Cimatti|Circolare salesiani / 1932-10-1

1001 / Circolare salesiani / 1932-10-1 /

ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki1


Miyazaki, 1 ottobre 1932

Carissimi,

Permettete che completi il riassunto delle varie cose che abbiamo trattato durante gli esercizi, e che aggiunga pure altre cose che mi sembra potranno essere utili a sapersi. Fatene tema di lettura ai confratelli e specialmente trattatene nelle conferenze.

Ordinamenti per le feste civili: Ogni residenza non dimentichi di commemorare le feste giapponesi: Tenshosetsu, Meijisetsu, Kigensetsu, Shokonsai… almeno col seguente programma minimo obbligatorio:

Esposizione della bandiera, canti degli inni di occasione e nazionale nell’adunata. Avvisare per tempo i cristiani della solennità e dei doveri relativi del buon cittadino: preghiere, esposizione della bandiera, ecc.

Funzione religiosa o commemorazione fuori chiesa, possibilmente con invito di autorità o almeno si dia ampia segnalazione o con foglietti o mediante la stampa cittadina o con programma affisso in luogo ben visibile al pubblico – ottima cosa invitare a fare la commemorazione qualche autorità. In quelle residenze in cui vi è già in funzione qualche scuola, e specialmente se vi sono insegnanti esterni, non è male sentire con loro ciò che si potrebbe fare in tali occasioni.

RICORDIAMO che per avere frutto nei nostri lavori dobbiamo contare solo su questo dato di fatto, CHe SIAMO TOLLERATI, SOPRATTUTTO COME STRANIERI. È RICONOSCIUTA LA LIBERTÀ RELIGIOSA AI SOGGETTI. MA LA CHIESA CATTOLICA NON È RICONOSCIUTA COME SOCIETÀ. È SoLO TOLLERATA. Bisogna dunque evitare tutto ciò che provoca, sia la polizia, sia lo Shinto, sia il Buddismo, che assai spesso lavorano contro di noi più di quello che noi vediamo. Naturalmente non si può evitare tutto, ma si può e si deve evitare ciò che non è essenziale o almeno ciò che non è urgente per la propaganda della vita cattolica e per la propagazione della fede.

Quanto sarà sperimentato utile in quest’anno in tali occasioni ci servirà di norma per stabilire il programma definitivo uniforme per il prossimo anno.

2. Notizie utili a sapersi, desunte da amici fuori missione, dai cristiani, dai confratelli. Mi pare ci siano cose utili per conoscerci meglio e per sapere come siamo valutati dagli altri.

a) I salesiani nel modo di fare e di parlare sono troppo aspri e pungenti, troppo pronti nelle osservazioni ai subalterni giapponesi, avendo sempre l’aria di sgridare e di non essere mai contenti di ciò che fanno i giapponesi.

Qualche volta poi dai difetti personali generalizzano ai difetti nazionali…

gVoi giapponesi… Il Giappone… In Italia si fa così… Noi Italiani… Noi Europei…”. COMPRENDETE LA DELICATEZZA DELL’ARGOMENTO E QUANTO DOBBIAMO TENERE A FRENO NERVI, LINGUA E PENNA, SE NON VOGLIAMO ROVINARE IN BREVE MOLTO LAVORO. E QUEL CHE PIÙ È FARCI QUESTA NORMA CHE È DAVVERO OPPOSTA AL NOSTRO SISTEMA EDUCATIVO.

Le dicerie di Beppu contro il Cattolicesimo furono (lo sapete) in relazione all’Imperatore, alla bandiera nazionale, all’inno nazionale, all’amor filiale. Le occasioni che le provocarono furono intemperanze nel parlare, nello scrivere e nel modo di trattare i ragazzi.

GUAI SE NEL NOSTRO LAVORO TANTO DIFFICILE E TANTO DELICATO DELL’EDUCAZIONE DELLA GIOVENTÙ SI SPARGESSERO TALI GRAVISSIME ACCUSE, come purtroppo è in parte avvenuto. DOBBIAMO ESSERE LODATI DI PATRIOTTISMO, NON SOSPETTATI.

Permettete che francamente ve lo dica, tutti, tutti, tutti abbiamo bisogno di essere stimolati di più ad amare il GIAPPONE (non dico la Missione per la quale c’è davvero una lodevole gara di fare sempre di più e sempre meglio), dobbiamo frenare la lingua e la penna anche parlando fra noi e scrivendo sia in Giappone che all’estero, alle volte giudichiamo troppo catastroficamente e con esagerazioni evidenti – e specialmente stare attenti che ormai abbiamo attorno chi comprendendo qualche parola d’Italiano, comprende e riferisce a modo suo quanto crede di aver capito, e, data la suscettibilità del carattere giapponese, credetelo, interpreta sempre a nostro disfavore.

Dobbiamo cercare collo studio e più col familiare contatto coi catechisti e con quelle persone che ci comprendono, col lavoro paziente di direzione spirituale nel ministero della confessione, col metterci in mezzo alla gioventù e assisterla come ci ha insegnato Don Bosco, collo stringere preziose relazioni colle autorità giapponesi, ecc. Dobbiamo, dico, cercare di conoscere sempre e meglio il carattere giapponese, le sue abitudini, adattandovici per quanto è possibile.

Ripeto sommariamente quanto ho già consigliato in altre circolari:

  1. Si studi e si faccia studiare il Giapponese; istruiamoci sulla storia del Giappone, sulle sue cose notevoli, almeno dei luoghi che sono alla nostra dipendenza, sulle sue costumanze, prendendo occasione da feste locali, da avvenimenti del giorno, da visite fatte, ecc.

  2. Si stringano sempre più fortemente le relazioni colle Autorità e colle persone più influenti del luogo, e specialmente colle autorità scolastiche.


SI PARTECIPI ALLE fESTE, ALLE MANIFESTAZIONI SCOLASTICHE O CIVILI O SPECIALI DEL PAESE, quando non disdice la presenza del sacerdote…

ET SI NON ES VOCATUS FAC UT VOCERIS… E SPECIALMENTE ALMENO UN CONFRATELLO DELLA RESIDENZA CERCHI DI ESSERE SOCIO DELLE ASSOCIAZIONI che sorgono nella città in cui ci troviamo (associazioni parenti, di educazione, Croce Rossa, Società degli amici, ecc.).

Ve l’ho sempre raccomandato, ve l’ho sempre permesso: ora dico: “È dovere!”. Non facendo così ci priviamo di uno dei mezzi più belli di propaganda non solo, ma di bene efficace e di istruzione per parte nostra. SIAMO ANcHE IN QUESTO DEGNI FIGLI DI Don BOSCO, ESEGUIAMONE I RICORDI CHE CI HA DATI E CHE SERVONO TUTTI E ASSAI BENE ANCHE IN GIAPPONE.


RELAZIONE COLLE AUTORITà ECCLESIASTICHE E CIVILI


Si manca ancora assai in questo.

  1. Si risponda subito e sempre alle singole autorità e si tenga copia di quanto si scrive.

  2. Si tenga conto delle qualità delle persone, seguendo a puntino l’etichetta giapponese in queste risposte o inviti ufficiali e per le formalità dell’invito e per la qualità della carta e per la spedizione e per la forma dello scritto, ecc.

  3. Certe pratiche si facilitano andando a parlare direttamente o per interposta persona, facendosi dire come si deve svolgere la pratica. Alle volte gli impiegati subalterni possono fare e fanno più che i superiori diretti.

  4. Attenti alle comunicazioni prescritte in occasione del conferimento dei Sacramenti. I catechisti e persone amiche, specie se di riguardo, ci possono aiutare in questo. Abbiamo bisogno di venire formandoci il costumiere della Missione che ci faciliterà tante cose, e mi auguro che col contributo di tutti sia anche questo un fatto compiuto.


I SALESIANI NON SEGUONO L’ETICHETTA GIAPPONESE


È un corollario dei pensieri precedenti. Accennavamo fra l’altro all’uso di accompagnare alla stazione in occasione di un viaggio speciale, lungo… cambio di luogo. È capitato, e non solo una volta, che alla stazione si trovavano i cristiani a congedare un confratello, e non vi erano i confratelli della casa.

Similmente per il ricevimento degli Ospiti… Paragoniamo quando si va in casa loro… e quanto facciamo noi.

Perché voi salesiani vi occupate tanto dell’opera dell’educazione della gioventù, impiegandovi tempo, forze, danaro e non preoccupandovi a quanto sembra dei risultati numerici o clamorosi dell’opera? Questo quanto ci viene alle volte detto.

Ecco una buona occasione per spiegare lo scopo dell’Opera salesiana. L’esito esiguo non ci deve spaventare. Ne vedremo i risultati fra 10-15 anni, e li vedranno i nostri successori. Piuttosto dobbiamo studiare le cause (se ci sono) di queste esiguità, ed i mezzi da attuarsi per correggere e migliorare.

Abbiamo finora fatto tutto quello che era stabilito ad es. sul contatto intimo che ci deve essere fra oratorio e famiglie e scuole? Fra genitori e insegnanti? Orario comunicato chiaramente alle famiglie. Vigilanza sulle conversazioni dei giovani. Buone maniere cercando di far amare anche il luogo stesso dell’oratorio, ecc. Per i pagani specialmente non insistere troppo sulla religione… Insomma: “FACCIAMOCI MOLTI AMIcI… FACCIAMOCI MOLTI SIMPATIZZANTI DELLA MISSIONE CATTOLICA”. Dall’amicizia nascerà la curiosità di conoscere… e la grazia di Dio farà tutto.


SOSTENIAMOCI A VICENDA E SOSTENIAMO LE NOSTRE OPERE


Permettete alcuni richiami fraterni. Da tutti si desidera lavorare nell’apostolato. Aiutiamoci vicendevolmente col consiglio, coll’opera e col ministero, prestandoci per predicazione, per confessioni, per aiuti di ogni genere, colla delicata correzione fraterna, colla preghiera.

Tutti utili, nessuno necessario, ma non va bene ad es. dire: “I chierici servono a nulla… Mangiano solamente…”. Anche detto solo per scherzo queste cose non giovano a nessuno, e sapute in alto loco (e purtroppo che arrivano fino a là) non edificano certo a nostro vantaggio.

Raccomando l’ordinata diffusione della buona stampa. Pensiamo anche alle nostre pubblicazioni. Se vi sono osservazioni, si facciano con franchezza ai responsabili, ma aiutiamoci anche in questo.

Vi raccomando le LETTURE CATTOLICHE per la gioventù. Raccomando il DON BOSCO. Per il KARASHIDANE comprendo le difficoltà vostre per l’invio degli articoli; faremo così: quando mi arriva per il 10 del mese il materiale vostro faremo la pubblicazione. In caso contrario il Centro sceglierà tra i foglietti o altre pubblicazioni che conosce o che gli sono segnalate come utili, specie per i pagani, le migliori e le invierà alle residenze nelle proporzioni del Karashidane o secondo i desideri.

Altre volte il Centro farà stampare qualcuno tra i migliori usciti, oppure, siccome il Giornale Cattolico esce una volta al mese pubblicato esclusivamente per i pagani, si potrà con quel numero sostituire il Karashidane, quando non può uscire.

L’importante è che tutti si sia veri e zelanti apostoli della buona stampa.

Attendo il vostro parere e desideri al riguardo, come pure siccome si ha intenzione di stampare per conto nostro il Catechismo e l’edizione per i fanciulli, si desidererebbe fare illustrata, prego vivamente che al più presto chi avesse idee da manifestare al riguardo e specialmente che avesse Catechismi illustrati abbia la bontà di inviarli al sottoscritto.

E per questa volta basta, miei buoni missionari e confratelli. Prossimamente vi manderò il sunto delle principali disposizioni legislative che ci possono interessare ed anche appunti sull’organizzazione cattolica.

In relazione alle cose che vi ho comunicato troverete certo esagerazioni, inesattezze… Ho voluto raccogliere tutto e farvene parte.

Non dobbiamo temere che ci facciano osservazioni. Perfezioniamoci sempre di più e perfezioniamo sempre più le opere nostre.

Nel bel mese del Rosario non trascuriamo questo mezzo spirituale per trionfare anche di queste difficoltà ed invocare sui nostri lavori e sulle famiglie nostre la benedizione della Vergine Madre nostra Ausiliatrice.

Tutto e sempre vostro

Aff. mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1 Nell’ambiente nazionalistico di quei tempi, il problema dell’inculturazione dei missionari stranieri diventava sempre più acuto. Questa lettera di Don Cimatti mostra come deve essere il missionario fuori del suo paese. Questo problema d’ora in poi sarà sempre più sentito in Giappone, fino a culminare durante la seconda guerra mondiale. Del resto non è un problema solo del Giappone, e non solo di quei tempi.