“Vieni e seguimi”… non lo troviamo…


“Vieni e seguimi”… non lo troviamo…

1577 / Superiori Maggiori / 1936-1-1 /


ai Superiori Maggiori della Congregazione salesiana



Visitatoria S. Franc. Sav. del Giappone

Miyazaki, 1 gennaio 1936

Rev.mi Superiori,

È col senso di più profonda gioia che comunico che il 21/12/1935 il Prefetto di Tokyo concedeva il Decreto di approvazione legale della Scuola Professionale Don Bosco. È il primo passo per il pareggio completo della scuola. Se le cose procedono con regolarità potremo secondo le leggi giapponesi entro 4 anni avere il Decreto governativo.

È in tal modo che la Scuola sarà completamente valorizzata e così sarà possibile avere un gran numero di allievi. Le approvazioni e gli auguri pervenuti da ogni sorta di Autorità ci animano a proseguire con forza nella realizzazione completa di tale lavoro che metterà la nostra scuola in condizioni di svolgere un bene immenso a vantaggio della gioventù operaia giapponese.

Dobbiamo in quest’anno preparare il posto per 70 allievi e sono già in corso le opere di propaganda a tale riguardo, ma in quest’anno 1936 abbiamo da costruire una nuova branca di edificio per la somma di 8000 Yen (pari a circa 30.000 Lire). Invierò al più presto il progetto relativo, supplico fin d’ora i Superiori a prendere in considerazione la cosa e venirci in aiuto quanto più è possibile per riuscire a mantenere i nostri impegni presso le Autorità. Sono sforzi iniziali che costano gravi sacrifici, è vero, ma una volta che la Scuola abbia il suo riconoscimento legale definitivo si hanno di diritto sussidi per parte della Provincia e del Governo conforme alle leggi, e assai rilevanti per le scuole professionali. Pensando che tutte queste pratiche ci furono facilitate dalle Autorità centrali, mentre dobbiamo ringraziare il Signore, ci danno affidamento della bontà e necessità della pratica stessa. In tutte queste pratiche legali noi vi riconosciamo veri miracoli di Maria Ausiliatrice e Don Bosco.

Prego prendere in benigna considerazione questa pratica mentre col più distinto ossequio mi professo:

Aff.mo e dev.mo

Don V. Cimatti, sales.







1578 / Braga Carlo / 1936-1-5 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



5 gennaio 1936

Mio amatissimo Don Braga,

Spero avrai incominciato bene il tuo anno nella grazia e benedizione del Signore. Già risposi genericamente al noto problema. Dopo di aver interrogato il Consiglio nostro qui in pratica si sarebbe di questo parere.

Pel settembre prossimo avere qui i nostri teologi [e] le ragioni sono da un lato economiche e più per la preparazione al ministero anche collo studio della lingua giapponese, se no triboleranno come e forse più di noi. Si farebbe pure voti che Filippa potesse trovarsi fin dall’Aprile prossimo. È solo studente del 2° corso e potrebbe qui completare e inquadrarsi col 3° anno.

Inoltre ti domando se ci fosse la possibilità (per chi ne fosse degno ed avesse i requisiti necessari) dell’anticipazione dell’ordinazione di qualcuno. Non so le norme, regole ecc. al riguardo e ti pregherei di dirmelo.

Sono in una penuria tale di personale (Don Cimatti ne sostituisce tre) che non so come fare a salvaguardare il poco che abbiamo. Eccoti le idee.

Ad ogni modo Don Cimatti ti dice: “se queste nostre proposte ti sembra che ne verrebbero inconvenienti gravi alle anime ed all’andamento generale delle cose, dimmelo al più presto con chiarezza, per saper fare gli opportuni preparativi in qualsiasi senso…”.

Le necessità materiali e spirituali di questa povera Visitatoria e missione mi obbligano a tutto questo. Don Cavoli è ammalato e penso possa fare ben poco – Don Lucioni per gravissimi affari di famiglia è ritornato in Italia e non so se e quando ritornerà.

Il Signore ci aiuti. Il nostro Arri va migliorando – la ferita pare ormai chiusa definitivamente – ma c’è ancora forte l’infezione sanguigna.

Saluta e ricorda tutti e prega prega prega anche per voi. Deo gratias.

Coraggio, caro Carlo. In attesa di tua carissima prego per te e tu per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1579 / Tirone Pietro / 1936-1-6 /


a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale



Miyazaki, 6 gennaio 1936

M. R. Sig. Don Tirone,


Buon anno nel nome del Signore.

Eccole una domanda che mi fa il confratello Paolin, al primo rendiconto. Gli dissi di mettere in carta ogni cosa non conoscendo gli antecedenti, né sapendo cosa dirgli. In missione si sente di più che in Italia la situazione di questi individui che entrarono con uno scopo specifico – tirarne poi in mezzo parroco, famiglia all’inizio del suo apostolato missionario, quid dicam?

Anche l’altro coad. Ferrari qui inviato ha le medesime preoccupazioni – più adulto, è capace di dominarsi, ma al vedere i chierici, i preti – al pensare che aveva iniziato quella via, è per lui continua agitazione.

Ringrazio il Signore di avermi mandato questi aiuti, non certo di avermeli mandati in queste condizioni – è da anni che si soffre anche per questo problema per il Coad. Fogliani. Non ci mancherebbe che venissero dei duplicati. Fiat voluntas Dei. Ad ogni [modo] presento la cosa ed attendo. 1Due parole dei Superiori al confratello sarebbero assai bene. Preghi per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.





1580 / Cecchetti Albano / 1936-1-7 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



7 gennaio 1936

Carissimo Don Cecchetti,

Passo di notte e non voglio disturbare. Qualche cosa lascio a Oita, dove spero trovare qualcuno alla stazione – pel resto di cui mi scrivi, all’arrivo a Miyazaki cercherò di provvedere.

Arri saluta, migliora, ma è ancor via lunga – gli ho detto non si stanchi a tradurre il “Shimai-kai”. Lei lo riceverà presto in lingua capibile.

Il bravo T. è atteso pel 15 da Don Tanguy, può spedire il baule. Lei veda che abbia quanto il regolamento e tradizioni nostre ordinano. Scriverò perché i tre possano poi trovarsi insieme.

Abbia la bontà di dire alle Figlie di Maria A. che la premura del ritorno mi impedisce di fermarmi.

A Tokyo autorità e istituti religiosi domandano insistentemente “a quando?”. Posto bello e pieno di lavoro. Saluti a tutti tutti tutti.

Don V. Cimatti, sales.

1581 / Circolare Salesiani / 1936-1-10 /


ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio



VISITATORIA S. F. S.

Miyazaki, 10 gennaio 1936

Carissimi confratelli,

Abbiamo letto certo tutti la recente circolare del Ven. Rettor Maggiore e sono sicuro che tutti avrete rilevato l’importanza della medesima e la volontà del Superiore. Mi pare, ringraziando il Signore, di poter dire che siamo in regola per la massima parte dei suggerimenti ivi indicati per rendere più perfetta la nostra povertà, e sono sicuro che se qualche migliorìa in qualche punto potremo fare, lo faremo assai volentieri tutti e nella forma più perfetta che sia possibile.

Non vi nascondo che le disposizioni richiamate dal Superiore hanno anche un valore capitale per noi, che veniamo a risentire delle presenti condizioni di fatto.

Dall’Italia e in genere dall’estero sono cessate quasi tutte le offerte dirette, quelle indirette è un problema riceverle. Urge quindi attenerci mordicus alle disposizioni dei Superiori e nei limiti di una giusta e ragionevole economia studiare le forme più utili per far fronte all’attuale situazione. Interrogate anche i confratelli e di comune accordo lavoriamo per far fronte a questa grave situazione. Raccomando però vivamente che si tenga conto dello stato sanitario dei confratelli. Ma in modo speciale, mentre il Signore ci prova in queste forme, e specialmente in questo momento in cui anche la sanità di vari confratelli è scossa, procuriamo di pregare assai e di migliorare in tutte le forme possibili la nostra condotta per attirare insieme all’osservanza esatta delle disposizioni dei Superiori, le speciali benedizioni del Signore su di noi tutti, e sulle opere nostre.

Pregate per il nostro Don Antonio e Don Rodriguez che sono indisposti, anche per la salute di vari nostri seminaristi, ed in modo speciale pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - I Direttori delle case di Tokyo si accordino per il funerale prescritto dalle Ss. Regole per il compianto Segretario del Capitolo Superiore. Non dimenticare di fare le preghiere speciali di cui al terzo punto della lettera. Raccomando sempre la lettura delle comunicazioni dei Superiori e del sottoscritto ai confratelli, a meno che si tratti di cose riservate.


1582 / Grigoletto Giuseppe / 1936-1-10 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



10 gennaio 1936

Carissimo,

Mea culpa! Non ho ancora spedito gli oggettini in parte già pronti. Che vuoi? Ho Don Cavoli ammalato, Don Lucioni per gravi affari di famiglia in Italia e puoi capire… Ad ogni modo anche per l’Italia è un momento importantissimo… Insomma puoi capire.


    1. Noviziato è cominciato: 11 buoni elementi. Preghiamo.

    2. Studentato idem. Grazie Don Giuseppe. Ho ammirato i libri, splendidi, che al più presto saranno messi negli scaffali. Non so dirti altro, grazie. Non so darti altro per te e per i tuoi giovani che preghiere e sacrifici, povertà assoluta materiale. Di ricompensa, spirituale, assai ricca per te e per i benefattori.

Non so se abbia spedito pietre, non le ho trovate.

Senza ledere per nulla i tuoi doveri continua pure nei libri, come ti dico e dissi “fa’ tu, come fai tu è ben fatto”. A me serve tutto. Optime Civiltà, Perfice Munus, ecc. ecc. Enciclopedie…

    1. Per la tua andata missionaria, prega, domanda (se ti senti dal lato vocazione “missionario all’estero”) e poi fa come ti dicono i Superiori e lascia che corrano le voci. Dopo tutto è segno che ti conoscono anche in questo lato.

    2. Nel tuo consiglierato (l’ho provato per un anno a S. Giovanni) sforzati di fare come avrebbe fatto Don Bosco: applicazione integrale del sistema preventivo. Alla peggio ti daranno altro lavoro – per te, gran bene alle anime, gran merito, poco sforzo. Alle volte anche l’amore è mal ricompensato (pensa a Gesù, che però incatena tutti i cuori), ma è la via del Paradiso, e non ce n’è altra.

    3. Ricevetti l’annuncio con lettera mortuaria del Sig. Avv. Fontana.

    4. Scriverò anche al Sig. Don Narciso, alla Dal Soglio. Arrepta occasione assicurali delle continue nostre preghiere.

    5. Ah, Don Giuseppe! La S. Comunione! Facciamo di tutto per moltiplicarle… Grazie, grazie. A Natale profluvio di giovani… Quando tutte queste animucce saranno completamente di Gesù?

    6. Non ricordo di aver ricevuto a parte la regola del Seminario di S. Carlo, a meno che non sia tra i libri.

    7. Sarai tu un buon prete e buon salesiano se sarai uomo di amore sacrificato e di buona volontà.

    8. Non è improbabile quanto affermi su Pekino-Tokyo. Ormai (se si comprenderà, che cosa sia il Giappone… e non lo si comprendeva neppur alla lontana… neppure alla lontanissima… purtroppo) è vero Tokyo-Corea (e siamo attesi), Tokyo-Manchukuo (e siamo attesissimi) – e può darsi altre vie impensate per la Russia… Ah, se si comprendesse il Giappone! Ma per carità, tutto questo inter nos.


Per ora: allegro, buon anno e facciamoci santi. Saluta tutti.

Tuo

Don V. Cimatti



1583 / Cecchetti Albano / 1936-1-10 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[10 gennaio 1936]

Carissimo Don Cecchetti,

L’acclusa è per ricordarle che ho fatto il pagamento a P. Bulteau del vino. In lettera recente si lamentava di non aver avuto nessun cenno se il vino fosse stato o no ricevuto.

Inoltre preannuncia pel prossimo Gennaio l8 la sua venuta a Beppu. Naturalmente alloggerà alla missione. È nostro gran benefattore.

Preghi e faccia pregare per me.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Saluti a Tassan sempre carissimo.



1584 / Circolare Salesiani / 1936-1-13 /


ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio


VISITATORIA S. F. S.

Miyazaki, 13 gennaio 1936

Carissimi confratelli,

Nell’approssimarsi della festa del nostro S. Patrono permettete che vi richiami la data colle più calde esortazioni a che sia ricordata convenientemente. Può essere buona occasione per organizzare meglio i nostri cooperatori.

Il Ven. Rettor Maggiore nella sua ultima circolare insiste a “che se ne abbia cura, se ne aggiorni l’elenco, si moltiplichino e si facciano le conferenze prescritte e si interessino a vantaggio delle opere nostre”. Pensiamo inoltre con tale iscrizione ai numerosi benefici spirituali che ne possono venire alle anime ed anche a quelli materiali che ne possono venire a noi e sono sicuro che tutti vi darete attorno affinché si possa fare in quel giorno una buona retata di buoni cooperatori.

Sapete che l’iscrizione si può fare per famiglie e per comunità. Non è dunque cosa difficile per i nostri cristiani. Sapete pure quali sono le condizioni di iscrizione; ho a vostra disposizione molti libretti e diplomi. Vi prego dunque di interessarvi anche di questa parte che forma un punto della nostra regola e del nostro spirito. Mi si mandino in seguito i nomi degli iscritti a cui faremo pervenire il nostro “Don Bosco” e se lo desiderano, anche il Bollettino in lingue straniere.

È pure festa patronale di Miyakonojo. Vi prego di ricordare al Signore le necessità di questa casa, le opere iniziate (tra cui il recente dispensario) e questa cristianità.

Il nostro Don Lucioni, che volentieri riceverà notizie vostre, ha il suo recapito a Torino-Oratorio o presso i parenti… Non so ancora la data del ritorno, ma potrebbe interessarsi per eventuali commissioni dei confratelli.

In applicazione alla predetta circolare del Rettor Maggiore dispongo che per le fotografie sono delegati il Sig. Don Marega, il Sig. Guaschino e il ch. Moro. Questa dichiarazione vale per il permesso scritto di cui ivi si parla.

Mi raccomando poi vivissimamente che si incominci subito a lavorare per una buona propaganda per le nostre opere all’aprirsi dell’anno. In missione: l’Ospizio che ha iniziato ora una modesta tipografia, destinata – se a Dio piacerà – ad essere la stamperia della missione; il Seminario, il Collegetto di Nakatsu, a Tokyo la scuola professionale (sez. tipog. e sarti) aspettano buone reclute anche dalla nostra attività.

Per l’elemento femminile l’Ospizio e le Opere delle Figlie di Maria A. a Miyazaki e Beppu sono disposte ad accettare buoni elementi raccomandati dai missionari.

Ma voi sapete che le nostre massime necessità sono le vocazioni. Mi raccomando che in questo lavoro ci dimostriamo veri salesiani. Ricordate il Seminario, ricordate il Noviziato. Ascoltate il grido di questo vostro fratello: “DIAMO ALLA CHIESA DEI BUONI MINISTRI. ALIA MISSIONE DEI BUONI CATECHISTI, ALLA CONGREGAZIONE DEI BUONI SALESIANI”. Colla preghiera, col buon esempio, colla persuasione e nelle forme che voi conoscete efficaci, diamo alla Chiesa questa consolazione, a Gesù questo regalo. E mettiamoci subito all’Opera. Sapete che abbiamo bisogno di personale di ogni genere per assestare le opere e per ampliare la zona di bene a noi affidata. Non solo chierici, ma buoni coadiutori e aiutanti di casa, catechisti, lavoratori della terra, insegnanti, ecc. Persuadiamoci che dall’estero il personale andrà sempre più diminuendo e abbiamo bisogno di formarci al più presto personale nostro sul posto.

L’inizio dell’anno ci consiglia pure la lettura ex-integro delle Ss. Regole. Serva davvero tale lettura a rafforzarci nello spirito del nostro Fondatore e del nostro Protettore.

Raccomando alle vostre preghiere il nostro Don Cavoli, il ch. Arri e in genere i nostri confratelli più malandati in salute. Ed anche un’Ave per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1585 / Cecchetti Albano / 1936-1-13 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



13 gennaio 1936

Carissimo Don Cecchetti,

  1. Per il matrimonio non ci sono impedimenti. Non c’è bisogno di fare pubblicazioni – si può fare in chiesa con Messa.

  2. Per lo stipendio computando gli Yen 25 precedenti, circa 10-12 per la casa ed idem per il vitto. Domanda Yen 50 con l’esonero del pagamento di Nakatsu.


Lei valuti e poi mi dirà se le sembrano cifre esatte. E preghi preghi preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti, sales.








1586 / Barbaro Federico / 1936-1-13 /


al chierico Federico Barbaro, tirocinante2



13 gennaio 1936

Carissimo Barbaro,

Abbi pazienza per quanto chiedi: invierò al più presto.

Non sempre si può fare quanto si desidera habe me excusatum. Per i novizi puoi incominciare l’Imitazione di Cristo o qualche cosa d’altro.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


1587 / Arri Carlo / 1936-1-13 /


al chierico Carlo Arri, infermo, missionario salesiano in Giappone



13 gennaio 1936

Carissimo Arri,

Per ora ho trovato solo queste. Accetta… e vedrò se potrò trovare altro.

Abbraccia la croce e prega per noi sempre sempre sempre. Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



1588 / Fogliani Mario / 1936-1-13 /


a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone



13 gennaio 1936

Mario carissimo,

Voglio essere dei primi ad augurarti buon onomastico.

Tu sai quello che desidera da te il Signore. Lavoro e unione intima col tuo superiore – sarà la tua salvezza materiale e spirituale. Nella festa tua domanda questo per te; il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




1589 / Cecchetti Albano / 1936-1-15 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



15 gennaio 1936

Carissimo Don Cecchetti,

Bravo. Scriva (e non troppo) a Miyazaki ma non spedisca poi (come questa che mi invia) a Miyakonojo. L’elemosina dell’Ambasciatore non era ancora in mano che era già volata… Pensi a Tokyo… Alla fine del mese dovrei dare Yen 3.000 all’Arcivescovo e subito 1.000 all’impresario. Mah! L’ambasciatore non può dare al momento (sanzioni anche per lui)3 quanto vorrebbe: dice darà poco a poco. Finché sarà come rimane per la partenza di Tassan ricordi che via il gatto i topi ballano (e come!): il puro necessario… e più presto che può. Anche questo povero Beppu, povera Cenerentola anch’essa come tanti punti della Missione.

Non tema di parlare giapponese – ricordi che il Signore dà a noi preti una grazia speciale… “evangelizantibus virtutem multam”… che non dà ai catechisti. Lei si fa capire benissimo e quindi si butti senza paura nell’apostolato.

Non mi preoccupo dell’olio che non è materia per le mie mani, se non pel Battesimo, cresima ed estrema unzione. Primo di quello ci vuole olio di gomito per noi e per loro nella formazione.

Guai se diventano solo come me. Povero Giappone! Povera Prefettura e povera Congregazione! Preghi per me.

In Seminario piccola rivoluzione4 permessa dalla Provvidenza per liberarci da alcuni superbi facinorosi che forse in seguito ci avrebbero fatto piangere e con noi la Chiesa e la Congregazione. Deo gratias. Quelli degni sono ritornati. Esperienza per loro e per noi.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1590 / Ricaldone Pietro / 1936-1-16 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



16 gennaio 1936

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Grazie della sua ultima del 29/11/35. Le scrissi da Tokyo le ultime notizie.


    1. Per me nulla di nuovo; salvo l’impossibilità di attendere a tutto. Don Cavoli ammalato di itterizia ne avrà per un pezzo, Don Lucioni in Italia – in missione vado qua e là; non posso in coscienza lasciare le case (Miyakonojo, Takanabe e Tano) senza nessuno,5 e dalle due prime dipendono numerose sottoresidenze a cui mi sforzo di passare almeno una volta al mese per dare il conforto della S. Messa ai cristiani. La scomparsa di Don Piacenza, il trasbordo per le opere nostre di Tokyo dei confratelli migliori, ha lasciato la missione in bolletta. Confido che i Superiori mi vengano in aiuto non nella prossima spedizione, ma subito.

Ad ogni modo ognuno farà il suo dovere usque in finem, anche a costo della vita… E se questo avvenisse per me: Te Deum…

Tutti ci siamo dati attorno a che le sue raccomandazioni sulla povertà siano perfezionate – perché mi pare che data la natura dei confratelli che ho (in massima parte nervosi, stanchi, ammalati) meno di così non si possa fare. Mi pare di poter dire in coscienza che siamo in regola per quanto Lei prescrive o consiglia o richiama. Perfezioneremo al grado massimo quello che già si fa.

    1. Arri va migliorando. Penso, e ne sarò orgoglioso, che diverrà il nostro Don Beltrami, e supplica di non essere inviato in Italia.

    2. Per il Superiore religioso mi rimetto ai Superiori. Non ho nomi da proporre, salvo una preghiera, e sarà la migliore soluzione. Inviino uno da Torino per questo mandato. Scegliere “in posto” significa sottrarre altre forze. Come non esiste il Prefetto Apostolico, così non ci sarà l’Ispettore che avrà tutt’altro da fare che l’Ispettore.

    3. Per Nobeoka al momento non ho né personale, né mezzi. Anime che si perdono inesorabilmente nel vortice delle fabbriche (città che aumenta di mille anime al mese), mi fanno lamentare col Signore e coi Superiori. Preferisco non dir nulla, perché comprendo che andrei fuori dei gangheri. Offro la mia povera vita e quella dei missionari al Signore che se ci prova così, bisogna dire che ne facciamo ben delle grosse o che ci vuole estremamente bene… Fiat voluntas Dei. Mi si assicura che i Superiori hanno chiara visione delle cose, se ci lasciano così è segno che sarà per il meglio, pur non capendo Don Cimatti e con me tutti i confratelli. Quando i Superiori mi concederanno personale, metterò tre sacerdoti per residenza; che, ascolti amatissimo Sig. Don Ricaldone, faranno poco o niente tutto il giorno, forse salvo la domenica.


Ah, è terribile l’evangelizzazione di questo popolo. E allora ci siamo dati alle opere che però esigendo la presenza del missionario, ammazzano l’evangelizzazione. Dilemma spaventoso…

Ecco perché ci siamo buttati alle vocazioni… Ma i frutti, a quando, o Signore? Ne vuol sentire una? (disposizioni eleganti della divina Provvidenza). Due facinorosi che mettono in subbuglio il Seminario e trascinano con sé una quindicina di compagni… E partono. Così il Signore dà modo di eliminare una mezza dozzina che avrebbero dato da fare in seguito. Ah, terribile carattere!… Mi sembrava di essere ai tempi di Don Bosco quando fiorivano le coccarde, libertà, ecc. in Seminario – identiche scene!

Ah, Sig. Don Ricaldone, ci aiuti, ci aiuti, ci aiuti in tutti i sensi, specialmente questo povero che Lei si ostina a titolare di Monsignore!

Badi che ho dovuto spendere Lire cinquanta mila per la costruzione dello studentato (che vengono ad aggravare la mia posizione economica in missione) ed ho assoluto bisogno di essere aiutato al più presto perché ho impegni imprescindibili con i missionari e con le banche.

Non mi parlino del lascito pro-Ospizio, che se è per questo, non è per altro.

Le ho aperto come sempre il cuore. Questa è la vera situazione. Comprendo a fondo le gravissime situazioni dei Superiori in questo momento e tutti vogliamo tentare di alleggerirgliele, ma si metta anche un poco nei nostri panni. Preghiamo preghiamo preghiamo. Tutti vogliono essere ricordati. Mi benedica.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

1591 / Cossu Pietro / 1936-1-16 /


a Don Pietro Cossu, consulente Diritto Canonico presso il Capitolo Superiore



Visitatoria S. Francesco Saverio

Miyazaki, 16 gennaio 1936

Rev. Sig. Segretario, amatissimo Don Cossu,

Non so se sia Lei il Segretario… Ad ogni modo se lo è, congratulazioni vivissime… E pensare che supponevo nominassero me… Sarebbe proprio il mio mestiere… ma quando si nasce sotto cattiva stella… Ed ora agli affari segretariali:

    1. Accuso ricevuta dei decreti inviati con lettera del compianto Don Gusmano 19/11/35 per il riconoscimento canonico delle case di Miyakonojo e piccolo Seminario (Miyazaki). Nulla di contrario per Takanabe a che sia casa filiale – si figuri che al momento non c’è nessuno e vi fa le scorribande Don Cimatti. Al Sig. Don Gusmano relativamente a Takanabe avevo ricordato che esiste il decreto canonico di casa di studentato e avevo suggerito se non era il caso di farlo trasportare a Tokyo, dove definitivamente penso sia trasportato lo studentato filo-teologico, ma non ebbi risposta.

Per l’erezione canonica del Seminario avevo solo ricordato la cosa per quanto è detto nella regola delle relazioni nostre coi Seminari. Se è necessario permesso speciale dell’Ordinario per tali cose… il sottoscritto… molto Ordinario… scriverà quanto è necessario. L’importante è che Don Cimatti Ordinario, vada nel massimo accordo con Don Cimatti Visitatore… presto scadente.

    1. In risposta poi alla sua del 2/12/35. Grazie delle consolanti parole… Lei è perfetto segretario… più di me… e delle preghiere… e del DILATA… Sono passati 10 anni e ne possono passare anche altri di DILAZIONE… Certo con nessun frutto, salvo quello dell’obbedienza. Se verrà il Visitatore toccherà con mano. Per me, salvo che pregare, ormai non posso far nulla di efficace per le opere nostre. Adesso faccio il missionario vagante e chi mi piglia è bravo. Don Cavoli ammalato e per molto sarà fuori combattimento. Ho tre residenze senza missionario e la zona Nord e Sud della provincia di Miyazaki abbandonata… Non posso in coscienza lasciar soli i poveri cristiani e vado qua e là… Ecco la mia vita attuale… venga quel che vuole… sono nelle mani di Dio.

    2. Per il catalogo facciano i Superiori, come già dissi. Nello stato attuale delle cose qui in pratica faremo come potremo. Per me è assurdo (salvo l’obbedienza) governare in tal modo. Idem per le nomine dei Direttori. Veda Lei col catalogo alla mano come si possono fare i capitoli delle case… e paragoni la nostra povera missione colla più povera di personale… e vedrà l’assoluta inferiorità nostra.

O chiudere tutto e perdere tutto o fare quel che si può… Ma Lei ne capisce le conseguenze… Ma sarei felice se per me e per i miei confratelli si verificasse quanto diceva Don Bosco sulle sorti dei salesiani…

Per PAOLIN scrissi così da quanto mi fu scritto. Correggo. I Superiori mi annunciarono un tipografo e arrivò un cuoco. Mi promisero un buon lavoratore di campagna e mi arrivò un decoratore. Che vuole che le dica… Piani scombussolati e quindi per Catalogo facciano i Superiori – per me firmo e mi prendo tutto le conseguenze… Non merito altro.

Quanto ai due coadiutori inviati poi abbia la bontà di riferire ai Superiori che essi domandano con insistenza di ridiventare chierici come lo erano prima (o meglio, come domandarono prima dei voti). La pratica del Paolin fu spedita al Sig. Don Tirone ed unisco ora la domanda che mi fa FERRARI. Non sono in grado di sapere i motivi che indussero alla loro ammissione come coadiutori. Le loro carte dicono poco o niente. Quindi domando ai Superiori quid respondendum… È doloroso però che debbano venire in missione in queste condizioni questi cari confratelli. Don Cimatti non merita altro, ma la Visitatoria e l’avvenire dell’Opera nostra meriterebbero altro trattamento. Pazienza e fiat voluntas Dei anche in questo. Non desidero altro che si verifichi in me e nei miei la volontà del Signore. Purtroppo la natura reagisce fortemente… Non badi alle mie parole, ma alla sostanza delle domande: è per il bene e per la pace di questi cari confratelli, che per forza di cose piombano in una missione che non ha personale che possa attendere come si deve alla loro formazione.

Per le case di Tokyo che vuol che le dica? Sono gli eventi che hanno portato questo stato di cose.

Inizialmente a Mikawajima si sperava di poter installarsi colla scuola tipografica; ed anche l’Arcivescovo desiderava questo – ed in tal senso diede la sua approvazione. Ma poi la ristrettezza del posto, la questione finanziaria che non ci permise di stare alle promesse fatte a Monsignore per l’acquisto del terreno cambiarono le cose in modo che Monsignore permise e ci aiutò per l’acquisto del terreno della Scuola altrove e desiderò continuassimo a Mikawajima per la cura della parrocchia e Oratorio festivo-quotidiano.

Installandoci a Suginamiku colla scuola e Noviziato e studentato, ho fatto presente ai Superiori la convenienza della separazione delle cose dal punto di vista amministrativo, se no non avremmo avuto la pace in casa.

Quando là risiederà l’Ispettore potrà essere che le cose cambino, ma al momento attuale va bene così. Questione di persone? Questione di principio? L’una e l’altra. Per me le opere hanno una facies nettamente propria ed è male considerarle come sezioni, che non andranno mai d’accordo. Bisogna pensare che tutte le opere sono agli inizi ed hanno bisogno di sostenersi su basi proprie e non su basi di attesa che la scuola sussidi il noviziato. Al momento attuale la scuola per formarsi ha bisogno di enormi capitali e il noviziato di forti sussidi specie per lo studentato. Penso non sia difficile ottenere dall’arcivescovo quanto mi chiede per regolarizzare la detta questione, e scrivo a Don Tanguy che veda di interessarsi della cosa.

Amatissimo Don Cossu scusi la libertà e voglia nei limiti del possibile a Lei aiutarmi affinché possa fare un po’ di bene. Dica agli amici che si ricordino e Lei non mi dimentichi a Maria A. e a Don Bosco.

Tutto suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1592 / Circolare alle Suore F.M.A. / 1936-1-16 /


alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone



Prefettura Apostolica di Miyazaki

16 gennaio 1936

Alle Figlie di Maria A.,

Si avvicina la festa del S. Patrono della nostra Società Sales. e bisogna che con tutta la buona volontà ci prepariamo con questo intendimento di rafforzarci sempre più nello spirito del Santo e del nostro Don Bosco che volle darcelo per Protettore.

Insistiamo su questo punto base dello spirito di S. Francesco e di Don Bosco: “DONAZIONE PERFETTA ALLA VOLONTÀ DI DIO”. Dobbiamo essere religiosi, starei per dire, facenti un tutto solo colla S. Volontà di Dio.

A riuscirci serve assai il fare lungo il giorno molti atti di conformità al medesimo divin volere.

Poi “DOLCEZZA NEI PENSIERI, NELLE PAROLE E NELLE OPERE”. Il che vuol dire che non si debbano dire le verità con forza. S. Francesco diceva che “LA BUONA EDUCAZIONE È IL FIOR FIORE DELLA CARITÀ”.

In quel giorno ricorderò specialmente le Figlie di Maria A. ed esse facciano altrettanto per chi si professa:

obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.




1593 / Fogliani Mario / 1936-1-16 /


a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone



Miyazaki, l6 gennaio 1936

Carissimo Fogliani,

Ancora auguri e preghiere. Grazie della tua.

Eccoti un franco consiglio. Se vuoi stare calmo con Dio e cogli uomini, fa’ quello che ti dice il tuo superiore, ti guardi o non ti guardi. Questo è il punto sodo e non puoi dire di essere in pace con Dio se non sei in pace col tuo Superiore. Don Cim. ti ha consigliato di trovare quanto ti è necessario in casa, e non fuori. Per sante siano le persone con cui tratti, se non sono salesiani, non possono aver il nostro spirito e non ti potranno guidare secondo che è necessario per l’anima. Ormai la vicinanza del Noviziato ti può mettere nelle condizioni di migliorare quanto forse non potevi avere gli anni precedenti.

È questione di buona volontà da parte tua: e sono sicuro che lo farai. Ripeto: “Fa’ quello che ti dice il Superiore e quanto prescrive la Regola, e va’ avanti tranquillo”.

Come ti dissi: non aver paura di domandare quanto è necessario per le spese – fa’ un buon resoconto – parla ogni giorno con Don Margiaria – non lasciar entrare in tua camera – non far spese di regali, ecc. (molti confratelli ti vogliono bene per questo) – e specialmente non lasciarti trasportare solo dal sentimento, dalla fantasia, dal cuore, ma più dalla ragione e volontà… e acqua, acqua in bocca…

Il tuo protettore fu un martire. Abbi la forza dei martiri nel compiere con amore sacrificato il tuo dovere.

Prega per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Sono sempre felice quando mi scrivi.

1594 / Cecchetti Albano / 1936-1-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



23 gennaio 1936

Carissimo Don Cecchetti,

Eccole un po’ di aiuto. Ho lasciato Yen 150 pensando alle sue necessità, ospiti, viaggio a Nakatsu, ecc. e più per le tasse.

Quella rossa, se è per il terreno della missione, pare non si debba pagare.

Pel giorno 4 Febbraio veda di trovarsi in libertà per fare un po’ di adunanza a Oita. Trasporti per quel giorno la sua andata là e così a voce. Se vi è ancora il buon P. Bulteau lo assicuri delle nostre preghiere e lo saluti caramente a nome di tutti.

Per il matrimonio del Catechista fiat voluntas Dei: la vera ragione penso sia che la signora non si sentiva di addossarsi la prole – e d’altra parte qui, che si conosce la qualità della persona, da tutti si pronosticava non bene. È un’ammalata.

Quando potrà venga poi in aiuto a Don Cimatti. Non so se potrò e quando aiutare il Sig. Don Dumeez. Potendolo, anche a piccole quote, aiuti anche Lei. Se per la sua compagnia crede temporaneamente associarsi al pasto agli altri, niente di male, quando non ci sono forestieri o confratelli.

Preghi per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




1595 / Berruti Pietro / 1936-1-25 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 25 gennaio 1936

Rev.mo Sig. Prefetto Generale,

Il confratello Don Lucioni Edmondo per gravissimi motivi di famiglia ed altri di indole intima suoi è dal sottoscritto debitamente autorizzato ad un temporaneo ritorno regolamentare.

Data l’urgenza della cosa preavvisai il Rettor Maggiore – e diedi lettera di presentazione pel medesimo.

Lascio ai Superiori, date le particolari circostanze, determinare e le modalità della permanenza e quelle del ritorno.

E prego se è necessario, sovvenire alle necessità finanziarie del confratello, che portò con sé il puro necessario per il viaggio d’andata. Preghi per noi.

Tutto suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1596 / Cecchetti Albano / 1936-1-27 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



27 gennaio 1936

Carissimo Don Cecchetti,

L’adunanza è trasportata al 31 (Venerdì). Veda se può trovarsi.

Il buon P. Bulteau mi ha scritto entusiastica lettera di Lei e di Beppu. Grazie di cuore. Il Signore rimeriterà.

Grazie al buon Sig. Nishida della risposta. Il Sig. Kurita studia il da farsi. Preghi e faccia pregare per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1597 / Tassinari Clodoveo / 1936-1-29 /


al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong



29 gennaio 1936

Carissimo Tassinari,

Grazie. Congratulazioni dei voti. Il Signore e i superiori sono contenti di te.

Bravo! Aiuta la missione pregando e formandoti nel tuo dovere.

Bechis neanche a me ha scritto, ma se è vero quanto mi riferisce Baratto, non è a posto. Gli scrivo oggi e vedremo. Zanarini bene. Floran può essere che Capua gli faccia dimenticare il Giappone, che non so se abbia davvero amato. Da quanto mi scrisse penso “che chi sta bene non si muove”. Se è così per la gloria di Dio e della sua anima, così sia, pur dolendomi umanamente, non piango.

Per te “nulla dies sine linea”, e avanti con allegria e pace salesiana.

Oggi è S. Francesco! Ah che protettore ci ha dato Don Bosco e se sapessimo valutarlo bene… Prega per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1598 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1936-1-31 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone



31 gennaio 1936

Rev. Madre,

Come natalizio di Don Bosco eccole il quasi totale occorrente per la bilancia che chiameremo “Don Bosco” pregando il buon Padre a prendere gli angioletti sotto la sua protezione.

Proibizione assoluta di dire [che] è un dono di Don Cimatti: è un N. N. che desidera solo di essere ricordato nelle preghiere delle buone Figlie di Maria A.

Ricordo a tutte: Don Bosco: imitiamolo in quest’anno specie nella santa povertà.

Nella Purificazione di Maria tutte presentate a Maria, la risoluta volontà di operare per Lei, con Lei, in Lei, affinché Lei ci conduca tutti a Gesù.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1599 / Chierici salesiani in Giappone / 1936-1-31 /


ai Chierici della Visitatoria salesiana S. F. Saverio a Tokyo



31 gennaio 1936

Teologi carissimi in actu et potentia, compreso Barbaro…,

Ho sotto [gli] occhi le forme con cui occupate il tempo e con cui venite in aiuto ai vostri compagni. Ne godo e più ne gode Don Bosco dal cielo che vede perpetuato fra voi quello che faceva Lui agli inizi dell’opera sua e quel che fate voi ora.

Bravi! Dio vi benedica in omnibus. Fate questi vostri doveri con fede e rettitudine d’intenzione, con santo entusiasmo, con buona preparazione.

Deo gratias! Deo gratias et etiam vobis. Vi abbraccio e benedico.

Don V. Cimatti, sales.

1600 / Circolare ai Membri del Consiglio Visitatoria / 1936-1-… /


ai Membri del Consiglio della Visitatoria salesiana S. F. Saverio



[senza data, probab. fine di Gennaio 1936]

Carissimi (membri del Consiglio Visitatoriale),

Data l’urgenza (come mi si scrive) e l’importanza di provvedere al problema scuola serale di Mikawajima, mentre scelgo Don Tanguy a mio rappresentante, ecco chiaro il mio pensiero nella questione:


Per me avevo sempre pensato alla scuola serale di Mikawajima come una modesta scuola serale del tipo tentato a Miyazaki e Miyakonojo, che ci lasci nella piena libertà di azione e di educazione, destinata al ceto di persone che crediamo opportuno, secondo il nostro spirito. Certo occorre pensare a dare un valore alla scuola. Si tratta di trovare la forma. Penso però che l’approvazione viene a sbattere nella questione finanziaria che non mi sento di risolvere perché siamo già in lotta quotidiana col pane ed abbiamo debiti che bisogna pur pagare. Per contrarre nuovi prestiti e per l’autorizzazione di edifici i Superiori mi hanno dichiarato che essi non sono in grado di farne, non concedono autorizzazioni se non dopo certezza che vi sono i mezzi per pagare.

In attesa del promesso nuovo regolamento bisogna che ci atteniamo a queste direttive. D’altra parte bisogna pure considerare questo: a tutt’oggi le opere di Mikawajima di fronte alla Diocesi e alla Congregazione sono considerate come opere parrocchiali. Ci conviene ora chiedere il riconoscimento e considerare come opere nostre ciò che domani può essere tolto? (sia pure che ci sia assicurazione della delegazione che…). Ecco perché bisogna considerare bene anche la presentazione della scuola di Mikawajima come scuola salesiana numero due.

Attenti alla ricerca di un direttore della scuola. Nelle scuole dirette da noi penso che il responsabile dobbiamo, di fronte agli allievi e alle famiglie e per quanto si può di fronte alle autorità, essere noi. Inoltre chiarire bene che parte ha il personale della casa dell’Opera.

Penso che solo in questa maniera possiamo fare veramente del bene. In caso diverso se saremo soggetti agli altri che ci faranno fare quello che vogliono, ci faranno spendere soldi e non ricaveremo frutti di bene dal nostro punto di vista.

Dunque affido alla vostra responsabilità lo studio di questa opera, dite chiaro il vostro parere e decideremo nel nome del Signore. Vi prego di valutare le forze nostre, dire chiaramente anche alle autorita: “Noi possiamo arrivare solo fino a questo punto…”.

Credete, miei cari Consiglieri, né Don Cimatti e tanto meno Don Antonio intendono ostacolare l’Opera. È l’esperienza avuta nella trattazione della famosa scuola media del Seminario di Miyazaki colle autorità che mi fa dire quanto sopra.

Per Mikaw. poi vi è la considerazione delicatissima della nostra posizione attuale di fronte alla diocesi. Pensateci anche voi; ditemi chiaro e senza timori i pro e i contra come ho tentato di dirvi con questa mia.

Voi sul posto potete e dovete valutare meglio di noi la situazione. Studiamola nel nome del Signore e state sicuri che se è nei disegni della Provvidenza, l’Opera riuscirà, nonostante tutte le osservazioni di Don Cimatti.

Pregate e fate pregare per me.

Tutto vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1601 / Pasetto Giuseppe / 1936-1-… /


a Giuseppe Pasetto, chierico salesiano


[Gennaio 1936]

Caro Pasetto,

Sono in ritardo per un mondo di cose accumulate. Grazie delle notizie. Un ricordino ai tuoi amici. Preghino e siano buoni.

La mitra di pietra, se fossi vicino, ne avresti sentito i dolori… Servirà a qualche scherzo, peggiore di quella foto…

Non ho molta pratica di concetti estetici, né mi guardo molto nello specchio. Ma se coi fiocchi dovessi essere così, un motivo di più per non metterli… Figurati se mi ci posso adattare.

È meglio che non sappia chi ha fatto quel bel coso… Al momento ci sono ancora dei matti come me, che in collegio ero detto “cima dei matti”.

Eccoti gli auguri di Capodanno in puro giapponese…

Fa’ esercizio di lettura coi tuoi e col bravo Don Pasa. Saluta i non pochi amici di Pordenone e mamma specialmente.

Un pugno a Don Bovolato.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

1602 / Barbaro Federico / 1936-2-5 /


al chierico Federico Barbaro, tirocinante



5 febbraio 1936

Barbaro carissimo,

Bene in omnibus. Quel che fai è ben fatto. Continua con retta intenzione e per la scuola e per l’infermeria…

Attento! Più che i corpi cura le anime, e in cuor tuo, prima di dar medicine o medicare, di’ sempre una preghiera per l’infermo, ed anche non dimenticare l’anima tua “Medice, cura te ipsum!”. Più che lo studio però ti occorre la pratica infermiera. Verrà anche quella.

Saluta sempre per me la tua buona e santa mamma. Quando sarai simile a Lei in spiritu amoris Dei et humilitatis?

Prega per me, ne dum aliis praedicaverim… Saluta tutti tutti tutti a theologis usque ad novitios.


Tuo

Don V. Cimatti, sales.

1603 / Marella Paolo / 1936-2-6 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Miyazaki, 6 febbraio 1936

Eccellenza Reverendissima,

Accuso la ricevuta delle sue varie recenti comunicazioni, sia quella diretta agli Istituti Religiosi che quella Pro. No. 35/36 sull’Enciclica del S. Padre sul Sacerdozio ed i desideri del Card. Prefetto di Propag.

Assicuro per ognuna delle comunicazioni che sarà fatto quanto è consigliato nella forma più perfetta che per noi si possa. Ringrazio di cuore di tutte queste belle comunicazioni che facilitano davvero il lavoro a tutti. All’occasione la informo delle cose nostre in quanto possono avere una ripercussione.

A Miyakonojo, coi dovuti permessi e approvazioni legali, si è aperto un modestissimo dispensario. Giornali locali hanno pubblicato tre articoli contro, ma non c’è da allarmarsi, in quanto se la pigliano coll’autorità che ha dato il permesso alla Missione. Sono – a quanto pare – questioni personali contro il Prefetto (siamo in momento elettorale) – altri pensano che sia una mossa bonzesca, non avendo ottenuto quanto avevano domandato per le loro opere – e forse è questione giornalistica, perché qualche giornalista sperava guadagnare soldi per far réclame di questo dispensario. Un giornale rispose per le rime in favore della Missione ed ora pare che tutto sia in pace, col vantaggio che tutti han saputo anche dai giornali che è un dispensario per i poveri.

Per la festa di S. Francesco di Sales a Oita buona riunione di giornalisti e professori delle scuole alla missione.

Ho Don Cavoli ammalato, Don Lucioni in Italia e vari indisposti. Non so dove ho la residenza (che fra parentesi non ho mai avuto). Meglio così ché non ho bisogno di stufa per riscaldare e non ho tempo ad irruginire.

Preghi per noi e specie per me che verso in “necessitatibus permultis”…

Ah, non aver un po’ di soldi… E pensare che tanti ne hanno tanti… Ma basta che ci salviamo l’anima… Preghi per questo povero disperato:

Obbl.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1604 / Zanuso Guglielmo / 1936-2-6 /


a Don Guglielmo Zanuso, salesiano dell’Ispettoria veneta



6 febbraio 1936

Caro Zanuso,

Se come merlo ti abitui a zufolare

da ogni mal sapraiti liberare.

Se manterrai la volontà costante,

teme il demon la croce e l’acqua santa

Gesù Maria e l’obbedienza quanta

saprai prestar con cuore sé donante.

Don V. Cimatti, sales.

1605 / Dal Fior Luigi / 1936-2-6 /


al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



6 febbraio 1936

Dal Fior carissimo,

Allegro e ringrazia il Signore e pregalo che ci dia modo di aiutare anche la parte musicale. Ma la più bella musica deve essere quella dei cuori che uniti a Dio, intimamente si amano. Oh, Luigi, ama intensamente Gesù e potremo impunemente cioè senza pericolo amarci intimamente, come sento vivissimo l’amore per l’anima tua. Coraggio, Luigi, che la meta si avvicina. Ti benedica il Signore.

Tutto tuo

Don V. Cimatti, sales.

1606 / Ricaldone Pietro / 1936-2-7 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 7 febbraio 1936

M. R. Sig. Don Ricaldone,

Breviter, come Lei desidera, un po’ di rendiconto mensile, oggi in cui facciamo l’esercizio di buona morte.

Per me: nulla di speciale, né materialmente, né spiritualmente. Non posso certo nelle condizioni in cui si trova la Congregazione e Missione al momento attuale fare il mio dovere. Et de hoc satis: ne ho scritto ripetutamente, forse tanto da seccare i Superiori, ma è mio dovere riferire.

Per gli altri: Don Cavoli comincia ad alzarsi, ma non so quando potrà ripigliare il lavoro. Fogliani di nuovo all’Ospedale, non si sa per qual malore. Don Lucioni in Italia mi scrive dei suoi desideri di ritorno – di volontà di ritorno e mi prega di dirlo ai Superiori. Egli sa in quali condizioni ci troviamo, e più presto torna, Deo gratias!

Arri lentamente migliora. Molti nervosi e stanchi.

Ho fatto venire il ch. Filippa da Hong Kong e l’ho messo in Seminario assistente.

Don Carò da solo non può e su per giù siamo in cattive acque – anche Don Tanguy è solo a Tokyo con i novizi, filosofi e teologi.

Supplico il Signore a che i Superiori mi aiutino non solo per questo, ma anche per coprire le spese anticipate dalla missione per la costruzione dello Studentato; se no, non posso andare avanti.

Questa è la nostra attuale posizione ed il Signore ed i Superiori ci aiutino. E preghi per me (che pensavo di venire a fare il Segretario…) affinché non perda la calma e l’allegria, ma specialmente l’anima e non la faccia perdere agli altri.

Con il più profondo ossequio,

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



1607 / Circolare amici e benefattori Italiani / 1936-2-18 /


agli Amici e ai Benefattori dell’Opera salesiana in Giappone



Miyazaki, 18 febbraio 1936


Ai Benefattori e agli amici della Missione di Miyazaki e Opera Salesiana in Giappone


In un momento importante per l’avvenire della Missione di Miyazaki e dell’Opera Salesiana del Giappone ho bisogno di tutto il vostro caritatevole appoggio di preghiere e di mezzi.

Col vostro aiuto generoso sono un fatto compiuto e il Seminario indigeno di Miyazaki e la Scuola Professionale di Tokyo (sezione tipografi e sarti). Entrambe le istituzioni già hanno ottenuto il riconoscimento legale delle competenti autorità provinciali, e sono in corso le pratiche per il riconoscimento governativo della Scuola Professionale, e per la formazione presso il Seminario di una sezione scuola media, da riconoscersi pure legalmente dal Governo.

L’importanza che già hanno le attuali approvazioni e dal punto di vista del valore degli studi, e per l’onore che ne viene alle istituzioni cattoliche e alla religione, viene ad aumentarsi a dismisura colle approvazioni governative. Voi che con tanta simpatia e con tanta carità avete finora aiutato queste opere, continuerete certamente collo stesso impulso santo ad aiutarle ora che il povero vostro Don Cimatti vi domanda ancora uno sforzo di carità, di preghiere e di elemosine. Le spese per i locali da costruire, per l’arredamento scolastico e il macchinario, e per il complesso di quanto richiedono scuole moderne sono rilevanti.

Portate tutti il vostro contributo di carità: grande o piccolo che sia, per queste opere destinate a fare un bene immenso alle anime e a glorificare Dio.

La riconoscenza di noi tutti si esplicherà con preghiere e offerte di sacrifici secondo le vostre intenzioni per parte di tutti noi e specialmente del

Vostro riconoscente

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1608 / Circolare Salesiani / 1936-2-22 /


ai Confratelli della Missione e Visitatoria salesiana S. F. Saverio



prefettura apostolica di Miyazaki

22 febbraio 1936

Carissimi missionari e confratelli,

L’avvicinarsi della Quaresima mi dà motivo, insieme a comunicazioni di indole varia, di intrattenermi alquanto con voi anche per iscritto. Vi assicuro il continuo quotidiano ricordo nelle preghiere e più volte al giorno sono tra voi e coll’affetto e colla preghiera, vado accompagnando la vostra molteplice attività. Come lavoro spirituale di questo periodo di tempo raccomando:

LA LETTURA E MEDITAZIONE DELL’ENCICLICA DEL S. PADRE SUL SACERDOZIO. Abbiamo tutti da apprendervi fruttuosi insegnamenti. Presto la medesima enciclica sarà tradotta in giapponese. È desiderio di Roma che se ne parli e si spieghi anche con apposite conferenze. Facciamo anche questo nostro dovere e sarà per tutti ottima santificazione del tempo quaresimale e buona preparazione alla Pasqua.

    1. Ogni capo-residenza dia secondo le condizioni della propria cristianità le norme opportune per il tempo quaresimale. Date le condizioni dei tempi si usi ragionevole larghezza.

    2. Non si trascuri, specie in questo periodo di tempo, l’istruzione catechistica a quanti è possibile darla (fanciulli, catecumeni, ecc.).

    3. Non posso ancora dirvi nulla sulla venuta del P. Gemeinder come avevo scritto in precedenza.

    4. Sono state canonicamente riconosciute le case di Tokyo e il Seminario colla nomina dei rispettivi Direttori: Don Tanguy, Don Margiaria, Don Escursell, Don Carò. A direttore della casa di Miyazaki fu rinominato il Sig. Don Cavoli e a membri del Consiglio della Società oltre i precedenti: Don Liviabella (economo) e Don Escursell.

    5. Il ch. Mantegazza è stato operato di appendicite. Lo raccomando alle vostre preghiere.

    6. Chi desidera corrispondere con il Sig. Don Lucioni per le eventuali commissioni si può scrivere al recapito…

    7. Raccomandiamo a S. Giuseppe le molteplici necessità della Missione e Congregazione in Giappone.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1609 / Circolare Salesiani / 1936-2-22 /


ai Confratelli della Missione e Visitatoria salesiana S. F. Saverio



Prefettura Apos. & Visitatoria

Miyazaki, 22 febbraio 1936

Carissimi missionari e confratelli,

Sento il bisogno di farvi viva raccomandazione affinché vogliate venire in aiuto alla Missione o alla Congregazione in tutte le forme che vi sono possibili per alcune pratiche che sono in corso e che sono destinate a far un gran bene.

Sapete che il nostro Piccolo Seminario ha l’autorizzazione provinciale, ed ora le autorità stesse insistono a che presso il medesimo si istituisca una sezione di scuola media per venire in aiuto specialmente a studenti poveri, ecc. Comprendete che ne possono venire in tutti i sensi e per gli studi e per la propaganda cattolica grandi vantaggi.

Similmente sono in corso le pratiche per il riconoscimento governativo della nostra Scuola Professionale, ora riconosciuta dall’autorità prefettizia. Non spendo parole per dirvi dell’utilità di questi riconoscimenti per lo sviluppo e vita in pieno della scuola e della causa cattolica.

Don Carò, Don Margiaria, il sottoscritto per la parte loro fanno tutto il possibile e ancora un poco per la parte loro affidata, ma abbiamo bisogno di sentirci affiancati anche dall’aiuto di TUTTI i confratelli per la buona riuscita in queste importanti pratiche. Quindi supplico con tutto l’animo:

  1. Si preghi assai da tutti anche per questo.

  2. Ognuno si dia attorno per interessare benefattori, amici, compagni, ecc. a venirci in aiuto.

  3. Se avete proposte speciali siano a noi riferite. I confratelli poi, specialmente delle case interessate, esplichino un’attività speciale per raggiungere lo scopo.

Abbiamo certo bisogno di capitali forti che sembra follia sperare in questi momenti. Ma se saremo buoni, se faremo una saggia economia, se TUTTI ci impegneremo, e se è la volontà del Signore sono certo che si riuscirà. Uniti dunque in questo nella preghiera e nel lavoro, vogliate credermi

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


1610 / Dal Fior Luigi / 1936-2-22 /


al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone


22 febbraio 1936

Caro Dal Fior,

Grazie delle belle notizie. Attento a non lasciarti influenzare l’anima dalla musica a discapito del resto. Chi ti scrive, alla tua età, era più, assai più pazzo di te per la musica. Mi ha salvato il lavoro, il lavoro intenso, a tutto spiano e non certo intorno alla musica, ma a tante altre cose – per studiar teologia andavo a nascondermi nel carro vicino alla stalla. Oh che tempi! Coraggio Luigi, la meta è vicina.

Mi unisco alle tue preghiere per il tuo Giuseppe.

Scrivo a Don Margiaria per il film Don Bosco.

Prega per chi ti abbraccia nel Signore

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



1611 / Cecchetti Albano / 1936-2-22 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



22 febbraio 1936

Carissimo Don Albano,

Grazie della sua. Dovendo sostituire il buon Don Lucioni divento in parte come Lui, quindi isogashii (indaffarato) fino a perdere le abitudini a scrivere. Quid dicam?

    1. Finora ricevuto nulla per Tokyo.

    2. Per Muraya pensavo che il Sig. Arai avesse scritto. Naturalmente se Lui ha dei desideri bisogna che li esprima a Lei. Noi siamo disposti ad aiutare, ma bisogna vedere chiaro il suo pensiero:

  1. desidera fermarsi da noi per servizio di casa?

  2. come catechista è preparato? Se Don Marega lo prendesse? O se prendesse Nishida? E la signora può fare qualche cosa? Mi pare sia maestra. Sono disposti ad andare ovunque? Mi pare ci fossero delle difficoltà per parte della Signora. Non possiamo rispondere definitive finché non sono chiare queste altre questioni.


    1. Invio un po’ di candele – queste sono per la Messa – economizzi – per le altre funzioni tutti usano cera che si trova a buon mercato sul posto.

    2. Se Lei è del parere: dica pure al catechista che è concesso l’aumento a quelle condizioni.

Mi pare di aver risposto a tutto e preghi per me.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Il fitto suore vedrà come si mettono le cose, a quanto ammonta?

1612 / Barbaro Federico / 1936-2-22 /


al chierico Federico Barbaro, tirocinate



Miyazaki, 22 febbraio 1936

Carissimo,

Prego secondo le intenzioni tue… Me ne accorgo anch’io da certi forti e strani zufoli. Meno male che Don Tanguy fa la sua parte, ma bisogna che anche tu faccia senza timori, la tua.

Hic ure, hic seca, hic non parcas. Coraggio, Federico, certi tagli fan male, ma sono necessari, se no sarai sempre così.

Prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1613 / Marella Paolo / 1936-2-24 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico


24 febbraio 1936

Eccellenza Reverendissima,

Grazie delle sue graditissime comunicazioni nella parte dispositiva; come sempre do immediata esecuzione.

Scusi la carta: sono fuori sede. La mancanza di personale mi obbliga (oh, dolce obbligo!) a non stare troppo a tavolino, come purtroppo deve fare V. E. e quindi ho ancor meno delle povere comodità della sede Prefettura apostolica di Miyazaki, quella camera (neppur del Superiore della Missione) che servì anche a V. E. Accolga la buona volontà.

  1. Ah, ci fossero denari!… Mi veniva voglia di musicare la bella sua poesia… Farei dei soldi! Ad ogni modo, pur guardando sempre in su, quando V. E. possa o con Ss. Messe o se per caso vincesse a una lotteria, un terno… Lei sa che Don Cimatti da buon salesiano è sempre in necessità.

  2. Quanto al Kyugoin, come già ebbi a scrivere in precedenza, alla prima avvisaglia se ne parlò alla Prefettura, che aveva consigliato il titolo, la quale disse:

Ora sono in corso le pratiche per avere l’approvazione (= Ninka) governativa. Ottenutolo, siete liberi di cambiare, pare non ci saranno inconvenienti”.

Il ninka (= approvazione) è avvenuto, tutte le pratiche sono fatte sotto il titolo tanto alla città, provincia e governo. Fu approvato il titolo “Miyazaki kyugoin” (= ospizio di Miyazaki) e la propaganda fu fatta in tal senso. Ecco l’attuale stato delle cose.

Parlo all’amministrazione, facendola riflettere sulle proposte precedenti e riferirò dell’esito.

A V. E., o meglio ai suggeritori del cambiamento di titolo (che non conosciamo) avevo pure domandato qualche nome o quale sigla o altro [che] potrebbe esser gradito. Perché nell’ipotesi che il nuovo titolo poi non corrisponda ai criteri mentali di chi ha suggerito, siamo da capo. Questo è per facilitare definitive la questione.

Dunque :

  1. Inizialmente e come base nessun ostacolo al cambiamento (prima fase).

  2. Consiglio dell’autorità di sospendere ad tempus (seconda fase).

  3. Ripresa della questione, speranza di condurla in porto, preghiera di suggerimento di nomi per facilitare la questione (terza e spero ultima fase).


[Manca il seguito]

1614 / Cecchetti Albano / 1936-2-26 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



26 febbraio 1936

Amatissimo Don Cecchetti nonché Albano,

Grazie delle sue carissime comunicazioni cui non risposi subito, perché ho l’abitudine, pur dando evasione alle lettere al più presto, di riflettere su almeno una mezza giornata ed alcune anche di più. Così informo e inglobo anche comunicazioni dopo il Consiglio (25/2/36).

    1. Forse riceverà anche Lei comunicazioni da P. Gemeinder. Sarebbe a Beppu nel pomeriggio del 12 e mattinata 13. Penso che data la natura dei cristiani, il massimo lavoro che potrà fare il missionario sarà presso le Figlie di Maria A. Andrà bene che anche il Catechista e anche Lei comprendiate bene lo spirito dell’Associazione. Se in serata i cristiani potessero adunarsi, almeno potrebbero udire un fervorino del padre. Non c’è bisogno di paga o altro. Fraterno trattamento alla salesiana.

    2. Veda di preparare subito in forma omoshiroi (N. B. interessante) quanto può dire dell’attività della missione (anche nei riflessi Figlie di M. A.) da Natale ad oggi per “Amici della Missione”. Invierò presto materiale propaganda (che Don Marega sta stampando). Grazie.

    3. Tutto il Consiglio e più Don Cimatti sono d’accordo che il mensile di tutte le residenze non corrisponda alle necessità del momento, ed è il tema delle lettere, non solo del buon Don Albano, ma di tutti i missionari da Nord a Sud, compresi i Salesiani di Tokyo. Don Cimatti non ha mai incolpato i missionari, essi sono responsabili davanti a Dio, e grazie a Dio tutte anime sante e Don Cimatti dorme tranquillo, neque cogitat malum, di sprechi, anzi sa che vari fanno veri atti di mortificazione per la propaganda, non essendo sufficiente il mensile.

Lei, Don Cecchetti, è da pochi mesi che prova che vuol dire aver dei crediti e non poterli ritirare, ed avere pochi debiti e non poterli pagare. Don Cimatti è da molti anni che prova (anche quando era in Italia) che vuol dire aver dei debiti e non poter pagare – che sente “parvuli petentes panem” e che può dare quel che dà – e nel prossimo mese non aver alla mano quello che dovrà dare. “Bisogna ascoltare ed aiutare”, facile il primo e difficile il secondo. Penso che a tutt’oggi per venire in aiuto alla casa di Beppu si sia fatto quanto si è potuto – se Don Cecchetti farà come gli si è detto, penso che anche in seguito, pur stentando, il Signore non ci lascerà mancare il necessario.

Per gli ospiti di Beppu ho già detto come Lei deve fare: al momento attuale al massimo il Centro può rimborsare le spese fatte per i forestieri effettivi. Tenga un registro dei nomi, permanenza, ecc. Se Lei mi potesse dare dei dati positivi, potrei interessarmi o presso i singoli o i relativi superiori ecclesiastici o religiosi.

Per il cimitero, caro Don Cecchetti, Lei mi domanda pane ed ho preferito darle per questo quanto avrei voluto dare per il Cimitero. Lo sa il Signore che anche questo mi sta a cuore. Se sembra urgente o altro, non posso consigliarle altro, che toglierlo dal deposito – con rifusione da parte del Centro, quando potrà. Sa quanto ha in cassa il Centro al momento attuale? Da 500 a 600 Yen. Storia vera. Che potrò dare al prossimo mese? Lo saprà al 24 del prossimo mese ed il Signore lo sa.

Matsumoto di Tano al solito. Gli faccio coraggio, ma certo che avrebbe bisogno di poter lavorare di più. Lo aiuto con libri, ma… bisognerebbe essere sul posto. Certo il Signore gli ha dato una croce non indifferente.

Tutti la ricordano e la vedrebbero volentieri con loro e Don Cimatti ne avesse la possibilità li accontenterebbe. Per me Tano è la residenza che mi sta più a cuore per l’avvenire futuro e per la speranza di buone vocazioni. Ah! Quando ci potrà essere uno in sede: che bel[lo] e facile lavoro! Mah! Fiat voluntas Dei, questa sola.

Caro Don Albano, non è che scomparendo noi due, da Beppu Lei, da Superiore Don Cimatti che fioriranno le cose – è facendo quello che vuole LUI.

Cerco ed invio il rituale. Il Catechista mi dice che si è fatto visitare dal dottore che gli ha detto: “Shinkei suijaku”, quello che noi diremmo “nevrastenia” e conseguenze. Se beve troppo gli verrà altro che quello, vedrà che dovrà riposare. Per il Sig. Muraya dissi già. Ad ogni modo:

    1. Al momento è certo troppo giovane per fare il catechista (non conosco la sua istruzione). Penso che ad Oita, come forse Lei propose a Don Marega, appunto per l’età e per l’istruzione non serve.

    2. Se Nishida per salute dovesse sospendere, potrebbe fare a Beppu? Oppure con aumento (intuitu familiae) continuare a fare l’attuale lavoro? Olim Don Lucioni era disposto a prenderlo. Potrebbe darsi servisse: ma non si può pensare a questo, se non quando Don Edmondo torni, e non so quando. Al momento non avrei altre soluzioni. Per le Figlie di M. A., come le ho aiutate sempre nel limite del possibile, non c’è difficoltà a fare quello che posso. Né Lei, né il sottoscritto ha doveri al riguardo, se non la carità e questa va bene sempre.

Per i suoi debiti le ho detto chiaro come deve fare – è il pensiero di Roma e Torino: non farne.

Per le campane Lei le ha ordinate – se le intenzioni – se le tiene Lei, nessuno, penso, avrà a ridire. Son del parere che può attendere all’arrivo e poi si vedrà. Al momento, dalle nostre parti (missione), occorre prudenza anche nelle cose buone. Il movimento in forma un po’ troppo visibile e chiassosa potrebbe nuocere la causa generale. Vedremo all’arrivo: niente di male, allora, sentire anche il Delegato.

Per me – salvati questi principi – dovunque vanno bene (tanto più che la campana tubolare è più uno strumento di concerto che vera campana).

Quello che più mi ha fatto piacere è l’abbozzo della conferenza femminile. Da quanti anni ho insistito e alla Missione e alle Figlie di Maria. Benedico con tutta l’effusione. Ah, se anche i catechisti tutti ne comprendessero la necessità e l’importanza!… E se lo capissero i cristiani, decuplicheranno i battesimi, sia pure in artic. mortis, ma sarebbero tante anime salvate.

Ah, caro Ozanam! Caro S. Pier Giorgio!

Il bravo Don Marega è così ab infantia. Sa solo il Signore i meriti che si fa lui e per riflesso anche gli altri.

Dunque, caro Don Albano, dirò a Lei le parole che Lei dice a tutti: “Fede, coraggio, mai paura”. Le croci materiali e spirituali che il Signore le manda, sono un materiale prezioso in questo periodo di S. Quaresima.

Mi unisco alle sue sofferenze e vorrei poterla sollevare dalle medesime – non posso che pregare e lo faccio di cuore. Mi creda

Tutto suo

Don V. Cimatti, sales.

1615 / Merlino Alfonso / 1936-2-27 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone



27 febbraio 1936

Carissimo Merlino,

Non ho risposto prima non per cattiva volontà, ma la tua era rimasta nascosta in un mucchio di altre.

Grazie delle notizie preziose di Don Piacenza – invio a Giov. Missionaria e anche gli indirizzi secondo i tuoi desideri. Vedremo gli effetti.

Grazie del delicato pensiero del decennio che ho tentato di passare insieme spiritualmente e a voi vivi e ai nostri due scomparsi. Ci aiuti il Signore a fare ancora insieme molti decenni per la sua gloria e nostra santificazione. Alfonso mio, questa è tutta di piccole cose quotidiane. La quaresima è buona occasione.

Ti ricordo sempre

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



1615-2 / Merlino Alfonso / 1936-...-… /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone



[1936]

Merlino carissimo,

Alfonso mio, auguri di cuore. Gesù ti faccia S. Salesiano, ecco la preghiera ardente di Don Cimatti per te e ti prepari bene alla tua professione perpetua.

Ti ringrazio del tanto lavoro fatto per le feste così ben riuscite. Non dimenticarmi al Signore che tanto abbisogno. Tu sta’ calmo, lavora, vigila e forma Misao affinché se a Dio piacerà divenga un caro figlio di Don Bosco.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti


1616 / Ricaldone Pietro / 1936-2-29 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


In cerca di basi religiose6


Miyazaki, 29 febbraio 1936

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

I suoi lontani figliuoli coll’aiuto del Signore e sostenuti dalla carità dei buoni tentano con tutte le forze di raggiungere lo scopo per cui furono mandati in questa grande nazione: salvare cioè le anime, far conoscere Gesù Cristo e i suoi insegnamenti.

Non le ho nascosto in varie circostanze le difficoltà gravi, che si oppongono alla rapida espansione di questo lavoro. Da qualche tempo a questa parte, col rafforzarsi in tutte le forme dei culti più o meno ufficiali, si viene assistendo ad una vera fioritura di altre manifestazioni di colorito più o meno religioso, che si espandono non tanto nel popolino, quanto nelle classi intellettuali, nelle classi dirigenti e fra il ceto medio in genere. I dati ufficiali contano ad oltre quattrocento le diverse manifestazioni a tinta religiosa sorte come sette eretiche in seno ai culti più in voga.

Sarebbe interessante studiare le tendenze, origini, credenze, mezzi di propaganda di ognuna di queste manifestazioni. Per il missionario è una necessità, perché dimostrano non foss’altro le tendenze psicologiche di questo popolo, e quali possano essere le molle di scatto della sua anima verso i problemi dello spirito. Bisogna constatare che tali problemi, e in modo speciale il problema religioso nei suoi rapporti coll’educazione, vanno in Giappone assumendo importanza somma, richiamano l’attenzione anche delle autorità, ed è noto anche all’estero il decreto del novembre dell’anno scorso del Ministero dell’educazione con cui, pur non revocando le disposizioni emanate nel 1929 (proibizione cioè nelle scuole dell’insegnamento religioso ed ogni genere di feste religiose confessionali) si segua tuttavia un decisivo cambiamento nell’atteggiamento del Ministero della Educazione di fronte alla religione e alle manifestazioni di fede religiosa. Secondo il decreto l’educazione nelle scuole deve prendere questa posizione:

Si faccia attenzione di non recare pregiudizio al sentimento religioso cresciuto nella famiglia e nella comunità e si abbia riguardo ai bisogni religiosi del cuore degli scolari in modo che non si manifesti alcun disprezzo o minore considerazione per i medesimi.

Si deve cercare di valorizzare le buone religioni (le fedi veramente oneste), e di sradicare invece le superstizioni dannose per l’ordine pubblico e per il buon costume. Se pure non è permesso dare nelle scuole un’educazione confessionale, è però molto necessario curare per mezzo dell’educazione scolastica il sentimento religioso allo scopo della formazione del carattere. Tuttavia l’educazione scolastica deve prendere come punto di partenza l’editto imperiale sull’educazione e non permettere che venga impartita un’educazione che se ne allontani per il contenuto e per il metodo.

E di tali bisogni naturali dell’animo fa fede anche la fioritura di queste manifestazioni religiose, pullulanti, come dissi, al momento attuale in Giappone. Disorientamenti certo, deviazioni dal punto fondamentale religioso – per vari, mezzo di guadagno o altro – per altri, espressioni di vago sentimento, ma dimostranti la potenzialità spirituale di queste popolazioni. Sono alle volte uomini illetterati che si mettono alla testa di questo movimento ed attirano le folle. Nel 1930 un mercante di carbone lancia al pubblico un appello misterioso di fede – in due anni ascendono a 6000 gli addetti, ed ora si contano a migliata al nord del Giappone, specie tra la classe dei fanciulli e fanciulle delle classi elementari e scuole femminili medie. Preghiere, canti e libri – una pubblicazione mensile “La fiamma eterna” – tengono vivo il fuoco. La tenue quota di 20 sen mensili (di cui 15 per le pubblicazioni e 5 per il fondo di mantenimento) – amuleti scaccianti ogni malattia e sedicenti immunizzanti da ogni male – fatti meravigliosi, che si attribuiscono al fondatore a sostegno delle nuove idee, la semplice applicazione della mano direttamente sulle parti doloranti del corpo o vicino alle medesime, mormorando speciali preghiere o formule deprecative, senza bisogno di una fede speciale, per guarire, ecc. popolarizzano sempre più la nuova religione.

Altro corpo religioso attualmente assai diffuso è il gruppo “HITO NO MICHI” (via dell’uomo). È certo uno spettacolo interessante il riunirsi di buon mattino (alle cinque) di questi fedeli – in gran parte mercanti ed operai – nelle grandi città, vi è perfino speciale servizio di tram e auto per loro. Al fondo della sala vi è una specie di santuario e al di sopra, incorniciato, il rescritto imperiale del 1890 sull’educazione. Al segnale si apre radunanza col battito delle mani, l’un contro l’altra a riprese, segnale della preghiera – recita della preghiera mattutina che si conclude col canto dell’inno a voce di popolo, accompagnato dal piano – si chiude il velario – un microfono è collocato nel centro e davanti a quello i fedeli alla presenza di tutti espongono le loro necessità. Il rito è compiuto, e così ogni mattino. La colazione che è servita in seguito, è buon richiamo all’armonizzazione di idee e di cuori. La principale dottrina di questa setta è detta “OFURIKAE” o più originariamente “ONORIKAE”: il fondatore cioè di questa assicura la guarigione dei mali col trasferimento delle malattie degli ascritti nel suo proprio corpo. I fondi per il culto sono raccolti pure in maniera caratteristica: contributi liberi o secondo le categorie.

Tre categorie di fedeli (devoti – quasi fedeli – fedeli) formano il corpo religioso – il passaggio graduale da una categoria all’altra è segnato da somme corrispettive, proporzionate in valore a criteri diversissimi, che fanno ascendere assai i contributi… Chi non abbocca all’idea di benessere del proprio corpo, della guarigione di malattie, non già colla cura medica, con medicine spiacenti, con tagli dolorosi… ma col misterioso e suggestivo trasferirsi del male in un altro, che si sacrifica per te? Col complesso di pratiche che assicurano l’immunità da ogni male, da ogni pencolo?… E sono milioni e milioni di yen profusi… per far star bene la pellaccia… e le tasche…

In una forma ancor più moderna, più gustosa al palato della speculazione monetaria tanto dei singoli che di società commerciali si è iniziata un’altra manifestazione a colorito religioso (“SEICHO NO YE” = casa della vita) che in sostanza, prendendo elementi fondamentali atti al suo scopo da tutte le religioni precedenti, costituisce il suo fondo coi contributi dei fedeli, cui distribuisce i dividendi, che pare ascenderanno pel corrente anno al 40%.

Chi non resterà attirato a dare il nome ad una religione, che sa fare così bene gli affari dei suoi devoti? Una delle mire poi di queste manifestazioni religiose è di attrarre nella loro orbita, per quanto è possibile, le classi intellettuali. Il grande mezzo, la stampa e quel che è più forte, la stampa organizzata. Ed ecco entrare in scena nomi noti e cari al popolo giapponese: col romanzo, colla novella, colla rivista, col giornale, con fogli volanti, ecc. adatti ad ogni classe di persone, l’idea centrale religiosa è inculcata goccia a goccia – il fondo culto assicurato.

È difficile seguire la ridda cinematografica di queste manifestazioni semireligiose.

Mi permetterà, amatissimo Padre, che non le scriva i nomi e di queste e dei fondatori. Non è mia intenzione che di manifestarle come su di un quadro generale, quanto è sotto ai nostri occhi, e quanto va estendendosi fra queste popolazioni. Si mettono alla testa di queste religioni anche uomini di pensiero, dando così un colorito di contenuto scientifico, filosofico al complesso delle manifestazioni sopra indicate. Pratiche a base di superstizione, o di manifestazioni spiritiche o ipnotiche assai suggestive, unite a qualche vago principio più o meno filosofico, sono le tendenze più usuali. Qualche altra manifestazione è strettamente circoscritta ai soli fedeli-membri della medesima, limitando perfino il matrimonio fra i soli inscritti (un qualche cosa di simile alla formazione di una casta).

Altre manifestazioni partono da principi scientifici (la religione del sole, la sacra trigonometria (ogni cosa nel mondo può essere descritta o spiegata in termini ternari) – la religione alfabetica (ogni cosa può essere descritta in termini dell’alfabeto giapponese) – la moralogia (eclettismo di saggi, eroi, uomini e donne famosi nella storia del mondo)… C’è posto per tutti… la religione elettronica… e sarà meglio non continuare.

Tutte queste religioni, basate su principi materialistici, d’interesse corrente e riguardanti non il mondo futuro e quanto in esso ci attende, ma quanto interessa lo sfruttamento piacevole del mondo presente, sono capite facilmente e facilmente abbracciate in pieno.

Eccole, amato Padre, una pallida idea dello sbizzarrirsi della povera testa umana quando non ci vede chiaro nei problemi dello spirito, e quando nelle sue considerazioni si ferma solo al di qua. Ed ecco un nuovo campo d’azione del missionario – ecco nuovi elementi su cui poggiare il suo lavoro pratico di propaganda, che anziché aprirsi vie sempre più nette viene intralciandosi di tanta zavorra, di tanti ostacoli alle volte impensati.

Mi parve di sognare quando in treno verso Tokyo ebbi una conversazione di due buone ore con un bel tipo, che mi scodellava la sua religione elettronica… e mi domandava: “se io ci credevo”. Gli feci prima un po’ di lezione di fisica, con appendice sui veri problemi religiosi: ci separammo da ottimi amici… Ma se crede solo a quelli… Sale più intensa e più capita e speriamo più efficace la preghiera quotidiana del sacerdote missionario al Benedictus: “Illuminare bis qui in tenebris…”. Unitevi, anche voi o buoni amici, a che si affretti fra queste care anime la visione della vera luce, Gesù.

Ci benedica tutti e benedica specialmente il

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

1617 / Barbaro Federico / 1936-3-2 /


al chierico Federico Barbaro, tirocinante



2 marzo 1936

Barbaro carissimo,

Grazie di cuore di quanto hai fatto per S. Tommaso. Hai fatto del gran bene a te e agli altri. Bravo! Ieri ho passato molto tempo con te. Leggevo le pagine del Vol. XI della Vita di Don Bosco (pag. 291) e ti posso garantire che tale lettura mi ha fatto del bene, anche con i miei 40 anni d’insegnamento, e farà del bene anche a te7.

Allegro, Federico, lavora per Lui e solo per Lui e prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

1618 / Grigoletto Giuseppe / 1936-3-4 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



4 marzo 1936

Carissimo Don Giuseppe,

Ho divorato la tua bella relazione sul buon Carlo. Misteri della vita umana per parte della madre. Disposizioni di Dio per tutto il resto. Meglio certo così: chissà che sarebbe venuto se fosse stato nel mondo, ne è venuto un bene immenso a tanti, anche a te, quindi: Deo gratias!

Se la morte fosse un peccato dovremmo dolerci, ma è un bene, e qual bene, per chi la conosce e quindi, Deo gratias! Prego di cuore. Puoi essere certo della sua salvezza, tanto più che offrì se stesso per la causa delle anime. Scrivo alla mamma e ben volentieri fin d’ora plaudo all’idea “sala dello studentato teologico”.

Sicuro ho ricevuto le cose di chiesa, diapositive e secondo le indicazioni tue ringraziato gli offerenti. Non ringrazio te, perché è già inteso e d’altra parte non troverei le espressioni ad hoc. Ma tu conosci…

Pel Consiglierato… Son del tuo parere. L’ho dovuto fare un anno a S. Giovanni. Non so dire che ne pensassero i colleghi, ma so che applicando i criteri di cui mi parli, non ho dato castighi e mi par di aver ottenuto quanto dovevo e sono in ottime relazioni con tutti i miei cari consigliati.

Don Bosco si conosce troppo poco ancora. Le forme solite son più o meno comode.

Sii in molta relazione di forze col catechista: i Sacramenti sono il fulcro indefettibile. Poi ancora amore sacrificato per la salvezza delle anime. Don Bosco è tutto qui. Fa’ e lascia dire e forma a questo spirito: ne guadagnerà l’intera Congregazione, ma più le anime.

Per me compio quest’anno i quarantesimi di insegnamento e professione, godo di poter ripetere con Don Bosco di aver ottenuto dai giovani collegiali (ginnasio, liceo, normale), oratoriani, chierici (che sono giovani religiosi) e dal personale quanto domandavo per il bene. Le basi, quelle sopra dette e quelle che (strano!) tu capisci solo ora. Ma non stancarti di avvisare, avvisare e preavvisare i chierici e giovani. Poi prega, prega, prega per ognuno dei tuoi affidati.

Invierò pel battesimo possibilmente foto. Salutami tanto Prosdocimo. Preghi per me: sempre lo ricordo e prego.

Per Don Frigo, quid dicam? Per me, se lo mandano, lo piglio, come chiunque altro, in Giappone. Al Giappone ha sempre voluto bene ed ha fatto del bene, ma per me (ho il principio e intendo non derogare) domando personale, non persone.

Come ti ho detto tante volte, non disturbarti a scrivere, ti sono vicino sempre in fractione panis e mi troverai sempre con Lui nel S. Tabernacolo, ove trovo sempre te. La tua sensibilità è buona, non temere.

Niente ti turbi, se ti parlai della cattolicità delle Missioni, è per il tuo e mio bene. Chi leggesse la nostra corrispondenza deve capire che si lavora pel Signore: è per istruzione ed educazione di tutti.

Noto pure per il battesimo Giorgio Pesaro e prego. Per l’educazione della volontà occorre che si eserciti. Fagli leggere Förster “Il Vangelo della vita” e più che leggere, eseguisca. Ma se non c’è la sua volontà… non si riesce a nulla. Leggi tu le belle pagine di Don Bosco in vita di Colle (mi pare siano riprodotte anche da Don Ceria, se no, vedi il 1° vol. delle mie lezioni di Pedagogia, sono riportate), c’è da imparare. Molta della fiacca volontà dei figli, è colpa dei genitori.

La Missione del Salesiano è dove lo manda l’obbedienza, comunque si chiami il luogo: Mogliano, Marocco, Giappone, Valsalice, ecc. È identica cosa, pur nella vita cosiddetta di Missione, per individui che abbiano molti legami si sente il sacrificio più di altri, ma dove abbonda il dolore, abbonda pure la consolazione più pura.

Sì, sii integrale in tutto ciò che è dovere e salvezza d’anime. Tale integrità e rettitudine ti salverà da parzialità dannose a te e agli altri, ti darà forza sempre. Allegro sempre nel Signore.

Unisco per i tuoi scolari, da quel che scrissero ho risposto come mi sembrava mi suggerisse il Signore. Leggi: se ti sembra ci siano consigli non opportuni, non consegnare: dirai “per il tuo caso Don Cimatti si riserva di pregare e scriverti” e tu mi scriverai quanto è per il bene.

Tu intanto prega anche per me che sempre ti ricordo e saluta tutti tutti tutti

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Al buon Don Del Favero assicura preghiera.

1619 / Ricaldone Pietro / 1936-3-5 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



VISITATORIA S. FRANCESCO SAVERIO, GIAPPONE


Fondazione di Osaka


Miyazaki, 5 marzo 1936

Rev.mi Superiori,

Mentre godo dal più profondo del cuore per la benevola considerazione con cui i Superiori hanno preso la questione della fondazione di Osaka, accuso ricevuta della comunicazione del 4 Febbraio. Mi si dice pure che posso contare sull’aiuto di personale. Siccome il Vescovo insiste e sarebbe di tutta convenienza che il personale per detta fondazione fosse preparato per tempo, faccio umile domanda ai Superiori per sapere quando è che posso contare su detto personale, per potere dire una parola definitiva a S. Ec.

Per ora gli comunico il parere dei Superiori. Il Signore dia modo ai Superiori di poter iniziare al più presto quest’opera, che sarà una nuova gemma per la nostra Congregazione e che ci attirerà le benedizioni di Dio e degli uomini. Il Giappone per muoversi vuol vedere le istituzioni.

Valutatele è generoso ed è un momento propizio perché il Governo si avvia risolutamente sulla via educativa a base della religione. Noi felici se sapremo sfruttare santamente la situazione.

Ah, se potessi essere compreso… D’altra parte occorre tener conto delle ottime disposizioni di Monsignore in cui è venuta una vera conversione… Ogni ritardo può nuocere al presente e all’avvenire. Metto il problema nelle mani di S. Giuseppe nel suo bel mese.

Con rispettoso ossequio:

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1620 / Ricaldone Pietro / 1936-3-5 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Visitatoria S. Francesco S. Giappone



Scuola professionale di Tokyo


Miayazaki, 5 marzo 1936

Rev.mi Superiori,

Con lettera dei Superiori del 4 Febbraio 1936 godo che sia giunta assai gradita la notizia dell’approvazione legale della Scuola Professionale di Tokyo. I Superiori pregano che presto sia coronata l’Opera.

Mentre tutti preghiamo e diamo attorno per aiutare lo zelo del nostro Don Margiaria che davvero è superiore ad ogni elogio e che merita tutto il nostro appoggio morale e materiale, supplico anche che i Superiori rivolgano uno sguardo benevolo ed efficace su quest’opera in cui è impegnato l’onore della Congregazione presso le autorità provinciali e governative.

Secondo il piano che ebbi a presentare ai Superiori in varie riprese (e di cui dolorosamente non ebbi risposta) in quest’anno dobbiamo procedere alla parziale costruzione secondo che è indicato alla pratica che unisco.

Mi occorrono i mezzi e spero che i Superiori ci verranno in aiuto proporzionato ai bisogni. Secondo i dati presentati in antecedenza in quattro anni dobbiamo oltre l’edificio dotare la scuola del capitale necessario ad assicurare la vita della scuola stessa, valutato a Yen 40.000. È capitale che non si perde e di cui si percepiscono gli interessi, ma che bisogna depositare. Inoltre occorre dotare la scuola ecc. Insomma i nostri buoni Superiori comprendono che l’Opera salesiana che al momento non ha reali risorse in posto, ha bisogno di essere efficacemente aiutata se vogliamo riuscire nell’intento.

Ed è questo aiuto che imploro perché al momento non so dove sbattere la testa e presento a parte nuovamente supplica che mi si venga in aiuto speciale.

Anche questa pratica affido al cuore paterno di S. Giuseppe tanto più che trattasi di scuola per artigiani e al nostro Don Bosco cui la scuola è consacrata e a tutta la buona volontà dei superiori.

1 Col più profondo ossequio

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2 Don V. Cimatti, sales.

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3 1629 / Propaganda fide / 1936-3-16 /

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