

Dunque, caro Don Albano, coraggio e preghiamo e… arrivederci.

Suo

Don V. Cimatti


P.S. - Saluti a[d] Arri e a tutti. Al bravo Mario dica che l’esito della mia pratica devono darglielo i Superiori: non posso certo di qui sapere quanto lui desidera. Per il resto non posso che pregare: caro Don Cecchetti, penso di aver carità come Lei, ma penso che se abbiamo in mano documenti (parroco o altri) è meglio rispondere che non possiamo.

2285 / Circolare Salesiani / 1939-5-26 /


67 ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria Salesiana S. F. Saverio

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26 maggio 1939


Carissimi,

Al mese della Madonna fa seguito quello del S. Cuore e con non minore slancio dobbiamo celebrarlo e farlo celebrare.

Tutta la nostra Missione e la nostra cara Congregazione sono consacrate al S. Cuore; varie delle nostre Opere lo hanno Patrono principale e speciale. Specialmente noi missionari ricordiamo le promesse del S. Cuore ai suoi devoti e cerchiamo di ottenerne gli effetti a vantaggio delle anime a noi affidate. Voi tutti amate teneramente Gesù e sono sicuro che non lascerete intentato mezzo alcuno perché riesca fruttuoso per noi e per i nostri cristiani.

Il mese di Giugno sapete che è il mese dei Rendiconti amministrativi, è il mese delle Relazioni alle autorità ecclesiastiche e religiose. Raccomando vivamente che ognuno faccia con senso di responsabilità anche questo dovere per quanto increscioso possa sembrare, e lo si faccia con sollecitudine.

Incomincio con due richieste: una del Ministero delle Finanze in Giappone, ed una del Rev.mo Signor Don Berruti. Sono risposte personali. Prego mi si inviino anche in bianco i moduli dicendo che non si ha nulla da rispondere, ma TUTTI sono pregati di rispondere. Per il 15/6 i moduli debbono essere a Tokyo e gli altri al più presto a Torino; mi si risponda dunque al più presto, ripeto, anche negativamente.

Fra breve altro lavoro per voi: è dovere e facciamolo tutti meglio che sia possibile.

Raccomando alle preghiere di tutti la mamma del nostro ch. De Kruyf deceduta.

Il Signore vi rimeriti di questa carità e di quella che userete rispondendo presto e bene al

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2286 / Ferrari Giacomo / 1939-5-26 /


68 a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone

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26 maggio 1939


Giacomo carissimo,

Maria A. ti guidi al S. Cuore. Allegro e buono.

Fammi dei miracoli, il primo: “che noi due ci possiamo fare santi”.

Ti ricordo cotidie.

Tuo

Don V. Cimatti

2287 / Ricaldone Pietro BS / 1939-5-31 /


69 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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LA MADONNA DI DON BOSCO IN GIAPPONE28


31 maggio 1939


Rev.mo ed amatis.mo Sig. Don Ricaldone,

Al chiudersi del mese di Maggio, anche i suoi figli del lontano Giappone, come modesto omaggio riassuntivo per onorare la Mamma celeste, vogliono parlare di Lei ai nostri cari Cooperatori e Cooperatrici.

Quando quattordici anni fa siamo arrivati in Giappone, era naturale e doveroso per noi propagare la devozione alla Madonna sotto il bel titolo di Ausiliatrice o di Madonna di Don Bosco.

Trovammo già il terreno preparato perché nelle cristianità giapponesi ab antiquo è fondamentale la devozione alla Madonna.

L’opera di evangelizzazione del Giappone, iniziata da S. Francesco Saverio il 15 Agosto 1549, festa dell’Assunzione di Maria, è sostanzialmente a base di preghiera e di catechismo, di devozione a Gesù Crocifisso e alla Vergine. Prima di tutto il Santo fa pregare i catecumeni e neofiti col segno della croce col Pater e Ave, affinché sappiano domandare a Dio l’accrescimento della fede e la grazia di osservare la sua legge. Fa’ loro recitare il Confiteor per abituarli alla confessione quotidiana dei peccati, dà loro in mano la corona del Rosario.

Non avendo altri oggetti di pietà a disposizione, S. Francesco dona ai primi cristiani piccoli sacchetti di seta, che contenevano scritto di sua mano il Credo o i SS. nomi di Gesù e di Maria.

Al primo convertito Michele, messo a capo della incipiente prima cristianità, dona un’immagine della Madonna ed una disciplina. L’immagine di Maria sarà buona medicina per le anime. “Quando voi desiderate il perdono dei peccati, inginocchiatevi davanti all’immagine e pregate Nostra Signora di ottenervi il perdono dal suo Figlio”.

La disciplina era per la sanità del corpo. “Se qualche cristiano o pagano è assalito dalle febbri, gli si diano dolcemente tre colpi di questa disciplina, invocando i santissimi Nomi di Gesù e di Maria, e l’ammalato guarirà”.

Alla sua partenza dal Giappone (1551) S. Francesco lascia quattro o cinque cristianità con circa duemila neofiti: piccole oasi nel gran deserto di anime, ma il seme è gettato. Accudito amorevolmente dai Padri della Compagnia di Gesù, e più tardi dai Francescani (1593), dai Domenicani (1601) e dagli Agostiniani, dà frutti ubertosi di conversioni, e Maria maternamente vigila sempre sul lavoro dei missionari.

Scoppia e infuria la persecuzione per 259 anni. Il lavoro di apostolato fatto dai missionari in profondità, poggiato sulla granitica base di Gesù Crocifisso, e nascosto sotto il materno manto di Maria, non perirà. La scintilla della fede è affidata alla fedeltà degli umili cristiani, difesa da un’organizzazione forte e semplice.

Anche nel tempo della persecuzione stringe sul suo petto la formula della fede e i SS. Nomi di Gesù e di Maria o sgrana devotamente la Corona del Rosario, questa ammirabile fonte, che non cessa di abbeverare le anime delle acque della grazia; anche in questo tempo la statuetta della Vergine (sia pure sotto le forme della Kannon buddista) orna le povere dimore dei perseguitati.

La Chiesa giapponese sembra annientata per la diuturna, sistematica lotta: ma non dispera; ben si può dire di Lei “in silentio et in spe erit fortitudo eius”.

La Società delle Missioni Estere di Parigi dall’anno 1844 invia i suoi missionari. Fra di essi Padre Forcade riesce a sbarcare, e mette il Giappone sotto il patrocinio del Purissimo Cuore di Maria.

Finalmente nel 1858 il Giappone apre i suoi porti alle potenze straniere, e con esse rientrano i missionari. A Nagasaki si erge la prima chiesa dedicata alla Regina dei martiri e ai martiri giapponesi: e così Maria riprende il possesso del suo trono, e vi chiamerà attorno i discendenti dei cristiani rimasti fedeli.

Ed essi si manifesteranno al missionario, proprio davanti alla statua della Madonna, che li riaffida così ai loro pastori.

È nota in Giappone la leggenda del martire Bastiano, cui si attribuiscono profezie, che sostenevano il coraggio e le speranze dei cristiani. “Guardate verso l’alto mare! Ecco i vascelli delle prue dipinti in nero, e coll’insegna e il nome di Maria sulle vele. Ritorneranno dopo sette generazioni i missionari: quelli che li ascolteranno saranno salvi. E allora potranno di nuovo in pubblico pregare e cantare i cantici di gioia”. E come è bello pensare ai tribolati cristiani del periodo delle persecuzioni, che dalle loro isole vanno esplorando sul vasto mare l’arrivo delle navi nere su cui sventola [al vento] il vessillo di Maria, e che devono portare i loro missionari!

Si può dire che presentemente la massima parte degli ordini e congregazioni maschili e femminili cooperano all’apostolato missionario, fiancheggiando i missionari propriamente detti e coadiuvandone gli sforzi con numerose opere scolastiche, di assistenza sociale e di beneficenza.

È naturale che tutti, nessuno escluso, propagano la devozione alla Madonna, secondo lo spirito delle rispettive istituzioni. Oh, il concetto di mamma, così caro e compreso dal cuore del giapponese, ha certo una grande efficacia nella propaganda cattolica. E Maria non è la mamma nostra? Non anche la mamma loro?

Anche i Figli di Don Bosco, benché ultimi arrivati nel lavoro dell’apostolato missionario in Giappone, non potevano non propagare la devozione alla “Madonna di Don Bosco”, non solo nella Prefettura Apostolica di Miyazaki loro affidata, ma anche per tutto l’Impero. Si sparsero statue, immagini, medaglie; si fece nota l’Associazione dei devoti di Maria A., aggregata canonicamente alla centrale di Torino; si istituirono associazioni religiose intitolate al suo nome, si celebrarono con solennità le sue feste; i sacerdoti fanno molto uso della benedizione di Maria A.; ed i nostri poveri cristiani concorsero nel modesto limite delle loro forze all’ampliamento della nostra cara Basilica; una delle nostre cappelle (Beppu) è dedicata al suo nome.

Dal canto loro le buone Figlie di Maria Ausiliatrice (che proprio il 24 di maggio fecero il loro ingresso in Tokyo) non stanno colle mani in mano, e gareggiano coi salesiani per amare e far amare la Madonna.

Anche le belle arti in Giappone cominciano a portare il loro contributo per onorare Colei che è tutta santa, tutta bella, ragione della nostra speranza.

Non è difficile sentirla lodare colle produzioni musicali dei massimi artisti musicali – già si fanno buone riproduzioni dei capolavori di pittura, e tentativi di lavori prettamente giapponesi in questo campo raccolgono il plauso e l’incoraggiamento di quanti sta a cuore il culto della Vergine santa, anche come mezzo fondamentale di apostolato, essendo Maria la Regina degli Apostoli.

Oh, desidereremmo di essere tutti altrettanti Don Bosco per propagarne la devozione, il culto, e più per sentirne i benefici effetti.

Preghi per noi amatis.mo Padre e ci benedica.

Don V. Cimatti



2288 / Del Col Luigi / 1939-6-1 /


70 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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1 giugno 1939


Carissimo Del Col,

Mese del S. Cuore. Tu che ci sei vicino, sfrutta specie in questo mese la situazione, tanto più che è anche il tuo onomastico in questo mese; e voglio essere dei primi a farti gli auguri.

Che possa essere amante di Gesù Eucaristico come lo era S. Luigi.

Allegro. Saluta Gesù da parte mia.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Salutami anche il tuo aiutante e digli che sia sempre allegro.

2289 / Visita a Miyakonojo / 1939-6-4 /


Visita canonica all’Opera salesiana di Miyakonojo


Vis. Miyakonojo

4 giugno 1939


Ho fatto la prescritta visita regolamentare e canonica e non ho che da ripetere quanto fu constatato dai Visitatori, e formulare le più belle speranze per l’avvenire. Il Signore benedica gli sforzi di questi cari confratelli e conceda molti meriti in cambio delle poche consolazioni che ricevono dal loro lavoro, accresciuto anche per il licenziamento del Catechista.

È difficile formulare pronostici per l’avvenire: non vi è al momento che da attivarsi sempre più nello spirito di pietà ed osservanza della regola, normalizzando alla perfezione la vita di comunità, prodigarsi nelle opere di carità, nell’oratorio, accudendo con calma e pazienza i cristiani e quante anime il Signore invia alla Missione.

Don V. Cimatti

2290 / Berruti Pietro / 1939-6-7 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



7 giugno 1939


Amatissimo Sig. Don Berruti,

Anche a Lei, buon S. Pietro. Può immaginare che faranno in quel giorno i missionari in Giappone e specie Don Cimatti per Lei.

Grazie a nome di tutti per quanto fa per noi. Ed ora:


  1. È ancora sospesa la questione con Don Braga, d’intesa con Lei, accollai su di lui un debito che da anni trascino con lui, quanto Lei generosamente disse di voler pagare pro Visitatoribus (Yen 500). Siccome mi si manda da Erode a Pilato, e naturalmente Don Cimatti fa altrettanto con Don Parisi che mi invia il conto, andrebbe bene sapere se i Visitatori fanno o no la loro parte o se deve aggiustare tutto Don Cimatti. Non discuto: domando o un sì o un no, se no la faccenda passa in prescrizione e…

  2. Le raccomando il personale per noi. Se il bravo Floran sarà in grado di venire, niente di male, anzi…

  3. Spero inviare a giorni i moduli riempiti dai confratelli da Lei inviati, da cui si potranno rilevare tante consolanti constatazioni… Specie per me, se sarò in vena gliele dirò.

  4. Il confratello Masiero non può assolutamente attendere al suo lavoro di sarto e per malattia che progredisce (nervosismo e nevrastenismo) e perché impari. Già l’anno scorso si sperava un buon sarto. Se trova anche un falegname…

  5. A Kawasaki (Yokohama) vi è un bel terreno di 1300 tsubo a 35 Yen allo tsubo. Si può prendere tutto a metà e un terzo. Già feci proposte. Che mi rispondono i nostri buoni Superiori?


Insisto sul canone fondamentale: in Giappone buon personale e soldi, se no, non si conclude.

E preghi per me nel bel mese del S. Cuore. Oh, se il Signore mi pigliasse con sé!

Suo

Don V. Cimatti


E quando le note che il suo ufficio regolarmente invia (ossequi al buon Bisi e l’altro nome difficile) diverranno realtà o sonante o cartacea? Se no, ad quid?

2291 / Braga Carlo / 1939-6-7 /


71 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina

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7 giugno 1939


Carissimo Don Braga,

Il buon Don Parisi fa il suo dovere nell’inviarmi i conti – ma ti pregherei che liquidassi definitive con Don Berruti, quanto e Lui e Tu mi dite esser calcolato come saldato, e che in pratica né da te né da Don Parisi né da Lui è stato riconosciuto. Dunque… Vedi di interessarti: per quanto rimane detratti i 500 Yen, dimmi che somma posso pagare per te in Italia a saldo totale.

E avanti, Carlo mio, sento una voluttà di santità e non ci si riesce.

Mah! Preghiamo ad invicem.

Tuo

Don V. Cimatti



2292 / Ricaldone Pietro / 1939-6-8 /


72 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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8 giugno 1939


Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Permetta che nella bella occasione del suo Onomastico la famiglia salesiana del Giappone, come la più lontana, le sia la più vicina nell’affetto riconoscente, nella preghiera e nell’omaggio devoto di filiale e deferente ossequio.

Grazie di quanto fa per noi, continui ad aiutarmi fortemente, se no sono perso.

Non abbiamo doni da offrire, altro che il cuore e buona volontà: ci aiuti a farci santi.

Don Cimatti le invia il prescritto rendiconto con osservazioni, affinché possa capire in che condizioni ci troviamo. Preghi per me e mi benedica in modo speciale.

Suo aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.


Rendiconto generale Giugno 1938 – Giugno 1939

Dell’Ispettoria giapponese

al RETTOR MAGGIORE


OSSERVAZIONI GENERALI


a) La mancanza dell’Ispettore non rende possibile la vigile cura al personale in formazione… lo sviluppo delle opere della Congregazione, quello della stampa e cooperazione salesiana e quello delle vocazioni salesiane.

b) Urge un po’ di personale (ma buono) per organizzare lo Studentato filosofico, che dal punto di vista scolastico è a terra, e più lo studentato teologico. Gli studi al Gran Seminario di Tokyo non sono studi salesiani: pur avendo vantaggi dal punto di vista missionario (prestigio, lingua, conoscenze).

c) Urge un buon Maestro di noviziato. La difficoltà è anche questa: per quanto i giapponesi possano imparare l’italiano è difficile che l’imparino in modo da seguire le conferenze in italiano.

d) Se si vuole lo sviluppo delle opere salesiane in Giappone occorre il personale ben preparato: non potremo fare a meno del personale giapponese finché non avremo un personale tutto giapponese salesiano, che bisogna dire, nelle loro arti sanno bene il fatto loro. Se il confratello, almeno col prestigio dell’arte non sa tenersi su, ne perde in tutti i sensi di fronte ai giovani e ai parenti, e più (purtroppo) nella sua vocazione, perché si scoraggia. Ah, l’essere straniero, che débâcle in questo Paese che è all’inizio dell’evangelizzazione! Ed occorrono mezzi, se si vuol concludere qualche cosa, dato quanto essi hanno, si può dire, ormai in ogni campo.

e) Bisogna che i Superiori vengano in aiuto per mantenere il personale salesiano: ma pensino alle angosce del povero Ispettore e del Direttore di Tokyo per dare il pane ai nostri studenti!


Il Prefetto Apostolico per dare da mangiare a tutti si è indebitato, perché non posso fare distinzioni di casse (come vorrebbero i Superiori), ed è inumano domandare che si restituisca a chi non ne ha. Il sussidio di Lire 25.000, caritatevolmente concesso dai Superiori per lo studentato, serve al massimo per un trimestre. E allora?



Casa di Mikawajima, Tokyo. In attesa della decisione dei Superiori su Don Tanguy (anche questa, permetta, amat.mo Sig. Don Ricaldone, è una bella storia! Ah, se non amassi e credessi nella volontà di Dio!…), ho delegato Don Dupont. Al momento fa bene.

Non è a posto il coad. F., nervoso, ammalato di disturbi organici che gli fanno sopportare una lotta fortissima… Ah, perché mandare in missione questi poveri confratelli?


SCUOLA PROFESSIONALE DI TOKYO. Troppi lamentano la poca paternità di Don Margiaria e il far dipendere troppe cose dal soldo. Per questo un po’ tutti i confratelli ed anche esterni sono alienati da Lui, specie nella questione stampa. È uno che sa fare i soldi e li sa tenere stretti bene, e Deo gratias! Ma per me quando ne va di mezzo la carità e la formazione del personale… non capisco più niente.

Per i confratelli: il coad. M.: ammalato e coad. P. carattere difficile assai; anche questi due non erano tipi da… Giappone.

Il ch. C. ebbe forti crisi di vocazione. Carattere superbietto, è troppo rude coi giovani, e guai non seguire il sistema di Don Bosco coi giapponesi! Oh, quante vocazioni – penso – abbiamo perduto per i nervosismi (e non è loro colpa!) di vari confratelli. Il buon Don Margiaria, data la sua posizione, aderenze, buon maneggio della lingua e il suo carattere, può essere in pericolo, dovendo trattare molto cogli esterni.


STUDENTATO TOKYO. Come già accennai, preoccupazione per la parte amministrativa, mancanza di personale. Fortunatamente i confratelli corrispondono (quelli in formazione) ed al momento non c’è nessuno che dia veri fastidi o forti apprensioni.

Abbiamo il bravo Don E. che colle sue idee sul rispetto che si deve al Confessore, fa di tanto in tanto delle scenate che rompono la buona armonia. O i Superiori non lo conoscevano, o se lo conoscevano, l’averlo mandato in missione non è un regalo per noi. Pazienza e Deo gratias! Ma si aliena gli animi e ne proviamo tutte le conseguenze, che cioè finiamo col non avere proprio quello che è più necessario in una casa di formazione. Per me, non sapendo come fare, ho autorizzato tutti gli autorizzabili (come in missione). Si sperava da molti che al Capitolo Generale si sarebbe detta una franca parola: perché anche in Italia sul confessore (posto a tavola, nelle adunanze) vi sono pareri molto diversi. Finché non ho altri, tireremo avanti come si può; ma certo non è possibile che questo modo di fare l’abbia acquistato in Giappone: il carattere ombroso, suscettibile non si manifesta a cinquantanni. Mah! Fiat voluntas Dei!

NAKATSU. Ho potuto fare la comunità regolare (2 preti, chierici e coadiutori) o meglio più regolare di prima. Il coadiutore giapponese è un carattere un po’ difficile. Don Dupont tende più all’agro che al dolce, ma speriamo che si vada in porto.

OITA. Con don Marega ho messo un prete: meglio che niente. Il bravo Don Marega è nervoso ed ha dei momenti in cui ci vuole più che la pazienza di Giobbe. Ed anche questo stato di cose è dalla gioventù; mah! Voglio sperare che i Visitatori l’abbiano compreso: per me no so che dire, ma questo nervosismo e lingua e maniera di valutare persone e cose, non è certo sempre edificante. Che dire di queste malattie?

Oita è vicina a Beppu: quindi aiuto vicendevole.


BEPPU: casa di ammalati. Due sacerdoti (Don Cecchetti e Don Arri). Don Cecchetti soffre di emorroidi ma si dubita si tratti di cancro o ulcera intestinale – e non si può operare – perdita di sangue, ecc. Don Arri è tisico. Don Cecchetti ha anche la cura delle Figlie di Maria Aus. Ah, il Signore se mandasse un po’ di personale per accudirle… ma sono belle tipesse anche loro!

Ad ogni modo è la casa più povera: non ho soldi per fabbricarne una, e temo che un giorno o l’altro mi rimangano sotto…

TAKANABE. È da tempo chiusa perché non ho personale. Si va a dire la Messa per la zona con una dozzina di comunità cristiane (piccole cellule), per non perdere quelle povere anime. Ma non è possibile fare un passo in avanti, posto il principio della non residenza in posto; e non posso mettere un gruppetto di confratelli, perché non ne ho: se la intendano i Superiori col Signore e con S. Madre Chiesa.


MIYAKONOJO. Con due confratelli: non ho potuto dare altro aiuto per rafforzare la piccola comunità (Don Bernardi, coad. Maccario: caratteri un po’ forti – il coad. assai nervoso, ma di pietà e sacrificio e lavoro – sia pure a modo suo). Quid facere?


TANO. Da tempo chiusa per mancanza di personale. È accudita da Miyakonojo. Il sacerdote va alcuni giorni alla settimana per sostenere quella fiorente cristianità di 160 cristiani. È la migliore di tutte. Mah! Non posso disubbidire ai Superiori, dopo le staffilate prese dai Visitatori… Fui incolpato della perdita di Don Lucioni e di Don Carò… Bonum mihi, Domine, quia humiliasti me.


MIYAZAKI MISSIONE. Nulla di speciale – casa regolare. Dovrebbe essere la sede dell’Ispettore e Prefetto Apostolico: in pratica ho trasportato tutto al Seminario, quando dovetti prendere anche quella direzione. Come Prefetto Apostolico non ho sede: non ho mai avuto i soldi per dare (come tutti gli altri colleghi) una casa ad hoc; e sarebbe utile, per non dire necessaria. A Miyazaki in casa non vi è posto.


MIYAZAKI SEMINARIO. Nulla di speciale. Casa regolare. Come le scrissi (e ne scrissi al Signor Don Berruti) vi è il coad. Ragogna che ha bisogno, sia pure breviter, di iniezioni che sono solo possibili in Italia presso i Superiori. Ah, peccato che il Giappone sia così lontano!


MIYAZAKI OSPIZIO. Non è propriamente casa salesiana, ma come scrissi ai Superiori, vi è la possibilità per non dire necessità di iniziarla. Don Cavoli, Coad. Bealessio e Rosso fanno una piccola comunità per educare i primi orfanelli, e Don Cavoli dà forma definitiva al nuovo Istituto. Il lavoro attuale è essenzialmente agricolo. La casa di abitazione è vicina al Seminario e quindi a tiro…


FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE. Finalmente il 24 Maggio entrarono a Tokyo ed ho loro affidato ex-integro l’asilo di Mikawajima e pian piano rileveranno il resto, che quando avranno costruito trasporteranno in sede propria. Vorrebbero un prete per loro (a Beppu), ma non posso neppur pensarlo con la crisi di persone.

Mi pare si mantengano in buono spirito, ma troppo chiuse per essere missionarie.

Lasceranno Miyazaki, ma la missione non può absolute rilevare l’Opera loro e tanto meno la proprietà.



[manca]

2293 / Zerbino Pietro / 1939-6-9 /


73 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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9 giugno 1939

Carissimo,

Al solito… e prega per me, specie nel mese del S. Cuore. Oh, ne ho bisogno immenso.


Tuo

Don V. Cimatti

2294 / Colombara Vincenzo / 1939-6-9 /


a Don Vincenzo Colombara, ex-allievo di Valsalice, salesiano



9 giugno 1939


Carissimo,

Grazie della canzone sulla vanità: bella davvero… Sembra un po’ alle nostre poesie e alla mia musica da 2 soldi. A proposito, al bravo Don Roberto grazie della bella musica: auguri che salga sempre più ad majora fino alla musica del Paradiso. .

Quanto al resto, caro mio Vincenzo da Paola… (e se mi dimenticassi allora, intendo di fare ora gli auguri) è proprio così.

a) Dio e Lui solo;

b) E quando abbiamo fatto tutto il possibile, non c’è che intonare il “servi inutiles sumus” (mette la musica) e buonanotte!


Optima expeditio in Inspectoriam quattuor seminaristarum infectantium terram bonam… Quanto al “cercer mormorans” ne scrissi recentemente anche al Rettor Maggiore perché è l’epidemia, per non dire l’endemia, delle Comunità religiose, e penso che poche al mondo ne siano esenti. Per me il mormoratore (se veramente tale… V. Teologia… non può star in casa) o direi meglio il mormoratore religioso (che si può piuttosto dire critico) è l’uomo pessimo che distrugge e non fa – e quindi vale zero davanti a Dio e agli uomini – in fondo è il superbo, “Deo odibilis et hominisbus”: scusa assai la leggerezza, se no, meglio che vadano. Leggere quanto ha scritto con forza in varie occasioni il Sig. Don Ricaldone nei commenti alle strenne et alias, e parlarne in conferenze e rendiconto.

Il senso di paternità sta in questo, mi pare “che i confratelli capiscano che quanto facciamo è per il loro bene” e dirlo in pubblico e in privato – “desidero… aiutami a correggere in te… Domani pregherò per te” ad es. finita la Messa, a chi la serve “ho pregato per te” nell’onomastico, un richiamo et similia, e potendo condire tutto con semplice carità.

La Madonna? È naturale, deve entrarci sempre, e prima di dare un avviso a uno, ecc. l’“Ave Maria!”.

E concludo:


a) È certo che preghiamo a due (duetto) per ottenere tutto questo.

b) Ed è facile pure dire agli altri quello che si deve ed è per questo che S. Paolo pregava i cristiani (e Don Cimatti prega il de’ Paoli) che pregassero per lui “ne cum aliis praedicaverim, ipse reprobus efficiar”.

c) Colla devozione della Madonna, dà peso a quella del S. Cuore, se vuoi avere presa sui cuori: rileggi le sue promesse.


Viva viva S. Vincenzo!

Il Vincenzo de’ Paoli!

Rivolgiamo i nostri poli

al bel cuore di Gesù.

O Vincenzo Colombara

ti saluta dal Giappon

con un colpo di cannon

il Vincenzo di Gesù (vorrei esserlo!…).

2295 / Marella Paolo / 1939-6-13 /


74 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 13 giugno 1939


Eccellenza Rev.ma,

Permetterà che la famiglia salesiana in Giappone le presenti pur da lontano i sinceri auguri onomastici e assicurazione di molte preghiere, riconoscenti preghiere e rinnovata volontà di lavoro nell’adempimento del dovere affidato.

Accetti poi anche specialmente i miei poveri auguri personali: le devo tanta riconoscenza per un mondo di cose… Il Signore rimeriterà da pari suo.

E dal momento che è in patria e a Roma raccomando a V. E. di voler dire qualche buona parola in alto loco.

1) Et in primis, avendo occasione di parlare al S. Padre, voglia umiliare a S. S. i nostri ossequi ed incondizionata fedeltà alle direttive pontificie.

2) V. E. conosce le nostre necessità materiali: La supplico di voler dire una buona parola a Propaganda Fide, ed anche una non meno efficace all’opera del Clero indigeno. V. E. conosce i miei forti debiti col Seminario e conosce pure le necessità del medesimo. D. Cimatti non può dare quel che non ha ed attendo fiducioso anche dietro le sue raccomandazioni, che non resteranno certo senza effetto.

3) V. E. mi ha ripetuto molte volte che i Salesiani devono espandersi nei grandi centri, ma per riuscire in questo occorrono mezzi formidabili, che D. Cimatti non riesce ad avere. Non è certo colpa nostra se la Chiesa ci ha messo (V. E. lo sa) nella zona più povera – anzi per me ne sono contentissimo – pare anzi che il Signore ci vuole così, perché alla vigilia di un’espansione in zona dove forse potevamo riuscire anche come Salesiani a fare qualche cosa, tutto andò in fumo. Si era parlato prima di Kyoto, poi di Yokohama: erano magnifiche occasioni certo, come lo era Osaka (quella pure tramontata)… Gli eventi hanno portato che restassimo qui, e resteremo qui finchè ci lasceranno…

Se non c’era la guerra, eravamo più prossimi all’esodo o forzato o perché si sarebbe riuscito a preparare prestino il Clero indigeno: ne ho cinque sotto le armi, e questo rompe naturalmente il ritmo… Ad ogni modo è affare del Signore e Lui sa quello che è bene.

Ho voluto accennare al concetto dell’espansione Salesiana, perché, o avendo occasione di parlare coi Superiori nostri a Torino (e non la farà proprio una visita a D. Bosco a Torino?) o al nostro Procuratore D. Tomasetti a Roma, una buona parola anche su questo, chiarirebbe molte idee e darebbe buoni impulsi.

Perché non pensare anche ad un’espansione in Corea e Manciuria?

Abbia V. E. la bontà, arrepta occasione, di venirci in aiuto col parlare delle nostre necessità, col consiglio, con la preghiera. Le cose andrebbero assai meglio se non ci fosse in mezzo D. Cimatti, ma giacchè l’han messo e non lo vogliono togliere, responsabilità a chi tocca: per me tenterò di fare quel che posso, ma V. E. sa che posso assai poco – non so comandare, ecc.

Ah, mi lasciassero tranquillo a far scuola e musica! Mah! shikata ga nai! (= non c’ è che farci).

Vorrà poi V. E. presentare i miei omaggi al Cav. Suo fratello e famiglia e a quell’ottimo Mr. Arciprete, di cui confondo sempre il nome. Ah, quanti cari ricordi!

V. E. si riposi, ma torni presto, torni presto. A nome di tutti

Dell’E. V. Rev.ma riconoscentissimo

D. Vincenzo Cimatti


P.S. - Può essere che ci sia bisogno di una spinta per l’accettazione al Collegio Urbano del mio seminarista Yamaguchi Domenico di cui, come d’intesa con P. Candau, egli stesso inviò a Roma i documenti. Sono tre anni che tento… spero che sarà il buono…

- E per D. Cecchetti… nessun filetto rosso o gallone?…

- Vuole V. E. sentire alla radio un duetto con D. Margiaria?

2296 / Circolare Salesiani / 1939-6-14 /


75 ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria Salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 14 giugno 1939


Carissimi,

Il S. Cuore di Gesù da voi onorato e fatto onorare nel suo bel mese ci faccia degni delle sue promesse.

Nella precedente riunione mensile di Miyazaki e Oita abbiamo fatto insieme alcune constatazioni che ritengo opportuno ricordare e per comunicarle ai confratelli tutti e per praticarle il meglio possibile.


    1. Nelle parole e nel tratto si usi da tutti somma cortesia, pazienza e carità col personale che lavora con noi e alle nostre dipendenze, coi cristiani e con quanti dobbiamo avvicinare. Non sarà anche per mancanza in noi di queste doti, che tanti si sono allontanati e vengono alienandosi da noi? L’arrabbiarsi, il gridare o peggio, non è conforme certo allo spirito salesiano: sforziamoci di farci tutto a tutti.

    2. Si constatò pure che possiamo migliorare assai assai in tutta la nostra stampa, tanto per il modo di presentazione, che di correzione degli stampati, che di prontezza di spedizione: se non miglioriamo si frustra lo scopo e si sprecano i soldi e tempo.

Prima di prendere decisioni definitive al riguardo, pensiamoci, sforziamoci di correggere ed anche si usi la carità di avvisare o i responsabili o il sottoscritto di tutte le manchevolezze per potervi al possibile riparare.

    1. L’Actio Missionaria, i Cahiers, il nostro Don Bosco danno annunci di libri editi dalla stampa cattolica. Chi ne conoscesse altri utili alla propaganda abbia la bontà di segnalarli al Centro. Chissà che per il nuovo anno non si possa organizzare il necessario ufficio informazioni e stampa.

    2. Non stanchiamoci di dare impulso e proseguire con costanza il lavoro delle conferenze e visite agli ammalati; inoltre di moltiplicare i contatti personali, le simpatie alla missione ed alle opere della missione, e della nostra Società: abbiamo bisogno di tutto e di tutti. Persuadiamoci che la pesca delle anime non può essere fatta attualmente che con l’amo, non colla rete.

    3. Serve anche assai il saperci adattare alle costumanze giapponesi ed attuare quelle possibili in tutte le nostre residenze e case (offrite il té o surrogati, dolci, ecc.).

    4. Si constata pure la necessità di seguire con maggior cura e amore i neofiti e specialmente formare forti convinzioni nei catecumeni con un nutrito studio della religione. Alle volte l’affrettata preparazione al Battesimo e l’abbandono a sé dei neofiti dà luogo a veri disastri spirituali.

    5. Si tenga contatto diretto o indiretto costantemente coi cristiani sparsi (visite possibilmente mensili, lettere, buona stampa, ecc.).


Il mese di Giugno è il mese dei rendiconti: mentre registriamo il resoconto del nostro operato nel campo amministrativo e missionario, vi scongiuro, miei cari missionari e confratelli, di fare un po’ di resoconto intimo sugli effetti del nostro lavoro annuale.

Vi spedisco: Una copia del rendiconto amministrativo salesiano.

Il modulo per i dati generali del rendiconto alla S. Sede.

Un foglio per i dati notevoli della casa.

È necessario che ci diamo esatto conto dello stato REALE della nostra situazione amministrativa e missionaria, quindi:


                1. Si sia esatti nelle cifre.

                2. Si risponda a tutte le indicazioni richieste (nel dubbio si lasci in bianco).

                3. Per la valutazione dei prezzi attuali degli immobili, fabbricati, derrate, ecc. si interroghino esperti del luogo.

                4. Il tutto deve essere aggiornato e calcolato dal 1/7/38 al 30/6/39.

                5. È assolutamente necessario che il tutto pervenga al sottoscritto al più tardi per l’Otto Luglio prossimo. Con un po’ di buona volontà e con l’aiuto del personale di casa si può riuscire con tutta comodità.


Il Signore vi ricompensi di tutto questo lavoro diretto al benessere materiale e spirituale della nostra Missione e Pia Società. Preghiamo ogni giorno vicendevolmente.

Vostro nel Signore aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



N.B. - Chi preferisse inviarmi la cronaca completa niente di male: stralcerò quanto è utile inviare a Torino, che come sapete per ordine dei Superiori, ogni anno bisogna inviare copie delle medesime al Centro di Torino. Fate con tutta libertà.

2297 / Opera Hikari no sono / 1939-6-16 /


Opera Hikari no sono


Miyazaki, 16 giugno 1939

Festa del S. Cuore


Ritenendolo della maggior gloria di Dio e per il bene delle anime, colla presente dichiarazione autorizzo la Pia Unione femminile associata nell’esercizio di Opere di pietà e carità, eretta in Beppu sotto la protezione speciale del S. Cuore e che si propone di lavorare nelle Opere dell’Azione Cattolica.

In attesa del permesso della S. Sede a che detta Pia Unione possa essere eretta in Congregazione religiosa, come è desiderio delle associate, valendomi delle facoltà concesse dai Sacri Canoni, autorizzo detta Pia Unione a vivere in vita comune esercitandosi nella regola propria dell’Unione e vestire in casa e fuori l’abito prescritto.

La cura spirituale della Pia Unione è affidata ai missionari salesiani di Beppu.

Dato a Miyazaki…

Don V. Cimatti

Prefetto Apostolico di Miyazaki





2298 / Circolare Salesiani / 1939-6-24 /


ai Confratelli dell’Ispettoria Salesiana S. Francesco Saverio



Miyazaki, 24 giugno 1939


Carissimi,

Aderendo ad un desiderio espressomi dai missionari di poter avere il mese di Agosto a disposizione e per la preparazione della festa dell’Assunta e per essere in sede nel tempo in cui i ragazzi si trovano con relativa frequenza alla missione (essendo tempo di vacanza) e specialmente per avere un più largo margine a scambi tra confratelli per un po’ di riposo, le mute degli esercizi spirituali sarebbero così stabilite: a Tokyo dal 13 al 20/7; in Missione a Miyazaki-Seminario dal 23 al 29/7. I predicatori sono rispettivamente il Sig. Don Romani e Don Baratto per le meditazioni e Don Cimatti per le istruzioni. Prego i capi-residenza e i direttori di provvedere a che comodamente i confratelli tutti possano compiere questo importante dovere annuale, e nello stesso tempo disporre le cose in modo che i confratelli possano anche avere un conveniente periodo di riposo, specialmente quelli più bisognosi per la salute.

Dispongo che tutte le case e residenze siano designate come adatte allo scopo; intendetevi fraternamente per gli opportuni scambi, sono a vostra disposizione per eventuali dubbi e consigli; colla buona volontà di tutti e colla vera carità fraterna si appianeranno tutte le difficoltà. I nostri buoni suddiaconi e teologi mi hanno detto che sono a disposizione per aiutare i confratelli delle case; in caso di necessità pigliate gli opportuni accordi col nostro Don Bovio.

Vari confratelli che abbisognano di cure speciali a Beppu, si accordino col loro direttore o capo-residenza, che farà le opportune pratiche col Sig. Don Cecchetti: sapete che la casa di Beppu è piccola e che non può contemporaneamente alloggiare molte persone. Va da sé che non si debbono dimenticare le disposizioni dei nostri regolamenti in relazione ai confratelli fuori della propria casa e le disposizioni dei Superiori specie in relazione ai bagni (vestito, non prendere il bagno coi giovani).

Inoltre si pensi alle condizioni speciali del momento del Giappone che consigliano la massima economia in ogni genere di cose: dobbiamo anche in questo essere educatori e più saperci imporre i necessari sacrifici.

In uno dei giorni degli esercizi siccome intendo fare una riunione per trattare degli interessi salesiani e missionari, prego i sacerdoti a prepararsi per eventuali proposte, e i singoli confratelli a farmi pervenire per iscritto le eventuali proposte che desidererebbero fossero trattate. Il Signore ci aiuti a far tutto bene.

Vostro

Don V. Cimatti

2299 / Circolare Salesiani / 1939-6-24 /


76 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 24 giugno 1939


Carissimi,

Alcune comunicazioni urgenti che vi prego di prendere in benigna considerazione e specialmente di attuare il meglio che vi sia possibile.

Il giorno 29 c. m. è la festa di S. Pietro, festa del Papa (che celebrerete coi cristiani la domenica seguente 2/7). Vi prego di eseguire in tale circostanza il prescritto del DIRETTORIO e mi segnalerete la somma raccolta dell’elemosina di tal giorno.

Il giorno 7 del prossimo mese il Governo vuole che si celebri il biennale dell’incidente cinese con le solite funzioni, discorsi, insistendo sulla necessità dell’unione delle menti e dei cuori e delle forze, dando opera in tutte le forme per aiutare le famiglie e la nazione. Mi raccomando di prestare l’opera vostra volenterosa anche per questa circostanza, con l’esortazione al risparmio e concorrere nelle forme possibili ai prestiti nazionali, sollevare le famiglie dei soldati e prestarvi a tutte le forme che fossero inculcate dalle autorità per concorrere al bene comune.

In questo stesso mese (13-15) quasi dappertutto si fanno le feste dei morti (o-bon). Raccomando che per la circostanza anche per il buon esempio si metta ben in ordine il cimitero cristiano e niente vieta che in Chiesa o al cimitero si faccia una funzione di suffragio per i nostri cari morti.

Si invitino i confratelli che dovessero a tutto Settembre emettere i Ss. Voti o ricevere le Sacre Ordinazioni a fare tempestivamente la domanda affinché se ne possa trattare al Capitolo entro il prossimo Luglio.

Vi prego di non far ritardare troppo quanto vi ho domandato dei resoconti nella mia ultima circolare. In questo genere di cose ricordatevi che guadagna più chi arriva prima, e beati noi se saremo dei primi.

Il nostro Don Escursell giunto in Italia è stato inviato in Spagna ove si fermerà per qualche anno. Desidera essere ricordato da tutti. È destinato alla casa di Sarrià.

Sembra che Don Tanguy abbia da ritornare in Ottobre. Qualora voleste servirvi di lui per eventuali commissioni sarà bene scrivere subito a Torino.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2300 / Cecchetti Albano /1939-6-24 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



24 giugno 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie delle belle foto: noi due abbiamo delle arie ieratiche. Vari confratelli domandano soggiorno a Beppu per bagni-fanghi. Siccome si guazza nella casa vastissima, bisognerà [che] con Don Arri stabiliate un piano, sia perché non siano troppi contemporaneamente e secondo i vostri impegni e nell’eventualità di un riposo vostro fuori Beppu, come bisognerà pure pensare ad una diaria che voi sul posto siete in grado di valutare.

In circolare dico in genere…

L’acclusa è per Hirayama di Manciuria: penso che abbiate l’indirizzo e se potete, spedisca.

Grazie di tutto. Saluti ad Arri.

Bisognerà tener conto che fino al 5 agosto bisognerà tener l’alloggio almeno per il sottoscritto per gli esercizi alle suore.

Al momento mi consta che domandano Don Erdö, De Kruyf, Moro.

E preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti

2301 / Ferrari Giacomo / 1939-6-24 /


a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone



24 giugno 1939


Carissimo Giacomo,

Colla tua mi giunge quella del carissimo Don Corso:29 mi parla di altre difficoltà che incontreresti là… specie clima, costumi, cibi, ecc., che ti ecciterebbero ancora di più.

Vedi! Facciamo così: facciamoci santi coi mezzi che il Signore ci dà e come vuole Lui. Le difficoltà fa’ in modo che siano appianate e colla preghiera e col fare meglio che sai il tuo dovere.

Allegro e arrivederci presto e prego anch’io affinché il Signore ti faccia fare bene gli esercizi.

Preghiamo insieme ad invicem.

Tuo

Don V. Cimatti



2302 / Castiglioni Alberto / 1939-6-24 /


al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone



24 giugno 1939


Carissimo Castiglioni,

Grazie della tua. Non scoraggiarti, ma cerca di applicare inizialmente, materialmente ed a orologio, vedrai che ci riuscirai.

Per i difetti idem. Fai bene l’esame di coscienza particolareggiato? Se non lo fai te lo insegnerò alla prossima venuta.

Allegro e ama Gesù e la Madonna.

Che premio vuoi?

Tuo

Don Cimatti

2303 / Dell’Angela Stefano / 1939-6-24 /


77 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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24 giugno 1939


Carissimo Dell’Angela,

Esaudito nei tuoi desideri espressi nell’ultima tua: porterò con me prossimamente.

Continua a voler bene al Signore e a fare il tuo dovere sempre.

Preparati bene per gli esercizi. Saluta omnes.

Tuo

Don V. Cimatti

2304 / Danilo Fortuna / 1939-6-24 /


78 al chierico Danilo Fortuna, missionario salesiano in Giappone

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+ 24 giugno 1939


carissimo Fortuna,

Bravo! Prosegui e vedrai che anche quel metodo di studio ti porterà fortuna. E che premio vuoi?

Per il resto, ecco la ricetta:

  1. Ogni qualvolta senti freddezza o urto contro qualcuno, prega per lui o renditi utile a lui in qualche modo; incontrandolo, salutalo. (Ti faccio una confidenza, ma sia per te: anche D. Cim. provava queste difficoltà; le vinse così… prova!).

  2. Per lo zelo missionario, fa’ ora bene e per amor di Gesù il tuo dovere, anche se ti costa sacrificio.

Preghiamo ad invicem.

Tuo D. V. Cimatti


Preparati agli esercizi bene.




2305 / Zerbino Pietro / 1939-6-28 /


a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale



28 giugno 1939


Mio carissimo Zerbino,

Un pensiero atroce… di non averti per tempo inviato – come al tuo padrone – gli auguri onomastici, a te, cui tanto debbo. In ogni caso tu capisci certo che in quel giorno ti sono vicino colla preghiera e cuore: il Signore ti faccia santo, ecco l’augurio. In tutta l’ottava inoltre tutte le preghiere salesiane e della missione saranno per te.

Grazie della tua ultima. (…) Coraggio mio buon Don Pietro, e Gesù ti ricompensi di tutto.

Tuo

Don V. Cimatti

2306 / Berruti Pietro / 1939-6-30 /


79 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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30 giugno 1939


Amatissimo Sig. Don Berruti,

Arriva la sua proprio quando stringiamo tutti fortiter la cinghia e quando Don Cimatti domanda elemosina anche lui e proprio ai Superiori.

Ma qui l’elemosina è per la Madonna. Abbia la bontà di far prelevare Lire 500 dal bravo Don Tranquillo sul mio conto corrente: sono sicuro che Maria Ausiliatrice gradirà l’omaggio dei suoi poveri figli del Giappone, e Don Bosco sorriderà dal Paradiso vedendo che ci sforziamo di calcare le sue orme di povertà.

E preghi per me.

Mi scrivono da Ivrea alcuni assegnati al Giappone: se li manda avrà trovato anche il Maestro dei Novizi… Deo gratias! Ed anche è segno che i Superiori avranno trovato modo di venirci in aiuto per mantenerli: ché se così non fosse, dichiaro che non so come mantenerli, e allora prego il buon Don Berruti di tirare la logica conclusione.30

E preghi per me,

Suo

Don V. Cimatti







2307 / Visita casa di Miyazaki / 1939-6-30 /


80 ­­­Visita canonica alla Casa salesiana di Miyazaki

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30 giugno 1939


Fatto la visita regolare non ho nulla di speciale da osservare quanto alla vita e allo spirito salesiano della Comunità e dei singoli confratelli, che con vero spirito di sacrificio compiono il loro dovere.

A meglio [coordinare] e regolarizzare la casa autorizzo [consenziente il Consiglio] la riorganizzazione del secondo piano in modo da formare il maggior numero di ambienti, luogo comune e lavabo in ogni camera: è un lavoro indispensabile.

Trovo pure in via di esecuzione, le osservazioni e consigli del Rev. Sig. Don Candela. Raccomando quanto fu il tema dei discorsi del Rettor Maggiore al Cap. Generale.

Don V. Cimatti

2308 / Colombara Vincenzo / 1939-6-30 /


a Don Vincenzo Colombara, Direttore studentato filosofico di Foglizzo



30 giugno 1939


Carissimo Don Vincenzo,

Viva viva S. Vincenzo

proprio quello de’ Paoli

che ricorda i buoni pandoli

da donarsi a Colombar.

Colombara è un bel pretino

snello, biondo e piccinino

direttore biricchino

di Foglizzo il gran cason.

I beati chierichetti

come tanti pandoletti

con virtuti e con difetti

lo fan bene disperar

ma però in definitiva

quell’allegra comitiva

alla sua direttiva

sempre sempre obbedirà.

Così pian piano crescendo

ed il mare ognor temendo

e a Don Bosco ognor credendo

Salesian diventeran.

Dalla tempra di Don Bosco

e al mal saranno tosco

e da questo mondo fosco

con Vincenzo saliran

nel santo paradiso

ove regna eterno riso

ove l’occhio sempre fiso

in Gesù mai sempre avran.


Carissimo Don Vincenzo, prega e fa’ pregare per me. Domanda a Don Bosco (Roberto) (che caso mai domandi) se ha il mio “Figliuol prodigo” (Oratorio in latino): vorrei farlo cantare a Tokyo.

Allegri e saluti a tutti tutti tutti, a quel bel tomo di Scotti e a quell’altro ancor più bel tomo di Casalegno.

Pregate per me… ed un pugno a tutti i chierici in segno di affetto.

Tuo e vostro

Don V. Cimatti

2309 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1939-6-… /


81 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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[Giugno 1939]


Rev.ma Madre,

Dimenticai la passata domenica di rispondere alla sua richiesta di cui in lettera. Non vedo difficoltà a che si dia al buon P. Clusky (capisce bene l’Italiano) le indicazioni che desidera. Don Cimatti invia mensilmente alla FIDES le notizie della Missione.

Desiderando o avendo voi materiale ben volentieri trasmetterò. Ad ogni modo può essere che il predetto Padre sia stato domandato per le Congregazioni religiose femminili e va molto bene esaudire tanto più che la propaganda non va mai male.

Per pura informazione, e perché in quell’occasione desidero parlare alle suore e aspiranti – e perché anche voi possiate usufruire dei vantaggi spirituali, unisco l’acclusa. Ho scelto una domenica in tutte le residenze, ma comincio al sabato, segue la domenica e se necessario il lunedì.

Preghi e faccia pregare per noi. Grazie della sua bontà nel venire incontro alla miseria salesiana.

Veda, ottima madre, che c’intenderemo sempre bene. L’importante è che siamo santi e santifichiamo.

Maria, mamma nostra ci aiuti.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

2310 / Zerbino Pietro / 1939-7-1 /


82 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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1 luglio 1939


Carissimo Don Pietro,

Il Signore ti ricompensi i disturbi che sempre ti do.

Un’Ave con un forte strappo di manto a Maria Aus.

Tuo

Don V. Cimatti

2311 / Kono Sadako / 1939-7-1 /


83 alla Sig.ra Sadako Kono

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Miyazaki, 1 luglio 1939

(Tradotta dal giapponese)


Gentilissima Signora,

Perdoni il ritardo. Essendo in giro non ho potuto rispondere subito. Vorrei sapere che cosa desidera il maestro: se è solo una comunicazione oppure se desidera l’accompagnamento.

Ho scritto in alfabeto giapponese, perchè non essendoci un giapponese che mi potesse aiutare, non potevo fare diversamente.

Si abbia cura della salute. Tanti saluti.

Don Cimatti






2312 / Ricaldone Pietro / 1939-7-2 /


84 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 2 luglio 1939


Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

È la festa della Mamma: La prego venga oggi a visitare efficacemente la nostra cara Congregazione, ed il povero Don Cimatti a visitare il suo Padre. Inizio mese: rendiconto.


l. Salute: si invecchia, ecco tutto, mi pare spiritus promptus, ma il resto declina et fiat voluntas Dei, in attesa del gran giorno. Oh, come lo aspetto!

2. Studio e lavoro. Ce n’è, ma data la mia povera testa e natura riesco a concludere poco per ripassare la teologia, scienze sacre, ecc. Cerco di prendere le occasioni (caso mensile, casi proposti dai missionari – ora sto preparando le istruzioni per gli esercizi, prendendo per base quanto fu scritto dall’attuale Rettor Maggiore inizi usque ad huc), ma la botte dà il vino che ha.


Se si riesca… I Superiori conoscono le mie difficoltà nella divisione del lavoro di Miyazaki e Tokyo, della mia ripugnanza a fare il mestiere che faccio: della convinzione che se le cose non vanno come devono (e non vanno) è per mia colpa, e a Lei buon Padre, tirare le conclusioni, ossia le mie pene interne; la difficoltà per non dire impossibilità a fare quel che si deve fare, l’arresto (che non mi pare consolidamento) e nelle cose in missione e più per la nostra cara Congregazione et similia. Che le devo dire? Quante tante volte ho ripetuto:

a) I trenta anni di Valsalice e S. Luigi mi hanno sagomato così, ed è ormai l4 anni che mi dibatto in un ambiente in cui non sono ancora riuscito a nuotare, ed in cui non nuoterò mai (si avvicina la fine);

b) In un ambiente in cui se uno non si muove, muore – e non riesco a muovermi – mi mancano i mezzi materiali – mi manca il personale e proprio quello per formarlo – ed è costruzione a vuoto quel che si fa – supplico, ma i Superiori mi hanno dichiarato la loro impossibilità – e allora? Vedo cadermi intorno a brandelli il lavoro iniziato – non vedo speranze nel futuro perché sarà un prolungamento di uno stato di cose per me il più terribile…


Non c’è che battersi il petto con umiltà e pazienza – ed è proprio vero “i generati non possono essere che simili ai generanti”. Per me il massimo dolore perché ho la convinzione di essere la causa, lo strumento sia pure (voglio sperarlo) involontario di questo stato di cose.

Superbia? Voler togliersi da dove l’obbedienza ha posto? Come Prefetto Apostolico poi la più crudele e difficile; perché manco di tutto? Penitenza dei miei peccati? O altro?

Pensi pure a tutto: ho ripetuto questo sfogo nel rendiconto, perché mio dovere, pur rimettendomi in tutto alla volontà di Dio e dei Superiori.

Le riinsisto:


l. Mi si aiuti materialmente per riuscire a mantenere lo studentato, se no è meglio tenere i novizi e studenti in Italia (ne ho scritto anche al Sig. Don Berruti);

2. Mi si aiuti con un po’ di personale pel noviziato e studentato, con un buon personale, di quello che vogliono i Superiori in queste case: qui, con tutta la stima che ho dei confratelli ancor non lo trovo, non lo vedo, non riesco a formarlo, perché non c’è personale;

3. Per lo sviluppo dell’opera nostra in tutti i sensi occorre chi ci possa mettere testa e cuore (buon’anima del Sig. Don Rinaldi aveva pensato ad un certo Don Ziggiotti, ma Lei sa come è andata a finire la faccenda), ed è urgente perché in missione presto o tardi si sloggerà. Ho inviato al Sig. Don Berruti resoconto delle sedute annuali dei Vescovi: ricordino i Superiori che la parola d’ordine della Santa Sede è: “far presto col clero indigeno”; è una vera, inevitabile pressione, che se si vuol riuscire a far qualche cosa per queste anime bisogna favorire in tutte le forme buone, se no si muore.


Urge propagare l’Opera nostra, i cooperatori e più le vocazioni indigene per la Congregazione, e per fare tutto questo ci vuole uno, ripeto, che vi possa mettere testa, cuore e attività. Per carità, non pensino che Don Cimatti si adonti – anzi sarei felice, felicissimo di poter dare ai miei confratelli e a quanti mi conoscono l’esempio di una gioconda cessione di tutto, anche dei fronzoli prefettuali, che grazie a Dio non metterò mai, anzi di questi soprattutto, e così lavorare da semplice gregario in Giappone o altrove in ogni angolo del globo.

PRATICHE DI PIETÁ: è la lotta di anni per farle bene, meglio, e siamo sempre da capo, ma avanti con buona volontà: regolare, più difficile quando sono fuori orario.

FREQUENZA AI SACRAMENTI: regolare – forza anche sensibile per lavorare e vincersi.

REGOLE E Ss. VOTI: nulla di speciale. Ho da attendere fortiter a compiere sempre meglio i doveri di superiore in tutto: occhi più aperti, osservazioni più pronte et similia.

CARITÀ: grazie a Dio, mi pare ci sia.

RECENTEMENTE ho inviato il resoconto della visita, quindi nulla di speciale per i confratelli. Un caso.

Il nostro Don Arri per sovvenire alle necessità della casa di Beppu (è proprietà salesiana) che mi casca, e non ho i mezzi per metterla un po’ all’onore del mondo, sia pure in povertà (ora è vera miseria) domandò Lire 20.000 alla sua famiglia, che rispose così: “Ti si concedono purché tu rinunci alla parte dei beni mobili che ti spettano”. Non m’intendo di queste cose (veda che razza di superiore!); gli consigliai di consigliarsi coi Superiori. Avendo ora occasione di scrivere a Lei, che cosa può rispondere?

Andrò tra poco a Tokyo per gli Esercizi Spirituali e quando riceverà questa sarà il buono della muta di Miyazaki – poi quella delle Figlie di Maria A. Mi sono riservato le Istruzioni in tutte le mute per unificare, e dire a tutti quanto è il pensiero e il cuore del Superiore Maggiore, e poi perché forse sarà l’ultima predicazione o come Ispettore (incapace a ispezionare) o perché andrò in Paradiso, dopo un lunghissimo Purgatorio (penso che ci starò fino al giudizio universale).

Fiat voluntas Dei e si compia piena assoluta in tutto.

Scriverò omaggio a S. E. il Cardinal Protettore.

Lei insiste per la nostra partecipazione catechistica del 1941: ma è certa. Tutti però mi domandano le modalità: trovo i confratelli animati anche in questo, dunque attendiamo le modalità…

E preghi specialmente per me; vorrei essere santo, e non lo sono; vorrei che a milioni le anime si convertissero, e non si riesce; vorrei che la Congregazione inondasse il Giappone, e non abbiamo le forze né nostre, né degli altri (se i Superiori non vengono in aiuto). Ripeto sempre il bonum mihi… ed il “Fiat voluntas Dei”, ma…

A nome di tutti.

Suo

Don V. Cimatti

2313 / Merlino Alfonso / 1939-7-2 /


85 ad Alfonso Merlino, salesiano laico già missionario in Giappone

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2 luglio 1939


Carissimo,

Nel giorno di S. Alfonso non posso non ricordarti.

Preghiere speciali e ricordi affettuosi e riconoscenti per quanto hai fatto per noi.

Ossequi cari al Sig. Don Maurilio che con tanta generosità e carità mi aiutò e a tuo fratello.

Ricordo tutti.

Tuo

Don V. Cimatti

2314 / Chierici salesiani in Giappone / 1939-7-10 /


86 ai Chierici filosofi dell’Ispettoria S. F. Saverio

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[10] luglio 1939



Carissimi filosofi,

Ho ammirato la vostra buona volontà e vi dico: “bravi di cuore” a nome di Don Bosco.

Preparatevi bene agli esercizi e arrivederci presto se a Dio piacerà.

Preghiamo sempre ad invicem.

Vostro

Don V. Cimatti

2315 / Cecchetti Albano / 1939-7-15 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone


15 luglio 1939


Carissimo Don Albano,

Nella sua carità ha voluto ricordarmi la data, che mi richiama tante cose… grazie ricevute… fesserie di ogni genere…

Il Signore mi perdoni e mi aiuti a finir bene. 60 anni di responsabilità e di rendiconti… Preghi, preghi assai per me.

Che mangio il pane di Don Bosco è dal 1888 e anche prima ne avevo sperimentato la carità per mio fratello e mamma. Deo gratias!

Accetto volentieri l’augurio ed è la preghiera quotidiana: “Si compia in me e nei miei la volontà di Dio”.

E preghi per me e ringrazi per me i cristiani, quanti hanno voluto ricordarmi e specialmente ringrazi con me il Signore.

Suo

Don V. Cimatti

2316 / Marella Paolo / 1939-7-19 /


87 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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+ Tokyo, 19 luglio 1939


Eccellenza Rev.ma,

Ricevo a Tokyo ove mi trovo per gli esercizi la sua graditissima del 19 giugno, ed ho così occasione di presentare alla comunità i saluti cordiali suoi e unitamente l’assicurazione delle preghiere.

Riceverà, penso e spero, a Roma due mie lettere per varie questioni – ed abbia la bontà di venirmi in aiuto nelle forme possibili.

La ringrazio delle ricchezze che ci attribuisce, grazia di Dio e zelo. Purtroppo P. Arvin e gli altri miei creditori non si accontentano di questa ricchezza… ma il Signore provvederà. Così pure per le sante intenzioni di Messe. Lei domandi ai religiosi; le diranno che le prendono gli altri. Sì, sì… gliene darò in abbondanza, domandandole alle case salesiane, che certo non me ne mandano. Chi le ha le tiene… ma il Signore c’è per tutti, e in necessitatibus ci aiuterà. Ora sono al verde, e Roma, a tutt’oggi, non si è fatta viva. Non posso ancora dire nulla del risultato del lavoro apostolico di quest’anno – a quanto pare, non diminuzione, ma molta emigrazione, che fa apparire ancor più flebile il risultato.

Come già dissi, se è necessario metta pure, affidi pure la nostra prefettura al Clero indigeno: giacchè dovranno nominare il Prefetto di Kagoshima potrebbero affidare a quello almeno anche la provincia di Miyazaki.

Al momento nessuna novità speciale. Sono in mezzo agli esercizi di Confratelli e Suore: ottima occasione per pregare di più per Lei.

Non è improbabile che V. E. passi a Torino – la prego, se può lo faccia – servirà a chiarire molte cose anche ai nostri Superiori.

E per ora null’altro: ossequi ai Superiori ecclesiastici nostri, S. E. il Card. Biondi, S. E. Mons. Costantini e gli altri, specialmente alla sua famiglia, che ricordo con tanta riconoscenza.

Ci benedica tutti, e specialmente il suo aff.mo

Dell’E.V. Rev.ma

D. V. Cimatti



Il bravo Margiaria ha inviato una supplica a Prop. Fide per la stamperia, siglata da Mons. Doi. Nel caso ci sia bisogno di una spinta…



2317 / Berruti Pietro /1939-7-19 /


88 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Tokyo, 19 luglio 1939


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Mi trovo a Tokyo dove oggi abbiamo finito gli esercizi spirituali (prima muta) fatti esemplarmente.

E sul posto risupplico i Superiori per il personale.

Grazie del bell’invito fatto ai confratelli per le missioni. Che il Signore muova tante buone anime che potrebbero venire, e più muova i Superiori a lasciarli venire.

A costo di essere noioso: pensino all’Ispettore – al Maestro dei Novizi – ad un buon altro elemento per lo studentato (siamo a terra), qualche buon coadiutore per ogni genere di lavoro di casa (cucina, campi, ecc.).

Poi (ed è il più importante) i Superiori sono disposti a venire in forte aiuto per il mantenimento di questi figliuoli? (Intendo il nuovo personale in formazione).

Se negative, devo dire l’incresciosissima parola: “Non inviino questi chierici per formarli qui”. Attraversiamo tempi difficilissimi e la Delegazione Apos. e l’Ambasciatore supplicano affinché insista presso i Superiori per questo delicatissimo problema. Il Gran Seminario con cui ho gravi debiti, mi fa di tutto per farmi diminuire il numero dei Seminaristi – ne volevo inviare uno al Collegio Urbano: Roma risponde negative.

Non mi sono arrivati sussidi dal Gennaio da nessuna parte, Superiori compresi, e per forza debbo contrarre debiti per andare avanti.

Supplico dunque. Ho scritto questo perché (al solito prima dell’annuncio dei Superiori – e non è proprio bello) giungono lettere di individui che asseriscono verranno qui.

I Superiori avranno ricevuto mie lettere in cui parlavo e di Kawasaki e del fondo dotazione per la Scuola professionale. Come la precedente, sono per noi questioni vitali e che esigono urgente e chiara soluzione affermativa o negativa: ma che ci si dica chiaro il da farsi.

Parto per Miyazaki, per la seconda muta: con Don Cecchetti nel medesimo refettorio racconteremo le barzellette e mangeremo quelle belle insalate… ma più ci faremo buoni figli di Don Bosco.

Poi andrò dalle Figlie di Maria A., e poi spero fare un po’ di muta a me, che pur predicandone tre o quattro ne ho bisogno più di tutti. Ed anche Lei mi aiuti colle sue preghiere.

Ossequi a tutti i cari Superiori e… ricordatevi di noi, ricordatevi di noi, e specialmente del

Suo aff.mo

Don V. Cimatti


P.S. - L’insistenza per sapere chi viene è per provvedere, specie per i locali e per il materiale – ora più che duplicato – ma ripeto, se i Superiori non credono di potermi venire in aiuto abbiano la bontà e mi usino la carità di mantenermeli in formazione in Italia.

Qui soffriamo inutilmente, e col personale che ho li sformiamo. Badi, carissimo Don Berruti, che è un problema delicatissimo e formidabile questo gran Giappone e scusi, ma mi pare davvero che non siamo ancora sulla strada per risolverlo.

Mi sbaglierò, ma è così: qui più che altrove, ci vogliono santi, e mi dolgo davvero di essere lontano assai dall’esserlo.

Qui più che altrove ci vogliono mezzi, e non li ho e non me li danno e non li trovo.

È segno che il Signore vuol così, e così sia, e che Don Cimatti non capisce nulla: le vie Sue non sono certo le mie; e allora, calma e pace, ma così umanamente parlando, non siamo a posto.

2318 / Grigoletto Giuseppe / 1939-7-25 /


89 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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25 luglio 1939

Carissimo Don Giuseppe,

Grazie del compleanno; il15 luglio ho compiuto i 60.

Sessant’anni di cui dovrò rendere conto… e quale conto! al Signore!

Giuseppe, aiutami a ringraziare e a riparare.

Al Grande Uff. Attilio Rossi scrissi in occasione dell’Onomastico. Come pure alla segretaria e ad altro di cui parlavi. Forse non saranno giunte.

Prossimamente invierò relazione annuale, appena pronta.

Invia pure libri scolastici di latino in numero sufficiente di copie (ad es. una dozzina).

Bravo! Fa’ in modo che i libri arrivino: possibilmente (se questa arriva a tempo) ci sia doppio elenco dei libri, uno in cassa, uno alla mano; così le operazioni doganali sono più spicce.

Il bravo Don Cortelazzo spera vederti a Verona. Corre una voce fino in Giappone che un tal Grigolo, vulgo zuca baruca, vada alla SEI. Fiat anche in questo voluntas Dei.

Grazie di quanto fai. Oh, che bel premio in Paradiso.

A Doriguzzi che mi scrisse risposi a casa. Bene per il tuo mirabile uccellino… Ah, ti potessi inviare un mejiro (= uccellino dagli occhi bianchi) giapponese. Un uccellino verdognolo, attivissimo, che emette piccoli sibili, e che ha due bei circoletti bianchissimi intorno agli occhi, da cui il nome (me = occhio, jiro = bianco)… mah!

Raggio di sole? Perché rimaneggiarlo? È finora l’opera il cui accompagnamento (salvo due o tre pagine) è come lo voglio ed eseguo io: l’unico! Oh! sì, caro Don Giuseppe: convertiamoci ad Dominum Deum nostrum!

Quanto c’è dentro è per il ch. Gallo. Saluta omnes. Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2319 / Crevacore Alfonso / 1939-7-25 /


al chierico Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone



[25] luglio l939


Carissimo Alfonso,

Non potrò essere a Miyazaki per la tua festa e voglio essere dei primi ad augurarti buona festa: auguri e preghiere speciali.

S. Alfonso è il devoto del SS.mo Sacramento e di Maria per eccellenza: imitalo.

Bene per quanto hai scritto.


1. Preghiamo per il… ristabilimento.

2. Coltiva il desiderio dello studio per fare conoscere Gesù a tanti che non lo conoscono.

3. Pieno abbandono in Gesù: “Gesù fammi santo come vuoi Tu e coi mezzi che mi dai Tu!”.


Preghiamo ad invicem.

Don V. Cimatti

2320 / Ricaldone Pietro BS / 1939-7-31 /



a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



CATECHISMO! PANE QUOTIDIANO DEL MISSIONARIO31



Miyazaki, 31 luglio 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Se in ogni parte del mondo salesiano è risuonata forte e sentita la parola del Padre, che eccita i suoi figli alla grande Crociata catechistica, che deve coronare di gemme preziosissime le prossime feste centenarie, penso che in nessun’altra parte deve sentirsi ed attuarsi il più perfettamente possibile quanto nelle missioni.

Qui davvero tale insegnamento è e deve essere il nostro pane quotidiano. Grazie dunque, o amatissimo Padre, e dei preziosi incitamenti e degli opportuni consigli, che a vantaggio di tante anime a noi affidate tenteremo di attuare.

Dico “tenteremo”, perché in missione, come Lei sa, entrano in gioco tali e tanti elementi (non ultimo il guastafeste missionario… mezzi e personale) che non sempre si riesce a fare quanto si vorrebbe. Ad ogni modo i suoi figli lontani vogliono anche in questo essere buoni figli di Don Bosco.

FARE IL CATECHISMO… formare, costruire, innestare nella testa e nel cuore l’edificio della vita cristiana… E la storia dell’apostolato missionario ne è la più bella manifestazione… e se non sbaglio, deve consistere in questo il massimo lavoro nostro.

Che hanno fatto a tutt’oggi i suoi figli in Giappone per questo importantissimo dovere? Catechismo per i cristiani: è naturale. Catechismo per i catecumeni: è il significato che dava S. Agostino alla parola catechismo: prepara il catecumeno coll’istruzione delle verità della fede, alle cerimonie ed esercitazioni del battesimo. Catechismo ai pagani e specialmente ai fanciulli dei nostri cosiddetti oratori, frequentati si può dire in massa dai pagani.

I fanciulli sono la via più diretta per colpire il cuore del babbo e mamma: basta si riesca a guadagnarne la fiducia – si trasformano in piccoli missionari; due vantaggi: azione sui parenti, preparazione in loro di germi di generazioni cristiane.

È quanto vediamo ogni domenica alle nostre riunioni: fanciulli che conducono compagni ed amici, ed anche parenti che alle volte dicono: “Bisogna pure obbedire alle insistenti pressioni del figliuolo… non fosse altro per fargli piacere…”.

S. Francesco Saverio non pensava e non faceva diverso, e Don Bosco ha consigliato sempre che i suoi primi missionari facessero così.

L’insegnamento catechistico, didatticamente parlando, è fatto fra noi con procedimenti diversi a seconda del luogo, del tempo disponibile, della qualità delle persone cui si fa, delle risorse di cui dispone il missionario.

Si comincia a trovare buon materiale didattico catechistico anche in Giappone; ma si è ancora agli inizi. È naturale e doveroso che tutta la stampa cattolica debba essere per tutto il Giappone orientata a fare il catechismo: il giornale cattolico settimanale, non poche riviste, libri di apostolato, storia sacra, liturgia, agiografia ed ascetica hanno evidentemente questo scopo. Buoni catechismi per tutti, per i catecumeni (così detto psicologico), per i fanciulli e giovani – vi è anche un’edizione per i ciechi – illustrati o no (catechismo biblico – catechismo spiegato), buone storie sacre popolari, storie ecclesiastiche (traduz. del Marx) e i popolarissimi “Kami-shibai”. Non è difficile trovare per le vie gruppi di persone, specialmente di ragazzi che ascoltano narrazioni di vario genere, imperniati su quadri illustrati, che vengono man mano presentati dal narratore su un minuscolo palcoscenico.

Maniera di réclame, che si può usare con profitto anche per l’insegnamento del catechismo.

I Salesiani vi hanno contribuito con varie pubblicazioni a stampa editi dalla nostra scuola tipografica di Tokyo. Il catechismo spiegato col Vangelo, i Fondamenti della S. Religione (Don Bosco), il Vangelo unificato (Don Anzini) già alla terza edizione, molti volumetti delle letture cattoliche (Don Margiaria, Don Marega), foglietti di propaganda a intento prettamente catechistico, l’inizio di una collezione di quadri a colori, illustranti fatti storici interessanti la religione, la storia ecclesiastica (Don Tassinari) e l’Angelo delle famiglie (settimanale con la spiegazione del catechismo) ecc. Non mancarono a Tokyo e in missione gare di catechismo a premio, anche tra pagani: chi non lo studia per imparare la religione, lo studia come esercizio di memoria o come materia di studio, ma qualche cosa resta.

Riconosciamo alle volte ex-allievi pagani dei nostri oratori o dal segno della croce che fanno vedendoci o dalla parola “Amen”, conclusione delle preghiere cattoliche o da qualche melodia sacra che canterellano. La base d’insegnamento è o la spiegazione e recita (collettiva o singola) del catechismo, o la forma indiretta (più in uso per i fanciulli pagani, per mezzo di racconti di cui sono avidissimi), di spiegazioni di tavole illustrate o di proiezioni luminose o di film sacri.

Di ottimo esito le recite drammatiche. Il nostro Don Tassinari ci ha già regalato buone produzioni del genere (S. Cristoforo, nelle catacombe; le prime lezioni di catechismo di Don Bosco; l’amico dei fanciulli, ecc.) e che fanno parte della nostra collana drammatica.

Ci mancano ancora troppe cose: locali adatti, libri e materiale didattico e più che tutto ottimi catechisti, ma si cerca di metterci sulla strada.

È naturale che in un Paese come il Giappone, in cui il problema dell’istruzione ed educazione del popolo è considerato di prim’ordine, ed attuato con tutte le risorse dell’attrezzamento scolastico, è naturale dico, che se si vuol concludere con maggiori risultati, l’insegnamento della religione debba essere presentato convenientemente ad anime e menti, che già si giovano delle più moderne facilitazioni didattiche. Ripeto: si è sulla strada, ma da tutti i missionari e dalle numerose istituzioni religiose maschili e femminili che li coadiuvano, resta ancora da fare assai. D’altra parte bisogna mettersi nei panni di un pagano giapponese… Di un pagano che viva tra gli effetti della civiltà moderna e del progresso… E che sappia anche troppo di esserci… E che abbia un certo grado di istruzione.

Attratto più dal concreto che dall’astratto, più dalla morale che dal dogma, senza veri impulsi che lo spingano alla ricerca della verità, come vuole senta la necessità di una vera filosofia della vita? Teme le conseguenze; inclinato al relativismo nella fede e nella morale, preferisce un ecclettismo, che gli fa salvare a modo suo capra e cavoli, e non lo inquieta troppo nei suoi problemi religiosi.

Bisogna però confessare che l’anima giapponese è attratta dalla sublime morale della religione cattolica in cui trova tanti elementi che già sono realtà per lui: vivo senso dell’autorità, il sistema familiare, l’amore ai fanciulli, l’eroismo patrio e il sacrificio della vita quotidiana, il senso e il gusto del bello nell’arte, nelle cerimonie, nell’urbanità, ecc.

Ed ecco allora che si suscita in molti il desiderio di parlare col missionario, di udire parlare della religione cattolica, di visitare la Chiesa ed avere spiegazioni sui numerosi oggetti che vi vedono… La lampada accesa… la Via Crucis specialmente: Gesù dolorante… anche per loro… colpisce fortemente il loro sentimento (lato debole giapponese). Alle volte finisce purtroppo tutto qui… Un po’ di curiosità di chi vuol sapere. Ma alle volte vi è chi studia poi davvero, e diventa catecumeno e corrispondendo alla grazia divina giunge in porto. Ed è bello studiare la psicologia della conversione di certe anime, specialmente le fornite di un certo grado di istruzione: è utile conoscerle per orientare l’insegnamento catechistico e le conseguenti riflessioni, orazioni ed esercizi di pietà alla meta.

Molte anime accettano senza discussione il dono di Dio, e in simplicitate cordis si fanno o si lasciano fare cristiane: ma in molte viene originandosi un senso di tedio dello stato in cui sentono di trovarsi (schiavitù spirituale) ed un corrispettivo desiderio di elevazione – alle volte la parola e l’esempio eccitatore di un amico, un libro, un’avversità, acuiscono l’organo – si delinea chiara una lotta spirituale – rinuncia o accettazione – che se attuata si sprigiona nella gioia della libertà per essere diventato figlio di Dio.

Al momento è impossibile concepire in Giappone un movimento di massa verso l’insegnamento religioso: più che conferenze in grande stile, servono conversazioni singole o dispute familiari – buona stampa per chi sa leggere – e più ancora la vita santa del missionario, che dimostri coi fatti i suoi insegnamenti.

Lavoro lungo, paziente, che però si può sbozzare un po’ più in estensione che in profondità coi nostri cari giovani.

Amatissimo Padre, non potranno certo i nostri entrare in gara coi nostri allievi del mondo cattolico, ma si assicuri che noi tutti vogliamo effettivamente partecipare del nostro meglio a questa santa crociata. Se poi la sua carità e quella dei nostri cari benefattori ci volesse venire in aiuto per quel tanto che ci manca, sarebbe certo anche a noi facilitato il compito.

E preghi e faccia pregare affinché possiamo davvero per noi e per i nostri attingere dallo studio e dall’insegnamento del catechismo nuovo slancio di fede, di zelo nell’apostolato.

Suo

Don V. Cimatti



2321 / Ricaldone Pietro / 1939-8-2 /


90 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Beppu, 2 agosto 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Finite le mute dei confratelli, mi par di poter dire ben riuscite davvero e le sedute capitolari e Direttori, mi trovo a Beppu per le mute delle Figlie di Maria A. con le quali finirò anche questo dovere.

Ho fatto il mio Esercizio di Buona Morte ed al solito un po’ di rendiconto.

Novità nessuna per stavolta, nella seconda quindicina di Agosto farò da me gli Esercizi, perché tra prediche, rendiconti, adunanze si tenta di far concludere qualche cosa agli altri, ma difficilmente si può pensare a sé.

Sono sempre lo stesso – con le stesse difficoltà intrinseche ed estrinseche per la mia santificazione e per il comando.

Per le nostre case invierò tra breve, e il rendiconto amministrativo e i rendiconti per i singoli Superiori.

Vorrei fossimo tutti più santi e che tutto andasse bene – e vorrei essere modello in tutto.

In quest’anno il Signore ci fa segnare il passo, mentre avremmo bisogno di slanciarci, ma creda, non c’è la testa e allora si spiega tutto. Ma non ha, caro Sig. Don Ricaldone, un buchino ove ci sia da lavorare – iniziare – soffrire et similia? E là inviare Don Cimatti?

Secondo il disposto della circolare della Povertà ho nominato come revisori degli scritti dei confratelli i sacerdoti Margiaria Angelo, Don Romani Ulderico, Don Marega Mario, Don Cimatti Vincenzo dal 1/7/1939 al 30/6/1940.

Nella predicazione delle due mute:


a) Ho fatto ripassare tutte le massime circolari del Rev.mo Rettor Maggiore e gli insegnamenti e raccomandazioni dei Superiori con vero profitto di tutti. Abbiamo un patrimonio immenso di bene… guai se lo lasciamo dormire.

b) Nelle adunanze si sono ribaditi i verbali delle deliberazioni dei Visitatori.

c) L’esame accurato fatto dai Direttori e capi-residenza sull’osservanza, non ha dato luogo ad osservazioni notevoli. Si è tutti persuasi della necessità della formazione del personale e si cercherà di mettere in opera i consigli ripetutissimi del Rettor Maggiore al riguardo.

d) Nel Seminario e nella scuola Professionale abbiamo professori giapponesi che fumano di tanto in tanto – specialmente per i pagani, quid facere? L’unica sarà applicare il regolamento, penso: è troppo chiaro.

e) Qualche confratello ha bisogno di buone iniezioni alle volte in piccole cose soltanto… e le faremo. Il Signore ci aiuti a fare le cose bene. Ho scritto al Sig. Don Berruti per le nostre necessità – attendo con fiducia e il personale e l’aiuto dei nostri Superiori.


Mi benedica e preghi per noi tutti.

Suo

Don V. Cimatti

2322 / Trevisan Fortunato / 1939-8-2 /


91 a Fortunato Trevisan, padre di Antonio chierico salesiano (deceduto)

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Miyazaki, 2 agosto 1939


Ill.mo Signore,

Apprendo dai nostri Superiori la dolorosa notizia della morte dei mio carissimo Antonio, con cui ero legato e in relazione epistolare e di grande affetto anche perché lavorava per la nostra cara missione, e speravo…

L’avevo visto a Foglizzo mesi fa, pieno di allegria e di buona volontà. Gesù lo ha voluto con sé, perché era maturo per il Paradiso. Di là, ottimo Sig. Fortunato, il buon Tonino prega per noi tutti, ne sono sicurissimo. Oh, non ho timore alcuno di pregarlo.

Colle mie più sentite condoglianze l’assicurazione di speciali preghiere, ora e sempre. Gesù consoli babbo e mamma e il santo Antonio ci ottenga ogni bene.

Suo

Don Cimatti

2323 / Berruti Pietro / 1939-8-5 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



5 agosto 1939


M. R. Sig. Don Berruti,

Sto chiudendo la muta esercizi alle Figlie di Maria A.

Ho ancora da fare la relazione annuale per i Cooperatori e con questi accenni intendo assolvere il mio compito.


1. Quest’anno (1° Luglio ‘38-30 giugno ‘39) non si realizzarono grandi progressi. Appena avremo il personale faremo l’Ufficio stabilito (cooperazione e stampa).

2. È difficile e occorre prudenza (perché in terra di missione e per esserci tante congregazioni) nello svolgere la propaganda in Giappone (anche a Tokyo).

3. In occasione della festa di S. Francesco e Maria A. dove vi è qualche gruppetto si fa una piccola conferenza per instillare i principi salesiani al riguardo.

4. Qualche passo avanti si è fatto per migliorare il Bollettino. Si è ricevuto una volta sola il promesso contributo da Torino – si ricava dai Bollettini che riceviamo. I nostri teologi aiutano per le traduzioni.


E per il momento, preghi assai per il

Povero suo

Don V. Cimatti

2324 / Masiero Ottavio / 1939-8-5 /


92 a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone

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Beppu, 5 agosto 1939


Carissimo Ottavio,

Grazie della tua lettera che comprendo perfettamente in tutta l’estensione del tuo profondo dolore e significato. Torno a Miyazaki, ove dopo aver parlato, spero combinare definitivamente per vedere di dare un po’ di pace all’anima tua.

Oh, se potessi dare anche un sollievo ai tuoi dolori materiali, sa il Signore come lo farei! Tu sta’ calmo e cercheremo di fare le cose bene, meglio che potremo e tutto per il Signore.

Per la cura, se quel bravo dottore vuol usarti quella carità, Deo gratias. A lui potrai dire a tempo opportuno che per un periodo di riposo ti si consiglia di venire in Kyushu.

Dunque calmo e soprattutto molta preghiera e fede. Quanto ai consigli e promesse di Don Cimatti, non poteva né sapeva diverso, e d’altra parte, promesse del genere, se ce ne fossero state, non possono che essere condizionate, ecc.

Preghiamo, preghiamo e lasciamo fare al Signore.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2325 / Amici della Missione e dell’Opera salesiana / 1939-8-9 /


93 agli Amici della Missione e dell’Opera salesiana in Giappone

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PREFETTURA APOSTOLICA “MIYAZAKI” GIAPPONE

ISPETTORIA SALESIANA DON BOSCO


Miyazaki, 9 agosto 1939


Nella mia precedente vi dicevo di accogliere con bontà e carità la relazione del povero missionario salesiano: lo avete fatto con vera bontà e carità, e a nome di tutti i missionari ve ne ringrazio; continuate ad aiutarci assai colle preghiere e con gli aiuti, secondo le vostre possibilità.


1) Col 30 giugno ultimo scorso si è chiuso l’anno missionario ed è mercé le vostre preghiere che abbiamo potuto amministrare anche in quest’anno un buon numero di battesimi (248), e che si è potuto avere un discreto numero di catecumeni (180). Date le condizioni del momento, non potendosi lavorare in estensione, ci sforziamo di lavorare in profondità. Grazie al cielo i cristiani corrispondono e vengono fortificandosi nella fede, e molti di loro con vero zelo di azione cattolica si trasformano in missionari per i loro fratelli.

2) Magnifico lavoro di propaganda vanno pure facendo le Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli: due nuove intitolate a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco si sono iniziate a Beppu e a Miyakonojo. Oh davvero che la carità è via alla verità!

Le due chiese di Beppu e Miyazaki si sono arricchite di campane, che la generosità dei Benefattori ha provveduto. Non potete comprendere il sentimento che si prova in un paese pagano nel sentire le campane dell’Angelus!

3) L’attività delle nostre stamperie ci ha regalato nuovi volumi nella collana pro infermi (n. 5), collana patristica (n. 6) e apologetica (n. 5) curate dal nostro Don Arri di Beppu. Il nostro Don Marega di Oita ha pubblicato scritti interessantissimi sul periodo delle Persecuzioni in Giappone e sulla letteratura giapponese, editi dagli Acta Lateranentia di Roma e Documenta Nipponica di Tokyo. È uscita in questi giorni la Storia Ecclesiastica del nostro Don Tassinari del Seminario di Miyazaki e la Stamperia “Don Bosco” di Tokyo cura l’edizione del Vocabolario del Colonn. Scalise, destinato ad immensa utilità per i missionari e per gli italiani studiosi. Oh, quando riusciremo a inondare il nostro caro Giappone di stampa cattolica?

4) L’apostolato degli infermi già conta 750 soci, davvero ne sono consolantissimi i frutti. L’anima che con semplicità sa abbracciare la croce del dolore è presto aiutata da Dio con grazie anche straordinarie ed elevata a gradi sublimi di vita unitiva.

5) Visitarono le nostre residenze in missione e a Tokyo la Missione commerciale Peruviana, il Dottor Gulienetti, direttore delle Terme di Montecatini e l’ing. Wolmann di Berlino, ecc…

Tali visite attirano simpatie e le autorità, che le accompagnano alla missione.

6) Il racconto più dettagliato del lavoro annuale potete leggerlo sul Bollettino Salesiano, che penso sarà nelle mani di ognuno di voi, e qualora non l’aveste, potete richiederlo per voi e per i vostri amici a Torino – Via Cottolengo 32. Ma quello che i Salesiani del Giappone vogliono dirvi è il senso della viva riconoscenza che nutrono per voi, e che per ognuno di voi e per le vostre famiglie vogliono estrinsecarvi con speciali preghiere e con offerta di sacrifici, che ogni giorno fanno per voi. Continuateci il vostro appoggio materiale e spirituale, e in Cielo avrete il premio di questo lavoro di efficace apostolato per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.


Pregate anche voi per chi quotidianamente implora su di voi e sulle vostre famiglie le più elette benedizioni del Signore, di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco.

Vostro riconoscente

Mons. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki



N.B. Le eventuali offerte possono essere inviate a Torino all’Oratorio – Via Cottolengo 32 – Torino (109) colla precisa indicazione del missionario ed opera in Giappone che s’intenda sussidiare o anche servendosi del mio conto corrente 2 = 21271 Mons. Vincenzo Cimatti – Via Cottolengo 32 – Torino (109).

2326 / Circolare Salesiani / 1939-8-10 /


93.1 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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10 agosto 1939


Carissimi,

La festa della nostra buona Mamma e l’anniversario natalizio di Don Bosco portino in noi tutti un nuovo ardore di bene e di apostolato. Mi pare ci servirà il richiamo fattoci dai nostri Visitatori: “Che cosa faccio per i miei cristiani? Che faccio per i pagani? Che faccio per i miei confratelli?”.

Si avvicina la fine del riposo estivo e sarà bene farci fin d’ora un piano d’azione per il prossimo lavoro.

Una comunicazione del M. E. N. segnala per la provincia di Miyazaki e Oita le manovre di mare dal 20 al 25 c. m. Stiamo pronti agli eventuali ordini delle Autorità e preghiamo per il buon esito.

In altra comunicazione ci segnalano pure raccomandazioni inerenti alla mobilitazione spirituale della nazione (lavoro, unione, risparmio e temperanza, limitazione delle spese non necessarie, ecc.). Noi viviamo già in piena conformità di queste idee, ma arrepta occasione informiamo a queste raccomandazioni i nostri cristiani e dipendenti.

Il S. Padre si è degnato di conferire la Croce pro Ecclesia et Pontifice alla famiglia Kurita ed una speciale benedizione alla Catechista Enami in occasione del suo quarantesimo di insegnamento catechistico. Grati di questo onore che si riflette anche sulla nostra Missione preghiamo assai per questi nostri veri benefattori.

La Sacra Congregazione di Prop. Fide ha emanato un’Istruzione sulla necessità di trattare con prudenza le cose missionarie per non ledere le giuste suscettibilità dei popoli, specialmente nelle trattazioni scritte. Noi non abbiamo che seguire quanto ci prescrivono le nostre Ss. Regole per la revisione degli scritti.

Si faccia sempre e da tutti e non sorgeranno inconvenienti.

Pregate assai per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2327 / Bernardi Angelo / 1939-8-16 /


94 a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 16 agosto 1939


Carissimo,

V’è chi propone Sugiyama per i lavori di cucina. Andrebbe bene esplorare se è lui che domanda e con che idee; se a pagamento o come aspirante: mi pare potrebbe fare bene. Naturalmente dovrebbe fare il suo lavoro e stare con docilità nella nuova posizione, il che non pare difficile.

Oggi partono definitivamente le Figlie di Maria A. da Miyazaki per rinforzare Tokyo: eseguono gli ordini di Torino. Hanno lavorato e fatto del bene: domando preghiere.

Saluta omnes e prega per me.

Tuo

Don Cimatti

2328 / Zerbino Pietro / 1939-8-25 /


a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale



25 agosto 1939


Carissimo Don Piero,

Ho letto sul Bollettino Salesiano delle tue predicazioni! Congratulazioni e frutti ubertosi.

Ed ora a noi: avvicinandosi la spedizione, e attento a non romperti l’altro piede… come vedesti di fatto, Don Cimatti non fu capace di ricompensarti che con fiaccarti un piede, ma vedrai che il Signore aggiusterà tutto Lui.


1. Consiglia al Sig. Don Berruti per i venienti (se sono nelle condizioni di doverlo fare) l’osservanza dell’art. 25 dei Reg. Quanti soldi poi si spendono se non li si osserva.

2. Domanda a persona ad hoc. Vorrei ci fosse nello studentato qualche libro di catechetica (in qualsiasi lingua) per ottemperare al desiderio espresso di una ben fornita biblioteca catechistica. Per incominciare, un Lire 500 sul mio conto corrente: vedi un po’ tu che te ne intendi e puoi domandare.

3. A quelli che vengono sappiano dire con precisione ciò che hanno nei bauli o casse.

4. Vedi se ti venisse fatto di avere per Miyazaki (Parrocchia) un piviale (benedizione) e una stola da vivo e da morto.

5. Siccome vengono agricoltori, vedere se possono portare qualche innesto da frutto (ciliegi specialmente): forse in terra mantenuta umida con stracci durante il viaggio…) – coagulo per latte (per fare formaggio…) e un libro per il formaggio – ci fosse anche una sangola (piccola), falce da erba, cote e necessario per batterla…


(Segue una lunga serie di cose, le più disparate, fino al numero 34…).


Non spaventarti di questo o altro. Tu che sai chi viene:


a) Pensino al loro corredo personale – fa caldo e freddo e quindi siano provvisti benino di tutto;

b) Penso che nella distribuzione delle cose di chiesa si sarà pensato anche al povero Giappone;

c) Chi viene domandi a benefattori, amici, ecc. di questo genere di cose;

d) Chi vuol venirci in aiuto ci mandi piuttosto di queste cose, e qualche cosa compra.


E prega assai per me.


Tuo

Don V. Cimatti

2329 / Circolare Salesiani / 1939-8-29 /


95 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 29 agosto 1939


Carissimi,

Ricevo dal M. E. N. la seguente comunicazione: è stabilito ogni primo giorno del mese il KOAHOKOBI (giornata di servizio per la Patria) per rafforzare sempre più gli animi all’unità di spirito e di intenti.

Si faranno le seguenti manifestazioni… (seguono otto punti, si omettono). Sono chiari gli intenti educativi della giornata. Noi cristianamente certo incomparabilmente di più: ad ogni modo è conveniente che sappiamo la nuova disposizione per favorirla, consigliarla e portarvi tutto il nostro contributo per la buona riuscita per parte nostra e dei nostri dipendenti.

E preghiamo di gran cuore specie in questi momenti dolorosi per tutti.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2330 / Cecchetti Albano / 1939-8-30 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



30 agosto 1939


Carissimo Don Cecchetti,

L’accluso è da dividersi così per la contabilità: Yen 10, – Don Cecchetti, predicazione F. M. A.

30, – Spese Moro – De Kruyf.

Per regolarità sua:


a) Essi ebbero da me Yen 15 iniziali (non so quanti furono spesi da voi per conto loro);

b) Diedi in sua assenza Yen 20 a Don Arri per loro;

e) Ed ora aggiungo Yen 30.


Se altro ci sarà di bisogno mi dirà. Per questo conto (due chierici) si rivolga a me, non ad altri – per gli altri confratelli ai rispettivi Superiori.

E preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti


P.S. - In lettera vi è pure un vaglia di Yen 9. Devono essere per spese per il funerale del buon Tekeuchi. Se desidera scrivere breve memoria, raccolga materiale più che può. La nota è intestata a Don Arri.

Si faccia pure copia in pulito del progettino e su foglio a parte l’ubicazione dei singoli locali attuali, misure, ecc. ecc.

2331 / Governo Italiano / 1939-8-… /


96 agli Onorevoli Ministri del Governo Italiano

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Prefettura Apostolica di Miyazaki32

Ispettoria Salesiana in Giappone

[Agosto 1939]


I Salesiani di Don Bosco in Giappone già da 14 anni esercitano il loro apostolato missionario nelle zone loro affidate dalla S. Sede, comprendenti le due province civili di Miyazaki e Oita con una popolazione complessiva di due milioni di abitanti.

Vi lavorano pure le figlie di Maria Ausiliatrice (Suore di Don Bosco).

Animati dallo spirito del loro Fondatore, mentre direttamente si occupano nelle Opere dell’Apostolato, non dimenticano di essere italiani ed esplicano pure un lavoro indiretto di propaganda, che fu assai ben rilevato anche recentemente dalla Missione nazionale fascista e dalle Autorità nostre Consolari e dalla R. Ambasciata d’Italia.

Conferenze, concerti musicali, distribuzione di stampa interessante l’Italia, lo studio della lingua italiana nelle opere alle nostre dipendenze ne sono la massima manifestazione.

Vari missionari poi e con traduzioni di opere giapponesi in italiano, con pubblicazioni scientifiche o di indole storica o di indole sociale si sforzano di onorare la Patria loro all’estero. La stima di cui siamo circondati e la benevolenza con cui sono vedute le opere nostre (varie delle quali hanno anche le approvazioni governative o provinciali) da parte di tutte le autorità ne sono chiara manifestazione.

In occasione della venuta della Missione fascista e dell’andata del Superiore Don Cimatti in Italia si presentarono varie pratiche (Ministero degli Esteri) tendenti a mettere le nostre opere di assistenza sociale in missione e quelle tenute dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, e specialmente per ottenere un generoso sussidio per costituire il fondo per il riconoscimento legale della Scuola Professionale Don Bosco di Tokyo.

Furono pure lanciate proposte per un eventuale sviluppo dell’Opera salesiana in Manciuria. Fu tentato anche un colloquio col Duce: ma tutto rimase finora arenato, salvo il caritatevole generoso sussidio del Ministero della Cultura popolare dietro interessamento personale di S. E. Paolucci ed uno del Ministero degli Esteri.

Il seguente elenco dà un’idea del lavoro di apostolato che si viene esplicando dai Salesiani e dalle Figlie di Maria A.



OPERE TENUTE DAI SALESIANI E FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE, nella Pref. di Miyazaki.



Nove residenze con 1500 cristiani presso cui si svolgono le SCUOLE DOMENICALI con un complessivo di 2000 allievi e allieve.

Piccolo Seminario indigeno per la formazione del personale della Missione e sales. – Allievi 53, più 15 che si trovano al Gran Seminario di Tokyo per lo studio della teologia e filosofia.

Ospizio di Miyazaki per vecchi e orfanelli (ricoverati complessivi 120)

Asilo d’Infanzia dell’Ospizio (30 allievi)

delle Figlie di Maria A. (60 allievi)

Asilo Infanzia Oita (80 allievi)

Collegetto di Nakatsu (30 allievi)

S. Infanzia di Beppu (compless. ricoverati 100)

Giardino di luce, Ospedale per tubercol. (ricoverati 50)



Opere tenute dai Salesiani e Figlie di Maria A. A Tokyo



Parrocchia di Mikawajima con opere di assistenza sociale annesse (asilo tenuto dalle Figlie di Maria A.), dopo-scuola, Esploratori, scuole di lingue, dispensario, ecc.

Scuola Professionale Don Bosco (sezione stampa e sarti – in preparazione i falegnami). Studentato filosofico e teologico per la preparazione in posto del personale straniero in servizio delle opere salesiane e delle missioni (allievi 40).


In fede


Don V. Cimatti, sales.

Prefetto Apost. e Ispettore case sales.

in Giappone


2332 / “Voci Lontane” / 1939-8-17 /


97 al Giornalino di comunicazione con i benefattori “Voci Lontane”

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Agosto 1939 XVII

Al mare! Al monte!


Al mare! Al monte! I missionari, fermi, dal loro posto di lavoro, pregano per i loro Benefattori, affinché il Signore conceda loro e ai loro cari il ben meritato riposo felice, fuori dai pericoli materiali e spirituali. Il povero Prefetto Apostolico di Miyazaki implora per i suoi poveri e per le sue opere un ricordo di preghiera e di carità! Noi tutti non possiamo dimenticare la vostra continua benevolenza verso di noi. Ogni giorno a centinaia le anime da voi beneficate vi ricordano colle preghiere e coll’affetto, che vorrebbe dire e fare tante cose. E specialmente il Signore tiene conto di quanto fate per i Suoi poveri fratelli. Maria Ausiliatrice e Don Bosco implorino per voi le più elette benedizioni celesti.

Uniti dunque nella carità che non conosce distanze lavoriamo costantemente per la Sua gloria e per la salvezza delle anime!


Miyazaki, 16-VI-1939 Festa del Sacro Cuore di Gesù

Mons. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki (Giappone)

2333 / Cecchetti Albano / 1939-9-2 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



2 settembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Approfitto della venuta del bravo Ferrari per rispondere alla sua carissima.


l. Affaccendato per la fine del mese ed in ritardo con pratiche urgenti non potei venire. Ma è proprio utile il Primo Venerdì del mese? Le suore che vengono e vedendo che ci sono preti, saranno meno disposte a far bene le cose. In altro giorno inoltre, ad es., se io vengo col primo treno posso andar su, ecc. ecc. Beh! Vedremo a bocce ferme.

2. Se Don De Kruyf può sopportare il viaggio è bene vada con Don Erdö; buona occasione di compagnia e di aiuto.

3. Non raccomandi troppo a Masiero latte e uova (agli ammalati è roba buona per infiammazioni o simili intestinali): mangiar di tutto – varietà, pane e carne, e se ci fosse, vino buono, ecc. e via le medicine, questo sì…

4. Vada per le pompiere


E preghi per me. Saluti cari a Don Arri, Don Erdö e Don De Kruyf (che si prepari bene al diaconato).

Suo

Don V. Cimatti



P.S. - È morto Don Vosti. Preghiamo – Ho detto a Moro [che] renda conto al suo direttore degli Yen 15. Bene per il resto. – Ho scritto subito un granellin di pepe alla Direttrice di Roma. E bene per tutto il resto. Preghi per me.

Suo

Don Cimatti

2334 / Cecchetti Albano / 1939-9-4 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



4 settembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

l. Ad primum rispondo: “Se può essere uno che abbia i numeri di cui si parla (non solo spedire il vecchio, ma il suo parroco, ecc. ecc.), per me, messe le condizioni che mettete, non c’è che ringraziare il Signore, fate pure in Domino. Un periodo di prova va bene”.

2. Congratulazioni per tutto il resto.

3. I Battesimi sono limitati, perché avete messo voi il limite… Preghiamo.

4. Per la questione Roma, bisognerebbe che Suor Letizia che fece le pratiche, scrivesse: è carità e giustizia, e faciliterebbe il lavoro anche per le suore al ritorno.

5. Per il Vicariato e barbe dica… “Han buon tempo!”.

6. Quando ha l’estro faccia pur dei versi e preghi per me, Don Albano mio, preghi per me.

Suo

Don Cimatti


Saluti cari a Don Erdö e De Kruyf.

2335 / Kono Sadako / 1939-9-4 /


98 alla Sig.ra Sadako Kono

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Miyazaki, 4 settembre 1939

(Tradotta dal giapponese)


Gentilissima Signora,

Grazie della cartolina illustrata. Dal 2 settembre mi trovo in sede al Piccolo Seminario di Miyazaki. Perciò senza timore stabilisca il giorno che vuol venire. Un po’ alla volta diventa fresco. Mi saluti tutti. Essendo impegnato non ho potuto venire a Sugiyasu. Prego per la sua salute e per la sua vera felicità.

Don Cimatti



2336 / Ricaldone Pietro / 1939-9-8 /


99 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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8 settembre 1939


M. R. Sig. Don Ricaldone,

A riposo finale degli esercizi dei confratelli, F. M. A. opere e miei, un po’ di rendiconto.

Mi pare che tutti abbiano usufruito bene della grazia di Dio: due mute per i confratelli; due mute per le Figlie di Maria A.; una per Hikari no sono; una Ospizio di Miyazaki, una seminaristi. E Deo gratias!

Per me: sanità, nulla di speciale, ma di tanto in tanto non sono più quello di prima ed è naturale. La grave batosta avuta in Italia non si è ancora sopita; ma fiat voluntas Dei.

Studio e lavoro: non manca e potrei decuplicarlo, se fosse consono alle mie attività; mah, fiat voluntas Dei et Superiorum! La colpa non è certo mia.

Pratiche di pietà: è da anni che insisto per migliorarle; lento progresso, ma ci devo pur riuscire. Regolari.

Sante Regole e voti: nulla di speciale, mi pare.

Carità fraterna: optime.

Prossimamente invierò ai Superiori proposte personali e altri problemi in corso presso i Superiori.

Il confratello Don Dupont ha ricevuto l’ordine di presentarsi alle armi. Pare s’imbarchi il 13 c. m. Già due confratelli giapponesi sono soldati: il ch. Nishimura, già ferito, spero ritorni presto inter nos, ed il coad. Tateishi entrato in caserma il 20 agosto. Domando per loro una preghiera e benedizione speciale. Ne ho poi altri cinque della diocesi (seminaristi) sotto le armi. Per essi pure imploro preghiere.

Per i confratelli al momento nulla di speciale. Il sudd. De Kruyf fu trovato debole di polmoni – riposo per un anno e poi vedremo.

Per me le solite difficoltà; Lei le conosce. A quando il Signore mi esaudirà?

Per me lo ritengo necessario per il bene delle anime e della Chiesa.

E per oggi stop.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2337 / Cecchetti Albano / 1939-9-9 /


100 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 9 settembre 1939


Carissimi,

Forse sapete che il nostro Don Dupont33 è stato richiamato alle armi. Fino a martedì è a Tokyo. Pregate e fate pregare. Gli saranno certo graditi saluti e assicurazioni di preghiere.

Vostro

Don V. Cimatti



P.S. - Per la questione Minami né in Giappone né in Italia mi si parlò di pratiche che avrei dovuto fare. È strano però che sorga ora la questione – se è proibito ad estranee di vivere nell’Istituto perché ci sta? A quanto è questo mensile? E per quanto tempo sarà? Mi butti giù un abbozzo di lettera e farò. Don Cimatti ha meno di lei il disbrigo degli affari, coi quali mi ripeto

Don V. Cimatti

2338 / Cecchetti Albano / 1939-9-12 /


101 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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12 settembre 1939


Viva Maria!

Carissimo Don Albano,

Grazie di cuore delle notizie. Don Erdö resti per le cure ed aiutatelo con la carità ormai proverbiale della casa di Beppu. Difetti ne abbiamo tutti: l’importante è che ci sappiamo sopportare vicendevolmente, come ci sopporta il Signore.

Quanto a Yamamoto, in pratica nessuno lo desidera: se avessi la residenza (come Prefetto Ap.) lo prenderei io. Nell’ambiente di noviziato non si sentono di prenderlo appunto per la questione dei voti: d’altra parte è mica obbligato a fare i voti perpetui… Preghiamo.

Aspetto notizie sulla possibilità per noi stranieri di andare a trovare Nishimura che è all’ospedale di Kokura, e così farei una scappatina: potendo sceglierò la data indicatami. (Un mio pensiero: attenti che dal fare troppo sovente i concerti non diventino una cosa troppo comune… ab assuetis non fit passio. Ma è solo un mio pensiero). Prego il Signore a che intensifichi proporzionalmente la grazia per gli intervenuti.

La sua questione finanziaria è chiara – stringa al necessario – meglio il gennosho341 che la birra.

Consegno a Don Livio perché al più presto le venga in aiuto. Aumentiamo la fede nella Provvidenza perché non sappiamo certo dove andiamo a sbattere.

E preghi per me e saluti Don Arri… che se mi trova la Pedagogia… è proprio bravo.

Tutto suo

Don V. Cimatti


2339 / Barbaro Federico / 1939-9-12 /


102 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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12 settembre 1939


Barbaro carissimo,

Due parole anche a te in preparazione e ricordo della tua prossima ordinazione. Ti dirà il Vescovo che mentre hai il potere di esorcizzare “a mente et corpore tuo omnem immunditiam et nequitiam eicias. Disce per officium tuum vitiis imperare…”. E dandoti il potere di servizio all’altare: “Luceat lux tua coram hominibus ut vedeant opera tua bona – Per castam vitam et bona opera te ipse Deo sacrificium offer”.

Mio buon Federico, possa tu nei tuoi pensieri, parole ed opere essere un vero accolito della Chiesa.

Ti penso in buona salute e pieno di buona volontà di far bene. Prega sempre per chi ti ricorda cotidie.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Ho visto il tuo libro: non penso per tua colpa, ma non piace a molti il non esserci l’indice (prima cosa a cui guardano i Giapponesi. Penso conosca l’etichetta di un libro per un giapponese).

Un bravo giovanotto di scuole superiori che lo lesse trovò il periodo (stile: bunsho) non avvincente per la loro categoria. Mi dispiace che non posso leggerlo per la mia insufficienza nei caratteri (non essendoci il Kana) e quindi dirti il mio parere personale.

2340 / Chierici salesiani in Giappone / 1939-9-12 /


103 ai Chierici filosofi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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12 settembre 1939


Carissimi filosofi,

All’inizio del nuovo trimestre una parolina anche per voi.


      1. Ricordate di occupare bene il tempo in studio e in scuola. Come diciamo che prima digestio fit in ore, così si può dire che prima digestio intellectualis fit in schola per attentionem et disceptationem.

      2. Ma è necessario l’aiuto di quello di lassù e chiedetelo per le mani di Maria, sedes sapientiae.

      3. E soprattutto ricordate la condizione che mette Don Bosco nel regolamento delle case con quelle parole: “Lo studente superbo è uno stupido ignorante”, parole che sembrano volgari e che forse solo in questa occasione uscirono dalla bocca e dalla penna di Don Bosco, ma che sono significative e reali anche per noi.


Pregate per chi vi ricorda cotidie.

Don V. Cimatti

2341 / Circolare Salesiani / 1939-9-13 /


104 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 13 settembre 1939


Carissimi,

Avrete saputo del richiamo alle armi del nostro caro Don Dupont e con lui una cinquantina di missionari del Giappone e Corea.35 Ho promesso a tutti preghiere speciali: preghiamo e facciamo pregare. Molti cominciano ad agitarsi per le notizie che corrono: momento certo dolorosissimo per tutti. Vi prego però a star calmi tutti, non fasciandoci la testa prima di averla rotta.

Vi esorto a mettervi tutti sotto la speciale protezione di Maria A. e di Don Bosco; buttiamoci fiduciosi nelle mani del Signore. Venendo ordini vedremo il da farsi. Calma adunque e tranquillità massima e preghiera.

Buone le notizie dei nostri soldati al fronte o in preparazione: Nishimura è all’ospedale di Kokura.

Per gli avvenimenti sarà difficile che possano partire dall’Italia i designati per il Giappone alla data 18/10.

È annunciato il ritorno di S. E. il Delegato Apost. pel mese di Ottobre (Via America).

Fino al mese di Febbraio non potremo avere buon rifornimento di vino da Messa: raccomando grande cura nell’uso (si usi esclusivamente per la S. Messa – e qualora fossimo nell’impossibilità di fornirvene nelle forme solite e nella vostra residenza fosse in forte diminuzione, vi autorizzo fin che dura tale stato di cose, di usare nelle due purificazioni del calice soltanto l’acqua).

Conoscete le insistenze del Santo Padre e del Nostro Rettor Maggiore sull’insegnamento del Catechismo e quanto è consigliato nel numero 88 degli Atti in proposito.

Vi unisco un programma di studio per venire incontro ai suggerimenti dei Superiori.

Vedetelo, fatemi le vostre osservazioni, rimandatemelo e definitivamente vi dirò il da farsi.

Spero far breve visita a tutti fra breve, e nell’attesa mentre vi ricordo cotidie, pregate pure per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2342 / Tirone Pietro / 1939-9-15 /


a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale


M., 15 settembre 1939


M. R. Sig. Don Tirone,

  1. Non so neppure come e perché mi venga fuori questa questione canonica, ad ogni modo, se sono esatti i dati che ho in archivio mi risulterebbero i confratelli… [mette i nomi che si omettono: sono tutti confratelli, alcuni sacerdoti, che hanno professato prima del loro arrivo in Giappone].

Sono in regola per la validità? E se per caso non lo fossero, come sono in regola per le professioni seguenti? Penso certo ad un mio errore di scrittura, ma trattandosi per alcuni individui di anni identici di noviziato mi viene il dubbio… In caso quid agendum?

  1. Il bravo Don Baratto desidera esser sollevato da un dubbio che dice suscitato da Lei nelle conferenze di Chieri:


a) Se sull’orario è scritto ad es. meditazione ore 7, deve la campana suonare prima, perché alle 7 i confratelli siano in chiesa, o suona alle 7?

b) La Messa della Comunità deve absolute durare tre quarti d’ora?


Non si meravigli delle questioni: il bravo confratello per fare questioni è proprio il tipo. La sua permanenza in Italia l’ha fortificato negli studi, ma salvo l’ordinazione, è rimasto tale e quale. Pazienza e Deo gratias.

E preghi per me, e trovino sul serio, modo di esonerarmi da tutti questi stati di cose, che concludono a danno della Chiesa, della Congregazione e della mia povera anima.

Quando non si riesce non si riesce, e bisogna che pigliate questo povero essere com’è e non come dovrebbe essere.

Ossequi a tutti agli amati Superiori.

Suo

Don V. Cimatti



P.S. - Dal momento che dal suo bravo segretario dovrà far cercare, faccia dare uno sguardo anche agli altri confratelli, specie a quelli che hanno fatto il noviziato in Giappone, per vedere se sono in regola.


2343 / Dal Fior Luigi / 1939-9-19 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone


+ 19 settembre 1939


carissimo D. Dal Fior,

Non ricordo bene quando sia la festa di D. Margiaria (se al 2 ott. Angeli Custodi o altra) pensateci. Ricordati che tu devi essere il conforto dei confratelli nelle loro difficoltà. Tieni sempre per principio che gli uomini sono quel che sono e non come dovrebbero essere – e specialmente dai giovani chierici non potete pretendere quel che daranno quando saranno stagionati. Anche noi eravamo così, e fortunati noi se abbiamo trovato un buon amico che ci abbia capito e guidato. Tu per loro (anche i coadiutori) devi essere questo amico. Non sgridare mai in pubblico specialmente davanti ai giovani i loro assistenti – e facciamo di tutto per sostenerli. Così quando devi dire qualche cosa che ti fu detta da D. Margiaria (ai chierici o in cucina) fa sempre presente “il Direttore dice, consiglia ecc.”.

Aiutami il bravo Kanemoto – preparatelo bene se no finirà collo stancarsi con suo svantaggio e nostro. Mi consta che il buon Drohan non sta bene – ne ho scritto (di questo e altro e anche di quello di cui sopra) a D. Margiaria, ma tu fa’ presente, insisti e per quel che sta da te provvedi. Informa, sii apis argumentosa per i tuoi. Cerca di armonizzare, smussare, arrotondare e poi… carità, carità, carità…..

Tuo D. V. Cimatti


2344 / Bernardi Angelo / 1939-9-20 /


105 a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 20 settembre 1939


Carissimo,

Faccio seguito alla mia di stamane. Le notizie portate dai discesi sembrano far capire qualche cosa del problema della casa che forse non fu ben coordinato.

Dunque, prima di distruggere per trasportare e vendere vedi (come sei solito fare) di dirmi e così decidere definitive.

Essendo ormai il problema legato e a quello che faremo nel prossimo anno (chi va a Tano) e anche in parte all’Ospizio (che pare domandi la continuazione, ecc. ecc.) bisogna pensarci bene.

Mi dirai: La si decida! “È da anni che voi ci pensate!!!”. Ma che vuoi?

Sai com’è la mia povera testa. Per te non sarebbe più economico una costruzione di Miyazaki? Vedi un po’.

E prega per me. Ossequi a tutti.

Tuo

Don V. Cimatti

2345 / Circolare Salesiani / 1939-9-21 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. Francesco Saverio



Miyazaki, 21 settembre 1939


Carissimi,

Mentre vi assicuro a nome di tutti i confratelli della missione della nostra intima unione di preghiere nel giorno della vostra ordinazione e tutti auspichiamo che tutti presto e bene possiate raggiungere la meta, nell’approssimarsi del mese consacrato alla S. Vergine del Rosario, permettete che raccomandi a tutti l’esecuzione e diffusione della pia pratica voluta dalla Chiesa e così propria della nostra tradizione salesiana. Tanto più in queste critiche circostanze sarà fonte sicura di bene materiale e spirituale.

Quest’anno ricorre il 50.mo della fondazione dell’Opera di S. Pietro per il clero indigeno. La Santa Sede vuole che sia ricordata tale data: consiglio dunque che in occasione della festa di Santa Teresina, patrona dell’Opera, si facciano preghiere speciali; si parli di quest’Opera che si può dire occasionata dalle lettere di Mons. Cousin alla Sig.ra Bigard, supplicanti aiuto per i suoi primi seminaristi di Nagasaki.

Nel nostro Seminario si farà solenne commemorazione, funzioni e preghiere speciali.

Se, arrepta occasione, si trovasse benevola persona che volesse venire in aiuto al nostro Seminario, l’occasione è davvero propizia. Prendo con questa l’occasione di invitarvi a che scrivendo a parenti o benefattori si insista a che si iscrivano alle opere Pontificie…

Per vari confratelli si avvicina il tempo della scadenza dei loro Ss. Voti. Siano invitati a farne la domanda in tempo utile, e siano guidati e consigliati affinché facciano le cose con coscienza dopo essersi consigliati ed aver pregato molto.

Sapete che se anche si usa il Calendario Sales., la prossima festa di S. Michele è di rito doppio di prima classe, senza ottava.

Ci aiuti il Gran Patrono del Giappone36 a vincere anche noi il nemico (demonio) in tutte le manifestazioni della nostra vita.

E vogliate pregare per me: ne ho bisogno specialmente in questo tempo.

Spero fra breve rivedervi…

Vostro

Don V. Cimatti, sales.

2346 / Circolare Salesiani / 1939-9-21 /


106 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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21 settembre 1939


Carissimi,37

Nell’approssimarsi del mese di Ottobre consacrato alla Vergine del S. Rosario, permettetemi che vi ricordi insistentemente di propagare tale devozione fra i nostri cristiani e nelle adunanze collettive e nelle famiglie. Durante tutto il mese consiglio che al posto di altre preghiere in comune si dica il Rosario.

È volere della Chiesa e specie in queste critiche circostanze certo di grande efficacia materiale e spirituale.

[…]

Aderendo alla domanda di vari missionari e in vista delle attuali critiche circostanze dispenso dalla ritenuta delle 10 Messe per lo studentato.

Ad ogni modo raccomando alle vostre preghiere ed alla vostra carità la casa più povera dell’Ispettoria e chi può o a seconda delle occasioni veda di venire in aiuto anche direttamente a Don Bovio: è vera carità.

Grazie di tutto cuore anche di quel minimo che potrete fare…

Vostro

Don V. Cimatti

2347 / Circolare ai Salesiani in Giappone / 1939-9-25 /


107 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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25 settembre 1939


Carissimi,38

Ricevo dal M. E. N. ed anche da S. E. Mons. Doi, con preghiera di comunicare, le seguenti disposizioni. Non sono cose nuove ma è vivo desiderio delle Autorità che ci inquadriamo tutti in questo spirito e che vi portiamo il nostro contributo a che i nostri dipendenti lo seguano con convinzione: le autorità non ignorano il valore che la religione dà a questi problemi e si rivolgono a noi con piena fiducia della nostra cooperazione, che vogliamo e dobbiamo dare tutta specie nelle presenti circostanze.


l. Dal 3 al 9 di questo mese è stabilita la settimana destinata ad assicurare ai soldati al fronte l’unione degli intenti da parte di tutti: è settimana di preghiera e di ringraziamento riconoscente a quanti col sacrificio della vita, o colle riportate ferite, o per la preoccupazione in cui hanno lasciato le famiglie hanno cooperato all’impresa attuale, ed a eccitare gli animi tutti ad una più sentita cooperazione col Governo al risultato finale. Per gli uffici civili è stabilito al 3 Ottobre la lettura dello speciale Decreto dell’Imperatore emanato in identica data l’anno scorso, preghiere, funzioni nei templi, visite alle tombe, ecc.: aiutare le famiglie che hanno dato i soldati, consolare le medesime nelle varie forme…


Nell’interno della missione si dia opera per guidare attivamente i fedeli a questi insegnamenti, si stia in intima unione con le autorità locali, non si tema di riunirsi con altri fedeli anche di diversa fede per promuovere questo utile movimento, ci sia intima unione fra le varie associazioni; si stabiliscano speciali incaricati per tener vivo il movimento, si attivino specialmente i giovani, le donne; si prestino volentieri per le manifestazioni del genere i locali della missione.

I desideri espressi specialmente dai cattolici al M. E. N.: rispetto allo spirito religioso dei cattolici, assistenza ed aiuto all’associazione della mobilitazione spirituale, ci mettano in buone relazioni con le autorità e non ci si lasci in disparte; ci si dia materia per discorsi e per opera di persuasione. Possono anch’essi far parte dell’associazione generale, possono entrare come membri e anch’essi cooperano potentemente a realizzare l’unione auspicata e che è nel cuore di tutti.

Ognuno dunque porti il suo contributo cordiale ed attivo, richiesto non si rifiuti; anzi COMPELLE INTRARE… 39

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti



2348 / Berruti Pietro / 1939-9-27 /


108 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 27 settembre 1939


M. R. Sig. Don Berruti,

Notizie un po’ affrettate.


1. Supplico di fare il possibile di venirmi in aiuto per lo STUDENTATO: finora per sfamare, pago di borsa Prefettuale (della Pref. Apost.)… ma poi… saremo senza… tutti…

2. Idem per trovare forme d’invio per Tokyo-Scuola.

3. Per le questioni d’Europa siamo al buio: non so quindi nulla… Don Dupont che doveva partire, chiamato sotto le armi, è ritornato in sede. Deo gratias!

4. È probabile che per il 19 Ottobre col “Victoria” partano per breve congedo per l’Italia il bravo Guaschino e Ragogna. Di quest’ultimo già avevo preavvisato i Superiori. Guaschino sono 15 anni che è in Giappone e merita questo atto di fiducia, anche per rivedere forse per l’ultima volta i suoi vecchi. Non ha motivi per prolungare la sua permanenza – per me non ho motivi che si fermi in Italia, ma facciano i Superiori; certo più presto ritorna meglio è.


Ragogna, da oltre 10 anni è in Giappone – non ha dato motivi a lamentele speciali – è un buon Salesiano. Giovane, sente tutte le forze della sua giovinezza in modo assai forte e che confina con forte nervosismo, che lo abbatte e prostra spiritualmente. Ha bisogno di una buona cura spirituale e materiale. Egli parlerà chiaramente: m’induco a lasciarlo venire per toglierlo, e se è possibile, liberarlo da quanto può turbare la sua anima. È elemento prezioso, ma gli dovesse crescere lo stato attuale, il Giappone per lui è dannoso: vedano i Superiori.

Ha anche da aggiustare cose di famiglia. Per i permessi (è consiglio dello zio Don A. Ragogna d’America) ha zia e cugine a Savona: non prolunghi troppo i cuginamenti. A Lei stabilire per i due le visite.

Le critiche circostanze del momento parrebbero dissuadere la partenza, ma sono convinto che ne viene un bene necessario alle loro anime, e quindi afferro l’occasione: Deus providebit – e se non succedono altre cose che fermino, vanno. Se tutto va bene e se partono il 19 da Shanghai sono a Venezia circa il 13 Novembre.

Sono uomini e se la cavano, ma se nella sua carità potesse mandare loro incontro qualcuno o delle case di Venezia o il Sig. Aprili da Torino, sarà una vera carità. Penso non avranno con sé molta roba; quindi non ci sarà granché per la dogana, ma un incontro di facce amiche, fa del bene a tutti. Per il viaggio vi è lo zio religioso a bordo: li raccomando al Rev. Cappellano.

Dunque, caro e venerato Sig. Don Berruti, mi aggiusti le anime di questi cari confratelli e se riesce (quella di Ragogna) me li riinvii più presto che può.

A giorni o con quelli che vengono, invierò proposte per il nuovo anno, che per noi s’inizia il primo aprile.

Dica all’incomparabile segretario che, per le ragioni dette non so quante volte, non è possibile dal Giappone inviare l’elenco del personale per il Primo Ottobre. Basta pensare che al Primo Ottobre siamo a metà anno ed in generale non si sa il personale che viene da Torino, ecc. ecc.

E preghi per me.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2349 / Cecchetti Albano / 1939-9-27 /


109 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 27 settembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

1. Invierò i volumi richiesti da Don Arri.

2. Non ricordo quale sia l’ultima sua lettera cui devo rispondere ad alcuni punti: son solito appena arriva una lettera che esiga risposta, rispondere punto per punto… In caso abbia la bontà di ripetere.

3. Insisterò presso le Figlie di Maria A., ma Lei sa che Don Cimatti e in genere noi, poco possiamo, per dir meglio nulla possiamo in materia – alle volte può essere che l’insistenza ottenga l’effetto contrario.

4. Neanche a noi arrivano soldi – e se non vengono non so come potrò aiutarvi. Deus nos adjuvet. La pratica è in corso presso i Superiori.

5. Per Nishida e per Morie sentirò Don Liviabella e farò come mi dice Lei.

6. Idem per la gara di catechismo. I ragazzi naturalmente alla lettera – quelli più adulti anche a senso – ogni categoria può concorrere, che lo scopo non è tanto l’esame o la gara, ma far studiare il catechismo.

7. Della Circolare unita faccia parte anche alle Figlie di Maria A. e alla Nagata.

8. Nel prossimo mese, andando a Tokyo, avviserò per un giorno di riunione. Giusto quel che dice: per me è un piacere, non un cilicio; e fino a un certo punto è un dovere. Forse però è bene che si abituino tutti a far bene l’esercizio della buona morte nelle case.


E mi pare di aver così risposto a tutto. Per i battesimi prego, prego, prego: rimuoviamo da noi e dagli altri il male e il Signore ci darà anche queste consolazioni.

Saluti a Don Arri.

Suo

Don V. Cimatti


Spero pel 15 poter imbarcare Guaschino e Ragogna per breve congedo di riposo. Se avete commissioni…

2350 / Cecchetti Albano / 1939-9-27 /


110 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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27 settembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

l. Mi sono informato per la questione esercizi. Il nostro Matsuo va nell’occasione degli esercizi per un po’ di riposo, di cui ha ben bisogno, dato il bel lavoro che fa qui. Non è un’andata promossa dal sottoscritto e quindi…

Per il prossimo anno si vedrà di far meglio. Ad ogni modo scrivo il biglietto che Lei desidera. Se poi Lei desidera che vada, per me non ho difficoltà. Oltre il viaggio naturalmente ci sarà (per uno che venga dal di fuori) la diaria che non so a quanto ammonti.

2. Penso che i nostri due potranno partire il 19 sul Vittoria: bisognerà assicurare sul Nagasaki-maru la partenza in modo che arrivino – speriamo ci sia presto.

3. E al momento nient’altro.

Suo

Don V. Cimatti



P.S. - Saluti ad Arri sacerdote del vero Dio.

2351 / Arri Carlo / 1939-9-29 /


111 a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone

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[29 settembre 1939]


Carissimo Don Arri,

Grazie della tua e di quanto fai per questo povero tuo fratello. Dio ti rimeriti. Per i catechisti:


    1. Catechismo

    2. Buona conoscenza del Vangelo (parabole – tratti più salienti dimostrativi del dogma)

    3. Punti di controversia dei Protestanti:


a) Chiesa cattolica, Apostolica, Romana

b) Eucaristia


4. Sommario punti essenziali storia Sacra (le linee generali della storia della Chiesa (uscirà sulle Letture Cattoliche un buon riassunto del Mioni). Storia dei cristiani in Giappone.

5. Un po’ di Liturgia (specie la S. Messa – e i Sacramenti e quanto credi utile).


Prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

2352 / Circolare Salesiani / 1939-10-1 /


112 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 1 ottobre 1939


Carissimi,

Ricevo e comunico da parte del M. E. N.:


  1. Si desidera un resoconto completo dell’attività svolta dalla nostra Missione in favore della mobilitazione generale spirituale della popolazione nel decorso dell’anno 1938 fino al 30/7 di quest’anno. Vi prego di rispondermi al più presto, indicandomi quanto di speciale avete fatto per i soldati e le loro famiglie, se si è partecipato a manifestazioni speciali, se si sono organizzate le medesime, se si sono prestati i locali per manifestazioni del genere, ed infine se si hanno proposte speciali per il nuovo periodo, per venire incontro più efficacemente al Governo per detta mobilitazione. La relazione deve essere al M. E. N. entro il 15 c. m. Vi prego di rispondere con cortese sollecitudine.

  2. Per ordine del Ministero degli Interni, sotto il comando dell’autorità militare e sotto la responsabilità delle autorità locali, sono indette le esercitazioni aeree in tutto il Kyushu dal 21 al 28 c. m. divise in due periodi: i primi quattro giorni per le esercitazioni fondamentali e gli altri per esercitazioni mutue (fra militari e cittadini).


Centro del Comando è a Fukuoka. Si insiste naturalmente sul pieno contatto nostro colle autorità, la nostra piena dipendenza ed aiuto se richiesti, l’osservanza esatta delle norme, apprendimento dei segnali, e specialmente delle luci nei tempi stabiliti, ed insistenza per parte nostra nell’ottenere che tutti i nostri dipendenti si uniformino con vero spirito di adattamento e di perfetta esecuzione di quanto viene prescritto.

Trattandosi di manovre militari si fa viva raccomandazione anche di sorvegliare le spie. Non è certo opportuno che in quei giorni si vada in giro o si domandino notizie in relazione alle esercitazioni. Insomma facciamo in modo che nessuno abbia a lamentarsi del nostro contegno. Buon mese del Rosario.

Vostro

Don V. Cimatti

2353 / Cecchetti Albano / 1939-10-1 /


113 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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1 ottobre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Mi pare che non c’è nulla da rispondere alla sua ultima. Don Liviabella viene per quel giovane. Ma parte Ragogna e non riusciamo da mesi a trovare un sostituto.

Mah! Ci aiuti il Signore. Abbia la bontà di far domandare alla Sig.ra Nagata se ha qualche cosa del primo punto. Idem per le Figlie di Maria A.

Mandatemi presto qualche cosa. Saluti a tutti.

Vostro

Don V. Cimatti

2354 / Circolare Salesiani / 1939-10-2 /


114 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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2 ottobre 1939


Carissimi,

Come vedete non mi mancano da qualche tempo a questa parte le occasioni per comunicare con voi almeno per lettera.

Anche questa volta me ne dà motivo una nuova comunicazione del M. E. N. con l’invio delle osservazioni sull’esito delle precedenti esercitazioni aeree.

Il Ministro degli Interni esprime la sua piena soddisfazione per la buona riuscita, ma fa qualche osservazione degna di nota: miglior educazione dello spirito di corpo per parte delle famiglie singole; maggior esattezza nello spegnimento delle luci; osservazioni generali sul momento attuale che esige l’unione di tutte le forze anche in queste esercitazioni.

Alcuni missionari avendo manifestato il desiderio di avere il testo ufficiale della comunicazione, invio in romaji le parti più salienti delle osservazioni che potete comunicare ad istruzione dei vostri dipendenti o almeno per essere tenuti al corrente, come è desiderio delle Autorità.

Pregate per il

Vostro

Don V. Cimatti

2355 / Ricaldone Pietro BS / 1939-10-3 /


115 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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IN MARGINE AD UN CINQUANTENARIO40


Miyazaki, 3 Ottobre 1939

festa di S. Teresina


Rev.mo ed amatis.mo Sig. Don Ricaldone,

Una delle pagine più gloriose e commoventi della storia dell’apostolato missionario fu commemorata nella nostra Prefettura Apostolica in occasione della festa della grande patrona delle Missioni: la data cinquantenaria della fondazione dell’opera Pontificia di S. Pietro per il clero indigeno. Funzioni religiose, discorsi di circostanza, preghiere di ringraziamento, maggior conoscenza degli scopi e del risultato dell’opera, copiosi frutti spirituali e col volgere degli anni frutti materiali per lo svolgersi dei semi abbondantemente sparsi. Deo gratias!

La commemorazione trovò il suo ambiente naturale nel nostro Seminario – ambiente caldo di comprensione – ambiente che dimostra praticamente i risultati dell’Opera, ambiente i cui elementi non possono non sentire la riconoscenza ai benefattori che si prodigano per la loro formazione. Suoni, canti e discorsi armonizzarono come in grandioso poema sinfonico le figure della Patrona dell’Opera S. Teresina, le iniziatrici Stefania e Giovanna Bigard, i 400 seminari sparsi in tutto il mondo coi l6 mila seminaristi, i 6 mila preti già formati in questo cinquantennio e la pleiade di sostenitori dell’Opera.

Le parole di conclusione del nostro Don Tassinari: “Gli sguardi e le speranze della Chiesa, dei missionari e delle cristianità sono rivolte a voi, miei cari seminaristi. Fate presto a diventare buoni preti. E pregate ogni giorno per coloro che vi aiutarono”, furono certo scolpite nel cuore dei nostri giovani giapponesi in forma indelebile. Al Signore farle maturare nel senso indicato.

FAR PRESTO BUONI PRETI. Per associazione di idee vien fatto di pensare agli inizi dell’Opera che (coincidenza provvidenziale) viene ad essere, direi quasi, motivata dalla necessità della formazione del Clero giapponese.

È noto il metodo della Chiesa nell’evangelizzazione. Gli Apostoli, formate le comunità cristiane, eleggono e consacrano un prete o Vescovo del luogo e gliele affidano: già fin dall’era apostolica dunque, il problema del clero nativo è praticamente risolto. Ed anche attualmente la Chiesa propugna lo stesso metodo, basta leggere la Carta Magna delle Missioni “Rerum Ecclesiae” di Papa Pio XI: e specialmente il missionario in Giappone ne tocca con mano la necessità ed un mondo di ragioni la convalidano. Fondazione quindi di seminari per la formazione di questo clero nativo, suscitato in ogni parte del mondo dalla Provvidenza per venire in aiuto ai propri fratelli, ne è la base. La raccolta dei mezzi per fondarli e sostenerli è la prima necessità. Ed ecco l’Opera di S. Pietro che con la preghiera, l’elemosina ed il lavoro si propone questo nobile intento.

Nel 1889 il Vescovo di Nagasaki scriveva ai benefattori e amici suoi di Francia lettere piene di angosce perché non aveva potuto accettare dei seminaristi per mancanza di mezzi, ed implorava aiuto. Una di queste giunse anche a Caen alla Sig.ra Bigard che già da tempo aveva in animo di lavorare per le vocazioni nelle missioni.

La lettera implorante soccorso fu una scossa, una rivelazione: le linee dell’Opera sono un fatto compiuto. La Sig.ra Bigard con la sua figliuola prendono questo lavoro come pro[ie]zione [?] della loro eredità – vanno elemosinando e ad un cinquantesimo di distanza il mondo può constatare quanto abbia prodotto il lavoro di due donne volenterose materiato di preghiera e di sacrificio e ravvalorato dalla grazia di Dio.

La qualità delle persone, l’epoca storica (l’epoca di ferro) che si attraversa, contrassegnata in Francia dall’antireligione, potevano far pensare ad un fiasco completo… Contemporaneamente a Lisieux prega e s’immola per le missioni Teresa del Bambino Gesù… “Io soffrirò assai. Ma se è questa la condizione perché il granello di senapa debba germogliare e crescere, sarei colpevole se rifiutassi”. Diceva la Fondatrice. Sempre così le Opere del Signore: per il Calvario e sul Calvario. Ma questi medesimi anni di Calvario per la Chiesa in Francia hanno dato l’Opera della Propagazione della Fede, della S. Infanzia, di S. Pietro Apostolo, delle scuole d’Oriente, dell’antischiavismo.

La preghiera e il sacrificio, le armi invincibili per le opere di apostolato.

E i missionari che fecero in Giappone per questo problema di prim’ordine? È bello storicamente considerare come hanno affrontato la questione i successori di S. Francesco Saverio. Sotto la guida di quell’incomparabile italiano che fu P. Alessandro Valignani, che dal 1575 al 1606 fu Superiore dei Gesuiti in India, Cina e Giappone, i missionari lavorarono con slancio e sicurezza di direttive nella grande impresa. Scriveva al Padre Generale Acquaviva della Compagnia: “Con uomini come i Giapponesi è permesso sperare che formati nei Seminari alle lettere e alla pietà, né più né meno degli europei, saranno atti a diventare religiosi, sacerdoti secolari e Vescovi. Non si ha da fare fondamento di governarsi questa Chiesa del Giappone per gente forestiera se non per gli stessi naturali”.

Nel 1580 è aperto il primo seminario ad Arima ed il noviziato e scolasticato giapponese a FUNAI (Oita).

Due altri sono aperti nel 158l. Nel 1589 sono già 45 i seminaristi giapponesi – nel 1596 ricevono la tonsura 6 scolastici fra cui il futuro martire Paolo Miki.

Nel l600 sono promossi al sacerdozio i due primi giapponesi LUIGI MIYABARA e SEBASTIANO KIMURA, essi pure martiri, beatificati dalla Chiesa.

Nel 1604 i seminaristi sono più di 100. Alla morte del Valignano in Giappone vi erano 150 missionari (di cui metà giapponesi) e due seminari per i nativi. Nel 1626 la Congregazione di Propaganda Fide scrive all’ultimo Vescovo del Giappone di ordinare preti tutti i giapponesi che giudica degni, e nel 1630 imparte le medesime direttive a tutti i Superiori di Missione in Giappone.

La persecuzione taglia netto questo prospero stato di cose, ed ora lentamente e faticosamente tutti i capi missione del Giappone lavorano in patientia per riuscire allo stesso intento.

Il Gran Seminario regionale di Tokyo che accoglie un’ottantina di seminaristi (filosofia e teologia), piccoli Seminari (notevoli quello di Tokyo, Nagasaki, Fukuoka e Miyazaki) che ne accolgono qualche centinaio, vengono preparando gli operai apostolici giapponesi del domani.

La nostra Prefettura in questo cinquantennio come omaggio offrì alla Chiesa il suo primo sacerdote giapponese, una settantina di seminaristi sono in preparazione.

L’anno scorso in Italia una brava signora ponendomi fra le mani una generosa offerta, mi diceva: “Oh, come sono felice, perché avrò anch’io il mio prete!”.

Pensavo a quanto scrisse Papa Innocenzo XI a Mons. Pallu, uno dei primi vescovi inviati nel XVII sec. in Estremo Oriente: “Amerei assai più che voi ordinaste un solo prete in queste regioni che l’apprendere la conversione di cinquantamila infedeli”. Parole d’oro! Oh, ci aiutino tutti i buoni colla preghiera e col sacrificio e coi mezzi indispensabili a realizzare l’una e l’altra cosa.

Ci benedica tutti e mi creda:

Suo aff.mo

Don V. Cimatti



2356 / Ricaldone Pietro / 1939-10-4 /


116 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 4 ottobre 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

È la festa del poverello d’Assisi! Ci aiuti a mantenerci poveri come Lei ci ha insegnato nella circolare. È anche l’anniversario dei miei voti (1896) con cui mi legai subito in perpetuo a Gesù: preghi per la mia perseveranza usque in finem. Ed un po’ di rendiconto.


    1. Sanità. Ho dei momenti in cui penso di essere vicino alla morte – poi ripiglio il tram-tram ordinario. Ad ogni modo mi pare nulla di straordinario, ma ho dei momenti in cui non capisco più lo svolgimento della mia macchina, pur avendola studiata e spiegata tante volte. Saranno le conseguenze degli anni: ad ogni modo fin che c’è fiato, c’è vita, e mi pare che del fiato ce n’è ancora, e quindi finché al Signore piace… al lavoro. Dolendum che non sia il lavoro affidatomi tale da stancarmi… Ma non è colpa mia; Deus scit.

    2. Lavoro e studio: ut supra dixi. Rinnovo ai Superiori il tante volte già detto: Miyazaki e Tokyo sono lontani. Mi pare che vada avanti per forza d’inerzia, ma non con lavoro attivo. Sono proprio nelle condizioni di colui che deve servire a due padroni: e Lei conosce le conclusioni del S. Vangelo. Meno male che tutt’e due i padroni s’incentrano in Lui. Tento di fare quello che posso – in pratica scontento un po’ tutti – non riesco a fare quel che si dovrebbe – ma… tenterò con più forza di accontentare il Signore.

    3. Pietà e Regole, Ss. Voti. Mi pare ci sia un po’ di sveglia. Segno che devo morire presto – ed il Signore mi ci prepara. Deo gratias.

    4. Carità: mah! Il Signore mi ha dato il cuore che è disposto (anche troppo) verso tutti.


L’andamento generale mensile discreto, per non dire buono per tutti.

Come ho scritto al Sig. Don Berruti, spiegando, rimpatriano per un po’ di riposo i coadiutori Guaschino (14 anni) e Ragogna (oltre 10). Specie quest’ultimo affido alla carità dei Superiori per cura spirituale – sente tutta la forza della sua giovinezza e conseguenze. Non vi è nessun motivo per parte nostra di affidarli in perpetuo ai Superiori: mi lasciano un forte vuoto, ma facciano i Superiori per il bene delle anime loro, è questo il vero scopo della loro venuta.

Ed ora ho bisogno di tutto il suo più che paterno consiglio in relazione all’acclusa lettera. Era il giorno della festa di S. Teresa ed avevo domandato facesse piovere anche su di noi un po’ di rose: mi giunge dopo due giorni la lettera ed un buon aiuto dei Superiori (non so ancora la destinazione, ma è giunto). Grazie ai Superiori ed al Signore.

Il chierico aveva avuto una forte scossa durante gli esercizi – e pareva si rimettesse (già l’anno scorso aveva avuto una crisi discreta e ne avevo informato i Superiori – senza dir nulla in casa aveva avanzato pratiche per aver lavoro all’Ambasciata), ma ora parla chiaro. A giorni devo andare a Tokyo e parlerò: ma se le cose sono così penso che un riinvio sia la cosa più semplice e finito il suo triennio (29/12 di quest’anno) aiutarlo a cercarsi la via cui lo chiama a quanto pare il Signore.

Ad ogni modo essendo il primo caso che mi capita (ce ne fu uno analogo – ma di altro genere anni fa), desidererei e per tranquillità dell’individuo e del sottoscritto il parere del nostro buon Padre. La Madonna e Don Bosco potranno fare miracoli, ed il primo è già venuto – ma queste catene non si infrangono con facilità, specie quando c’è in mezzo la superbia.

C’è anche un coadiutore giapponese che pencola e vi è a dubitare che finito il suo triennio gli dobbiamo dire: “Buon giorno” ma non è per queste cose. Comunque mi aiuti il Signore affinché tutto riesca a fare per il meglio e secondo la volontà di Dio.

E ancora un caso: ho una buona vocazione tardiva (al momento è tale) affidatami per farsi salesiano da un ottimo padre giapponese e che fu educato dai Gesuiti.

Secondo le norme dell’art. 21 l’età massima per un adulto aspirante al sacerdozio (ed è tale) è di anni 30. Si possono computare gli anni di studio superiore al ginnasio? Nel caso sarebbero due (biennio preparatorio all’Università cattolica); dunque 32. Ma l’individuo ne ha 38. Durante l’aspirantato, dà a divedere di essere fermo, di buon carattere, di pietà, ecc. Siccome mi pare un caso eccezionale a norma dell’articolo medesimo invoco il parere del Rettor Maggiore.

E per oggi mi benedica e preghi per me e per i miei.

Con vero affetto

Don V. Cimatti

2357 / Colombara Vincenzo / 1939-10-6 /


a Don Vincenzo Colombara, Direttore allo studentato filosofico di Foglizzo



Miyazaki, 6 ottobre 1939


Mio caro Don Vincenzo,

Vola il pensiero

leggero leggero

al mio Vincenzo.

E vola la prece

siccome un incenso

fragrante odoroso

che dica all’amico

il cor fervoroso

per tanta bontà.

Voi tutti pregate

con cuore devoto

per noi Orientali.

Oh, grazie, Vincenzo

oh grazie, fratelli

oh deh, continuate

con grandi preghiere

che salgono al cielo

degli angeli su le ali.


Bravo, Don Vincenzo, prega e fa’ pregare. Per noi, si sentono le conseguenze dello stato attuale, ma speriamo che il Signore si muova a pietà del mondo. Non c’è che la preghiera. Ho già due confratelli giapponesi soldati e cinque seminaristi. Il Signore ce li conservi. Saluta, e fa’ coraggio a tutti: ALLEGRI – STUDIOSI – E UNITI CON DIO. Staranno bene di anima e di corpo.

Prega e fa’ pregare per chi ti benedice con tutta la tua famiglia.

Tuo

Don V. Cimatti

2358 / Berruti Pietro / 1939-10-7 /


117 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Ispettoria Salesiana S. Francesco Saverio, Giappone

Miyazaki, 7 ottobre 1939

Festa del S. Rosario



M. R. Sig. Don Berruti,

Da fogli a parte, secondo le singole questioni, mi onoro di presentare ai Superiori o per consiglio o per l’approvazione quanto accludo.



PRATICA PER UN OSPIZIO SALESIANO A MIYAZAKI


In risposta alla lettera del 10/5/39 e 13/7/39, alla quale avevo in parte risposto in data 14/8/39 dando le spiegazioni richieste dai Superiori maggiori, al N. 2.


      1. L’ospizio al momento dispone di ettari tre di terreno. In Giappone poi facilmente si trova e a prezzo minimo di affittare molto terreno (ed è quello che si fa ora) per cui anche questa forma può essere utilizzata per avere quanto si vuole.

      2. Il preventivo totale della costruzione è valutata naturalmente e per numero allievi e per spazio. Al momento attuale per il rincaro di tutti i generi per un edificio del genere si può valutare a Yen 90-100 allo tsubo (circa 4 mq). Le spese di arredamento pure si possono valutare, tutto compreso (letti in legno o brande, cucina, materiale scolastico, macchine e strumenti per laboratori e campagna, e pensando che in Giappone non è necessario tutto quanto è indispensabile da noi, dato poi la finalità di detto ospizio) si può valutare a Yen 5000.

      3. Per un periodo X si potrebbe pensare a personale locale (difficilmente lo straniero riuscirà a fare le vere scuole giapponesi – tanto più i nostri coadiutori, salvo che per la parte pratica).

      4. I mezzi di vita, la Provvidenza, le offerte dei buoni, il lavoro, e quello agricolo rende certo. Se l’Opera avrà poi il riconoscimento governativo (come opera di beneficenza) ha dei sussidi annui, come li ha attualmente l’Ospizio e le nostre opere sociali di Mikawajima e Tokyo delle Figlie di Maria A.


Come dissi prima, la preoccupazione del Prefetto Apost. è di dover provvedere a questi orfanelli raccolti e nell’Ospizio di Miyazaki e dalle Figlie di Maria A. e quelli che ci vengono affidati dalle autorità (presso le Figlie di Maria A. vi sono già ricoverati orfani di guerra). Alcuni li abbiamo a Nakatsu per vedere le attitudini e inviarli o al Seminario (al momento non abbiamo altra casa di studi) o alla scuola di Tokyo, ma penso che per la maggioranza bisognerà pensare a dare loro il pane mediante il lavoro della terra. E poi altro è mantenerli a Miyazaki, altro a Tokyo o in grandi centri.

Penso che le condizioni attuali non consigliano la costruzione in grande del progetto (dato il rincaro di tutti i generi di costruzione e forse anche la difficoltà di ottenere il permesso… ma per scuole e istituti del genere in pratica concedono perché ne vedono la necessità). Ad ogni modo io mi trovo in questa necessità “di mettere i confratelli che al momento si occupano di quest’opera (Don Cavoli, Coad. Bealessio, prof. perp. e coad. Rosso, prof. trien., Don Cimatti aiuta in quel che può) nelle condizioni di una vita più regolare e per le pratiche di pietà e per lo svolgersi della vita religiosa e per l’educazione dei giovani. Ho bisogno di rafforzare il personale in modo che si possa ottenere quanto sopra. Qui ci vorrebbe un tipo che fosse pratico e di campagna e fosse sacrificato del sacrificio del vero salesiano. Don Cavoli ha già altre preoccupazioni ed ha bisogno di essere aiutato e così pure ci vuole un assistente per dar riposo ai bravi coadiutori”.

Ecco le mie preoccupazioni che davvero non so come risolvere senza il consiglio dei Superiori e senza la loro approvazione.

Se non è possibile realizzare subito parte o tutto dal punto di vista salesiano, si può pensare ad una semplice residenza missionaria? Ad una casa succursale? Ad un’opera della missione, pel momento? Nel prossimo marzo avrò, se piace al Signore, una buona infornata di preti. Può essere che ne trovi uno adatto allo scopo, ma intanto come fare?

Unisco in foglio a parte il pensiero di Don Margiaria, dissenziente da quello di Don Cavoli, Don Liviabella e Don Cimatti, ma degnissimo di considerazione – anche altri confratelli si domandano se non sia meglio in grandi centri. Rispondo: ora devo provvedere qui e per questi – andare altrove si può sempre e… ci possono mandare anche se non vogliamo. Dunque i Superiori mi aiutino e consiglino. Al momento non domando soldi, ma che col consiglio e se è necessario col comando aiutino questo povero confratello che deve provvedere alle anime e dei confratelli e dei giovani ed alla sua.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, Ispett.


P.S. - Stando così le cose, mi pare al momento prematuro presentare progetti definitivi.

2359 /Circolare Salesiani / 1939-10-7 /


118 ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 7 ottobre 1939


Carissimi,

Nel giorno della festa del S. Rosario, cogli auguri più sentiti e colla più viva insistenza vi raccomando affinché vogliate propagare sempre più la devozione, tanto raccomandata dalla Chiesa e così consona alla tradizione salesiana, vi rivolgo caldo invito affinché nella Domenica 22 c. m. vogliate celebrare la prescritta Festa della Propagazione della Fede.

Non avete certo bisogno di mie raccomandazioni per il buon esito della medesima: ne conoscete lo scopo, il frutto spirituale che ne viene alle anime, ed anche i frutti materiali. L’esito di questi ultimi nelle attuali condizioni saranno certo in tutto il mondo non come negli anni passati; una ragione di più per pregare più insistentemente ed eccitare anche i nostri cristiani a venire in aiuto materiale anche minimo (date anche le condizioni del momento in Giappone) per la Propagazione della Fede in tutto il mondo.

Può essere che sul giornale cattolico escano speciali disposizioni o consigli ai missionari per parte del Direttore Nazionale dell’Opera, P. Iwashita, vi prego di farvi attenzione.

Comunque i consigli annuali che sono solito dare possono valere bene anche per questo anno. Funzione religiosa in chiesa con Messa per la Propagazione della Fede, iscrizioni all’Opera, discorso di circostanza, organizzazione dell’Opera, come i cristiani debbono cooperare alla Propagazione della fede…

Invio le norme per le offerte fisse. Mi siano inviati i nomi degli offerenti come soci regolari e le offerte raccolte, che debbo inoltrare al P. Iwashita.

Chi in quel giorno si accosta alla S. Comunione e prega per la conversione degli infedeli può lucrare l’indulgenza plenaria applicabile alle anime del S. Purgatorio.

Se non succedono complicazioni i nostri Guaschino e Ragogna partono da Nagasaki il giorno 16 per imbarcarsi il 19 a Shanghai.

Il nostro Nishimura è traslocato all’Ospedale di Kumamoto. Mentre preghiamo per questi cari confratelli non vogliate dimenticare chi si professa

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2360 / Propaganda Fide / 1939-10-9 /


119 alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide

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PREFETTURA APOSTOLICA DI MIYAZAKI41


Miyazaki, 9 ottobre 1939


Eminenza,

Mi onoro di rispondere subito alla lettera del 17/8/39, N° 2827.

Siccome fu inviata a tutti gli Ordinari del Giappone una lettera a firma di Mons. Yamaguchi, Vescovo di Nagasaki, in cui d’accordo con le autorità si diceva che per le carte richieste si sarebbe interessato S. E. l’Arcivescovo di Tokyo ed il Vescovo di Nagasaki, date le attuali circostanze, rispondo solo agli ultimi punti richiesti, il foglio a parte.

Colgo la circostanza per riaffermare a nome di tutti i missionari e cristianità il desiderio ardente di voler compiere il nostro dovere, ravvalorandolo con forti e insistenti preghiere per la pace universale.

Oso pure domandare per questa povera missione e specialmente per me e per i miei preghiere speciali e l’Apostolica benedizione.

In occasione della festa di S. Teresina nella nostra Prefettura si tennero funzioni e commemorazioni solenni per il Giubileo dell’Opera di S. Pietro assai ben riuscite e con grandi frutti spirituali, e voglio sperare col tempo anche materiali. La più solenne fu tenuta nel Seminario di Miyazaki.

Voglia l’E. V. gradire l’omaggio delle nostre preghiere e voti per la prosperità dell’E. V. e delle importantissime opere affidate alla sua attività.

Non dimentichi l’E. V. i poveri salesiani del Giappone e le loro opere e mi benedica di una speciale benedizione.

Prostrato al bacio della S. Porpora mi professo

Dell’E. V. Rev.ma

Umilissimo servo

Sac. Vincenzo Cimatti, sales.

Prefetto apost. di Miyazaki

A S. E. Rev.ma

Il Card. Fumasoni-Biondi

Prefetto



2361 / Propaganda Fide / 1939-10-9 /


120 alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide42

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Miyazaki, 9 ottobre 1939


DATI STATISTICI RELATIVI ALL’ATTUALE PREFETTURA APOSTOLICA DI MIYAZAKI


Le pratiche condotte dalla S. Congregazione di Propaganda per l’invio di missionari salesiani nella diocesi di Nagasaki (Giappone) ebbero felice esito con l’accettazione da parte della Congregazione salesiana, con lettera del Rettor Maggiore, Rev.mo Don Rinaldi, in data 27 Luglio 1923 al Segretario di Propaganda Fide, Mons. Marchetti. Trattative posteriori ebbero come esito l’assegnazione delle due province civili di Miyazaki e Oita come campo di lavoro.

Il primo gruppo di Missionari salesiani (6 sacerdoti, e 3 coadiutori) partì da Genova il 29/12/1925 ed arrivò in Giappone l’8 Febbraio 1926 e dopo breve sosta a Nagasaki per gli opportuni accordi col Vescovo diocesano, Mons. Combaz, si recò a Miyazaki per lo studio della lingua e per l’apprendimento pratico in posto della vita di apostolato. Per ordine poi del Vicario Capitolare Mons. Thiry si prese possesso delle residenze esistenti di Miyazaki il primo Febbraio 1927, di Oita l’8 marzo e di Nakatsu il 15 febbraio del medesimo anno.

Con breve apostolico del 16 Luglio 1927 eretta la diocesi di Fukuoka (per lo smembramento di quella di Nagasaki), comprendente le Prefetture civili di Fukuoka, Saga, Kumamoro e Miyazaki, Oita, passammo alle dipendenze di quella diocesi e di Mons. Thiry, senza alcun mutamento di confini per la parte affidata ai Salesiani.

Con lettera Apost. di S. S. Pio XI “Supremi Apostolatus” fu eretta la Missione SUI JURIS con il nome di Miyazaki, separandola dalla Diocesi di Fukuoka e comprendente le identiche province di Miyazaki e Oita in data 27 Marzo 1928, VII del Pontificato di Pio XI a firma Gasparri. (N. Prot. 1409/1928). Con decreto del 1° agosto 1928 N. Prot. 2631/1928 la S. Congregazione di Propaganda Fide nominava il Superiore della Missione Indipendente di Miyazaki nella persona del sac. Vincenzo Cimatti (decreto a firma del Card. Van Rossum – Arch. Marchetti S.).

Con lettera Apost. S. S. Pio XI “ad potiora dignitatis” la Missione fu poi eretta al grado di Prefettura Apostolica in data 28/1/1935 anno XIII del Pont. di Pio XI, ritenendo il medesimo nome di Miyazaki ed in medesimi confini (a firma del Card. Fumasoni-Biondi).

Alla stessa data 28/1/1935 Propaganda Fide emanava il decreto N. 363/1935 per la nomina del Prefetto Apostolico nella persona del Sac. Vincenzo Cimatti, sales.

L’unica proposta e osservazione è che qualora si volesse addivenire a una spartizione della Prefettura la divisione attuale per provincia è naturale e sarebbe assai proficua, dato che la provincia di Miyazaki, molto povera e lontana dai grandi centri potrebbe assai con profitto essere meglio lavorata, mentre quella di Oita più prosperosa, popolosa ed evoluta potrebbe essere meglio da sola lavorata. Anche storicamente assai più importante dal punto di vista ecclesiastico, perché sede del lavoro di apostolato del Saverio, delle prime opere dei PP. Gesuiti, e dove doveva essere anche la sede (Funai) del Vescovo, che però non poté arrivare.

La S. Sede, avendo in precedenza stabilito come centro della Missione e Prefettura Miyazaki, in quella zona si è sviluppato di più il lavoro; anche perché è in quella zona dov’è il maggior numero dei cristiani.

Quanto avvenne nell’isola nostra (Kyushu), sta a dimostrare che al più presto si potrà costituire alle dipendenze del Clero nativo anche questa zona; sarà tanto di guadagnato per la Chiesa e per la salute delle anime. Nel nostro modesto lavoro si è avuto sin dagli inizi questa mira – speriamo che quanto è nel cuore di tutti noi e della Chiesa possa divenire una consolante realtà.

Sac. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico

2362 / Cecchetti Albano / 1939-10-9 /


121 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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9 ottobre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Il bravo Don Mukai per la S. Messa si ferma.

Per la cucina si cerca un aiutante che man mano imparerà. Lei ora mi scrive che casi imprevisti… Sono di nuovo a terra… Ma urgerebbe sapere se viene o non viene. Il 12-13 parte Ragogna. Veda ad ogni costo di fare il miracolo e se è disposto il giovane lo mandi… per espresso, telegramma.

Per Don Arri non tema, pagherò. Per tutti questi ritardi, sono obbligato a rinviare l’adunata, che desideravo fare a Beppu.

Preghi per me e mi creda:

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


2363 / Zerbino Pietro / 1939-10-10 /


a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale



10/10/1939


Carissimo Don Zerbino,

Un saluto specialissimo portato dai nostri caodiutori Guaschino e Ragogna che dica a te, al buon Don Pellegrini, al Sig. Aprili, al Sig. Luigi, e al bravo Bisi e a qualche altro dal nome difficile, tutta la riconoscenza di Don Cimatti.

Sta’ allegro e vedrai che bel premio in Paradiso!

Prega per me Maria A. e Don Bosco.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2364 / Berruti Pietro / 1939-10-11 /


122 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 11 ottobre 1939


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Come da mia precedente, eccole i nostri cari Coad. Guaschino e Ragogna che vengono per rinfrancarsi materialmente e spiritualmente.


  1. Essi esporranno le loro necessità ed i bisogni loro personali e di famiglia (per visite, ecc.).

  2. Dato che in Italia possono trovare merce migliore, li ho consigliati a provvedersi sul mio conto corrente del necessario, d’intesa con Lei. Disponga nel Signore. Ad ogni modo ho dato loro biglietto per l’Economo generale.

  3. Per conto della missione non hanno speciali incombenze.

Ho dato all’uno e all’altro lettere (saluti, ecc.) e ne hanno ricevuto dai confratelli nei punti vicini alle loro famiglie e presso cui forse passeranno per necessità di viaggio. O a mano o per posta se potranno recapitarle. Deo gratias!

  1. Per il ritorno ed altre modalità di permanenza ecc., abbia la bontà di disporre Lei con tutta libertà. Mi è necessario solo sapere poi, se tornano subito o no. Lei conosce le nostre necessità.

  2. Consegneranno lettere e pratiche per i Superiori.


Ed ora, amat.mo Sig. Don Berruti, mentre le affido queste care anime, le domando preghiere per noi e specialissime per me a Maria Aus. e Don Bosco.

Suo per tutti

Don V. Cimatti

P.S. - Naturalmente desiderano vedere anche cose nostre di famiglia (Castelnuovo, ecc.) se si potrà… Guaschino ha i suoi vecchi a Occimiano e lo zio salesiano a Pinerolo.

Ragogna ha il babbo presso di noi a Rovereto – e i parenti a Savona e ad Aviano. Parlerà a lungo con Lei delle sue necessità: ha bisogno di riposo e di pace.

2365 / Ricaldone Pietro BS / 1939-10-15 /


123 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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DON BOSCO GLORIFICATO A TOKYO43


Tokyo, 15 ottobre 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Notizie che in questo guazzabuglio mondiale la consolerà assai e con Lei i nostri cari cooperatori e cooperatrici!

Il giorno 15 Ottobre la benedizione di una nuova chiesa intitolata a Don Bosco in Tokyo. Già avevamo assistito con gioia anni fa al suo trionfo nella cattedrale della Capitale in occasione della sua elevazione agli altari – di Lui allora si predicò, si scrisse e si parlò in tornate accademiche – ed ora è concretata la sua glorificazione permanente; è facilitata e promossa coll’espansione del suo culto la sua intercessione; è la prima chiesa a lui intitolata nell’Isola grande dell’Impero. Deo gratias! prima di tutto, poi ai Superiori e benefattori che ci sono venuti incontro per la realizzazione di questo progetto: a tutti con la riconoscenza nostra, l’assicurazione delle preghiere e offerta di sacrifici quotidiani.

La nuova costruzione non è una basilica… È la cappella del Collegio nostro, aperta anche al pubblico – devota e decorosa, vi si prega bene e piace. Dall’icona centrale la statua del nostro Santo è in atto di preghiera intensa… Certo per i suoi figliuoli ed allievi della scuola professionale, per i più numerosi amici e cooperatori che ha in Giappone, per tutti i nostri benefattori e per la gioventù giapponese.

Vi sono annessi i locali per il collegio interno della scuola (che per legge devono essere separati dagli ambienti strettamente scolastici): anche questi comodamente disposti, tutti allo stesso piano, arieggiati, luminosi, comodi per lo svolgersi della vita interna dell’Istituto.

Il veder sorgere si può dire dal niente, pezzo per pezzo, i locali prescritti per la scuola e collegio, ci sembra davvero di sognare. Ci avviciniamo così sempre più al fatto del riconoscimento legale della Scuola per parte del Governo, riconoscimento che speriamo ci darà modo di allargare ancor più la sfera di bene in mezzo alla cara gioventù giapponese.

Non descrivo lo svolgimento delle manifestazioni religiose ed esterne tenute per l’occasione… Alla salesiana, è detto tutto. Vi parteciparono S. Ecc. Mons. Doi, Arcivescovo di Tokyo, che benedisse la chiesa e tenne solenne pontificale, servito in modo inappuntabile dagli allievi della scuola e dal personale del vicino studentato filosofico-teologico, che svolse in chiesa e anche alla tornata accademica con fine senso d’arte un magnifico programma musicale. Era presente il Sindaco della circoscrizione ed altre autorità locali, rappresentanze della R. Ambasciata d’Italia a Tokyo, dei Gesuiti, Marianisti, Paolini e stampa cattolica, un buon gruppo di cooperatori e cooperatrici salesiani, e per noi graditissima e significantissima, i capi famiglia (una trentina) del vicinato. I discorsi espressero ringraziamento, riconoscenza, augurio a che la scuola, intitolata al più grande educatore moderno, emanasse per la gioventù ivi educata ed irradiasse per molti e assai lontano luce e calore di bene, nei pacifici problemi del lavoro forgiasse anime che non si fermano alla materialità, ma che sanno elevarsi alla spiritualità della vita – a che infine la nuova chiesa, abitazione di Dio, tenesse lontano dalla scuola ogni male, e stendesse la sua benefica azione per mezzo del protettore Don Bosco anche sulle ampie circoscrizioni civili su cui è costruita la scuola. I bravi pagani presenti non potevano sintetizzare meglio di così lo scopo di un Istituto religioso-educativo intitolato a Don Bosco.

Il giorno seguente era destinato ad una festa familiare per onorare il munifico benefattore delle Opere salesiane in Giappone, S. E. Cav. Auriti, R. Ambasciatore d’Italia a Tokyo. Giunto alla scuola accompagnato dal Conte Macchi di Cellere, dopo il saluto degli allievi e dei superiori esprimenti riconoscenza e propositi di nuovo slancio nell’operosità, si degnava [di] assistere allo scoprimento di una lapide-ricordo della sua carità. Visitata poi la scuola, passava breve ora fra i figli di Don Bosco in intima familiarità, che cogli allievi vollero ridire, in una ben riuscita accademia musicale a S. E., la loro imperitura riconoscenza, le loro preghiere, e formulare i più lieti auguri per il prospero successo delle delicate mansioni affidate alla sua sagace laboriosità.

Si conclusero le feste con una Messa di suffragio per i soldati morti in guerra…

Ed ora il bravo Don Margiaria, cui si deve la massima parte dell’organizzazione della scuola Professionale, insieme ai suoi infaticabili confratelli può andare più serenamente incontro all’avvenire.

Oh, il protettore della nuova chiesa e della scuola, il nostro caro Don Bosco, ci aiuti davvero a lavorare col suo spirito a vantaggio della cara gioventù giapponese!

Mentre si svolgevano le feste a Tokyo un terribile tifone si scatenava su Miyazaki e dintorni. Le descrizioni lette già altre volte sul Bollettino di uno dei non pochi flagelli, che tormentano le regioni dell’estremo Oriente, mi dispensano dal ripetere quanto è noto: raffiche impetuose di vento, rovesci di pioggia, susseguenti deviazioni e straripamenti di fiumi a regime torrenziale, devastazione di quanto incontra sulla linea di percorso. Danni alle costruzioni, nei raccolti, nelle persone non mancano feriti e morti. Quadro terrificante! Fiat voluntas Dei! La benignità della Provvidenza risparmiò le nostre povere residenze e le persone: tegole e grondaie asportate, piante divelte, pioggia in casa… Ne uscì danneggiata più di tutte l’incipiente colonia agricola: la stalla scoperchiata, abbattute del tutto le tettoie-magazzino, dimezzati i raccolti… Dominus dedit, Dominus abstulit… Sit nomen Domini benedictum! Poteva essere peggio, e l’hanno sperimentato i nostri cari Seminaristi, che in squadra lavorarono per una giornata in un paese vicino a Miyazaki per aiutare la popolazione della zona più battuta dal tifone: distruzione di case, inondazione, campi ubertosi coperti proprio nell’epoca del raccolto del riso da sabbia, melma e pietre…

In mezzo agli effetti di queste convulsioni della natura che venivo dolorosamente contemplando pensavo ai tifoni ben più pericolosi, che investono in pieno e fanno affondare fra la melma e i sassi tante povere anime… E allora?

Ecco una delle necessità cui deve assoggettarsi il missionario, specie nelle regioni dell’Estremo Oriente, e, povero lui! se non sa capirla e adattarvisi… Da capo… ricostruire… ricominciare… e non una volta sola… campi biondeggianti di messe, costati anni di lavoro sacrificato… distruzione immediata… Seme, lanciato a piene mani… frutto atteso in patientia…

Così per i terremoti, per gli incendi, pei tifoni, per le malattie… Così nella parte dell’apostolato per gli ostacoli che s’incontrano.

I buoni Superiori, gli amici lontani, i nostri cari cooperatori preghino per noi, preghino molto per noi, preghino sempre per noi.

Ci benedica tutti, amato padre, e specialmente chi si professa come figlio:

Don V. Cimatti





2366 / Circolare Salesiani / 1939-10-24 /


124 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 24 ottobre 1939


Carissimi,

Nella seconda metà di questo mese il Signore ci ha ricolmati di consolazioni ed anche ci ha provati in varie maniere. Siano rese grazie a Lui e per le consolazioni e per le prove. Intensifichiamo le nostre preghiere colla recita del S. Rosario che consiglio di continuare a propagare nel prossimo mese sacro alle anime del Purgatorio.

Ricordiamo a noi e ai fedeli che la devozione alle Ss. Anime è il più bell’esercizio delle opere di misericordia. Incitate i fedeli a far celebrare Ss. Messe per i defunti. È anche buona occasione per far conoscere l’opera del S. Cuore delle sei Messe quotidiane.

Le indulgenze concesse per il primo giorno di Novembre dagli impossibilitati in tal giorno possono essere trasferite alle stesse condizioni alla domenica seguente.

L’inaugurazione dell’ampliamento della Scuola Professionale a Tokyo e della Cappella dedicata al nostro Don Bosco riuscì di piena soddisfazione e per il numero degli intervenuti e per gli apprezzamenti fatti sull’opera salesiana. Preghiamo affinché possano riuscire a buon esito le pratiche in corso per l’approvazione governativa.

Riuscitissimo pure l’omaggio che la famiglia salesiana in Giappone ha voluto rendere in questa occasione al suo benefattore S. E. l’Ambasciatore d’Italia. Leggerete poi i particolari sul Bollettino Salesiano.

Avete saputo del tifone che si scatenò poco tempo fa sulla zona di Miyazaki. Tutte le residenze ebbero qualche danno, fortunatamente non molto rilevante. La più danneggiata fu la parte agricola dell’Ospizio: magazzino e tettoia abbattuti e la stalla scoperchiata. Preghiamo ed aiutiamo nelle forme possibili tanta povera gente così fortemente provata, specialmente nella vicina zona di Kiyotake.

Vi trasmetto l’esortazione del M. E. N. in relazione alla festa di Meiji e di un’altra manifestazione stabilita il 10 p. m. affinché tutti facciamo del nostro meglio per compiere anche in questa occasione tutto il nostro dovere.

Vi raccomando l’invio della raccolta della giornata missionaria e possibilmente di una breve relazione, da mandarsi possibilmente anche al giornale cattolico.

Vogliate in modo speciale ricordarmi al Signore.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2367 / Berruti Pietro / 1939-10-28 /


125 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 28 ottobre 1939


Mio ven.mo e amat.mo Sig. Don Berruti,

  1. A corto di notizie, ma qui continuiamo al solito. Benedetta la chiesa di Don Bosco a Tokyo ed il fabbricato della scuola dovuto alla carità dei Superiori – attendiamo l’esito delle pratiche per il riconoscimento legale della medesima.

  2. Veda di riuscire ad ottenere i 20.000 Yen per fine d’anno, dovendo restituire per le pratiche del pareggio scuola; una parolina agli Stati Uniti o altrove…

  3. Qui nulla di nuovo – quiete, ma caro viveri – affido alla carità dei Superiori la casa di formazione.

  4. Il tifone ci ha fatto danni discreti, ma non tali da preoccupare.

  5. I due confratelli sotto le armi: coad. Tateishi e ch. Nishimura stanno bene. Quest’ultimo è ferito all’ospedale: penso sarà congedato definitive, avrà il segno in faccia, ma si spera che non rimarrà deforme. Ottimo elemento che al più presto manderò in Italia per imbeversi del vero spirito salesiano.

  6. Di tanto in tanto scrive Don Escursell delle sue conferenze, ecc. Gli ho scritto chiaramente che non è alle mie dipendenze – invia relazioni per il giornale cattolico. E fin qui nulla di male, penso (se ha i permessi), ma scrive ai cristiani e mette nelle loro lettere quelle indirizzate ai confratelli (non fa certo buona impressione); si sono avute lamentele da parte dell’Ambasciata spagnola a Don Dupont…


Sono cose che solo adesso sono venute a galla. Ah, se quel santo figliuolo fosse meno eccitato ed esoso nel fare il bene quanto miglior bene farebbe! Mah! Faxit Deus…

Ai piedi di Maria A. e di Don Bosco un forte scrollone da parte mia.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2368 / Grigoletto Giuseppe / 1939-10-28 /


126 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 28 ottobre 1939


Carissimo,

Grazie della tua del 4/10 e di quanto fai sempre per noi. Ho ringraziato Don Accordi della Pieve (dico Pieve). Grazie pure delle notizie.

Per il 13 nov. penso giungerà per un po’ di riposo il bravo Ragogna che ti darà da accontentare il bravo Gallo di Monteortone.

Salutami tutti, anche i tuoi allievi che ricordo con tanto piacere e a cui dirai col mio saluto che siano allegri, laboriosi e di buon esempio a tutti.

Un pugno al buon prefetto che disturbo sempre coi miei pacchi… E un saluto alla triade Ispettoriale.

A te un grande abbraccio dal

Tuo

Don V. Cimatti

2369 / Zerbino Pietro / 1939-10-28 /


127 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 28 ottobre 1939


Carissimo Don Pietro,

Grazie del tuo saluto sempre gradito perché unito a tante preghiere, come fa per te il tuo beneficato.

E la tua gamba? Deve essere l’anniversario in questo tempo. Scusami ancora una volta e grazie di quanto tu, Don Pellegrini e tanti buoni amici… e specie il Signor Don Berruti fate per noi; assicurali singulatim delle preghiere di noi tutti e specie del povero Don Cimatti: non so e non posso fare altro. […]

Al momento nient’altro.

Tuo

Don V. Cimatti

2370 / Circolare Salesiani / 1939-10-31 /


128 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 31 ottobre 1939


Carissimi,

Ancora due segnalazioni da parte del M. E. N.

La prima si riferisce all’economia, che si raccomanda a tutti i cittadini per la luce elettrica specie in questo anno in cui per la scarsità dell’acqua si è obbligati [a] usare carbone per la produzione.

Identiche raccomandazioni si fanno per l’uso del gas. L’economia è consigliata sotto questi due punti di vista: dov’è possibile, riduzione di lampade e riduzione del candelaggio. Raccomandazione speciale poi per gli apparecchi di riscaldamento tanto personali che collettivi.

Per le nostre case mi pare che se applichiamo bene i criteri dei nostri regolamenti, siamo a posto. Dico questo perché non è improbabile che vengano a controllare; come pure non è improbabile che dalle autorità locali vengano emanate disposizioni speciali al riguardo. È fatto un accenno speciale alla luce all’entrata di casa e nei cortili.

La seconda è di altra natura. Il Governo aderendo ad un’iniziativa di S. M. l’Imperatore, ha stabilito che col 14 del mese di Novembre s’inizi in tutto l’Impero la crociata contro la Tubercolosi. Inutile dirvi l’importanza della cosa per il Giappone. È un punto che si riferisce in modo speciale alle autorità e agli educatori, ma anche noi e colla parola e nelle nostre istituzioni coll’osservanza delle norme igieniche e di quelle che saranno emanate dalle autorità, possiamo portare il nostro contributo di propaganda e venire incontro ai desideri delle autorità in [un] problema di tanta importanza. Invio a tutte le residenze un fascicoletto da darsi uno per famiglia e che contiene buon materiale di insegnamento al riguardo.

Forse in seguito vi procurerò altro materiale di propaganda. In tutte le forme a noi possibili prestiamoci per quanto consiglieranno od ordineranno le autorità locali o centrali, ed informiamo a questo spirito pure tutti i nostri dipendenti.

Il mese di Novembre ci è d’occasione a compiere tanti atti di carità: applichiamone molti alle anime sante del Purgatorio. Non dimentichiamo nei nostri suffragi il nostro Don Piacenza, il ch. Filippa ed il coad. De Mattia.

Tutto vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2371 / Danilo Fortuna / 1939-10-31 /


129 al chierico Danilo Fortuna, missionario salesiano in Giappone

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+ Miyazaki, 31 ottobre 1939


cariss.mo Fortuna,

Non so quando sia S. Danilo… Mettiamolo con tutti i santi e troveremo anche Lui, se c’è, se non sarai tu il primo, e te beato se ci riuscirai. Vedi! La via è molto facile: fa’ bene i tuoi piccoli doveri quotidiani per il Signore.

Ti ricorderò in modo speciale. Saluta i soci della Compagnia.

Tuo D. Cimatti




2372 / Ziggiotti Renato / 1939-11-2 /


130 a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane

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Miyazaki, 2 novembre 1939


Carissimo Don Ziggiotti,

Ed eccomi nuovamente a te per un caso. Te lo deferisco nel vantaggio del Ch. Lorenzi, per non avere poi noie in seguito, ed anche per informazione quos spectat, delle pratiche di accettazione degli aspiranti.

Ammesso dall’Ispettoria Centrale al Noviziato come chierico il 28/8/36 (decreto 1127), venne in Giappone ed iniziò regolarmente il noviziato il 7/12/1936 – emise i voti l’8 dicembre 1937 ed iniziò la teologia il 1/4/39 (2° anno), perché dai suoi documenti risulta che fece il 1° anno di teologia nel Seminario di Bologna (anno 1934-35) e ricevette la tonsura il 5 aprile 1935 nel medesimo seminario.

Dai medesimi documenti risulta la sua buona condotta in tutto, la scarsa riuscita negli studi e la salute precaria che però “nell’anno 1935 gli permise di superare comodamente la fatica degli esami”.

Per avere l’elenco completo dei trattati studiati, scrissi non so quante volte al Rettore del Seminario, che finalmente mi rispose ed ecco l’esito:

Teol. fond. scrit. e orale 5-5. Dogmatica: De Deo uno et trino 5-5.

Morale scrit. 6 – orale 5. S. Scrit. 5 – Diritto Canonico 5 – Arte sacra 7.

Pastorale 7, quindi bocciato: e questo fu il motivo per cui dovette lasciare il Seminario”.

Strano che al tempo dell’accettazione a Torino chi l’ha accettato non abbia procurato i documenti comprovanti i suoi studi precedenti: se si fosse fatto così non avrei ora questa sorpresa. Ora il chierico è nel secondo corso – quid faciendum?

È già stagionato d’età – fargli ripetere ora la materia precedente è certo un aggravio tal quale – attendere durante le vacanze? O poco per volta fargli digerire le pillole? O lasciare così? Sa egli tale esito?

Ho voluto riferirti questo perché non vorrei gliene venisse futuro nocumento, ecc. ecc. E per me non m’intendo molto in queste cose…

Un caso di più di esperienza… Ad ogni modo se è buono (come pare tutt’oggi) anche con quei voti potrà essere un buon prete… Certo che tali mentalità, che già devono fare sforzi enormi per lo studio, quando si trovano di fronte poi al problema della lingua, come noi vecchi, finiscono col non poter assolvere i loro doveri come missionari in Giappone – ricordalo bene; la lingua è l’osso più duro o uno certo dei più duri (quando c’è solo da pensare a quello).

Illuminami, pensando però che Dominus uni quidem dedit quinque talenta, ecc. e che non è colpa sua né nostra se ora è così.

E prega per me, caro Renato mio, perché possa fare una buona vita e una santa morte.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Chissà se puoi farmi dare qualche notizia su S. Renato (qui abbiamo Don Tassinari che ha questo nome – si cercano notizie, ma…).

2373 / Ricaldone Pietro / 1939-11-3 /


131 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 3 novembre 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Il Signore sa mescolare consolazioni e dolori. Sia fatta la sua volontà. Notizie telegrafiche, che la tengano al corrente, mensili.


    1. Lettera consolante di Don Baratto. Allego per norma.

    2. Don Arri e ch. Nishimura sono stati provati con sbocchi di sangue, per ora fortunatamente scomparsi, e già sono al loro lavoro.

    3. Il bravo Don Marega mi diventa sempre più nervoso – appena si potrà lo invierò in Italia.

    4. Il Console inglese invita i nostri due irlandesi (ch. Curran e Drohan) a rimpatriare nel timore… Sto con il Consiglio studiando le forme migliori per regolare anche questo per il bene loro e comune (forse Shanghai o Stati Uniti).

    5. Un nuovo Prefetto Apostolico (oltre a quelli di Urawa e Hiroshima), amicissimo dei salesiani: Mons. Furuya è nominato a Kyoto al posto del P. A. Mons. Byrnes dei Maryknoll. È il piano concordato colla S. Sede e coi Vescovi che a poco a poco viene svolgendosi. Verrà anche – penso non tardi – per noi.


Al momento nulla di nuovo – si continua tutto regolare: bisogna solo che al più presto ci orientiamo alla soluzione della questione fondamentale del nuovo regime “indipendenza dall’estero nel campo religioso ed educativo” (al momento per noi questo è il più interessante).

RENDICONTO mio del mese di Ottobre: tutto regolare – maggior attivazione di volontà nel lavoro e nel bene, appunto perché non si vuol conoscere o si vuol fare a meno di Lui! È la parola d’ordine che ho dato ai missionari e salesiani.

Mi benedica in modo speciale e faccia pregare assai per noi.

Sempre e tutti ricordiamo coi Superiori Lei e specialmente chi si professa

Suo figlio

Don V. Cimatti

2374 / Lorenzoni Livio / 1939-11-6 /


132 a Don Livio Lorenzoni, salesiano

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+ Tokyo 6 novembre [1939]


Caris.mo D. Lorenzoni,

Grazie del tuo saluto. Sei dunque a Tolmezzo. Che bel campo di lavoro con quei cari confratelli e giovani!

Non dimenticarmi come sempre ti ricorda il tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

2375 / Circolare Salesiani / 1939-11-9 /


133 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 9 novembre 1939


Carissimi,

Il comando militare del Nord della Cina a mezzo della Delegazione Apostolica domanda ai cattolici Giapponesi l’invio di doni natalizi per i “bambini poveri cinesi cattolici, per consolarli spiritualmente esprimendo loro la carità soprannaturale della nostra comune religione”.

Oltre a quanto si può considerare come dono natalizio sono specialmente indicati libri di figure, giocattoli, ecc. Vi prego di avvisare i cristiani qualora volessero essi acquistare direttamente o fare un’offerta allo scopo indicato, ed inviarmi al più presto il risultato.

A giorni arriveranno dall’Italia i nostri confratelli. Facciamo bene e con gran slancio il mese dell’Immacolata, in preparazione della sua festa.

Vostro

Don V. Cimatti

2376 / Circolare ad Amici e Benefattori / 1939-11-15 /


134 agli Amici della Missione ed Opera salesiana in Giappone

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Miyazaki, 15 novembre 1939


Permettete che oltre l’acclusa relazione unisca un caloroso appello per un’Opera, che mi sta più a cuore di qualsiasi altra, l’Apostolato cioè per le Vocazioni Giapponesi, tanto per la nostra Prefettura Apostolica, quanto per la Congregazione salesiana, tanto come chierici che come coadiutori.

Tutti, nessuno escluso, potete e dovete portare il vostro contributo: ve lo domando insistentemente a nome della Chiesa e di Gesù stesso.

La soluzione di tale problema è urgente e s’impone come necessità assoluta specialmente per il Giappone, dato il progresso, la cultura e l’organizzazione di questo grande Impero, date le difficoltà della lingua e di adattabilità ai costumi e data la scarsezza del personale missionario. Sulla soluzione di questo problema è fondato il ritmo di accelerazione delle conversioni, il costituirsi della Chiesa Cattolica e dell’Opera salesiana in Giappone.

Fin dall’inizio del nostro apostolato missionario in Giappone ci siamo prospettati questo problema: la casa di aspiranti a Nakatsu (20 allievi) ed il Seminario di Miyazaki (47 allievi) incominciano a dare i loro frutti di vocazioni e per il clero secolare e per la Congregazione salesiana.

Le critiche condizioni economiche in cui si trova il mondo, rendendo più difficile sempre più il sostentamento di queste opere, specie del nostro Seminario, oso domandare un valido aiuto, sicuro della vostra cooperazione.


134.1

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134.1.1 Modi di venirci in aiuto

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      1. Quotarsi per un anno o per il corso completo (5 anni) per le spese particolari di un seminarista (Lire 30 mensili, 300 annuali). Si entra così a far parte del gruppo “Amici delle Vocazioni”.

      2. Idem per la retta (Lire 100 mensili), gruppo benefattori.

      3. Idem per l’adozione completa (Lire 130 mensili, 1300 annue), gruppo benefattori insigni.


Agli offerenti si invierà un diploma-ricordo e periodicamente una lettera di informazione sulla vita e avvenimenti del Seminario.

Tutti partecipano delle quotidiane preghiere e nella giornata della riconoscenza ogni mese la Messa, Comunioni e preghiere per tutti i benefattori ed amici delle Vocazioni.

Oh, possa questa lettera avere nel cuore di ognuno di voi la stessa risonanza che ebbe nel cuore di J. Bigard, quella del Vescovo di Nagasaki, e che la determinò a fondare l’Opera di S. Pietro per le vocazioni indigene.

Vostro riconoscente

Don Vincenzo Cimatti

2377 / Ricaldone Pietro / 1939-11-22 /


135 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 22 novembre 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Controrispondo immediatamente alla sua veneratissima del 30/10 da Roma.

Tutti i confratelli del Giappone fanno proprie le accorate parole del Superiore e Padre in relazione specialmente ai nostri cari confratelli delle 42 case della Polonia44 e nei mesi di dicembre e gennaio:


                  1. Con offerta di preghiere e sacrifici speciali,

                  2. E con una migliore e intensa esecuzione dei loro doveri intendono di unirsi ai loro inenarrabili dolori e privazioni.


Grazie dei consigli ricevuti. Mi permetta schiarimento per il caso dell’aspirante vocazione tardiva – e di insistere per la dispensa. Le ragioni sono:


    1. È un caso davvero particolare (che sono sicuro non capiterà più o solo rarissimamente in Giappone) e quindi non vi è da temere che si debba facilmente ripetere con scapito della norma consigliata.

    2. Siamo noi salesiani gli unici in Giappone che lavoriamo ex-professo per le vocazioni tardive e ne facciamo propaganda pubblica (anche recentemente ho chiesto ai Vescovi l’autorizzazione per una del genere tra i giapponesi della Corea) – i risultati sono discreti – ne abbiamo in Seminario (ed il nostro primo prete indigeno è del numero) e spero verranno fuori buoni elementi anche per la Congregazione. Fu indirizzato da noi dal suo buon parroco e dai Padri Gesuiti proprio per questo.

    3. Dal come vien compiendo esemplarmente il suo aspirantato dà ottime speranze di buona riuscita.

    4. Non ha impedimenti speciali ed ha ottime referenze anche dai Padri Gesuiti, presso cui iniziò lo studio del latino.

    5. È del 1903 – dunque 36 anni (dissi 38 perché alla Giapponese si conta così), ha fatto tre anni dei corsi superiori per cui gli si bonificano, secondo le norme, tre anni. Domando al Rettor Maggiore la dispensa di tre anni. Se nel Signore non mi sarà concessa, fiat voluntas Dei. Mi trovo certo in serio imbroglio per il rinvio, anche di fronte alle persone che l’hanno inviato.


Il chierico indicato (nella lettera precedente) è Cella Giovanni: sto preparandolo nel senso indicato, pur egli implorando ulteriori prove, ecc.

Per il coadiutore giapponese – al momento l’ho cambiato di casa e rimesso alla vita regolare dello studentato – fa bene: vedremo a tempo opportuno. Ah, fossimo tutti Don Bosco!

Per questo mese pel mio rendiconto nulla di speciale:

SALUTE: non sono più quel di prima… saranno gli anni… Ma se Lei che è più giovane di me (sic), va avanti, finché Dio vuole, seguirò il suo esempio.

LAVORO: il piede in due staffe… Secondo l’ultimo numero del “Salesianum” come Ispettore potrei risiedere anche a Tokyo. Quando vidi la sua datata da Roma, pensavo che fosse lì per combinare il mio esonero o rinvio del Prefetto Apostolico… Come sono bambino! Eppure e l’una e l’altra carica in testa al sottoscritto sono proprio la rovina dell’una e dell’altra regione. Quando i Superiori esaudiranno le mie povere suppliche?

Per il resto al momento nulla di nuovo: non riesco a risolvere la posizione di questi poveri orfanelli o abbandonati che mi provengono dall’Ospizio o dall’Opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Pareri diversi, inettitudine mia a risolvere… Mah! Che Maria Immacolata e le sante anime del Purgatorio cui in questo mese ho affidato le nostre cose materiali e spirituali, mi aiutino.

La carità inesauribile dei Superiori ha aiutato anche recentemente e nuovamente la Scuola Professionale. Avrei bisogno che il Signore mi inviasse Lire 50 o 60 mila per pagare i miei debiti interni… Ma non ci ha mai abbandonato e spero, anzi sono certo, che continuerà ad aiutarci…

Per i confratelli al momento nulla di speciale, alcuni ammalati (il ch. Drohan irlandese ebbe due costole asportate per carie – operazione ben riuscita – è già in casa).

Idem assai migliorato il diac. De Kruyf, olandese, che sembrava avviarsi verso la tubercolosi: sono ormai a posto; ma abbiamo vari altri ammalati di diverso genere che danno assai dolore. Mah, fiat voluntas Dei. Oh, come offro volentieri per queste care anime la mia povera vita!

Voglia accogliere a nome di tutti e singoli confratelli e Figlie di Maria A. gli omaggi cordiali natalizi e di Capodanno. Siamo lontani, ma vogliamo essere i più vicini al suo cuore ed alla sua preghiera.

Preghi per i nostri soldati: due confratelli (uno parte oggi, non sappiamo per dove, l’altro ferito, spero presto ritornerà – ha scritto anche a Lei) e cinque seminaristi in guerra – 3 altri entreranno prossimamente in quartiere.

Ossequi ai singoli Superiori. Mi benedica.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2378 / Circolare Salesiani / 1939-11-22 /


136 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 22 novembre 1939


Carissimi,

Sono giunti felicemente 7 nuovi confratelli che verranno preparandosi al lavoro e a condividere con noi il lavoro. Ringraziamone il Signore ed i Superiori ed aiutiamoli in tutte le forme a noi possibili. Sono quattro chierici per la filosofia e tre coadiutori.45 Al momento ne chiamo uno in sostituzione del carissimo Ragogna in Seminario, gli altri sono allo studentato.

Nuove comunicazioni del M. E. N. in data 7/11 c. m. consigliano:


l. Per l’economia nazionale si è stabilito il tesseramento e calmiere per certe derrate; si faccia economia anche nei generi di prima necessità; si coltivi molto grano; si sospenda l’uso del riso di prima qualità, si usino – specie nelle comunità, scuole, ecc. – 7 parti di riso comune mescolato a 3 parti di grano o patate o altro; per gli acquisti sono pure consigliate associazioni di famiglie.

2. Si dia grande impulso all’economia nazionale con una produzione di più intensificata di ogni genere necessario od utile; non lasciamoci distrarre da quello che per le circostanze di guerra possono fare altri popoli, e s’incominci decisamente col primo dicembre questo importante movimento.


Tutti osservino quanto è stabilito precedentemente; si aumenti la forza commerciale; si risparmi e si concorra col prestito nazionale in modo da raggiungere al chiudersi dell’anno i dieci miliardi…

Al solito vi comunico quanto mi invia il M. E. N., facciamone partecipi quanti più possiamo ed anche noi partecipiamo per quanto dipende da noi.

L’avvicinarsi della Festa dell’Immacolata ci spinga a fare quanto è stabilito dai regolamenti per trovarci preparati bene alla cara festa della Mamma nostra.

Vostro

Don V. Cimatti

2379 / Cecchetti Albano / 1939-11-27 /


137 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 27 novembre 1939


Carissimo Don Albano,

        1. Grazie del nuovo invio – esaminerò se i semi ci sono – perché vi sono anche forme sterili… ad ogni modo, grazie et sufficit dei campioni inviati.

        2. Grazie pure del disturbo per Verona: se il Signore vorrà che si venga ad una soluzione disporrà Lui le cose, vero?

        3. Ad questionem moralem:


a) Ufficialmente non si diede nessuna pena canonica – fu un atto del missionario (sia pure che ne avesse informato il sottoscritto) per vedere di mettere quell’anima sulla buona via.

b) Se è cosa nota publice ed è veramente così (vendita, ecc.) bisognerà usare prudenza e fare le cose privatim.

c) Mi pare non le si possa impedire di confessarsi e (almeno privatim) comunicarsi – perché la cosa fu un atto non pubblico, ma privato, del missionario (così penso), come Lei può dire ad un individuo: “per un mese non fare la comunione…”.

d) Quanto alla figlia, mandi a me il certificato e l’indirizzo – e a quale parrocchia appartiene – faccio d’ufficio e verremo presto in chiaro della cosa. Dunque Lei può confessarla certamente e remoto scandalo (qualora fosse stata cosa pubblica e lo sia) anche comunicarla, purché prometta e assicuri ecc. ecc.

e) Bene pure se si trova modo di avere i soldi.


Saluti a Don Arri, ed anche Lei preghi affinché anche il più che povero in tutto Don Cimatti si possa far santo specie in questa novena.

Suo

Don V. Cimatti

2380 / Ricaldone Pietro BS / 1939-11-30 /


138 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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I CIMITERI E I MORTI46


Miyazaki, 30 novembre 1939

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Il giorno consacrato dalla Chiesa alla Commemorazione dei fedeli defunti, i cristiani di Beppu vollero innalzare nel cimitero, di recente acquistato, una bella croce commemorativa. Così ormai tutte le nostre residenze hanno il loro cimitero, terra benedetta; e all’ombra della croce, che maternamente allarga le sue braccia, riposano i nostri angioletti, giovani e ragazze speranze delle loro famiglie, babbi e mamme – vecchi dell’Ospizio che ebbero la grazia della fede poco prima di morire… Beati loro! In pianura, fra il verde dei colli, in piccoli boschi stanno allineate le croci, i monumentini, le stele sepolcrali, circondati da fiori svariati.

Il Cimitero cattolico di Miyazaki nel decorso degli anni per gli ampliamenti del cimitero pagano, è venuto proprio a trovarsi nel centro, e la Cappella sormontata dalla croce domina così su tutto. E benedica tutti quelli che riposano nella pace eterna.

Il culto dei morti in Giappone! Ci sarebbe da scrivere un grosso volume. Ciò che è sentimento naturale per ogni popolo, qui viene ad assumere un tono, un colorito tutto particolare. Lo si estrinseca nella credenza della sopravvivenza delle anime, e nel cerimoniale dei funebri più o meno sontuosi secondo le varie sette religiose e tutte permeate di profondo simbolismo. La salma è circondata di fiori e profumata di incenso offerto o sotto forma di candelette o sparso sui carboni.

Si mettono in vista davanti al defunto le offerte dei doni più gustosi di monte e di mare – si fanno discorsi di apoteosi del defunto. Nei grandi centri le distanze obbligano a servirsi del carro funebre e delle automobili, togliendo tanto di quelle pittoresche processioni funebri, che si possono osservare nei villaggi.

Tolgo dagli appunti di un missionario giapponese la relazione schematica di una sepoltura di rito buddistico (setta zen o Jodo; il nostro Don Marega sta preparando attivamente uno studio esauriente sul Buddismo giapponese: ben venga a grande vantaggio dei missionari e degli studiosi l’importante opera).


  1. Avvenuta la morte si rivolge il cadavere in modo che la testa guardi a settentrione. Davanti al morto si mettono fiori di carta e l’offerta di riso e incenso sull’apposito tavolinetto; vicino al letto una spada o un coltello o un rasoio, affinché gli spiriti di animali non invadano il corpo del morto. L’altarino domestico viene nascosto con una carta, perché non sia macchiato per la morte. Giunge il bonzo, che dopo varie orazioni, impone il nuovo nome al defunto. Si preparano le vesti al morto e lo si riveste facendole indossare come il grembiale dei fanciulli. Veglia notturna.

  2. Prima di deporre il defunto in cassa gli si rade la capigliatura. Lo si lava con acqua calda prendendola ed effondendola colla mano sinistra. Il morto è vestito degli abiti del viandante, bastone, ombrello, la borsa del mendicante al collo, qualche alimento e soldo ed oggetti cari in vita al defunto.

  3. Trasporto del defunto al tempio: la processione è formata dai portatori di offerte (una scodella di riso e l’incenso), dei gonfaloni con iscrizioni, delle tavolette con la scritta dei nomi degli antenati; dai parenti che reggono cordoni partenti dalla bara; dai bonzi che pregano. Giunti al tempio i parenti fanno un triplice giro attorno – la salma deposta sulla veranda del tempio è esorcizzata dal bonzo con preghiere ed aspersioni, tutti offrono l’incenso e così l’anima è degna di entrare nel tempio.

  4. La salma o è inumata secondo le solite formalità (ed è uso che va sempre più estendendosi) oppure si procede alla cremazione (data dal 700 – fu proibita nel l873 e ripermessa nel 1875. Si brucia cassa e corpo): i parenti colla sinistra prendono alcune ossa e le mettono in apposita urna, che viene poi conservata in casa o nel tempio o interrata.


Quelli che restarono a casa, con sale e cenere purificano l’ambiente. Quanti parteciparono al funerale, per altra via ritornano a casa (per illudere lo spirito del morto) e si purificano le mani con acqua e sale. Poi grande cena con esclusione di carni, ad onore del defunto e sollievo dei vivi. Ed incomincia il tempo del lutto (7 settimane per parenti – 5 per coniugi, 5 per gli ascendenti, 3 per i figli) accompagnato da cerimonie particolari all’altare di famiglia.

Non meno interessanti sono i funerali in rito shintoista. Davanti all’anima (nella mattinata del terzo giorno) il Kannushi (prete shintō) vestito del bianco costume di rito, con in mano lo scettro dell’autorità, compie la funzione. Dietro o di fianco a sé ha la cassa e dietro a lui stanno seduti i parenti. Si fanno le offerte di alimenti graditi al defunto (pesci, frutta, legumi, dolci, ecc.) e la preghiera del funzionante è accompagnata da strumenti musicali ad indicare le sovrabbondanti gioie del cielo. La preghiera non è senza interesse sotto tanti aspetti, se la si medita bene: “Io dico: questa tavoletta degli antenati è stata purificata e santificata ed ora l’anima di N. N. vi ha preso dimora. Con nostro vivo rincrescimento dopo lunga malattia e numerose sofferenze (…o altro analogo) hai dovuto abbandonare, come la corrente d’acqua che viene e se ne va, come la luna che si alterna nello splendore e scompare all’arrivo del giorno: è per questo che la tua anima è ancora piena di tristezza… A noi stessi tutto questo sembra un sogno; perché non possiamo pensare come reale la tua scomparsa. Ma poiché l’uomo non può vivere che temporaneamente a questo mondo e non per sempre, noi esprimiamo fortemente il nostro dolore e ti prepariamo questa festa funebre. Ed ora che la tua anima è resa degna di abitare in questa tavoletta noi ti offriamo questi doni (e sono nominati) affinché tu sia nel riposo e nella pace”.

Si avanzano i parenti che offrono un ramo sacro, ornato di bindelli di carta bianca, e le offerte presentate prima vengono divise fra i parenti; coll’inclinazione profonda e il battere a due riprese le mani in segno di rispetto è compiuta la prima parte della funzione.

Segue la levata del cadavere e l’addio del corpo alla sua famiglia e casa. Attorno alla casa si rinnovano le solite purificazioni di persone e cose, si rinnovano le offerte (i poveri rioffrono quelle usate prima) al suono degli strumenti. Nuovamente il Kannushi esprime con una nenia in duplice recto tono alternante, il dolore della famiglia e le conseguenze che si verificano per la morte: ma “Tu hai terminato il corso della vita, e ci hai preceduti in quella via che tutti dovremo percorrere dopo la morte… Il tuo focolare è divenuto vuoto e lugubre… Ecco i tuoi cari senza guida e simili a coloro che non hanno più la barca, che potrebbe trasportarli all’altra riva del fiume. Ma siccome l’uomo riceve dagli dei la sua forza e il suo principio vitale, egli non è per nulla padrone della sua vita. Facendo con tutta umiltà queste considerazioni noi pensiamo a te, noi rimasti soli e abbandonati; come piccola nube isolata, errante qua e là sotto l’immensa volta del cielo… Ma come la rugiada che copre al mattino le erbe, lentamente scompare e svapora, possa così il nostro dolore avere un termine, noi che ora ti presentiamo questa funzione e queste offerte…”.

E s’inizia il corteo funebre. Anticamente si faceva verso sera e allora due uomini precedevano con torce. Ora in generale si fa al mattino e rimane il ricordo della torcia col bruciare un rotolo di carta rossa, affisso a un bastone davanti alla cassa. Due uomini precedono con scopa (richiamo antico alla pulizia della strada per cui passava il corteo).

Seguono ornamentazioni varie, rami verdi, quattro gonfaloni, due bianchi e due gialli senza scritta (forse simboli di vestimenta, che anticamente si seppellivano col morto), le tavolette colle offerte, i Kannushi, i suonatori di strumenti – nuovi gonfaloni come prima, i portatori di archi, frecce, lance, ecc. – nuovi Kannushi – portatori di corone e fiori – segue il gonfalone bianco su cui è scritto il nome del defunto – la tavoletta col nome degli antenati e finalmente la bara, portata da quattro uomini – poi un uomo portante un’assicella su cui è scritto il nome e le qualità del defunto: sarà issata sulla tomba. Seguono la famiglia, parenti, amici e i vicini.

Giunti al luogo della sepoltura si ripetono sommariamente le purificazioni ed offerte fatte prima, e il Kannushi intona l’elogio finale del defunto con un cenno sommario delle principali attività manifestate… “Ma noi esseri umani non abbiamo il potere di fissare la durata della nostra vita… Ed anche tu cadesti ammalato e nonostante le cure dei tuoi, nonostante le preghiere rivolte agli dei, nonostante le salutari medicine che furono date al tuo corpo, tu hai lasciato questo il giorno… Come dispare la goccia di rugiada quando l’astro del giorno riscalda il mondo coi suoi raggi… Pensando i giorni che vivevi con noi, evochiamo la tua vita esemplare… Dona uno sguardo di benevolenza su questa cerimonia funebre, accetta questi doni che come addio ti offriamo, frutti del mare e frutti dei campi e riposa in pace”.

Si susseguono discorsi in elogio del defunto, offerte di ramo sacro.

La cassa è posta davanti alla fossa – ultimo saluto – aspersione della bara e fossa con acqua salata, simbolo della purificazione del defunto dai suoi peccati e della tomba dalle impurità naturali: manate di terra sulla bara deposta nella fossa e con l’inchino profondo di rito finisce la cerimonia al cimitero.

Ritornati a casa il Kannushi annuncia: “Tu sei entrato nel lungo cammino e senza fine della morte. I tuoi che ora hanno celebrato i funerali, eccoli intorno a te, non ti dimenticheranno, e ogni giorno e sempre ti manifesteranno onore e affettuosa attenzione. Tu pure sii per questa casa e per i sopravviventi una fedele protezione”.

Il 10.mo, 50.mo, 100.mo giorno dopo la morte, il 1.mo, e 5.to anniversario si fanno feste commemorative.

Queste le linee schematiche delle manifestazioni funebri, varianti poi nei particolari a seconda delle condizioni delle persone, dei luoghi e delle credenze religiose del defunto o dei parenti.

Non sono meno solenni le manifestazioni che si fanno alle ceneri dei soldati morti in guerra. Al passaggio dei treni, alle stazioni di partenza e d’arrivo si raduna il popolo, le associazioni, e con preghiere, offerte d’incenso manifestano i sensi del loro cordoglio e del loro rispetto, ed oltre le funzioni funebri in famiglia, per conto della città o provincia se ne fanno delle pubbliche solennissime cui partecipano autorità e popolazione.

All’altare di famiglia poi ogni giorno si tributano ai defunti omaggi diversi a seconda delle credenze religiose, ed a date fisse al cimitero: i morti sono considerati spiriti tutelari della famiglia, cui si confidano le nuove di case – in occasione di viaggi il buon giapponese prende congedo dalle tombe ed invoca protezione dai suoi morti.

Culto dei morti dunque in pieno, educativo e formativo, in casa e al cimitero e frequente contatto dell’anima giapponese colla morte… Ed è anche questo che spiega assai il carattere giapponese. Non è raro il caso di pagani che al cominciare con noi discorsi d’assaggio sulla religione cattolica domandino: “E voi che fate per i morti?”. Buona occasione per parlare sull’argomento. I cristiani giapponesi nella preghiera dopo i pasti aggiungono anche il pensiero ai loro cari morti.

Non mi parvero inutili questi accenni ai nostri lettori del Bollettino perché si pensa volentieri ai defunti. In attesa della nostra ora, amatissimo Sig. Don Ricaldone, ci aiuti colle preghiere e coi mezzi a chiamare alla vita le tante anime a noi affidate.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti


N.B. - Lo shintoista colpito da grave malattia non si preoccupa troppo dello stato della sua anima (il male intacca solo il corpo; muore con quello, non avendo relazione coll’anima): tuttavia vi è una cerimonia religiosa per donare equilibrio, pace e tranquillità all’anima in quei momenti; una delle tante purificazioni esorcistiche assai comuni a tutte le funzioni shintoistiche, fatta sventolando all’intorno.

Non vi è assistenza religiosa, solo i parenti praticano verso il malato le cure di sollievo proprie di quei momenti, come si fa naturalmente in tutto il mondo.

Stabiliti i funerali, la prima cerimonia è l’annunzio che il Kannushi (prete shintō) dà alla divinità che è morto un uomo e la preghiera che sia accolto in cielo. Nel giorno seguente alla morte dopo la lavatura del corpo con acqua calda si mette il defunto nella bara: indossa un vestito bianco, calze bianche e sandali di paglia. La bara è posta in mezzo alla camera adornata con rami sempreverdi. Sul davanti della bara, un tavolinetto con sopra la tavoletta col nome degli antenati ed un vasetto di sale.

Il Kannushi, purificato l’ambiente, alla presenza dei parenti che circondano la bara, annuncia che l’anima del defunto sta per entrare nella tavoletta degli antenati: si asperge di sale la medesima, e battendola leggermente col ventaglio, simbolo del potere, conta da uno a dieci, per dar tempo all’anima che è nel tempio locale, di compiere il passaggio: pronuncia il nome postumo del defunto con aggiunta di titoli onorifici e colla finale di rito: “Possa tu godere eternamente una tranquilla pace”. La tavoletta si pone nel posto più onorifico della casa.



2381 / Berruti Pietro / 1939-11-30 /


139 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 30 novembre 1939


Amat.mo Sig. Don Berruti,

  1. I figliuoli sono arrivati sani e salvi e pieni di buona volontà. Ho preso in Seminario il coad. Colussi al posto di Ragogna – e gli altri allo studentato.

I Superiori li hanno mandati ed il Signore penserà a mantenerli: intanto cominceremo col lavoro dei coadiutori, per vedere di realizzare qualche cosa per la bucolica di questi tempi. Un po’ di terra c’è – spero trovare i mezzi per una vaccherella per lo studentato e… avanti. Deus providebit. Si potesse vivere d’aria di amor di Dio!

  1. Grazie pure del valido aiuto per la scuola. Speriamo di avere l’approvazione governativa e ne vedremo gli effetti.

  2. Qualche osservazione (sono quasi sempre le solite annuali delle spedizioni) perché so che a Lei posso segnalarle e lo devo.


    1. Niente carte di accompagnamento che mi dicano qualche cosa di queste anime.

    2. Sono a zero di corredo tutti: unica veste; unico vestito (ai nostri coadiutori non mantello né pastrano). Si pensa che in Giappone faccia sempre caldo… E d’inverno (specie a Tokyo) è come a Torino. Provvedere qui, sono dolori: stoffe impossibili per la durata.

    3. I cappelli tondi da prete qui non vanno assolutamente – in Italia possono servire.

    4. I nostri dormivano in stiva, ma hanno pagato più di quelli che avevano biglietto in seconda economica, dove mangiavano.

E per ora basta di questo – è solo affinché gli incaricati siano informati e provvedere al possibile. Come risparmieremmo tutti (pel corredo) se eseguissimo il regolamento – e come si potrebbe subito iniziare con frutto il lavoro di formazione se ci fossero documenti e relazioni.


4. Penso che il nostro Ven. Rettor Maggiore le avrà parlato del ch. Cella – sono obbligato alla prima occasione di riinviarlo – invierò relazione – non è fatto per la Congregazione a meno che i Superiori non gli vogliano usare la carità di provarlo ancora in altro posto.


E per ora basta. Arrivati a destinazione i bauli, può essere che debba segnalare qualche altra cosa. Grazie a Dio non si ebbe a spendere un soldo per la dogana.

E permetta ora che a nome di tutti, singoli e specialmente per parte mia coi più vivi ringraziamenti per quanto fa per noi, presenti auguri, preghiere e sacrifici di Natale e Capodanno. Mi pare che in tutti ci sia buona volontà: Lei ci ottenga dalla Mamma e da Don Bosco di mantenerla e rafforzarla, specie chi ne ha più bisogno, che si chiama

Don V. Cimatti

2382 / Tirone Pietro / 1939-11-30 /


140 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Miyazaki, 30 novembre 1939


M. R. Sig. Don Tirone,

Grazie della carissima sua. Don Baratto è rimasto conquiso… È un santo figliuolo, un po’ sui generis, ma pian piano andrà formandosi meglio: ma lo conosciamo tutti da tempo.

Grazie pure dei dati inviati – è un grazie pure al bravo Don Oglietti per il bel lavoro che fa anche per noi. Qualora fosse necessario fare qualche cosa per Don Escursell, penso che saprà che ora è incorporato nell’Ispettoria spagnola (casa S. Giuseppe, Barcellona). Non so quando e se tornerà.

E alla fine della sua lettera “in cauda venenum”. Il pensiero di Don Cimatti è chiaro al riguardo: tento di fare mio da anni il detto di S. Francesco: “O Signore fammi santo come vuoi tu e coi mezzi che mi dai tu”.

Quindi piena rassegnazione – ed è da anni che la responsabilità la lascio ai Superiori: è naturale e sarei ridicolo non pensassi così. È però mio dovere, naturalmente, sia come rendiconto, sia come intima persuasione, esporre le mie difficoltà.

Le vicende dolorose poi capitano anche nella nostra povera missione, siccome furono attribuite al manco di forza di comando o altro del sottoscritto, è chiaro che bisogna pure che me ne renda conto, ed esponga ai Superiori le mie difficoltà. Ed anche far capire ai Superiori che in qualsiasi momento credessero mettermi in altra posizione, con vera gioia desidererei dare questo buon esempio.

Lei sa poi che nella mia attuale situazione col piede in due staffe, concludo per il mio dovere quello che concludo. Miyazaki è ad oltre 1500 Km da Tokyo.

Che i Superiori non credano alla mia incapacità o alle difficoltà di coscienza in cui mi trovo, è affare loro. Per me insisto, perché il rendiconto bisogna pur farlo e perché sento essere per me obbligo di coscienza.

Al giudizio di Dio all’interrogatorio di Gesù, dirò: “Rivolgetevi a Via Cottolengo 32”47.

Tutti desiderano dirle: “Buon Natale e Capodanno”. Preghi per me affinché possa fare (come suggerisce) più e meglio.

Suo

Don V. Cimatti

2383 / Marella Paolo / 1939-11-30 /


141 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 30 novembre 1939


Eccellenza,

Stavo per scriverLe, quando giunge la sua venerata del 25 c. m. Prot. 640/39, che almeno indirettamente ha relazione con quanto desideravo.

Come V. E. sa, in missione ho il nostro primo prete giapponese, che ora fa pratica a Miyazaki. Si avvicina il tempo in cui penso bene affidargli una sede in cui esplicare più liberamente le sue attitudini. È stagionato di età, ingegno mediocre (meno che più), posato in omnibus; ma al momento fa bene quello che deve fare e nel ministero e nella predicazione. Desidererei il consiglio di V. E. per formarmi un criterio base. Se il criterio della necessità o convenienza – ed è su questo che desidererei sentire anche il pensiero di V. E.

Bisognerà nel limite del possibile, tenere conto anche delle dicerie umane, che se lo si mette in un posto povero o con pochi cristiani (sede di secondaria importanza) ci sarà naturalmente chi farà apprezzamenti in meno bene, se in un posto di prima importanza (per numero di cristiani) forse da solo non gliela farà: o altro.

Al momento luoghi di speciale sorveglianza (difesa nazionale) in cui vi siano residenze non ce n’è. A Miyakonojo e Oita vi sono i soldati, ma date le nostre buone relazioni… Se (anche in base alle linee generali date dalla S. Sede nella relazione) fosse il caso di dargli la massima residenza, lo si potrebbe aiutare col personale del Seminario.

Inoltre avvenendo questo collocamento in sede, la comunità salesiana partente, penso che (salvo le cose strettamente personali) lascia al successore tutto il materiale di chiesa e casa facendo inventario, ecc. È così?

Qualche linea direttiva mi sarebbe utilissima. Ah, avessimo ancora un cinque preti potremmo cedere subito la provincia di Miyazaki (ha pensato alla possibilità di unione con Kagoshima, se là nominano un Prefetto o un Vicario?) e così intensificare il lavoro in provincia di Oita, e finito anche qui venire nell’isola grande o per il mondo.

E preghi per questo povero uomo. Ossequi e assicurazioni di preghiere per parte di tutti…


Ossequentissimo

Don Vincenzo Cimatti

2384 / Zerbino Pietro / 1939-11-30 /


142 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 30 novembre 1939


Mio caro Don Pietro,

Carta povera, ma cuore largo. Al solito un po’ di posta… Buon Natale e buon anno. Se v’è persona a cui debba riconoscenza sei tu: accetta le preghiere e sacrifici che offro per te al Signore. Vorrei che ti facessi interprete mio per gli auguri e preghiere all’indimenticabile Don Pellegrini – al buon Don Bisi e quel nome difficile – al Sig. Aprili e Sig. Luigi. Assicurali della mia e nostra riconoscenza e preghiera: vedi proprio di farlo come se facessi io.

Al Sig. Don Berruti ho esposto alcune osservazioni di massima, utili per le prossime spedizioni. Non ho ancora tutti i bauli e quindi non posso dire: ad ogni modo…



[Manca il seguito]

2385 / Bordas Erminio / 1939-11-30 /


143 a Don Erminio Bordas, incaricato dell’Archivio Casa Generalizia

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Miyazaki, 30 novembre 1939


Amatissimo Sig. Don Bordas,

Non so se sia arrivato un po’ di materiale per il Bollettino. L’articolo “I nostri morti e cimiteri” (mese di Novembre) ha bisogno di un’aggiunta da innestarsi all’inizio dei funerali shintoisti.

Inoltre dove dico: “Tolgo dagli appunti di un missionario…”, può mettere: “p. Reitz, in Cahiers d’information”, così è più completo.

Se l’articolo sarà pubblicato, Lei ha certo foto dei cimiteri nostri per illustrare quanto crede.

E buone feste, caro Don Bordas, ed il Signore rimeriti di quanto fa per le missioni.

Suo

Don V. Cimatti

2386 / Barbaro Federico / 1939-11-… /


144 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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[Novembre 1939]


Carissimo Don Barbaro,

Non spaventarti dei pugnetti di Moro… è burro…

Pel Maritain è solo un prestito che domando – siccome faccio leggere in scuola il libro giapponese (che non è tutto pane per i miei denti) mi torna utile seguire colla traduzione italiana. Tornerà, non temere… Oibo! Attaccare il cuore alla filosofia Don Cimatti che professa l’agnosticismo scettico…

Grazie delle belle notizie esami… Per i capelli: rasar tutto e ungere alla sera con olio di mandorle medicinale e olio di ricino (parti uguali – far frizioni).

Cause: 1) o forfora eccessiva o malattia, 2) o bulbo capilloso indebolito per troppo studio.

Gli uomini grandi in genere sono pelati. La medicina indicata è per il secondo caso – per il primo (e se cadono a ciocche si può pensare al primo) forse è preferibile lozioni e frizioni con petrolio medicinale (inodore).

Allegro e affida le tue preoccupazioni anche materiali alle anime del Purgatorio.

Prega per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



E saluta omnes.

2387 / Amici della Missione / 1939-11-… /


145 agli Amici e Benefattori della Missione salesiana in Giappone

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NATALE!


Novembre 1939

Natale! Pace in terra agli uomini di buona volontà.


I missionari specialmente, messaggeri di questa pace per le anime loro affidate, sentono la nostalgia delle feste natalizie, ed ai loro orfanelli, ai loro vecchi e ammalati, ai loro poveri vorrebbero far sentire il caldo amore che a questi li avvince anche in forme materiali. Vorrebbero vedere il sorriso sfiorare anche sui loro visi e le loro mani congiunte in preghiera di ringraziamento per i loro Benefattori. A Voi, buoni Amici, procurarci questa soddisfazione, che, dopo tutto, è anche soddisfazione e merito tutto vostro. Accettate in compenso l’oro di tanti atti di carità per Voi, che amiamo teneramente, come Benefattori; l’incenso della nostra preghiera che sale quotidianamente per Voi al Signore; la mirra dei nostri sacrifici di cui è continuamente materiata la vita del missionario; e Voi ricevendo questi doni offriteli con noi a Gesù Bambino, affinché voglia davvero concedere a tutti la pace, pace materiale e spirituale. Tutti insieme poi ci uniremo dall’Oriente all’Occidente per cantare con gli Angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei Cieli”.

Buon Natale e buon anno.

Mons. VINCENZO CIMATTI, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki (Giappone)


2388 / Amici della Missione / 1939-11-… /


146 agli Amici e Benefattori della Missione e dell’Opera salesiana in Giappone

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PREFETTURA APOSTOLICA “MIYAZAKI”

GIAPPONE

ISPETTORIA SALESIANA DON BOSCO


novembre 1939

Relazione N. 3


Anche in questa terza relazione ho il piacere di presentarvi notizie di famiglia, oltre quelle trovate sul Bollettino Salesiano e su Gioventù Missionaria che penso tutti riceverete. Perdonate lo stile un po’ telegrafico – in missione si è sempre in crisi economica…


  1. La festa dell’Assunta, che è celebrata sempre con grande entusiasmo dai nostri cristiani, ha dato luogo a belle manifestazioni di fede e di amore alla Madonna in ogni residenza. Nuovi Battesimi, Cresime e prime Ss. Comunioni, professioni e vestizioni riempirono di gioia i missionari e i fedeli.

  2. Agosto! Epoca degli Esercizi, compiuti esemplarmente non solo dai confratelli salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, ma anche dal personale e dai ricoverati delle nostre Opere con gran frutto di tutti.

Agosto! Mese del riposo estivo. Per la bontà dei nostri Benefattori si poté dare ai nostri chierici studenti e ai nostri Seminaristi un po’ di riposo. Tali riposi, fatti con lo spirito di Don Bosco, servono anche di ottima propaganda cattolica. Ad esempio un gruppo di Seminaristi di Miyazaki, in una settimana, guidati dall’infaticabile Don Braggion, girando per i vari paesi della zona di Takanabe, mentre facevano passeggiate magnifiche, col loro esempio, coi canti, con adunanze serali fecero ottima propaganda.

  1. A Nakatsu fu istituita la Compagnia di S. Luigi fra quegli allievi.

  2. Il Santo Padre si degnò conferire la Croce Pro Ecclesia et Pontifice alla famiglia Kurita di Miyazaki, per il magnifico lavoro di Azione Cattolica compiuto per mezzo delle Conferenze di San Vincenzo col più vivo zelo, disinteresse e sacrificio.

  3. Il 17 agosto moriva il Padre Totsuka, assai noto in Giappone. Dobbiamo a Lui col nostro Don Margiaria e Don Marega la traduzione in giapponese popolare del Vangelo unificato (testo di Don Anzini).

  4. Il 29 settembre l’Ospizio di Miyazaki celebrò il quarto annuale della fondazione con l’intervento delle Autorità, che vanno sempre più interessandosi dell’Opera e dei buoni frutti che produce. Nel ritorno le Autorità del Municipio e delle Opere sociali della Provincia visitarono con gran soddisfazione il nostro Seminario. Al sentire il nostro concerto fecero l’invito per condecorare con quello la grande adunata delle famiglie dei soldati: e si accettò ben volentieri per cooperare a questa grande manifestazione di carità.

  5. La residenza di Tano festeggia la sua grande patrona S. Teresina con una efficace missione predicata dal nostro Don Mukai. Il bravo missionario Don Bernardi può essere ben contento del frutto spirituale procurato alle sue pecorelle.

  6. In tutta la Missione e specialmente in Seminario si commemora solennemente con funzione, discorsi ed accademia solenne il cinquantenario dell’Opera di S. Pietro; non poteva non essere fruttuosa e gustata dai Giapponesi, che furono gli esponenti occasionali dell’Opera.

  7. Per la generosa carità dei Superiori e dei nostri Benefattori si è inaugurata a Tokyo la nuova chiesa intitolata a Don Bosco, annessa al collegio della Scuola professionale “Don Bosco”, benedetta con rito solenne da S. E. Mons. Arcivescovo di Tokyo. Fu ammirata dai numerosi intervenuti una bella esposizione di lavori di disegni e stampa – l’accademia musico-teatrale diede modo di far apprezzare pure la corale del nostro Studentato filosofico-teologico. Per l’occasione s’inaugurò pure una modesta lapide ricordo al nostro gran benefattore, S. E. Cav. Auriti, Regio Ambasciatore d’Italia a Tokyo.

  8. Il 16 ottobre un violento tifone si scatena su Miyazaki. I danni sono accennati nell’apposita relazione di Voci Lontane e sul Bollettino Salesiano.

  9. Nonostante le critiche circostanze riuscì anche quest’anno, ricca di frutti spirituali, la festa della Propagazione della Fede. Preghiere, offerte dei sacrifici ed anche offerta materiale concorsero ad accentuare sempre più la cooperazione che i fedeli di tutto il mondo debbono dare all’Opera.

  10. Chiude il mese di ottobre la festa di Cristo Re solennizzata specialmente in Seminario di Miyazaki per opera delle fiorenti Compagnie religiose ivi esistenti. Oltre lo solenni funzioni, ebbe luogo una ben riuscita accademia colla première di una nuova produzione teatrale del nostro Don Tassinari, sul famoso “Padre Gian Battista Sidotti”, l’ultimo missionario del periodo delle persecuzioni: lavoro gustatissimo in tutti i sensi e come fattura e per la buona interpretazione degli attori, che vi misero cuore e fede, e perché toccava così da vicino l’anima dei Giapponesi presenti, che vi vedevano delineata così bene una parte tanto commovente della loro storia.


Buoni Amici, continuateci la vostra carità di preghiera e d’azione. Il Signore conceda a Voi tutti e singoli, buon Natale e buon anno.

Vostro riconoscente

Mons. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki

Miyazaki, Novembre 1939



N.B. - Le eventuali offerte possono essere inviate a Torino all’Oratorio – Via Cottolengo 32 – Torino (109) colla precisa indicazione del missionario ed opera in Giappone che s’intenda sussidiare o anche servendosi del mio conto corrente 2 = 21271 Mons. Vincenzo Cimatti – Via Cottolengo 32 – Torino (109).

2389 / Circolare Salesiani / 1939-12-1 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. Francesco Saverio



Miyazaki, 1 dicembre 1939


Carissimi,

Si approssimano le feste Natalizie e permetterete cari confratelli che vi presenti a nome di tutti in Missione i più sinceri auguri e l’assicurazione delle nostre più care preghiere in questa occasione. Anno nuovo: vita nuova.

Dunque, con rinnovato ardore nell’adempimento del nostro dovere ed in una sempre più esatta osservanza delle Regole, troveremo la nostra perfezione.

Attraversiamo momenti critici in ogni senso; la preghiera assidua e ben fatta, il tenere una buona condotta allontanando da noi il peccato, l’abbracciare almeno con rassegnazione gli ulteriori sacrifici che ci sono domandati anche dalle autorità, data la generale situazione, ci attireranno le benedizioni del Signore. Mi raccomando che tutti ci rendiamo esatto conto di questo stato di cose e che tutti cooperiamo del nostro meglio per accomodarvisi.

Domando preghiere per vari dei nostri confratelli che alla fine del mese dovranno rinnovare i loro voti; domando preghiere per i nostri cari teologi del 4° corso che si approssimano sempre più alla meta, per vari aspiranti che si preparano al noviziato e per altri problemi di vario genere che interessano l’opera nostra.

Pregate in modo speciale affinché il Signore ci conservi le vocazioni che ci ha mandato e ce ne invii delle ottime ora che si approssima l’inizio dell’anno scolastico e che si cerchi di fare propaganda allo scopo.

È il problema più vitale che potete anche rilevare da quanto mi comunica la S. Sede, prego che tutti decisamente si mettano in quest’ordine di idee e che ognuno per la parte sua cooperi a questo apostolato necessario delle vocazioni.

Scrive dunque Propaganda Fide: “È necessario passare la direzione della Chiesa giapponese al Clero nazionale; mettere avanti i Giapponesi e dare così alla Chiesa del Giappone una figura giapponese quanto è possibile e il più presto possibile, pur agendo colla necessaria prudenza e chiaroveggenza che si richiede in tanto importante problema… Per ragioni analoghe la Congregazione spera che i benemeriti religiosi (maschili e femminili) arriveranno quanto prima a confidare a loro membri giapponesi i posti di responsabilità sia nella direzione delle opere esterne, come anche nell’amministrazione interna…”.48

Ed in altro ordine di idee su cui tante volte ho insistito sentiamo la parola del S. Padre nella recente sua prima Enciclica: “In ogni tempo si sono fatte ricerche ed inchieste da pionieri che domandavano ai missionari sacrifici, dono di sé e l’amore per permettere una comprensione più profondamente simpatica delle civiltà più svariate, per mettere a contribuzione valori spirituali in vista di una predicazione più vivente e vivificante dell’Evangelo di Cristo. Tutto ciò che negli usi e nei costumi non era inseparabilmente congiunto ad errori religiosi fu sempre l’oggetto di benevola considerazione e quando la cosa fu possibile, favorita e sviluppata.

Il nostro predecessore di s. e v. m., applicando tali regole ad una questione particolarmente delicata, ha preso varie generose decisioni che restano come un monumento della sua penetrazione e dell’ardore del suo spirito apostolico. Non vi è bisogno di dire che noi intendiamo seguire, senza esitare, la medesima via…”.

Miei cari confratelli, amiamo sempre più la nostra terra di apostolato, comprendiamo sempre più lo spirito dei giapponesi, adattiamoci a questo ambiente, meglio, assimiliamolo… Se no, vi dico francamente il permanervi sarà un tormento e non si concluderà nulla. Lavoriamo tutti nelle forme possibili per le vocazioni Giapponesi.

Il Governo insiste sulle varie forme di risparmio… Se noi facciamo quanto ho raccomandato sopra, andiamo certo incontro ai desideri del Governo.

Il prossimo anno, come sapete, è anno giubilare per i Giapponesi, commemorandosi il 2600.mo anno della fondazione dell’Impero. Che faremo noi per unirci alle manifestazioni commemorative che saranno stabilite dall’Autorità? Vi propongo per il prossimo anno uno studio più accurato della storia giapponese.

In missione si farà certo qualche cosa di più, specie nella provincia di Miyazaki.

Se vi saranno novità ve ne terrò informati (… e per dirvene una… Pur non andando bene parlare di sé… Il giorno 3 Gennaio, mi pare verso le due… il sottoscritto farà una suonata per piano audibile per tutto il Giappone a commemorare l’avvenimento. Sarà divisa in tre parti:


  1. Discesa degli dei e nascita di Jimmu.

  2. Partenza da Mimitsu per la conquista.

  3. lncoronazione…


Buon divertimento).49


Essendo tutto l’anno consacrato a questi ricordi, sarà anche più facile ricordare quanto vi ho comunicato sopra.

Il Signore ci conceda le sue benedizioni; Gesù nasca davvero, cresca in noi e in tutte le anime con cui possiamo entrare in relazione diretta o indiretta, o almeno si lavori colla preghiera incessante e coll’esempio e coll’adempimento del nostro dovere. Pregate sempre per chi vi ricorda quotidianamente. Per tutti.

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti



P.S. - Sono in viaggio alcune Figlie di Maria A. (fra cui la sorella di Don Baratto) ed anche il ritardatario ch. Martelli. Preghiamo. Si è pure in attesa dell’approvazione ministeriale per la Scuola Professionale. Preghiamo.

2390 / Grigoletto Giuseppe / 1939-12-7 /


147 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 7 dicembre 1939


Carissimo,

  1. Spero riceverai a tempo i fazzoletti, ma dubito… data l’irregolarità dei trasporti.

  2. Finalmente ecco la foto che desideravi. S. E. non ne aveva e siamo andati per le lunghe.

  3. Per offerte… aggiustati… Idem per acquisto di libri quando avrai buone occasioni (anche arte, storia, ecc.). Non andrà male pensare anche allo studentato filosofico nei vari rami: letteratura, storia, scienze, ecc.

Mi fido di te. Ormai i begli acquisti sono in buona sede ed il bibliotecario lavora. L’Ambasciatore ci ha procurato l’Encicl. Italiana. Bravo! Invia pure Vannutelli ed altri. Insomma fa’ tu: non hai potuto venire missionario in Giappone. Vi hai mandato ottimi strumenti di bene, ed il Signore, munifico pagatore, a suo tempo ti ricompenserà.

  1. Scrivo a tuo fratello subito.


Caro Giuseppe, avanti con fede, cercando di fare sempre del bene a tutti non dimenticando l’anima nostra.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2391 / Ricaldone Pietro / 1939-12-8 /


148 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 8 dicembre 1939


M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Sono ormai le nove di sera ed abbiamo chiuso in Seminario la bella festa della Mamma, ben preparata e ben riuscita in tutti i sensi.

Prima del riposo un pensiero a Lei, che incentra Don Bosco e l’Opera sua.

Grazie di quanto fa per noi tutti colle splendide circolari sue, coi privati consigli – ad multos annos, amato Padre, per il bene di noi tutti.

Grazie per quanto fa per la missione e opera nostra in Giappone: aiuti questo gran popolo, così vicino a Dio e così restio o lento nel riconoscerlo.

Per questo mese nulla di nuovo per il mio RENDICONTO – mi aiuti il Signore materialmente e più spiritualmente.

Ah, se l’Italia fosse più vicina… Quanto bene ne verrebbe a molti, anche per brevi ritorni!… Mah! Fiat voluntas Dei.

Il problema missionario ha certo da essere studiato ancor più fondamentalmente e nel personale e nella sua organizzazione, ma se seguiamo Don Bosco non si sbaglia: in Giappone guai se non si segue Don Bosco… Non si conclude nulla. I confratelli che meglio ottengono frutti sono quelli che sono buoni salesiani in tutto.

Al momento nulla di nuovo. Buon Natale e Capodanno.

Questa come sfogo di gioia per la festa e per le mie comunicazioni mensili.

Mi benedica.

Suo come figlio

Don V. Cimatti

2392 / Berruti Pietro / 1939-12-12 /


149 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 12 dicembre 1939


Mio amat.mo e Rev.mo Sig. Don Berruti,

Speravo sue notizie e delle cose nostre per la venuta dei nuovi… Chissà che non arrivi qualche cosa colla venuta del ch. Martelli ritardatario… Ad ogni modo sono in attesa dei vari:


    1. Problemi sottoposti ai Superiori;

    2. Che mi si aiuti per il Noviziato e studentato se no, non so come fare a mantenerli. Le attuali condizioni hanno portato ad un rincaro dei viveri e del resto, davvero impressionante per la nostra borsa, e quindi sono obbligato ad elemosinare presso tutti ancor più fortemente: quindi anche presso i Superiori.

    3. (E giacché sono in tema di propaganda, oltre a quello accennato nelle adunanze a Torino, vi è nulla di chiaramente stabilito per la propaganda in grande? Nulla di vietato? Che non so che pensare al riguardo, mancando direttive);

    4. Che mi si aiuti collo stabilire l’Ispettore e col sostituirmi nella Prefettura.


Ma possibile che non mi si voglia ascoltare, che non si riesca a vedere (è così patente [palese?] che per causa di questo povero uomo – non mi appiccico altri titoli – tutto vada alla malora, cominciando da Lui?).

Per norma, dalla risposta di Propaganda alla relazione annuale degli Ordinari, inviata per mezzo della Delegazione (e l’approvazione dei verbali delle sedute), Propaganda suona campane doppie sul tema: “Mettere avanti i giapponesi, per quanto è possibile e il più presto possibile, pur agendo con prudenza e circospezione, e solo quando vi sia il minimo di condizioni che possono dare speranze fondate di un felice successo. Sono noti la generosità, spirito di sacrificio e larghezza di vedute degli Ordinari e missionari, e le prove finora date dal clero giapponese. Per ragioni analoghe la Sacra Congregazione spera che le benemerite comunità religiose maschili e femminili giungeranno presto ad affidare ai loro membri giapponesi la direzione delle opere esterne e anche l’amministrazione interna. È con vivo piacere che si è appreso che l’anno scorso i Marianisti si erano messi risolutamente per questa via: e si è scritto al Superiore Generale per dirgli come si è apprezzato il suo gesto intelligente e coraggioso”.

Il lavoro per le vocazioni indigene svolto dai poveri salesiani in Missione e a Tokyo non poteva avere più autorevole approvazione. Bisogna intensificare però assai questo lavoro per raggiungere la meta voluta. Bisogna che l’Ispettore faccia la casa per gli aspiranti – ma mi dica, come faccio da Miyazaki a lavorare? Ma con tanti che accetterebbero infule (anche di questi buoni confratelli) mi liberino una benedetta volta da questi tormenti e mi permettano di lavorare nel nome di Dio con un po’ più di slancio, impedito da questi insediamenti burocratici, titoli, ecc. ecc. di cui si finisce coll’essere stufi, ristufi e arcistufi… Con ciò fiat voluntas Dei.

Per me a scarico di coscienza dico anche quello che i Superiori non vorrebbero sentire: non opposizione, ma serena valutazione di uno stato di cose che non può e non deve durare; sono interessi troppo importanti su cui richiamo (sia pur “vox clamantis in deserto”) l’attenzione dei Superiori.

Per noi che da qualche anno viviamo in questo gran Paese sono troppo profondamente significative le parole di Propaganda.50

Mi permetto di osservare ai Superiori: “Per carità non valutino il Giappone alla stregua degli altri paesi – è diverso, è diverso. Facciamo presto e bene (pur essendoci il proverbio che “presto e bene raro avviene”). Pensino a quanto fa il Giappone in ogni ramo, e come fa, pur avendo contro – si può dire – il mondo”.

Quindi insisto: Ispettore (un buon Ispettore – tanto la Prefettura dovremo lasciarla più presto che pensiamo, cioè appena avrà una mezza dozzina di giapponesi – e vedrà come respireranno e respireremo tutti); un buon Maestro dei Novizi, giapponese, inizialmente se non di origine, d’animo, di mente e di cuore, se no, zero; mezzi per lavorare più attivamente per le vocazioni (bisogna fare presto un aspirantato salesiano – se le cose proseguono così, alla prefettura è sufficientemente provveduto, ed il Seminario tanto dovrà passare ai giapponesi – in pratica ora è anche aspirantato – 4 quest’anno).

Amatissimo Sig. Don Berruti, non mi dica fanatico, esagerato: vedo così chiaro questo problema, come la mia insufficienza. È così, è così. Ripeto: insisto sull’Ispettore, maestro dei novizi, e specialmente sull’organizzazione dello studentato filosofico e teologico. Mi trovi almeno uno di quelli che vorrebbe il povero Don Cimatti – che sia salesiano tutto d’un pezzo – allegro, laborioso, di pietà e non oca del tutto quanto a ingegno. Se no, amat.mo Sig. Don Berruti, non formeremo il personale che con tanti sacrifici i Superiori inviano.

Grazie dello sforzo immane fatto dai Superiori per la scuola Professionale – date et dabitur – domando l’elemosina per i salesiani dello studentato a nome di Gesù Bambino e come strenna Natalizia o di Epifania almeno. E preghi per me affinché usque in finem faccia il mio dovere col minor numero di fesserie. Le assicuro quotidiano contraccambio.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti



Auguri a Lei, ai suoi impareggiabili Don Pellegrini, Don Zerbino, Ufficio Missioni e Aprili e Gigi… Specialissimi ai Superiori – e anche al bravo Sig. Don Franchini che vuol tanto bene ai missionari ed usò tanta pazienza con me.

2393 / Superiora Generale F.M.A / 1939-12-12 /


alla Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice



Miyazaki, 12 dicembre 1939


Rev.ma Madre,

Non posso tralasciare d’inviare a nome di tutta la famiglia salesiana gli auguri natalizi e di capodanno con l’assicurazione di molte preghiere.

Mi pare di poter dire che le sue figliuole in Giappone al momento sono tutte in buona salute materiale e spirituale e ben animate, tanto a Beppu che a Tokyo.

Dolendum che abbiano abbandonato Miyazaki e non ne ho mai capito il perché, ma lo sanno [le] loro Superiore ed il Signore, et fiat voluntas Dei.

I desiderata della S. Sede sono che al più presto possibile per il Giappone anche le comunità religiose giungano ad affidare a membri (soci) giapponesi i posti di responsabilità, sia nella direzione delle opere esterne che nell’amministrazione interna.

Già le brave Figlie di Maria A. hanno lavorato e lavorano a tale scopo: orientare sempre più il lavoro in questo senso.

Preghi, buona Madre per noi, che di cuore la ricordiamo al Signore.

Don V. Cimatti

Pref. Apost. e Ispett. Sales. in Giappone

2394 / Circolare Salesiani / 1939-12-13 /


150 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 13 dicembre 1939


Carissimi missionari,

L’avvicinarsi delle feste Natalizie mi dà modo di presentarvi i miei sinceri auguri per le feste Natalizie e di capodanno, uniti insieme all’assicurazione di tante preghiere, che posso assicurarvi faccio per voi ogni giorno e che intensificherò in questa bella occasione.

Grazie a nome della Chiesa e della Congregazione per quanto fate nell’adempimento del vostro dovere. Cerchiamo di perfezionarlo sempre più e meglio… Anno nuovo: vita nuova!

Le condizioni del momento aumentano forse le difficoltà materiali: buon mezzo per offrire le nostre sofferenze al Signore per le anime a noi affidate.

Permettetemi di consigliarvi a fine d’anno un buon esame sulle condizioni del nostro lavoro: che cosa abbiamo realizzato noi per noi stessi? Per i confratelli a noi affidati? Per i cristiani? Per i pagani? Le risposte debbono farci prendere delle forti risoluzioni per il prossimo anno…

Come sapete il prossimo anno è consacrato a commemorazioni bimillenarie.

Anche per questo il Governo domanda la cooperazione di tutti i cittadini e anche nostra perché tutto riesca sempre più a uniformare gli spiriti e l’azione degli scopi tante volte ripetuti.

Teniamoci al corrente anche in queste manifestazioni e vediamo di parteciparvi nelle forme possibili a noi.

Già il Governo domanda che cosa faremo; se qualcuno avesse qualche bella proposta l’accenni pure: così coopereremo anche in queste manifestazioni.

Fate le mie parti presso i cristiani negli auguri e preghiere.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2395 / Ferrari Giacomo / 1939-12-13 /


151 a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone

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Miyazaki, 13 dicembre 1939


Carissimo Ferrari,

Buone feste. La mamma ha inviato a Torino Lire 100 per te, che ho fatto registrare da Don Liviabella.

D’accordo col tuo Direttore disponi come credi ed in caso scrivi pure a Don Liviabella.

In questo tempo avete tutti da lavorare di più. Buttati nelle mani di Dio e cerca di far del tuo meglio, affinché quanto dipende da te riesca bene – calma, allegria e pazienza.

Prega per me che ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2396 / Manganelli Giulio / 1939-12-13 /


152 al chierico Giulio Manganelli, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 dicembre 1939


Carissimo Manganelli,

Buone feste che coronano per te con l’unione totale a Gesù in perpetuo. I tuoi esercizi (25 sera) secondo l’intesa col tuo direttore saranno un po’ sotto il peso della stanchezza. Sii santamente furbo, raccogliti in tutta la novena, proprio come Maria, per far nascere in te pienamente Gesù.

Auguri fin d’ora di gran cuore e che Gesù t’investa in pieno.

Colla vigile protezione di Don Bosco e Maria A. fa’ bene tutto.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti


P.S. - E anche buon Onomastico: in quel giorno tutto per te.

2397 / Dell’Angela Stefano / 1939-12-13 /


153 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 dicembre 1939


Così arriverò in tempo! Buone feste e specie buon Onomastico.

Procura di imitare il tuo Patrono, che era un predicatore formidabile. Quindi studia bene il giapponese e prega per me.

Allegro sempre, laborioso e buono.

Tuo

Don V. Cimatti

2398 / Governo Italiano / 1939-12-14 /


154 agli Onorevoli Ministri del Governo Italiano

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Prefettura Apostolica di Miyazaki – Giappone

Ispettoria S. Francesco Saverio del Giappone

Opera Salesiana di Don Bosco

14 dicembre 1939


Promemoria sullo stato della Missione Salesiana in Giappone



Il primo gruppo dei missionari italiani salesiani entrò in Giappone nel febbraio del 1926, essendo partiti da Torino in numero di 9 (sei sacerdoti e tre salesiani coadiutori) nel dicembre del 1925. Veniva loro affidata dalla S. Sede l’evangelizzazione delle due province civili di MIYAZAKI e OITA nell’isola del KYUSHU, con una popolazione di circa due milioni di pagani su una superficie di kmq 16.072.175. Dopo il primo anno di studio della lingua si stabilirono nella città di Miyazaki, Oita e Nakatsu iniziando così il loro lavoro di apostolato.

Alle dipendenze prima della diocesi di Nagasaki e Fukuoka, fu eretta in Missione indipendente fino al 1935 quando fu eretta in Prefettura Apostolica. Il lavoro svolto a tutt’oggi si estrinseca nella fondazione di Chiese o Cappelle, Asili per l’infanzia abbandonata e per gli orfanelli e per i poveri vecchi, Ospizio a Miyazaki, Collegio a Nakatsu per l’istruzione della gioventù povera e abbandonata, Oratori secondo il tipo salesiano di Don Bosco, Doposcuola, Dispensari di medicine, Ospedale per tubercolosi e Segretariato generale per gli ammalati in Giappone a Beppu, Piccolo Seminario indigeno di Miyazaki. La missione possiede pure una modesta tipografia da cui sono edite pubblicazioni settimanali e mensili in favore dei pagani e cristiani e per la propaganda della buona stampa, e pubblicazioni periodiche di cultura sociale e religiosa.

L’Opera salesiana si è pure svolta nella Capitale, ove sorge la Scuola Professionale Don Bosco (sezione Tipografi e Sarti), la Parrocchia di Mikawajima in cui sorgono diverse opere di assistenza sociale (Asilo, Doposcuola, Dispensario, ecc.) e infine il Noviziato e Studentato filosofico e teologico per la formazione in posto del giovane personale tanto italiano che giapponese. La prova di vari anni è riuscita assai bene, perché i giovani più facilmente si adattano e ambientano che gli adulti, apprendono con relativa facilità la difficile lingua e le costumanze locali e meglio si compenetrano dello spirito giapponese.

I Salesiani di Don Bosco, fedeli allo spirito del loro fondatore, mentre hanno cercato di compiere in tutto il loro dovere di missionari per la propagazione e conservazione della fede nella zona loro affidata, in tutte le forme che erano loro possibili, non hanno dimenticato di lavorare anche da buoni italiani. E quindi con le parole, e con gli insegnamenti, e con conferenze di propaganda (con o senza proiezioni luminose) non tornava loro difficile fare buona propaganda, rettificando idee, lumeggiando situazioni, ecc. Uno dei mezzi poi che servì assai in una forma gentile a propagare non solo la fede ma anche la conoscenza della nostra patria furono i concerti musicali per la massima parte di musica italiana vocale o strumentale. Fino ad oggi furono tenuti oltre 700 concerti nei più disparati ambienti (teatri, sale pubbliche, luoghi di riunione di società, ecc.). Nelle nostre scuole si insegna pure la lingua italiana ed il personale giapponese che incomincia a lavorare con noi usa anche questa lingua. Vari nostri missionari onorarono ed onorano la nostra patria con opere letterarie e scientifiche note anche in Giappone.

Così ad es., il nostro Sac. Dr. Marega ha tradotto sotto gli auspici e gli aiuti del Governo giapponese il più antico libro di Storia giapponese (il KOJIKI), fondamentale per la conoscenza delle religioni e dello spirito giapponese, fu edito dal Laterza di Bari, come pure dal medesimo editore è pubblicato “Il Giappone nei racconti e nelle leggende” del medesimo autore. Il Sac. Dr. Cimatti ha studiato e catalogato le piante della regione di Miyazaki da lui raccolte in un decennio in una memoria scientifica; ed il medesimo viene pubblicando composizioni musicali in giapponese delle quali, col consenso del Ministero dell’Educazione nazionale, si fanno anche i dischi: varie di queste si cantano anche nella scuola dell’Impero. È recente la sua Opera “Grazia”, la prima composizione del genere in Giappone.51

Le nostre relazioni colle Autorità locali, provinciali e centrali sono improntate alla più grande deferenza e si lavora di comune accordo. Le diverse autorità lo dimostrano coi segni di simpatia che hanno verso la missione, manifestati e cogli elogi incondizionati, e colle visite e coi consigli, e nei limiti del possibile anche con aiuti materiali.

La nostra Missione e la Società salesiana sono riconosciute agli effetti civili dallo Stato; il Seminario di Miyazaki è riconosciuto dalla Provincia; la Scuola professionale Don Bosco di Tokyo, l’Ospizio di Miyazaki hanno il riconoscimento governativo e nell’ultima visita fatta da S. M. l’Imperatore a Miyazaki, il Sovrano si degnò di inviare un suo speciale rappresentante per visitarlo.

Il Governo italiano in passato ci venne in aiuto con qualche offerta in denaro e con invio di materiale scolastico e libri, ma in forme saltuarie, non a carattere di aiuto o sussidio fisso.

In occasione della visita della Missione Nazionale Fascista presieduta da S. E. il Marchese Paolucci de Calboli Barone, che poté toccare con mano gli effetti del nostro lavoro, ottenni [la] promessa che nelle relazioni da presentarsi al DUCE, si sarebbe tenuto conto del presente stato di cose per ottenere dal nostro Regio Imperiale Governo consigli, suggerimenti ed efficaci aiuti affinché anche le opere dei missionari italiani dell’Estremo Oriente fossero considerate ed aiutate nelle forme possibili.

Con noi lavorano pure un gruppo delle Figlie di Maria A. (Suore di Don Bosco) che svolgono la loro materna attività nell’Opera della S. Infanzia e negli Asili, le Suore della Carità giapponesi che hanno la cura dell’Ospizio ed un gruppo di signorine cattoliche fondatrici di un Ospedale per tubercolosi, che si inaugurò proprio in occasione del passaggio in Missione nostra della Missione Nazionale. Esistono per esse le medesime ragioni che militano per i missionari italiani e per esse pure imploro l’appoggio morale e materiale del nostro Governo nazionale, cui non è certo ignoto quanto e con quanta efficacia facciano gli altri governi per le loro missioni. Le Suore di Don Bosco inviarono una loro novizia a perfezionarsi in Italia e similmente le infermiere del Tubercolosario inviarono la Dottoressa dell’Ospedale a visitare i principali Istituti italiani del genere.

Per motivi di salute non poterono venire alcuni degli studenti del nostro Seminario a compiere i loro studi in Roma, ma è già in programma anche questa prova che ci deve dar modo di venirci formando un personale giapponese che comprenda più profondamente lo spirito italiano. L’opportunità di agire con relativa prestezza in questi problemi, data l’opportunità del momento, le necessità in cui ci troviamo, mi obbligano a domandare aiuto al nostro Governo nazionale.

Nella ferma fiducia di un benevolo riscontro


Miyazaki 14-XII-1939 Aº XVIII


Don Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico, Miyazaki - Giappone

Ispettore delle Opere Salesiane in Giappone


2399 / Cecchetti Albano / 1939-12-17 /


155 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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[17 dicembre 1939]


Carissimo Don Cecchetti,

Dica al carissimo Masiero (e glielo faccia capire) che ho già risposto a Lui sul problema che mi domanda – come ho risposto a Don Margiaria: ora non expedire perché non c’è urgenza – meglio fare all’epoca degli esercizi e fare le cose regolarmente. Procuri di essere tutto e per sempre del Signore, non in segreto o per suo sollievo.

Lo assicuri che tale disposizione non dipende dalla condotta – Don Margiaria ha dato il suo voto affermativo, quindi continui con calma la sua preparazione.

Scrivo per i libri a Don Margiaria. Ne temeas!

Per Mons. Marella sono solito scrivere in occasione della Consacrazione episcopale e all’Onomastico. Vedrò se c’è occasione: e poi se private già voialtri… basta.

Difficilmente potrò aiutare per il giornale; ho quasi 700 Yen e più di debito, e come vede anche dalla proposta, si tenta di fare tutte le economie. Quest’anno mando nessuno a Tokyo, anche per questo.

Saluti ad Arri. Lei curi la tosse… ma finché l’ha, Lei è vivo.

Preghi per me.

Don V. Cimatti



P.S. - Al Sig. Akaiwa dica che ho ricevuto la lettera e che Don Cimatti fa tutto il possibile per riuscirci. Ci vuol tempo e pazienza.

2400 / Marella Paolo / 1939-12-19 /


156 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 19 dicembre 1939


Eccellenza Reverendissima,

Mentre accuso ricevuta delle ultime magnifiche comunicazioni (non trovo altro aggettivo, e vorrei avere tanta forza per poterlo innestare nel sangue, nelle idee e nelle opere di ognuno dei miei collaboratori, e rafforzarlo sempre più in me… Ma ormai non ho più [la] forza di assimilazione…), contraccambio anche a nome di tutti auguri e preghiere, formulando gli auguri che V. E. desidera per noi tutti.

Confesso la mia ignoranza sul Oo Kirisuto52 e se il suo bravo segretario mi potesse dare indicazioni sul dove posso trovarne copie… Ed anche se V. E. avesse ancora varie copie della lettera indirizzata a P. Hildebrand…

Come forse V. E. conosce, il nostro confratello Don Marega sta lavorando attivamente sul Buddismo; potessi metterlo a Tokyo, potrebbe attendervi più attivamente, anche perché potrebbe aver direttive per condurre a bene questa attività. Chissà se all’Università Cattolica o al Gran Seminario? Penso che sarebbe un bene per lui, un onore per la nostra Congregazione, ecc. Ma non saprei che via scegliere per la riuscita… e se convenga tentare… o per l’Università buddista, ma come religioso bisognerebbe fosse località ove sia la casa religiosa… Il pensiero di V. E. potrà suggerirmi direttive, possibilità, ecc.

E scusi le continue noie di questo povero uomo, ma si assicuri pure dell’affetto incondizionato di noi tutti verso il rappresentante del Papa, e della volontà di tutti per non dare dispiaceri e per fare il nostro dovere come meglio sappiamo.

E ancora una cosa di cui desidero informarla per consiglio, esponendo anche il pensiero dei Superiori:


  1. Olim un benefattore comprò e regalò alla Congregazione salesiana un appezzamento di terreno annesso alla residenza di Oita, per dare modo ai salesiani di iniziare una scuola professionale che poi fu trasferita a Tokyo.

  2. Idem il medesimo comprò e regalò alla Congregazione salesiana un appezzamento di terreno su cui si trova la residenza di Beppu.

  3. Sul terreno di Beppu la missione costruì chiesa, casa, ecc.

  4. I Superiori salesiani propongono di rilasciare alla Missione di Oita il terreno (che in tal modo rimane tutta proprietà della Missione) e di prendere in compenso la proprietà e gli edifici di Beppu (per il prezzo si equivalgono, anzi il terreno di Oita ha certo più valore) ed in tal modo la proprietà di Beppu è tutta della Congregazione. Per la regolarizzazione della proprietà agli effetti dello “Shadan” e per la parte legale sarebbe certo bene definire subito giuridicamente, perché più tardi c’è pericolo che sorgano questioni.


Ed ora il mio pensiero:


      1. È del caso ed è possibile giuridicamente che l’Ordinario (che si sa è salesiano) affidi la Parrocchia alla Congregazione salesiana (che non ha proprietà) in perpetuo, ecc. ecc. così come fece l’Arcivescovo di Tokyo per Mikawajima?

      2. O dovrà cercare altro posto per erigere la futura parrocchia indigena? Si dirà: ma a suo tempo la Congregazione dovrà sloggiare dal luogo di proprietà? E dovranno sloggiare pure le Figlie di Maria A. che regulariter dirigono spiritualmente?


Non so se sarò riuscito a far capire i termini della questione. Ad ogni modo, pur non essendo cosa urgente, se V. E. vorrà significarmi il suo parere, Le sarò riconoscente assai.

Mi benedica con tutti i miei e mi creda:

Suo aff.mo ed ossequentissimo

Don V. Cimatti

2401 / Cecchetti Albano / 1939-12-19 /


157 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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19 dicembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie di tutto. Non ho visto il ricino, ma verrà. Ho vari pacchi per Lei (libri); alla prima occasione.

Per gli ammalati – non saprei che dire di sodo… Mah! L’importante è farlo: dico che se non può o non si sente di farlo Lui, faccia Lei.

E preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti

2402 / Dal Fior Luigi / 1939-12-19 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone


+ 19 dicembre 1939


carissimo Dal Fior,

Trasmetto… vedi di compiere il tuo dovere. Può essere abbia scritto e per i disguidi facili più del solito in questo tempo, non sia giunta la lettera. Comunque scrivi anche con semplice cartolina.

All’occasione ti rinnovo auguri e assicurazione di preghiere – che ti prego trasmettere ai singoli confratelli, ai Soci di S. Giuseppe, ed agli [altri] di mia conoscenza. Ti abbraccio e benedico nel Signore.

Tuo aff.mo D. V. Cimatti


2403 / Cecchetti Albano / 1939-12-21 /


158 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 21 dicembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Volevo dare i pacchi alle Figlie di Maria Ausiliatrice, ma scapparono prima.

Un’idea. Don Baratto desidera certo vedere la sorella – dal 26 al 29 a Miyazaki ci sono un po’ di esercizi – la parola di Don Albano è sempre gradita.

Don Baratto ha da dare gli esami di teologia. Le sembra possibile uno scambio? Non conoscendo le sue combinazioni o piani, propongo.

Don Baratto nel pomeriggio del 25 può essere a Beppu ché va a dire Messa di mezzanotte a Nobeoka.

Se le sembra combinabile, una riga…

Tutto suo

Don V. Cimatti

2404 / Circolare Salesiani / 1939-12-23 /


159 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 23 dicembre 1939


Carissimi,

Coi nuovi e più sentiti auguri a tutti e singoli sia per Natale che per il nuovo anno, v’invio alcune comunicazioni: Sua E. il Delegato Apostolico desidera essere ricordato da tutti e formula per tutti i missionari l’augurio: “Gioia di Natale e amore per Gesù” coll’ideale e fine comune: “Cor unum et anima una”.

Come già vi segnalai, nel prossimo anno il Giappone festeggia il 2600.mo anniversario della sua fondazione. Non si conoscono ancora nei dettagli i programmi delle feste, ma il Governo insiste a che si partecipi nelle forme possibili, e bisognerà che i missionari e cristiani non siano assenti.

Prego tutti di tenersi al corrente delle varie manifestazioni, parteciparvi e farvi partecipare anche i cristiani nelle forme possibili.

Se vi viene qualche buona idea vi prego di manifestarmela.

Ho spedito a Tokyo i dati per il censimento dei cattolici (persone e beni della missione). Appena avrò pronte le copie ne spedirò per vostra norma alle singole residenze, affinché nella richiesta di dati andiamo d’accordo nelle informazioni che si danno alle autorità locali con quelle che si danno al Centro.

In caso tenete sempre copia di quanto foste richiesti e abbiate la bontà di comunicarmi quanto può interessare.

Ci avviciniamo all’esecuzione della legge sulle religioni ed inizialmente ci sarà un lavoro burocratico non indifferente a cui bisognerà pian piano abituarsi…

Per ora niente di altro. Amiamoci nel Signore che tanto ci ha amato e ci ama e corrispondiamo al suo amore con una vita laboriosa e santa.

Vostro

Don V. Cimatti

2405 / Cecchetti Albano / 1939-12-23 /


160 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 23 dicembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

L’accluso vaglia sono Yen 5 a conto di Don Dupont per libri o altro di Don Arri. Il resto per Lei: ne disponga, poco ma di cuore.

Ho bisogno [che] mi mandi al più presto il numero dei cristiani (non computando Mazzarello e Hikari no sono), divisi per sesso: Missione di Beppu, idem di Morie.

Delle altre due case ho già i dati divisi.

Di nuovo: auguri.

Suo

Don Cimatti

2406 / Manganelli Giulio / 1939-12-23 /


161 al chierico Giulio Manganelli, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 23 dicembre 1939


Carissimo Manganelli,

Voglio esserti vicinissimo nel giorno della tua consacrazione a Gesù. Ti auguro il motto che fu applicato a Don Rua: “In silentio et in spe erit fortitudo eius”.

Pensaci e ti farà del bene. Silenzio di unione intimissima con Gesù – speranza di santità che ti guidi alla meta – da ciò la tua forza per divenire quel che sai devi divenire: “Alter Christus”.

Coraggio, Giulio. Se vuoi che i tuoi voti siano fruttuosi, bisogna che la tua sia una generosa, totale e assoluta immolazione a Lui via, verità e vita. Hai capito?

Ti abbraccio e benedico colla migliore delle benedizioni.

Tuo

Don V. Cimatti

2407 / Zerbino Pietro / 1939-12-24 /


162 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 24 dicembre 1939


Carissimo Don Pietro,

Consacro per te parte della vigilia della gran festa.


      1. Grazie di quanto hai fatto e delle notizie dettagliate che mi dai. Quanto lavoro in più per noi: ma quanto merito e quanta gloria in Paradiso! Quando andrò a Tokyo vedrò e ti saprò dire se c’è tutto, ma mi pare di sì, e quindi quid retribuam?


Scrivo ai benefattori e non potendo far altro, prego per loro.

E tu caro Don Pietro, prega per me perché possa santificare e santificarmi.

Un saluto a Don Pellegrini.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Se accetti continuerò a farti lavorare pel prossimo anno! Metti tutto in conto. Il mio impareggiabile cassiere (Gesù), colla non meno impareggiabile segretaria (Maria) e l’uomo di fatica (il fattore: Don Bosco) tengono nota di tutto.

2408 / Castiglioni Alberto / 1939-12-25 /


163 al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone

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25 dicembre 1939


Carissimo Castiglioni,

Grazie della tua bella lettera. Oh! Potessimo rimanere sempre bambini! Gesù ha accettato le tue promesse, a te ora il mantenerle.

All’occasione ringrazia i tuoi buoni genitori di quanto fanno per noi e per te, assicurali delle quotidiane preghiere, e salutali sempre… Oh, come ricordo la sera famosa…

Ti benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2409 / Dell’Angela Stefano / 1939-12-25 /


164 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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25 dicembre 1939


Carissimo Dell’Angela,

Grazie e mi raccomando di sempre salutare per me i tuoi buoni genitori e assicurali delle preghiere.

Per il tuo anniversario:


        1. È andato bene se non è venuta meno la nostra volontà.

        2. Se hai fatto bene confessione e rendiconti.

        3. Se hai mantenuto i propositi.


Nel nuovo anno rettifica se ci furono deficienze.

Prega per chi ti ricorda cotidie.

Tuo

Don V. Cimatti

2410 / Danilo Fortuna / 1939-12-25 /


165 al chierico Danilo Fortuna, missionario salesiano in Giappone

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+ 25 dicembre 1939

Mio caro Fortuna,

Grazie di tutto… Ti penso allegro, buono e laborioso e se fai così vedrai che tutto andrà bene.

Quando scrivi ai tuoi ricordami sempre a loro e assicurali del tuo e mio ricordo.

Coraggio dunque e, col nuovo anno, vita ancor più perfetta in tutto.

Ti benedice il tuo

D. Cimatti


2411 / Cecchetti Albano / 1939-12-26 /


166 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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26 dicembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

        1. Il nostro Sato viene per un po’ di riposo – lo aiuti quanto può – Don Tassinari stabilirà le modalità.

        2. L’unito vaglia è per Don Arri – spese precedenti e per la stampa dello Shadan – gli scrivo a parte per dirgli quel che deve fare – e quel che rimane per la stampa.

        3. L’unito modulo lo comprende. Se Lei va, lo porti su e fate voi (Lei o Don Dumeez) e poi me lo spedite. Se non va, lo spedisca nel modo più celere a Nakatsu (ma Don Dumeez mi ha scritto che Lei andava).

        4. Faremo per l’Azione cattolica, ma finché non ho in mano il manoscritto…


Grazie di tutto e preghi per me

Suo

Don V. Cimatti

2412 / Barbaro Federico / 1939-12-26 /


167 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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26 dicembre 1939


Carissimo Barbaro,

Auguri! Ho goduto un mondo nel rivedere i tuoi caratteri vergati sotto quelli di Manhard.

Ti ringrazio del ricordo che ti assicuro quotidiano per te. Coraggio Federico! La meta si avvicina e procura di fare in modo che per parte tua ci sia tutto il lavorio richiesto dall’entità del passo che fai.

BASE:


          1. Vittoria del tuo io.

          2. Serenità e calma di spirito (bando alle inutili ansietà).

          3. Cuore largo “sicut arena quae est in litore maris”.


Nell’anno nuovo deve esserci l’abbozzo perfetto di questo uomo nuovo: certo, il martello e scalpello devono rimanere in mano per tutta la vita…

E prega per me che ti benedico.

Don V. Cimatti

2413 / Del Col Luigi / 1939-12-26 /


168 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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[26 dicembre 1939]53


Carissimo Del Col,

Grazie della tua e delle belle notizie catechistiche. Lasciami pensare un po’ e risponderò. Qualche cosa ho già scritto a Don Romani.

Intanto potreste prendere notizie di quanto hanno fatto alla Moglia (Noviziato).

Invio per ora qualche cosa che fu proposto per l’Oratorio e quanto può interessare… (Spedirò appena trovato).

Bravi! Il Signore contraccambierà in tanto merito: certo! Il caratteristico che dobbiamo fare noi è:

          1. Raccogliere quanto fu fatto nel genere dai nostri predecessori.

          2. E quanto può essere utile per il Giappone.

          3. E quanto è di pretta marca giapponese.


Questa è anche la linea generale di attività che darà certo buoni frutti.

Saluta tutti quelli della Compagnia e prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Invia pure a me – o mostra al Sig. Don Romani. Tuo Don V. Cimatti.



2414 / Cecchetti Albano / 1939-12-30 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 30 dicembre 1939


Carissimo Don Cecchetti,

Mi scrive Don Margiaria che arriva il 31 col diretto.

Non so se si ferma a Beppu: in caso gli dica che in questi giorni sono legato… e non posso venir su. Buon anno! Pregate per me.


Don V. Cimatti

2415 / Sindaco di Miyazaki / 1939-…-… /


169 al Sindaco di Miyazaki

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[1939]54

Ill.mo Sig. Sindaco,

Allo scopo di chiarire sempre meglio la soluzione, che tanto interessa la S. V. Ill.ma e il benessere della città di Miyazaki circa il trasporto del Seminario, mi onoro di sottoporle alcune considerazioni generali e particolari sugli antefatti e sulle richieste, che come capo dello “shadan” (= ente morale), a nome anche dei soci, desideriamo fare alla V. S.

I primi pourparlers del mese di luglio, fatti per saggiare la situazione, posero come dato iniziale per parte del municipio l’offerta di un luogo adatto alla scuola-Seminario, e la costruzione di identico edificio, con le eventuali modificazioni di migliorie richieste dall’esperienza di questi anni.

Il Seminario non fu alieno di accettare in linea di massima, tanto più che la cosa fu domandata per il benessere della città, per cui noi pure da 12 anni lavoriamo, e lo dicono chiaramente le opere del Kyugoin (= Ospizio), il Seminario, l’Asilo e l’Oratorio.

Non si trattò allora di sodan (trattative) di sorta, ma di sondaggio di eventuali impedimenti che ci potessero essere per parte del Seminario.

Si iniziarono le visite a due terreni, e per parte nostra si esposero le difficoltà all’accettazione dei medesimi dovute all’ubicazione e natura del terreno stesso, che non parve adatto alla scuola. Si chiarì pure in data occasione il pensiero che il cambio doveva effettuarsi su estensione di tsubo (= misura) da valutarsi in relazione al prezzo.

Fu allora che entrò nella pratica un’altra idea: in luogo cioè del cambio, la vendita del terreno e dell’edificio. L’occasione fu data dalla presentazione per parte del municipio del documento che indicava la valutazione del prezzo del terreno del Seminario, fatta dalla Commissione.

E fu con meraviglia e profondo rammarico che si venne a conoscere che si fece l’adunanza dei proprietari, si stabilirono i prezzi, si assegnò quota minima al Seminario, non invitato all’adunanza. In adunanza seguente si diedero spiegazioni dell’assegnamento di detta quota.

Il Seminario, visto i danni rilevanti che gli vengono dalla presente situazione di cose, i danni precedentemente subiti colla rettifica delle vie per cui dovette cedere il 2% del terreno precedente, i danni provenienti dall’incertezza dell’avvenire e per non essergli stato assegnato il promesso terreno, non può accettare il prezzo indicato di Yen 61 e domanda come minimo Yen 70 (pari alla media dei terreni circostanti).

Per parte del municipio si ebbe allora la pro-offerta di altri terreni che per ovvie ragioni sono assai scomodi per scuola-collegio. Il Seminario pure fece altre ricerche che però non diedero risultato soddisfacente.

Siccome poi, il Seminario ha sempre insistito a che cambio o vendita del terreno se abbinato alla costruzione, dietro invito di esporre i prezzi che si domandano per l’edificio e impianti annessi per le necessità della vita, fattane la stima da persone competenti o da quelle che curarono impianti e costruzioni iniziali, risulta quanto segue:


Edificio (chiesa, salone, scuole e dormitori, cucina e refettorio, bagni) compresa pittura esterna ed interna:

Spesa inizialeYen30.000 valutata ora…

Edificio rustico:Yen500”

Spianamento cortile e sabbia:Yen100valutata ora…

Grotta entrata:Yen250”

Impianto acqua:Yen1250”

Elettricità:Yen350”

Telefono:Yen220”

Giardino e piante…

Bosco e viale…

Assicurazione incendi…


La cifra che si domanda è in base a quanto periti indicano come prezzo di costruzione o impianto attuale. Il Seminario come “Semmongakko” (= scuola speciale) e Collegio ha esigenze speciali di ubiquità e di mezzi, non comuni certo ad altre scuole.

Salvo ad aggiungere il rincaro materiale e disturbo…

1 Don Cimatti era arrivato al Porto di Yokohama con Don Baratto (ritonato in Giappone dopo 4 anni), don Demleitner e Don Frantzen. Quest’ultimo rimpatriò presto per malattia.

2 Bell’occhio è certamente il nomignolo di qualcuno di Beppu.

3 Don Tanguy per malattia non tornò più in Giappone.

4 La nomina del successore non venne se non nel 1949.

5 Come si è visto finora, Don Cecchetti scriveva a Don Cimatti anche più di una lettera al giorno. È ammirabile la bontà e la pazienza di Don Cimatti che rispondeva a tutte.

6 Don Cimatti tra mille difficoltà economiche si affidava alla Provvidenza. Ma su questo punto non tutti lo capivano. I vescovi e i preti giapponesi esigevano un preventivo e un capitale sicuro per muoversi. Perciò li irritava questo suo modo di parlare.

7 R. M. 913, man. inedito.

8 Sono Sr. Maria Osafune Taki e Sr.Yuliana Kubo Setsu. Sr. Osafune fu la prima Superiora Generale.

9 La data segnata è del 1931, ma visto il contenuto, si deve leggere 1939. La Conferenza dic S. Vincenzo di Miyazaki era affiliata al Consiglio Generale Conferenze femminili di Bologna

10 Deve essere una allusione al fatto che il Duce aveva stabilito di usare il “voi” invece del “lei”. Qui per scherzo gli da dell’Eccellenza.

11 Aggiunto alla circolare ai Consiglieri.

12 Siccome in seguito questa parola ricorrerà spesso la riporteremo abbreviata M. E. N. Da tener presente che fino alla fine della seconda guerra mondiale tutte le religioni erano sotto il controllo del M. E. N, che continuamente mandava ordini da eseguire. Don Cimatti raccolse tutti questi ordini e ci scrisse sopra “Per la storia”. Si tratta di una raccolta preziosa perchè consta che non si trova altrove.

13 R.M. 919, manos. Bollettino Sales., Giugno 1939.

14 Per chi desidera orientamenti sullo shintoismo è fondamentale la lettura del Kojiki, traduz. del salesiano Missionario Don Marega, che nell’introduzione e nelle copiose note chiarisce tutti questi principi. Ed. Laterza, 1938.

15 “È necessario che le Figlie di M. A. si ritirino dalla casa di Miyazaki e l’affare della compra-vendita della proprietà dell’Istituto delle F.M.A. dovrà trattarsi col Rev. Sig. Don Cavoli fondatore della nuova Congregazione, la quale sviluppandosi avrà bisogno di altra casa. Io vengo a domandarle quali sono le possibilità della Missione nel rifondere il valore della proprietà dell’Ist. delle F. M. A…”.

16 R. M. 921, manosc. pubblicato in Bollettino Sales., Giugno 1939, da pag. l83.

17 Pietro Mukai fu il primo sacerdote giapponese della Prefettura Apost. uscito dal Piccolo Seminario di Miyazaki. Si deve tener presente che per arrivare a questo risultato, a cominciare dal Piccolo Seminario di Nakatsu nel 1930, furono necessari 9 anni. Si comprende la gioia di Don Cimatti.

18 Si tratta delle varie possibilità dell’asilo delle Figlie di Maria A. a Miyazaki che esse hanno deciso di lasciare.

19 Manca, oltre la data, l’intestazione e la conclusione. Riproduzione della minuta autografa di Mons. Cimatti.

20 Si trattava dell’opera sociale per curare i ragazzi grandicelli usciti dall’Ospizio tenuto dalle suore dlla Carità.

21 Mancando l’originale non si capisce la data, forse 2 marzo. Con questo è chiaro che Don Tanguy, uno del primo gruppo, non tornerà più in Giappone. Era sempre stato malaticcio.

22 Il P.S. è una barzelletta di Guaschino.

23 L’allora ch. Malachy Curran era assistente degli studenti di filosofia.

24 Immagine con una mano che stringe l’Ostia.

25 Di fatto non tornò più in Giappone, ma continuò ad aiutare la missione dalla Spagna.

26 R. M. 930: manos./fotoc. pubblicata in Bollettino Sales., Settembre 1939.

27 Il Romaji è la trascrizione in lettere romane della lingua giapponese. Nonostante i tentativi fatti dal governo per unificarla, ancora adesso ci sono almeno 2 forme di trascrizione.

28 R. M. 931: manosc. inedito.

29 Don Corso di cui si fa cenno nello scritto, già direttore del coad. Ferrari in Italia (ex-allievo di Mons. Cimatti a Valsalice), era allora Ispettore sales. in Equatore. Si vede che il coadiutore insoddisfatto della sua posizione aveva fatta domanda per quelle Missioni.

30 Nella sua lettera di risposta Don Berruti così conclude: “…Io prego ogni giorno il Signore perché dia al buon Don Cimatti tutto quello che domanda a me e che io non riesco a dare. Faccio questo a sgravio di coscienza e per ripagare al caro Don Cimatti le edificanti impressioni ricevute in Giappone e nell’ultimo Capitolo Generale. Ricordo la serata di Cumiana come ricordo i concerti di Miyazaki, il viaggio per mare e per terra e soprattutto la sua inesauribile pazienza e bontà in tutti i giorni trascorsi al suo fianco” (13/7/1939)].

31 R. M. 948, manoscr. pubblicato in Bollettino Salesiano, Dicembre 1939.

32 A mano l’iscrizione di Mons. Cimatti: “Per mezzo del Barone Scammacca e col. Scalise” rispettivamente Primo cons. dell’ambasc. e addetto Militare. É probabile che la domanda sia prima dell’Agosto 1939 perché proprio in tal mese si chiuse l’Asilo delle Figlie di M. A. a Miyazaki.

33 Don Dupont di nazionalità francese, fu per alcuni mesi parroco di Mikawajima. Di fatto la partenza fu ritardatafino all’inizio del 1940. Fu poi mandato cappellano militare in Indocina. Dopo il ritiro della Francia dalla colonia si dedicò ad opere per la salvezza dei giovani incominciando l’opera salesiana nel Vietnam, e nel 1945 fu martirizzato dai comunisti ad Hanoi.

34 Genere di bevanda molto a buon mercato.

35 Sono i prodromi della seconda guerra mondiale. Il Giappone era già in guerra con la Cina.

36 A quei tempi era S.Michele arcangelo.

37 Una buona parte della lettera è di contenuto identica a quella mandata ai confratelli dell’Ispettoria. Qui si riporta solo quanto è detto in più.

38 Per errore mise la carta carbone al rovescio: si è dovuto leggere la lettera contro luce. Oltre ad avere lasciato punti di nessun valore per noi, certi altri sono difficili a interpretarsi.

39 Si capisce dal contenuto che il cielo stava rannuvolandosi e spirava aria di bufera.

40 R. M. 954, manosc. pubblicato in Bollettino Salesiano, Febbraio 1940.

41 Da copia presso ACS.

42 Da copia presso ACSa


43 R. M. 952 manosc. pubblicata in Bollettino sales., Gennaio. L’articolo è stato datato 15 ottobre dallo stesso Mons. Cimatti: dal contenuto è evidente che è stato scritto dopo.

44 Era stata invasa dai nazisti. Fu l’inizio della seconda guerra mondiale.

45 Sono i chierici Fr. Acerbi, Cor. Martelli, G.Petracco, G.Secchi, e i coadiutori G.Maestro, St. Romelli, V.Colussi. Fu l’ultima spedizione arrivata prima della guerra. Per i 2 coadiutori Guaschino e Ragogna tornati in Italia, fu impossibile il ritorno in Giappone fin dopo la guerra.

46 R. M. 959: manosc. inedito.

47 Allora l’indirizzo della casa generalizia era questo.

48 È chiara la linea indicata dalla Chiesa: passare tutta la direzione al clero indigeno: questo si realizzerà per tutti alla fine del 1940. Don Cimatti, pur avendo cercato in tutti i modi di preparare il clero indigeno, non aveva gli elementi necessari. L’unico sacerdote giapponese della Prefettura Apostolica era Don Mukai, di doti molto limitate. Gli altri erano ancora seminaristi. Aveva poi alcuni salesiani giapponesi, ma tutti in formazione, e anche questi uno dopo l’altro furono chiamati alle armi, e, come si vedrà, quasi tutti perirono in guerra. Rimasero solo pochi individui non giudicati idonei per mancanza di salute. Quanto al personale straniero: dei 9 del primo gruppo era rimasto solo Don Cimatti, Don Cavoli, Don Margiaria, Don Liviabella. C’erano alcuni venuti come chierici e poi ordinati sacerdoti ordinati in Giappone. Di quelli venuti come sacerdoti pochi conoscevano abbastanza la lingua, e alcuni erano deboli di salute. Vi erano poi i chierici in formazione e i pochi coadiutori. I Superiori di Torino, nonostante le insistenze di Don Cimatti, non trovavano un altro che potesse fare l’Ispettore. E così Don Cimatti, nella situazione economica disastrosa in cui si trovava, dovette prepararsi ad affrontare la burrasca della guerra.

49 Si tratta della “Sonata per piano – Origine dell’Impero” n.784 del Catalogo musicale. È la più grande composizione per piano di Don Cimatti, trasmessa dal vivo il 3 gennaio 1940, festa nazionale, alle 12:05 dalla radio nazionale in tutto il Giappone. Cosa eccezionale se si pensa che l’autore era uno straniero. Abbiamo una foto presa alla stazione radio di Miyazaki.

50 A causa del nazionalismo rampante le cose stavano precipitando, e come si vedrà, alla fine del 1940 Don Cimatti dovrà dare le dimissioni da Prefetto Apostolico. La situazione diventerà tragica in tutti i sensi.

51 Verrà eseguita per la prima volta il 24 gennaio 1940 nel Teatro Hibiya, il migliore di Tokyo. È la prima opera composta in lingua giapponese. Dopo la guerra verrà rimaneggiata e completata. È interessante notare come Don Cimatti, pur nella tragica condizione in cui si trovava, sapesse ancora fare tante composizioni musicali.

52 Libretto su “Cristo Re” che si dovette ritirare dalla circolazione, perchè giudicato dal governo contrario alla sovranità dell’Imperatore.

53 Manca la data, ma è in risposta alla lettera del ch. Del Col datata 18/12/39.

54 Lo scritto è in base ad una minuta: fu certamente inviato tradotto in giapponese al sindaco con i numeri che mancano qui. Non c’è alcuna data: i 12 anni di lavoro per la città di Miyazaki fanno pensare al 1939.