Cimatti|Castiglioni Stefano|1947-7-30

3470 / Castiglioni Alberto / 1947-7-30 /


a Don Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone



30 luglio 1947

Carissimo Castiglioni,


Torno da Canegrate dove ho trovato in ottima salute babbo, mamma e i tuoi due fratelli. Altri del tuo parentado erano ai monti. Parteciparono alla gioia tutto il vicinato e tutti assicuravano che ti ricordano e pregano per te. Feci pure visita al Sig. Prevosto, a D. Giovanni. Era in paese per riposo un tal ch. Bressan, sales., ed anche da questa zona tutti ti ricordano e salutano e ti assicurano le loro preghiere.

Il prevosto ha preparato un calice-pisside-ostensorio che mi pare pratico. I genitori varie cose personali (persino le scarpe adatte ai tuoi piedi) e saranno ritirate e portate al ritorno. Il prevosto è stato oltre sei mesi in esilio in Svizzera – ed ora ha ripreso il suo lavoro. La chiesa è allo stato quo di dieci anni fa. Una vicina sdentata (mi pare Sig. Maria) mi raccontava con dolore la morte dei suoi tosati (= figli?). Fecero le spese della conversazione le tue foto – raccontai tutto il bene che potei dire di te. Erano felici – dolenti, solo che andatovi senza preavviso, non avevano potuto preparare… altro che il risotto e contorno…

Il babbo aveva mezza intenzione di venire a trovarti, ma saputo che il riso si mangia come si mangia in Giappone vi ha rinunziato. Il fratello maggiore lavora da meccanico (la sua signora pure non so dove) – il più giovane alla tessitura.

Stanno bene. Al ritorno faranno le foto e così potrai avere un’idea chiara delle condizioni di tua famiglia.

La mamma e babbo facevano meraviglie della tua valentia nell’arte del legno, e babbo diceva “pensare che non era neppur capace di segare la legna per la Mamma!”.

Nella sala da pranzo domina una statua di D. Bosco, cui la famiglia e il vicinato hanno affidato tutte le loro cose, sicuri di essere protetti.

Mi pare di averti così detto quanto avvenne in questa prima visita.

Si combinerà poi per una giornata missionaria un po’ più tardi.

Ringrazia il Signore di avere così buona famiglia e tante anime semplici e buone che ti ricordano e pregano per te.

Canegrate non ha sofferto in nulla dalla guerra ed anche babbo e mamma mi dissero che tutto andò bene anche per loro.

Il fratello mi raccontava qualche cosa della sua vita in Spagna – l’altro della sua prigionia in Algeria e Tunisia (non ha ancora deciso il suo avvenire).

E tu, caro Alberto, procura di salvare colla tua, tante anime di Beppu.

Ossequi cari a D. Lucchesi e a D. Corrado: non ho ancora potuto vedere i loro cari.

È morto santamente il babbo di D. Archimede1, penso due o tre anni fa.

Ossequi pure alle Figlie di Maria A., alla Sig. Nagata e alla Sig. Dr. Minami e a quanti conosco.

Ti abbraccia e benedice il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

1 Era morto mentre Don Archimede Martelli si trovava ancora in Manciuria.