Cimatti|Cimatti tutte le lettere in un singolo archivio|1931

684 /Rinaldi Filippo BS /1931-1-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 1 gennaio 1931


Aurora di vita nuova1

Amatissimo Padre,

Mi pare di poter dire che il Signore voglia diffondere sulla nostra missione un’aurora di vita nuova.

L’anno nuovo si apre con una ventina di battesimi; colla fondazione in provincia di Miyazaki di nuovi centri d’istruzione religiosa (Hirose, Kobayashi) e colla nuova residenza del nostro studentato filosofico a Takanabe; coll’inizio di varie altre opere (di cui riferirò a tempo opportuno) destinate a rassodare fondazioni iniziate e svilupparne nuove, e la Provvidenza in forme sempre nuove ci viene in aiuto per la carità dei nostri benefattori.

Ma non ci è di minore consolazione il felice arrivo del nucleo di rinforzo (1 prete, 3 chierici e tre suore Figlie di Maria Ausil.) inviatoci dalla generosità dei Superiori. Oh, come incominciano a delinearsi le speranze future… e si sogna… e si affretta col desiderio e col lavoro la realtà dell’avvento del regno di Dio per queste anime.


Vita di felicità pagana


Intorno a noi ferve in questo momento la festività del capodanno. E più che in Europa, per lettera, per visite, con riunioni e con donativi si scambiano auguri di felicità. Si augura e si cerca questa nei copiosi pasti tra gli intimi parenti e nelle libazioni. La si vuole ricordata nei tradizionali ornamenti davanti alle case; un ramo di pino, legato insieme al bambù ed al ciliegio rammenta a tutti la vigoria, la forza e la longevità della famiglia raffigurata nel bambù che produce numerosi polloni e che si erge dritto al cielo: l’anima giapponese raffigurata nel ciliegio che apre i suoi fiori profumati al sorgere del sole. Sull’uscio di casa sono riuniti in guisa da formare uno stemma paglia di riso, felci e pesci, raffiguranti l’abbondanza dei prodotti della terra.

Nel mezzo spicca l’arancio simbolo della trasmissione di tutta questa felicità alle generazioni della famiglia.

Canti e danze si fanno nella casa o su palchi improvvisati nelle vie, affollate più del solito, più variopinte nella fantasmagoria dei colori della réclame dei negozi e dei rinnovati vestiti delle persone.

Accanto a grossi fornelli sui quali cuoce il riso, due o quattro uomini battono il riso con grossi martelli di legno in mortai, cantando in ritmo cadenzato, e formando il desiderato mochi, pasta che si stira e foggia in forme svariatissime, e rappresenta uno dei doni e dei cibi prediletti di capodanno.

È insomma un agitarsi di persone, un fervore di vita nuova, manifestata in modo speciale dai fanciulli che mettono in mostra i regali ricevuti, utilizzano subito i nuovi giuochi – la palla, le birille, il volano, il cervo volante che in fogge stranissime solca in ogni direzione il cielo – e dove cade la neve costruiscono fantocci caratteristici e si riscaldano lanciandosi pallate o giuocando ai nostri giuochi di sport invernale che ben conoscono.


Vita nuova Cristiana


I nostri cristiani in occasione del capodanno hanno aggiunto alle forme sociali della vita giapponese quelle della vita cristiana.

Si sono consacrati con noi al S. Cuore e a Miyazaki durante le Quarantore tenute in questa circostanza, hanno tenuto compagnia a Gesù pregandolo per loro, per la missione e per i suoi numerosi amici e benefattori, per la patria loro.

Rinnovati tutti nello spirito ci ottenga il Signore la propagazione del suo regno nelle anime e la pace promessa agli uomini di buona volontà.

Coll’augurio cordiale di buon anno agli amati Superiori, ai fratelli ed allievi tutti, ai cari cooperatori, e specialmente a Lei, amato Padre, voglia ricordarci e benedirci in modo speciale.

Don V. Cimatti, mission. sales.



685/Ricaldone Pietro / 1931-1-5 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 5 Gennaio 1931


Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Finalmente gli amatissimi confratelli sono giunti e già arrivati in sede,2 e da quello che essi mi dicono e da quello che così ad occhio e croce posso capire, sono veramente animati di buona volontà e speriamo che si mettano subito di buona volontà al lavoro.

Grazie di cuore del vero sforzo che hanno fatto per noi i Superiori e già le dico: “Cominci a pensare per il prossimo anno” in cui saranno realtà concreta molte cose di cui a bocce ferme le scriverò. Abbiamo pregato e preghiamo per la sua salute. Lei faccia tutto il possibile, perché se l’esempio cattivo viene dall’alto è certo che tutti ne scapiteranno. Fiat volutas Dei!


1.- Per la salute le cose vanno avviandosi. Credo che si faccia tutto quello che la nostra povertà permette per alleviare le sofferenze dei malati. Il Signore ci ha voluto provare e la prova non è ancora finita, ma sono sicuro che gli ammalati sono una benedizione per la missione, e se ho insistito presso i Superiori, è per avere consiglio ed aiuto in caso di necessario rimpatrio od altri provvedimenti che fossero del caso.

2.- Don Lucioni per me è un ammalato e non formato alla vita regolare. Sente assai il peso della vita comune; pur desiderando di fare l’ubbidienza, vorrebbe fare ed avere la libertà d’azione, e certo potrebbe fare del bene, perché è assai attivo e zelante. Ad ogni modo si è rimesso al desiderio dei Superiori, ed attende con ansia la fine di quest’anno nella speranza che le condizioni del prossimo anno lo mettano nella possibilità di lavorare in un campo dove pensa avere una responsabilità, pur spaventandosi per ogni responsabilità. Vedremo… e Lei sarà informato.

3.- Per il personale insegnante ci siamo aggiustati benino fra Don Piacenza (latino, matematica, giapponese al primo corso). Don Marega (filosofia, religione, liturgia, ecc.). Don Carò (greco, storia, canto e cerimonie). Don Cimatti (scienze fisiche e naturali, pedagogia, italiano, giapponese al secondo corso, insieme ad un professore di scuola giapponese).

Salvo il giapponese facciamo a sezioni unite tutti gli altri insegnamenti. Quanto al coadiutore: meglio così. Meglio nessuno che poi avere dei fastidi in questi paesi così difficili.

4.- Quanto ai mezzi, seguendo l’esempio dei Superiori chiedo a tutti, superiori compresi, e finora la Provvidenza non mi è venuta meno mai e spero di far fronte a tutti gli impegni che quest’anno sono formidabili… Mi aiutano? Deo gratias! Non possono aiutarmi? La Provvidenza pensa Essa, come ha sempre pensato finora. Pur passando qualche momento di trepidazione, il Signore ha sempre aggiustato le cose per il loro verso, anche quando la mia zucca avrebbe veduto diverso.

5.- Per la “vexata questio” per me sarò felice quando la divisione dei poteri permetterà subito la netta separazione del lavoro nei due campi. La S. Sede e i Superiori vedranno quando sia il caso di farla. Per me penso che il farla presto non vada male.

6.- Per l’andata di Don Escursell optime.

Per tutto il resto, non è senza significato che ho voluto consacrare solennemente la Missione al Sacro Cuore di Gesù. Anche per il materiale deve pensarci Lui come del resto ci ha pensato finora… e avanti nel Signore. Lo so che i Superiori e specie il successore di Don Bosco mi hanno fatto sempre da Padre, ed anche ultimamente me ne hanno dato a divedere la realtà. Grazie di cuore.

A bocce ferme la terrò informata di molte altre cose. Ed ora continui a voler bene a questa nostra povera missione che sono sicuro formerà le delizie del Cuore di Gesù e della nostra buona Mamma Maria.

Mi aiuti col consiglio, colla preghiera e in tutte le forme utili per il bene, e mi benedica in modo speciale. Sempre e tutto nel Signore,

Suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

686 /Rinaldi Filippo / 1931-1-5 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 5 gennaio 1931

Amatissimo Padre,

Grazie a Dio i figliuoli sono giunti sani e salvi, e col ringraziamento più vivo al Signore unisco pure quello sentitissimo ai Superiori per la vera predilezione che dal punto di vista spirituale coll’invio di questi cari confratelli, ed anche con l’aiuto materiale, hanno dimostrato alla nostra vera missione. Grazie dei preziosi sussidi. Nell’ultimo dell’anno ho voluto consacrare la nostra Missione al S. Cuore di Gesù, e spero proprio che questo dolcissimo Cuore si piglierà a cuore la conversione di queste povere anime, ed aiuterà i nostri cari confratelli ad un vero rifiorire di perfezione religiosa. Quanto alla parte materiale è da tempo che mi sono buttato pienamente nelle mani di Dio e avanti sempre senza paura.

Quanto al resto Lei sa che Don Cimatti desidera le croci (non quelle d’oro… che per me sono ornamenti sprecati… intendo per me…) e dico volentieri al Signore con S. Francesco Saverio PLURA… PLURA… Ed il Signore non me le risparmia… e di ogni genere… Ma che cosa sono queste in confronto di quelle che dà a tanti altri?

Per ora tutti sono allogati e a bocce ferme le parlerò di varie cose che dovranno presto diventare realtà concrete. Lei continui ad aversi riguardo alla salute e a dar buon esempio in questo anche se no, se si ammalano i Superiori noi potremo essere autorizzati a esserlo pure, e ciò non va bene.

Dopo domani finisce il triduo di apertura dell’anno e comincia l’anno nuovo scolastico per questi cari figliuoli. Preghi per noi.

Nella prossima lettera ripiglierò la consuetudine di fare un po’ di rendiconto mio e un rendiconto dei confratelli. Per questo mese per me novità nessuna, si dal punto di vista spirituale che materiale. Mi pare continui la buona volontà in tutto, colle solite deficienze mie, che ho buttato nel cuore di Gesù e della Mamma e in Don Bosco… Bisogna pure che facciano loro tutto.

Amato Padre, grazie di tutto. Non voglio ritardare le lettere, di questi cari figliuoli e la relazione mensile per il Bollettino. La novità di questo mese è che alla fine del mese per la festa di San Francesco di Sales, lanceremo in Giappone il manuale dei cooperatori tradotto in Giapponese per iniziare un po’…

Preghi perché Don Bosco lavori bene e faccia sì che questa iniziativa dia quei frutti spirituali che voleva Don Bosco nel fondarla.

Tutti vogliono essere particolarmente ricordati e più di tutti il suo


Aff. mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

687 /Circolare Salesiani / 1931-1-7 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Miyazaki, 7 gennaio 1931


Carissimi,

Mentre vi ringrazio di tutto cuore di quanto avete fatto perchè la Consacrazione della Missione al S. Cuore riuscisse fruttuosa per le anime, e mentre vi rinnovo gli auguri per il felice anno, che sarà così pieno di lavoro e di avvenimenti, vi assicuro la mia quotidiana preghiera per ognuno di voi e delle singole opere a voi affidate.

Vi prego di trovarvi per la prossima adunanza il giorno 13 (martedì) alle ore 9 a. m., per questa volta ancora a Takanabe. Vi prego di portare il materiale concreto intorno ai seguenti punti:

1.- Relazioni colle case. Aiuti spirituali fra le medesime. Chiarire e sciogliere definitivamente questioni pendenti nel campo finanziario. Don Cimatti regolerà e salderà ogni cosa in modo che col primo di Gennaio si inizi regolarmente ogni conto.

2.- Materiale di propaganda, specialmente per proiezioni. Centro unico? Oppure non sembra più facile ad attuarsi che ogni residenza abbia un certo qual deposito per poter far fronte ad eventuali necessità e far circolare specialmente il materiale cinematografico? Alcuni missionari domandano aiuto a noi per questa propaganda: quid?

3.- Desidero che siano messe a posto al più presto le biblioteche delle singole case secondo il regolamento e anche per venire in aiuto alla predicazione dei sacerdoti e per la nostra formazione ascetica, non dimenticando i coadiutori e i chierici, e se fosse possibile anche i nostri catechisti. Mi occorrono dati, elenchi di libri che si propongono e quanto si ritiene utile al riguardo. Non dimentichiamo l’aiuto che tutti dobbiamo dare alle nostre pubblicazioni, quindi non bisogna dimenticare anche quanto potrebbe servire per materiale da cui ricavare articoli, ecc.

4.- Arrepta occasione si raccolgano dati storici per la futura storia della missione, fotografie, cartoline, libri, ecc. Sono gradite assai ai benefattori le fotografie dei battezzati colla loro offerta. Prego inviarne sempre copia.

5.- Come rendere più uniformi le nostre funzioni in certi dettagli: Dio sia benedetto, orazioni, benedizioni…

Avete potuto pensare a qualche cosa di concreto per i nostri catechisti?

Nell’attesa di rivedervi e di dirvi tante cose a voce mi dico:


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


688 /Grigoletto Giuseppe / 1931-1-9 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 9 gennaio 1931


Mio buon Giuseppe,

Grazie della tua. Spero che le cose arriveranno…

Grazie di quanto fai. Il premio te lo può dare non Don Cimatti, ma troverai tutto in Paradiso. Oh, se tutti i salesiani lavorassero per le missioni, che forza di attività!… e costa così poco… ed il Signore benedirebbe a mille doppi le nostre opere.

Congratulazioni ai nuovi diaconi e a te quando? Se pensi allo spauracchio per la preparazione, non sarai mai preparato. Avanti con fede nelle mani di Dio e allegro. Ti dispenso dall’invio dei versi latini: ma devi sapere che per alcuni mesi sono passato professore di latino al nostro studentato. Ora ho affidato tutto a Don Piacenza, cerco solo di fare un po’ di scienze.

Grazie degli auguri pei lustri… 5 spero di vederli e poi vedremo. Prega e continua ad essere buono.

Saluta i singoli diaconi… dicano un Dominus vobiscum per me. Quando la Messa di questi e tua?

Un ossequio speciale al Direttore.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.













689 /Giardini Mario / 1931-1-12 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico


Takanabe, 12 gennaio 1931

Eccellenza Reverendissima,

Ero proprio in procinto di scrivere all’E.V. quando la sua amabilissima portando conforto di una generosa offerta che per le sue mani la Provvidenza oggi mi invia… dico oggi perché la Provvidenza in quantità sufficiente invia ogni giorno il suo caritatevole aiuto ai poveri suoi figli. Deo gratias e anche a Lei che oggi fu scelto ministro della divina bontà.

Il motivo per cui mi accingevo a scrivere a S.E. è l’approssimarsi del suo giorno onomastico. Può comprendere se i figli di Don Bosco possano lasciar passare questa occasione senza ricordare in modo tutto speciale chi per loro è padre e benefattore insigne.

Certo noi non possiamo manifestare la nostra riconoscenza che colla forma della preghiera, e questa certo non mancherà, come non manca ogni giorno. In questo coro di riconoscenza tutti vogliono essere ricordati, specialmente quelli che in testa delle singole residenze hanno risentito più degli altri la bontà, il tesoro di consigli e gli aiuti dell’E.V. La ricorda Don Tanguy, Don Piacenza, Don Cavoli, Don Margiaria e… dovrei darle i nomi di tutti, anche dei nuovi arrivati: Don Carò (francese) e dei tre chierici: Arri, Bechis, Dal Fior e delle tre suore che pur non conoscendo l’E.V. sanno che in Lei i Salesiani hanno il padre buono e l’ottimo benefattore.

Accetti anche gli auguri a nome dei nostri Superiori che hanno incaricato di fare le loro parti.

Come Lei sa, Don Cimatti non sa dirLe che il grazie riconoscente a nome di tutti, e la famiglia salesiana mette a disposizione dell’E.V. che loro richiama il dolce Cristo in terra, tutto quello che sanno e possono: tutto mettono a disposizione di V. E.

Voglia compatirci, consigliarci, non desideriamo che di lavorare per fare il nostro dovere per il Signore, per la nostra S. Chiesa e per la salvezza delle anime.

Passando ad altro. La pregherei si degnasse di firmare l’acclusa per la causa di Beatificazione del Servo di Dio Don Rua.

Saprà che Mons. Kinold ha pubblicato la nuova dicitura del “Dio sia benedetto”, diverso da quello che si dice in diocesi di Nagasaki e nelle altre chiese del Kyushu. Per questo ed altre cosette liturgiche come dobbiamo comportarci? Chi deve determinare l’uniformità se uniformità ci deve essere?

Sono sempre a disturbarla con le mie sciocchezze, ma non saprei a chi rivolgermi per precise indicazioni.

Stiamo cercando il terreno a Beppu. Già iniziati i lavori a Oita avendo acquistato il piccolo terreno vicino alla missione. Se la carità non viene meno spererei quest’anno di iniziare un modesto laboratorio tipografico. Ho già ricoverato qualche elemento a Oita. Ci aiuti il Signore. Anche a Nakatsu sono incominciati i lavori di ampliamento che permetteranno di accogliere per il prossimo Aprile una decina di nuovi seminaristi, in attesa che la S. Sede ci fornisca i mezzi per la costruzione del Piccolo Seminario da costruirsi dove vorrà la Provvidenza. Così anche la residenza di Nakatsu ne verrà a guadagnare. A Tano pure si sta facendo una piccola sala per le adunanze e una casetta per il missionario.

A Miyazaki sto cercando dove alloggiare le suore per un modesto asilo. Ma cercando a destra e a sinistra non ho il capitale necessario. A vari a cui ho domandato non possono farmi prestiti… Deus providebit, perché ritengo per ora più utile questa che qualsiasi altra istituzione. Preghi affinché il Signore mi faccia trovare il prestito necessario.

Per ora i confratelli, grazie a Dio, sono tutti in salute discreta. Deo gratias. Auguro all’E.V. e al bravo fratello identica salute e le più elette benedizioni del Signore che noi affrettiamo ogni giorno nelle nostre preghiere.

Voglia l’E.V. benedirci tutti, e specialmente chi sente di averne maggior bisogno. Colla fine del mese invierò alle Missioni e a persone di riguardo nostre amiche il piccolo manuale del cooperatore salesiano. Abbiamo bisogno di tutto e di tutti, e questa fondazione del nostro Don Bosco merita di essere conosciuta anche in Giappone. Sono convinto che, come lo è già, anche l’E.V. gradirà di convalidare la nomina. Sto pure preparando materiale per le future LETTURE CATTOLICHE, pubblicazione per la gioventù e per il popolo che spero faranno bene anche in Giappone.

Su tutto questo e sulle molteplici opere che bisogna pur compiere scenda la sua benedizione e preghi per noi, che sempre la ricordiamo ogni giorno. Dell’E.V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


690 /Circolare Missionari del Giappone / 1931-1-15 /


ai Missionari del Giappone



Miyazaki, 15 Janvier 1931

Très Révérend Père,

J’ai bien l’honneur de vous présenter la traduction en japonais du manuel de “l’Union des Coopérateurs et Coopératrices salésiens et je vous serais très reconnaissant de la faire connaître et répandre autour de vous.

Cette Association, instituée par le Bienhereux Don Bosco, a pour but de solliciter la collaboration spirituelle et matérielle des âmes dévouées et généreuses aux multiples oeuvres de zèle qui forment le programme de la Congrégation Salésienne. Tout en travaillant à leur sanctification personelle par le fidèle accomplissement des devoirs chrétiens, les Coopérateurs Salésiens prètent leur concours à cette oeuvre magnifique d’apostolat moderne par l’exercice de la charité en faveur de l’éducation de la jeunesse.

Faire partie de cette Association n’implique aucune obligation speciale on dehors de la récitation quotidienne aux intentions du souverain Pontife d’un Pater, un Ave, suivis de l’invocation “Saint François de Sales, priez pour nous”.

Les lecteur de l’opuscule ci – joint sauront estimer en leur juste valeur les nombreuses indulgences plénières et partielles dont ils peuvent accroître leur trésor spirituel et enverront leurs noms au T. Rd. Père Cimatti, supérieur de la Mission Salésienne, à Miyazaki, sollicitant de se faire inserér dans cette Union des Coopérateurs et Cooperatrices Salésiens pour collaborer avec les fils du Bienheureux Don Bosco à la sanctification de la jeunesse selon l’esprit de saint François de Sales, Docteur insigne de l’Église universelle et protecteur de dite Association.

Agréez très Révérend Père, avec nos respectueuses salutations l’assurance de nostre sincère dévouement. Tout à vous dans le Seigneur:

P. V. Cimatti

(Traduzione)

Molto Reverendo Padre,

Ho l’onore di presentarle la traduzione in giapponese del manuale della “Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane” e le sarò molto riconoscente se lo farà conoscere diffondendolo intorno a Lei.

Questa Associazione istituita dal Beato Don Bosco ha per scopo di promuovere la collaborazione spirituale e materiale delle anime devote e generose alle molteplici opere di zelo che formano il programma della Congregazione Salesiana.

Mentre essi lavoreranno alla propria santificazione mediante la pratica fedele dei doveri cristiani, i Cooperatori salesiani prestano pure il loro concorso a quest’opera magnifica dell’apostolato moderno mediante l’esecuzione della carità in favore dell’educazione della gioventù.

Facendo parte di questa associazione non implica alcuna obbligazione speciale all’infuori della recita quotidiana secondo l’intenzione del Sommo Pontefice, di un Pater, Ave, seguiti dall’invocazione: “S. Francesco di Sales, pregate per noi”.

I lettori dell’accluso opuscolo sapranno stimare nel giusto valore le numerose indulgenze plenarie e parziali mediante le quali potranno arricchire il loro tesoro spirituale; per parte nostra, vogliamo sperare che saranno numerosi i fedeli che invieranno il loro nome al: “Rev. Don Cimatti, Superiore della Missione sales. Miyazaki” chiedendo di essere iscritti a questa Pia Unione, per collaborare coi figli di Don Bosco alla santificazione della gioventù secondo lo spirito di San Francesco di Sales, dottore insigne della Chiesa universale e protettore della Associazione.

Accetti, reverendo Padre, insieme ai miei rispettosi saluti, l’assicurazione delle nostra cara sincera devozione. Tutto nel Signore:

Don V. Cimatti


691 /Merlino Alfonso / 1931-1-15 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


[15 gennaio 1931]

Carissimo Alfonso,

Non ho potuto ieri farti un saluto a quattr’occhi. Ti penso bene in tutto. Ad ogni modo se anche non lo potessi al ritorno, Don Cimatti ti assicura il quotidiano ricordo ed è sempre a tua disposizione per qualsiasi evenienza.

Prega e fa’ pregare per me.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

692 /Circolare Salesiani / 1931-1-16 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Miss. Indip. di Miyazaki


[16 gennaio 1931]

Carissimi,

Mentre vi ringrazio di tutto cuore per il disturbo che vi siete presi nella passata vostra venuta a Miyazaki-Takanabe, vi comunico il sunto delle deliberazioni prese.

Permettetemi prima che vi ricordi l’approssimarsi della festa del nostro Patrono. La recente consacrazione della nostra missione al S. Cuore deve portare in noi un rinnovato spirito di perfezione religiosa, con l’esatto adempimento delle nostre Ss. Regole e Regolamenti che proprio in questo periodo di tempo andiamo rileggendo. Mi pare che sia questa la più bella preparazione alla festa e quello che di più gradito possiamo presentare al nostro Beato Don Bosco. Aiutiamoci scambievolmente e per predicazioni, e per altri lavori di propaganda, sia stando sul posto o recandoci nelle residenze. Ciò servirà a collegare sempre meglio le forze, a conoscerci meglio, darà comodità per le confessioni e potrà in qualche modo servire di utile riposo spirituale e materiale per i confratelli. Non dimenticate di aiutare in tutte le forme che sono possibili la propaganda stampa. Qualora si vedessero inconvenienti al riguardo e si ritenessero utili delle migliorie vi prego di segnalarle o al sottoscritto o direttamente all’incaricato Don Margiaria.

Quanto al materiale propaganda per proiezioni si è venuti nell’idea che ogni residenza abbia materiale minimum per far fronte ad eventuali circostanze che richiedessero d’urgenza una qualche rappresentazione. Tale materiale sarà costituito da proiezioni fisse e cinematografiche che già in parte sono esistenti nelle residenze e altro che sarà al più presto fornito dal Centro.

Parte del materiale sarà circolante: è quello costituito da quello messo in comune per la circolazione; del materiale nuovo acquistato e dai successivi acquisti. La cura e la distribuzione del medesimo è affidata a Don Piacenza. Così potrete rivolgervi a lui per le varie ordinazioni adoperando i nuovi moduli.

Per la formazione delle biblioteche di ogni casa Don Cimatti farà al più presto elenco che, visto da voi, sarà ordinato alle librerie. Consiglierei anche di rivolgervi ai benefattori per avere dei libri anche usati, e anche a biblioteche di case nostre da cui si potrebbero avere dei doppioni e del materiale che alle volte non è usato e che in qualche casa giace inutilizzato nei solai. Come pure se qualche confratello avesse dei libri che non usa, potrebbe farne dono alla biblioteca. Non pensate che si voglia fare delle nostre residenze dei centri di studio. È regolamento e corrisponde al genuino pensiero di Don Bosco che ne diede l’esempio costituendo la biblioteca dell’Oratorio.

Accetto di cuore indicazioni di libri che i confratelli desiderassero trovare in biblioteca. Se non sarà possibile fare tutti insieme gli acquisti, si farà a poco a poco, ma anche questo punto dobbiamo curarlo assai.

Per uniformità sarà bene che la distribuzione della S. Comunione ai fedeli si faccia secondo le prescrizioni liturgiche e non cominciando dagli uomini a metà della mensa Eucaristica. Così pure per la predicazione è bene fare uso della cotta e stola.

La residenza di Miyazaki rimane come prima incaricata del lavoro missionario di tutta la Provincia. I confratelli di Takanabe pensano al “Gun” (Mandamento) di Takanabe soltanto, secondo le intese con la residenza di Miyazaki, e Don Cimatti a Tano.

Il Signore ci aiuti nel lavoro apostolico e ci conceda l’amore del nostro Patrono verso di Lui e verso le anime, e l’energia e lo zelo che egli seppe dimostrare nell’apostolato.

Il Signore ci toglie il nostro Delegato Mons. Giardini che per noi era davvero benefattore e consigliere prezioso. Mentre preghiamo per Lui preghiamo pure per il successore. Partirà il prossimo Marzo.

Sempre unito a voi nella carità di Cristo e nella preghiera.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


693 /Giardini Mario /1931-1-19 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 19 gennaio 1931

Eccellenza Reverendissima,

Per noi religiosi non fa mai impressione ricevere ordini e non ci meravigliamo, perché è nell’ordine naturale delle cose nostre l’obbedire, ma la natura nostra umana non può non sentire, non manifestare il doloroso “Fiat voluntas Dei” con l’assicurazione di perenne ricordo per la paterna bontà e beneficenza con cui, colla preghiera, col consiglio, coll’incoraggiamento e col generoso sussidio materiale ha voluto sempre esserci vicino – di quotidiane preghiere perché dovunque vada l’E.V. intendiamo rimanga della famiglia salesiana – colla speranza che anche l’E.V. alla sua volta vorrà considerarci come suoi figlioli e continuarci la sua paterna bontà.

Grazie, Eccellenza. Ci benedica e preghi per noi. Se per le future cose nostre – non so di positivo che cosa abbia combinato Don Torquinst – l’E.V. credesse opportuno una mia volata a Tokyo abbia la bontà di precisarmelo.

Con vivo ossequio per tutti: dell’E.V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

694 /Braga Carlo / 1931-1-19 /


a Don Carlo Braga, salesiano, missionario in Cina



Miyazaki, 19 gennaio 1931

Mio carissimo Don Carlo,

Grazie della tua. Niente paura dei ritardi… Mi pare di avertelo già scritto. Quando sono o credo di essere nel bisogno, domando. Rispondono? Ottengo? Deo gratias! Non rispondono? Non ottengo? Segno che è nei disegni di Dio. Mi pare che Don Bosco pensasse così: “Mettiamo chi crediamo possa aiutarci nella possibilità di… poi lasciamo fare a Lui”.

Il motivo per cui chiedo è semplicissimo. Don Torquinst ci ha aiutato e ci aiuterà (spero), ma a modo suo (cioè a modo della Provvidenza… e Don Cimatti non muoverà un dito per farle contro)… e mi ha allargato talmente il campo che non so come farò… Ma il Signore c’è per tutti.

Nel senso però dei bisogni veduti da noi, nulla di nulla. E i bisogni non sono cessati. Ho bisogno di aprire l’asilo e di sfollare d’attorno ai confratelli l’elemento femminile (specie pensando al prossimo anno – inizio del tirocinio dei chierici) e affidarlo alle suore. Se no se ne soffre nello spirito e… peggio. Sbaglierò… ma vedo così… e il Signore deve aiutarmi.

Eccoti chiaro il motivo per cui chiederò e chiedo. Tu però pensa ai casi tuoi… non è che abbia bisogno del prestito per vivere, ma per estendere il campo nel senso dei bisogni missionari.

Mi domanderai (ed è giusto) il credito che posso presentare per la restituzione alle condizioni che crederai opportune (tempo, interessi, ecc.): non posso darti che questo documento: “Provvidenza”. Pel quantitativo fa con libertà assoluta da 0 a miliardi.

Quindi Don Carlo, non bisogna che in questo genere di cose ti dica mortificato o dolente di non potere, ecc. ecc. Leggi di nuovo l’introduzione della lettera, e niente paura. Non so ancora come, ma spero oggi o domani di fare un contratto per la cosa di cui ti parlo – non so quanto pagherò, come e se potrò… Il Signore sa e vede e provvede nel senso del bene. Si è lavorato 4 anni per avere lo studentato nostro (casa nostra). Don Torquinst ci ha dato, come ministro della Provvidenza, tutt’altro. I pensieri di 4 anni, le richieste, i lavori… in aria.

E siamo in casa di fitto e credo ci si starà ancora per molti anni. Così sia. Come non vederci la mano della Provvidenza? E dopo tutto non ho debiti e cotidie Gesù manda il necessario e più del necessario. Deo gratias!

Può essere che anche questo lavoro che mi sembra necessario per salvare i confratelli, debba andare in aria?! E così sia. Don Cimatti non c’entra.

Ci pensa Lui e sono ben lieto da cantare “Bonum mihi quia humiliasti me, Domine”. Ed il Signore fa e ci guida. A Natale 20 battesimi di adulti… Meglio anche solo uno di questi… Compensano assai più questi che tutti gli anni di preoccupazioni coll’acqua alla gola. Grazie dunque Don Carlo… ma per carità non preoccuparti di me…

Per ora il chierico di cui ti parlavo pare migliori al punto che può riprendere gli studi. Vedi come ci vuol bene il Signore. Non ringraziare Don Cimatti… è il Signore che fa. Spero che col tempo fra Giappone e Cina ci potrà essere un vero aiuto in tutti i sensi. Ricordati che ti sono debitore di molte cose:

a) esercizi predicati

b) spese varie sostenute

e intendo saldare. Ma non aspettare agli ultimi momenti. Grazie pure delle cure per i nuovi arrivati. Doveva esserci un coadiutore che nel mese di residenza all’Oratorio fece capire che non era adatto e fu trattenuto. Due chierici non poterono avere il passaporto. Sarà per un’altra spedizione.

Carlo, Carlo, lasciamoci guidare da Gesù… né avanti (meglio), né dietro, né a lato, ma nel cuore. Ho consacrato all’ultimo dell’anno tutta la missione a Lui. Sono certo delle sue promesse.

Coraggio dunque e niente paura.

Il fotografo di Nakatsu… è eterno! Man man… arriverà anche quel tempo. Spero a Maggio se la Provvidenza mi manda i soldi (con 50 mila Lire me la caverei) di aprire la nostra piccola tipografia Don Bosco e… non pensare che si voglia far robe grosse… iniziarla colla seconda edizione del Vangelo o colle letture Cattoliche… Mah! Deus providebit.

Allegro, tubo… e… arrivederci se non qui, in Paradiso.

Il Sig. Don Ricaldone è fuori combattimento a Cumiana – Don Tirone in Brasile – Don Candela al Congo – Don Torquinst gira ancora… Gli piace tanto l’Oriente che non dovresti meravigliarti se lo vedessi tornare per il Giappone e Cina per la via del ritorno. Non so se Don Boccassino sia ancora a Macao – gli avevo spedito tempo fa il 2° numero del nostro piccolo giornaletto. Chissà se l’ha ricevuto… e se…

Ti abbraccio e benedico con l’anima. Fa’ tu altrettanto per il tuo


Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

695 /Circolare Salesiani / 1931-1-20 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 20 gennaio 1931

Carissimi,

Una recente circolare di Propaganda crede utile segnalare ai Superiori delle missioni il prossimo viaggio in Estremo Oriente di una commissione di esperti incaricati dalla Società delle Nazioni per fare un’inchiesta sulla “Tratta delle ragazze e dei fanciulli”.

Scopo di Propaganda nel segnalare la cosa è di impedire che si generi nella Commissione che dovrà esaminare i risultati dell’inchiesta l’impressione che solo i protestanti lottino contro il commercio che si deplora, perché i Protestanti hanno già dichiarato che daranno il massimo appoggio a detta Commissione. Conviene dunque che i missionari cattolici siano in grado di fornire i dati che eventualmente si domandassero da detta Commissione, che ha promesso di rivolgersi anche alle istituzioni cattoliche.

Siamo in grado non solo di deplorare fatti, usi e costumi, ma altresì e soprattutto indicare il lavoro fattivo delle opere di assistenza femminile che più o meno direttamente concorrono a sanare questa piaga.

Non si sa con precisione quali centri saranno visitati. Il Giappone sarà visitato entro giugno del c.a.

Mediante i catechisti e interrogando cristiani e nelle forme che crederete bene e più opportune vediamo tutti di fare ricerche sul problema. Può darsi che si rivelino lati della questione che ancor non conosciamo, e su cui potremo operare con frutto. Raccogliete dati e se ne troverete inviate al sottoscritto.

In questi giorni vengono maturandosi questioni importantissime per la missione. Vi scongiuro di pregare e di offrire a Dio le vostre pene e i vostri sacrifici perché si compia la volontà di Dio e il bene delle anime. Con vivo ossequio sempre ricordandovi nel Signore.

Dev.mo

Don V. Cimatti

696 /Rossi Ambrogio / 1931-1-20 /


a Don Ambrogio Rossi, suo ex-allievo a Valsalice3



Miyazaki, 20 gennaio 1931


Carissimo Don Ambrogio,

Grazie della tua che mi ha spiegato tante cose. Casco dalle nuvole nel leggere che tu possa aver pensato che Don Cimatti abbia sminuito pel sentito dire, l’affetto vivissimo che ha sempre nutrito e nutre all’anima tua.

Ho sentito gli apprezzamenti di Don Pasotti, di Don Braga e non so chi altri, del Sig. Don Ricaldone.

Può essere che abbia espresso le mie idee (non credo nella forma detta da Don Pasotti), ma non potevo giudicare (e d’altra parte non stava me il giudicare) non avendo i dati di fatto.

Vidi alla partenza come li trattavano i tuoi – pensai “Deo gratias! gli vogliono bene” – pensai pure “trattandoli così filialmente, se ne risentiranno in seguito, trovando dei nuovi superiori, maniere diverse” e a mio povero modo di pensare, per equilibrare, durante il viaggio buttai molta acqua sul fuoco (come si suol dire), nelle quotidiane conferenze. Non so che effetto abbiano prodotto.

Può essere che abbiano pensato che Don Cimatti non voleva bene alla casa di Ivrea e all’indirizzo della medesima, mentre ne sono sempre stato ammirato ed edificato nelle poche volte che sono venuto.

Sulla tua maniera di trattare che dirti? Siccome non so come trattavi (salvo i momenti dell’addio, che non sono momenti ordinari) cosa debbo dirti?

Don Cimatti sa che sente ancor più di te – oh, mio Ambrogio, incomparabilmente più di te – e sa che molti chierici gli volevano e vogliono bene. Pel bene dell’anima mia, mi feci il proposito: “I modi paterni a 40 anni” ed ora vedo (e ne sono consigliato) che per la formazione di questi chierici è meglio evitare ogni esteriorità o segni di sentimentalità anche ora.

Più si diventa vecchi e più si diventa sensibili… ed è difficile dire e farsi dire ciò che in queste manifestazioni sentano questi nostri figliuoli.

Mi costa, ma mi sforzo di adottare il metodo di Don Bosco e di Don Rua: in privato, anche in casi speciali di crisi, grande riservatezza.

Può darsi che vedendo la libertà che con te usavano in pubblico, altri abbia pensato che identica libertà c’era in privato… e allora dicerie, fantasticherie.

Può essere, vedi (ma in questo c’entrano i Superiori e non tu o i direttori degli istituti missionari), che le esplosioni più o meno felici di Don Pasotti o in genere dei missionari sulle case missionarie che in missione sono coll’acqua alla gola – e vedono che nelle retrovie ci sono case belle e più che belle – e allora nasce nella testa un intruglio per cui si vede anche più nero di quello che è, anche in cose che non hanno relazione diretta. Ma questo che c’entra con te? Ti ho detto questo, come mio pensiero, e credo sia il vero. I Superiori conoscono questo stato di cose – ed ho la convinzione che questo sia il vero modo. Che vuoi? L’uomo è sempre uomo. Toccalo sul vero vivo (l’interesse, il bisogno) e se non diventa socialista, comunista, manca poco.

Ho espresso questo ad Ambrogio come se fosse in confessione – e siccome ho promesso ai Superiori di non parlarne – intendo di non averne parlato. I Superiori sanno. Ho creduto opportuno nel Signore dire questo pel bene dell’anima tua: per me tutto il nodo è qui.

D’altra parte è così chiaro il linguaggio dei Superiori, che mi pare tu non devi temere di nulla e andar avanti serenamente in Domino, specialmente se sei sicuro che tu e gli altri non se ne risentono.

Per le altre varie cose… la mia calligrafia non l’hanno mai imitata… L’aff.mo in Don Cimatti era per ridere e so chi qualche volta l’ha usato (i più farabutti… che grazie a Dio stanno per arrivare in porto come preti)… per il pianto d’addio è venuto qualche volta il nodo alla gola anche a me… Non bisogna pensare a queste cose.

Concludendo, mi pare che se appunti ci furono, ed è meglio che qualcuno ce li faccia notare – (oh! se fosse edificante che Don Cimatti ti raccontasse le stoccate sentite da ogni ceto di confratelli… dall’alto in basso… se scala ci può essere fra noi).

Non è nello spirito e in qualche manifestazione esterna, che, ripeto, quando siamo sicuri che non fa male a noi e agli altri, non c’è certo male ad usarla, benché non sia prudente, e se è vero quanto ci dicono di Don Bosco e di Don Rua, essi non hanno usato.

Don Cimatti fosse sicuro di non scandalizzare farebbe altro che quello che puoi avere fatto tu… Delle volte si ha da trattare con vere anime perdute a riacquistare le quali non so che si farebbe.

L’esperienza mi ha pure fatto vedere in pratica la verità di quanto dice Don Bosco e i regolamenti sul modo di trattare: quindi la cautela non è mai troppa.

Eccoti i miei poveri pensieri che non so se saranno riusciti chiari con tutte le parentesi.

Mi pare di doverti dire nel Signore:

a) Avanti secondo le direttive dei Superiori anche nelle esteriorità.

b) Don Cimatti non si è mai sognato di dovere o volere sminuire di un ette l’affetto sincero verso Ambrogio.

c) Se nella tua vita ti capita qualche altra cosa di simile canta “Bonum mihi quia humiliasti me” [scritto in musica] e dopo tutto le umiliazioni, meritate o no, non fanno del male.

Godo che la Romagna sia rappresentata. Prega e fa’ pregare. Sei nel lavoro più vicino all’elemento che desidera Don Bosco… e Don Cimatti ha un po’ di diritto di essere ricordato perché ha fatto il discorsetto inaugurale nella benedizione della Prima Pietra della tua casa. Beato te che vivrai fra i disagi… Merces nostra copiosa in coelis. Un abbraccio (te lo posso dare a 20 mila Km) da chi ti pensa con immutato affetto cotidie.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



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697 /Carlo Salotti / 1931-1-26 /


a S.E. Mons. Carlo Salotti, Segretario di Propaganda fide


Miyazaki, 26 gennaio 1931

Eccellenza Reverendissima,

È la prima volta che ho l’onore di sottoporre alla considerazione dell’E.V. lo stato della Missione indipendente di Miyazaki, affidata ai Salesiani del B. Don Bosco, in alcuni dettagli particolari per cui imploro un aiuto efficace straordinario della S. Congregazione di Propaganda Fide. E tanto più sono mosso a farlo dal fatto che nella pregiata lettera di V. E. mi si dice che sono riuscite gradite le notizie relative al progetto dell’istituzione del Seminario.

Si degni l’E.V. di vagliare la ragione per cui da due anni insisto su questo argomento – sul quale a voce e per iscritto mi si fecero balenare belle promesse, che per ora non si poterono realizzare.

Gli unici seminari ora esistenti in Giappone sono quelli di Tokyo e di Nagasaki. Inviando colà i nostri seminaristi ci viene quasi a raddoppiare la spesa della pensione – nel Seminario di Nagasaki le accettazioni si fanno solo ogni tre anni: dove devo inviare quelli che durante il triennio mi manda la Provvidenza?

Il personale formato fuori del futuro campo di apostolato, mi pare non si affezioni troppo alla missione per cui dovrà in seguito lavorare, né essere a contatto coi suoi futuri superiori e collaboratori.

Per queste ed altre ovvie ragioni, mi è indispensabile un aiuto straordinario per la costruzione sia pure di un modesto Piccolo Seminario.

Finora adibii allo scopo una delle nostre residenze, ma nel prossimo anno ai dieci che finiscono il primo corso se ne aggiungeranno un’altra decina, e non so davvero come alloggiarli tutti convenientemente.

Altro problema vitale per la propagazione della fede in questa nazione che tiene il primato anche nella stampa, è quella di propagare a tutto potere la buona stampa, e già nel nostro piccolo qualche cosa si è fatto.

L’ultima importante pubblicazione fu la traduzione in giapponese popolare del Vangelo unificato, fatto nuovo nella storia della Chiesa in Giappone.

Ma purtroppo finché non avremo una stamperia propria della missione e dovremo dipendere dai pagani una vera azione in grande stile non è possibile. Per quest’opera pure di vitale importanza imploro un aiuto straordinario.

Finora la Congregazione di Propaganda annualmente ci ha generosamente aiutato, ma i sussidi generosi, dato il forte cambio attuale (circa dieci volte tanto) non sono sufficienti a coprire le spese di mantenimento, e non è possibile quindi avere un margine conveniente per fare fronte alle necessità dello svolgersi delle opere, che una volta fondate potrebbero sostenere la missione.

È con l’animo pieno di fiducia che l’E.V. vorrà prendere in benigna considerazione le necessità più urgenti della nostra missione che per ora non può contare su risorse locali, che ho scritto la presente.

Assicuro a nome dei missionari tutti il ricordo quotidiano che abbiamo per l’E.V. che ricorda a noi tutti la glorificazione del nostro Beato, a nome anche del quale domando l’elemosina per la mia povera missione.

Pregando l’E.V. che si degni di benedirci tutti oso professarmi

Dell’E.V. R.ma

Devotissimo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Super. Miss.

698 /Beccuti Luigi / 1931-1-26 /


a Don Luigi Beccuti, Segretario della Casa Generalizia



Miyazaki, 26 gennaio 1931

Carissimo Don Beccuti,

Ho bisogno del suo valido aiuto perché trattandosi di cose burocratiche ci capisco proprio poco. È sulla questione delle pensioni per il clero indigeno. Ho fatto le pratiche per tutti i nostri seminaristi. A tutt’oggi ottenni:

996 Takami Kazuoyoshi B Lire it. 600

3448 Hirai Jukichi P " 300

4004 Yamada August P. " 1.110

Tutto questo in data 24/6/1930. N° 109.

Il sottoscritto in data 14/7/1930 rispose ringraziando dell’invio, ma dimenticò di riinviare l’accluso. La ricevuta somma però risultava ricevuta dalla mia lettera di risposta.


In data 19 dicembre 1930 ricevetti

P 4608 Benedictus Akematsu fl. 250

P 4609 Yosephus Takenaka " 250

E secondo le indicazioni della lettera 298 in data 17/1/1931 inviai i moduli riempiti di ricevuta o a Roma o in Olanda da cui proveniva il denaro.


Ecco il mio quesito:

1.- Il non avere ricevuto le pensioni o le borse per gli altri che cosa significa? Che non sono ancora assegnate o che non le concedono? Mi pare strano il fatto, tanto più che ricorda le insistenze di Mons. Cefano per l’invio sollecito della pratica.

2.- Che differenza c’è tra borsa e pensioni? Le une e le altre sono annuali o si concedono una volta tanto?

3.- Il giovane Yamada per ragioni di salute non sta più con noi. Non si potrebbe la sua pensione assegnarla ad un altro?

Lei mi dirà: Caro Don Cimatti, non potrebbe fare Lei direttamente queste cose? Come le dico la burocrazia la conosco poco… e non vorrei fare delle fesserie. Inoltre pur essendo cambiati i moduli di Propaganda per il rendiconto a Giugno, noi salesiani facciamo sempre capo al nostro centro?

È probabile che a giorni le invii un’altra pratica per vedere se si può avere qualche aiuto per il Seminario e perché aumentino il contingente per la missione. Apparentemente pensano di darci molto, ma in realtà col cambio elevato del Giappone si riduce a poco – ed inoltre per una missione che ha da svilupparsi non possiamo mai avere il margine per la dilatazione delle Opere missionarie. Fiat voluntas Dei.

Veda di pregare e far pregare per me affinché mi salvi l’anima. Saluti al bravo Bisi che credo nel suo ufficio.

Con affetto fraterno

Devotissimo

Don Vincenzo Cimatti


P.S. - La pratica di cui sopra eccola… Se la lettera non è in bello stile, né battuta bene, abbia la bontà di rifare ed inviare. Quando c’è da fare qualche cosa mi dica sempre quid agendum.


699 /Ricaldone Pietro / 1931-2-1 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 1 febbraio 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Avrei un mondo di cose, ma mi scrivono che ora è impossibilitato.

Faccio perciò vari quesiti al Sig. Don Rinaldi.

Le assicuro a nome di tutti ferventi preghiere per un prossimo ristabilimento che dia modo di ripigliare con forza il necessario importante lavoro.

Tutti i confratelli vogliono essere ricordati ed assicurano il loro affettuoso ricordo di preghiere.

Per ora tutti bene. Vari confratelli un po’ stanchi. Preghi per noi e ci benedica.

Con vivo affetto,

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

700 /Rinaldi Filippo / 1931-2-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 1 febbraio 1931

Amatissimo Padre,

Inizio del mese. Al solito un po’ di rendiconto mio e dei confratelli.

Per Don Cimatti al solito. Salute ottima. Lavoro ce n’è finché si vuole, basta volerlo e cercarlo.

Per l’anima: tento di farmi santo, lo desidero, lo voglio… e sono sempre più bestia (sit venia verbis!). Quanto c’è ancora dell’uomo vecchio, superbo, sensuale! Riuscirò a salvarmi? Mah! Che il Signore mi prenda in un buon momento.

Per le Ss. Regole, non mi pare ci sia nulla di nuovo – mi pare siano osservate. Non sono capace di fare il Superiore, ecco tutto. E perciò la parte del mio dovere specie quello che si riferisce alla correzione, riesce come può.

Ed ora alcuni quesiti per l’uniformità fra le nostre case e la Congregazione.


Le preghiere della comunità si debbono dire sostituendo all’italiano la lingua giapponese e dicendo in latino la parte latina – oppure continuare come in Italia – oppure tutto in giapponese, prendendo le corrispondenti che dicono i cristiani. Per noi non è difficile né l’una né l’altra delle varie ipotesi.

Domando dopo la prova fatta che i Superiori ci autorizzino a fare un po’ di merenda, lasciando intatto il quantitativo stabilito per gli altri pasti.

È terminato il triennio per cui mi aveva autorizzato a ritenere l’elemosina delle iscrizioni alla Pia Opera del S. Cuore. Col Gennaio invio la quota di 1 lira per le singole iscrizioni.

I diplomi per i Cooperatori debbono partire da Torino o posso essere autorizzato, traducendo in giapponese la dicitura e iscrivere direttamente dal Giappone? (naturalmente inviando nota a Torino). Come pure, posso essere autorizzato a trasformare poco alla volta il nostro quindicinale “Don Bosco”, nel futuro Bollettino salesiano tradotto in giapponese, ad es. traducendo l’articolo di fondo e riassumendo le altre notizie? A quelli che leggono italiano, inglese, francese o spagnolo ho fatto inviare direttamente da Torino i rispettivi Bollettini. Ma i giapponesi che leggano sul serio in queste lingue sono pochissimi, quindi… Colla festa di S. Francesco ho sparso in Giappone il manuale dei Cooperatori tradotto. Vedremo, ma spero bene, pur non avendo noi ancora opere.


Per i confratelli.

MIYAZAKI: Don Cavoli, bene – lavora con zelo e con successo pur trovando difficoltà per la lingua.

Don Liviabella: bene – preoccupato pel giapponese. Riesce bene coi fanciulli.

Guaschino: stanco di testa – un po’ di mal di cuore – pingue – non ci sarebbe da meravigliarsi di qualche colpo alla salute. Ebbe recentemente un urto con Don Cavoli – ora appianato. Il Signore mi aiuti a conservare la carità fra i confratelli, anche a costo della vita.


TAKANABE. Don Piacenza, bene in tutto – salute migliorato, ma di tanto in tanto…

Don Marega: bene, ma carattere difficilino, pronto, impulsivo e mordace.

Don Carò, Ch. Bechis, Arri, Dal Fior: sono i nuovi venuti che ancora non conosco bene. Per ora nulla di speciale.

Ch. Baratto: migliorato in salute, bene.

Ch. Braggion: debole assai negli studi, carattere difficile.

Ch. Bernardi: debole assai negli studi, carattere difficile (lingua).

Ch. Floran: Bene – viene formandosi.

Ch. Filippa: Bene – viene formandosi.

Ch. C.: Bene – non si comprende ancor bene, legale.

Ch. Zanarini: Bene – viene formandosi.

Ch. Tassinari: Bene – viene formandosi.

Coad. Ragogna: Bene – carattere difficilino, pronto.


OITA. Don Margiaria. Bene.

Don Escursell. Bene ma non fatto per la vita missionaria. Va bene in un ufficio. Difficoltà per la lingua.

Coad. Maccario. Ha dei momenti di scoraggiamento e difficoltà pel carattere impulsivo – tende alla nevrastenia.


NAKATSU. Don Tanguy: bene.

Don Lucioni: Bene, preoccupato pel giapponese e col cuore un po’ qua un po’ là. Però è di virtù… un po’ nevrastenico e sui generis.

Coad. Merlino: bene. Un po’ stanco.


Alcuni confratelli dello studentato si servono dell’Opera mia in confessione – idem quando giro per le case. Posso farlo dietro loro invito, tuta conscientia? Finora l’ho fatto.

Per questo mese, mi pare di non aver altro. Per la parte finanziaria siamo in piena attività di piccoli ampliamenti o costruzioni sulla media delle Lire 20 mila ciascuna, usufruendo quanto la carità di Don Torquinst ci ha dato. Certo che la missione ampliatasi nel suo lavoro viene ad addossarsi dei pesi assai forti che non so quando riuscirò ad estinguere (ma Don Torquinst aiuterà e spero anche Roma). Per il bene delle anime, dei confratelli e delle suore ho affrontato una spesa di un 200 mila lire per l’asilo e oratorio femminile. Don Torquinst presentò una soluzione parziale. Ho bisogno di togliere i confratelli dal femminismo ed imploro l’aiuto dei Superiori, almeno per 50 mila lire al più presto, e così anche questa questione sarà risolta. Ho piena fiducia che il Signore benedirà anche questa impresa necessaria come le altre che si hanno tra mano parte per il bene della missione e per l’opera nostra:

1.- Ampliamento di Nakatsu per ricevere col 1° aprile i nuovi seminaristi.

2.- Ampliamento di Oita per iniziare colla festa di Don Bosco la piccola stamperia.

3.- Acquisto a Beppu per mettere la missione in grado di aiutare le suore, che apriranno in maggio la casa Mazzarello.

4.- Acquisto a Miyazaki per opere femminili e asilo.

5.- Ampliamento a Tano per rendere possibile la vita al missionario.


Nel prossimo anno iniziando il triennio i chierici bisogna che ci sia la possibilità di occuparli utilmente. Non pensino i Superiori a cose grandi. Sono riattamenti. Si cerca di utilizzare materiale vecchio. D’altra parte bisogna pur far qualche cosa.

Conto sulla carità mai venuta meno dei Superiori ed al più presto.

E per questa volta davvero ho finito. Preghi per me e mi aiuti a salvarmi l’anima che è molto più importante che le preoccupazioni finanziarie.

So che i Superiori hanno tra mano la pratica per Tokyo. Facciano in Domino, ma se vogliamo svilupparci bisogna essere al centro. Non abbiano paura: abbiano fede.

Amat.mo Padre, preghi per questo suo figliuolo che non riesce a concludere nulla.

Tutto e sempre suo

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


701 /Grigoletto Giuseppe / 1931-2-3 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



3 febbraio 1931

Carissimo,

Ho proprio bisogno che la Provvidenza faccia dei miracoli, se no non me la cavo.

Deo Gratias! et bonum mihi quia humiliasti me, Domine…

Don V. Cimatti

702 /Giardini Mario / 1931-2-5 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 5 febbraio 1931

Eccellenza,

Il nostro Don Margiaria dovendo venire a Tokyo per affari, approfitto dell’occasione per affidargli la presente. A voce Don Margiaria le indicherà quanto si sta facendo per dare un po’ di assetto e sviluppo alla missione.

a) Deve essere già a Tokyo il nostro “Shadan”4 e se l’E.V. avesse da segnalare al riguardo qualche cosa per assicurarne il pronto buon esito, abbia la bontà di segnalarlo a Don Margiaria.

b) Grazie dell’indicazione sulla pratica che Mons. Chambon sta facendo a Torino. Vedremo.

c) Imploro ancora dall’E.V. se ne avrà la possibilità, la grazia d’intenzioni di Messe; chissà per quanto tempo ne rimarrò sprovvisto. Fiat voluntas Dei!


Inoltre se nel fare i bauli avesse libri di qualsiasi genere e lingua che non usasse, sarebbe per noi vera carità per la nostra biblioteca. In caso usi la carità di inviare a Takanabe. Idem di paramenti o vasi sacri: per noi tutto serve.

Mi trovo impegnato in un mondo di cose, da cui non so se riuscirò a passare colle ossa sane.

Mi usi la carità di consiglio e specialmente di preghiera, di molta preghiera, che non mancano di fare per Lei i suoi beneficati figli di Don Bosco.

Non si meravigli l’E.V. dell’audacia con cui Don Cimatti chiede. È per mettere l’E.V. nella possibilità di continuare ad essere per noi ministro della Provvidenza. A nome di tutti con ossequio affettuoso: dell’E.V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

703 /Ishigami Maria Agnese / 1931-2-12 /


alla Signora Maria Agnese Ishigami, cristiana di Miyazaki



Takanabe, 12 febbraio 1931

Cara signora Maria Agnese,

Grazie della sua lettera. Tutti i salesiani stanno bene: ciò è dovuto certamente anche per le sue preghiere. Anche il sottoscritto prega per lei e la sua famiglia.

Ringraziando il Signore in occasione delle sante feste natalizie ci furono 20 nuovi cristiani. Cresceranno anche per Pasqua. Voglia pregare a questo scopo.

Vorrei anche realizzare l’asilo, ma disgraziatamente mi trovo molto male per quanto riguarda la finanza. Preghi con fervore affinchè il Signore ci voglia fare la grazia.

Ossequi per me la suocera ed il marito. In occasione della festa di S. Francesco di Sales abbiamo fatto a Takanabe un concerto con conferenza. Come risultato cinque persone hanno iniziato lo studio del catechismo. Può darsi che a Pasqua abbiano a ricevere il Battesimo.

Sempre in unione di preghiere.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - L’acclusa [immagine] è per vostro marito. È composta coi fiori della Palestina e l’ulivo di Gerusalemme. Fu deposto sul Getsemani e nel Presepio di Betlemme. Mi fu inviata da un amico di Betlemme. Per tutto il resto stia tranquilla.

704 /Circolare Consiglieri della Visitatoria / 1931-2-16 /


ai Consiglieri della Visitatoria salesiana di S. F. Saverio


Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 16 febbraio 1931

Carissimi,

Vi prego di prendere le opportune disposizioni per potere partecipare all’adunanza di Consiglio per la Missione e per la Visitatoria, che terremo a Oita (così si potranno vedere i lavori di Oita, Beppu e se è possibile di Nakatsu) il martedì 24 c. m. Se al lunedì a sera si potesse fare una seduta, certo nella giornata di martedì si potrebbero espletare tutte le cose in modo che per quelli che hanno urgenza di ritornare lo possano fare in giornata. Vi prego di portare il vostro prezioso contributo sopra i seguenti punti:

1) Oneri finanziari assunti colle opere incominciate. MIYAZAKI (Opere femminili). OITA (Laboratorio tipografico). BEPPU (Missione). Non accenno all’ampliamento di Nakatsu e Tano perché pagate le spese di costruzione non vi sono obblighi a scadenza. (Relazione Don Cimatti).

2) Proposte di compera che ci fu fatta a Takanabe. Come utilizzare il terreno della montagna a Takanabe.

Proposta di cessione di porzione del terreno di Tano per costruzione di una casa per parte del Signor Satowaki. Pare cederebbe una vecchia casa, che potrebbe servire per il futuro catechista. La cosa realizzerebbe qualche vantaggio: casa propria vicina alla chiesa, casa del catechista fra case pagane.

3) Accettazione per il Seminario e per il laboratorio (Oita) (Relazione Don Tanguy e Don Margiaria).

4) In caso di richieste di catechisti già formati o da formare che cosa possiamo fare?

5) Quale aiuto può dare lo Studentato per la festa di Pasqua? È necessario sapere per tempo dovendo essi dare gli esami e fare gli esercizi di metà anno.

6) Credete utile una riunione dei nostri catechisti, e quale potrebbe essere l’epoca migliore?

7) Come eseguiremo praticamente l’ordine del nostro Venerato Rettor Maggiore per il Congresso delle Compagnie?

8) È il caso di offrire al Delegato Apostolico in occasione della sua partenza un qualche ricordo che attesti a S. Ecc. la riconoscenza dei salesiani per i grandi benefici ricevuti?

9) Cimitero di Morie e Tano. Proposte di compera del terreno di Morie.

10) Consegna delle note del Centro alle case a tutto il 1 Genn. Spiegazioni relative. (Relaz. Don Cimatti).

11) Cooperazione salesiana in Giappone.

Don V. Cimatti

705 /Circolare Salesiani / 1931-2-16 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Missione Indipendente di Miyazaki

Miyazaki, 16 febbraio 1931

Carissimi nel Signore,

All’inizio della S. Quaresima permettetemi che vi accenni alcuni pensieri che valgano a dirigere gli sforzi comuni per realizzare il bene nostro e la salute delle anime a noi affidate.

Cerchiamo tutti di penetrare lo spirito della Chiesa nello stabilire la S. Quaresima: spirito di preghiera e di mortificazione, spirito di preparazione alla S. Pasqua, ottenuto con un richiamo più forte agli insegnamenti della religione con più esatto adempimento dei doveri cristiani.

Siano adunque le nostre istruzioni meglio preparate, i catechismi più nutriti ed abbondanti, le funzioni liturgiche meglio eseguite; prendiamo le disposizioni più opportune affinché tutti i cristiani, specialmente i più lontani possano beneficare del dovere pasquale; intensifichiamo per i catecumeni la loro preparazione al S. Battesimo.

Colle pratiche della Via Crucis, oppure con serate di proiezioni, oppure con divulgare l’immagine del Crocifisso cerchiamo di far vivere Gesù nelle anime. Inculchiamo la beneficenza e l’elemosina. E finalmente dal vostro cuore apostolico fate sorgere quanti migliori mezzi potrete perché la Santa Quaresima sia degna preparazione alla S. Pasqua.

Ma il mio pensiero si volge con gioia alla prossima manifestazione eucaristica (17 Maggio) e con tutte le forze dell’anima vi prego di far vivere GESÙ EUCARISTICO nelle anime, scegliendo tutti quei mezzi che il vostro ardente amore verso di LUI vi saprà suggerire: le visite a Gesù, ecc., facciamo vivere GESÙ via, verità e vita in tutti. La missione è in modo speciale a LUI consacrata: sia veramente LUI, solo LUI il dominatore dei cuori e delle anime. Scopo della nostra Consacrazione e delle nostre opere al S. Cuore fu anche per ottenere grazie speciali per il perfezionamento della santità della nostra vocazione. È il punto su cui insiste anche il nostro Ven. Rettor Maggiore nell’ultima circolare sua. Meditiamola, eseguiamo quanto vi è indicato e sforziamoci di incarnarne in noi l’ideale espresso dal personaggio visto in sogno dal nostro Don Bosco.

Si avvicina pure l’inizio dell’anno scolastico giapponese e quindi il periodo delle accettazioni per il nostro piccolo seminario e aspirantato, e voglio sperare poter presto darvene l’annuncio definitivo, anche per il modesto laboratorio tipografico.

Abbiamo bisogno di buone vocazioni, di molte buone vocazioni tanto per la Missione che per la nostra Pia Società.

Preghiamo e lavoriamo attivamente per le une e per le altre. PREGHIAMO CON FEDE E CON GRANDE PAZIENZA VERSO QUANTI IL SIGNORE CI INVIA. Abbiamo pure bisogno di santi e abili catechisti e catechiste. Prepariamone molti con amore, con fede, con pazienza.

Quest’anno siamo impegnati in un numero di tali opere a sostenere le quali abbiamo bisogno di grazie speciali dalla Provvidenza. Procuriamo di meritarle colla preghiera, coll’amore alla povertà, coll’evitare le spese inutili e che possiamo rimandare col cercare di fare opera di propaganda fra parenti, amici e benefattori, e specialmente col migliorare la nostra condotta, e vi assicuro a nome di Dio che riusciremo a far fronte a tutti gli impegni con onore, per la gloria di Dio che verrà così moltiplicata.

Quanto all’osservanza dei precetti della Chiesa per la S. Quaresima intendo di concedere ai Direttori le più ampie facoltà tanto per la famiglia religiosa che per i cristiani. Insistiamo assai sulla mortificazione dello spirito e sulla correzione dei difetti. “PERSEQUAR INIMICOS MEOS ET COMPREHENDAM ILLOS: ET NON CONVERTAR DONEC DEFICIANT”.

Per il Giappone la legge ecclesiastica pur essendo assai larga, tenete conto del momento attuale economicamente critico anche per il Giappone, delle malattie che serpeggiano e in genere della scarsità dell’alimentazione di questo popolo. Se possiamo facciamo noi mortificazione per queste povere anime, offrendoci al Signore in olocausto continuo specialmente colla preghiera e coll’offrire al Signore le nostre quotidiane deficienze corporali e spirituali in spirito di umiltà e di pazienza. Non dimentichiamo il mese consacrato a S. Giuseppe. Sia Egli il protettore delle famiglie nostre e ci ottenga l’unione di carità fra noi e con Dio.

Vogliate raccomandare al Signore ogni giorno le opere nostre e chi gode di confessarsi vostro

Dev.mo

Don V. Cimatti

706 /Circolare Salesiani / 1931-2-16 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indip. di Miyazaki


16 febbraio 1931

Carissimi,

Ricevo da S.E. Mons. Giardini la seguente che subito comunico: “Ho l’onore di comunicare che S. Santità si è degnato di nominare Delegato Apostolico del Giappone S.E. Mons. Edoardo Mooney, Arciv. titol. di Irenopolis, che occupava la stessa carica nelle Indie Orientali. Arriverà a Tokyo il 27/3 del prossimo mese, e S.E. Mons. Giardini partirà da Yokohama il 6/4, da Kobe il 9 e da Moji l’11/4 prossimo”.

Dimenticai nella passata comunicazione di ricordarvi di comunicare ai cristiani l’enciclica del Santo Padre sul matrimonio cristiano, almeno nei punti più salienti, specialmente ai padri e alle madri nelle rispettive adunanze.

Vogliate sempre ricordare nelle vostre preghiere il

vostro aff.mo

Don V. Cimatti

707 /Rinaldi Filippo / 1931-2-19 /


a don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 19 febbraio 1931

Amatissimo Padre,

Non è la solita lettera mensile… ma ho bisogno, e nel bisogno il figliuolo ricorre al Padre.

1.- Unisco brano di lettera di Don Fontana, che mi accenna ad una questione che i Superiori conoscono (modo di soddisfare alle richieste di Lo-pa-Hong). Non è un campo in cui debba entrare Don Cimatti. Il Lo vuole bene ed aiuta anche la missione giapponese ed è per dimostrare in qualche modo la mia riconoscenza, che accenno a questa questione.

2.- Unisco lettera del confr. Pizzigatti. Per me – come non ho domandato mai particolari confratelli – così non lo faccio ora. Non conosco che di vista e per aver parlato qualche volta il confratello. Invio la lettera perché non so se i Superiori conoscano quanto ho fiancheggiato.

3.- Ed ecco le mie povere domande:

a) Il 17 Maggio, a Dio piacendo, faremo a Miyazaki la processione eucaristica per le vie della città. Il circolo Don Bosco (dei nostri giovani) vorrebbe mettere sul petto la medaglia di Don Bosco (una trentina). Mi dicono che il nostro Rettor Maggiore ne ha delle magnifiche grosse in argentone. Non vorrebbe concorrere ad onorare Gesù con questo dono?

b) A Miyazaki, centro della Missione e dell’Opera nostra, non abbiamo un calice un po’ decoroso, meno indegno di Gesù. Certo il nostro buon Padre ne ha dei belli. In questa occasione potessimo avere un bel calice regalato dal nostro Padre, quale gioia! Potremo così onorare anche esternamente un po’ meglio il nostro Gesù.

c) Se può venirci in aiuto materiale, Deo gratias!

Ed ho finito le domande; avendo bisogno di tutto e di tutti domando a chi mi può dare mettendoli nell’occasione…

Veda di coglierla. I confratelli per ora benino tutti.

Con affetto riconoscente:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. - Badi che la processione è al 17 Maggio e se ci può aiutare bisognerebbe spedisse subito. Per non pagare dogana faccia mettere la solita lettera di donazione alla Chiesa di Miyazaki. Perdiamo il nostro grande benefattore Mons. Giardini, Del. Apost. Viene Mons. Mooney che era in India.

708 /Valentini Eugenio / 1931-2-23 /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Miyazaki, 23 febbraio 1931

Carissimo Valentini,

Come vedi dall’acclusa ho dei debiti con Roma. Chissà se dandoti attorno potessi (coll’aiuto del Circolo Missionario) saldarli. È una carità che ci usate.

Rimetti l’acclusa al Sig. Cav. Giulianelli e gli dico che tu gli darai… Sempre buono e avanti. Saluta il Signor Ispettore, Don Pochini e il Sig. Parroco e Don Manassero.

Aiutami colle tue preghiere a salvarmi l’anima e quest’anno ho bisogno di molti soldi… Prega la Provvidenza che me li mandi.

Così pure le prime tre lire che puoi avere consegnale all’Opera del S. Cuore secondo l’accluso.

Tuo sempre

Don V. Cimatti

709 /Braga Carlo / 1931-2-25 /


a Don Carlo Braga, missionario in Cina



Takanabe, 25 febbraio 1931

Carissimo Don Braga,

Grazie delle caritatevoli accoglienze dei nostri che ne furono commossi ed entusiasti.

Quanto al resto Don Carlo, come ripetutamente ho detto e scritto, tu e voi non avete nessun obbligo verso di noi.

Sembrava ed era vostra volontà di aiutarci – gli eventi mondiali, le vostre necessità non lo permettono: segno che la Provvidenza vuole disporre diversamente. E così sia! Bonum mihi, Domine, quia humiliasti me. Se arrepta occasione con Ss. Messe che o con altro potrai fare qualche cosa… per noi non c’è che vivere giorno per giorno attendendo che la Provvidenza invii il pane quotidiano, e quando c’è un po’ di companatico chiudere i buchi più presto che si può e tentare di non farne degli altri per vivere. Pensare a opere vedremo non so fra quanti anni. Per la teologia che ne diresti se noi estremisti (Siam, Cina e Giappone) si facesse insieme? Prova a sentire Gaetano [N.B. Pasotti].

Per noi al più presto si invia nel 1934. Prima d’allora forse non ci saremo più, ma pensarci non è male. Allegro e prega per me.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


P.S. - Al buon Don Kerec grazie di tutto, di tutto, di tutto, e con lui alla casa di Hong Kong.


710 /Rinaldi Filippo BS / 1931-2-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 28 febbraio 1931


L’11 febbraio in Giappone5


Amatissimo Padre,

Il riassunto mensile delle nostre notizie è caratterizzato da una continua attività ascensionale di bene.

Sono ormai ultimati i lavori di ampliamento per ricevere nel prossimo mese a Nakatsu le nuove vocazioni indigene che il Signore ci vuole regalare.

A Oita fervono i lavori di preparazione pel nostro primo piccolo laboratorio tipografico. A Miyazaki si sono iniziati i lavori per la costruzione dell’asilo. A Takanabe apertura di un oratorio quotidiano, fra giorni apertura di un altro a Uwae. Giorni fa a Beppu, dove si e già potuto fissare il posto per la stabile sede della missione, ci fu un’adunanza di bonzi, e l’ordine del giorno per: La missione cattolica cerca di lavorare… Pensi che Beppu è fra le città del Giappone una delle più visitate da forestieri e giapponesi, è città balnearia di prim’ordine, e sopra di essa domina patrocinatore, con la sua più grande statua, Buddha…

Oh, sì! Non solo cercheremo di lavorare, ma lavoreremo effettivamente, attivamente e coll’aiuto del buon Dio e di quanti ci somministreranno i mezzi del lavoro, certo si riuscirà a concludere qualche cosa di bene.


Date gioconde e date celebri


L’11 febbraio, così giocondo e caro al cuore degli italiani, non lo è di meno per i nostri cari giapponesi, che festeggiano in quel giorno l’intronizzazione del loro primo imperatore Jimmu (11 Feb. 660 a. C. secondo la cronologia giapponese), data adottata per il principio dell’era giapponese.

I giapponesi che trovano già tanti lati di somiglianza fra la loro nazione e l’Italia, furono ben contenti di constatare anche in questa coincidenza di data dalla loro festa con quelle così celebri per la nostra patria.

Fa così bene al cuore, lontani come siamo, dal “dolce natio loco”, trovare corrispondenza in cuori che, festeggiando avvenimenti della patria loro, non rimangono insensibili alla gioia di chi pensa alla propria patria lontana.


Tra le cose morte


Facemmo in quel giorno coi nostri chierici studenti una visita di istruzione alle antiche tombe (Kofun o tsuka) che numerose si trovano nella zona da noi abitata. Nei dintorni di Takanabe quelle note ed esplorate salgono a oltre 600. Sono cavità formate da grosse pietre, che determinano la cella mortuaria di forma e ampiezza varia secondo le condizioni sociali del defunto. Così se ne vedono delle rotonde, quadre, rettangolari, ovali con lungo corridoio d’entrata, a bozzolo, ecc. Sopra vi si trova accumulata la terra in modo da formare una collina o piramide più o meno ampia, riconoscibili in lontananza perché generalmente staccate ed isolate dal sistema collinare locale.

Sopra vi cresce vegetazione spontanea, erbe ed alberi, che danno alle tombe l’aspetto di enormi cespugli, sparsi qua e là nei terreni pianeggianti, magnifico rilievo alla verde cornice delle alture che si profilano dietro.

La cavità era occupata dal corpo del morto, cui facevano corona numerosi oggetti appartenenti al defunto (armi, ornamenti, anche preziosi, utensili di casa, cibaria, ecc.) ed anche nella stessa cavità o nelle vicinanze i corpi di coloro che alla morte degli imperatori o di grandi personaggi si suicidavano. Tale costumanza durò fino all’undecimo imperatore del Giappone, Suinin (29 a. C. - 70 d. C.) che finalmente decretò di sostituire delle statuette di terra (haniwa) alle vittime umane. Di questi giorni fu aperta nei dintorni di Takanabe una di queste tombe e le fotografie del nostro Don Marega illustrano parte degli oggetti contenuti.

È celebre in questi luoghi la gran tomba che ricorda Ninigi-no-mikoto. Secondo le antiche leggende questo dio avrebbe ricevuto dalla dea del Sole Amaterasu l’investitura del regno del Giappone con le insegne del potere imperiale (la spada, lo specchio e la gemma), i tre tesori sacri trasmessi di generazione in generazione fino ai nostri giorni.

Discese dal cielo sulla montagna Takachiho nella provincia di Miyazaki. Il primo imperatore del Giappone di cui ricorreva la festa anniversaria, era un nipote di questi di cui visitavamo la tomba.

Nascosta tra gli alberi intersecati da splendidi viali, si erge maestosa la collina in cui si dice vi sia la tomba del dio. Peccato che non sia stata ancora esplorata. Un viale esterno circolare determina chiaramente la periferia della parte interna della tomba, a contorno circolare con lungo corridoio d’accesso. Separato da un gran vallo, vi è a fianco la tomba dell’imperatrice che, a differenza delle altre tombe, è a contorno interno a bozzolo. Un prete shintoista gentilmente ci fa da cicerone e ci guida ad un’altra famosa tomba detta caverna dei demoni, perché per la grossezza delle pietre con cui è fatta, il popolo crede che sia stata costruita in una notte dai diavoli.

Uno stormo di corvi viene roteando in enormi spire compatto sulle tombe e passa come un rombo sulle nostre teste. “I corvi che roteano in massa su un luogo, segnale di morte vicina”, commenta la nostra guida gentile.

Eravamo in mezzo a tombe… non c’era bisogno di richiamarci certo il pensiero. Sulla caverna dei demoni veda, amato Padre, le fiorenti speranze dell’avvenire della missione nostra che desiderano davvero dominare il demonio.

Don Vincenzo Cimatti



711 /Circolare Salesiani / 1931-2-28 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 28 febbraio 1931

Carissimi,

Mentre ringrazio di cuore per il lavoro compiuto nella passata adunanza di Oita, vi riassumo i punti importanti delle cose trattate per le opportune comunicazioni ai confratelli nella parte che loro possa riguardare.

1.- Per gli oneri finanziari assunti in quest’anno coi nuovi lavori, come dissi altra volta, rendiamoci degni della bontà della Divina Provvidenza col lavoro, colla preghiera, coll’esercizio della S. Povertà, e col darci tutti attorno per moltiplicare i benefattori della missione.

2.- Il terreno della montagna di Takanabe si è per ora dato a lavorare ad un bravo giovanotto pratico di agricoltura; fu scartata la proposta di compera di terreno altrove perché non corrispondente ai nostri bisogni. Si approva la vendita di porzione del terreno di Tano al cristiano Satowaki colla condizione che il passaggio non sia sul terreno della Missione.

3.- Avvicinandosi il tempo delle accettazioni per il Seminario si insiste per il lavoro di ricerca e per le definitive conclusioni coi parenti dei richiedenti. Don Cimatti scriverà per opportune intese al Vescovo di Nagasaki, e Don Cavoli a vari padri giapponesi con cui è in relazione. Le domande di accettazione, gli incartamenti relativi si mandino al più presto a Don Tanguy a Nakatsu. Scambiate le idee in relazione alla prossima apertura del laboratorio tipografico (si spera sia pronto per il prossimo aprile) e determinati i criteri di accettazione, si delega Don Cimatti e Don Margiaria alla compilazione di uno schema di breve regolamento che serva di norma per le accettazioni di desiderosi di apprendere il mestiere. Le domande di accettazione e schiarimenti al riguardo siano indirizzate a Don Margiaria.

4.- Si determina pure di accentuare le ricerche di buoni catechisti e catechiste e si pregano vivamente tutti i confratelli a portare il loro prezioso contributo per la formazione di quelli che sono già tra noi e per dare utili suggerimenti sull’importantissimo problema, la cui soluzione si impone sempre più se vogliamo moltiplicare il lavoro di apostolato.

5.- Per l’esecuzione degli ordini del Venerato nostro Rettor Maggiore, per il Congresso delle Compagnie religiose, mentre di cuore tutti hanno dato l’adesione a nome delle compagnie esistenti presso le nostre residenze, si delega Don Cimatti a formulare le norme pratiche dello svolgimento di questi congressi. Don Cimatti intende di coordinare questo lavoro colle manifestazioni eucaristiche del prossimo 17 Maggio, e darà in tempo utile a tutti le opportune indicazioni per il fruttuoso svolgersi delle trattazioni.

6.- Si aderisce all’invito di S.E. Rev.ma l’Arciv. di Tokyo per un convegno di intesa sull’organizzazione della stampa in Giappone, perché come salesiani non possiamo disinteressarci del problema che però noi sosterremo sulle direttive della più ampia libertà per le singole diocesi e missioni pur portando tutto il più ampio contributo che sia a noi possibile per l’unificazione delle forze.

7.- Si approva la stampa di un opuscoletto sulla Passione del Signore, e arrepta occasione si parla del come rendere più attraenti i nostri foglietti di propaganda. Noi dobbiamo arrivare alla costituzione delle letture cattoliche adatte alla mentalità ed al gusto giapponese, che non resiste alla lunga trattazione, che ama il fantastico, il bello, l’illustrazione, ecc.

Si raccomanda di nuovo ai confratelli tutti di portare il loro contributo di consiglio e di pensiero e di lavoro fattivo per questa che è certamente una delle forme più importanti ed efficaci di apostolato.

8.- Approvate le trattative della compera del terreno pel cimitero di Morie. Già si è concluso per quello di Tano.


Si avvicina la festa di S. Giuseppe nostro Patrono. A Lui sono pure dedicate le Chiese di Miyazaki (festa per il patrocinio) e quella di Nakatsu (festa 19/3). Non spendo parole per inculcarvi quanto è già vivo nel vostro cuore per la devozione a questo caro santo. Non dimentichiamo al riguardo gli insegnamenti del nostro Padre. Mi auguro che presto a Oita, tra i nostri artigiani, sorga la Compagnia di S. Giuseppe quale fu ideata da Don Bosco.

Si avvicina pure il tempo della S. Passione. Con gentil pensiero il nostro Don Antonio, come fece per il santo Natale, ha preparato un opuscoletto sulla passione del Signore. Diffondiamolo a piene mani, e possa la passione di Gesù penetrare nei nostri cuori e specialmente nell’anima dei poveri pagani, in modo che vivificati del sangue divino trovino la redenzione.

Intensifichiamo la preparazione dei cristiani alla Pasqua, la preparazione dei catecumeni al Santo Battesimo, lo spirito di mortificazione – prepariamo bene le cerimonie della settimana santa (potrete avere l’aiuto dei nostri chierici), insomma rifluisca intorno a noi e alle opere nostre quel santo entusiasmo che ci preludia la resurrezione nel senso più ampio della parola, per noi, per le opere nostre, per le anime a noi affidate. Lavoriamo, sacrifichiamoci, agonizziamo per l’apostolato del regno di Dio.

Pregate per chi vi ha sempre e tutti presenti nel Signore.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


712 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-2-28 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone



Miyazaki, 28 febbraio 1931


Rev. Madre,

Volevo oggi fare una visita, ma non fu possibile davvero. Invio:

1.- Un po’ di sussidio mensile

2.- Un po’ di traduzione.

Comunico che il S. Padre ha concesso l’indulgenza di 300 giorni “toties quoties” se si dice: “Regina Apostolorum ora pro nobis”.

Il 5 Maggio vi è la Congregazione per le virtù di Savio Domenico. Preghiamo. Inoltre spero in settimana possano cominciare i lavori, e sorge ora più forte il problema del denaro.

Naturalmente, trattandosi di opera della Missione, vi deve pensare la medesima, ma può Lei imprestare alla missione parte o tutti i quattro mila Yen (che Don Torquinst diede per la compera della loro casa) alle condizioni che crede (interesse, tempo, ecc.)?

È per sapere come regolarmi per la ricerca del denaro necessario.

Il mese di S. Giuseppe ci faccia sempre più buoni ed il nostro Patrono ci ottenga i mezzi necessari all’impresa.

Ossequi a tutte, suore e aspiranti e preghiere per il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

713 /Torquinst Adolfo / 1931-3-1 /


a Don Adolfo Torquinst, salesiano, benefattore



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 1 marzo 19316

Amatissimo Sig. Don Torquinst,

In procinto di inviarle la lettera mensile (che mi sono proposto di inviarle per tenerla al corrente delle cose nostre alla fine di ogni mese) proprio mi giunge la sua carissima datata 24/1/31.

Grazie del continuo ricordo, delle preghiere, dei preziosi consigli. Ed ora, come farò ogni mese, eccole la risposta-resoconto e anche le risposte ai suoi quesiti. Spero che questa mia la troverà in Italia, dove troverà pure altre lettere, che le daranno spiegazione di alcune cose che dalle sue lettere vedo che ancor non sono a Lei note.

Mi rifarò alla questione BEPPU. Come ebbi già a scrivere, il giorno stesso che si doveva fare il contratto, il Municipio di Beppu per telegramma e per persona ci faceva sapere che non vendeva più. Cercammo tutte le vie per fare ritornare le cose allo status quo ante (avendo noi le lettere del Municipio che ci invitava al contratto), si unirono a noi il Sig. Inoue e un buon avvocato, i giornali pure della città presero la nostra parte, ma non fu assolutamente possibile far retrocedere il Municipio dalla presa deliberazione di costruire in quel luogo i bagni pubblici, richiesti – si disse – da una commissione di cittadini.

Certo ci devono essere state sotto le mene di nemici del cattolicesimo. Proprio alcuni giorni fa si riunirono a Beppu i bonzi della città e all’ordine del giorno vi era il tema “LA MISSIONE CATTOLICA CERCA DI LAVORARE”. Lei ricorda che proprio accollata alla polizia vi era la casa del bonzo e una nuova bonzeria.

Comunque, per quanto si sia fatto non si è potuto, anche offrendo l’intera somma (che nella sua carità Lei ci aveva mandato) riuscire ad ottenere che il Municipio ritrattasse la presa decisione. Il Municipio, vista la gaffe commessa, si mise a nostra disposizione per trovare altri terreni, e sa il Signore quanto si è girato e quanto si è fatto per cercare un terreno che avesse le condizioni di lavoro utile, e non troppo distante dalla casa delle Suore.

Si impiegarono dei mesi senza concludere, e finalmente se ne trovò uno che per la posizione è magnifico – ha pure la fonte di acqua calda, non ha però costruzione alcuna, pur vendendo[?] allo stesso prezzo di quel di prima con l’aggiunta per quello che le starò per dire.

Ora il terreno è comprato, ma non interamente pagato (rimangono Yen 12.000 pagabili in sei anni coll’interesse dell’8,50%) e rimane da fare la costruzione, parte della quale sarà fatta col legname della casa delle Suore – e il resto sarà fatto dalla Provvidenza. Non è improbabile – se la Provvidenza non mi lascia mancare i mezzi – che per Maggio si possa inaugurare la Missione stabile a Beppu almeno con chiesa provvisoria, e nell’annata finire anche la chiesa un po’ bella; ma come vede, amato Don Torquinst, il bel progetto vagheggiato e che sarebbe già concretizzato, se si fosse potuto avere il locale della polizia, è purtroppo tramontato, e si è dovuto ricorrere ai ripieghi.

Per quali disposizioni la Provvidenza abbia così disposto, non possiamo ancora capire; certo che un perché ci sarà e… fiat voluntas Dei!

Le suore vorrebbero al più presto entrare nella nuova casa. I falegnami stanno smontando la parte da Lei indicata, che servirebbe per Beppu e per i Coreani. Si dovette – per economia di trasporto – scartare d’accordo coi falegnami, l’idea di servirsi di quel materiale per la costruzione di Tano. Sarebbe stata una spesa fortissima in tutti i sensi e superiore alla costruzione ex novo.

Per i Coreani già si è adocchiato il terreno, ma avendo tanta carne al fuoco, giudicai più opportuno ritardare fino a che la questione Beppu e Oita non sia bene incamminata e quasi definita.

Le suore vorrebbero entrare per l’anniversario della Mazzarello, che se non erro è in Maggio. Certo le spese di riattamento, acqua, luce, mobilie saranno abbastanza forti.

Quindi per il materiale della chiesa che Lei con tanta bontà è disposta a provvedere, o soprassedere o, se può mandare, mi pare che si possa contare per la futura chiesa uno spazio di metri 12 x m. 8, e quindi Lei comprende le proporzioni degli oggetti.

I catecumeni a Beppu per ora non sono numerosi – una mezza dozzina, ma certo resa possibile in posto la presenza del missionario, aumenteranno. Continua a Beppu per ora il lavoro di quella signora che Lei ha battezzato; in unione al lavoro del catechista e della catechista di Oita.

Ed ecco il problema che forse le recherà più meraviglia e che come le ho scritto le darà ragione del motivo per cui, pur Lei avendoci dato la somma per il pagamento del terreno della polizia, Don Cimatti non ha usato subito tutto per il pagamento del nuovo terreno.

Visto che le cose andavano per le lunghe, e come le scrissi in lunga lettera, non potendo in coscienza lasciare insoluto il problema dell’educazione femminile a Miyazaki, né davanti alla Santa Sede, né davanti alla Congregazione, né all’aumentare delle vocazioni (attualmente nel bugigattolo delle Suore vivono sedici persone) e specialmente per il bene dei confratelli, pensando inoltre che nel prossimo anno avremo i chierici per le case, pensai che avendo avuto il lasso di 6 anni per il pagamento di Beppu, il nostro buon Don Torquinst, che non potevo interrogare, ma che informai per lettera, mi avrebbe permesso di usare parte di quella somma per iniziare l’Opera che a giorni si inizierà in bel terreno (Yen 10 lo tsubo e forse con casa adibibile – oltre 5 tan, per Yen 15.000, pagabili nell’annata cogli interessi – me ne rimangono ora Yen 10.000 pagabili per il giorno di Natale) e che darà modo di dare grande sviluppo a quest’opera che tanto sta a cuore della missione e che procurerà – ne sono certo – dei buoni frutti.

Se ho sbagliato mi dia qualsiasi penitenza, ma come le dico, in coscienza non potevo lasciare di iniziare quest’opera che mi parve la Provvidenza coll’aver disposto un po’ di soldi, mi autorizzava a servirmene. Certo che Don Cimatti, fondato unicamente sulla Provvidenza, non lederà per nulla i diritti di Beppu, e quanto la carità di Don Torquinst ha stabilito per Beppu sarà interamente versato fino all’ultimo sen, ma avevo bisogno di ripeterle ancora una volta quello che forse non le era ancora noto chiaramente, pur essendole stato comunicato dal sottoscritto e da Don Margiaria.

Similmente per Miyazaki non è ancora risolta la questione della pratica utilizzazione degli Yen mille lasciati dalla sua carità per i cristiani, e Don Antonio ha finito per consegnarli a me in attesa che le idee dei cristiani si concretizzino. Tutti desideravano averne una porzione, e terreni in vicinanza di Miyazaki che si possano acquistare con Yen 1000 non si trovano in proporzione da servire almeno ad una famiglia e lontano nessuno vuole andare. Anche questi saranno interamente versati a Miyazaki non appena sarà ben definita la questione, e intanto possono servire per le cose urgenti. La prego di vedere in questo una disposizione di Don Cimatti per il bene generale delle cose.

Eccole ripetuto nella sua totalità il come furono utilizzati i soldi dati per Beppu (Polizia). Rimane il problema casa suore che non so ancora come risolverò. Inizialmente le suore, che rimangono a Miyazaki, potranno continuare ad abitare la casa attuale (la superiora non si è sentita assolutamente di comprare la casa date le condizioni davvero poco solide della medesima) e pensa di usufruire gli Yen 4.000 per il riattamento di Beppu. In principio potranno abitare nell’asilo, fino a che non sia costruito nel locale del medesimo un’abitazione a parte per loro. Il falegname mi ha fatto il progetto dell’asilo moderno che salirà a Yen 6.000 e più. Come farò a pagare non so: ad ogni modo ho la convinzione netta che la cosa deve farsi, e che quindi il Signore mi manderà i mezzi, che, come prima ho domandato al nostro massimo benefattore Don Torquinst, così ora domando nelle forme che crede opportune, con rinnovata insistenza.

Chiarita questa prima questione le altre sono assai semplici. La questione di Oita è ormai a buon punto. Se il Signore mi manda Yen 5.000 posso nel prossimo aprile aprire il nostro modesto laboratorio tipografico con una mezza dozzina di allievi. Don Margiaria inviò progetti e particolari. Il capo e vice-capo fu trovato. Sono due buoni cristiani di Tokyo, che ben volentieri sono disposti a venirci in aiuto.

Due professori di Oita ci aiutano per le materie secondarie. Credo che le cose procederanno bene e l’Ammir. Yamamoto assicura che le Autorità scolastiche saranno contente. Si è dovuto scartare la proposta di rilevare il materiale del tipografo di Oita, perché fatto esaminare da persona competente fu trovato vecchio e disadatto. Inoltre domandava un prezzo rilevante di oltre Yen 5.000, mentre con tale cifra si può dotare ex novo tutto il necessario per una tipografia.

Compro le macchine a Osaka e i caratteri a Tokyo. Lei mi dirà: “E i soldi occorrenti dove sono?”. È quello che mi domando io pure, ma sono talmente sicuro che è volontà di Dio che l’impulso fortissimo dato dal nostro Don Torquinst, per la gloria di Dio, non si deve arrestare, che vado avanti fiducioso che il Signore farà dei miracoli, se saranno necessari, per venirci in aiuto, e confido che il nostro Sig. Don Torquinst, come manterrà fede agli impegni assunti, così, se potrà, verrà a sollevarci dai gravi pesi che gravano sulla missione che non vive che della Provvidenza, non avendo risorse proprie per il momento. Ho fatto richieste speciali anche a Propaganda Fide, e batto la grancassa un po’ dappertutto. Aiutati che il Signore ti aiuterà.

Per Miyazaki e Tano si domandano Statue di Maria A. (1 metro di altezza). Per Tano come già le scrissi è pronto il dipinto della STELLA MARIS che sarà presto inaugurato insieme alla sala riunioni e alla casetta per il missionario, e di cui invierò foto.

Lei per Tano (quadro e annessi) mi aveva elargito la carità degli Yen 500. Non essendo assolutamente possibile fare il trasporto della porzione di casa di Beppu – credetti opportuno che i soldi che si sarebbero spesi per il trasporto e per la ricostruzione, andassero per la nuova costruzione; mi è così venuto fuori una spesa di Yen 800 che spero poco a poco di ammortizzare. I cristiani comprano il terreno per il cimitero, e così Tano si può dire a posto per poter esplicare un lavoro attivo. Ho in prova un nuovo catechista, che mi vengo formando (essendomi presa la cura di Tano che per i confratelli era davvero troppo gravosa, data l’assoluta mancanza di quel pochissimo di cui può avere bisogno il missionario) e così grazie alla sua carità, caro Don Torquinst, anche Tano è a posto.

Sto cercando una casa di fitto in paese, e così il catechista che è occupato specialmente alla domenica, negli altri giorni potrà fare qualche cosa per la buona propaganda.

Prima che mi dimentichi per gli oggetti di culto, unisca sempre atto di donazione alla chiesa X e così evitiamo le spese di dogana.

Ed ora alle altre questioni.


TAKANABE: il totale della spesa pel riattamento fu di Yen 600 (cui aggiunsi un 100 yen per cominciare la dotazione del gabinetto di storia natur.), ringraziando il Signore il lavoro va organizzandosi. Ben frequentato l’Oratorio e quotidianamente e alla domenica specialmente. A Natale vi furono due battesimi (due giovanotti) che hanno iniziato nel loro villaggio di Uwae un buon movimento tale che ci ha obbligato ad affittare una casa per andare tre volte alla settimana per tenere conversazioni, insegnamento di religione ed è probabile che saremo obbligati ad aprire l’oratorio quotidiano date le buone disposizioni della popolazione. Si spera a Pasqua di avere 4 o 5 nuovi Battesimi, e quello che è consolante, di giovanotti. “Venite nel nostro paese e vi condurremo una decina di compagni subito!”, ci hanno detto i cari giovani di Uwae.

Domani sera colla truppa dei chierici andiamo a cantare e fare discorsi al paese per iniziare la nuova casa di fitto (Yen 3 al mese). Ci aiuti il Signore.

Tra quelli che prenderanno il Battesimo a Pasqua, vi è un giovane che mi dà modo di parlare del terreno della montagna di Takanabe, e forse di avvicinarci alla realizzazione della sua proposta. Più ci penso e più il terreno non sembra adatto. Mi si presenta un bravo giovanotto, che ha compiuto i suoi studi di agricoltura. È cristiano, ma ha tutta la famiglia pagana. Per dissesti finanziari è caduto nella più squallida miseria da condizioni agiatissime. Mi prega di concedergli per poter vivere di lavorare il terreno della montagna. Si sono fatti i patti, ed ora è là con il fratello che amorosamente viene istruendo e preparando al battesimo, mentre la mamma e il resto della famiglia è ricoverata nella casa del catechista a Kawaminami, e speriamo che presto anche essa cominci lo studio della religione.

Chissà che come si augura Lei fra questi bravi giovanotti il Signore non susciti qualche vocazione e qualche buon catechista. Per ora alcuni devono finire gli studi e speriamo che cominceranno a svolgere il loro apostolato per i loro genitori, come qualcuno fa già.

Certo che se il giapponese riesce a capire e ad investirsi del dovere religioso, lavora da apostolo e sa difendere la propria fede. Recentemente un fatto magnifico si è avuto a Miyazaki, di una ragazza che per fuggire dai genitori pagani che già le avevano trovato un onorevole partito di matrimonio, benché catecumena fuggì presso le suore e non volle tornare a casa finché non ebbe assicurazione scritta che non avrebbe fatto il matrimonio e che avrebbe potuto studiare ed abbracciare la religione cattolica. Ed ora sta fortemente resistendo alle tentazioni del fratello che si laurea quest’anno da medico all’Università di Tokyo. Già la sorella minore studia, e i parenti, che già hanno capito la forza della religione cattolica, guardano con simpatia alla medesima. La famiglia è abbastanza distinta e nota a Miyazaki.

Tornando al concetto di colonizzazione, certo che se si potesse avere un modesto capitale, si possono trovare dei terreni da dissodare a bizzeffe. Bisogna calcolare che il minimo per famiglia è un ettaro – se due però è meglio. In terreni da dissodare si può valutare il prezzo in 25-30 yen allo tsubo. A Tano terreni già lavorati si possono trovare a 7-8 allo tsubo. Il Governo concede premi e aiuti per la costruzione delle case. Il giorno che si facesse un po’ di colonizzazione certo si rende necessario un nuovo centro di azione, perché se si vogliono trovare questi terreni bisogna andare in zone dove ancora non si è penetrati. Sarà maturo il problema? Per me l’ho vagheggiato subito che venni in Giappone; ma non l’ho mai potuto realizzare per mancanza di mezzi, pur essendomi rivolto anche ad autorità in materia, e vedendolo chiarissimo. Ai superiori era stato offerto da Mons. Roy di Kagoshima la colonizzazione di gran parte di un’isola che avevo visitato. Ma non avevamo la possibilità del personale e si disse che per ora non era possibile. Se Lei mi sapesse dire qualche cosa al riguardo…


MORIE. Troverà certo dati e carta dei terreni a Torino dove ho mandato tutto l’incartamento. Là pure il movimento si accenna magnifico. Lo dimostra la sala sempre piena per oltre quattro ore e specialmente di adulti che desiderano sentire parlare di religione. A Natale si ebbero tre battesimi e una mezza dozzina di catecumeni stanno studiando attivamente. Si sta pure facendo pratica per il cimitero cattolico, a cui i Giapponesi tengono tanto, per il vivo culto dei morti che è sentito in tutti, pagani e cristiani.


Centri in cui si è iniziato il movimento


NOBEOKA: è a Nord della Provincia di Miyazaki (30.000 abitanti) con grande fabbrica di seta artificiale e un’altra di concimi chimici. Anticamente i Gesuiti vi avevano delle fondazioni.


MIYAKONOJO: a sud della missione (50.000 abitanti). Emporio commerciale, rivale accanita di Miyazaki. I frequentanti la casa affittata sono per ora una dozzina di volenterosi, e ben disposti a ricevere il battesimo sono tre, fra cui un amabilissimo giovanotto, figlio del professore di fisica della scuola media.


KOBAYASHI. È alla parte ovest della missione (10.000 abitanti). Sono una quindicina di costanti. L’ultima volta che li ho visitati hanno assistito tutti alla Messa pur essendo giorno feriale: hanno lavorato pel buon esito della conferenza, e pur non essendo nettamente dichiarati, studiano. Mi diceva uno di loro (un signore già padre di famiglia): “Capisco la grande importanza del battesimo, e non bisogna fare le cose alla leggera!” –. Per maggior chiarezza le unisco una carta geografica.


NAKATSU. Come le avevo già scritto, il lavoro è riuscito magnificamente secondo le indicazioni da Lei date. Naturalmente il preventivo è salito a Yen 2300 e quindi mi trovo a cercare Yen 800: la Provvidenza dovrà pur mandarli! Spero che entreranno una decina di nuovi. Tano: due; Miyazaki: 4. Un’altra mezza dozzina sono in vista. In ogni residenza c’è qualche catechista in formazione.

Per il bravo HASHIMOTO è ancor in famiglia: credo si risolverà a farsi fare l’operazione. Grazie delle indicazioni sui deboli di salute. Procureremo di fare, ma Lei sa, amato Don Torquinst, che vi è sempre il problema che assilla in questo momento anche Lei. Ad ogni modo spererei che nel prossimo aprile tra primo e secondo corso possiamo contare da l6 a 20 allievi. Lei sa che ci sono tante aleatorie, ma il Signore sa pure i nostri bisogni e non ci lascerà mancare questi che sono i più bei regali.


USUKI: al solito. Non ho segnalazioni di un movimento speciale.

MORIE: il catechista di Morie ha ricevuto il magnifico dono che tanto bene produce. Ne ho ordinato copia – avevo indirizzato la lettera al nostro caro Don Noguier che ho poi saputo che era morto. Non so che sarà della mia ordinazione…

NUOVO PERSONALE. Vi è il Sig. Don Carò, francese, entusiasta del Giappone e che già aiuta Don Piacenza nell’oratorio con la musica, e speriamo possa riuscire di vero aiuto alla missione. Vennero tre chierici (Bechis – Arri – Dal Fior), due del secondo anno e uno del primo. Due non poterono avere il passaporto (erano della romana). Venne meno un coadiutore.

TOKYO. So da S.E. il Delegato (sa che ora è cambiato – lo sostituisce Mons. Mooney che era in India) che la pratica dell’Arciv. di Tokyo è presso i Superiori a Torino. Don Cimatti non sa nulla, salvo quello che seppe da Lei. Mi dicono che sul Bollettino delle Missioni Estere di Parigi c’era la notizia che i Salesiani presto sarebbero andati a Tokyo. Certo che al più presto bisogna anche per i motivi da Lei accennati. I Giapponesi ci tengono assai che si apprezzi il valore degli studi fatti alla capitale. Attendo ordini dai Superiori. Può essere che l’andata a Tokyo faciliti assai la possibilità dello studentato Teologico con poca spesa; lo studentato del Seminario funziona bene ed è riconosciuto dal Governo.

Per OSAKA vedremo come riesce la prova di Oita. Sarà un buon esperimento, pur in piccolo, per il futuro e per preparare buoni soggetti.

I S.V.D. [Servi Verbo Divino] sono nella prefettura apostolica di Nagoya (5 milioni di pagani e 447 cristiani). Per ora hanno un ospedale e credo che la nuova opera sia una scuola femminile. Dicono che è una fondazione sontuosa.


A Natale i battesimi raggiunsero la bella cifra di 20 (mi pare finora mai raggiunta), e a Pasqua si prevede di averne un numero discreto: se mi riesce a condurre a termine quelli che si hanno tra mano, speriamo in una 15. Certo che molti cominciano e poi si perdono per via… Ah, il difetto più grave di questi cari Giapponesi è purtroppo l’incostanza.

Spero che tra i nuovi seminaristi ci sia pure da Oita il buon suo Adolfo che insiste per studiare da prete.

Ed ora mi pare di aver risposto a tutto. Vorrei avere adeguate espressioni per sostituire degnamente tutti e singoli che vogliono essere ricordati individualmente e che nell’approssimarsi delle feste pasquali vogliono esserle più che mai vicini per dirle il grande riconoscente affetto, la quotidiana preghiera e l’assicurazione che i benefici ricevuti, che hanno portato tra noi questa fiorita di lavoro, non sono dimenticati e che per l’amatissimo Don Adolfo si offrono a Dio preghiere e sacrifici. Voglia pregare per noi, voglia parlare di noi ai Superiori, a Roma e nel limite del possibile ci aiuti nelle forme in cui crede, col consiglio, ecc. Lei sa quanto Don Cimatti ne abbisogna; e se vi furono sbagli li attribuisca tutti e solo alla mia insufficienza, mi compatisca, mi perdoni, e mi aiuti. Nuovamente augurandole ogni bene mi dico tutto suo,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


714 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-3-2 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice delle F.M.A. in Giappone



Miyazaki, 2 marzo 1931

Reverenda Madre,

Unisco fin dove sono arrivati i chierici nella traduzione del Sesto libro.7

Per il prestito optime: se la superiora permetterà, mi impresterà quel che potrà (anche solo poco). Quanto alla situazione reale mi pare, dovendo Lei mettere a posto Beppu,8 fa molto bene a contare più soldi che ha.

Per me ho bisogno naturalmente:

a) Che rimanga a Miyazaki il personale per l’asilo e per le opere femminili della Missione.

b) Che risolviamo il problema dell’abitazione di quelle che rimangono. Non so ancora come farò, perché contavo su quei soldi per l’abitazione delle suore (avendoli dati Don Torquinst per quello – e avevo proposto per la compera dell’attuale casa da trasportarsi – se il padrone accettava – sul nuovo posto) o impiegare il denaro equivalente per la costruzione di una nuova. A tutt’oggi non è ancora risolta la questione delle case che sono sul nuovo terreno. Ad ogni modo Deus providebit. Lei pur avendo assoluta fede nella Provvidenza, pensi prudentemente all’avvenire.

Se il Signore vuole l’opera di Miyazaki l’aiuterà. Di fronte alla S. Sede e alla Congregazione non posso, non debbo e non voglio lasciare in condizioni di inferiorità il centro della Missione.

Gli uomini hanno pensato come Ministri della Provvidenza altrove; il Signore disporrà per Miyazaki. Quindi avanti senza paura. Preghiamo, lavoriamo, e gran fede, soprattutto gran fede in Lui solo; Maria Aus. e Don Bosco ci aiutino. Nel bel mese di S. Giuseppe ravviviamo la fede: come provvide alla S. Famiglia, provvederà anche alle nostre povere famiglie.

E preghi specialmente per me. Ossequi e saluti cari a tutte.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

715 /Grigoletto Giuseppe / 1931-3-3 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



[3 marzo 1931]

Carissimo Grigoletto,

Buona e santa Pasqua a te, ai compagni, ai giovani tuoi. Grazie pure della tua carità.

Farò una seconda spedizione secondo le tue indicazioni… Che vuoi? I fazzoletti (a meno di farli fare) non ci sono. Pensa al vestito giapponese: le tasche sono le maniche e il seno… ad ogni modo vedremo di accontentare.

Mi piacerebbe di sentire i Vangeli e l’Ite Missa est… specie di qualcuno… Un giorno o l’altro la Radio, che è in tutti i buchi del Giappone, mi porterà l’eco… Mi sembrerà di sentire i Giapponesi (orribili quando cantano).

Grazie di gran cuore a tutti gli acquirenti, specialmente superiori. Unisco biglietto per il Padrino e per la Sig.ra Dal Soglio.

Ossequi a tutti. Tu allegro e buono.

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


È inteso che per S. Giuseppe…


716 /Zerbino Tommaso / 1931-3-4 /


a Tommaso Zerbino, Maestro, ex-allievo di Valsalice, fratello di Don Pietro



Miyazaki, 4 marzo 1931

Zerbino carissimo,

Grazie della tua carità col farti apostolo per la nostra povera missione e specialmente per le preghiere che fai e che fai fare. Accludo biglietto, secondo desiderio.

Sei ricordato cotidie e ben di cuore coi tuoi allievi: assicuralo loro e di’ loro che vogliano bene alle missioni.

Ti benedice di cuore il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


717 /Padovan Francesco / 1931-3-4 /


a Francesco Padovan, benefattore



Miyazaki, 4 marzo 1931


all’amatissimo Sig. Padovan,

Riconoscente per la continua carità verso le nostre opere, mentre auguro la buona Pasqua assicuro preghiere speciali per Lei e per la sua famiglia.

Dev.mo

D. V. Cimatti, sales.





718 /Rinaldi Filippo / 1931-3-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 9 marzo 1931

Amatissimo Padre,

Metto la lettera sotto la protezione del nostro Savio Domenico. Al solito un po’ di relazione mensile.


DON CIMATTI. Salute ottima. Lavoro non manca. Per la mia insufficienza non riesco a fare le cose bene (ad es. mi torna difficile la scuola di scienze – non ricordo più nulla, anche perché non sono stato mai forte in quelle… Bonum mihi!).

Pel resto bene, pur non venendo meno difficoltà, tentazioni, abbattimenti. Sono certo in un momento in cui dal punto di vista materiale c’è tanta carne al fuoco che non so come me la caverò. Il Signore mi aiuti per mezzo dei Superiori e dei benefattori. E come già le avevo scritto bisogna che i Superiori facciano uno sforzo e mi vengano al più presto in aiuto.


I CONFRATELLI nelle singole case benino. Furono un po’ indisposti Don Liviabella (orecchio), Don Lucioni (un po’ di bronchite), Maccario (un po’ nevrastenico). Gli altri benino. Trovo poco formati i nostri cari coadiutori: duretti nel modo di fare coi giapponesi… ottengono poco. Speriamo che il biennio di perfezionamento ce li dia migliori.

Mi aiuti colla preghiera a condurre in porto queste care anime, che trovo in generale ben disposte.

Tra i chierici dubito di C.. Il ch. B. pure è un gran bambinone: ma speriamo.

Due pure sono a corto assai di studi (Don Braggion e Bernardi). Tutti gli altri confratelli mi pare vadano benino.


Notizie speciali


1.- A Nakatsu si prepara il posto per i nuovi aspiranti o seminaristi (spero che il Signore ce ne regali una decina).

2.- A Beppu su terreno acquistato bisogna preparare un po’ di abitazione per un prete perché le suore vorrebbero in maggio aprire la loro casa di formazione.

3.- A Oita per la festa di Don Bosco spererei iniziare una modestissima tipografia. Ah, avessi subito un 100 mila lire.

4.- A Miyazaki è incominciata la costruzione dell’asilo e opere femminili. I soldi? Non li ho. Confido nel Signore per mezzo dei Superiori, Don Torquinst e benefattori. Deus providebit!

Colla partenza di Mons. Giardini (sostituito da Mons. Mooney già Delegato in India) perdiamo certo un gran benefattore. Mi dice che in Italia continuerà ad essere buon cooperatore salesiano tanto più che avrà nella sua giurisdizione parrocchia e casa Salesiana. (Forse Firenze?).

Ed ora non mi resta che presentarle per la ricorrenza fausta di Pasqua a nome di tutti i nostri auguri, sentimenti di riconoscenza e preghiere speciali. Voglia farsi interprete presso i singoli amati Superiori dei nostri auguri e ci benedica tutti specie i più bisognosi e soprattutto il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

719 /Ricaldone Pietro / 1931-3-9 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Missione di Miyazaki

9 Marzo 1931

Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Come vede metto questa mia sotto la protezione del nostro caro Savio Domenico. Spero che sarà pienamente ristabilito e con rinnovato vigore avrà potuto riprendere il consueto lavoro. Oh, come le darei volentieri parte della salute che il Signore nella sua bontà mi dona.

È certo però che tutti i suoi figli giapponesi pregano per Lei e nella bella ricorrenza delle feste Pasquali a mezzo mio vogliono esserLe vicini per dirLe tutto l’affetto riconoscente che nutrono per Lei che tanto ha fatto e fa per la nostra Missione.

Grazie a Dio la salute generale è discreta. Non tutti stanno bene (molti stanchi), un po’ nevrastenici, nervosetti, ma via! a letto nessuno. Si lavora da tutti con buona voglia in generale, e Don Cimatti deve frenare. Mi pare che l’elemento più debole e scadente (salvo Merlino) sono i nostri buoni coadiutori, poco formati, un po’ chiodini, privi di quel senso di saper trattare coi giovani, senso di carità, di pazienza, di spirito di lavoro, che forse più che altrove è così necessario in Giappone. Speriamo che il biennio di formazione dei nostri cari coadiutori porti veramente dei buoni frutti. I nuovi venuti mi pare facciano bene. Il ch. Bechis un po’ bambino. Gli altri bene.

Il mio povero pensiero, benché forse prematuramente corre già al prossimo anno in cui spero che i Superiori vorranno fare un nuovo sforzo per venirci in aiuto. L’impulso dato da Don Torquinst al lavoro è tale che per seguirlo e per non rimaner oppressi bisogna che i superiori ci aiutino. Eccole in breve ciò che bolle in pentola.

A Miyazaki spero poter aprire l’asilo e le opere femminili, affidandole alle suore e così cominciare a togliere tra i piedi l’elemento femminile almeno nei giorni feriali, e realizzare il lavoro per le suore. Non fui aiutato in questo da nessuno, salvo che dai Superiori, perché per Miyazaki Don Torquinst (non so perché) non ha creduto opportuno fare che poco o nulla. Io non potevo in coscienza e davanti alla S. Sede, e davanti alla Congregazione far il bel gesto di lavorare a Oita, Nakatsu e lasciar il centro della Missione come una povera cenerentola abbandonata.

Non so come me la caverò, ma il Signore deve provvedere, perché la ritengo un’opera più necessaria che mai.

Lo studentato che fu pure il più abbandonato da Don Torquinst, ma che spero aiuterà in seguito, localmente è a posto. Ma la prego di pensare che per il prossimo anno incominciano il triennio su 11 chierici, dieci, e rimane quindi allo studentato un chierico solo. Bisognerà quindi che all’invio del personale per il prossimo anno abbia la bontà di tener conto di questo stato di cose per non aver per un chierico ipotecato il personale insegnante.

Se ci fosse tra quelli che invierà qualcuno che sapesse un poco di inglese, bene assai (per quello che starò per dire). Come pure uno che sapesse un po’ di disegno.

Si prospetta pure la questione del Noviziato. Avrei per ora qualche elemento che chiede di essere coadiutore che fa regolarmente il suo aspirantato, che naturalmente non può durare eternamente. Farli venire in ltalia? Come sarà meglio? O prendendo buon personale da Ivrea o da altrove iniziare qui pure il noviziato? Avrei bisogno di sapere per tempo il pensiero dei superiori, perché la casa (per ora di affitto) non si improvvisa.

Gli studi mi pare che procedano regolari con tutti gli annessi e connessi come a Foglizzo, e (paragonando gli orari), molto di più.

Il moltiplicato lavoro apostolico e l’inizio del tirocinio dei chierici porterà necessariamente un rimaneggio del personale e bisogno aumentato del medesimo. A Oita spero sarà per la festa di Don Bosco un fatto compiuto la piccola tipografia. Anche qui non so come farò per pagare tutto, ma se non trovo aiuti impegnerò me stesso… e così anche questo povero inciampo sarà fuori dei piedi.

A Beppu, al più presto, le suore apriranno la casa loro di formazione, e si renderà necessaria l’apertura stabile della Missione in quella città. Andato a monte, per la malizia degli uomini, il magnifico progetto del nostro Don Torquinst (perché alla vigilia del contratto, anzi lo stesso giorno, il Municipio non volle più vendere un posto che ci avrebbe dato subito locale e abitazione), si è dovuto ricorrere a rimaneggiamenti che ci faranno spendere molto di più, ma che bisogna pure realizzare se si vuol dare un aiuto efficace alle suore, quindi al più presto anche là bisogna pensare ad una sede fissa.

A Nakatsu sono ormai ultimati i lavori di ampliamento del nostro piccolo seminario o aspirantato. Così faremo posto per quest’anno ai nuovi che il Signore ci regalerà (sembrano una diecina) e per il prossimo anno chi vivrà vedrà! (Oh, a proposito, guardi che sono al sesto anno di superiorato…).

Come vede, il Signore ci benedice e spero che col suo aiuto, con quello dei Superiori e con quello di Don Torquinst potrò fare fronte agli impegni, che non sono pochi. Riserve non ne ho, perché tutte quelle che la carità di Don Torquinst ci aveva dato è già scomparso. Conto sull’aiuto dei Superiori (ho domandato al Sig. Don Rinaldi), su quello di Propaganda e sui benefattori… il Signore mi aiuti!

Potessi trovare un 300 mila lire sarei a posto. Dopo tutto non sono una gran cosa per chi le ha… e sono un affanno per chi non le ha.

Per la stamperia con Lire 50 mila si compra tutto: macchinario e caratteri. Spererei che in breve potrebbe mantenersi da sé e in seguito dare aiuto alla missione. Capo e vice-capi li ho già trovati a Tokyo; gli insegnanti di materie secondarie trovati a Oita, e quindi la scuola col programma nostro, colle modificazioni adatte all’ambiente si può cominciare. L’ammiraglio Yamamoto dice che il Ministro dell’Educaz. sarà ben contento. I Superiori non possono aiutarmi? Ho di nuovo fatto domanda di sussidio speciale a Mons. Salotti per il Seminario e per la stamperia. Dagli elenchi delle erogazioni orientali la nostra missione ha il minimo sussidio da Propaganda. Siamo gli ultimi. Ma se non ci aiutano come si fa a crescere? La partenza di Mons. Giardini (sostituito da Mons. Mooney che era Deleg. A. in India) ci toglie certo un gran benefattore. Ma il Signore sa…

Mons. Giardini mi scrive che avrà sotto la sua giurisdizione parrocchia e casa salesiana… Firenze forse?

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, mi voglia aiutare per la santificazione di questi cari confratelli, affinché possa compiere il mio dovere, riuscire a salvare pure l’anima mia, che volere o no, sento avvicinarmi ogni giorno più al grande rendiconto.

Preghi per me e per noi tutti che desideriamo una cosa sola: “Fare un po’ di bene e salvare le anime nostre”.

Il caro Savio Domenico le mandi modo di venirci in aiuto. Con vero ossequio, rinnovandole a nome di tutti gli auguri più sinceri.

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

720 /Merlino Alfonso / 1931-3-9 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[9 marzo 1931]

Caro Merlino,

Ricevo da Torino che Merlino Vittorina di Chiusavecchia Imperia, offre per Nakatsu Lire 100 (che invio a Don Tanguy). Fa’ tu i ringraziamenti opportuni.

Si avvicina S. Giuseppe. Pregalo che ti faccia come Lui. Prega pure pel tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


721 /Treggia Alfredo / 1931-3-15 /


a Don Alfredo Treggia, Direttore Salesiani, Faenza9



[15 marzo 1931]


Ai Superiori: a Voi, rappresentanti degli antichi Superiori miei, il grazie riconoscente per il bene ricevuto.

Ai Compagni: a Voi che mi richiamate anni giocondi e fruttuosi della mia vita, auguri, che ovunque vi troviate, qualsiasi posizione sociale occupiate Vi dimostriate degli allievi di Don Bosco. Vi ricordo ogni giorno.

Ai Benefattori: a Voi cui debbo grande parte di quello che sono e che sovveniste, fanciullo, alla mia povertà e che ancora la sovvenite beneficando la Missione Salesiana in Giappone, il grazie e la riconoscente preghiera quotidiana. Non dimenticateci nella vostra inesauribile carità.

Agli allievi: dietro l’esempio di quanti vi hanno preceduto nell’Istituto, seguendo gl’insegnamenti dei Vostri Superiori, nel nome di Don Bosco possiate nella rinnovata Italia essere buoni cristiani, buoni italiani.

Per Faenza: BANZAI, BANZAI, BANZAI.




722 /Circolare Salesiani / 1931-3-16 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indip. di Miyazaki


16 marzo 1931

Carissimi,

Invio schema della discussione sulla stampa che si terrà nel prossimo Aprile a Tokyo. Prego pigliarne visione con confratelli ed inviarmi entro il mese le vostre osservazioni. Comincerà Nakatsu, Oita, Miyazaki, Centro.

Secondo intesa la SEI invia campioni di immagini e crocifissi che riceverete colla distinta dei prezzi. Per quantità piccole ve le posso mandare subito, per quantità considerevoli, dietro vostro desiderio farò le ordinazioni. Sul prezzo indicato la SEI ci fa lo sconto del 50%.

Mons. Hayasaka ci permette di fare quest’anno direttamente ricerca di seminaristi presso i padri giapponesi. Se qualcuno può fare opera di carità o per lettera o personalmente, prego di farlo al più presto.

Per le difficoltà finanziarie che possono muovere i genitori, pur cercando di ottenere tutto quello che si può, il Centro cercherà di formare ad ognuno la pensione per mezzo di benefattori.

Spero riceverete presto parte dei libri che furono ordinati per la biblioteca delle case, avendo già ricevuto le note relative. Procuriamo tutti che anche questo mezzo di bene che ci dà la Provvidenza, venga bene usufruito. Si desidererebbe dare ai nostri foglietti di propaganda una migliore forma per renderli più graditi e più fruttuosi.

Desidero che i confratelli espongano spassionatamente le loro impressioni a riguardo, e potendo presentino anche solo in sommario e in qualsiasi lingua un modello.

Può essere che la riunione di Tokyo suggerisca qualche emendamento, ma abbiamo bisogno certo di migliorare tutta la nostra produzione letteraria, specie ora che staremo per presentarci con scuola propria.

La prossima festa di S. Giuseppe ci aumenti nell’amore per il Signore e per la nostra buona Madre Maria.

Preghiamo per i confratelli sacerdoti della casa di Nakatsu da un po’ di tempo indisposti, e pregate pure per il vostro

Aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti


723 /Rossum, van Guglielmo / 1931-3-17 /


a Sua Em. Card. Guglielmo van Rossum, Propaganda Fide



Missione Indipendente di Miyazaki

Miyazaki, 17 marzo 1931

Eminenza Reverendissima,

Mi perdonerà se oso rivolgermi a V. E. per sottoporre alla sua benevola considerazione alcuni bisogni della Missione Indipendente di Miyazaki, affidata ai Salesiani del Beato Don Bosco, implorando un aiuto efficace straordinario della S. Congregazione di Propaganda Fide.

1.- Problema vitale per la propagazione della Fede in questa Nazione, che tiene il primato anche nella stampa, è quello di propagare a tutto potere la buona stampa.

Già nel nostro piccolo qualche cosa si è realizzato. L’ultima importante pubblicazione fu la traduzione in giapponese popolare del Vangelo unificato, fatto nuovo nella storia della Chiesa in Giappone.

Ma purtroppo, finché non avremo una stamperia propria della Missione, e dovremo dipendere dai pagani, una vera azione in grande stile non è possibile.

2.- Nel 1929 vennero chiamate nella nostra Missione le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice. Esse infatti possono compiere fra il ceto femminile un’opera che il sacerdote stesso non può compiere.

Ora fin dall’inizio esse ebbero molte e replicate domande di giovani cristiane della città e di altre cristianità più lontane, per essere accolte a far parte dell’Istituto.

Sapendo quanto le indigene siano di prezioso aiuto nell’opera di penetrazione fra i loro connazionali, pur non avendo ancora né fondi né case, a ciò non si ristette dall’accogliere quante di esse presentavano i necessari requisiti morali.

Attualmente le aspiranti accolte sono dieci e parecchie altre aspettano che ad esse pure si faccia posto.

Dette giovani se sono di belle speranze per le loro ottime disposizioni, sono però tutte poverissime, tanto che a nessuna di esse si è potuto richiedere corresponsione né di dote, né di spese per il periodo di prova; anzi il superiore della Missione le dovette tutte provvedere eziandio del necessario corredo.

I bisogni della missione appariranno ancor maggiormente se si considera che per queste giovani cristiane la prova deve prudentemente avere una piuttosto lunga durata, per cui riesce oltremodo gravoso il mantenimento di questi soggetti in formazione, tanto più che talune di esse per la loro giovane età e per le loro speciali attitudini potrebbero utilmente essere avviate agli studi.

Con l’animo pieno di fiducia che l’E.V. vorrà prendere in considerazione le necessità più urgenti della nostra Missione che per ora non può contare su risorse locali, Le ho scritto la presente.

Assicuro a nome dei Missionari tutti il ricordo quotidiano che abbiamo per l’E.V.

Prostrato al bacio del S. Anello pregando che l’E.V. si degni di benedirci tutti, oso professarmi

dell’E.V. R.ma

Devotissimo

Don Vincenzo Cimatti,

Sup. Missione Indip.


724 /Ricaldone Pietro / 1931-3-17 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 17 marzo 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Un’idea più o meno luminosa, che siccome è condivisa anche dalla Direttrice delle Figlie di Maria Aus. espongo alla sua bontà, sicuro che se sarà effettuabile vorrà aiutarci a realizzarla.

È probabile che sia una cosa già nota, ma noi non la conosciamo… e perciò voglia indicarci come si può fare se la pratica è di competenza di Propaganda voglia benignamente dare corso.

Come Propaganda si occupa della formazione del clero indigeno, o avvia altra opera per questo?

Comprendo che non c’è parità tra l’opera che può svolgere il clero e quella che può svolgere una suora… ma lavorano entrambi per lo stesso scopo, pur usufruendo l’uno e l’altra di mezzi diversi…

Quindi veda Lei se è una cosa che dobbiamo e possiamo fare noi, o se è una cosa che debbano fare le suore direttamente: finora esse sono in missione chiamate dal capo della Missione, ed il sottoscritto domanda il favore come tale.

Se la cosa è possibile preghi il bravo Don Beccuti a formare la domanda della direzione e firmarla (ha anche il bollo della Missione) ed unirvi la domanda della direttrice che forse bisognerà correggere in alcune diciture… non capisco troppo la formula burocratica… perciò prego venirmi in aiuto.

Faccio punto perché avvicinandosi il tempo in cui Roma decide sulle cose non vorrei giungere troppo in ritardo.

Sono nelle asciutte… Veda, e ne ho scritto al Sig. Don Rinaldi, se i Superiori mi possono aiutare per arrivare almeno fino a Giugno quando arriverà il nuovo sussidio di Propaganda.

Per ora novità serie nessuna… le solite croci quotidiane sentite da Don Cimatti più che da altri… Ma le piglio volentieri in isconto dei miei peccati che non sono pochi. Nuovamente buona e santa Pasqua.

Con ossequio

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


725 /Bisi Ugo / 1931-3-17 /


a Don Ugo Bisi, Segretario dei Superiori Maggiori


17 marzo 1931

Carissimo Bisi,

Grazie della tua… Eccoti una nuova pratica che devi far vedere al Sig. Don Ricaldone. La mando a te perché sia sicuro che la pratica vada in porto. Se il Superiore crederà possibile inoltrarla ti dirà come fare.

Fa’ pure, firma o timbra, in ufficio l’avete… Se invece non è possibile mi dirai poi come fare nel caso che ci fossero altre vie…

A metà aprile ti invierò poi i documenti necessari per avere i sussidi per i nostri seminaristi indigeni.

Prega per me che sempre ti ricordo. Invio la presente a te perché vedo Don Beccutti alla Crocetta e non vorrei che le pratiche patissero ritardo essendo prossimo il tempo che Propaganda fa le sue assemblee.

Prega per me… Buona e santa Pasqua.

Tuo sempre aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


726 /Merlino Alfonso / 1931-3-18 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


[18 marzo 1931]

Carissimo Merlino,

Le tue occupazioni non mi permisero di parlarti a lungo, ma mi parve che volessi dire qualche cosa che non avesti tempo di dire. Se è così, parla pure con tutta libertà; sia di tue cose spirituali e materiali e anche i tuoi pensieri sull’organizzazione del piccolo Seminario. Allegro e buono sempre.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


727 /Merlino Alfonso / 1931-3-21 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


[21 marzo 1931]

Carissimo Merlino,

La tua mi ha riempito di consolazione. Così, figliuolo, e sempre così. Rispondo per punti.

1.- Non temere che lavorando per gli altri dimentichi te; è dovere l’uno e l’altro, e facendo per gli altri (se si fa con fede e per dovere) si fa anche per sé. Dunque niente paura.

2.- Optime per i Nove Uffici. Per le scuole fa’ come ti dicono e non temere di nulla. Tu parlando con Don Tanguy liberamente esponigli che sei disposto a far quanto ti dicono (scuola, assistenza, ecc.). Per la disciplina è utile esporre senza timore le proprie vedute, discutere, e poi presa una decisione eseguirla, anche se non è conforme alle nostre vedute. In ciò sta l’unione e la forza.

3.- Nelle tue relazioni con Don Lucioni parla molto con lui – è parlando che ci si capisce e ci si affiata. Nessun timore. Di tanto in tanto Don Lucioni dato che ha anche le sue indisposizioni fisiche, è carità parlargli e tenerlo allegro.

4.- Per Watanabe si è in trattative; credo che per il nuovo anno sarà a posto.

Coraggio, Alfonso, e avanti senza paura. Investiti dei bisogni tuoi, dei bisogni dei giovani e fa’ quanto puoi per amare il Signore e ti assicuro il Paradiso. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


728 /Circolare missionari del Giappone / 1931-3-27 /


ai Missionari in Giappone10


Miyazaki, 27 marzo 1931

Reverendo Padre,

Sono felice di potervi annunciare che il prossimo 17 di Maggio noi faremo una manifestazione a Miyazaki, centro della Missione, per onorare la SS.ma Eucaristia. Saremo molto riconoscenti se Lei pure potesse venire e così con la sua presenza aumentare lo splendore di questa dimostrazione in onore di Nostro Signore.

Per parte nostra nutriamo le più grandi speranze a riguardo di questa manifestazione; crediamo fermamente che ne seguirà una risposta generosa all’attrazione irresistibile del Cuore divino esercitata dalla visita trionfale di Gesù a questa popolazione. Possa il buon Gesù realizzare questo augurio che noi da oggi vi raccomandiamo calorosamente, Reverendo Padre, contando anche su una vostra partecipazione.

D’altra parte molti dei nostri fedeli – dei quali voi già ve ne siete curati – conservano di voi un ricordo sempre vivo, e saranno certamente felici di potervi rivedere.

Dal punto di vista spirituale la vostra visita sarà senza dubbio di grande vantaggio. Mons. Hayasaka, Vescovo di Nagasaki, ha pienamente autorizzato la vostra partecipazione alla nostra manifestazione eucaristica.

Permettetemi, Rev. Padre, di esporvi una seconda domanda.

Dato lo sviluppo continuo delle Missioni, si dovrà tenere in considerazione la possibilità di una crisi di aumento; nessuna conquista di fatto avviene senza lasciare le posizioni precedenti: di qui la necessità di rinforzi.

Disgraziatamente il rinforzo giunto dall’estero resta sempre insufficiente perché le novelle conversioni assorbono le nuove forze, per cui noi ci dibattiamo in un circolo vizioso.

L’unica soluzione, è il reclutamento sul posto: ecco la continua raccomandazione del S. Padre: questa non può non provocare nuova emulazione in tutti i missionari; è pure questa la nostra principale sollecitudine di missionari salesiani.

La nostra Missione è povera di vocazioni, d’altra parte sappiamo che la Diocesi di Nagasaki invece è come una fonte inesauribile di gran valore. Può allora, Reverendo Padre, permettere che qualcuna delle tante vocazioni che fioriscono nella sua circoscrizione, venga mandata al nostro piccolo Seminario di Nakatsu?

Questo nostro progetto di rivolgersi a voi per avere la vostra collaborazione è stato sottoposto a S.E. Mons. Hayasaka che l’approvò con entusiasmo.

Noi adunque contiamo sulla vostra collaborazione a questo apostolato. Mentre esprimo la mia profonda riconoscenza specialmente durante le sante feste Pasquali, mi professo:

Dev.mo in N.S.

Don Vincenzo Cimatti,

sales. di Don Bosco, Superiore della Missione



P.S. - Se potrete essere fra noi il giorno 17 di Maggio vogliate aver la bontà di renderne edotto il Rev. P. Cavoli, Missione cattolica, Miyazaki. Per quanto riguarda le vocazioni da raccomandarsi a noi, voglia indirizzarsi al Rev. P. Tanguy, Missione cattolica, Nakatsu. Il nuovo anno scolastico inizia il prossimo Aprile.


729 /Circolare Salesiani / 1931-4-1 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indip. di Miyazaki


Pasqua,1 aprile 1931

Carissimi nel Signore,

Potete comprendere quali possano essere gli auguri che dal più profondo del cuore vuol farvi Don Cimatti nella bella ricorrenza delle feste Pasquali.

Voglia il Signore concedere a tutti noi di rimanere perseveranti nella nostra vocazione e realizzare così la salvezza dell’anima nostra.

Voglia il Signore concedere a tutte le opere che nel suo nome Santo si sono iniziate, il pieno compimento ed il più completo e rapido sviluppo. Voglia il Signore concedere a tutti le gioie dell’apostolato con abbondante numero di anime da voi salvate.

Grazie di quanto fate per la gloria del Signore e per l’adempimento del vostro dovere. Continuate ad aiutarmi e a sostenermi nel lavoro.

Stiamo passando un momento assai critico dal punto di vista materiale. Bisogna fare dolce violenza alla Provvidenza, e col risparmio, colla buona condotta, col lavoro indefesso per la gloria di Dio, meritarci la benevolenza della Provvidenza. Abbiamo forti impegni cui fare fronte – opere nascenti da completare – da sostenere – da rafforzare. Ognuno porti il suo contributo cosciente e di responsabilità! Tutti preghiamo caldamente e con fede il Signore affinché sostenga le opere che nel suo nome si sono iniziate e si degni di darci i mezzi per condurle a termine.

Grazie dei preziosi consigli che avete inviato per l’adunanza di Tokyo sulla questione della stampa.

Si avvicina la data della manifestazione eucaristica che la Missione terrà a Miyazaki il prossimo 17 Maggio. Spero presto inviare programma, ma a realizzare gli scopi spirituali di questa manifestazione occorre: la preparazione degli animi; la preghiera, il contributo totale di spirito e di opera dei singoli. Quindi nelle singole residenze si parli in ogni circostanza dell’omaggio che la missione intende offrire a Gesù Eucaristico, si favoriscano a tutto potere la frequenza ai SS. Sacramenti, alle visite a Gesù e quanto altro possa favorire la devozione a Gesù Sacramentato. (Primo Venerdì del mese, ora di adorazione, ecc.).

Si metta fin d’ora l’intenzione nelle preghiere per la felice riuscita della manifestazione, e si consigli anche ai cristiani.

Infine col consiglio e col lavoro e nelle forme che ad ognuno saranno possibili e secondo le mansioni che ai singoli saranno deferite, tutti un cuor solo ed un’anima sola cooperino al trionfo di Gesù.

Altri particolari saranno comunicati in seguito, ma si incomincino fin d’ora a praticare queste direttive generali.

Il Santo Padre desidera che si ricordi ai fedeli la ricorrenza del centenario del Concilio efesino. Almeno un’istruzione sia fatta ai cristiani sull’argomento. Lo scopo spirituale del richiamo nella mente del Sommo Pontefice è “ut pietas ergo Deum et Deiparam Virginem itemque studium in Romanum Pontificem eiusdemque observantia magis magisque quotidie in omnibus reviviscant…”; e dopo aver consigliato come omaggio la frequenza alla Santa Messa e ai SS. Sacramenti soggiunge: “Ac fore confidimus ut ad id incrementum conferat Marialis cultus simulque ut orientis populis per Mariae triumphum, omnium quidam matris benignissimae, ad sinum revertantur romanae ecclesiae a cuius primatus, praeter alia monumenta litterarum in Ephesina synodo tam luculenter elucet”. Argomento per noi dolcissimo e che collima assai bene colla preparazione della manifestazione eucaristica indetta nel mese di Maggio e nel giorno anniversario dell’incoronazione della nostra Mamma.

Come è prescritto dal nostro Ven. Rettor Maggiore noi pure faremo, nei limiti del possibile, la Giornata delle Compagnie.

Nel mese di Aprile ogni Capo-residenza stabilisca secondo le norme indicate un giorno per il congressino parziale. La riunione generale si farà a Miyazaki nel mese di Maggio in occasione del convegno eucaristico. Don Cimatti è a disposizione per schiarimenti e per aiuti al riguardo.

Dovendo fare la relazione alla S. Sede e al Rettor Maggiore delle avvenute celebrazioni prego a lavoro compiuto inviarmi relazione locale. In una lettera particolare del Sig. Don Rinaldi conclude con queste parole: «Ti raccomando di spiegare senza interruzione “QUALIS ESSE DEBET IL SALESIANO E QUALIS ESSE PERICLITATUR”.

Miei buoni confratelli, rivolgo ai Capi-residenza e ai singoli confratelli il desiderio del Rettor Maggiore. Parliamo di questo argomento nelle conferenze, nei sermoncini della sera e “arrepta occasione” in altre circostanze, ma specialmente cerchiamo di realizzare la pratica nella vita quotidiana. Il Signore ci aiuti e ci conceda ogni bene per l’anima e per il corpo. Tutto e sempre vostro

Aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Come semplice ricordo, perché certo avrete fatto e farete: non dimenticate in questa circostanza di fare gli auguri anche da parte mia alle persone più benefattrici della casa o della missione, residenti nella vostra giurisdizione. Non dimenticate i nostri catechisti e anche il personale che lavora presso di noi. Auguri a tutti i cristiani, catecumeni, ecc. da parte mia.


730 /Merlino Alfonso / 1931-4-3 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


3 aprile 1931

Caro Merlino,

Per dirti la buona Pasqua e ogni bene e assicurarti che sono vicino a te specie in questi giorni.

Aiuta Don Lucioni e i chierici ed essi aiuteranno te. Saluti cari a te e ai seminaristi singoli, a Osafune e alla catechista. Prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


731 /Rinaldi Filippo / 1931-4-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani11



Miyazaki 8 aprile 1931

Amatissimo Padre,

Il buon Dio alle prove materiali fa seguire quelle spirituali ben più dolorose. Sia fatta la sua santa volontà. Se deficienze vi furono e vi sono le attribuisca tutte e solo al sottoscritto.

È il primo anno che ho potuto fare le funzioni della settimana santa. Sa Gesù ciò che gli ho detto e che avrei desiderato fare per pigliarmi (come fece Lui) i peccati di questa povera missione… (…..)

Per il resto:

DON CIMATTI. Salute sempre ottima – lavoro ce n’è – mi dolgo che il Signore non mi voglia nella bassa forza… Lei lo sa. Per l’anima mia, vorrei essere santo e non lo sono: sensualità – fiacchetto e le miserie solite. Ma il Signore conosce il mio povero desiderio.

Per i confratelli. Salute discreta in tutti (precaria in alcuni: Don Tanguy, Don Piacenza, Don Margiaria (stanco), Coad. Guaschino e Maccario). Quest’ultimo sono obbligato per il bene dell’anima sua a cambiarlo da Oita. Carattere difficile, non va troppo d’accordo con Don Margiaria (anch’egli carattere non molto formato) ed anche in questo sunt lacrimae rerum.

Don Escursell anche fa quel che può: di educazione assai diversa di Don Margiaria, è un uomo che farebbe mirabilia (dal suo punto di vista) in un ufficio o in un’agenzia a Torino o in altro punto del globo. Per le missioni (mi sbaglierò) ci vogliono altri tipi. Ho comunicato a Don Escursell anche i suoi pensieri. Il significato delle sue circolari è così. Ho da tempo pregato che le singole case per fare in modo che pian piano possano aver modo anche di sostenersi con entrate proprie, facciano propaganda per le proprie necessità. Don Escursell prima di venire in Giappone aveva di questi comitati alla Crocetta, coi quali si tiene ancora in relazione, e per non scrivere ai singoli poligrafa cose in comune, ma che hanno carattere privato e servono per la casa di Oita, né hanno da essere pubblicate, su giornali od altro.

In forma più semplice fa pure Don Lucioni da Nakatsu. E in forma generica per tutta la Missione fa Don Cimatti. Avevo tentato il giornalino “Amici della Missione Giapponese” per assorbire tutto, ma è difficile per ora né potendo avere regolarmente il contributo di tutti e dovendo farlo stampare a Macao.

L’avvenire deciderà. Certo che Don Escursell ha l’apparenza di impiegare molto tempo in queste relazioni e corrispondenze missionarie con riviste e giornali (gli ho proibito assolutamente apprezzamenti politici come fece in altri tempi) e benefattori – certo che riesce poco nella lingua – è di grande pietà, ma vorrebbe più libertà di azione nella propaganda. Per me son di parere che bisogna degli individui utilizzare quello che possono dare (mi pare che così faceva Don Bosco) e quindi pur insistendo, osservando, gridando opportune et importune, mi pare che non ci sia che mettere l’individuo nelle condizioni di fare meglio che può.

Un po’ di crisi sta passando anche il coad. Ragogna fiacchetto anche lui di salute e di forza morale. Cerco di tenerlo su.

I chierici per ora bene.

Don Carò optime.

Don Marega aspretto, critico, ma mi pare viene lavorandosi. Don Lucioni alti e bassi.

Molti di questi confratelli non sono passati attraverso alla trafila regolare e quindi… bisogna pigliarli come sono e tentare di ridurli… ma si ottiene quel che si può.

Un incendio gravissimo a Miyazaki ha messo a repentaglio la missione (non ne abbiamo nessuna assicurata). Il Signore ci ha salvati: si passarono dai confratelli ore di angoscia, dovendosi sgombrare ogni cosa. Gesù fu portato in salvo da Don Liviabella dalle Suore. Deo gratias!

Notizie liete. Il Signore mi ha regalato 10 nuove vocazioni indigene (5 da Miyazaki, 2 da Tano, il resto da altrove e ne devono venire altri). L’ampliamento fatto a Nakatsu è già insufficiente. Deo gratias! Così il nostro aspirantato, seminario, figli di Maria nel suo secondo anno di vita passerà la ventina.

Fra un mesetto funzionerà l’asilo (Stella Maris) e la nostra scuola tipografica (Don Bosco) e altre cosette. Per mangiare e mettermi a posto per quest’anno avrei bisogno di 200 mila lire.

La Provvidenza non mancherà, ma imploro nuovamente aiuto… Quando domando sono in vera necessità. Confratelli e giovani devono mangiare. I ricoverati (e fra poco ce ne sarà una decina di artigianelli a Oita) gravano tutti sulle spalle del sottoscritto perché tutti davvero come voleva Don Bosco poveri e abbandonati.

Altri orfanelli ho presso famiglie. Cerco per tutti pensioni e benefattori… ma, mio buon papà, quando si ha da fare con la burocrazia. Che vuole? Tre anni di pratiche all’Opera del Clero indigeno hanno approdato a tre pensioni (non certo sufficienti a coprire le spese)… non mi spavento, insisto… ma la realtà è questa, che ho bisogno d’aiuto.

Certo non c’è solo Don Cimatti al mondo, ma ad es. tre anni di pratiche a Roma, passate pel tramite di Torino (come si deve fare) per avere un sussidio straordinario pel Seminario a che hanno approdato? Parole, promesse… e nulla…

Non mi spavento, insisto… ma convenga con me, che la burocrazia è pur brutta cosa. E mi perdoni.

Ho promesso di non parlare perché darei forse in iscandescenze e irriverenze. Il vero è che sono nel bisogno: il Signore frustolo per frustolo aiuta e basta.

Avanti allegramente. Tutte le case mi domandano: ho in tasca 40 Yen (400 lire).

Deo gratias! Evviva la povertà. E avrei bisogno oltre il vitto di pagare subito un 70-80 mila lire che non ho e che non so dove tirerò fuori. Niente paura.

L’importante è scappi il peccato di casa, se c’è.

Accompagno il povero figliolo a Nagasaki per inviarlo a Shanghai ove lo affido a Don Fontana e poi fiat voluntas Dei.

Segnalerò con precisione nave e porto d’arrivo e poi i Superiori facciano nel Signore quanto possono per questa cara anima, che amo in viscere misericordiae Dei nostri, e per la cui salvezza ho offerto a Gesù quello che potevo.

Il Signore ci benedice. A Pasqua una dozzina di battesimi. La scuola domenicale per i pagani a Miyazaki, fiorente. Alla sera ai trattenimenti 200-300 ragazzi. Il Signore feconda e benedica…

Ah, se la povera missione del Giappone fosse aiutata! Deo gratias! Si muova Gesù a compassione di noi videns paupertatem nostram. Oh, buon Padre, mi permetta di abbracciarla nel Signore… Sono ancora così bambino. Mi benedica, preghi e faccia pregare pel suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Don Garelli mi scrive che non sarebbe malcontento di venire in Giappone. Per me,

  1. se i Superiori credono (pensino che il Giappone è vicino alla Cina, e la posizione che ebbe il Giappone in Cina)

  2. Don Cimatti non ha difficoltà.

I Superiori conoscono meglio di me il suo carattere. Scuola e confessioni può farne: ma forse è troppo recente il complesso dei fatti…


732 /Ricaldone Pietro / 1931-4-8 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 8 aprile 1931

Mio Amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Finanziariamente sono in summis necessitatibus, ma la Provvidenza finora ci ha aiutato. Mi arrabatto, ma… Avrei bisogno per mettermi a posto nelle cose che ho tra mano di Lire 200 mila. Il Signore mi aiuti.

Fra un mese apertura asilo (Stella Maris) e tipografia (Don Bosco). Per pagare i debiti mi occorrerebbero subito 70-80 mila lire. Mi entrano in seminario oltre una decina – in tipografia una decina, ed essendo poveri ed abbandonati gravitano sulle spalle di Don Cimatti. Tutte le case chiedono, ho in tasca Lire 400. Vado a Nagasaki e mi farò imprestare i soldi per il chierico fino a Shanghai – e prego Don Fontana che impresti fino in Italia. Evviva la povertà e la Provvidenza! A Pasqua una dozzina di Battesimi. Deo gratias!

Preghi e faccia pregare per noi, specie pel suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


733 /Ishigami Maria agnes / 1931-4-12 /


alla Signora Maria Agnes Ishigami1, cristiana di Miyazaki



Miyazaki, 12 aprile 1931

Mia cara Agnese,

Per gli auguri di Pasqua arigatō gozaimasu [grazie!].

In questa circostanza il buon Dio ha benedetto ancora la nostra missione. Abbiamo 10 battesimi di adulti. 5 a Takanabe - 3 a Oita - 2 a Miyazaki.

Per vostro fratello preghiamo molto. Anshin shi nasai [Stia tranquilla].

Sempre in unione di preghiera.

Vostro dev.mo

D. V. Cimatti, sales.

734 /Grigoletto Giuseppe / 1931-4-14 /


al chierico Grigoletto Giuseppe, ex-allievo di Valsalice



14 aprile 1931

Carissimo Bepi,

Spero arrivi a destinazione il pacco. Conta per Lire 200 compreso tutto. Ho trovato benché non vistosi i fazzolettini… anche piccoli portafogli… Prova. I più costosi sono i piccoli più sottili perché seta vera di prima qualità. Tu sai fare le cose bene e fa’ in Domino.

Prega per me e fa’ pregare. Di nuovo buona Pasqua.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

735 /Merlino Alfonso / 1931-4-15 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone


15 aprile 1931

Caro Merlino,

Grazie di cuore di tutto e delle disposizioni d’animo per l’obbedienza e del bel lavoro sui nove uffizi. Cercherò un cappello storico come introduzione e al più presto pubblicheremo (non so se potremo per giugno).

Allegro e buono. Ho segnalato ad Oita il tuo arrivo.

Don V. Cimatti



735-2

[senza data]

Carissimo Merlino,

Il prevosto Don Sappa mi ha inviato per te Lire 100. Vedi di ringraziarlo e di scrivere un po’ più spesso… Si lamenta.

Allegro, buono e arrivederci presto.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.




736 /Circolare Salesiani / 1931-4-21 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente e Visitatoria


Miyazaki, 21 aprile 1931

Carissimi,

Come sapete, l’11 c. m. partì S.E. Mons. Giardini, che ai Salesiani accorsi a dargli il saluto di congedo volle ancora manifestare la bontà paterna del suo animo verso la Congregazione e verso la nostra Missione.

Certo che noi non potremo facilmente sdebitarci dei tanti benefici ricevuti. Prego vivamente tutti di continuare a pregare per Monsignore che dobbiamo considerare come nostro grande benefattore.

Ed ora alcune comunicazioni. Voi sapete in quali critiche condizioni ci siamo trovati e ci troviamo per far fronte ai molteplici impegni che abbiamo tra mano. In questa occasione i buoni Padri delle Missioni Estere ci sono venuti in aiuto. Vi raccomando vivamente di considerarli, come lo furono sempre, nostri benefattori e ricordarli essi pure ogni giorno nelle nostre preghiere e in quanto è possibile aiutarli qualora fossimo richiesti di aiuto di ogni genere.

All’occasione raccomando di nuovo oculatezza nelle spese, esercizio cordiale della santa povertà, lavoro per parte di tutti di trovare validi benefattori per le opere della missione, intensa preghiera alla Divina Provvidenza e con una condotta santa renderci degni delle benedizioni del Signore.

In questi ultimi tempi il Signore ci ha voluto provare in multis, ma ci ha pure dato ineffabili consolazioni e nel numero consolante delle vocazioni, e nell’averci finora dato i mezzi per sostenere l’opera della stampa e l’asilo, opere che si spera al più presto di vedere funzionare in pieno. Preghiamo anche a questo scopo.

Come pure ringraziamo il Signore di averci scampati dal furioso incendio che minacciò seriamente la residenza di Miyazaki.

Si inizieranno quanto prima le pratiche per l’assicurazione contro gli incendi delle proprietà della Missione.

Comunico pure che le pratiche per la costituzione delle varie residenze in società (Shadan) riconosciute dallo Stato, superato felicemente le pratiche cittadine locali e provinciali, ora sono a Tokyo. Preghiamo pure per il buon andamento definitivo di queste pratiche, che alleggeriranno i pesi finanziari della missione e daranno modo di espandersi più rapidamente per il lavoro apostolico.

E giacché sono in tema che ci richiama la riconoscenza verso tanti che ci fanno del bene non vogliate dimenticare tanti altri benefattori che aiutano giornalmente la nostra cara missione. Per tutti preghiamo, non dimenticate fra questi il nostro Don Torquinst, ma con lui tanti altri che fanno veri sacrifici per noi, e sacrifici tali che commuovono e che ci obbligano alla più sentita riconoscenza.

Il S. Padre ha affidato in modo speciale alle monache del monastero di Lisieux la preghiera per la salute delle anime della Russia. Un sacerdote della Svizzera si è fatto promotore per tutto il mondo (per ottenere lo stesso scopo) di una giornata di Comunioni generali dei fanciulli e propone l’8 Maggio, anniversario della prima Comunione di S. Teresa del Bambino Gesù. Passo a voi il desiderio lodevolissimo, esortandovi – potendo – a soddisfarlo, in quel giorno o nella domenica seguente.

Prossimamente aprendosi la scuola tipografica Don Bosco di Oita, credo utile in via provvisoria di stabilire d’accordo col Consiglio quanto segue in relazione alle pubblicazioni che eventualmente le case desiderassero far eseguire da detta scuola:


A. L’ufficio centrale stampa per la missione e per la Visitatoria è costituito dal Visitatore e dal suo Consiglio. A questo centro è affidato quanto concerne la vigilanza, sviluppo, propaganda della stampa per tutta la missione. Dipende anche da questo centro la revisione degli scritti secondo le prescrizioni canoniche e le nostre Costituzioni.

B. La scuola tipografica ha una redazione ed amministrazione propria. Attua le direttive avute dal centro. Per i prezzi: lavori commerciali a prezzi ordinari. I prezzi dei lavori di propaganda siano tali che possano coprire le spese, tutto compreso.

C. Tutti i confratelli sono vivamente pregati di segnalare al centro o alla scuola quanto ritengono utile per il miglioramento delle nostre pubblicazioni, sia per il contenuto che per la forma e anche per la veste esteriore. E, tutti sono vivissimamente pregati di cooperare nelle forme possibili alla parte di compilazione.

D. Il regolamento della stamperia e quello interno della scuola sono basati sui nostri regolamenti.


Come fu annunziato si tenne a Tokyo un primo congresso per la stampa cattolica a cui i Salesiani parteciparono con un dettagliato memoriale che desunsi dalle vostre preziose osservazioni che presentai al completo.

Comunico i voti del Congresso per la parte che può interessare, pregando i confratelli che avessero ancora osservazioni al riguardo di segnalarmele, perché è in via di trattativa per la realizzazione di alcuni di questi voti.

1.- Si studia il progetto di fusione in un solo dei giornali di Tokyo, Sapporo e Nagasaki: si prega di considerare il “Nippon Katorikku Shinbun” [Giornale cattolico del Giappone] come organo delle missioni e aiutarlo con tutte le forze sia per la diffusione come per il servizio di informazioni. (Per ora nella nostra Missione tale servizio di informazione e diffusione sarà assunto dal Centro).

Ad organizzazione avvenuta si farà decentrazione e spero trovare qualche buon confratello che si assuma questo delicatissimo ufficio. Sarò fin d’ora riconoscente per quanti vorranno suggerire mezzi pratici sull’argomento.

2.- Il giornale Cattolico non dovrà fermarsi alla sola vita religiosa del cristiano, ma anche alla sua formazione di vita civile, economica, sociale, artistica, sportiva. Lo stile sia alla portata del più gran numero e specialmente facile nella sua vita religiosa. I Capi-missione entreranno in trattative col centro se intendono di usufruire dell’edizione locale. Mi sono subito messo in relazione per sentire le proposte pratiche al riguardo.

3.- I Capi-missione prendono sotto la loro responsabilità la diffusione del giornale secondo le cifre proposte (che a noi non furono ancora comunicate).

4.- Si diffonda presso i missionari l’“Actio missionaria”. Ho già dato disposizione affinché il periodichetto latino sia inviato a tutti i sacerdoti, e prego fin d’ora nel limite del possibile di collaborare anche a questa bella manifestazione di unione sacerdotale nello studio dei mezzi dell’apostolato.

Concludo col raccomandarvi di pregare in questo tempo per la buona riuscita della manifestazione eucaristica che si avvicina a grandi passi e di cui spero presto poter comunicare programma definitivo. Domenica prossima è la festa del nostro B. Padre. Oh, il nostro caro Don Bosco… È da considerarsi festa solenne a tutti gli effetti. Ognuno nelle sue possibilità sfrutti santamente quest’occasione per ritemprarsi nello spirito religioso salesiano. A giorni si inizia pure il mese consacrato a Maria A. Sia da tutti passato in modo che Maria sia contenta di noi.

Il Signore ci assista colla sua Santa grazia e ci conceda ogni bene.

Vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti

737 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-4-30 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice delle F.M.A. in Giappone



Miyazaki, 30 aprile 1931

Rev.ma Signora Direttrice,

Spero sabato poter fare una scappatina e spiegare, o meglio vedere quali sono i desideri loro e delle loro Superiore perché non ci capisco proprio nulla. Scrivo anzi contemporaneamente alla Madre Generale, e così spero che al più presto le cose si definiscano di comune accordo. Ecco le dichiarazioni di Don Cimatti:

1.- Non ho fatta finora convenzione di sorta, perché il Sig. Don Rinaldi e la Rev.ma Madre Generale mi dissero di non farla. “Quando il Superiore della Missione avrà ne darà, quando non ne avrà penserà la Provvidenza, e le Suore penseranno”. Così fu convenuto, e finora fu fatto così. Don Cimatti diede; quando non ne ebbe non diede, anzi le Rev. Suore aiutarono, prestando ciò che hanno in deposito (offerta del Sig. Don Torquinst) e di cui non è chiaro se l’offerente l’abbia data “intuitu Congregationis o missionis” (pur noi propendendo per quest’ultima). Mi dicono che fu scritto al Sig. Don Torquinst, nell’attesa cerchiamo di lavorare e non perderci in questioni. Ora le Superiore desiderano la convenzione e noi pure. Siccome di queste cose non me ne intendo (non avendone mai fatte), prego la Sig. Direttrice di studiare un modulo e di esporre con tutta franchezza quanto crede necessario. Casco dalle nuvole in relazione poi alle altre cose: numero delle suore, cosa dovranno fare, mezzi di sussistenza, pianta di casa, costruendo asilo, ecc. Probabilmente quanto fu presentato o quanto fu capito a Torino (non so per parte di chi, perché Don Cimatti non ne seppe nulla) non è chiaro. Ecco il pensiero di Don Cimatti.

Venuta delle suore: furono chiamate dal Superiore della Missione, perché prestassero l’opera loro per l’educazione delle ragazze, svolgendo l’opera loro parallela a quella dei salesiani. Cominciare dall’asilo e Oratorio, a cui si aggiungerebbero man mano tutte le branche proprie delle Figlie di Maria A., possibili in Giappone. Così è scritto nel carteggio di richiesta. Si parla dalle Rev.me Superiore del costruendo asilo – di inizio di opera – di trasporto di personale – di necessaria autorizzazione, ecc. Non capisco. Ma l’asilo non lo costruiscono le suore come opera propria – è la missione che lo fa come opera sua ed ha chiamato le Figlie di Maria A. come (se ci fossero stati altri missionari) avrebbero chiamato altre Suore, per lavorarvi. È il motivo per cui sono venute qua – è il primo lavoro che si era concordato – non capisco che autorizzazione sia necessaria in questo caso.

Quando le Suore facessero poi opere proprie, certo occorre quanto prescrivono le loro Costituzioni ed anche il permesso dell’Ordinario (e questo da tempo Don Cimatti lo ha dato – e gli incartamenti sono a Torino). Ma ora francamente non capisco.

2.- Quanto all’abitazione: all’inizio il Sig. Don Rinaldi e la loro Rev.ma Madre generale dissero: “Le suore desiderano in principio casa di fitto – in seguito, conosciuto l’ambiente fanno poi secondo i bisogni”. E così fu fatto. Da tempo Don Cimatti aveva prospettato il problema e la soluzione:

a) comprare solo la casa attuale e portarla sul terreno dell’asilo, con riattamenti opportuni servendosi anche delle case che sono sul terreno dell’asilo,

b) fare come aveva detto Don Torquinst: comprare e fare le migliorie del caso, in attesa di meglio,

c) costruzione ex novo.

I quattro mila Yen erano più che sufficienti. Questione: fatta con quei denari di chi è la casa? Questionando non si lavora. Fatta la casa, secondo il responso di Don Torquinst, sarà di chi sarà.

La pianta di detta abitazione la debbono fare le Suore secondo le loro esigenze. Dispiace leggere che a Torino si pensi che l’abitazione delle Suore debba essere un androne o comunque.

Quanto al numero delle suore per l’Asilo dissi tre – ma il pensiero è che le Suore si piglino la cura dell’Oratorio e dell’educazione femminile della missione. Quindi se sono necessarie di più ce ne vogliono di più. A Lei la decisione.

La conclusione è:

1.- Le Figlie di Maria A. sono venute in missione inizialmente per aiutare i missionari (non per fare opere loro) – credo sia questo che la segretaria non ha compreso – e quindi domanda non so quante cose;

2.- Siamo tutti missionari in formazione e in missione in formazione – e quindi non si può avere tutto ciò che si desidererebbe – idem per le Figlie di Maria A.: lavoro, preghiera e sacrificio;

3.- Facciamo al più presto la convenzione, giacché la si desidera – e desidererei entrasse in vigore nel mese di Maggio;

4.- Per l’abitazione delle Suore, come sopra.


A voce altre cose e schiarimenti. Sono ben contento che a Torino abbiano domandato tutto questo, perché daranno modo di chiarire tante cose. Ma non bisogna aver paura di dirle, né farle più grosse o più brutte di quel che sono. Quindi niente paura e avanti nel Signore. Il bel mese di Maria ci aiuti a darci il vero spirito di apostolato, spirito di unione con Dio, di lavoro, di sacrificio.

Ossequi cari a tutte e singole, alle aspiranti.

Un memento per il

suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

738 /Ricaldone Pietro / 1931-5-1 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 1 maggio 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Il mese della nostra Mamma le porti tutte quelle consolazioni e grazie che il suo cuore desidera e che di cuore le augurano i suoi lontani figli del Giappone.

Lei gradisce certo notizie nostre. Un breve riassunto dell’attuale nostra situazione.

Salute dei confratelli: grazie a Dio discreta per tutti, dico discreta perché certo si è un po’ tutti stanchi e come Lei sa, la salute generale dei confratelli del Giappone (salvo per il sottoscritto), fu sempre in radice un po’ debolina. Ad ogni modo mi pare che tutti lavorino bene, pur non essendo alcuni ancora ambientati (e non so se lo saranno mai).

Ricordi le lettere di Don Lucioni e la situazione di Don Escursell. Ho creduto opportuno fare il cambio del confratello Maccario da Oita a Nakatsu con Merlino. Maccario si lascia alle volte talmente agitare per delle ombre, e ormai a Oita coi Giapponesi e con Don Margiaria non riusciva a stare calmo (ha dei momenti di vero nervosismo). Con Don Tanguy è più tranquillo, anche perché l’ambiente del seminarietto è più tranquillo. Non so però se le condizioni di animo e di salute siano tali da permettergli di fare quest’anno la professione perpetua.

Don Lucioni ha i suoi momenti (ricorda la lettera dell’anno scorso?), come pure Don Escursell che è forse quello che meno ha assimilati e la lingua e lo spirito dell’apostolato… È però di grande pietà. È un elemento che ritengo utile in un ufficio… ma nell’apostolato…

Abbia la bontà di non inviare insegnanti del tipo Don M.. Lei lo conosce, ma credo che se vogliamo formare chierici… Ad ogni modo non mi lamento dei confratelli, che sono a me tutti tutti di esempio. Lei sa che avrei da lamentarmi di me e non degli altri, perché se le cose e le persone vanno e sono come sono, prego pensare che la colpa è tutta e solo del sottoscritto.

Le ricordo che sono già al sesto anno di superiorato e prego i Superiori che non abbiano timore, e diano alla congregazione il buon esempio di disporre dei confratelli senza paura. Don Cimatti è disposto ad andare in qualsiasi luogo del mondo. Non ha una missione la più povera, la più scalcinata, che sia da iniziare ex novo, oppure in cui ci sia da sgobbare come muli? Quello è il posto indicato per Don Cimatti. Vedo che sta per scrivermi “Il posto per Don Cimatti è quello indicato dall’obbedienza…”. Certissimo… ma conosco la carità dei Superiori, e non vorrei che avessero nei riflessi di questo povero uomo… Chiaro?

I nostri chierici, grazie a Dio, benino in tutto. Vari hanno bisogno di lavorare e molto, ma coll’aiuto di Dio e colla buona volontà, speriamo che si metteranno a posto. Ed ora converrà – come le ho già scritto – pensare all’anno prossimo. Che cosa per noi sia utile veda Lei nella sua bontà. Le nostre condizioni attuali sono le seguenti.

I chierici che quest’anno devono cominciare il tirocinio pratico, perché hanno compiuto il biennio filosofico, sono nove.

Nello studentato rimarrà quindi un solo chierico che deve cominciare il secondo corso di filosofia, perché dei tre chierici inviati l’anno scorso due avevano già compiuto il primo anno a Valsalice.

Non è improbabile che incominci la filosofia un chierico giapponese. Quindi veda di inviarci il materiale studenti necessario, affinché lo studentato possa funzionare e non si debba tenere immobilizzato un personale per due individui. Per il locale per quanti ne mandi che ci aggiusteremo bene.

È il caso di incominciare a pensare per il noviziato? Avrei due che domandano di essere ammessi come coadiutori e che mi sembrano abbiano fatto a sufficienza la prima prova. Naturalmente se i superiori venissero in questa decisione abbiano la bontà di farmelo sapere affinché prepariamo per tempo il locale opportuno. Se no, che cosa mi consigliano di fare? È d’altra parte un problema che si impone perché a tutt’oggi abbiamo una ventina che si vengono preparando e mi pare che anche le vocazioni tardive possano dare buon frutto e non tutte certo daranno l’elemento per la futura diocesi. Abbia la bontà di considerare la cosa e sapermi dirigere in questo delicatissimo problema.

Come pure desidererei norme per cominciare e pensare in che condizione mettere i chierici nel prossimo anno due a due? Un prete, un chierico e un coadiutore? Oppure vi sono altri criteri che l’esperienza abbia fatto ritenere migliore?

Per il personale. La nostra posizione di lavoro attuale è la seguente.

La residenza di Nakatsu è ampliata, ma già ristretta per accogliere i nuovi semi che la Provvidenza ci ha inviato. Sono entrati undici nuovi e tra il primo e il secondo corso sono venti individui, intorno a cui lavorano Don Tanguy, Don Lucioni, e Maccario, aiutati dal catechista Mori e dei più adulti degli studenti. Se, come spero, Propaganda Fide darà il sussidio straordinario penseremo secondo le proporzioni del medesimo a stabilire il seminario nelle vicinanze di Miyazaki e l’ampliamento di Nakatsu potrebbe servire per le vocazioni tardive o per altra opera (orfani, ecc.). Ad ogni modo nel prossimo anno, se il Signore ci manda nuove vocazioni (e le manderà certo) non si può pensare che o ad un nuovo ampliamento di Nakatsu o ad una nuova località. La presenza del seminario nella residenza della missione paralizza naturalmente il lavoro missionario, perché i confratelli hanno le forze assorbite nella cura dei giovani rampolli, tanto più per noi che ci troviamo in difficoltà per la lingua.

La piccola scuola tipografica funziona e già vi sono sei allievi ricoverati. Don Margiaria, Don Escursell e Merlino si sono addossati questo nuovo lavoro, aiutati dal capo-stampatore e compositore (due buoni cristiani di Tokyo) e da due professori della città (pure cristiani) e così pure nel nostro piccolo la scuola funziona secondo i nostri programmi colle necessarie aggiunte o modifiche giapponesi.

A Miyazaki pure funziona l’asilo, ma per questo i salesiani non hanno da preoccuparsi per il personale, salvo che per il servizio religioso.

A Tano è pure pronta la casetta pel missionario ed una sala che può servire per riunioni. Se avrò personale sufficiente si può pensare anche là ad un collegetto o ai figli di Maria per attivare ed usufruire bene i locali.

Le suore trasporteranno a Beppu la loro casa di formazione e sarà necessario pensare al servizio religioso. Si rende quindi necessaria la presenza sul posto del missionario, perché è dispendioso farlo andare ogni giorno da Oita. Spero fra poco almeno la casa del missionario sia pronta.

Le ho esposto le varie circostanze in cui ci troviamo per il lavoro e per le opere iniziate affinché nella scelta del personale pel prossimo anno ci venga in efficace aiuto. Spero che non mi lascerà senza qualche prete e qualche coadiutore. La preparazione del personale sul posto è ancora molto lunga e quindi supplico i superiori che come sempre ci vengano efficacemente in aiuto anche in quest’anno.

Questione finanziaria. Le opere intraprese furono necessario riflesso dell’aiuto dato da Don Torquinst. Don Cimatti usufruendo di capitale morto, che non poteva essere subito adoperato per le opere prescritte da Don Torquinst, diede opera all’asilo. Come avevo scritto ai superiori non potevo lasciare il centro della missione nelle condizioni di una povera cenerentola, mentre in tutte le altre residenze si faceva qualche cosa. Avrò sbagliato, ma d’accordo col consiglio e per salvaguardare quanto si è cercato di ottenere colla venuta delle suore (e cioè di togliere per quanto è possibile l’elemento femminile dal contatto dei confratelli, specie quest’anno che entrano i chierici), ho creduto mio stretto dovere di fare così. La missione farà i necessari rimborsi.

Da Torino non venendomi aiuto di denaro sono stato costretto a domandare un prestito ai Padri delle Missioni Estere di Parigi, che generosamente l’hanno concesso e spero così di condurre a termine le opere iniziate, per poi raccogliere tutte le forze per far fronte agli impegni che pian piano bisogna estinguere coi missionari o con le banche. Don Torquinst, spero, che continuerà ad aiutarci, e così in pochi anni mettere a posto ogni cosa.

Gli impegni da estinguere in 5-6 anni ammontano cogli interessi ad una somma che si avvicina certo alle 400-500 mila lire italiane.

Ma sono sicuro: la Provvidenza che ogni giorno in forme davvero eleganti ci viene in aiuto non mancherà di aiutare questa povera missione che non conta su alcuna risorsa se non quelle che ci vengono dall’elemosina quotidiana. Meglio così. Nel computo badi che conto sulla promessa sua (così mi scrisse il Sig. Don Rinaldi) di avere almeno 25 mila lire come sussidio straordinario per lo studentato, delle 50 mila domandate ai Superiori.

Per oggi basta. Veda di aiutare col consiglio e coi mezzi il suo sempre

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. - Il Sig. Don Torquinst ha pure tra mano la pratica di Tokyo; e l’Arcivescovo insiste per una decisione per sapersi regolare.

739 / Circolare Salesiani / 1931-5-1 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



[1 maggio 1931]

Carissimi nel Signore,

Spero che avremo cominciato tutti il mese di Maria A. con l’anima del nostro Don Bosco. Ci aiuti Maria SS.ma ad innestare fortemente in noi e radicare negli altri la sua devozione, collo spirito di Don Bosco.

Come omaggio dei suoi figli salesiani in Giappone si è inviato a tutte le residenze dei missionari in Giappone e ai nostri benefattori copia del libro: “L’associazione dei devoti di Maria A.” compilato dal nostro Beato Padre. Diffondetelo voi pure tra i cristiani che certo farà del bene.

Siete desiderosi di sapere norme per la manifestazione eucaristica del prossimo 17 Maggio. Avrei voluto inviarvi subito programma dettagliato, ma per non ritardare troppo alcune comunicazioni di massima credo subito notificarvi:

1.- La manifestazione è attesa con viva simpatia dalla cittadinanza e dalle Autorità che prestano tutta la loro cooperazione. La polizia, il gruppo commercianti (che indirà per l’occasione speciali vendite), i giornalisti, ecc. prestano la loro opera. Purtroppo non sono ancora in grado di dirvi coloro che interverranno dal campo rappresentativo e religioso dal di fuori (è davvero la cosa più difficile), ad ogni modo spero presto di comunicarvi il programma dettagliato di tutto. Dall’Italia cominciano pure ad arrivare doni di anime buone che decoreranno magnificamente il trionfo di Gesù. Preghiamo anche per questi cari nostri benefattori.

2.- Per detta circostanza prego tutti i confratelli di trovarsi a Miyazaki. Ci sarà lavoro per tutti. Nakatsu e Oita condurranno anche gli allievi, ed è utile che si trovino almeno per il giovedì 14 Maggio. Si avvisino per tempo i cristiani che per quella domenica non ci sarà la Messa e si esortino vivamente a intervenire a Miyazaki. Provvedete pure a tempo all’opportuna custodia della casa. Siccome in una delle giornate vi sarà l’adunanza dei catechisti, disponete in modo che anch’essi possano venire con voi. Comunicate al più presto il numero e qualità degli intervenuti per gli opportuni preparativi.

Alla vigilia vi sarà pure il modesto congressino delle compagnie religiose e vi prego che deleghiate un rappresentante a dire qualche pensiero e qualche utile proposta che possa dare sempre maggior impulso alle compagnie religiose. Ci troviamo certo in condizioni ben diverse da quelle in cui si trovano i nostri confratelli in ltalia, ma confido che tutti porteranno il loro contributo prezioso, di consiglio e di preghiera anche in questo campo.

3.- Tutte le residenze non solo concorreranno alla manifestazione eucaristica col loro personale, ma altresì col mettere a disposizione di Gesù quanto di più bello possono avere di indumenti religiosi, ornamenti od altro che possa servire per la circostanza.

Tutto sarà tenuto in ordine e restituito, a meno che qualche anima generosa voglia far gradito dono alla Missione. Prego quindi di rispondere con generosità regale a Don Antonio incaricato dell’Organizzazione generale della manifestazione.


In altra prossima le disposizioni definitive. Preghiamo Maria SS.ma che faccia riuscire tutto alla maggior gloria del Suo Divin Figlio proprio nell’anniversario della sua incoronazione. Pregate pure per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

740 /Circolare Salesiani / 1931-5-2 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 2 maggio 1931

Carissimi,

S.E. il nuovo Delegato annuncia il proposito di fare entro il mese una visita alla nostra Missione. Pare abbia deciso di trovarsi a Miyazaki per il 21 c. m. Non è chiaro né l’itinerario, cosa abbia intenzione di fare, né quanto intenda fermarsi tra noi.

Suppongo si tratti di una visita generale per avere una prima idea del suo nuovo campo di apostolato. Ad ogni modo gli ho scritto subito e appena avrò notizie concrete riferirò.

Non sarà male ad ogni modo in previsione della visita fare qualche preparativo generale per alloggiare S.E. che sarà accompagnato dal suo segretario, ed anche tener pronto qualche complimento sia da parte degli alunni che dei cristiani per fare, se del caso, le accoglienze oneste e liete come siamo soliti in queste occasioni. Come sapete S.E. capisce e parla bene l’italiano e quindi per noi rimane facilitata la sua permanenza fra noi.

Essendo poi tale visita fatta nel periodo delle relazioni a Propaganda Fide, potrebbe darsi che non fosse senza significato più importante tale venuta. Prego i capi-residenza a tenere in ordine ogni cosa nel caso S.E. desiderasse dati di fatto.

Pur essendo preannunciata tale visita, che potrebbe anche determinare variazioni nella stabilita visita, fino ad avviso in contrario seguirò l’orario già comunicato con lettera precedente.

Vi annuncio pure la bella notizia che domenica prossima a Dio piacendo si inaugurerà il nuovo asilo “Stella mattutina” a Miyazaki.

Ci avviciniamo così passo passo al compimento delle opere iniziate.

Molto rimane ancora da fare. Ravviviamo la fede nella Provvidenza e in questo mese dolcissimo al Cuore di Gesù affinché presto anche le altre opere in corso (Beppu, Missione; Progetto dei Coreani) diventino fatto compiuto.

Don V. Cimatti, sales.


741 /Grigoletto Giuseppe / 1931-5-2 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



2 maggio 1931

Carissimo Grigoletto,

Ai cari giovani tuoi il grazie cordiale per le preghiere fatte per noi.

Ricevuto tutto, anche quello di Gennaio, sta’ tranquillo.

Per la Missione fa’ quello che puoi e non temere né dell’aiuto che venga meno agli uomini di buon volere o dell’ammanco di grazie del Signore, ché certo aumenteranno. Ma vedi di fare d’accordo coi superiori e senza dissiparti.

Congratulazioni per l’abilitazione.

Questa lettera iniziata a Takanabe la finisco a Osaka da cui spero spedire. Prega per me sempre, specie quest’anno che sono in multis necessitatibus.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Assicura pure che sempre ricordo tutti tutti tutti.

742 /Rinaldi Filippo / 1931-5-3 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


3 maggio 1931

Amatissimo Padre,

E permetta prima di tutto gli auguri più cari in occasione dell’onomastico a nome di tutti tutti tutti e singoli. Manco a dire che in quel giorno le preghiere, i pensieri saranno tutti per Lei – e a nome di tutti l’assicurazione che per quanto dipende da noi vogliamo vivere nello spirito del nostro beato Padre, e per Lui sempre in ogni circostanza affezionatissimi figli – nell’adempimento delle nostre Ss. Regole, perché è dovere, perché per noi sono il nostro Don Bosco.

Ed ora notizie. Don Cimatti – in tutto il solito – salute, lavoro, desiderio di migliorare, ecc. Non dimentichi che finisco il sessennio di superiorato. Non mi privi della possibilità di dare buon esempio. Non c’è una missione più povera, più sbilenca, ecc. del Giappone? Oh come ci lavorerei volentieri.


Casa di TAKANABE. Don Piacenza non è certo in ottime condizioni di salute (gambe, insonnia). Don M. carattere difficilino, urtante, troppo proclive al proprio pensiero e a quelli acquisiti nello studio.

Gli altri benino: hanno da formarsi molto molto. Don Carò ottimo. Coad. Ragogna fiacchino un po’ in tutto.

Pel prossimo anno ci aiutino di nuovo i Superiori con buon personale. Mi convinco sempre di più dell’opportunità del ritorno del Ch. C.. Non era per noi. Mi dicono i compagni che tutti si erano meravigliati nel vederlo venire. Giovane all’oratorio si assentava dalle pratiche di pietà e andava in giro per la città. Mondanuccio nel parlare e nel guardare. Irregolare nella confessione. Poco curante della povertà. Dissipato. Per me ritengo una grazia la sua partenza.

Casa di Miyazaki. Benino tutti (un po’ deboli di salute). Lavoro grande e benedetto dal Signore. Fiorente l’oratorio per pagani (ai divertimenti anche 200‑300 coi cristiani).

Casa di OITA. Ho dovuto pro bono pacis et animae cambiare il coad. Maccario con Merlino. … Si è iniziata la scuoletta tipografica. Vedremo.

Don Margiaria stracco, ma difficilino.

Casa di NAKATSU. Don Tanguy e gli altri debolini di salute. Il seminarietto nel secondo anno si è arricchito di dieci nuovi elementi. Deo gratias! La Provvidenza decuplerà la quotidiana annona.


Le suore. Bene in salute – non troppo profitto in giapponese. Alla fine del mese spero si aprirà l’asilo. Bisognerà venire a qualche convenzione.

Poco mancò che la residenza di Miyazaki fosse distrutta la sera di Pasqua da un enorme incendio. Deo gratias. E anche in vista di questo che si è realizzata per ogni residenza l’assicurazione contro gli incendi come da tempo desideravamo. In Giappone è una necessità.

Per tener fronte agli impegni ho avuto un prestito a lieve interesse dai missionari delle Missioni E. P. circa 100 mila lire. Spero che Don Torquinst ci aiuterà. Propaganda promette pure di ricordarsi di noi. Il Signore ci aiuta in forme visibili. Ah, fossimo santi! Il lavoro dell’apostolato lentamente progredisce dappertutto. Stasi massima a Nakatsu, ma bisogna pur accudire quelle vocazioni.

Sono un po’ pressato perché il 17 faremo, Deo volente, la prima processione eucaristica a Miyazaki e dei molti invitati non rispondono all’appello e bisogna quindi vada a cercare… Dunque altra volta e con più calma.

Preghi per noi in modo speciale (so che lo fa). Don Braga mi invita per gli esercizi per i suoi in agosto. Ho accettato contando sulla di Lei approvazione. Una parola però di suo desiderio o comando mi tranquillizzerebbe anche di fronte ai confratelli. Spero Don Braga mi invierà (anche titulo salutis) qualcuno dei suoi per i nostri esercizi.

Grazie del calice, giunto a tempo. È il cuore del Padre vicino ai suoi figli nel giorno in cui portano in trionfo Gesù… Desideravo che Lei col suo dono incorporasse Gesù e lo desse a tutta la missione.

Ed ora basta davvero. Preghi e ci aiuti in quanto può. Se il Sig. Don Torquinst ci aiutasse almeno quanto l’anno scorso, certo ci mettiamo a posto senza strascichi (per noi letali) e realizzando molte cose, già fatte o in via di farsi, ma che restano da pagare.

L’abbraccio nel Signore. Mi benedica con tutta l’anima e con me omnes quos dedit mihi Pater.

Tutto suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. - So che va a Faenza… Ai cari antichi amici, compagni e benefattori Lei sa che cosa vorrei dire: preghiera, sacrificio riconoscente.

743 /Merlino Alfonso / 1931-5-19 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Miyazaki, 19 maggio 1931

Carissimo Merlino,

Il Signore ti benedica del tuo lavoro e dei sacrifici di questi giorni e ti ripaghi con la vera carità, pazienza e amore1.

Nella novena dello Spirito Santo e di Maria preghiamo.

Allegro e calmo sempre e fiducioso che Gesù ti vuol bene.

Tuo sempre aff.mo

Don V. Cimatti

744 /Circolare Salesiani / 1931-5-20 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente di Miyazaki


[20 maggio 1931]

Carissimi,

A voce e per lettera ho già manifestato a tutti e a quanti cooperarono alla magnifica manifestazione Eucaristica di Miyazaki i miei più sentiti ringraziamenti e l’assicurazione delle mie povere preghiere, ma permettete che ancora una volta ringrazi specialmente chi fu la parte più integrante della manifestazione, cioè l’ideatore ed organizzatore Don Antonio [Cavoli], i confratelli della casa di Miyazaki, le Rev. Figlie di Maria A., che veramente si prodigarono in questa solenne circostanza affinché tutto riuscisse meglio fosse possibile alla migliore riuscita della manifestazione. Il Signore li benedica tutti in modo specialissimo e conceda di poter assaporare frutti copiosi di bene.

Non vorrei però dimenticassimo tante anime buone che proprio in quel giorno pregavano per la felice riuscita della glorificazione di Gesù, specialmente le Suore di vari Ordini religiosi, che impedite di poter partecipare, promisero di pregare, anche alcuni cristiani che impediti di presenziare, offrirono quel sacrificio a Gesù; numerosi amici d’Italia che vollero essere vicini a noi coi loro doni; il nostro Ven. Rettor Maggiore che offrì il calice; la casa di Valsalice che offrì l’Ostensorio; le suore del Patronato di S. Giulio che aiutate da varie ditte offrirono e confezionarono i costumi dei paggi; il liceo di Frascati che offrì il gagliardetto di Don Bosco; l’oratorio S. Luigi che offrì lo stendardo Savio Domenico. Non parlo del magnifico dono del Comm. Lo-pa-hong e del concorso prestato da quanti anche con gravi sacrifici presenziarono alla manifestazione. Unione di cuori, di anime per onorare Gesù.

Quanta materia di riflessione per noi – di sentita riconoscenza verso i benefattori – della possibilità dell’utilizzazione delle forze cristiane e pagane – della più stretta collaborazione delle forze missionarie, ecc.

Ora bisogna sfruttare santamente la posizione acquistata, e sarò grato a quanti vorranno manifestare mezzi pratici per riuscire nell’intento. Già varie proposte pratiche furono escogitate, ma la collaborazione di tutti anche in questo sarà utilissima.

Ed avvicinandosi la festa di Maria A. preghiamo questa dolcissima Madre nostra, [che] renda stabile in noi e nelle anime a noi affidate il frutto della manifestazione eucaristica.

Il mezzo pratico per riuscire nell’intento sarà pure far meglio che ci sia possibile il mese del Sacro Cuore.

Ed ora vogliate prendere in considerazione le seguenti comunicazioni cui vi prego di dare corso nel tempo stabilito.

1.- Colla fine del prossimo Giugno devo inviare a Propaganda Fide il resoconto annuale. Dalla buona compilazione del medesimo dipende molto anche la quantità del sussidio, ma più che altro la stima che della missione viene ad avere la S. Congregazione, ed inoltre sarà per noi un esame d’assieme del lavoro fatto in quest’anno. È dovere compilarlo con ogni cura, e prego tutti ad aiutarmi per la parte che spetta ad ognuno. A facilitare la cosa ed inoltre per compiere pure un mio dovere farò entro il mese di Giugno la visita canonica ed insieme quella prescritta dai nostri regolamenti, cominciando da Miyazaki (nella prima settimana di Giugno), poi in seguito a Nakatsu, Oita, Takanabe. Prego tutti di approfittare anche di questa occasione per aiutarmi fraternamente al sempre migliore perfezionamento nostro e delle anime a noi affidate.

2.- Prego pure di darmi notizie necessarie per la relazione su quanto si è fatto per ricordare il Concilio di Efeso e i congressini locali per le compagnie. Troverete pure uniti i moduli da riempire da inviarsi poi ai nostri Superiori. Prego siano pronti per la seconda quindicina di Giugno. Sono lavori di compilazione che fatti bene, con spirito di dovere, producono certo degli effetti ottimi per il bene generale e particolare della missione e degli individui.

3.- Come sapete, essendo stabilito d’accordo coi Superiori delle Missioni e coi Vescovi delle Diocesi che d’ora in avanti il Giornale Cattolico (Katorikku Shinbun) è l’organo di tutti i cattolici del Giappone, e che l’“Actio missionaria” è a servizio di tutti gli Operai apostolici del Giappone, è ora necessario nominare il corrispondente generale per la nostra Missione. Ho disposto che in via provvisoria tale servizio sia assunto dal nostro Centro. Adesso perciò farete pervenire le notizie che le singole residenze desiderano siano pubblicate sul Giornale settimanale o sulla rivista mensile. Per quanto è possibile siano corredate da fotografie. Mandate la relazione in qualsiasi lingua. Riceverete notizie dettagliate delle notizie che si desiderano.

4.- Fino a trasformazione speciale del nostro “Don Bosco” nel Bollettino Sales. del Giappone non si dimentichi di continuare l’aiuto al medesimo, sia per parte dei confratelli che dei corrispondenti stabiliti per ogni missione. Desidererei vivamente che questa questione della stampa fosse sentita fortemente e volenterosamente aiutata da tutti i confratelli, essendo una delle forme di apostolato più forte, e perché i salesiani anche in questo devono essere in prima linea e portare il contributo all’unione delle forze per il bene.


Dopotutto ci guadagneremo assai perché la nostra missione e l’Opera sarà meglio conosciuta ed aiutata. Non sarà male che già si pensi a compilare le liste delle cose che si desiderano far venire colla nuova spedizione e farmele possibilmente avere per la fine del mese di Giugno. Penserei anche per quest’anno far inviare le cose alle singole residenze. Siamo in momenti di crisi generale, e perciò si abbia cura di limitare le richieste all’indispensabile.

Non dimentichiamo al riguardo le osservazioni che il nostro Ven. Rettor Maggior e l’Economo Generale fanno nel No. 66 degli Atti del Capitolo sulla urgente necessità di realizzare la massima economia.

Avvicinandosi la stagione estiva si pensi a provvedere i confratelli che ne abbisognassero del conveniente corredo estivo.

La carità del Nostro Signore Gesù Cristo infiammi nel mese consacrato al suo sacratissimo Cuore i nostri poveri cuori in modo che ardano di amore per Lui e nella carità sua per le anime a noi affidate.

Pregate per i bisogni materiali e più per i bisogni spirituali della nostra Missione.


Vostro nel Signore

Don V. Cimatti

745 /Merlino Alfonso / 1931-5-20 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[Takanabe, 20 maggio 1931]

Merlino carissimo,

Grazie del saluto dalla tua nuova sede. Il lavoro non ti mancherà. Perfezionalo sempre più:

a) da’ grande varietà ai cibi e prepara bene Nishi;

b) aiuta molto Don Margiaria e Don Pedro;

c) sii buon salesianetto.

Sto mettendo il cappello d’introduzione ai Nove uffici che invierò al più presto a Don Margiaria per la stampa.

Allegro e buono.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

746 / F.M.A. di Beppu / 1931-5-20 /


alle Figlie di Maria Ausiliatrice12 della Casa di Beppu



[20 maggio 1931]

Pro memoria


1.- Per le confessioni: confessore ordinario… Ogni sacerdote della Missione è autorizzato, quindi disponga ad libitum. Ad ogni occorrenza inviti pure Don Tanguy, come pure intendo di autorizzare qualsiasi altro prete giapponese o straniero che fosse di passaggio (se autorizzato per le confessioni).

2.- Quando si siano assestate in modo che Gesù possa avere un posticino decoroso, piena libertà di tenere in casa il SS.mo e lo preghino molto per me.

3.- Per quest’anno non è possibile (salvo che succedano miracoli) che metta un prete stabile a Beppu – ad ogni modo si è studiata la questione, affinché le consorelle possano avere il servizio ordinario quotidiano. Appena pronta la casetta, alla sera verrà il sacerdote (per tener compagnia a chi starà in custodia) e così al mattino sarà pronto.

4.- Bisognerà (per evitare dispiaceri reciproci e specialmente per fissare bene le cose in vista di possibili cambiamenti) stendere una piccola convenzione che determini le cose reciproche. Lei è pratica di queste cose… prego! E poi vedremo.

5.- A bocce ferme cominci a vedere se la sua comunità può fare già qualche cosa per l’apostolato di Beppu (oratorio? altro?). Ma non urge.

6.- Non dimentichi di fare al più presto visita d’ossequio alle autorità, annunciando l’opera… ecc. ecc. Come pure di preparare qualche foglietto di propaganda da distribuire per cominciare a farsi strada.


Don Cimatti è sempre pronto ad ogni evenienza. Non tema di disturbarmi. Mi propongo (spero proposito efficace) di visitarle mensilmente – e in necessitatibus anche più spesso. Quale per loro l’epoca migliore per gli esercizi?

Preghi e faccia pregare per me.

Suo riconoscentissimo

Don V. Cimatti, sales.


Non dimentichino. Sono sul colle da cui dominano Beppu… Tutte d’animo e di volontà cooperino a schiacciare il paganesimo e innalzarlo a Gesù.

Sul colle aria pura, panorama incantevole… In basso il mondo.

A salire si fa fatica… Non si va in Paradiso in carrozza.

Gli inizi sono difficili… Dio benedice e predilige la povertà.

747 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-5-21 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



[21 maggio 1931]

Rev. Madre,

Grazie della sua e mi propongo di venire a trovarle.

Don Cimatti è in necessitatibus. Veda se può tenermi pronto un po’ di rinforzo pecuniario. Più può meglio è. (Se può far ritirare in mattinata, ché dopo pranzo è chiuso). Pensi anche alle necessità della sua comunità di Beppu.

Spero presto venirle in aiuto un po’ più regolare (combineremo). Attendo i sussidi da Roma e da Torino ed altri non arrivati.

Mi scrivono da Roma che la supplica nostra per le aspiranti fu presentata. A voce altro.

Lo Spirito Santo ci illumini e Maria ci guidi.

Dev.mo

Don V. Cimatti

748 /Rinaldi Filippo BS / 1931-5-24 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 24 maggio l931


Con inni e cantici loda Miyazaki il Salvatore13


Rev.mo ed amatissimo Padre.

Il desiderio ardente dei nostri cuori fu realizzato, e per volere di Dio e per la volenterosa cooperazione di tanti fu realizzato in forma che non era possibile sperare migliore. Di fronte ad avvenimenti del genere rimango sempre esterrefatto in modo che la penna, inetta ad esprimere l’intero sentimento, preferirebbe rimanere sul tavolo, e l’anima godrebbe di inabissarsi nel silenzio, per inebriarsi di quelle soavi impressioni di quegli indescrivibili stati d’animo che ci avvicinano a Dio.


Motivi della processione Eucaristica


La nostra povera missione, ultima tra quelle che fioriscono in questo grande impero, alla fine dell’anno scorso si era consacrata al S. Cuore di Gesù, ma desiderava a Gesù eucaristico una solenne pubblica manifestazione della sua riconoscenza per i numerosi benefici ricevuti; voleva rassodare la fede dei cristiani ancora troppo esigui di numero con pubblico atto di adorazione a Gesù in pieno centro pagano; voleva in una forma più tangibile chiamare i poveri pagani al vero Dio; voleva chiaramente dire a Gesù portato trionfalmente per le vie della nostra Miyazaki: “Gesù, i vostri poveri missionari hanno fatto e fanno quel che possono per la conversione di tanti pagani… fate qualche cosa anche VOI… Più vicino a tante anime, fatele vostre e salvatele!”. Fortunatamente la manifestazione ha avuto nel nostro Don Antonio Cavoli l’ideatore e organizzatore mirabile; nelle Figlie di Maria Ausiliatrice lavoratrici indefesse, nei confratelli tutti e cristiani collaboratori volenterosi, nei colleghi di apostolato la presenza confortatrice desiderosa di glorificare Gesù; negli amici lontani aiuti insperati.


Non sarà temerità?


Il trionfo di Gesù, dato l’ambiente pagano, lo scarso numero dei cristiani, la povertà delle nostre risorse materiali e l’infanzia nostra nell’apostolato missionario, poteva sembrare problematico, condizionato a circostanze numerose e complesse, poteva sembrare una temerità… Dire la febbrile ansia dei preparativi degli ultimi giorni in mezzo all’infuriare della pioggia e del vento; le amare delusioni di mancati arrivi di personaggi o di cose, che avrebbero dovuto accrescere splendore alla manifestazione; gli inevitabili bastoni tra le ruote, consci o inconsci, proprio quando si ha bisogno di concludere… più facile immaginarlo che tentare di scriverlo…


Le eleganti disposizioni della Divina Provvidenza


Ma Gesù ha convertito gli ostacoli in mezzi, le contraddizioni in aiuti, e la realtà fu che i cristiani si infiammarono, ed aiutati dal missionario, compirono miracoli di propaganda e di lavoro e specialmente di preparazione interiore; da parte dei pagani stessi, le autorità della provincia e della città concessero volentieri il permesso e la polizia assolse in modo inappuntabile il servizio d’ordine; le associazioni commerciali misero a disposizione le ornamentazioni per le vie dove doveva passare Gesù; la società elettrica illumina gratuitamente il gran piazzale (gentilmente concesso) su cui si eresse il monumentale altare per la benedizione; la società ferroviaria permise sulla piazza della ferrovia l’erezione di una gran piramide commemorativa che ricordava il grande avvenimento a quanti arrivavano di quei giorni a Miyazaki; le ditte e negozi fecero per l’occasione la gran vendita a prezzi ribassati; le famiglie davanti alle cui case si domandava il permesso di porre ornamenti, rispondevano al missionario (oh, santo effetto degli Oratori di Don Bosco!): “Voi lavorate per i nostri figliuoli… Siamo ben contenti di manifestarvi anche in questo modo la nostra riconoscenza…”. Insomma questo, amato Padre, il vero miracolo di Gesù.

Ha attratto a suo servizio, a sua gloria le forze pagane, ha raddoppiata l’energia d’azione della comunità cristiana di Miyazaki (poco più di 400 su una popolazione di oltre 55.000 abitanti), ha coordinato in armonia d’azione il lavoro di apostolato dei missionari, l’aperta professione di fede dei cristiani, la gentile cooperazione dei pagani.


Interventi lontani e vicini


La nostra povertà, senza l’aiuto di tutto e di tutti, non ci avrebbe permesso di onorare meno indegnamente Gesù. Volevamo perciò aver vicino quanti più amici fosse possibile che aiutassero la nostra insufficienza, ma ancor più volevamo che i più intimi amici nostri fossero partecipi del bene, che ne sarebbe ridondato alle anime. Il collegio di Alassio ed il solerte comitato delle zelatrici salesiane di quella città, all’avanguardia della manifestazione, ci inviarono una generosa offerta. Lei, nostro amato Padre, volle essere il più vicino a Gesù, e ci regalò il bel calice e la patena. I bravi liceisti di Valsalice vollero portare Gesù, e regalarono l’ostensorio. Il gagliardetto Don Bosco per i giovanotti del Circolo fu munifico dono del Collegio di Frascati. Lo stendardo Savio Domenico fu offerto dall’Oratorio San Luigi di Torino e quello per la Compagnia S. Luigi fu caritatevole dono della casa di Faenza. La magnifica bandiera del Papa per i nostri chierici, fu una commovente affermazione d’affetto per la nostra missione del collegio Manfredini.

E la carità dei benefattori giunse al colmo coll’atto generoso del Comm. Lo Pa Hong di Shangai, che accompagnato dal figlio e da uno dei capi dell’azione cattolica in Cina, si degnò presenziare alla festa, portando in regalo a Gesù lo splendido ricco baldacchino e l’ombrello di rito per accompagnare il SS.mo. Gli indovinatissimi e sgargianti costumi dei paggi e delle paggette furono lavorati con intelletto d’amore dalle Figlie di Maria A. e dalle signorine del Patronato internazionale delle giovani di Via Giulio a Torino. La Ditta Tappi a mezzo del Sig. Giorcelli e la ditta Gervasoni di Pinerolo ci vennero pure in aiuto con magnifici doni di stoffe. O amici e benefattori della missione salesiana giapponese, gioite del trionfo di Gesù, che ringrazia e vi benedice per la generosa carità. Ed erano presenti in spirito tante altre anime buone, che pregavano per la buona riuscita della manifestazione – numerosi ordini religiosi femminili – persone, che impedite di presenziare, offrirono al Signore quel sacrificio.

E furono presenti i nostri vicini di apostolato, fratelli in Cristo di otto nazioni rappresentanti dei francescani del Canada e di Polonia, dei Padri delle Missioni Estere di Parigi, dei Domenicani spagnoli, dei Trappisti, il clero indigeno di Nagasaki, dei missionari di Osaka, capitanati dal loro Ecc. Vescovo, Mons. Castanier. Apostoli del grande re, accorsero con entusiasmo, ravvivati dal desiderio di glorificare Gesù e di aiutare i poveri figli di Don Bosco.


Appunti di cronaca


E la penna non può registrare che scheletrici appunti, data la tirannia dello spazio. I cristiani con una sacra missione di nove giorni si prepararono seriamente ed efficacemente. Alla sera della Vigilia nel massimo salone della città, come preparazione si tiene una brillante serata di musica e discorsi. Due valenti oratori venuti da Tokyo intrattengono il pubblico numeroso su importanti problemi: “Scienza e religione. L’attuale momento mentale dei Giapponesi di fronte alla civiltà ed alla religione”.

Il 17 Maggio, giorno anniversario dell’incoronazione della nostra cara Madonna e festa di San Pasquale Baylon, protettore delle opere eucaristiche cattoliche, dopo il solenne pontificale, si inizia la solenne processione eucaristica. Favorita da un tempo ideale, si svolge ordinata, devota, seria e sentita nell’anima di tutti i partecipanti, la lunga sfilata di 800 persone. Precedono i nostri ragazzi pagani della Scuola Domenicale (Oratorio), cantando e sventolando la simpatica bandiera nazionale. Oh, si sono fatti onore quel giorno. Accorsero non meno di 300. Seguono le varie forze organizzate delle nostre cristianità preceduti dal rispettivo gagliardetto o bandiera, e intramezzati da gruppetti di angeli, che attirano l’attenzione del pubblico, che si accalca lungo il percorso e con curiosità mista a grande rispetto segue lo svolgersi della manifestazione. I più piccoli, la compagnia di S. Luigi e di S. Teresa, gli aspiranti del circolo Savio Domenico, le Figlie di Maria, i fanciulli della Prima Comunione, le figlie di Maria A. e le aspiranti. Procede lenta una automobile, ornata splendidamente, da cui fanciulle bianco vestite lanciano fiori. Segue il clero formato dai nostri seminaristi indigeni di Nakatsu, dai chierici nostri dello studentato filosofico, dai sacerdoti (una ventina) e fra i turiboli esalanti nugolo d’incenso, circondato dai paggi, dagli angeli, incede Gesù, che guarda certo con amore questo suo popolo – queste povere anime ammalate – questa missione a Lui consacrata, e come un tempo pertransivit benefaciendo et sanando omnes avrà operato certo miracoli di carità, distribuzione di grazia a piene mani. Sarebbe certo interessante aver potuto fissare in qualche modo gli stati d’animo dei singoli partecipanti (missionari sacerdoti, missionari in preparazione, cristiani, pagani), come i numerosi fotografi tentavano di cogliere i lati più suggestivi della manifestazione. Sarebbe certo la pagina più bella e più interessante. Oh, Gesù li conobbe… Li abbia fissati in ognuno, come imperituro ricordo, come ricompensa, come inizio di una vita nuova o di apostolato o di conversione! E seguono i benefattori, si avanzano le schiere dei giovani: ecco la nostra scuola tipografica di Oita; ecco i nostri aspiranti ai circoli giovanili, ecco i nostri baldi giovani di Miyazaki, di Tano, di Takanabe; ecco l’Unione Padri, l’unione Madri Cristiane e attorno, e dietro uno stormo di popolo che segue, che s’accalca, che vuol vedere la nuova, mai veduta manifestazione. Non mancano tra la folla le autorità, le persone altolocate e distinte, che e di persona a voce e per iscritto e sui giornali manifestarono in seguito la lode, l’ammirazione incondizionata. E primi fra tutti il Capo della città che a funzione finita venne alla missione a congratularsi per la magnifica manifestazione.

Tra i canti dei sacerdoti, dei nostri oratoriani, di tutta la cristianità accompagnata da una discreta banda, formata per l’occasione dai suonatori di vari teatri, fra lo sparo festoso dei petardi, si giunge al gran piazzale, ove si è riversata la moltitudine pagana. E dall’alto del suo trono Gesù contempla e benedice… O Gesù, o Gesù, o Gesù! È l’unica parola che compendia desideri, speranze, propositi, preghiere… E come l’andata, il ritorno. Tra le vie pavesate a festa, con festoni e bandiere, tra una fantasmagoria di colori, visibile solo nelle vie giapponesi, si ritorna alla chiesa, oggi insufficiente a contenere tutti. Sulla soglia i nostri cari oratoriani pagani, agitano con grazia le bandierine dai colori nazionali, ritmando con gioia “Inni e canti sciogliamo, o fedeli”, salutano Gesù, mentre dal cuore di noi tutti esplode l’inno del ringraziamento “MAGNIFICAT”, e tentiamo così di congiungere un impeto di amore colle parole della nostra buona Mamma Maria la lode, il grazie riconoscente a Gesù, trionfatore dei cuori.

Nel pomeriggio fu un vero pellegrinaggio di pagani alla chiesa, e a sera sull’imbrunire sul gran piazzale attorno ai cristiani, ai missionari si affollarono a migliaia e migliaia i pagani. Si cantò, si pregò, si tennero discorsi, si distribuirono libri e foglietti di propaganda cattolica a profusione (il nostro Don Cavoli aveva preparato un magnifico libretto sull’Eucaristia, 10.000 copie esauritissime!), mentre il cielo veniva solcato dai caratteristici fuochi d’artificio (fiori e stelle) giapponesi.

Ciò che più ha colpito i nostri cari pagani, e che ci fa capire di che cosa ha sete il loro cuore è la serietà, l’ordine, lo splendore della manifestazione, ed assai più la devozione e la fede, l’atto di fede viva, sentita che vedevano in quanti parteciparono. Ce l’hanno detto chiaramente in un’adunanza familiare alla missione cui parteciparono una sessantina dei principali esercenti, giornalisti e notabili della città, indetta per dimostrare la nostra riconoscenza per il deferente aiuto prestatoci.

Amato Padre, con la manifestazione eucaristica, i dati dell’importante problema “Gesù” furono posti nelle coscienze dei pagani. Quale sarà il successo? È il segreto di Dio, pur già vedendone risultati consolanti. La giornata di domenica, che segna certo una data delle più gloriose nella storia della Missione di Miyazaki, fu un trionfo. Fu certo il coronamento naturale di mesi e mesi di lavoro di preparazione, ma mi piace anche pensarlo, fu il risultato dei lavori di tutti i missionari che ci hanno preceduto in questa terra di missione, che in mezzo a difficoltà di cui non abbiamo idea, hanno incominciato a dissodare questa terra di Miyazaki; fu il risultato di lunghi e sacrificati loro sforzi; fu il risultato delle preghiere di tante anime buone e della carità dei benefattori…

I poveri salesiani hanno raccolto quanto la Provvidenza ha loro preparato… Nel campo dell’apostolato missionario, specie in Giappone, il missionario non è solito raccogliere a sera ciò che ha seminato al mattino…

Grazie a Dio, grazie alla Vergine A. nostra e a Don Bosco, grazie ai benefattori ed amici lontani (colla vostra carità che possiamo fare qualche cosa), grazie agli amici vicini. Amato Padre, ci benedica, ci aiuti in tutti i sensi, affinché Gesù trionfi in tutte le anime a noi affidate.


Dev.mo Figlio

Don V. Cimatti, sales.



749 /Ricaldone Pietro / 1931-5-25 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 25 maggio 1931

Molto Rev. Sig. Don Ricaldone,

La presente per augurare a Lei, a nome di tutti i confratelli e da quanti la conoscono in Giappone, le benedizioni celesti nel suo prossimo onomastico.

Che cosa deve a Lei la Missione giapponese lo sa il Signore ed a tempo opportuno, oh, quale corona di meriti!

Oggi i figli lontani la ricordano in modo speciale. Quanto le debba Don Cimatti lo sa il Signore. Deo gratias! Il Signore la rimeriti di tutto.

I confratelli singoli vogliono essere ricordati. Preghi per noi, che abbiamo bisogno di energia per il bene e per la perfezione. A parte altre notizie.

Ci benedica nel Signore.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

750 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-5-27 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu14



Takanabe, 27 maggio 1931


Rev. Madre,

Nell’occasione della venuta del confessore straordinario le rimetto:

1.- Due documenti che può essere siano utili (non sono impegnativi):

progetto per l’acqua potabile,

impianto elettrico (credo come è fatto ora).

Mi furono dati dal propretario. Vedranno se e come fare e in quale forma, dirigendosi a chi credono (Società - Ditte): il proprietario mi assicurava che non era legato con alcuno.

2.- Se desidera subito le carte di proprietà, sono pronte. Vedremo a contratto finito, come fare il trapasso di proprietà, intestata ora a Don Margiaria e al sottoscritto.

Non andrebbe male che sabato prossimo pensassimo un po’ alla modalità dell’asilo: spero venire in mattinata con Don Antonio, così se si può decidere qualche cosa, sarà bene.

Nelle linee generali, l’asilo è opera della missione, come pure le opere annesse, il tutto è affidato alle Figlie di Maria A.15

È necessario stabilire chiaro questo principio, perché quando i salesiani dovranno cedere la missione ai preti indigeni, non vi siano questioni pel trapasso e poi per la questione di proprietà. (Non sarà male all’occasione [che] interroghi qualche congregazione femminile sulla questione fondiaria delle opere delle Suore, ecc. Don Cimatti pure farà richieste).

Ciò posto bisognerà fissare quali siano le rispettive parti che la missione e le suore devono osservare – la parte amministrativa – legale, ecc. Veda di pensare ed esprimere senza paura o riserve il suo pensiero, perché francamente non me ne intendo. Nei riflessi poi di Don Antonio più parlo con lui del problema e più trovo che verso di Lei e le suore e le aspiranti è pieno delle più belle disposizioni di cuore, di spirito, di desiderio di lavoro. Desidera anzi essere utilizzato (e quindi quando desiderano conferenze, prediche, benedizioni speciali, ecc. ecc. parlino, esprimano i loro desideri). In qualche caso se lo vedono serio è solo indisposizione organica, che non sempre riesce a dominare. Ma non abbiano timore, parlino, esprimano desideri. È dalla più stretta intesa e scambio di idee che si appianeranno le apparenti difficoltà, che credo siano più nell’aria che negli animi.

Quanto al giapponese faccia fare molta conversazione – piccole frasi – se crede imponga una breve ricreazione in cui tutte siano obbligate a parlare in Giapponese.

E soprattutto preghino per le anime a noi affidate – più pregheremo, più le ameremo – più le ameremo più ci faremo in tutto (nell’imitabile, ben inteso) simili a loro, il che a mio modo di vedere non fu ancora raggiunto dai missionari passati e presenti, né da nessuna delle Congregazioni straniere – e se questo non si attua sono certo che la conversione del Giappone sarà di là da venire ancor per molti secoli. Per me questo è verità inconcussa; l’ho predicato in ogni senso e tento di praticarlo – ma è certo che finché il nostro spirito non sarà giapponesizzato, non riusciremo.

Non posso essere con frequenza fra di voi: almeno arrepta occasione giunga la mia povera parola.

Con ogni affetto mi saluti tutte, tutte.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.


751 /Rinaldi Filippo / 1931-5-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 28 maggio 1931

Amatissimo Padre,

Prima di tutto un grazie cordiale per la magnifica circolare sulle tradizioni nostre e sullo spirito di paternità. Ce n’è così bisogno… Deo gratias!

Esercizio di buona morte e quindi resoconto. Non mi dilungherò che sulle cose necessarie ed urgenti.

Nel prossimo mese inizio la visita canonica e ispettoriale e riempiti i moduli e sentiti singulatim tutti sarò in grado di dare le dettagliate informazioni.

La manifestazione eucaristica di Miyazaki, grazie a Dio, riuscì un trionfo. Abbia la bontà di leggere la relazione e vedere le fotografie pel Bollettino salesiano. Deo gratias! Lei era ricordato in modo speciale, perché ci donò la patena ed il calice su cui si posò Gesù all’inizio della festa. Ben riuscito pure il Congressino delle Compagnie di cui unisco relazione.

Ed ora a Don Cimatti. Salute bene. Lavoro ce n’è (Lei sa che questa forma di lavoro mi costa… Tutto per Lui). Più mi studio – alla luce della circolare del sogno e dell’ultima sua – mi trovo sempre più minus habens, et pauper et debilis et nudus… Ho rinnovato con la forza possibile i miei propositi, ma quanto sono ancora lontano dall’ideale! Non so fare la parte che debbo fare – lo vedo così chiaro! – sono privo di scienza (oh, che povertà con tutte le lauree!) e più di virtù. Cuore ardente… Mi aiuti colle sue preghiere e col consiglio… Ma non ho forza ed energia di comando o nel fare le osservazioni… Mi sembra così naturale che certe cose dette le dovrebbero capire… Mah, mi aiuti il Signore!

Per parte mia non mi pare ci sia nulla di nuovo né per le pratiche di pietà, né per l’osservanza delle regole – ma è nell’adempimento del mio dovere come Superiore ecclesiastico e religioso che mi trovo fiacco: è nell’“obsecra, increpa, opportune et importune, insta…”. Oh, mi aiuti il nostro Don Bosco perché non vorrei guastare la vigna del Signore.

Ho anche un dubbio (mi sono consigliato col Consiglio, ma…) di avere trasmodato nel campo dell’azione. L’impulso dato da Don Torquinst lo ha spinto alla realizzazione di opere, che naturalmente costarono più del preventivato. La Missione certo ha ora da turare molti buchi, alcuni fra cinque o sei anni per contratti fatti con banche. Altri nell’annata. Ho trovato la carità dei Padri delle Missioni di Parigi che a lieve interesse (le banche vogliono l’8-9%): hanno imprestato ₤ 70.000 (da rendersi quando si può) e i Francescani di Kagoshima che senza interessi e da restituirsi quando si può ne imprestarono 30.000. Un nostro ex-allievo gesuita oltre 100.000 da restituirsi quando si può. Spero nell’aiuto di Superiori e della Propaganda: ma non potevo fare diverso. Il Signore finora non è venuto meno e sono sicuro non lo verrà. Ma non so quali siano i limiti come superiore della Missione (salvo la stamperia sono opere della Missione). Ho detto: “Bisogna pur mettere Gesù nella necessità di fare…”. Anche in questo mi aiuti col consiglio. Spero che Don Torquinst manterrà gli impegni assuntisi per quest’anno… Ecco la fonte dei miei dubbi.16

Ed ora alcune cose dei confratelli. Desidero norme precise.

1.- Speravo di avere ricevuto già dai Superiori notizie (se ho fatto bene o male) sull’invio in Italia del ch. C.. Non sapevo né in coscienza potevo fare diversamente.

2.- Ora Don Antonio, credo stanco e forse anche un po’ scoraggiato, domanda di riposare per alcuni mesi in Italia (fino al ritorno colla nuova spedizione) per ritrovare se stesso. Conosco il confratello, tempra di lavoratore, ma dai suoi reliquati di guerra soggetto alla stanchezza. Materialmente e spiritualmente questi confratelli non guariscono che in queste forme. Vi è la spesa del viaggio, ma via! Deus providebit. Non ho chiare idee al riguardo sui poteri, benché l’articolo 65 dei Regolamenti ne parla, ma Don Cimatti in relazione a questo siccome inclina sempre al più che al no, perché mi pare per il bene delle anime, e d’altra parte non so come facciano gli altri, così domando al Padre. Sono convinto che ne verrà del bene e a lui e a tutti.


Altro punto (ne scriverò anche al Sig. Don Ricaldone) è la questione dei confessori. Oh, come è delicata e difficile la soluzione di questa questione in missione! Se ha norme e consigli al riguardo, prego… Pensi che ci sono anche le suore e che adesso apriranno l’aspirantato a Beppu dove non ho ancora potuto aprire casa.

Quanto agli altri confratelli, a tutti farà bene l’ultima circolare. Vari sono un po’ fiacchetti ma mi pare si lavora e si è fedeli alle regole, ed il Signore (mi pare) dà a divedere di benedire la missione e le opere nostre. Non mancano le difficoltà d’ambiente, di lingua, di carattere giapponese (difficile assai specie per noi che non possediamo la lingua) suscettibile, incostante, ecc. ecc. e sensuale… Ah, guai ai Salesiani non solidi in questa virtù!…

Per questa volta basta, amato Padre, non perché non abbia cose da dire, ma perché non voglio farle perdere tempo prezioso. Preghi per la povera anima mia e per le anime a noi affidate. L’abbraccio a nome di tutti: ci benedica nel Signore.

Don V. Cimatti, sales.

752 /Rinaldi Filippo / 1931-6-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 1 giugno 1931


Le Compagnie religiose esistenti nella Missione a favore dei giovani sono le seguenti:

1.- Compagnia di S. Luigi a Miyazaki con una 30.na di soci.

2.- Compagnia del SS.mo Sacramento tra i seminaristi ed aspiranti indigeni a Nakatsu, con una 20.na di soci.

3.- Compagnia di S. Giuseppe a Oita con 5 soci.

4.- " Domenico Savio " con una decina di soci.


Queste sono normate dai Regolamenti dati dal Beato Don Bosco con piccole modificazioni o meglio aggiunte ispirate ai bisogni locali.

Fra gli aspiranti del circolo giovanile e per i circoli vi sono i regolamenti in uso in Italia per la gioventù cattolica, con tinta però più religiosa, dato che un vero movimento d’azione cattolica è ancora lontano in Giappone.

I nostri chierici salesiani hanno nello studentato una piccola associazione intitolata a San Francesco Saverio, a scopo prevalentemente di formazione missionaria. Si decise che partecipassero essi pure al Convegno generale e facessero il convegno parziale a titolo di esperienza e per dare loro modo di lavorare anche in questo campo di loro formazione.

Le adunanze preparatorie furono tenute con le norme indicate presso le singole residenze, insistendo specialmente su questi punti:

1.- Revisione accurata del regolamento delle singole compagnie lumeggiato nella storia della fondazione e nello spirito informatore per constatare il già acquisito e quanto rimane da fare.

2.- Scelta dei delegati a parlare nell’adunanza generale.

3.- Relazione sui voti da proporsi.

Essendo l’adunanza generale stabilita in occasione delle manifestazioni eucaristiche di Miyazaki si ebbe occasione di insistere molto sul punto dell’Eucaristia come fondamento della preparazione del giovane alla vita nelle sue più complete manifestazioni.

La relazione plenaria fu tenuta a Miyazaki, presenti i Superiori della Case, i rappresentanti delegati, in tutto una quarantina di persone fra cui pure il parroco della cattedrale di Miyazaki, il Rev. P. Umeki. Dopo le parole di introduzione del sottoscritto, spieganti il motivo della riunione, si passò allo svolgimento dell’ordine del giorno.

1.- Il Delegato della Compagnia missionaria dei nostri chierici fece in breve storia delle varie compagnie fondate da Don Bosco.

2.- Un socio della Compagnia del SS.mo Sacramento di Nakatsu recitò i tratti del Vangelo riferentisi all’Istituzione dell’Eucaristia.

3.- Il delegato della Compagnia di S. Luigi di Miyazaki e quello rispettivo di Oita come sopra.

4.- Il Delegato della Compagnia del SS.mo di Nakatsu fa la relazione della Compagnia, proponendo idee come dall’ordine del giorno finale.

5.- La Compagnia di S. Giuseppe di Oita di recente fondazione espone il suo programma d’azione ispirata ai regolamenti ed al bisogno del popolo giapponese.

Su ognuna delle relazioni i giovani prendono la parola domandando schiarimenti, formulando voti, conclusi colla decisione, votata all’unanimità di fare ogni anno detta riunione generale.

I voti, soggetto della discussione ed approvazione dell’assemblea generale furono:

A. Ogni associazione si impegna di osservare sempre più esattamente i rispettivi regolamenti e rinnova il proposito di docile obbedienza ai propri dirig.

B. Le manifestazioni della fede abbiano sempre lo scopo della riparazione e sempre siano fatte anche per venire in aiuto ai pagani. I soci cerchino tutti i modi per attirarli alla vera fede colla parola, esempio e preghiera.

C. Sarà compito precipuo dei soci di collaborare attivamente all’apostolato della buona stampa; ogni compagnia sia abbonata ai principali periodici cattolici e ne curi la propaganda secondo le proprie forze.

D. Modello del giovane giapponese socio delle Compagnie religiose sarà Savio DOMENICO.

Concluse il P. Umeki raccomandando la preghiera e il lavoro secondo le proprie forze (non derogando con futili pretesti) per la felice riuscita delle prese deliberazioni.

Come ricordo del Congresso si annuncia pel prossimo 21 Giugno l’inaugurazione a Tano di una nuova compagnia di S. Luigi.

Il Signore che fu glorificato in forme speciali a Miyazaki in questi giorni, benedica la buona volontà dei convenuti e sia questo primo seme feconda realtà di bene per le anime e per la nazione.

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

753 /Ricaldone Pietro / 1931-6-1 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Missione Indipendente di Miyazaki


1 Giugno 1931

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Ancora una volta gli auguri più sinceri da parte di tutti i confratelli e l’assicurazione delle nostre preghiere.

Alla fine del mese come al solito una breve relazione delle cose principali.

Salute dei confratelli: in complesso buona negli elementi giovani. I preti e i coadiutori (specie Guaschino e Maccario) sono tutti un po’ stanchi. Fra tutti Don Cavoli manifesta il pensiero di un temporaneo ritorno per rinfrancarsi. Il mio pensiero è che gli farebbe del bene e potrebbe poi tornare colla nuova spedizione. Ne scrissi già al Sig. Don Rinaldi non avendo chiaro il concetto dei miei poteri al riguardo, benché il regolamento parli anche di questo. Sono malattie non solo fisiche, ma morali e per curarle bene, a mio modo di vedere, non c’è altra medicina. Ne guadagnerebbe assai il confratello e tutta la missione. Per quanto dipende da me domando che sia esaudito.

LAVORO: va moltiplicandosi, se dobbiamo guardare ai risultati, pur non essendo clamorosi, si può pensare ad una specie di benedizione di Dio. Mi pare che i confratelli siano occupati e che pian piano ci andiamo impostando e consolidando.

I nostri oratorietti discreti. A Miyazaki per la processione eucaristica (vero trionfo che fece rimanere di stucco tutti… pagani compresi) i paganetti oratoriani erano un trecento… oltre un terzo dei partecipanti in corteo erano pagani. Il Signore ci ha regalato 10 nuove vocazioni pel Seminario. Alle suore 6 aspiranti. NAKATSU: per accogliere i nuovi si è dovuto ingrandire. A Oita è un fatto compiuto la piccola tipografia. A Miyazaki domenica prossima inaugurazione dell’asilo e così la delicata questione femminile in locale apposito, viene ad iniziare la sua soluzione trasportando colà tutte le opere femminili.

A Tano si è fatto per quell’Oratorio una tettoia e una sala e una piccola casa per il missionario. L’impulso dato da Don Torquinst, qualche prestito che ho potuto ottenere dai Padri delle Missioni Estere di Parigi e dai Francescani di Kagoshima, che si sono proprio dimostrati fratelli, e un anticipo di pagamento fatto da un ex-allievo gesuita, P. Faber, che deve tutto ai salesiani, mi hanno dato modo di poter condurre a termine cose che non si pensava certo. La Missione farà fronte agli impegni estinguibili per alcuni prestiti quando si potrà; per altri (colle banche) entro 5-6 anni se non verrà meno l’aiuto dei benefattori.

La Provvidenza, senza che noi volessimo, ci ha guidato fino a questo punto e finora ci ha sostenuto e con davvero eleganti disposizioni ci è venuta in aiuto. Voglia pregare specialmente per questo. Non mi preoccupano gli impegni da soddisfare, ma quest’altro impegno molto più importante per me e per gli altri. SPIRITO. Mi pare in genere si sia da tutti sulla buona strada. Lei conosce già i tipi. Preghi, perché qualcuno che ha la testa e il cuore altrove si giapponesizzi di più.

Personale per il prossimo anno: le ho in precedenza indicato le condizioni attuali. Per il prossimo anno urgerebbe mettere residenza fissa a Beppu, perché vanno a stabilirsi definitivamente le suore. Come pure avrei bisogno di mettere uno fisso a Tano. Per non aggravare troppo i confratelli mi sono preso quella cura, ma bisogna pur non lasciare in abbandono una cristianità di oltre 100 cristiani. Mi occorrono dei preti. Ah, ci fosse un prete stagionato, che non abbia pretesa di imparare il giapponese, ma che diventasse apostolo della confessione per i confratelli… ah, che benedizione. Più invecchio e più ho esperienza delle anime; penso che siamo ancora malmessi per questo punto così importante, e credo che sia purtroppo così in tutte le missioni… anche degli altri… Veda dunque…

Coll’inizio della tipografia… se avessimo materiale e coadiutori anche per altri laboratori! Si rende necessario qualche buon coadiutore.

Le ho già accennato la condizione del nostro studentato… Se tutto va bene, escono nove per il tirocinio e ne rimane uno pel secondo anno… È il caso di pensare al noviziato?

Veda amatissimo Sig. Don Ricaldone, di venirci in aiuto in tutte le forme possibili ed il Signore la benedirà.

Se i Superiori credono sia venuto il tempo dell’espansione fuori della missione, il Sig. Don Torquinst ha trattato personalmente della questione e col Vescovo di Osaka e con quello di Tokyo. Le condizioni che presenta la fondazione di Tokyo sono certo migliori di quella di Osaka (ricordino i Superiori che il Vescovo ha domandato per il primo e che c’è una mezza promessa. Vedere gli incartamenti). Inoltre un piede a Tokyo potrebbe forse facilitare la questione della teologia per i nostri chierici, cui non sarà male pensare per tempo, potendosi usufruire del Gran Seminario, che è ben organizzato.

Il mio povero pensiero è che se i Superiori potranno aiutarci per il personale e se non verrà meno la carità dei buoni, non c’è davvero da aver paura, tanto più che in Giappone e specialmente a Tokyo le congregazioni insegnanti religiose curano solo il ceto medio ed elevato, ma nessuno si occupa della gioventù povera ed operaia (e sono legioni). Il Signore ispiri per il meglio.

Ed ora, amatissimo Sig. Don Ricaldone, voglia ricordare la povera anima mia col consiglio e colla preghiera. L’abbraccio nel Signore. Con tutto l’affetto,

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

754 /Torquinst Adolfo / 1931-6-1 /


a Don Adolfo Torquinst, salesiano, benefattore



Miyazaki, 1 giugno 1931

Amatissimo Sig. Don Torquinst,

La presente la troverà certo in Italia dove troverà pure la risposta a vari dei quesiti della sua ultima carissima da Washington del 2/4/31. Siccome non tengo copia delle lettere che le scrivo, può essere che le annunci cose che già conosce. Lei accetti volentieri tutto, sempre pensando al bene che ci ha dato modo di realizzare, e alla continua riconoscenza dei suoi fratelli del Giappone.

Il Signore ha chiamato a sé il bravo Hashimoto su cui facevamo tanti bei sogni. Fu visitato da noi parecchie volte durante la malattia a Nagasaki e morì santamente.

La notizia più importante del mese è la piena riuscita della processione di Miyazaki. Come leggerà sul Bollettino Salesiano fu un vero trionfo i cui frutti già si vedono, perché vari vengono alla Missione e la scuola per i pagani (Oratorio) è fiorente in modo consolante. Alla processione non ebbero paura di venire trecento. Non una nota stonata né da parte delle Autorità, né dei giornalisti, tutti furono davvero entusiasti… È la prima volta che in Giappone si ha l’audacia santa di uscire per le pubbliche vie… ed il Signore ci ha benedetto…

Domenica inaugurazione dell’asilo, così si dà modo alle suore di incominciare l’apostolato e di aprire a Beppu. Sono già alcune (F. M. A.) sul posto per gli opportuni preparativi.

Quattro rimarranno a Miyazaki per l’asilo e per le Opere femminili (oratorio e scuole di lavoro, ricovero, ecc.) appena avrò i mezzi per fare queste varie cose: le altre colle aspiranti a Beppu, dove pare si potrà effettuare un pensionato, ecc.

Con questo anche Miyazaki comincia ad incamminarsi. Se Propaganda darà i fondi, penseremo al Piccolo Seminario. Nakatsu è fortunatamente insufficiente, pur avendo fatto già qualche eliminazione. Takanabe: i chierici, grazie a Dio, bene. Ben animati e stanno preparandosi per Natale ad andare nelle case per iniziare il loro tirocinio. La missione va avanti benino. Tanto a Takanabe che a Uwae. (Per Pentecoste 3 Battesimi e 5 prime Comun.). Frequentate dappertutto le serate di proiezioni.

Miyazaki: il terreno comprato per l’asilo (opera della missione) e per le opere femminili è da pagarsi entro l’anno e per ora si pagano mensilmente gli interessi. L’essere l’asilo attivo o passivo dipenderà in gran parte dal numero degli allievi. Pagano Yen 1,50 al mese. Ma la missione deve evidentemente stipendiare le suore insegnanti, ecc. Si sta facendo una convenzione ad experimentum.

Beppu: il terreno comprato non è più grande dell’altro, né ha casa. Ha un piccolo magazzino. Dista al massimo 8-10 minuti andando comodamente dalla casa delle suore. Unisco foto. Ma Don Margiaria ha certo mandato, come gli avevo ordinato, tutti i dettagli. Credo che entro il mese, con parte della casa disfatta, secondo le sue indicazioni, sarà pronta la casa del missionario.

Beppu – Suore: in parte già risposto sopra. Certo si va avanti un po’ lentamente, però c’è tutto da fare.

Oita: il terreno a lato della Missione è già comprato (ancora da pagare) e già occupato dalla tipografia (a tutt’oggi 5 allievi, ne sono in vista altri). Entro il mese sarà decisa definitivamente anche la questione coreana e comunicherò al più presto.

Nakatsu: il lavoro a detta di tutti è davvero ben riuscito e i seminaristi ci si trovano molto bene.

Tano: paragonando i prezzi degli ordinari lavori, pare che siano prezzi buoni. Spero che come ottenni per la chiesa, la provincia mi dia un sussidio per la piccola sala che viene utilizzata anche per le riunioni della zona ove abitano i cristiani. Ma sono pratiche molto lunghe, spero… In ogni caso ho tanti debiti anche con Don Torquinst (per quanto le ho scritto nelle lettere) che so subito dove collocare piccole entrate.

Terreni per cristiani poveri: per ora non risolta ancora la questione. Va facendosi strada l’idea di facilitare l’acquisto di vacche. È cosa utile per le famiglie; spinta dal Governo… Abbia ancora un po’ di pazienza e anche questa branca della generosa carità sua sarà a posto… Se la Provvidenza ci dava modo di condurre a termine la questione BEPPU-POLIZIA come le avevo promesso, entro il mese di Maggio, tutto sarebbe stato fatto secondo le intese. Ma quod differtur non aufertur, amat.mo Don Torquinst e sia pur sicuro che l’abbondante sua carità avrà fra non molto la sua piena realizzazione.

È dovere di coscienza e non ci sono discussioni da fare, se no Don Cimatti va all’inferno… e non ho proprio nessuna intenzione di andarvi.

Morie: le ho scritto già della malattia del catechista. Per ora si è affittato per Yen 3 al mese una casa vicina ai cristiani, e intanto si vedrà come si mettono le cose. Non c’è da meravigliarsi… In Giappone è possibile tutto.

Stefano Tsuruda: sta facendosi un buon catechista. Purtroppo non ha forti studi. Non poté neppure finire il ginnasio. Per diventare prete non ha certo la vocazione, ma se continua può essere un buon catechista. È figlio di vecchi cristiani. Ha ormai 18 anni.

Hirose – Nobeoka: stazionario movimento. Stiamo preparando una serata in grande stile per Nobeoka. Speriamo prima delle vacanze estive, se no in autunno.

Anche i confratelli sono tutti un po’ stanchi per il lavoro, e quindi non posso forzare la macchina. Quanto alla malattia della borsa, grazie di quanto si propone di fare e preghiamo di cuore il Signore affinché l’aiuti a fare quanto può per il Giappone o meglio, per le missioni, perché non bisogna essere egoisti. Ho la perfetta convinzione che se abbiamo fede, il Signore non può lasciarci in abbandono – e finora Don Cimatti ha esperimentato così. Lei, caro Don Torquinst, faccia con generosità quello che può ed il Signore le darà la MENSURAM PLENAM CONFERTAM SUPEREFFLUENTEM IN SINU SUO. Più darà e più le sarà dato…

Mi accorgo che finisco col fare la predica a chi può farla a me…

Quanto alla valuta giapponese non accenna per nulla a calare. Grazie dei consigli di saggia economia che ho cercato nella mia poca o nulla esperienza di realizzare meglio che mi fosse possibile.

Per la stamperia, se anche il suo consiglio fosse arrivato in tempo, come le scrissi, non era per noi assolutamente conveniente dal punto di vista economico. Ora la cosa è fatta. Così mi pare ha voluto il Signore che ci ha dato modo di condurre a termine la faccenda.

Terreno di Takanabe: mi pare di averle già scritto in proposito. È affittato ad una famiglia che per l’Assunta sarà completamente cristiana. Il terreno, dietro le cure di quei bravi giovani, va migliorando, e vanno migliorando le relazioni con quella brava gente vicina, e già qualcuno viene alla domenica alla missione.

Il giovane ha già affittato risaie vicine, e speriamo di avere così dato la fede ad una famiglia, che spoglia di tutti i suoi averi, pian piano va rimettendosi e propaga in quella plaga il cattolicismo. Il giovanotto mi scrive anche qualche articolo agricolo. Tutto serve…

Personale venuto in quest’anno: un prete francese e tre chierici. Ho risposto così a tutte le domande.

Ed ora alla questione-Tokyo. Potei avvicinare P.Totsuka che venne per fare una conferenza a Miyazaki per le manifestazioni eucaristiche.

Egli mi disse che il terreno che Lei conosce è tutto per la futura opera salesiana, perché d’accordo coll’Arcivescovo ha comprato altrove per stabilire l’opera sua.

I Superiori che devono decidere sulla fondazione sanno il pensiero di Don Cimatti: “Non abbiamo paura… Bisogna naturalmente che i Superiori aiutino la missione con personale e con mezzi”.

P. Yamanaka: per ora credo non sia fatto per noi. È un tipo che a seconda dei luoghi ove va, desidera farsi religioso… Maturi… Se è volere di Dio, si farà salesiano e il Vescovo di Osaka (che supplica i Salesiani che vadano ed è disposto a fare analoghe concessioni che quel di Tokyo) non metterà certo impedimenti né per lui, né per altri della diocesi che avessero vera vocazione.

Vari, con P. Yamanaka, pensano che sarà data ai Salesiani la zona di Kyoto, roccaforte del Giappone… Non so su quali dati si basino.

Ed ho finito, amat.mo Don Torquinst. Preghi per me che alle tante bestialità finora fatte non aggiunga quella di fare del male alle anime e che possa salvare l’anima mia.

Dica una parolina alla Madonna e a Don Bosco. Lei conosce le condizioni nostre. Ci aiuti il buon Dio a condurre a termine bene le cose iniziate… e per la sua gloria iniziare a tempo opportuno quelle che serviranno di più a salvare le anime. Tutti vogliono essere ricordati ed in modo speciale il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


755 /Merlino Alfonso / 1931-6-1 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[1 giugno 1931]

Caro Merlino,

Grazie della lettera. È naturale che non abbia dimenticato (né lo devi) Nakatsu.

È bene però ci abituiamo ai distacchi, come preparazione al più forte… A voce molte altre cose e coraggio!

I cinque diverranno 50… A Shiu-Chow ne hanno uno.

Allegro e niente paura. Ragogna ricambia.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.

756 /Mooney Edward / 1931-6-2 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Miyazaki, 2 giugno 1931

Eccellenza Reverendissima,

È colla più viva gioia che abbiamo appreso la decisione della sua visita alla nostra povera missione. Comunico subito la cosa ai confratelli che ne gioiranno per il frutto spirituale che verrà a tutte le anime nostre e a quelle a noi affidate.

Per dare modo all’E.V. di combinare l’orario-programma ho creduto opportuno notificarLe alcune cose, che, conosciute, potranno facilitarLe le combinazioni di viaggio.

Per Miyazaki la data 21 c. m. è ottima, perché per avere un’idea della missione e per la comodità dei cristiani è certamente preferibile la domenica. Non è improbabile che ci sia da amministrare la Santa Cresima ad alcuni.

Opere esistenti nella residenza: la scuola domenicale per pagani, varie istituzioni cattoliche. Fuori della residenza: Suore Figlie di Maria A. di Don Bosco, Asilo (che si inaugura domenica 7 c. m.).

A una trentina di chilometri da Miyazaki (si può andare in auto) vi è una cristianità di oltre un centinaio di cristiani, con cappella.

Vicino a Miyazaki (Takanabe) vi è pure il nostro studentato filosofico salesiano.

Nella Provincia di Miyazaki vi è ancora Miyakonojo e Kobayashi: una riunione per istruzione religiosa in casa di affitto a Miyakonojo, e in casa imprestata a Kobayashi.

In Provincia di Oita abbiamo la residenza di Oita con annessa piccola scuola tipografica e opere varie come in ogni residenza, specie per la gioventù.

A Beppu vi è il terreno per la missione (si comincia a costruire la casa) e anche l’aspirantato per le Figlie di Maria A. (è in via d’assetto).

A Nakatsu vi è il nostro piccolo seminario (provvisorio) in attesa di avere i mezzi di costruzione per un luogo più conveniente e vicino al centro.

A Morie ed a Usuki vi sono pure in casa di fitto sottoresidenze a cui saltuariamente si reca il missionario, ed ogni settimana il catechista.

In vari altri punti importanti vi sono pure cristiani, ma per mancanza di mezzi finora non fu possibile fare grandi cose; però periodicamente si vanno a visitare.

Se poi V. E. desidererà si potranno visitare i luoghi celebri ed anche se lo desidera le Autorità con cui siamo in ottimi rapporti.

Dato che specie nella zona di Miyazaki non ci sono treni celeri, sarà bene non moltiplicare l’andare e il venire; che V. E. sappia che se viene dalla zona di Kagoshima, da Miyazaki può risalire la Missione e visitare Oita e Nakatsu.

Se invece viene da Tokyo è più comodo visitare Nakatsu e discendere a Oita e Miyazaki.

La Missione affidata ai Salesiani si estende [d]a Nord al Sud, partendo da Nakatsu (punto più a Nord) e Miyazaki (punto più a Sud), a Oita poi si può accedere in battello che fa servizio regolare dall’Isola grande.

Scusi l’E.V. se ho osato dare questi suggerimenti che hanno solo l’intento di facilitare all’E.V. il lavoro. Per eventuali segnalazioni fino al 7 c. m. mi trovo a Miyazaki, all’11 mattina a Nakatsu, al 14 sera a Oita, dopo Takanabe. Per l’indirizzo è sufficiente “Catholic Mission” in ogni luogo.

In attesa di rivederLa, a nome di tutti fin d’ora il più cordiale benvenuto.

Voglia benedirci tutti. Dell’E.V. Rev.ma

Dev.mo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, salesiano

757 /Ricaldone Pietro / 1931-6-11 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



11 giugno 1931

Amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Mi trovo in visita (ormai finita) ad Oita, e vedendo il lavoro iniziato per la stamperia (molto modesta, per ora 6 ricoverati allievi oltre il personale), mi viene in mente di ribadire e di battere il ferro, che non so se sia caldo. Ecco i problemi:

1.- Se la S. Sede mi aiuta per la sede fissa del piccolo seminario, trasportiamo il medesimo in zona di Miyazaki. Il personale della missione potrà aiutare (entrando nel terzo anno, aumentano i corsi, ecc.).

2.- Nakatsu potrà sviluppare il lavoro di apostolato (fermo per lo sviluppo dato al Seminario) e arricchirsi o di scuola di catechisti o di figli di Maria – che credo attecchiranno bene. Così si utilizza il fatto ampliamento.

3.- Oita ha lavoro fin sopra i capelli e per la missione e per il laboratorio. Non potranno quest’anno inviare qualcuno per la tipografia? Ormai in Giappone si fanno lavori in “romaji” o in inglese, e chi fosse pratico, anche se non sa subito il giapponese potrebbe lavorare assai, tanto più che a Oita c’è la scuola superiore di commercio che darebbe lavori del genere. Un confratello poi alla testa o almeno in laboratorio, solleverebbe assai Don Margiaria, che è davvero aggravato e sovraccarico.

4.- Bisogna aprire Beppu essendosi stabilite definitivamente le suore. Una modestissima casetta su terreno nostro è già pronta. Si incomincerà l’oratorio in attesa che la Povvidenza stabilisca il modo di venirci in aiuto per la costruzione futura.

5.- Takanabe si vuota di 9 chierici che finita la filosofia cominciano il tirocinio. Rimane uno del secondo corso (che però ha da fare in pratica la materia del primo), forse avrò un aspirante giapponese, e così sarebbero due.

a) I Superiori mandano chierici? Occorre (per non sdoppiare i corsi) che siano del primo anno. Spero arriveranno a una decina almeno. Oh, ci fosse qualche insegnante. Ad es. ci fosse un insegnante filosofo della Gregoriana potrei utilizzare Don Marega… Potremmo avere anche un buon assistente…

b) Mandano i novizi? (Avrei due come coadiutori). Insisto almeno pel maestro dei medesimi e sapere al più presto la cosa per cercare il posto opportuno.

c) Va da sé che occorrono preti, preti e specialmente buoni confessori… Non rida che domando tanto… Petite et accipietis! Pulsate…

d) Miyazaki. Per ora nulla di speciale. Se si trasporta il Seminario… aumenterà il lavoro. Le suore spero si incaricheranno in pieno dell’opera femminile. E se ne incaricheranno in pieno se avessi 40 mila lire per la costruzione. Dio mi aiuterà. E pensare che sono quanti anni (dalla sua venuta) che tento, e sono solo (coll’asilo) all’inizio dell’opera. Preghi e mi aiuti.

6.- Tano: pure avrei bisogno di aprire, ove, ora, c’è posto per una piccola comunità. Dipenderà dal personale… Forse mettere là la scuola dei catechisti o figli di Maria?

Eccole lo stato delle cose. Veda di investirsi dei bisogni nostri. Preghi per noi e ci benedica.

Per il personale presente, in parte le ho già scritto, ed ora specifico alcune cose su cui desidero consiglio.

a) Don Pedro trova difficoltà enorme per la lingua e non so che concluderà e come potrò utilizzarlo.

b) Don Lucioni ha avuto le lotte dell’anno scorso (sa che aveva chiesto di cambiare missione) ed in pratica non fa volentieri, perché (come Don Pedro) ha il cuore altrove. In gran parte nevrastenia, ecc.

c) Il più in stato compassionevole è il coad. Maccario. Carattere nevrastenico, non può sopportare i giapponesi che l’aiutano. Pro bono pacis e per mettere in pace l’anima sua l’ho cambiato da Oita a Nakatsu, ma anche là, lo stesso. Soffre enormemente Lui, e fa soffrire tutti. S’avvicina il tempo di rinnovare i voti, ma come si fa a dargli i perpetui che domanda? Si è cercato di metter le mani avanti e avvisarlo che è meglio rinnovi, sia pure ad tempus i triennali… Si è abbattuto in forma che non ho mai constatato in nessuno. Per me è un ammalato bello e buono, come il povero De Mattia, ed il buon Dio ci scampi. Quid facere? Per me, per queste categorie di persone non c’è che il ritorno. Comprendo che i Superiori può essere che pensino diverso… ma… se qui siamo al fronte… è più deleterio per le anime dei singoli e pel complesso del lavoro d’apostolato, lo stato attuale che il ritorno.


Queste povere anime non sono che in agitazione – testa e cuore altrove – forze quindi indebolite: si impiega un tempo enorme a ragionare con chi non lo può, essendo in quelle condizioni (senza loro colpa, se sono ammalati…).

Perdoni pur comprendendo tutte le ragioni di opportunità per non permettere il ritorno… Gli altri, Deo gratias! pur essendocene alcuni che era meglio… “Vuoi vuotare la Missione?”. Oh, amat.mo Don Pietro, vorrei dare la mia vita prima che per i giapponesi per queste povere anime… e non riesco a concludere, date le condizioni di mente e forse più di corpo in cui si trovano. Il mio massimo rimorso (deve essere tale?) è che per l’apostolato missionario riesco e posso far poco o nulla.

La mia vita, il mio tempo è speso a cercare i mezzi e a scuotere la Provvidenza e i buoni benefattori, e i Superiori per tener su i confratelli… Ma… Ad ogni modo è mio dovere informare.

Sono stato un po’ lungo, ma era necessario. Preghi e faccia pregare e mi benedica in modo speciale.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

758 / Nakatsu- visita / 1931-6-11 /


a conclusione della Visita all’opera salesiana di Nakatsu



11 giugno 1931


Il Signore ha benedetto quanto forma il nostro più ardente desiderio: il nostro seminario- aspirantato si è ampliato e di numero e di ambiente, ed è forse alla vigilia di ampliamenti maggiori che ci diano una sede stabile, regolare per la parte degli studi e per curare la pietà e la vocazione di quelli che il Signore ci manderà. Preghiamo e lavoriamo. Non ho che ripetere quanto a pagina precedente.

Come ricordo di quest’anno, per desiderio espresso del Rettor Maggiore: lavoriamo di comune accordo per realizzare in noi e nelle anime a noi affidate il sistema educativo di Don Bosco e le sue tradizioni.

Quanto più conosciamo il Giappone ed il carattere dei suoi abitanti, più ci sembra chiaro che l’esatta applicazione dei suoi suggerimenti in relazione all’educazione ci condurrà a degli ottimi risultati.

Collo studio della lingua e delle costumanze giapponesi apprendiamole e facciamole insegnare, coll’avvicinare di più gli abitanti ci metteremo nelle condizioni di conoscerli meglio, di valutarli meglio e di ottenere da loro quanto è necessario per la loro formazione. I mezzi della religione, la frequente lettura del regolamento e la ragionevolezza delle disposizioni e del modo e della forma delle disposizioni che si prendono, e soprattutto la carità e la pazienza daranno splendidi frutti: il tutto condito da amabile giocondità. Coraggio, fede nella Provvidenza, abbracciando la croce che Dio ci dà quotidianamente.

Don V. Cimatti, sales.

759 / Tassinari Clodoveo / 1931-6-12


al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone17



12 giugno 1931


Gesù ti vuole come S. Giovanni nell’ultima cena… Capisci? Più generosità e abbandono.

Don Cimatti





760 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-6-15 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



[15 giugno 1931]

Rev.ma Madre,

Avrei voluto venire per parlare, ma Don Piacenza (momentaneamente assente) è tornato tardi, e quindi sarei giunto fuori orario – domani debbo andare a Oita e fino a lunedì non sono di ritorno, quindi non so quando potrò avere un abboccamento.

Pensavo di essere riuscito nell’intento, e a quanto pare la frittata è rotta più di prima. Mea culpa. Mi ero con cura presi gli appunti esprimenti i suoi desideri – mi pare di averli messi tutti – me li vedo tutti ribattuti, quindi non so che dire.

Lei domandi pure a Torino le autorizzazioni necessarie (e forse scriverà anche Don Cimatti domandando dispense per le condizioni speciali della missione). Pensi e s’informi pure per la sorveglianza che il Superiore ecclesiastico esercita sull’attività delle Congregazioni in qualche modo da Lui dipendenti (ho usato la frase di Mons. Kinold che interpellai per consiglio essendo versatissimo in materia) secondo il diritto canonico: le sarò riconoscente perché c’è sempre da imparare al riguardo. A voce chiariremo certamente. Ad ogni modo:

All’artic. 3 mi pareva provveduto sufficientemente col XIII. Lei mi ha scritto: “L’ente o individuo che domanda due suore, non le ottiene se non accetta di averne e di stipendiarne tre”. Perciò ne avevo domandato quanto le Costituzioni (sia pure in linea di tolleranza) domandano. Casco dalle nuvole nel pensare che l’uso sia che bisogna stipendiarne tre, e che effettivamente lavorino per l’opera due. Domanderò alla Madre Generale anche questa eccezione – su cui non posso certo ridire essendo le Costituzioni così. (Primo mio sbaglio).

Il secondo comma: ho messo le sue parole. Lei mi disse che questi tentativi li facevano già – non penso nelle ore dell’asilo – e pensavo li potessero fare le due suore e che per ora non ci fosse bisogno di personale a ciò. (Secondo mio sbaglio).

Artic. 7: Se non si sentono di accollarsi tale onere, vedremo il da farsi o penserà come ora del tutto la missione – o in caso di deficienza corrisponderà il mancante.

Artic. 8: Don Cimatti si assorbirà pure anche tale gioia della proprietà. La missione non so quando potrà fare quanto fanno altre Amministrazioni… ed il Signore ci scampi (almeno finchè dovrà essere Don Cimatti in Giappone) dal fare convenzioni tali.

Artic. 13. Ho espresso quanto fanno i salesiani proprio per non interrompere il lavoro. Non si discute sugli esercizi spirituali (il testo è chiaro) non potendo per loro fare due mute di esercizi. Se non si sentiranno, pazienza! Chi sostituirà negli esercizi, sostituirà anche nel riposo. Siamo in missione e gli oratoriani pur diminuendo non vanno in vacanza.

Artic. 11. Abbreviamo pure. Si toglie, è vero quel fuoco di buona volontà che le parole indicano: ad ogni modo le regole più sono brevi e meglio è.

Per l’artic. V già ho detto. A non confondere le idee, dopo “varie forme di apostolato” ci vuole punto fermo.


Concludendo, Lei, ottima Madre, mi disse che tutta la questione non è di finanza, anzi che a questa non pensava. Ed ora ad ogni nuova osservazione, Don Cimatti non vede che questa preoccupazione e tenta fare fronte. Ah, avessimo più fede nel Signore.

Per me ho l’intima convinzione che tre suore per il lavoro di Miyazaki sono sufficienti – ed è per questo che la Missione ne domanda tre ( le due e la terza necessaria per le Costituzioni – perché per il lavoro attuale due bastano certo… Ma, naturalmente, questo secondo la mia povera testa). (Terzo mio sbaglio).

E si può incominciare altro lavoro nella missione?

Come le domandavo nell’ultima, hanno difficoltà? Non si sentono di donarsi al lavoro dell’asilo? Dell’Oratorio? Ma facciamo insieme qualsiasi lavoro – l’importante è che facciamo. Siamo agli inizi e tutti gli inizi sono difficili.

Si sentono di prendere tali opere come lavoro della loro Congregazione e per conto loro? Deo gratias!

Non si sentono? Non possono? Ma permettano che si lavori tutti insieme. Hanno troppo paura. Si buttino in acqua.

Hanno altri desideri? Vogliono conferenze in casa? Qualche volta la benedizione e simili? Ma è anche questo il nostro desiderio. Ma dicano chiaro, e senza troppi timori. Ma lavoriamo, lavoriamo.

E i mezzi? Ecco la domanda che Lei, ottima direttrice, fa al povero Don Cimatti. Don Cimatti non ha temuto di domandare a Lei nelle necessità, e fraternamente aiutandoci, il Signore ha aiutato Lei e il sottoscritto. Non tema. Il Signore farà i miracoli se saremo buoni e poveri. Insomma noi missionari non dobbiamo essere come quelli che non son tali – lavoro sacrificato per il Signore e per le anime. Scusi lo sfogo che i miei confratelli sanno a memoria perché non so dire altro. A voce il resto. Preghi per me.

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

761 /Zerbino Tommaso / 1931-6-15 /


a Tommaso Zerbino, Maestro, ex-allievo di Valsalice



[15 giugno 1931]

Amatissimo Zerbino,

Nella tua bontà hai voluto ricordare ancora una volta la povera nostra missione. Deo gratias a te.

Eccoti quanto desideri e assicura pure che preghiamo di tutto cuore.

Quanto all’adozione di un orfanello, per il mantenimento presso una famiglia (non ho che i mezzi per vivere… finora) pago Lire 50 mensili, ma qualsiasi somma tu fissi, va sempre bene.

Animo, continua nell’opera buona di aiuto delle missioni e vedrai che il Signore ti premierà.

Prega per me e fa’ pregare i giovani di S. Giovanni che sempre ricordo.

Con ogni affetto:

Dev.mo

Don V. Cimatti


P.S. - Se ti torna comodo accetto anche legati di Messe. Saluta tutti e singoli di S. Giovanni.

762 /Liviabella Leone / 1931-6-15 /


a Don Leone Liviabella, missionario salesiano in Giappone



[15 giugno 1931]

Mio Don Livio,

Grazie delle belle notizie. Col bravo Merlino continuate con fede ed umiltà nel lavoro: diglielo.

Questa lettera serve in parte anche per lui. Vi ho presenti sempre: vi vedo e vi seguo nel lavoro molteplice. Dio vi benedica.

1.- Non mi consta della traduzione dei Nove Uffici… Mi pare però potresti nel caso tradurli… Che bell’omaggio nel mese del S. Cuore.

2.- Per la lode Don Bosco: optime. Musicherei volentieri… Ma, e la poesia?

A nome mio un saluto speciale ai seminaristi. Di’ loro che siano devoti di Maria.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

763 /Merlino Alfonso / 1931-6-15 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Miyazaki, l5 giugno 193l

Carissimo Merlino,

Grazie delle accoglienze e del bel lavoro che vieni facendo. Prega per me e che il Signore ci aiuti a far del gran bene a noi e agli altri. Curati la salute. Anche se ti sembra che le purghe non facciano effetto, sono sempre un depurativo del sangue, ed avendo quegli sfoghi servono a trattenerli.

Leggendo le letture cattoliche mi accorgo che sono quelle di Genova, non di Don Bosco, ad ogni modo c’è buon materiale e quindi se si hanno va bene.

Allegro e buono sempre.

Preparami articoletti in qualsiasi lingua pel Giornale Cattolico – per Gioventù Missionaria nostra.

Allegro, bene e sempre pel Signore.

Tuo sempre

Don V. Cimatti

764 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-6-17 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Takanabe, 17 giugno 1931

Rev. Madre,

Sabato prossimo spero chiarire a voce. Ad ogni modo:

1.- La mia più grande preoccupazione è certo quella dell’abitazione. Lei ricorda che da tempo:

a) Presentai varie proposte pratiche,

b) e pregai si facesse un abbozzo di disegno,

c) ed ora insisto che Lei dia al più presto a Don Antonio le idee. Basta che noi diciamo al falegname: “Abbiamo bisogno di questi ambienti… preferiremmo in questa disposizione…”, e lui farà il progetto, correggerà, ecc. Ma bisogna fare presto perché sento assai assai assai il disagio materiale e in parte spirituale in cui si trovano. Se fanno per amor di Dio e con spirito di sacrificio non ne verrà loro nessun danno, perché è così che dispone il Signore: ma Don Cimatti e la Superiora devono provvedere al più presto. Per i mezzi spero che, come sempre, la Provvidenza ci aiuterà.

2.- Unisco documento che desidera. A Torino inviai non molto tempo fa autorizzazione generale.

3.- Grazie dei moduli e dell’aiuto pecuniario.

4.- Per lo schema di convenzione quello che più preme a Don Cimatti, nei riflessi del loro benessere è di sapere quanto hanno bisogno per vivere le sue buone figliole. E c’è solo Lei che può dirlo: e stia sicura che Don Cimatti non farà questioni.

Tutto il resto mi pare vada bene. Dunque niente paura.

Ma più tardiamo e per questo e per la casa meno si conclude. Dunque in settimana queste due cose debbono essere liquidate – nell’altra settimana il falegname disegni, progetti e al più presto entro il mese si cominci la casa.

Preghiamo e non preoccupiamoci. È Gesù che deve fare.

Con vivo ossequio:

Don V. Cimatti, sales.


765 /Circolare Salesiani / 1931-6-19 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente di Miyazaki

Miyazaki, 19 giugno 1931

Carissimi nel Signore,

Mentre vi ringrazio di tutto cuore delle belle giornate passate con voi, che mi hanno dato modo di vedervi al lavoro quotidiano, di ammirare la vostra attività, il vostro spirito di sacrificio, la regolarità nell’osservanza della regola, colgo l’occasione di richiamarvi alla mente alcune cose e di comunicarvene altre che ritengo utili al sempre miglior nostro perfezionamento.

1.- Attendo per il 25 c.m. i moduli debitamente riempiti, tanto per la Propaganda Fide, quanto per i nostri Superiori.

2.- Breve relazione di quanto si è fatto per ricordare il Concilio di Efeso.

3.- I vostri pareri definitivi sui “FOGLIETTI”. Rispondete alle domande accluse ed inviate un modulo del come li desiderereste.

4.- Col prossimo Luglio il “Giornale Cattolico” diventa organo dell’azione cattolica per tutte le missioni del Giappone. La Missione di Miyazaki ha pure calorosamente aderito. Già ho inviato a tutte le case il Programma delle informazioni per il giornale e bisogna che per il bene della nostra Missione e per spirito di solidarietà cogli altri missionari e per allargare la sfera del nostro apostolato tutti concorrano. Quindi dispongo che: da ora in avanti si inviino al sottoscritto le relazioni della cronaca delle singole case, possibilmente con fotografie.

Come pure o per il Giornale o per l’“Actio Missionaria” articoli e quesiti, ecc. nell’ambito del programma indicato.

Potendo questi scritti essere redatti in qualsiasi lingua, rimane facilitato il compito, notando però che saranno sempre più graditi quelli scritti in giapponese (salvo quelli per ACTIO che è redatta in latino).

Il giornale è settimanale e perciò bisogna che se vogliamo che la nostra missione sia ben rappresentata almeno una volta al mese mi si invii del materiale. Questo lavoro di collaborazione non deve diminuire quello per il nostro Don Bosco che verrà trasformato poco alla volta nel Bollettino salesiano con quelle modificazioni richieste dall’ambiente in cui ci troviamo.

Come vedete, miei buoni confratelli, la palestra della buona stampa è aperta a tutti e desidererei che davvero tutti si impersonassero di questo che fu sempre uno dei lavori più cari al cuore di Don Bosco, e portassero tutti un valido aiuto e alla stampa giapponese in genere e alla salesiana in specie.

Inizieremo col prossimo mese la pubblicazione delle LETTURE CATTOLICHE. Anche per questa nuova iniziativa domando il concorso di tutti i confratelli colla collaborazione e colla preghiera.

Il Giornale Cattolico viene ceduto ai Capi-Missione al prezzo annuo di abbonamento di Yen 1,30. La Missione di Miyazaki si è prenotata per 300 copie. Prego ogni residenza di farmi sapere con cortese sollecitudine quante copie ne desidera. Cerchiamo di fare attiva propaganda fra i cristiani e pagani. Tutti gli abbonamenti o semi-abbonamenti o qualsiasi offerta che riuscirete ad ottenere le rilascio alle case. Naturalmente la missione non si rende responsabile se non degli abbonamenti che essa fa per mezzo del Capo-missione.

5.- Ed ora alcune osservazioni che credo opportuno ricordare a tutti. Col moltiplicarsi delle opere, sia pure per ora piccole, si sente la necessità che ai nostri ricoverati giapponesi non lasciamo mancare nulla di quella che forma la loro etichetta familiare e sociale. Dalla maniera che un giapponese tiene nel mangiare, nel salutare, ecc. si valuta il suo grado di educazione. Noi dobbiamo fare le veci dei genitori e non dobbiamo trascurare per i giapponesi educati da noi questo importante problema. Sia dato conveniente insegnamento teorico-pratico, e sforziamoci noi pure di conoscere e nel limite del possibile e della convenienza praticare tali norme.

Qua e là si viene provando qualche ostacolo nello sviluppo dei nostri oratorietti. In molti casi si tratta di malintesi o di imprudenze, in altri di vere guerricciole suscitate contro la Missione. Consiglio:

Vi sia sempre un pieno accordo colle autorità locali specialmente scolastiche. Si determini con chiarezza l’orario di permanenza degli allievi e sia noto ai genitori. Si tenga conto che vari genitori si valgono dell’opera dei figli per lavori di casa, e che vari allievi (specie nelle classi superiori) hanno da compiere i loro doveri di scuola.

Pur insegnando quando lo si crede opportuno la religione non si facciano apprezzamenti o allusioni né in bene, né in male alle religioni nazionali. Non si tema in queste competizioni di andare a parlare direttamente alle persone che si ritengono causa, diretta o indiretta, dello svolgersi regolare dell’opera nostra.

Siamo agli inizi di varie opere. Regni in tutte la genuinità del nostro sistema e dello spirito informatore del medesimo. È la raccomandazione del nostro Rettor Maggiore che insiste a tutto potere su questo punto specialmente in quest’anno.

Permettetemi ancora la raccomandazione già fatta che oltre lavorare per la formazione di buone vocazioni, non dimentichiamo di formare dei buoni catechisti. Siamo in vera penuria e avremmo bisogno invece di moltiplicarli, ma formati al nostro spirito, al nostro lavoro. Curiamo bene quelli che stanno formandosi e cerchiamone dei nuovi.

E una parola ancora sui nostri CATECUMENI e sulla questione già ventilata e proposta e risolta sul Battesimo dei medesimi. Non è il caso di ripetere, ma direi, non si corra troppo… Il catecumenato è preparazione alla verità cattolica e noviziato alla vita cristiana. Non dobbiamo solo dare la grazia alle anime col Battesimo, ma dobbiamo stabilire il più solidamente possibile la Chiesa cattolica nella missione a noi affidata, e a questo concorre certo la cooperazione della volontà dei catecumeni (che viva per un periodo abbastanza lungo la vita cristiana anche nelle pubbliche manifestazioni) all’efficacia della grazia. Lavoriamo per moltiplicarli, facciamoli istruire o istruiamoli noi, pratichino per un tempo conveniente anche i doveri pubblici del cristiano, diamo loro un buon esame… insomma facciamo per parte nostra tutto il possibile per avere una certezza morale, basata su ragioni positive, della loro perseveranza… e poi preghiamo, preghiamo molto e seguiamoli specialmente dopo il Battesimo col consiglio, col catechismo di perseveranza e con tutti gli altri mezzi che lo zelo e l’esperienza vi hanno fatto riconoscere migliori.

Perdonate la prolissità della lettera dettata solamente dal desiderio di venire a voi tutti in aiuto secondo le mie deboli forze.

Concludo col pensiero del S. Padre ai missionari: “Fate del cattolicismo e dell’Apostolato, occupatevi delle cose di Dio e delle anime e siate fra voi uniti”. Pregate sempre per il vostro

Aff.mo

Don V. Cimatti



P.S. Non dimenticate secondo la bella usanza introdotta da qualche anno di solennizzare la cosiddetta festa del Papa (se si può in occasione della festa di S. Pietro).

766 /Visita Casa di Miyazaki / 1931-6-20 /


a conclusione della visita alla Casa salesiana di Miyazaki



Visita casa di Miyazaki


[20 giugno 1931]


Nella visita del 1931 ripreso il contatto dopo la partenza non trovo nulla di notevole nel campo delle osservazioni pratiche da segnalare.

Colla venuta di Don Liviabella si dà impulso all’Oratorio, che ricevono il loro[?] più solenne battesimo nella processione eucaristica. Si prepara così il lavoro per i chierici che nel prossimo anno iniziano il loro tirocinio. Mi pare di trovare regolarità, buon animo e laboriosità in tutti.

Don V. Cimatti, sales.

767 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-6-23 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu


[23 giugno 1931]


Rev.ma Madre,

Di ritorno da Nord trovo il bell’invito per il 17, ma non potendo bilocarmi rinuncio forzatamente pel 17, nella speranza di essere più fortunato il 23 c. m. Ho trovato le consorelle bene in salute, e dalla faccia anche bene spiritualmente. Idem per le aspiranti. Deo gratias.

Non è improbabile che la buona Suor Carmela le abbia parlato del desiderio espresso da Don Pedro, per l’inizio di qualche cosa a Beppu.

Come Lei sa, si è affittato una casa, il cui secondo piano è libero. Non l’ho veduta e quindi non so se può servire per il bisogno, ad ogni modo Don Pedro è di parere che se Numero X di suore – dalle 2-4 pomerid. iniziassero cucito, rammendo, et similia a modica spesa mensile (non direi oltre lo Yen) – con libertà di iniziare corsi speciali (ricamo, lingue) la cui retribuzione si può fissare a parte per gli allievi desiderosi, darebbe modo di radunare ragazze per poi introdursi a parlare di religione. Non sono molto pratico in queste cose, ad ogni modo il mio povero pensiero:

1.- che non si debba pensare ad un laboratorio produttivo,

2.- ma ad un insegnamento di cose utili per la vita,

3.- con materiale, che ogni desiderosa deve portarsi o che può trovare ad acquistare presso la scuola (pagando, ben inteso).

Se poi la cosa incontrasse si studierà. La missione si obbligherebbe a fornire il locale – lasciare alle suore le entrate e dare un mensile da convenirsi.

Se il numero delle allieve fosse grande, la missione pregherebbe essere esonerata dal fitto o dal mensile o da parte.

Gli insegnamenti speciali, lingue, ricamo o altro vanno a totale beneficio delle suore? Se su queste basi fosse possibile concludere qualche cosa entro il mese per iniziare col prossimo, andrebbe bene. La missione non può certo pagare un fitto per un locale che non si adopera – e se le suore non si sentono di tentare in forme modeste quanto speriamo più tardi potranno fare in grande, la missione subaffitterebbe coll’inizio del prossimo mese.

Veda ottima Sig.ra Direttrice, di studiare la cosa e al più presto (se possono) iniziare. A me non preme che tentare di far del bene e in qualche modo venire in aiuto.

Con vivo ossequio

Don V. Cimatti, sales.


768 /Circolare Consiglieri Visitatoria / 1931-6-28 /


ai Consiglieri della Visitatoria Indipendente di Miyazaki



Missione Indipendente di Miyazaki - Consiglio


[28 giugno 1931]

Carissimi,

Le varie manifestazioni del mese di maggio-giugno non permisero lo svolgersi regolare delle nostre sedute. Vi invito per il prossimo giovedì due luglio a Takanabe alle ore 9 per trattare del seguente ordine del giorno:

1) Relazione Don Cimatti in relazione alla visita, alla relazione da farsi a Propaganda; sguardo alla questione economica.

2) Questione stampa di propaganda per la Missione (Giornale cattolico di Tokyo, il nostro Don Bosco, Foglietti, Letture cattoliche).

3) Riposo dei confratelli ed esercizi spirituali.

4) Convenzioni tra la Missione e le Figlie di Maria Ausiliatrice (Asilo, Oita, Beppu).

5) Primo scambio di idee per la destinazione del personale nel prossimo anno. Bisogna pensare a Beppu per il servizio delle Suore.

Se la S. Sede permetterà la costruzione del Seminario (che bisogna trasportare vicino al Centro) come utilizzare l’ampliamento di Nakatsu? Come utilizzare l’ampliamento di Tano?

6.) Sapete suggerire qualche mezzo per venire in aiuto alle finanze esauste della Missione?

7) Sguardo all’ultima circolare del Rettor Maggiore specie nei riflessi della cosiddetta merenda.

8) Riposo per i seminaristi di Nakatsu e per gli operai di Oita.

Prego di fare il possibile di portare con voi, se già non furono inviati tutti i moduli riempiti (anche quelli per il Capitolo Superiore).

Don V. Cimatti







769 /Bisi Ugo / 1931-7-2 /


a Don Ugo Bisi, Segretario dei Superiori Maggiori



[2 luglio 1931]

Carissimo Bisi,

Ecco i moduli inviati, riempiti:

1.- Relazione e 2 moduli in busta per Propaganda.

2.- Relazione e modulo per l’archivio. Se il Sig. Don Ricaldone ne desidera copia falla tu – tu fai presto.

Invio a questo ufficio perché così prescritto dai Superiori – raccomando che non giaccia troppo nell’ufficio, essendo in corso altre pratiche in relazione con questa.

Inoltre per la prima volta il Delegato Apostolico ha voluto l’identico modulo riempito. Quindi state attenti a non fare modificazioni di rilievo se fossero necessarie.

Nel foglio dell’anno scorso avete messo due preti indigeni in Giappone. Fosse vero, ma purtroppo non lo è: quindi correggi.

Ho potuto avere i dati del censimento 1930 (per la Miss. ind. di Miyazaki), quindi correggi: Superf. totale Kmq 14.072.125 – Popolaz. totale 1.702.023.

Prega e fa’ pregare per me.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


770 /Rinaldi Filippo / 1931-7-4 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 4 luglio 1931

Amatissimo Padre Rev.mo Sig. Don Rinaldi,

Coll’invio della presente unisco pure i moduli riempiti e prendo l’occasione per la solita relazione mensile.

DON CIMATTI. Salute ottima. Non mancano le piccole indisposizioni (ne ho avuto una che mi è durata tre giorni) ma chi ci pensa? Certo sono gli avvisi della vecchiaia e della morte che avanza. Estote parati!

Lavoro non manca e (salvo le incapacità) mi pare di potervi tener dietro.

Pratiche di pietà mi sembra di farle tutte. Qualche difficoltà quando non posso farle in comune. Sono il vero sostegno anche per combattere le tentazioni che non mancano.

Regole. Mi pare nulla di speciale. I Superiori sanno il desiderio di Don Cimatti.

Carità: pieno accordo con tutti.

Altro di notevole nulla.

Ho brontolato fra me e me alle volte dei Superiori: non di Lei, Don Ricaldone, Don Fascie, Don Giraudi… non si fanno vivi, e ce ne sarebbe bisogno.

Don Braga mi scrive: “Da 4 mesi da Torino nulla”. Che vuole? Siamo i più lontani; sappiamo che i Superiori pensano, pregano per noi… ma un rigo di risposta alle lettere, via… Almeno per sapere che sono arrivate”. Capisco!

Il Sig. Don Ricaldone fu ammalato – gli altri sono in giro. Beh! Lei ha capito.

Nelle circolari del Sig. Don Rua ci sono delle cose così belle sulla risposta alle lettere…

Che vuole? Se fossi convinto di saper fare farei, ma non è così ed ho bisogno di essere guidato. I Superiori non hanno creduto bene aderire al desiderio di tutti i missionari pel funzionamento dell’Ufficio Missioni e così sia.

Don Ricaldone ha troppo da fare e l’ufficio non funziona. Per me ho questa convinzione.

Ho supplicato i Superiori per un po’ di aiuto… anche con telegramma… mi era stato promesso e in base della promessa ho aperto il buco, che ora è da chiudere.


Casa di MIYAZAKI. Don Cavoli. Un po’ faragginoso e non ordinato, ma zelante, attivo. Si è già moderato molto negli scatti nervosi col prossimo.

Don Liviabella: vir simplex et rectus. Optime.

Coad. Guaschino. Invecchia e diventa pesante in tutto… Benino.


Casa di OITA. Don Margiaria. Bene. Un po’ preoccupato per i soldi, e forse non sfrutta santamente il personale, e quindi si apparta un po’ dai confratelli.

Don Escursell. Bene per il morale. Sempre preoccupato per le sue relazioni all’estero. Molto debole per la lingua. Va migliorando.

Coad. Merlino. Bene in omnibus. Non riesce troppo per la cucina.


Casa di NAKATSU. Don Tanguy. Bene in omnibus. Vuol far troppo e forse variar troppo, e quindi si stanca.

Don Lucioni. In altalena continua spirituale. Tipo sui generis, non ritiene di esser nel suo ambiente e quindi… Va migliorando.

Coad. Maccario. Passata la crisi è in un momento di calma, che non so quanto durerà. Nervoso, irascibile, credo più per malattia che per altro. Deve o fare i perpetui o rinnovare i triennali. Gli si consigliano i triennali almeno ad tempus.

Suore. Hanno iniziato l’asilo, quattro quindi sono rimaste a Miyazaki. Le altre colle aspiranti sono a Beppu. Per cui si rende necessario l’apertura di una residenza stabile a Beppu, per il servizio religioso e per sviluppare l’opera. Finché non so chi verrà da Torino sarà difficile concretare per il personale, e avrei bisogno di saperlo perché colla fine d’anno i chierici finiscono lo studentato e iniziano il tirocinio.

È anche questo un punto su cui si è tanto insistito, ma… Alle volte non si sa chi viene, se non quando sono sul posto (almeno pel Giappone è sempre capitato così…). Come si può disporre del personale? E Don Gusmano insiste per avere i dati pel catalogo pel 1° di novembre…

Eccole le cose più salienti. Ciò che ad onore dei confratelli devo dire è che:

1.- Lavorano per le anime loro e per quelle degli altri con vero spirito salesiano e buona volontà.

2.- Le inevitabili deficienze provengono:

a) da condizioni di salute dei singoli,

b) dall’inettitudine del capo religioso ed ecclesiastico.

La crisi mondiale è una gran brutta cosa, ma anche qui, se si rispondesse “non è possibile” uno sa come fare, ma…

Permetta lo sfogo e dica ai cari Superiori che ci aiutino anche per lettera… In ogni caso hanno ben i segretari. I confratelli si domandano: “Ma che fa tutta quella gente?”. Ricorda al Capitolo generale la famosa questione Don Savaré sul resoconto che domandava dell’operato dei Superiori? A parte la questione di diritto, che non fu risolta, non era mica lo stato d’animo di Don Savaré (forse anche il suo), ma di non pochi confratelli… e sono tutte queste piccole cose che le creano.

Permetta la digressione e lo sfogo: so che parlo al Padre.


Casa di TAKANABE. Don Piacenza. Salute precaria: dorme poco. Quindi in certi momenti un po’ aspretto, nervosetto. Optime in tutto.

Don Marega. Ha già fatto molti progressi, ma giudica ancor troppo di tutto e di tutti. Secondo me non è un tipo da case di formazione, benché forse meglio qui che altrove. Ah, se alla Crocetta facessero meno critica… Ad ogni modo sotto altri aspetti è elemento prezioso e spero riuscirà bene.

Don Carò. Optime in tutto.

Coad. Ragogna. Fiacchetto in tutto (forse anche per debolezza di costituzione) ma viene lavorandosi.

Ch. Arri: seconda filosofia. Bene in tutto. Vir simplex.

Ch. B.."Migliorato in salute. Ha però una vena di stranetto.

Ch. B.."Fiacchetto nello studio per mancanza di buona volontà. Si è messo con più forza.

Ch. Floran."Viene formandosi bene in tutto. Buoni numeri.

Ch. Filippa."Bene in tutto. Sente un po’ di sé, ma si lavora.

Ch. Zanarini."Benino. Tende al brontolamento. Fa sforzi.

Ch. Bernardi."Idem ut supra. Debole nello studio.

Ch. Braggion."Debole assai nello studio. Funge da assistente, ma non ha ascendente. Nervosetto. Fa molti sforzi.

Ch. Tassinari."Mediocre nello studio. Molto buono.

Ch. Dal Fior. 1° corso. Bene in tutto. Vir simplex.


Le rinnovo per mia tranquillità alcuni quesiti.

a) Don Braga insiste perché Don Cimatti vada ad aiutarlo per gli esercizi. Che ne dice? Naturalmente ho domandato aiuto per i miei.

b) Quid pel noviziato? Farlo? Aspettare? Per gli aspiranti che dire loro? Ne avrei due decisi per noi.

c) È il caso di pensare a dividere missione-Società salesiana?

d) Sono cinque anni che ho in mano il mestolo…

e) Possono i Superiori aiutarmi finanziariamente almeno per la somma promessa? Potessero farlo al più presto sarebbe una vera carità.

Ci dibattiamo in mezzo alle difficoltà, ma la buona e s. Provvidenza viene in aiuto in forme molteplici.

Voglia consigliarmi, correggermi (temo di essere molto fiacco nel dovere di correzione “argue, increpa, insta”) ed aiutarmi colla preghiera.

Lei è ricordato da tutti; voglia ricordare tutti noi e specialmente me, che ne abbisogno più di tutti.

L’abbraccio nel Signore. Tutto suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

771 /Torquinst Adolfo / 1931-7-4 /


a Don Adolfo Torquinst, salesiano, benefattore


Takanabe, 4 luglio 1931

Amatissimo Sig. Don Torquinst,

La spero giunto felicemente in Italia dove fra il mucchio non indifferente da mettere a posto che l’attende, avrà trovato anche le nostre – le varie fotografie, le lettere mensili del sottoscritto. Ed eccola quella di fine di mese giugno, un po’ ritardata perché desidero darle i dati generali della statistica.

Notizie nostre. Salute generale buona. Non so ancora dove faremo gli esercizi e quindi se troverò un posticino per i confratelli. Vedremo. Mi muore l’unico seminarista che mi restava a Nagasaki. Così di tre Hashimoto Kazuoyoshi in Paradiso, l’altro non poteva seguire gli studi e rimandato in famiglia. Due anni di lavoro intorno a loro sfumati; ma Deus scit et fiat voluntas Dei.

Il lavoro apostolico prosegue. Anche il catechista di Miyazaki mi si ammala in modo che non so se potrà proseguire. Deo gratias!

Miyazaki: l’Asilo è inaugurato – funziona ci sono restate 4 suore, cui bisognerà pensare a provvedere la casa nell’asilo. Bimbi iscritti una trentina, frequentanti da 20 a 25. Retta un Yen entrata, 150 mensili. Le altre suore con le aspiranti a Beppu.

Il fondo da lei lasciato per i cristiani comincia a essere utilizzato. Una famiglia comprò la vacca (Yen 5,75).

Il resto al solito. Per Miyakonojo e Kobayashi un po’ di sosta per la malattia del catechista. Si spera all’Assunta di avere qualche battesimo.

Continua bene la scuola domenicale per pagani.

Takanabe: bene. In zona vari battesimi (Don Piacenza riferirà) e buon movimento, benché lento assai.

Per lo studentato ancora nessun spiraglio.

Oita: la scuola tipografica ha iniziato i nuovi lavori colla pubblicazione delle Letture Cattoliche (primo fascicolo: I fondamenti della religione, di Don Bosco).

Beppu: col legname della casa delle suore è già costruita sul nuovo terreno la casetta del missionario. Bisognerà pensare alla sede fissa di un missionario, perché le suore si sono definitivamente stabilite. La chiesa ed il salone quando avrò i mezzi.

Per i Coreani attendo il suo pensiero. Don Margiaria mi dice che ci fu un esodo forte e di cristiani e di pagani per la Corea. Sarà temporaneo? Definitivo? È meglio attendere o far subito?

Morie: si è affittato una piccola casa e si continua il lavoro.

Nakatsu: il Seminario va avanti bene. Sono in attesa se Propaganda mi darà il sussidio per il Seminario. Per la Missione mi ha dato poco più di Lire 120 mila. Come farò per il prossimo anno non so. Lo sa la Provvidenza.

Il mio attivo è la cifra sopraddetta, già tagliata da tante cose e pel mangiare e per i debiti urgenti, con un passivo fra terreno da banche con interessi, e prestiti ottenuti dai Padri delle Missioni Estere e dai Padri francescani del Canada, da restituire al più presto di circa ₤ 400 mila…

Come vede navigo in buone acque; ad ogni modo Dio provvederà, vero? Sarà l’anno delle economie (lo è sempre stato), ma non possiamo fermarci, se no, è meglio chiudere e tornare indietro.

Non penso a quanto Lei ha promesso per pagare il restante delle case delle suore: perchè se no la cifra cresce.

Eccole, amat.mo Don Torquinst, nella sua realtà il nostro stato. La Provvidenza benedica in modo speciale i nostri benefattori. Sempre la ricordiamo cotidie nelle nostre preghiere. Non dimentichi il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti

772 /Ricaldone Pietro / 1931-7-5 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 5 luglio 1931

M. R. Sig. Don Ricaldone,

La spero in buona salute, e che già sarà ritornato dal suo doloroso viaggio in Spagna (così mi fu detto) e che avrà potuto prendere visione delle povere lettere del sottoscritto.

Eccole intanto il resoconto del mese di giugno. Salute generale discreta. Tutti un po’ stanchi, specie i più anziani, ma Deo gratias!

Per le finanze chiudo con un 400 mila lire di passivo (pagabile oltre la metà in 5-6 anni), con un’entrata di poco più di Lire 12 mila di Propaganda. Quest’anno i Superiori non mi hanno inviato il promesso sussidio, ho mandato anche per telegramma. Ero talmente sicuro dell’aiuto che apersi il buco, che naturalmente rimane da chiudere.

Le opere iniziate secondo me erano necessarie. L’impulso iniziale è dato e il Signore certo provvederà. Se i superiori possono aiutarci lo facciano quanto citius, se no certo ci penserà il Signore nelle forme che crederà. Per il lavoro di apostolato e opere iniziate così:

a) L’asilo funziona a Miyazaki.

b) Tano è in grado di alloggiare per una nuova residenza.

c) Beppu (dove le suore hanno aperto casa) ha già casetta del missionario.

d) La stamperia funziona a Oita.

e) Nakatsu ha una ventina di vocazioni e non so dove mettere quelle che il Signore invierà nel prossimo anno. Ho scritto a Propaganda per vedere se concedono il tanto atteso sussidio pel Seminario, se no, bisognerà pur pensare a una soluzione… che non so quale possa essere.


Per il personale sono in attesa di ordini, consigli, ecc. Le riassumo il già detto in varie lettere:

a) Escono dallo studentato a corso finito per iniziare il tirocinio N. 9 chierici.

b) Rimane allo studentato un chierico che ha fatto la materia del secondo corso. Probabilmente avrò un giapponese che inizia la filosofia.

c) Avrei bisogno (perché le suore sono fisse a Beppu) di aprire la residenza per non obbligare a far la spola da Oita (tre quarti d’ora di tram o mezz’ora di auto o di treno). Se non si potrà pazienza! A Beppu, per ora più di tre stanzette e cucina non c’è.

d) Si può utilizzare Tano in varie forme. Ma… finché non si sa come provvederanno i superiori e in che modo ci verranno in aiuto – e in che modo la S. Sede ci aiuterà per il Seminario, saremo sempre in aria.

1.- Hanno intenzione di inviare personale? Quanto?

2.- Pensano i Superiori sia giunto il tempo del Noviziato? Avrei due aspiranti coadiutori. Naturalmente ci vogliono mezzi e personale.

3.- Funziona la scuola tipografica. È il caso di pensare a qualche coadiutore per la medesima? Per l’inizio di qualche altra Opera? Sarto, ecc.?

4.- Pensano sia il caso di dividere Missione e Società? Certo il tempo urge per molte di queste cose, ma urge soprattutto che i Superiori ci aiutino per tutto, personale e mezzi.

5.- Il sottoscritto compie il sesto anno di superiorato… Provideant, quaeso…

Preghi e faccia pregare per me.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

773 /Rinaldi Filippo / 1931/-7-6 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 6 luglio 1931

Amatissimo Padre,

Ricevo in questo momento le accluse provenienti dal Sig. Don Torquinst. Mi dice che il Superiore Maggiore non volle neppure leggerla se non era corredata del parere del Superiore della Missione.

Da tempo ne avevo scritto esponendo i miei pensieri che riassumo:


È certo una buona occasione; e chissà quando ne verrà una…

Ma la missione o meglio la Congregazione in Giappone non può certo pagare quel terreno se non è aiutata dai Superiori o da altre persone.

Ha pure bisogno di personale, se deve togliere sia pure pochi confratelli dalla Missione.


Tempo fa l’Arcivescovo di Tokyo parlando con me diceva: “Capirà che non posso lasciare per lungo tempo il terreno disoccupato… quindi mi urge una risposta”. Don Torquinst che fu il primo intermediario della cosa dice che contrariamente a quello che aveva offerto quando era costì, data la situazione cattiva degli affari in Argentina, non potrà dar nulla.

Concludendo:

1.- l’occasione è buona, perché un piede a terra a Tokyo è della massima importanza per lo sviluppo dell’Opera (influsso, cooperazione, ecc.) ed anche per l’avvenire della missione. Per i Giapponesi Tokyo è tutto. E un terreno di 600 tsubo in Tokyo…

2.- L’arcivescovo permettendo la chiesa uso parrocchia – possibilità di servizio religioso in istituti etc. possibilità di questua a mezzo cooperatori, il mantenimento di tre confratelli è possibile subito.

3.- Pare che l’Arcivescovo affiderebbe subito ai salesiani una specie di orfanotrofio da tempo iniziato.

Quid? È giunto il tempo di slanciarsi? Se i Superiori aiutano per il personale e per i mezzi, avanti in Domino.

Per altri motivi… non saprei che dire. Non so che pensino, come già dissi olim per la teologia dei nostri, cui bisognerà presto pensare.

Un piede a Tokyo, se saremo negli imbarazzi, ci faciliterà il compito perché il Gran Seminario funziona bene, e forse anche i salesiani potrebbero portare un buon contributo per l’insegnamento.

I Salesiani del Giappone certo metteranno tutte le loro forze, ma non hanno certo mezzi.

Altri vantaggi: gli studi dei nostri chierici e dei nostri seminaristi, che fatti a Tokyo hanno un valore incomparabile nell’estimazione pubblica – e verrebbe facilitato l’acquisto dei titoli necessari. La vicinanza delle autorità di ogni genere giapponesi e straniere, religiose e civili…

Insomma i vantaggi sono incalcolabili, l’occasione è certo delle più favorevoli. Videant patres!

Prego di cuore che il Signore, l’Ausiliatrice e Don Bosco ispirino quella soluzione che sia la migliore per il bene.

Con vero affetto di figlio

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. - Fu eletto a Vescovo di Fukuoka Mons. Breton delle Missioni Estere, nostro buon amico.

774 /Circolare Salesiani / 1931-7-6 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 6 luglio 1931

Carissimi,

Vi prego comunicare ai confratelli il riassunto delle deliberazioni formulate nell’ultima riunione.

1.- Spero a giorni comunicare il risultato generale dello stato della Missione dal Luglio 1930 al Giugno 1931. Come pure a giorni comunicarvi le disposizioni per gli esercizi spirituali e per il conveniente riposo dei confratelli.

2.- La visita fatta mi ha confermato una volta di più – se ce ne fosse stato bisogno – del fecondo lavoro di apostolato di cui voi siete l’anima. Grazie a Dio lo constateremo in molti suoi effetti nel leggere la statistica dell’annata e ci sarà certo di conforto e di sprone al lavoro futuro. Ma ciò che non potrà essere segnalato da alcuna statistica umana è il bene incalcolabile che alle vostre anime avete procurato coll’esatto adempimento dei quotidiani doveri coll’osservanza della regola, collo spirito di umile sacrificio che mi sembra di aver constatato dappertutto.

Ringrazio di cuore il Signore e voi, miei buoni confratelli, che venite così anche alleggerendo al povero sottoscritto il peso della responsabilità.

Continuiamo con forza ognor più crescente nel lavoro, perfezioniamo il già fatto, ma specialmente perfezioniamo noi stessi secondo l’ideale che ci propone il nostro Don Bosco nel “Sogno dell’avvenire” della Congregazione, ed il Signore ci aiuterà in modo specialissimo.

Ed abbiamo bisogno di questo aiuto specialissimo in quest’anno in cui, per la molteplicità delle opere intraprese, e che ora bisogna fortemente consolidare, ci troviamo aggravati da pesi finanziari non indifferenti, a cui potremo far fronte solo coll’aiuto più forte della Provvidenza.

Miei buoni confratelli rendiamocene degni con una buona condotta degna del missionario salesiano, col lavoro indefesso, coll’esercizio più perfetto della S. Povertà, col suscitare intorno a noi e alla missione un maggior numero di benefattori, usando tutti i mezzi di propaganda che vi sono possibili.

Certo la Provvidenza non ci verrà meno nonostante la critica situazione economica del momento. Le risorse Sue sono inesauribili per i suoi poveri figliolini.

3.- Questione stampa. Ringrazio di cuore della viva partecipazione che tutti i confratelli hanno portato a questa questione col loro consiglio e col vivo desiderio di cooperare con tutte le loro forze alla sempre più perfetta realizzazione della medesima. Come sapete la nostra scuola tipografica ha iniziato il suo lavoro, è in grado di assumere già molti lavori, e mi pare sia doveroso tributare al nostro Don Margiaria che da tempo è incaricato di questa importante materia, il più vivo ringraziamento per l’opera così proficua svolta fino ad ora e per quella certo più forte che colla cooperazione di tutti verrà svolgendo ancora di più per l’avvenire. Annuncio intanto la nuova pubblicazione mensile delle LETTURE CATTOLICHE (abbon. annuo ¥ 1).18 Le spese di questo primo numero saranno sostenute dal Centro.

Le singole residenze domandino a Oita il numero di copie che credono necessario per una buona réclame. Si diffondano il più possibile. Lascio a vantaggio delle residenze tutto il guadagno che potete ricavarne. Il primo fascicolo è il trattatello del nostro Don Bosco: Fondamenti della vera Religione.

Avrete poi già ricevuto nelle singole case dei saggi del nuovo “Giornale Cattolico”, che è diventato l’organo dell’azione cattolica per tutte le missioni. Riceverete il numero richiesto di copie settimanalmente (abbon. annuo fatto alla Missione ¥ 1,10, copia separata 3 sen[?]). Anche questo ricavo lo lascio alle singole residenze. Il Centro pagherà gli abbonamenti annuali corrispondenti alle copie che avete prenotato. Prego vivissimamente di fare onore alla missione con una buona propaganda anche fra i pagani, e specialmente fra di essi, ed anche coll’invio più frequente che sia possibile al sottoscritto di materiale da inviare a Tokyo. Come pure si inviino al sottoscritto tutte le notizie di cronaca delle singole residenze che si era soliti inviare a Oita.

Il nostro “Don Bosco” a tempo opportuno diventerà mensile e sarà il Bollettino Salesiano del Giappone.

Per la questione della propaganda fra i pagani che fino ad ora fu fatta per mezzo dei cosiddetti “Foglietti”, si decide: sospendiamo la pubblicazione dei medesimi nella forma e formato finora usato (il pensiero unanime dei confratelli al riguardo è chiarissimo).

Ogni residenza in occasione di conferenze e di altre manifestazioni di propaganda desiderando foglietti e materiale di propaganda è pregato di provvedere. Non è esclusa la possibilità che il Centro pubblichi a favore dei desiderosi una serie di opuscoli di propaganda che servano per l’occasione.

A favore dei pagani si vuol tentare la pubblicazione di foglietti (uso giornale) le cui modalità di formato, di contenuto, ecc. sono ancora allo studio e che si spera di mettere in esecuzione col prossimo settembre. L’osservazione che persone amiche e vari confratelli fecero sulle nostre pubblicazioni “FOGLIETTI” è che per la veste esterna e più per la forma con cui era rivestito il contenuto non erano adatti ad un’opera di penetrazione efficace fra i pagani.

I nostri FOGLIETTI concepiti all’europea, pur contenendo un materiale assai buono e che potrà in seguito essere utilmente rimaneggiato, non erano sempre adatti alla mente giapponese per la forma in cui erano presentati.

Non basta insomma che noi abbiamo la buona volontà di fare una traduzione di una composizione italiana o di altra lingua in giapponese. Bisogna che il nostro lavoro passi lasciatemi dire così, attraverso la mente e l’anima di un giapponese che sappia scrivere bene la sua lingua, gli dia quella tonalità che noi così ancora lontani dallo spirito e dalla educazione mentale giapponese non possiamo imprimere alle nostre povere traduzioni. Allora forse ci leggeranno con maggior frutto.

Tutti sono ammirati di ciò che si è fatto e del coraggio con cui si è fatto. Tutto però dobbiamo cercare di migliorare – pur sempre ricordando che l’ottimo è nemico del bene. Vogliamo fare un passo avanti – non sarà ancora né il definitivo, né il perfetto, ma facciamolo con fede e buona volontà.

Grande insegnamento per noi. Facciamoci una volta di più giapponesi collo studio continuo della lingua, della storia, dei costumi, dello spirito di questo popolo da noi amato, il popolo a cui dobbiamo consacrare tutto noi stessi. I nostri chierici ora hanno tutte le possibilità e comodità per far meglio di quanto altri abbiano potuto fare fin qui, questo studio.

Quanti hanno ricevuto dalla Provvidenza doti speciali per riuscire in questo intento formativo di se stesso ai bisogni dell’ambiente, lavorino con santo zelo. È OBBLIGO GRAVE DI TUTTI il corrispondere a questo dovere. Don Cimatti si mette totalmente a disposizione di tutti per fornirvi quanto è necessario. E per amore delle anime, per l’onore della nostra Congregazione, anche in questo i SALESIANI DEL GIAPPONE DOVREBBERO ESSERE ALL’AVANGUARDIA DEL PROGRESSO.

Ed ora vi domando un po’ di elemosina… Tutti i foglietti ed altro materiale di stampa che non adoperate inviatelo al sottoscritto a Takanabe (porto a mio carico). Lo utilizzerò distribuendolo (perché ne fui richiesto) alle nostre case di America a favore degli emigrati giapponesi. Il bene già fatto dalla nostra povera pubblicazione (e vi garantisco davanti a Dio che ne ha fatto… e quanto, ce ne accorgeremo in Paradiso), verrà in qualche modo aumentato. Siate dunque generosi.

Tutti ricorderete il richiamo fatto dal nostro Rettor Maggiore sul CONSERVARE E PRATICARE LE NOSTRE TRADIZIONI. In omaggio al medesimo e per dare esempio di spirito di temperanza e di mortificazione, che dopo tutto ci farà del bene, si stabilisce a titolo di esperimento di abolire la piccola refezione e bevuta solita a farsi verso le quattro pomeridiane.


Iniziata e continuata col pieno consenso dei Superiori ad experimentum, modificata secondo che le circostanze locali esigevano, consigliata per un pieno acclimatamento, non fu però esperimentata nella sua fase negativa. Ne abbiamo proprio bisogno? Abolendola ne verranno inconvenienti? Proviamo dunque, e tranne il caso di indisposizione e malattia tutti offriamo volentieri al Signore anche questa piccola mortificazione della piccola refezione e delle bevande che ne tenevano il posto.

Per i confratelli che ne avessero bisogno si provveda conformemente ai bisogni. In questo periodo estivo può essere utile come si fa già in alcune residenze l’anticipare la cena.

Miei cari confratelli, si avvicina il periodo degli esercizi. Vediamo di premettere una buona preparazione, e allora saranno per noi certo più fruttuosi. Lavoriamo, siamo poveri, mortifichiamoci ed allora il Signore vedendo la nostra povertà materiale e spirituale ci verrà in aiuto proporzionato ai nostri bisogni.

Sempre vi ricordo nel Signore. Non dimenticate il vostro

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti

775 /Valentini Eugenio / 1931-7-8 /


a Don Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Takanabe, 8 luglio 1931

Carissimo Valentini,

Eccoti un lavoro che tu o amici, potendo fare farai certo: si tratta di cosa molto buona pel bene nostro, cioè aggiornare questa statistica.

Se poi fosse possibile averla per i primi di Ottobre, in modo che servisse per la festa della Propagazione della fede, sarebbe ancora meglio. In una giornata di lavoro si può far tutto. Ci fossero già stampati di propaganda del genere o libri, Deo gratias!

E tu? Sei finalmente prete. E gli amici? Morti? Bava? Giordano? Di Stradella so che fa bene.

Sii santo salesiano e prega per me, e se potrai fare qualche cosa per la Missione…

Ho bisogno di generosi benefattori. Cercali, ma soprattutto prega e fa’ pregare per me che ne ho estremamente bisogno in tutti i sensi. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


776 /Circolare Salesiani / 1931-7/16 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Visitatoria Indipendente di Miyazaki

Miyazaki, 16 luglio 1931

Carissimi,

Con vero rincrescimento non sono ancora in grado di annunciarvi definitivamente le disposizioni per gli Esercizi Spirituali, ma in attesa della risposta della Cina, eccovi alcune comunicazioni.

1.- La muta più numerosa sarà tenuta – spero – entro la prima quindicina di Luglio o dopo l’Assunta a Kagoshima.

2.- Per i confratelli che non potessero assistere a questa ne sarà tenuta una ad Oita dal 30 Luglio al 5 Agosto. (Il motivo si è che in quel tempo anche le Suore facendo a Beppu gli esercizi, cogli stessi predicatori si possono tenere le due mute).


Prego quindi i Signori Direttori a disporre le cose di modo che con due mute tutti i confratelli possano beneficiare degli esercizi.

I buoni frati francescani di Kagoshima che in tante maniere ci sono sempre venuti in aiuto, mettono generosamente a disposizione nostra la loro casa di Taniyama. Quanti dei confratelli non solo per gli esercizi, ma anche per un po’ di riposo, volessero usufruirne, saranno fraternamente accolti dalla casa dello Studentato che col 27 c.m. trasporta colà le sue tende. Non sapendo come ringraziare degnamente questi buoni religiosi, dispongo che tutte le preghiere che farete in tutto questo periodo di tempo secondo le intenzioni del sottoscritto, siano per i buoni francescani di Kagoshima. Ed in questo periodo di tempo sono sicuro che tutti volenterosamente si metteranno – se richiesti – a disposizione di questi religiosi per qualsiasi lavoro (domanderanno probabilmente che li aiutiamo per qualche serata, ecc. di propaganda).

Sono pure a disposizione dei confrarelli le singole nostre residenze (Miyazaki, Oita, Nakatsu) a cui si possono aggiungere quelle di Tano e Beppu.

Qualche confratello manifestò pure il desiderio di fare qualche passeggiata di propaganda entro una determinata zona della propria circoscrizione. Abbiamo ancora tanti punti della nostra missione che non conosciamo affatto, ed anche questa sarebbe certo una forma magnifica di apostolato.

Altri mi manifestò pure il desiderio di esercitarsi un po’ in giapponese. Non ho nessuna difficoltà a trovare residenze presso padri giapponesi per poter fare l’esercizio desiderato.

Tutte queste proposte mi dicono il desiderio che avete di lavorare per il bene della missione e per abilitarvi sempre più all’apostolato.

Consiglierei però a tutti un periodo di riposo vero, e nel periodo attuale in cui il lavoro giornaliero delle singole residenze viene ad essere un po’ diminuito, pensare un po’ di più alla nostra anima, ed inoltre ammaestrati dall’esperienza, preparare fin d’ora quei piccoli lavori e schemi di predicazione, conferenze o altro che sappiamo non poter fare con calma durante l’anno.

Non si dimentichi di fare una buona pulizia alle case, vedere se ci sono delle urgenti riparazioni da compiere, dare una buona ripassata alle cose custodite in comune o in privato, agli ornamenti di Chiesa, ecc. in modo che al ripigliarsi del lavoro regolare tutto proceda con ordine, pulizia, economia.

Ricordatevi che il prossimo anno sarà per la questione economica fra i più difficili e delicati per la nostra missione.

Colle preghiere, colla povertà e con l’aiuto concorde vediamo tutti insieme di far fronte alla situazione.

Per norma di tutti: il contributo per la permanenza delle case per gli esercizi e per il riposo è fissato in Yen 1,50 al giorno.

Prepariamoci ai Ss. Spirituali esercizi meglio che sia possibile con buona volontà, con la preghiera e con lo spirito di sacrificio.

Con tutto l’affetto fraterno ringraziandovi ancora una volta di quanto avete voluto fare per me in occasione del compleanno ed assicurandovi per ognuno quotidiane preghiere, mi dico:

Devotissimo

Don V.Cimatti, sales.

777 /Circolare Salesiani / 1931-7-18 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indip. e Visitatoria di Miyazaki

[18 luglio 1931]

Carissimi,

Finalmente sono in grado di dirvi definitivamente l’orario dei nostri Ss. Spirituali Esercizi. Dobbiamo ringraziare il Signore che ci è venuto in aiuto il nostro confratello Don Frigo, prefetto della casa salesiana di Macao. Egli predicherà le istruzioni delle mute che sono così stabilite: dal 24 al 30 (Luglio) a Oita per quei confratelli che non possono partecipare alla muta di Kagoshima. Dal 6 Agosto al 12 a Kagoshima per lasciar così in libertà i confratelli che dovessero tornare alle sedi per la festa dell’Assunta. Dovendo il nostro Don Frigo ritornare in Cina il 17 Agosto, si dovette anticipare le mute.

Come si terranno adunanze di sacerdoti ad Oita, così desidero che si faccia a Kagoshima per le varie categorie di confratelli, specialmente sacerdoti e coadiutori, in modo particolare sui seguenti punti:

1.- Sguardo generale all’azione apostolica svolta finora. Difficoltà, dubbi, proposte varie.

2.- Col prescritto ripasso delle S. Cerimonie (prego Don Carò a dirigere la seduta) avendomi vari confratelli esposti dei dubbi sulle facoltà missionarie, daremo uno sguardo generale alle medesime.

3.- Come far fronte al problema economico col prossimo anno.

4.- Soluzione del Caso…

5.- Propaganda e stampa. Prego ognuno dei confratelli a prepararsi su queste varie questioni e su quelle eventuali di cui credesse utile trattare, affinché tutto proceda con vero profitto di tutti.

Il Signore ci dia modo di corrispondere a questa sua nuova grazia, e noi per parte nostra mettiamo tutta la nostra cooperazione.

Pregate pure per le nostre Suore che faranno a Beppu i loro Esercizi dal 29 al 5 Agosto. Molte di esse devono rinnovare i loro Voti. Aiutiamole anche colle nostre preghiere. Pregate pure per il vostro

Aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

778 /Don Caviglia Alberto / 1931-7-21 /


a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco



Takanabe, 21 luglio 1931

Amatissimo D. Alberto,

Spedito l’ultimo biglietto mi giunge la sua, colla sua davvero grande carità. Che il Signore la rimeriti e le dia il 100 e per la salute materiale (Lei deve almeno finire il lavoro su D. Bosco) (e poi si vedrà) e per la sua prosperità spirituale. Non tema! Lei andrà dritto in Paradiso, e molto in su (dato che ci sia un su in Paradiso)… Sa perché? Perché D. Alberto ha predicato sempre ed ha praticato sempre, anche verso la povera missione giapponese, la carità di Gesù. Allegramente dunque.

Nell’ultima lettera le esponevo le mie necessità… Quanto farà colla preghiera, coll’opera, col consiglio è tutta vera e fiorita carità. So con chi parlo e quindi stop.

Sono davvero dolorose le notizie dall’Italia, né seppi nulla da D. Ruffini… ma leggo tra le linee…

Potendo spezzi una lancia per le missioni… e anche per quella del Giappone… Le assicuro, amatissimo D. Alberto che D. Cimatti e i suoi la ricordano. Lei conta 64… D. Cimatti 52… ma tanto l’uno che l’altro abbiamo ancora molte cose da fare… Predichi, scriva, lavori per le missioni, per l’arte… e Gesù tien conto di tutto.

Bravo, preghi per me, a Faenza e vedendo amici (ad es. il Dr. Ghetti) dica loro tutta la riconoscenza del povero D. Cimatti.

Che dirle? Che il Signore per la sua carità e preghiere ci benedice. Certo quest’anno sarà per me dei più preoccupanti per la questione economica, ma se avrò fede… Mi aiuti ad averla più forte, pur sembrandomi di averla totale.

Che dirle? Che a Lei, benefattore nostro, vogliamo bene e che la consideriamo dei nostri e di persona e di meriti; perché di fatto dopo Dio, chi opera, sono i nostri benefattori, non i missionari.

Che dirle? Che ho un ardente desiderio di rivederla. E la vedo di fatto ogni giorno con Gesù nel Santo Tabernacolo. Dove c’è Lui, c’è la carità – e Lei è l’uomo della carità… dunque…

L’abbraccio con l’anima, Alberto mio. Saluti tutti.

Con affetto vivissimo

D. V. Cimatti, sales.


779 /Circolare Salesiani / 1931-7-23 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



23 luglio 1931

Carissimi confratelli,

Speravo essere tra voi per iniziare proprio il 24 del mese la nostra prima muta di esercizi. Il Signore dispone diversamente e Deo gratias!

C’e tra noi l’amatissimo Don Frigo – voi siete sacerdoti – non ho bisogno di farvi esortazioni speciali, perché so a chi parlo. Prego Don Piacenza che faccia da Direttore negli esercizi. L’orario il solito con tutte quelle modificazioni che siano del caso, per non urtare l’orario della casa. Per il luogo della predicazione scegliete il più comodo e il più tranquillo. Le meditazioni, fino al mio arrivo, leggetele. Don Frigo farà le istruzioni. Lunedì fate insieme il ripasso delle cerimonie. Farò con voi un paio almeno di conferenze sul seguente ordine del giorno: sguardo al lavoro missionario – difficoltà, proposte ecc. Facoltà dei missionari concesse dalla S. Sede – soluzione del caso 311.

Ricordatevi che il desiderio espresso del Sig. Don Rinaldi nostro Rettor Maggiore è che in questi esercizi tentiamo riprodurre in noi il Salesiano quale l’ha visto Don Bosco in sogno.

Desidero inoltre che questi esercizi siano passati da ognuno di voi in perfetta calma di spirito – in santa familiare allegria – in attento lavorìo di spirito coronato da buoni propositi.

Aiutiamoci, ottimi confratelli, a salvarci l’anima.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


780 /Torquinst Adolfo / 1931-7-25 /


a Don Adolfo Torquinst, salesiano, benefattore



Tokyo, 25 luglio 1931

Amat.mo Sig. Don Torquinst,

Secondo il suo desiderio non dovrei scrivere che di rado, ma finché ho conto corrente (e spero di averlo per sempre) con Lei è mio dovere farle presente l’impiego di quanto la sua carità ha messo a nostra disposizione. Don Margiaria mi scrive della sua generosa carità, e Deo gratias!

Per la povera missione giapponese specie quest’anno (spero avrà veduto il conto generale che le ho inviato) anche un sen di elemosina ha più che valore e l’accetto con tutta riconoscenza.

Ho ricevuto dalla “Bonne Presse” quanto la sua inesauribile carità ha procurato, ed attendo prima della distribuzione, di sapere la sua volontà. I chierici lunedì andranno a Kagoshima nella casa dei frati (ricorda?) sul mare per un po’ di riposo, e là faremo una muta di esercizi.

Don Cimatti in giro, anche per questuare (forse farò un passo in Cina per gli esercizi) ed il Signore mi aiuterà. I confratelli chi qua, chi là, ma quasi tutti a Kagoshima.

Sono in attesa di sapere quanto avevo domandato sui Coreani (molti emigrati fra cristiani e pagani), ritorneranno? È il caso di attendere? Come usufruire gli Yen 1500?

Ho spedito ai Superiori la questione Tokyo con tutte le commendatizie. Non potevo certo nascondere il bisogno per questa fondazione di aiuti materiali e di personale.

Sulla rivista inglese inviata ultimamente mi domanda: “Quando avrà un Salesiano che sappia parlare in inglese?”. Da tempo l’ho domandato – sarebbe utile per la corrispondenza e propaganda. Quando lo manderanno? Per altre cose per ora… Potrebbe essere utile per ripetizioni, e anche per un po’ di scuola (come suggerisce Lei) ai chierici. Rinnovo la domanda. E ora rispondo alla sua.

1.- Grazie delle sue spiegazioni sui 4000 Yen che saranno pian piano rifusi alle suore (ho già cominciato…), devo dare loro per l’asilo 120 Yen mensili, secondo le disponibilità, ne do di più. Ci vorrà qualche anno, ma la Provvidenza mi aiuterà a soddisfare a questo dovere che non sapevo chiaramente di avere. Ne usai tremila. Ora si sta costruendo la casetta indispensabile vicino all’asilo. Poi farò fuoco e fiamme per Beppu, se la Provvidenza vorrà.

Ma, caro Don Torquinst, oh, come è difficile trattare con le suore, perché fanno piovere e provocare da Torino quanto sarebbe tanto bene, bello e fraterno trattare a Miyazaki.

Come già scrissi “l’asilo è della Missione”. Per addivenire a quanto Lei consiglia della separazione delle finanze si è fatta una convenzione, fissando in Yen 30 mensili per ogni suora addetta all’asilo. La Superiora non sarebbe aliena di prendere su di sé l’intera amministrazione dell’asilo e forse ci si arriverà.

Il desiderio della Madre Superiora, che le suore non debbano fare tanta strada, è provveduto colla costruzione della casa. Naturalmente anche questa, come il resto da costruirsi (sala lavoro, opere femminili ecc. quando sarà passata la crisi, è sul terreno della Missione, e quindi della medesima).

2.- Per Tokyo già detto. Videant consules.

3.- Quanto alle altre Opere, ora grazie a Dio e a Don Torquinst ci sono. Rimangono da pagare le annualità dei terreni, e da finire Beppu. Per far fronte a queste Opere, che ci parvero volute dalla Provvidenza e necessarie, usai – come le scrissi – delle offerte di Don Torquinst e di prestiti, che naturalmente bisogna restituire. Non dubito minimamente della Provvidenza perche è unicamente basato su di essa ciò che ho cercato di fare.

Programma di quest’anno: finire Beppu se si riesce – finire la questione Coreana, se le sembra opportuna – consolidare le opere, e specialmente far fronte agli impegni.

Preghi anche Lei la Provvidenza per noi, che disponga ciò che è per il bene. Dai superiori, sulla questione del telegramma, ricevuto nulla, nemmeno risposta. Ho riscritto. Ma anche questa è disposizione di Dio, per umiliare la nostra povera missione e specie il sottoscritto, e fiat voluntas Dei in tutto.

4.- Mi pare di averle scritto anche dell’altra prova a cui ci ha sottoposto la Provvidenza, colla morte del giovane seminarista Takano. Era l’unico che ci restava a Nagasaki. Vi fu l’infezione di 16 seminaristi e il nostro rimase vittima. L’altro da tempo è a casa non riuscendo assolutamente negli studi.

5.- Il Ch. C. non era fatto per la Congregazione assolutamente. Non avrebbero dovuto accettarlo (così mi scrive il Sig. Don Rinaldi) e perciò l’hanno subito dispensato. È il primo dopo quasi due anni. È la più grande grazia che mi abbia fatto Don Bosco e Maria A.

6.- Il catechista di Morie è ancora ammalato, ma supplica di ritornare. Vedremo. Certo è un uomo di fede, pur non riuscendo in tante cose.

7.- A Nakatsu 16 seminaristi. Ho fatto da tempo per tutti (salvo 2 che hanno già la pensione) le pratiche presso l’Opera di S. Pietro.

8.- Beppu in pratica funziona già. Attualmente usufruiscono dell’onsen (fonte di acqua calda) che vi è in casa, vi alloggia P. Wakita (un prete giapponese) che così dice messa alle suore e solleva un po’ i confratelli. Per ora è incaricato Don Pedro. Per Tano va per ora il sottoscritto con un chierico. Ho potuto trovare un catechista che dimora a Tano. Gli ho comprata una casetta discreta vicina alla chiesa (mi costa 80 yen di cui 50 versati… gli altri quando li avrò). Ma la casa è della missione, su terreno di fitto.

Attendo di sapere se quest’anno i Superiori invieranno personale. Per Natale 9 chierici inizieranno il tirocinio nelle case, e certo le due case funzioneranno. Tano si può pensare o per vocazioni adulte o scuola per catechisti (ho varie richieste). Vedremo.

9.- Per Osaka S.E. ha capito che il vero impedimento è la questione finanziaria, ma certo egli non può, almeno ora; è per ora in condizioni molto più vantaggiose per noi e per il lavoro immediato e per il futuro studentato teologico dei nostri chierici e per lo sviluppo dell’opera nostra la fondazione di Tokyo.

10. Per quanto la sua bontà vuol provvedere è meglio attendere la spedizione dei missionari.

11.- Per l’organo ottimissima idea. Ci fosse un piano da studio per i chierici… Qui si trovano bonini per 400-500 Yen, ma ora ho bisogno prima del pane, e poi del resto.

12.- Morie: buone speranze e buon lavoro. Forse accetteranno a Nakatsu un buon giovane pagano che desidera apprendere un mestiere. Chissà! Inizio a Nakatsu della scuola…

Per il saldo a Beppu-Oita invii pure nelle forme che crede.

13.- Unisco il prospetto (quello in latino è per le diocesi del Giappone, l’altro in italiano che ho tentato di fare secondo i suoi suggerimenti è per gli amici della missione).

14.- I motivi per cui Mons. Giardini lasciò Tokyo non li conosco. A me disse: “ S. S. mi scrisse: “ho bisogno di un Vescovo Missionario. V. E. si sente di accettare?”. Ho risposto: “Sono pronto”. Ecco le sue testuali parole. Mons. Mooney è già venuto a visitare sommariamente la missione, è rimasto soddisfattissimo – di tanto in tanto ci manda Ss. Messe.

15. Il “tan” è la decima parte di un ettaro. L’asilo è costruito su parte di questi 5 tan. C’è posto per l’asilo, casa delle suore, sala lavoro, cortile, orticello… Poco a poco.

Per Natale ho da pagare 7 mila Yen ancora per il terreno, che venne a costare poco più di dieci mila Yen. Era troppo buona occasione per lasciarla perdere. Il Signore mi aiuterà.

16.- Uwae e terreno di Takanabe sempre bene.

Ed ho finito, amatis.mo Don Torquinst. Preghi e faccia pregare per me. Lei può pensare se Don Cimatti e tutti i confratelli non la pensino e ricordino. È dovere e stretto dovere.

Eccole la Madonna, che la ringrazia della bella occasione che colla sua carità ha eccitato per propagare la sua devozione. Manca ancora la cornice, ma verrà…

Mi benedica e mi ottenga tante grazie dal nostro Don Bosco e dall’Aus. nostra.

Con riconoscente affetto:

Don V. Cimatti, sales.

781 /Rinaldi Filippo / 1931-7-29 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Oita, 29 luglio 1931

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Rinaldi,

Mi trovo ad Oita per la prima nostra muta degli Eserc. Spir. Dalla Cina Don Braga ci ha inviato il bravo Don Frigo, e Don Cimatti restituirà la carità andando a Macao e Shiu-Chow. Non avendo ricevuto da Lei nulla in contrario ho pensato nel Signore che andava bene, ed ho accettato.19 È da poco che ho inviato i rendiconti dei confratelli, e quindi mi dispenso dal riferire di nuovo sui singoli. Novità non ci sono. Non avendo un posto conveniente in missione per unire i confratelli per gli esercizi la Provvidenza ci è venuta incontro: i buoni francescani di Kagoshima ci hanno dato per un mese una magnifica loro casa, che mentre permette cambio d’ambiente, può accogliere comodamente tutti.

La pregherei – per manifestare la nostra riconoscenza – che Lei volesse scrivere una lettera in francese a Mons. Roy, superiore della Missione… Sono davvero nostri grandi benefattori. Deo gratias!

Così la Provvidenza ha anche quest’anno provveduto ai suoi poveri salesiani del Giappone.

Per me: salute ottima. Lavoro finché si vuole, pur non essendo capace di compiere per tanti motivi che Lei conosce – le solite difficoltà per le pratiche di pietà e per comandare agli altri. Per la Sante Regole mi pare nulla di notevole.

I confratelli un po’ stanchi tutti, ma, a Dio piacendo, in buona o discreta salute.

Il mese di agosto, esercizi, un po’ di riposo ed al primo settembre ritmo normale. Sono in attesa della soluzione di molti problemi da tempo prospettati.


1.- Avrà visto la condizione finanziaria della Missione. Non ho alla mano che ₤ 50.000 e con questo si deve giungere al luglio dell’anno prossimo. Per la fine dell’anno ho da pagare ₤ 70.000 almeno. Possono i superiori, secondo la promessa venirmi in aiuto?

2.- Quest’anno invieranno nuovo personale?

3.- Quid per il noviziato?

Eccole per ora i punti più urgenti di cui già scrissi a Lei e al Sig. Don Ricaldone… Non è possibile organizzare il personale pel nuovo anno (per il Natale prossimo) se non so le intenzioni dei Superiori – e non posso fare proposte concrete ai Superiori senza conoscere il pensiero loro. Prego quindi di venirmi in aiuto materiale, di personale e di consiglio e preghiera.

4.- E per Don Cimatti hanno deciso? (Sesto anno).

Ed ora preghi e faccia pregare per noi. Uniti di spirito e di cuore e di fede al S. Padre e a Lei, voglia benedirci e sopra tutti il suo povero

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

782 /Ricaldone Pietro /1931-7-29 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Oita, 29 luglio 1931

Rev.mo ed amatis.mo Sig. Don Ricaldone,

Mi trovo per la prima muta di esercizi ad Oita e prendo occasione di ribadirle i nostri bisogni e desideri.

1.- Avrà visto le condizioni della nostra sbilanciata finanza. Avevo in previsione supplicato i Superiori da tempo per avere un aiuto di almeno Lire 50 mila. Il Sig. Don Rinaldi mi disse che Lei fino a quella cifra non garantiva potere, ma che Lire 25 mila le avrebbe date per lo Studentato. Finora nulla. Se può venirci in aiuto il momento è assai propizio.

2.- Quest’anno potrà inviarci personale? Le ricordo: di 10 studenti di filosofia, per Natale 9 iniziano il tirocinio. Uno inizia il secondo anno (ma con materie del primo anno). Quindi inviando studenti siano del primo anno. Potrà inviare qualche insegnante, assistente, prete?

Per la stamperia un tipografo almeno? Potrà inviare con questi i caratteri da stampa in Italiano?

3.- Che ne dice del Noviziato?

4.- Vi sono norme speciali suggerite dall’esperienza per il tirocinio? Due a due? Uno solo? ecc.

Non posso fare proposte complete e concrete se i Superiori non mi forniscono i dati di cui sopra. Per ora null’altro.

Veda di venirmi in aiuto col consiglio, colla preghiera e coll’aiuto materiale. Preghi preghi e faccia pregare per noi.

Ossequi a tutti.

Suo dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. - Don Frigo qui presente per gli esercizi ossequia e saluta.

783 /Merlino Alfonso / 1931-8-1 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



1 agosto 1931

Carissimo Merlino,

Puoi pensare se oggi specialmente non ti sono vicini Don Cimatti e i tuoi confratelli tutti in occasione del tuo onomastico. Ti ottenga dal Signore nell’adempimento del tuo dovere di essere un degno figlio di Don Bosco, come ti vuole Gesù.

Saluta tutti specialmente i confratelli e cari giovani.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


784 /Marchetti Don Antonio / 1931-8-9 /


a Don Antonio Marchetti20, Sacerdote di Faenza



9 agosto 1931

Amat.mo D. Marchetti,

Grazie della carità che serviesce (dilettale) specie in quest’anno in cui verso in vere necessità porterà il suo contributo di bene. Sempre inteso che la nostra povertà non potendo contraccambiare, non fa che pregare per il nostro D. Antonio. Secondo il desiderio tutti vivono in unione di carità e preghiera con te e a mezzo mio salutano ringraziano e benedicono.

Con affetto fraterno in osculo sancto Dei.

ti abbraccia e benedice il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti


785 /Circolare Benefattori / 1931-8-10 /


ai Benefattori della Missione Indipendente di Miyazaki


.

MISSIONE CATTOLICA - Miyazaki – Giappone


Miyazaki, 10 agosto 1931

Ill.mo Signore,

Mi rivolgo con fiducia alla sua già tante volte sperimentata carità verso la nostra povera missione giapponese, perché voglia con un sussidio straordinario venirci in aiuto, trovandomi pressato da urgenti necessità. Le opere compiute in quest’anno (Asilo infantile, Tipografia, ampliamento del Seminario provvisorio e 2 nuove residenze) hanno talmente dato fondo alla carità della Provvidenza e determinato debiti tali, per cui ho bisogno urgente dell’aiuto di tutti.

Il bene realizzato in questi anni di lavoro è in parte accennato nell’accluso prospetto. È tutto opera della carità dei benefattori ed amici della missione salesiana in Giappone, fra cui contiamo la V. S. per la quale quotidianamente preghiamo.

Quanto nella sua bontà vorrà disporre per venirci in aiuto, può essere inviato con qualsiasi mezzo al sottoscritto. Con sensi della più viva riconoscenza

Devotissimo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano


Prospetto generale del lavoro spirituale della Missione

Indipendente di Miyazaki (Giappone)

dal 30 Giugno 1930 al 30 Giugno 1931


La missione indipendente di Miyazaki, eretta col Breve Apostolico del 26 marzo 1928 e affidata ai Salesiani di Don Bosco, comprende le due prefetture civili di Miyazaki e Oita (Superficie Kmq 14.072.175. Popolazione: abitanti 1.702.023 – Censimento 1930).










Anno

Salesiani

Chierici studenti di Filosofia

Suore di M. A

Seminari indigeni

Catechisti e maestri

Cristiani



1927 (inizio)

9

3

490



1930

13

8

6

10

7

856


1931

14

10

9

16

19

936











Anno

Catecumeni

Cappelle

Residenze fisse

Quasi residenze

Ricoverati fanciulli e vecchi

Oratoriani media frequenza



1927 (inizio)

30

3

3

80



1930

60

4

3

4

5

649


1931

95

5

4

6

16

765











Anno

Stamperia

Pubblicazioni di propaganda

Battesimi globali

Comunioni Pasquali





1927 (inizio)

28

135




1930

19. 700 (num. ann.)

85

496



1931

1

209. 700 (“ “)

102

573















Anno

Comunioni di devozione

Matrimoni

Missioni ed esercizi

Associazioni di devozione

Associazioni di azione cattolica



1927 (inizio)

8. 628

2

1



1930

31. 352

5

10

10

6


1931

43. 700

8

17

10

8











786 /Rinaldi Filippo / 1931-8-12 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



12 agosto 1931

Pro-memoria

In risposta alla lettera 10/7/1931 sulla questione TOKYO


Potendo darsi che non sia stato molto chiaro il povero pensiero tento di chiarire.

1.- A Tokyo per il prospero avvenire della Congregazione – per il buon nome della Missione – per trovare mezzi di cooperazione e sostentamento – per gli studi legali delle vocazioni – presto o tardi bisogna andare.

2.- Le attuali condizioni sono fra le migliori e perdutele, chissà quando torneranno e con quanto danno materiale.

a) Ora il Vescovo ci chiama.

b) Per sostentamento ci permette chiesa pubblica, affiderà orfanotrofio, possibilità di servizio religioso in istituti femminili e di insegnamento all’Università Cattolica (Spagnolo).

c) Ci vende a prezzo di costo il terreno situato in quartiere popolare operaio (bisognerà stabilire le rate e quanto, ecc.).

3.- Il domandato ritardo di anni (e fra qualche anno saremo nelle stesse condizioni di personale) sposta ma non risolve la questione, tanto più che S. Ecc. ha bisogno di non lasciare inutilizzato quel terreno.

4.- Col personale attuale (non so chi pensino i superiori di inviare nel prossimo anno) non credo sia possibile. Posto che inviino in quest’anno forse si può pensare, se il contributo è proporzionato ai bisogni.

5.- L’idea della Teologia fu espressa nel senso che facilitasse la cosa essendovi buona possibilità, se no non rimane che la soluzione:

a) inviare il personale insegnante (impossibile ai superiori) per la teologia.

b) inviare i nostri chierici in Italia (benissimo, ma dispendioso).

c) Non capisco proprio “certo sarebbe la nostra missione quella di curare la gioventù povera abbandonata operaia agricola, ma in Giappone le cose bisogna farle bene, si hanno troppe pretensioni e noi forse non siamo ancora preparati; ma questo deve stimolarci a fare di tutto per prepararci”. Che vuol dire? Che finora siamo fuori di strada? Che andando a Tokyo ci attaccheremo ai ricchi?… Non capisco, non capisco. I Superiori ci aiutino con mezzi e personale e si farà.

6.- Certo debbono pensare i Superiori per la compra del terreno e i primi rifornimenti.

7.- Quanto a Osaka non saprei che dire. Di fronte alle proposte di Tokyo sono più vantaggiose – pur a Osaka essendosi promesso prima.

8.- Per D. Torquinst, videant consules et Providentia disponat.

9.- Grazie delle preghiere.

Con vero ossequio,

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

787 /Circolare Salesiani / 1931-8-12 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Kagoshima, 12 agosto 1931

Carissimi,

Grazie a Dio i nostri Ss. Esercizi sono terminati, e mi pare poter dire con frutto di tutti. Siamo fedeli alle promesse fatte. Non so dirvi ancora nulla delle disposizioni dei Superiori pel prossimo anno.

Coll’autorizzazione e per desiderio dei Superiori maggiori, e anche per dimostrare la riconoscenza che i confratelli del Giappone nutrono per i caritatevoli fratelli della Cina, andrò per il più breve tempo possibile a predicare le mute di esercizi. Pregate per me.

Nell’assenza mi supplisce Don Tanguy e per le questioni economiche Don Piacenza. La posta in arrivo dall’estero prego sia inviata a Takanabe. Non dimenticate i contributi promessi per il “Don Bosco”, per il giornale Cattolico ed il nuovo nostro giornale.

Aiutate tutti Don Margiaria pel Don Bosco, tutto l’altro materiale sia inviato a Takanabe.

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.


788 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-8-12 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Kagoshima, 12 agosto 1931

Rev. madre,

Terminati gli Esercizi, a nome di tutti ringrazio delle preghiere.

1.- Quanto alle spese per la casa di Beppu non ci pensi. Non ho la nota al presente, ma così, all’ingrosso supera certo i Yen 200. Se pel conto vuol scrivere 250, credo, è più vicino al vero: ma non è parlare di rimborsi. È più importante forse pensare al passaggio di proprietà. Non conoscendo le loro Regole al riguardo abbia la bontà di sentire a Torino.

2.- Farò il possibile per la restituzione all’ingrosso, ma dipende dalla Provvidenza.

3.- Col 17 c. m. parto per la Cina e per predicare e per elemosinare. Per ogni questione generale abbia la bontà di rivolgersi al mio Vicario Don Tanguy (sarà a Oita durante il riposo di Don Margiaria) e per questioni finanziarie a Don Piacenza.

4.- Ha bisogno di vino? Per quale quantità? Che qualità? Ne scriva a Don Piacenza (Takanabe). Si stanno facendo trattative per gli acquisti. Preghi e faccia pregare per me.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


789 /Merlino Alfonso / 1931-8-16 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[Kagoshima, 16 agosto 1931]


Merlino carissimo,

Un saluto prima di partire.

Grazie di quanto hai fatto a Taniyama. Mantieni costante la buona volontà: fede nella Madonna e in Don Bosco. Prega per me che ti benedico e abbraccio.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


790 /Rinaldi Filippo BS / 1931-8-… /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, metà agosto 1931


Sosta operosa d’agosto21


Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Rinaldi,

I calori del mese di Agosto smorzano un po’ l’attività ordinaria delle singole residenze, ed anche in Giappone, chi può, va al mare e al monte, e i suoi figli ne approfittano per raccogliersi nell’intimità con Dio a fare i prescritti esercizi spirituali. La nostra povertà non ci permette ancora di avere residenze che ci possano accogliere tutti, ma la Provvidenza ci venne in aiuto. I buoni Padri francescani del Canada misero a disposizione per un mese una magnifica loro casa, e così i figli di Don Bosco, sempre bisognosi di tutto e di tutti poterono fare gli esercizi, e trovare un po’ di quiete e riposo dopo i lavori dell’annata. I nostri chierici ebbero pure così la possibilità di fare utili passeggiate al monte, per mare, in visita a luoghi storici interessantissimi, proprio nella terra ove per la prima volta approdò San Francesco Saverio. Sia benedetto il Signore e la generosità di Monsignor Roy, amministratore apostolico di Kagoshima, e del P. Callisto, Superiore dei francescani canadesi in Giappone. Coronarono le nostre familiari riunioni di agosto tre riuscitissime serate in teatro e saloni di concerti musicali per propaganda e per onorare la Mamma nostra in occasione della festa dell’Assunta.


Ricominciamo… o meglio continuiamo


Ed eccoci tornati ai nostri lavori con rinnovato vigore nel corpo, con raddoppiato ardore nello spirito. Le voglio parlare di una nuova attività a cui i suoi figli intendono consacrarsi, che già accennata in precedenza, consolerà certo il suo cuore, l’attività cioè della propaganda della buona stampa.


Risveglio consolante in Giappone


Le direttive dell’Azione Cattolica date dal S. Padre, furono subito prese in considerazione dai cattolici del Giappone, e il lavoro già iniziato da anni, specialmente nella Capitale, fu nettamente orientato secondo queste direttive. Per riuscire poi a meglio unire le menti e fare sempre più opera di penetrazione fra i pagani, i Vescovi e Superiori di Missioni, unendo insieme le forze stabilirono di dare impulso al settimanale Giornale Cattolico del Giappone, trasformandolo in organo ufficiale dell’attività cattolica. È un passo in avanti, e se tutti lavoreranno con zelo, chissà che non si realizzi presto il desiderio comune del quotidiano cattolico anche in Giappone.

Quando si pensa all’esigua minoranza dei cattolici, e alla poderosa forza dei quotidiani giapponesi di Tokyo e Osaka (edizione in giapponese e inglese) che non la cedono ai grandi quotidiani del mondo, c’è da benedire il Signore di questa buona volontà, di questo sforzo ardito, ed auspicare il più ampio successo.


E i Salesiani?…


Ma voi che fate per quest’opera santa, voi?

La Provvidenza ci ha permesso di iniziare la nostra minuscola Scuola Tipografica Don Bosco, che già incomincia attivamente a lavorare per la buona causa. Ne fanno fede oltre le pubblicazioni periodiche già note, le LETTURE CATTOLICHE, che vanno prendendo piede e che mensilmente portano cogli intendimenti del nostro Don Bosco la buona parola fra le famiglie cristiane e pagane. Ed un’altra pubblicazione col prossimo ottobre si inizierà a favore dei pagani, un foglio mensile che ci aiuti ad avvicinare specialmente il ceto medio, impiegati, commercianti, maestri, giovinotti alle soglie dell’università, che in fatto di religione hanno le massime prevenzioni, sono quelli meno avvicinati e che in pratica contano di più…

È un tentativo, che fu studiato a fondo nei minimi particolari e a cui con gioia daranno per le varie rubriche la loro collaborazione tutti i confratelli e buoni amici nostri giapponesi, e speriamo che riesca pienamente per la maggior gloria di Dio e per la diffusione del suo regno.

Amatissimo Padre, Lei che conosce le critiche situazioni economiche in cui ci troviamo, dato il cambio elevato e la molteplicità del lavoro, che ci è cresciuto tra mano, preghi per noi, e voglia raccomandarci a qualche speciale benefattore o benefattrice, che si pigli a cuore le nostre condizioni e ci venga in aiuto. Stendo la mano in nome di Gesù povero a quanti possono venirci in aiuto per sollevare i suoi poveri fratelli.

Ci benedica tutti e specialmente il suo

Aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.





791 /Mooney Edward / 1931-8-17 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Miyazaki, 17 agosto 1931

Eccellenza Reverendissima,

Per ordine dei miei Superiori, per un mese circa, vado in Cina (Macao e Missione di Shiu-Chow) per predicare gli esercizi ai nostri confratelli.

Nella mia assenza, qualora ci fosse necessità, vi è il mio Vicario Delegato: Don Tanguy, residente alla Missione Cattolica di Nakatsu.

Ci benedica, mentre l’assicuriamo del quotidiano ricordo. Con omaggio profondo, dell’E.V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti,

sales., Sup. Missione


792 /Circolare Salesiani / 1931-8-18 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



18 agosto 1931

Carissimi,

Vi ringrazio vivamente di aver tutti volenterosamente accettato di collaborare alla redazione del nostro foglio di propaganda per i pagani.

Occorre al più presto mettersi al lavoro affinché riesca un lavoro più perfetto che sia possibile, e perché la benedizione di Dio porti buoni frutti nelle anime cui in modo speciale è destinato.

Il foglio deve servire di propaganda speciale fra i pagani di media cultura (impiegati, maestri, studenti scuole medie superiori) deve presentarsi attraente, interessante in ogni rubrica, vivace e profondamente cattolico, senza averne l’aria.

Le singole rubriche sono affidate in modo speciale a singoli, ma tutti possono indifferentemente collaborare secondo il loro desiderio.

Gli articoli siano redatti in giapponese possibilmente, si accettano in qualsiasi lingua, e quando sono redatti in forma buona o non si desidera che siano rimaneggiati, lo si indichi espressamente, se no saranno riveduti anche per la forma.

Tutta la corrispondenza al riguardo sia inviata a Takanabe. All’opera e Dio vi benedica.

Vostro

Don V. Cimatti, sales.


Serie di argomenti – trattazioni pel foglio di propaganda


1) Questioni religiose – filosofiche – morali (Necessità della religione, della rivelazione [di] Dio, anima, eternità, origine del mondo, dell’uomo, Darwinismo ecc.). Don Cimatti e Don Marega.

2) Detti di Gesù: Beati quelli che piangono (dolore), beati i misericordiosi (Opere di assistenza sociale, ispirate dal Cristianesimo). Omicidio, suicidio. L’opera di Gesù sull’uomo, ecc.

3) Questioni varie religioso-sociali. I cattolici ed i templi shintoisti, i cattolici e l’Imperatore. Libertà dei figli di fronte al problema religioso. I cattolici e la guerra. I cattolici ed il culto degli dei. Il buddismo e il suicidio. Il cattolicismo e la condizione della donna. Cattolici e l’adorazione degli dei. Culto degli antenati (tavolette, poteri del padre, ecc.). Accuse e pregiudizi contro il cattolicismo (Non è adatto al Giappone. È la religione dei poveri e degli ammalati. I cattolici non leggono il Vangelo. È una religione difficile). Don Cavoli, Don Tanguy.

4) Dottrine consolanti scelte dai dogmi più accessibili alle menti e più desiderate dal cuore. Don Piacenza.

5) Medaglioni di uomini illustri (santi e grandi convertiti o illustri in vari campi).

6) Note d’arte sacra. Don Marega, Don Carò.

7) Per gli studenti: risposte a quesiti, uso lettera, dialoghi su vari argomenti precedenti. (Cfr. Rivista dei giovani). Don Cavoli, Don Liviabella.

8) Pagine amene. Novelle, racconti, curiosità, giochi di vario genere, indovinelli. Canti e poesie. Concorrano tutti. Vignette: Don Marega.

9) Recensione di libri. Notizie tolte dai giornali, riviste giapponesi ed estere su cui rettificare, portare un giudizio cattolico. Don Margiaria, Don Escursell, Don Lucioni.

Don Margiaria inoltre:

1) È incaricato della revisione e correzione di errori nei libri scolastici (specie: storia, morale, educazione, ecc.);

2) del far mettere in forma giapponese gli articoli dei confratelli che lo desiderano;

3) dei cliché e stampe.


10) Qualsiasi altro argomento che si ritenga utile.

Procuriamoci buoni ed abili collaboratori giapponesi.

Don V. Cimatti

793 /Mooney Edward / 1931-8-19 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Dal mare, 19 agosto 1931

Eccellenza,

Perdoni la carta e la calligrafia. Sono in mare…

Dimenticai nell’ultima lettera di domandare all’E.V. il parere su una questione propostami da qualche mio confratello missionario e che mi sembra degna di considerazione, ma nello stesso tempo un po’ delicata se fosse considerata nel suo complesso o pensata fuori di Miyazaki.

Una delle domande che fanno i pagani ai missionari di Miyazaki e più ai cristiani è: “Che fate voi per l’Imperatore Jimmu?”.

Come V. E. sa, Jimmu è il capostipite della dinastia imperiale. La leggenda lo fa nascere in provincia di Miyazaki. La storia lo fa partire da Miyazaki per la conquista del Giappone. A Miyazaki ha eretto un magnifico tempio (governativo) e non ricordo bene se in Settembre o alla fine di Ottobre, si celebra una grande festa (più da considerarsi festa paesana che religiosa).

Ecco il quesito:

a) Previa preparazione con articoli di giornale, spiegando il significato genuino della cerimonia, che cioè si fa per onorare la dinastia imperiale e l’attuale regnante,

b) Non potrebbero i cristiani in corpo andare di fronte al tempio, tenere colà un discorso d’occasione, pregare per la prosperità della famiglia imperiale e del Giappone, ecc.?

I vantaggi a nostro parere non sono disprezzabili:

1.- Eccitare sempre più nei cristiani l’amor patrio.

2.- Dimostrando con atto pubblico tale affetto.

3.- E sollevandoli così un po’ più dal loro livello di inferiorità presso i pagani.

4.- Far opera di penetrazione anche nella coscienza pagana, sostituendo a quella che essi chiamano adorazione il concetto di rispetto riconoscente.

5.- Dimostrando con tale atto pubblico la netta differenza ed il motivo per cui i cristiani non possono partecipare alla funzione pagana.

Ripeto: la cosa sarebbe preparata alla lontana, coi debiti permessi ed intese delle Autorità locali, preparando anime e idee. Data la qualità del festeggiato (un uomo, un uomo storico, cui è eretto un tempio nazionale, capostipite della dinastia regnante, ecc.) non trovo inconvenienti veri.

Certo che se si vuole con questo pensare al problema: “Possono i cristiani fare manifestazioni congeneri davanti ai templi pagani?” estendendo il caso particolare a legge, la cosa cambia aspetto.

A noi sembra che togliendo dalla questione tutti i mezzi termini, ed agendo con chiarezza e con franchezza, la fede cattolica ne venga a guadagnare – e si dia anche una buona mano al Governo che dichiara essere i suoi templi shintoisti monumenti nazionali, non religiosi, e serve a rettificare coscienze.Se l’E.V. che è più a contatto colle Autorità e per la competenza che Le dà l’alta carica conosce meglio il da farsi, ritiene opportuno prendere in considerazione la questione, abbia la bontà al più presto di farmi conoscere il suo parere positivo o negativo a Miyazaki, per iniziare – se del caso – le pratiche. Dell’E.V. reverendissima22

Dev.mo servo

Don Vincenzo Cimatti sales.

Superiore della Missione

794 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-8-19 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Dal mare, 19 agosto 1931

Rev. Madre,

A favore dei pagani si vuol far uscire mensilmente un foglio di propaganda contenente i temi acclusi.

Lei specialmente che già ha avvicinato anime può dire qualche cosa. Hirate Hanako pure può dire anche brevi pensieri su argomenti vari. L’aiutare quest’opera è un vero apostolato. Prego dal più profondo del cuore. Ricordo tutte.

Dev.mo

Don V. Cimatti


795 /Rinaldi Filippo / 1931-8-20 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Dal mare cinese, 20 agosto 1931

Amatissimo Padre,

Non avendo avuto contrordini alle due richieste fattele se potevo accettare l’invito di Don Braga, l’ho accettato e sto andando in Cina, per sentimento di riconoscenza verso questi cari confratelli, che per quanto possono ci aiutano; colla speranza di elemosinare qualche sussidio (perché sono in necessitatibus… Torino nulla…, Roma non secondo i bisogni e con molte parole…, c’è solo la certezza dell’aiuto di Dio); con senso di penitenza per i miei peccati e per tentare di fare un po’ di bene anche in Cina, e vedere se riesco a sbattermi un po’ dalla vita superiorale… che, Lei sa, forma la più grande gioia di Don Cimatti…

Qualche notizia mia. Bene in tutto. Qualche indisposizione dovuta al caldo, ma secondo me, più all’inazione materiale, cui sono stato costretto per un po’ di tempo. Deo gratias anche di questo: ma è la mia morte.

Per l’anima sono sempre lo stesso: non mi pare diminuisca la buona volontà; qualche piccolo progresso c’è, ma c’è il mio lato debole.

Che vuole? Il Signore mi ha fatto per essere somaro e mulo, e non cavallo, come mi hanno voluto ridurre – sia pure anche per la mia superbia – e non so fare che la parte di somaro e mulo. Possibile che i Superiori non abbiano ancora trovato… per questo povero essere, quanto gli spetta?

Sempre sento lo “stimulus carnis meae”… ma Don Bosco mi è vicino con la Mamma. Per le Sante Regole, nulla. Lei conosce la mia poca forza di comando: mi sforzo ma… Et nihil aliud.

Lei sa i pensieri di Don Cimatti (li ho espressi anche nell’ultima lettera) circa i provvedimenti di Propaganda Fide e dei Superiori sulle missioni: non sono rosei. Al Padre si può parlare: ad altri no. Non posso dirmi contento, è detto tutto.

Spero che tutti gli altri colleghi di Missione siano di parere contrario, e che questo capiti solo per questo povero Giappone… e per quello che si riferisce alla mia nullità, è quello che ci vuole per umiliarla sempre più.

Ma i confratelli hanno bisogno di sapere che possono contare sui mezzi di lavoro… e a tutt’oggi non li abbiamo.

Conto tenacemente sulla Provvidenza, perché non vedo altro di positivo intorno a me. Vada anche tutto questo per la mia superbia e per i miei peccati.

Certo quattro anni di suppliche a Roma pel Seminario hanno concluso “nessuna risposta”.

Quasi un anno di insistenze presso i Superiori (ho incominciato dal Novem.-Dic. scorso) hanno concluso che a metà agosto non si sa che sarà per il prossimo anno…

E Don Gusmano insiste per avere il Catalogo in Dicembre. Non possiamo far progetti né proposte di sorta (e mi urge farle, dovendo aprire due residenze: Beppu e Tano) non sapendo su chi posso contare. Lei mi dirà: “È certo il personale che hai. Conta su quello!”. Rispondo: “Non potrebbero i Superiori scrivere ‘Quest’anno non mandiamo nessuno’?”. E allora ci aggiusteremo, pensando che non viene nessuno. Così scrivo a Mons. Salotti: “Il Sussidio pel Seminario lo danno o non lo danno?”. Oh, mi pare che dopo tanto tempo un o un no potrebbero dirlo. Le pare?

Ecco perché Don Cimatti è un po’ repubblicano o rivoluzionario di fronte alla burocrazia, brutta parolaccia. Oh, se non ci fossero 40 o 50 giorni di viaggio non sarebbero soldi male spesi, correre e tirare un po’ le orecchie a tutti.

Amatissimo Padre, perdoni lo sfogo, le irriverenze… Lei sa meglio di me come faceva Don Bosco… Lei mi scrive: “Guai se non chiedi!”. Tento di eseguire, come meglio posso.

Gli esercizi spirituali finirono poco prima dell’Assunta. Due mute. Una a Oita predicata da Don Frigo, venuto dalla Cina e dal sottoscritto, e una a Kagoshima idem. Non avendo casa per contenere tutti i confratelli un po’ comodamente aderii al reiterato invito di Mons. Roy che mise il Convento di S. Antonio dei suoi frati a nostra disposizione. Così chierici e confratelli passarono un po’ di riposo al mare, fecero gite in montagna accompagnati dallo stesso Monsignore. Vede come è buona la Provvidenza per i suoi poveri figli giapponesi! Mi aiuti a ringraziarla degnamente.

A compensare Monsignore in qualche modo, demmo tre grandi concerti di propaganda nella sua missione di cui fu contentissimo.

I confratelli benino tutti: tutti un po’ stanchi, tutti desiderosi di lavorare e prodigarsi per fare il bene. I chierici vengono lavorandosi, rastrellati fortemente da Don Marega. Ho dovuto lavorare assai per fiaccare la superbietta e i brontolamenti: mi pare siano a buon punto. Pel prossimo anno si prepara loro la prova del fuoco, iniziandosi il loro tirocinio. Speriamo bene.

Il coad. Maccario ha capito la necessità di reprimere il suo carattere irascibile e ripeterà i triennali. Non ricordo per ora nulla di notevole.

Insisto che mi aiuti a salvarmi l’anima e con me quella dei miei, e supplico i superiori a venirci in aiuto in tutte le forme possibili.

Preghi pel suo povero figliuolo:

Don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. - Ricevetti lettera sulla questione Tokyo. Non avendo ben capito, ho controrisposto a mezzo di Don Gusmano. Se i Superiori ci possono aiutare coi mezzi e col personale, l’occasione è buona. Più tardi rimpiangeremo.


796 /Ricaldone Pietro / 1931-8-20 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Dal Mar Cinese, 20 agosto 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Sono in rotta per la Cina per gli esercizi spirituali dei confratelli.

Noi coll’aiuto di Don Frigo (che fece molto bene) li abbiamo terminati prima dell’Assunta. Due mute: a Oita e Kagoshima presso i buoni frati francescani che misero a disposizione la loro casa nuova. Così ci si potè stare tutti. Non ebbi fino alla partenza notizie da Torino. Invoco e supplico i superiori che ci aiutino con tutti i mezzi e per il personale e per qualche sussidio che sono in “magnis necessitatibus”.

Confido nella Provvidenza, ma devo pur aggrapparmi a tutti. I Superiori risposero ufficialmente, ma (scusi!) poco chiaramente per Tokyo o meglio non so se devo comunicare tale risposta all’Arcivescovo. Quindi credetti mio dovere controrispondere a mezzo di Don Gusmano, avendo da lui ricevuto la lettera che ritengo ufficiale.

Tutta la questione sta nel sapere se i superiori sono disposti ad aiutarci col personale e coi mezzi. Noi abbiamo tutta la buona volontà di lavorare. Mi mandino dei preti e personale da formare e anche mezzi, ché col niente si fa niente.

È quello per cui supplico. Ma a quest’ora certo i Superiori avranno provveduto.

I confratelli bene. Attendo fiducioso. Con vero affetto:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

797 /Grigoletto Giuseppe / 1931-8-24 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Takanabe23, 24 agosto 1931

Mio carissimo Grigoletto,

Parte oggi (o domani) un pacco in cui ci sono ventagli, qualche giocattolo, armoniche giapponesi (Yen 1) e dipinti su cartone o seta per fare kakemono (i cartoni 1 Yen, in seta Yen 1,50). Se servono a qualche cosa… se no offrili al Signor Direttore che li doni ai benefattori.

I ventagli non li avevi chiesti… Dicevi “in settembre provi a mandare… e vedrà…”. Ad ogni modo “serviranno per un altro anno”.

Congratulazioni per gli esiti dei tuoi e anche a Terreni per le fusioni dei canti… Del resto è una legge di chimica e fisica… e si vede che la ricorda bene.

Grazie di quanto fai (mi raccomando senza detrimento dei tuoi doveri e con intesa piena, cordiale col tuo Direttore). Quest’anno sarà per me dei più tribolosi dal punto della finanza: sono sorte le opere (asilo, stamperia, due nuove residenze, ampliamento seminario…) ma sono da pagare i terreni ed ho da restituire capitali a buoni religiosi che ci hanno fraternamente aiutato. La Provvidenza, sono certo, mi aiuterà.

A tutti gli amici:

Don Terreni “È Don Cimatti che deve ringraziare – non scorticare troppe cavie”.

Don Galbusera “Non imbrogliare né lasciarti imbrogliare, specie da Grigoletto”.

Don Lorenzoni “Allegro! e prega per me”.

Don Fabris “Ti ricordo cotidie”.

Ai SS. vecchi, sempre giovani, preghino per me (Don Del Favero, Don Ciprandi).

E tu procura di farti santo che è ora e prega il Signore per me affinché lo diventi anch’io.

Saluti carissimi all’indimenticabile Don Cristofori e a quanti altri conosco.

Sì, sì! Evviva il Papa! Come il Signore ludet in orbe terrarum! Vedrai! Ti benedice il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Scrivo alla Mattiello pel S. Cuore. Grazie.




798 /S.S. Pio XI / 1931-8-27 /


a Sua Santità Papa Pio XI



Miyazaki, 27 agosto 1931


Promemoria sulla propaganda stampa24

della missione indipendente di Miyazaki


Fra le cure principali che stettero a cuore ai figli di Don Bosco fin dall’inizio del lavoro apostolico nella missione indipendente di Miyazaki, affidata loro dalla S. Sede nel 1928, fu la propaganda della buona stampa.

Oltreché favorire a tutto potere nella loro missione la stampa cattolica che trovarono già iniziata, per venire in aiuto dei loro cristiani e specialmente a favore della gioventù iniziarono nel 1928 il periodico DON BOSCO che da mensile si trasformò nel 1928 a quindicinale, e per la forma popolare in cui è redatto e per la materia interessò non solo la nostra missione, ma passò ben presto i confini della medesima, graditissimo anche in altre diocesi e missioni.

Ma avevamo bisogno di metterci a contatto specialmente coi pagani per i quali si iniziò la pubblicazione di foglietti popolari (Foglie sparse), che quindicinalmente portavano la buona parola ai pagani. Gli argomenti trattati sono di indole varia: religione, apologia, storia, risposte ad obiezioni, ricorrenze celebri, novelle, dialoghi, ecc. in modo che rispondessero alle necessità spirituali dei pagani. Il modo di distribuzione era vario: o distribuzione per via, o nei giornali quotidiani, o mediante apposite cassette appese sulla via da cui ognuno poteva prendere la copia, o per distribuzione fatta in occasione di conferenze o concerti musicali, ecc.

I distributori: fanciulli, giovani, le ragazze del circolo che nel limite del possibile cercavano di darlo agli stessi individui affinché la goccia cadesse sempre in buon terreno, mentre così si aumentava la cerchia delle relazioni.

Potemmo constatare il mirabile effetto diretto di tale pubblicazione in vari che trovarono la fede con queste letture, ed anche il bene indiretto per la correzione di idee, specialmente in allievi delle scuole ed anche in insegnanti.

I foglietti riuniti in fascicolo alla fine dell’anno formano un bel volumetto che può servire come utile premio e magnifica propaganda.

Lo svolgimento dell’attività nel numero delle copie è determinato dall’accluso specchietto [non giunto a noi].

A fare poi conoscere lo spirito dell’opera nostra furono pubblicate due vite del Beato Don Bosco (una piccola ed una più voluminosa per il gran pubblico), come fu pure diffuso fra i cristiani il MANUALE DEI COOPERATORI salesiani, e il MANUALE dell’associazione dei devoti di Maria A. e la Pia Opera del S. Cuore.

A vantaggio diretto dei giovani fu pure pubblicata la vita di SAVIO DOMENICO che piacque assai e che ritengo fu una delle cause che insieme alla vita di Don Bosco ci procurò le prime vocazioni, e il nostro piccolo Seminario in due anni di esistenza conta già sedici allievi avviati alla carriera ecclesiastica.

Altri piccoli opuscoletti di vario genere furono pure pubblicati. Ma gli sforzi ed i desideri nostri erano di aprire al più presto possibile una scuola tipografica nostra, che desse modo di aumentare la buona stampa e formare abili operai. Mentre si facevano le trattative, potemmo realizzare la stampa del VANGELO UNIFICATO in lingua popolare, in modo che fosse accessibile alla lettura del popolo e dei fanciulli. La prima edizione di quest’anno, la prima del genere nella storia della Chiesa Giapponese, è già esaurita e si sta attivamente preparando la seconda, che speriamo entri definitivamente non solo tra i cristiani, ma anche a vantaggio dei poveri pagani.

La Provvidenza ci ha aiutato per poter iniziare la modesta scuola di grafica DON BOSCO e oltre continuare le opere periodiche iniziate ed intensificarle, si sono iniziate cogli stessi intenti del nostro Beato Padre LE LETTURE CATTOLICHE, che tentano di fare opera di preservazione per i cattolici e di correzione per i pagani delle false idee ed insegnamenti di protestanti di cui è piena tutta la letteratura moderna scolastica giapponese.

L’omaggio che i Salesiani desiderano fare al S. Padre della loro modesta opera di propaganda per la stampa cattolica ha il motivo di dire al S. Padre che desiderano lavorare cogli intendimenti del Padre loro dolcissimo per il bene delle anime, per impetrare su loro e sui loro cooperatori una speciale benedizione, e se è possibile aiuti speciali per far fronte alle impellenti necessità del momento affinché l’opera iniziata prosperi, si dilati sempre più a vantaggio delle anime. In fede:

Don V. Cimatti

Superiore della Missione



P.S. - Dimenticai: a favorire anche la buona musica fra i fanciulli fu pure iniziata la pubblicazione di “Su cantiam” che ha incontrato assai (finora furono pubblicati due fascicoli25) ed è anche in uso in alcune scuole dell’Impero.




799 / Circolare Consiglio della Missione / 1931-8-31 /


ai Consiglieri del Consiglio della Missione salesiana in Giappone



31 agosto 1931

Consiglio della Missione


Carissimi,

Nell’impossibilità di dirvi con precisione quando sarà che potremo fare un’adunanza consiliare, vi prego di cominciare a pensare ai seguenti punti per vedere che cosa sia utile decidere nel Signore.

1.- Ho spedito di questi giorni a Roma nuova supplica per il nostro vero seminario. Ricevuto dopo poco risposta negativa al ricorso precedente. Ho riscritto a Propaganda e anche alla Procura che nonostante la ripulsa, presenti lo stesso la supplica. Il motivo che Propaganda adduce non è di principio, ma solo per la crisi del momento presente, ed assicura di prendere la nostra domanda in benevole considerazione nel prossimo Aprile. Per noi certo è tardi, ma siccome può darsi che Propaganda insista sul rifiuto così bisogna che noi siamo pronti ad una soluzione.

a) Speriamo che il Signore ci mandi buone vocazioni (e procurate per tempo di parlarne ai confratelli). Nel caso che Propaganda neghi, come possiamo sfollare Nakatsu? Togliendo l’elemento adulti e fare sezione a parte? Dove?

b) Bisogna assolutamente che noi pensiamo a metterci in regola cogli studi giapponesi. Come ottenere che quelli che attualmente sono a Nakatsu e che potrebbero essere in grado di seguire un corso regolare di studi, possano farlo? E quelli che entrassero in quest’anno sarà possibile farli entrare nei corsi governativi? Nelle singole città sedi di scuole medie vedete di prendere informazioni, anche dal punto di vista della facilità e più specialmente della qualità delle scuole (insegnanti, ambiente morale, ecc.).

c) Monsignore di Kagoshima non fa fare il latino a quei suoi seminaristi che frequentano le scuole. Non sa se nel prossimo anno possa fare l’edificio per il suo seminario. A Kagoshima pare ci sarebbe facilità di far entrare nelle scuole anche elementi medi, perché ci sono varie scuole.

d) Nell’ipotesi che possiamo realizzare il nostro ardente desiderio ove penseremo di mettere il piccolo Seminario?

2.- Mi scrive il nostro Don Torquinst che i Superiori lo hanno stabilito per le Missioni dell’India, e soggiunge: “In quanto potrò aiuterò sempre il Giappone che mi piace tanto e in cui fui così ben trattato. E di fatto pagherò ciò che ho promesso, e se le finanze me lo permetteranno darò qualche cosa di più l’anno prossimo”.

3.- Occorre pensare e tentare qualche soluzione per la nostra questione finanziaria; per ora ho continuato a scrivere ai Superiori, ai benefattori, ho fatto presentare al S. Padre le nostre pubblicazioni di propaganda stampa e anche un memoriale domandando a S.S. stessa un sussidio straordinario. Bisognerà che facciamo preghiere speciali per il buon esito di tutte queste pratiche.

Spero dalla Cina di avere un prestito, ma i prestiti, se aggiustano la situazione sul momento, ci portano oneri non indifferenti. Per ora preghiamo con fede, e facciamo economia con criterio.

Don V. Cimatti


800 /Valentini Eugenio / 1931-9-1 /


a Don Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Macao, 1 settembre 1931

Carissimo,

Non so se questa ti arriverà per la prima Messa. Lo desidererei per assicurarti che sempre ti ho ricordato e seguito, tanto più in quel giorno benedetto in cui finalmente sarai tutto di Gesù. Deo gratias! Ad multos annos e Gesù buono ti faccia tutto suo nel senso più completo della parola.

Ottima lettura quella di S. Francesco – a me ha servito molto e mi sembra che sia buona e necessaria preparazione per capire lo spirito di S. Francesco e Don Bosco.

Auguri per gli esami. Ho leggicchiato la riforma degli studi – ma siccome per ora non mi interessa, così… Grazie di quanto hai fatto per l’Osservatore e Illustrazione che ricevo puntualmente.

Auguri se sarete insieme Bava, Zarri e amici, ed il Signore vi faccia tutti suoi.

Niente paura quando saprai in te nuovi lati e pieghe di te. Ci conosceremo non so quando… in Paradiso, dove avremo campo di valutare perfettamente la bontà di Dio per noi. Queste nuove conoscenze valgano a mantenerti umile… quello è il fondamento vero.

S. Filippo diceva: “In guardia, buon Gesù, che un momento o l’altro, se non mi tenete la mano in testa, Filippo vi tradirà”.

Sostituisci pure Eugenio… Per me non ci vedo che manifestazione di superbia. Nelle circostanze in cui ti trovi, se vuoi avvisare caritatevolmente… optime. Quando prevedi però frutti a rovescio avvisa chi di ragione, ed è molto meglio. Che vuoi? Lo spirito nazionalistico è forte all’estero, come in Italia – tu non ti accorgi perché non hai ancora vissuto all’estero. Oh! sapessi cosa vuol dire essere stranieri… ed il più difficile è penetrare nell’animo e cambiare costumi, idee… perché tutti credono essere nel vero.

Occorre preghiera, compatimento, carità e pazienza.

Ad alcune osservazioni si può dire:

È naturale che altri Ordini religiosi facciano diverso: ognuno ha il suo spirito;

I superiori hanno la responsabilità. Sì la circolare ha suscitato osservazioni, è segno che ha colpito nel segno e ce n’era bisogno, come a mio avviso ce n’era bisognissimo.

Preghiamo tutti di gran cuore e tu fa’ altrettanto per me. Trovami amici per la missione; amici di preghiere e se c’è qualcuno che possa, anche di mezzi, perché verso in necessitatibus perplurimis.

Con vivo affetto ti abbraccio e bacio fraternamente nel Signore.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


[Immagine-ricordo per la prima Messa]


Ricordo a Don Valentini nella sua prima Messa

Sacerdos in aeternum

Sii come Don Bosco forte umile e robusto, amando svisceratamente Gesù, Maria e il Papa.

1 Settembre 1931 (Giappone) Tuo Don V. Cimatti, sales.


Caro Don Valentini,

Grazie di quanto fai per noi. Dio benedica te, i gregoriani, il circolo missionario.

Sempre avanti allegro, unito e sacrificato a Dio. Prega prega e fa’ pregare per me.

Tuo Don V. Cimatti

801 /Rinaldi Filippo / 1931-9-2 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Macao, 2 settembre 1931

Amatissimo Padre,

Finita la prima muta, attendo l’occasione propizia (oggi c’è in aria un tifone) per andare in missione a Shiu-Chow per la seconda e poi – se a Dio piacerà, tornare in Giappone.

Accoglienze fraterne; mi pare di vedere in tutti buona volontà ed armonia – mi pare che gli esercizi siano stati fatti bene con serietà e che tutti siano affiatati.

La Cina ha un grande avvenire – hanno da loro le visioni di Don Bosco se lavoreranno col suo spirito. Non conosco la missione ancora; Macao, Hong Kong, Shanghai e le case che inizieranno saranno facilitate nel loro sviluppo perchè non mancano i mezzi. Deo gratias!

Non li invidio pur raccomandandomi anche a loro se possono aiutarmi, come mi raccomando a tutti, anche ai Superiori.

Un po’ di rendiconto mensile. Sanità: a Kagoshima e anche qui in Cina, forse per il gran caldo, non sto come prima. Ma passerà anche questo: se poi il Signore mi vuole: ecce venio!

Studio e lavoro: non essendo nel mio ambiente, non ho il lavoro solito, cerco di leggere – preparare materiale – scrivere suppliche, ecc. Passerà anche questo, che per me è la vera penitenza, e che offro al Signore per i miei peccati.

Pietà: tento rinfocolarmi e prepararmi per gli esercizi che penserei fare in missione a Shiu-Chow; ne ho bisogno e se il corpo mi segue, voglio farli come li ho mai fatti in vita mia.

Per il resto regolare con le solite difficoltà.

Regole e Ss. Voti: nulla di speciale, ho bisogno di perfezionarmi nelle virtù.

Per il resto (miei doveri) solite difficoltà che Lei conosce, specie nel comando. Il Signore mi aiuti: questa è la vera croce.

Per i confratelli, per questa volta, nulla, non avendo notizie, ma spero bene per tutti. Al ritorno le darò, se Dio vorrà, notizie dell’anima mia, dei confratelli, delle Suore, e delle cose nostre.

Per ora l’assillo è il fare fronte agli impegni, ma spero che la Provvidenza ci darà modo di cavarcela con onore. Per ora null’altro di notevole; constato in me un maggior desiderio di migliorare e santificarmi: mi aiuti.

Mi scrive Don Torquinst che fu destinato per l’India. Deo gratias! Dai tetti in giù, non avrei detto così se fosse stato destinato pel Giappone, che ama e promette di aiutare.

Mi voglia benedire e perdonare le fesserie che alle volte Don Cimatti o i suoi le dicono: al Padre buono fa bene al cuore parlare così.

L’abbraccia nel Signore il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


802 /Ricaldone Pietro / 1931-9-2 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Macao, 2 settembre 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Finita la prima muta, mi accingo (c’è in aria un tifone… e non so quando sarà possibile) a partire per Shiu-Chow.

È morto in questi giorni il buon Don Cavada; Monsignore è indisposto coi vermi.

Ho trovato affiatamento e carità, ed un ricordo vivissimo del suo passaggio, specie nelle relazioni del buon Don Boccassino, sempre lui.

Non conosco la Missione, ma per le altre opere i mezzi non mancano, e se lavoreranno tutti collo spirito e nelle opere di Don Bosco, uno splendido avvenire si profila chiarissimamente.

Per me al solito. Al ritorno spero trovare norme e direttive per il prossimo anno. E continuo a raccomandarmi a che mi usi la carità di consigliarmi, aiutarmi in tutte le forme possibili.

Sempre e tutti la ricordano specie nell’immane lavoro di questo periodo di tempo. Preghiamo tutti. Lei ci benedica e preghi specialmente per questo povero uomo che si firma:

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


803 /Beccuti Luigi / 1931-9-7 /


a Don Luigi Beccuti, segretario della Casa Generalizia dei salesiani



Macao, [7 settembre 1931]

Carissimo Don Beccuti,

Per l’incartamento unisco copia di lettera spedita a mezzo della Procura a Mons. Salotti per la nota questione sul Piccolo Seminario. Avendo inviato alla Procura copia dei libri editi da noi perché li presentino al S. Padre (ho unito anche una supplica al S. Padre perché ci aiuti – non sapendo dove sbattere la testa), ho unito anche la lettera per Monsignore. Siccome la prassi è di far passare le pratiche missionarie a Torino, così unisco per informazione dei Superiori la cosa, così se fossero interrogati sanno quello che si domanda.

Lei avendo occasione a Roma insista che ci aiutino: ne abbiamo vero bisogno. Preghi e faccia pregare per me.

Aff.mo

Don V. Cimatti


Saluti a Bisi.


804 /Grigoletto Giuseppe / 1931-9-8 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Shiu-Chow, 8 settembre 1931

Carissimo Giuseppe,

Mi giunge la tua e l’annuncio dell’arrivo dell’assegno che sono ancora in Cina. A giorni, se riesco, scappo.

La lunga serie delle firme mi commosse ed impossibilitato a scrivere a tutti ho pregato per tutti.

Per te, fa’ sempre come ti dicono i superiori e non sbaglierai mai.

Per il prossimo anno starai agli ordini e alle disposizioni della Provvidenza.

Auguri ai ginnasti e ai rabdomanti: ne avrei bisogno in Giappone.

Lontano da casa, non ho gli indirizzi. Unisco alcune cosettine che tu darai a chi credi. Non sono i Kakemono naturalmente, ma su carta (così detta di riso… ritengo sia un giunco speciale).


[Manca il resto]

805 /Rinaldi Filippo / 1931-9-15 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Shiu-Chow, 15 settembre 1931

Amatissimo Padre,

Deo gratias! Come le avevo promesso eccole a dare un po’ di resoconto particolareggiato dell’anima mia, dopo gli esercizi, chiusi felicemente quest’oggi. Ne avevo bisogno. Il Signore, la Mamma e Don Bosco mi hanno aiutato; e se debbo pensare dalle disposizioni attuali spero di constatare per lungo tempo i frutti.

Non entusiasmo od eccessive commozioni, come in altre mute, ma – se non sbaglio – riconoscimento migliore, più reale, più vero di me.

Speravo di andarmene, perché anche il clima della Cina, colle sue conseguenze mi dava l’impressione della partenza, ma il Signore finora non mi vuole… Ho ancora tanto da pagare…26

1. Come le ho detto, i calori del Giappone e Cina, cogli annessi e connessi, mi hanno un po’ infiacchito, ma tornato, se arrivo e se a Dio piace, in Giappone, c’è l’autunno e con quello il fresco. Non vorrei pensasse che sono moribondo… Credo che nessuno dei confratelli si sia accorto delle mie miserie, che ho offerto al Signore per tanti scopi. Sono sempre la stessa pelle dura.

2.- Le condizioni di cose mi hanno impedito in questo mese di viaggio e di esercizi, le ordinarie occupazioni e lo studio del giapponese. Ho letto qualche libro, ripassato un po’ di teologia ed altro, ma non con molta intensità. Ripiglierò al ritorno, se arrivo.

3.- L’esame su di me, la lettura delle regole e regolamenti hanno assodato:

a) Non diminuzione di buona volontà, ma un po’ di fiacca generale.

b) Constatazione che la superbia e più la sensualità (difetti predominanti) hanno ancora molta forza.

c) Constatazione della mia assoluta povertà nel compiere i miei doveri di superiore religioso, ecclesiastico, direttore ed insegnante.

d) Fiacca nella correzione dei difetti dei confratelli.

e) Inadempienza di disposizioni regolamentari (ad es. lettura abbreviata in refettorio, preghiera abbreviata dopo i pasti) o della pratica della vita comune (ritirarmi qualche volta dalla ricreazione, puntualità ai segnali, al mattino prima di colazione visitando la cucina qualche volta prendere caffé).

In generale poi maggior diligenza ed accuratezza del far giocare meglio il Consiglio e della Visitatoria e della Missione.

Come le avevo scritto:

a) Non avendo idee chiare sulla quantità disponibile per costruzioni, ecc.

b) Pensando che quanto fu dato da Torquinst fosse già approvato dai super.

c) Essendoci ancora i poteri riuniti e la questione della missione non controllata dai Superiori, forse ho corso un po’ troppo, e ci troviamo in angustiis. Comprendo i miei sbagli – sono pronto a tutte le ammende e penitenze ed anche per questo ho preso propositi che intendo mantenere con forza. Di varie cose (proprietà, testamento, ecc.) scrivo di nuovo al Sig. Don Ricaldone (ma ricordo che fu questione delicata, non risolta al Capitolo). “Le missioni dipendono dal Prefetto anche nel senso che dal medesimo dipendono le questioni finanziarie, spirituali, ecclesiastiche, scolastiche, ecc. devolute per regola ai membri speciali del Capitolo?”. Quid?

4.- Per quanto ho detto sopra per l’adempimento del mio dovere tento di fare quanto posso, ma non sono certo nel mio elemento, perché non so. Ah, povera mia formazione sacerdotale! Ad ogni modo mi butto come bambino nelle mani di Dio.

5.- Le mie pratiche di pietà, tutte, ma con molte deficienze volontarie. Nell’esercizio del ministero devo trattare di più Gesù con decoro, con esattezza di cerimonie, tanto in pubblico come in privato.

La frequenza dei Sacramenti è regolare, ma sono ancora lontano dall’essere santo anche in questo, ed è perciò che sono sempre lo stesso.

6.- Non ho difficoltà ad eseguire le Ss. Regole e la nostra vita: trovo difficoltà nel farla osservare dagli altri. Ho preso proposito anche al riguardo: mi aiuti il Signore a mantenerli. Che vuole? Non sono capace, vedendo ad es. l’opportunità di fare osservazioni, di farle al momento: non sempre è opportuno, non sempre edificante, e… alle volte o dimentico o passa l’occasione. Certo al rendiconto o in discorsi indiretti… Alle volte sono negli imbrogli, perché qualche confratello si serve dell’opera mia in confessione… Ma la base è che non sapendo dirigere me, è ridicolo che possa dirigere gli altri.

7.- Per la carità optime con tutti; ho bisogno di frenare le espansioni della carità.

8.- Disordini non ne conosco.

Eccole lo stato generale mio. Pei confratelli farò all’arrivo quando mi sarò reso conto della situazione. Desidero mantenermi meglio in attività spirituale e materiale, ne guadagnerò in tutto.


Le mie impressioni sulla Cina:

a) Desiderio dei confratelli di lavorare alla salesiana (e anche a costo di assumersi odiosità): ho battuto disperatamente su questo tono. Naturalmente parlando dai tetti in giù, il mio povero parere è che se, concordi animo et animo volunt, non si butteranno su quella strada, le nostre opere, la missione specialmente, fra 25 anni saranno come ora, se non peggio.

b) Don Braga mi pare l’uomo [adatto] ed è in buona armonia con tutti. Spirito conciliativo e caritatevole.

c) Monsignore (Canazei) era fortemente indisposto (soliti disturbi: vermi, diarrea): tutti dicono che è imprudente e che non vuol farsi curare, e così stanno male tutti. Non sono riuscito a capire le sue idee, ma pare non voglia né chierici, né coadiutori salesiani in missione, e difatti quest’anno non ce ne sono.

d) A detta di tutti, se ai fianchi di Monsignore non ci fosse Don Lareno, rappresentante all’esagerazione del primitivo spirito (ma mi ripugna pensare così Mons. Versiglia) – nevrastenico e che fa diventare tale Monsignore e le opere e le attività, troppo a contatto col Vescovo di Canton, che per la bonomia di Don Lareno è al corrente di tutto ciò che passa in missione – si lavorerebbe meglio, con più ardore e alla salesiana.


Mi dicono che Monsignore – non saprebbe dove metterlo – (così pure pensava Mons. Versiglia). È ammalato, ma gli diano uno, due, tre anni di riposo – sarà un gran bene ed un profitto per tutti.

Questo ho preso alla viva voce di Don Braga, dei confratelli e dal poco veduto e spontaneamente ne riferisco al Padre. Insomma un salesiano che in una muta di esercizi a salesiani non nomina Don Bosco, che non vede che canoni, che non capisce che una Congregazione religiosa anche in missione deve lavorare secondo il proprio spirito, e va fuori strada se fa diverso, come vuol chiamarlo? Un ammalato… Don Lareno anche chierico a Valsalice era dei meno che mediocri in tutto.

Se questo sfogo sia o no opportuno, decida Lei. Ne parlo a Lei solo, non avendo da fare relazioni ufficiali, ma solo confidenziali: né intendo di ledere anche sol minimamente le virtù e le benemerenze del confratello… Ma il segretario (e pensare che il mio sogno è questo di diventare tale…) ha in mano troppe cose se è ammalato… e se anche il padrone è sui generis… Lei capisce.

A qualche confratello che mi interrogava dissi: “Fa’, lavora, nelle cose che ti sono lasciate libere… Anche come parroco devi curare le anime giovanili… Avanti senza paura”.

Preghi per me, che so sputare tante sentenze e finirò col non pensare a me. Mi benedica mettendomi le mani sulla testa… Le dirò con S. Filippo Neri: “Non si fidi di Don Cimatti!”. (Lui lo diceva al Signore).

Tutto suo figlio

Don V. Cimatti, sales.

806 /Ricaldone Pietro / 1931-9-19 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Di ritorno dalla Cina, 19 settembre 1931

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Al ritorno al mio campo di lavoro spero trovare sue carissime. Intanto (anche come frutto degli esercizi) ho bisogno di fissare alcune idee; parte nuove, parte già elencate, per avere consigli e se del caso ammonizioni.

1.- Attendo norme richieste per il tirocinio dei chierici, due a due? un prete e due chierici? ecc.

2.- Penserei di fare lavorare di più il Consiglio e vorrei che l’Economo visitatoriale assumesse totalmente la gestione amministrativa. Sono però ancora uniti i poteri. Come mi consiglia di fare?

3.- Attendo pure norme per la proprietà. Le compere fatte colla carità di Don Torquinst sono intestate a vari di noi (due per contratto – anche il terreno delle suore).

Come dovremo fare per testamento? Finora il Governo non ha ancora approvato la nostra Società missionaria, che però abbraccerebbe solo i beni della missione.

In Cina ho trovato tutti bene e si sono rievocate con Don Boccassino e amici molte delle vicende dell’amatissimo Sig. Don Ricaldone.

Povera terra! E potrebbe essere la prima del mondo! Ho trovato l’animo di tutti i missionari dispostissimi di lavorare tutti con spirito salesiano. Se non fanno così fra 25 anni sarà peggio d’ora.

È venuto meno il bravo Don Cavada (tifo fulminante). Don Saino destinato a Shiu-Chow colpito dalla febbre malarica, e in Cina per il resto la solita storia, guerra, pirati, difficoltà di vita… e se continua così fra 10-15 anni anche il Giappone si avvia al bolscevismo, ecc…

Mi aiuti, amatissimo Sig. Don Ricaldone. Come vanno le cose nostre in Giappone, specie dal punto di vista materiale, le hanno dimostrato chiaramente che il disbrigo e maneggio degli affari non sono pane per i miei denti.

Dunque?… Preghi e faccia pregare per noi e ci aiuti in tutte le forme possibili.

Tutti i missionari cinesi ricordano e vogliono essere ricordati.

Non dimentichi il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

807 /Circolare ai Missionari / 1931-9-21 /


ai Missionari della Missione Indipendente salesiana di Miyazaki



Dal Mar Cinese, 21 settembre 1931

Carissimi,

Finalmente posso annunciarvi il ritorno. A voce tutti gli schiarimenti che desidererete; mi preme però a lode dei missionari cinesi fissare alcune idee, che come hanno fatto del bene a me, spero ne faranno a voi tutti.

1.- L’opera salesiana in Cina è ben avviata. Data la natura del Paese, nei centri dove si esplica l’opera nostra (Macao, Hong Kong, Shanghai) si possono avere aiuti anche dalle Autorità; il cinese – anche pagano – è generoso per le opere di beneficenza e di educazione.

2.- La missione va animandosi in mezzo alle gravi difficoltà del momento. Incertezza sul da farsi, pericolo di vita, guerre e pirateria, difficoltà di comunicazione, pressioni bolsceviche e indirizzo comunistico nell’educazione e religione: ne sono i massimi esponenti. Cristianità molto sparse, molte missioni (isolate dal centro) in piccoli centri, poco lavoro fatto sui giovani, determina un lavoro improbo, poche vocazioni, molte defezioni.

3- I confratelli missionari “cor unum et anima una” allegri, laboriosi, si propongono di intensificare il lavoro alla salesiana (specie per la gioventù). Li benedica e protegga il Signore. Ho promesso che ci aiuteremo ad invicem colla preghiera. Lo stato di cose di cui sopra si riferisce al Cantonese (elemento ribelle al governo di Nankino e unito al momento attuale ai rossi).


Alcune comunicazioni:

1.- Non dimenticate di segnalare ai cristiani le feste di S. Michele (Patrono principale del G.) e di S. Teresa del B. G. (Patrona delle Missioni). Sapete la necessità in cui versa la nostra: imploriamo grazie speciali.

2.- Prepariamo per tempo la giornata della Propaganda della Fede (Dom. 18 Ottobre) con molte iscrizioni. Forse riceveremo norme dalla Delegazione.

3.- Si dia forte impulso alla Pia pratica del Rosario.

4.- Il giorno 29 c. m. vi sarà la consacrazione di Mons. Breton, Vescovo di Fukuoka. La diocesi di Fukuoka è insigne nostra benefattrice. Dovere di riconoscenza ci obbliga a speciali preghiere.

5.- La Direz. del Congresso Euc. Inter. (1932) di Dublino, ha indetto una crociata di preghiere, ecc. pel buon esito. Ho promesso che col 1 Ottobre fino alla conclusione del Congresso avremo pregato: mettete l’intenzione ed avvisate i fedeli. Sono da questo momento a vostra totale disposizione.

Pregate pel vostro

Don V. Cimatti, sales.

808 /Braga Carlo / 1931-9-21 /


a Don Carlo Braga, Ispettore salesiano in Cina



Nakatsu, 21 settembre 1931

Mio carissimo Don Carlo,

Non è bugia dire che non ho mai sentito così forte il distacco… Si invecchia e ci avviciniamo alla morte. Deo gratias!

Per evitare le inutili gare, lascio i complimenti, perché si inizierebbero inutili discussioni. Facciamo così:

a) Don Cimatti ha servito a qualche cosa nella vostra estimazione e per il bene? Deo gratias! Soli Deo honor et gloria.

b) Perdonategli tutte le deficienze e gli spropositi.


Per me ne ho guadagnato in tutto:

a) Materialmente, perché mi avete coperto di carità – e fino all’ultimo… e sai che proprio fino all’ultimo ti ho dato grattacapi…

b) Intellettualmente, perché ho imparato assai assai in molti rami, specie valutazione di uomini e cose.

c) Spiritualmente perché ho potuto fare i miei esercizi.


Ed ora alle cose di cui non potei con calma parlarti o perché non volevo detrarre nulla ai tuoi doveri – o perché non eravamo soli.

Ho bisogno per il 15 prossimo di ottobre di una risposta decisiva. Tu sai che Don Cimatti domanda a tutti (così ho l’autorizzazione dal Sig. Don Rinaldi) e seguo o tento di seguire anche in questo Don Bosco: “Fatta quella che ritengo la mia parte, lascio che il Signore faccia la sua”.

Tu hai i tuoi impegni – le direttive dei Superiori. Don Cimatti non intende intralciare nulla, né essere causa di mancanze al tuo dovere. Se parlo è perché dopo le nostre conversazioni e quella con Don Fontana, c’è forse la possibilità che possiate venirci in aiuto.

I miei bisogni urgenti sono un minimum di 100.000 Lire (meglio se 150 mila oppure 200 mila) per la fine d’anno. Se prima, meglio: rimborsabili nell’annata (con o senza interessi). Se non è possibile arrivare a quella somma, anche meno (anche poche migliaia di Yen), perché quando si è nella necessità poco o molto hanno sempre valore.

Come dici tu bene a Don Fontana il mio bisogno è urgente. Don Fontana mi accennò a qualche cosa (che ho capito poco, perché di operazioni finanziarie non mi intendo) che potrebbe per la vostra carità servire in futuro. Per me penso che l’avvenire è nelle mani di Dio… buono pensarvi e prevedere e provvedere, ma ora c’è bisogno d’altro.

Non so se il pensiero sia chiaro.

Eccoti, Carlo mio, esposte le cose, ora a te fare quello che puoi, senza detrarre nulla ai tuoi impegni e doveri.

Come scrissi altre volte, riesca o no la cosa, non toglie nulla all’unione delle nostre anime. Tu, non pensando a Don Cimatti nelle sue relazioni con voi e con te, ma a un confratello che per un’opera di anime, stende la mano e ti domanda: “Puoi aiutarmi?”, devi rispondere senza preoccupazione di sentimenti: “Sì o no”.

Scrivendo non si diventa né rossi né bianchi. È anche per evitare pressioni di sentimentalità che certo così ha disposto il Signore.

Dunque ti prego pel 15 ottobre di sapermi dire qualche cosa (se prima meglio) o per lettera se puoi spedirmi qualche cosa o per telegramma “No” a Takanabe. Dopo ho così due mesi davanti per strologare altre soluzioni.

Da questo capisci i nostri bisogni. Preghiamo lo Spirito Santo, Maria A. e Don Bosco che dirigano tutto per il bene.

Don Carlo, ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. - Tanto a Macao che a Shiu-Chow da nessun confratello ebbi osservazioni su te o su cose in genere che richiedano provvedimenti per l’Ispettoria o missione. Notai in quanti parlarono con me o nelle conversazioni o in privato, il desiderio di lavorare e di far del bene alla salesiana.

Come ti dissi: i pensieri di Monsignore (Canazei):

1.- Sui chierici, che non troverebbe in missione modo di avere personale in posto per custodirli e formarli;

2.- Sui coadiutori, che non studiano la lingua e non sanno;

3.- Che attualmente in missione solo 5 missionari sono pratici;

4.- Che l’Ispettore curi con amore la missione, come l’Ispettoria.

Tu sai benissimo come regolarti; avanti senza timore fiducioso nel Signore. Ama molto, soffri molto e quando ti sembrerà aver toccato il cielo col dito, dirai: “Servus inutilis sum… soli Deo honor et gloria”.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

809 /Braga Carlo / 1931-9-25 /


a Don Carlo Braga, Ispettore salesiano in Cina27



25 settembre 1931

Carissimi Don Braga – Don Fontana,

Sono arrivato… e se già non avete ricevuto la mia lettera, questa vi annunci che trovo tutto asciutto in modo tale che col Primo Ottobre non so come fare a continuare (non per gli impegni, cui è meglio non pensi), ma per vivere.

Supplico quindi la carità fraterna a venirci se è possibile subito in parziale aiuto per far fronte alle prime necessità. Don Torquinst pure mi consiglia di rivolgermi a voi.

Il Signore vi ispiri ciò che è bene per voi e per noi. Con fiducia stendo la mano e prego un aiuto più urgente possibile.

Con calma poi studiate l’altra questione per un aiuto più grande ed efficace e di cui se potete date assicurazione come da lettera. Coraggio e fede! Date et dabitur vobis mensuram bonam confertam superaffluentem…

Saluti da tutti. Preghiere sentitissime e vivi ringraziamenti per la vostra passata presente e futura carità.

Vostro

Don V. Cimatti



810 /Cecchetti Albano / 1931-9-25 /


a Don Albano Cecchetti, poi missionario in Giappone



Miyazaki, 25 settembre 1931

Carissimo Don Cecchetti,

Non so se questa arriverà in tempo perché di ritorno dalla Cina solo ora posso controrispondere alla sua.

Porti più denaro che può (anche ad imprestito se trova per un anno) anche se mezzo milione, so immediatamente dove e come impiegarlo. Per il resto non si preoccupi. Tutto può essere utile. Per i libri: cose per l’esercizio del ministero. Per lingue: tutto serve, il più necessario è il giapponese. Difficile, non impossibile. Si riesce a parlarlo e scriverlo più o meno bene: niente paura.

Corredo per inverno e più per estate (molto caldo). Per il viaggio le farà bene un po’ di vino. Per il resto: in Domino. A Torino le daranno indicazioni. Allo sbarco ci sarà qualcuno di noi.

Preghiamo che tutto vada bene.

Al piacere di vederla e conoscerla: può essere che ci siamo veduti… Ebbi un carissimo allievo Cecchetti, ora in Paradiso.

Con affetto.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


811 /Merlino Alfonso / 1931-9-27 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[Takanabe, 27 settembre 1931]


Carissimo Merlino,

Il bravo Ragogna risponderà non avendo potuto parlare con Don Piacenza.

Per le Messe ti risponderò: ho visto su una nota Lire 200 per Merlino – Oita. Vedrò meglio nel ritorno.

Allegro e buono sempre.

Prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


812 /Fontana Ernesto / 1931-10-3 /


a Don Ernesto Fontana, salesiano, Procuratore a Shanghai28



Takanabe, 3 ottobre 1931

Carissimo,

Grazie della tua lettera spiegativa. Come ti dicevo (ed il telegramma te lo conferma) siamo in momenti terribili, in cui lottiamo per il pane e per l’onore (perché le cose si verranno a sapere da tutti).

È dunque una lotta pel presente che si impone e che non so come risolvere, non arrivando né lettere né aiuti da Roma, da Torino o da altrove. Promesse e speranze stanno per crollare. Ho invocato aiuti da tutti, fin dal S. Padre, dal Duce (ma le trafile ufficiali sai che cosa sono).

Dopo la tua ho scritto al Delegato, a due superiori di missione per vedere se… È da anni che tento di buttarmi più completamente nelle mani di Dio. Il Signore vuol provare con questa specie di lento martirio la nostra missione. Deo gratias! Quindi ripeto quello che ho sempre detto. “Potete aiutarci? Siamo nella necessità vera. Non potete? Deo gratias! Tento di adottare il sistema di Don Bosco. Mettere quelli che secondo me possono, nella condizione di venirci in aiuto. È poi la Provvidenza che deve decidere. Voi avete i vostri impegni. Come garanzia Don Cimatti non può assicurarvi (l’ho sempre detto) che le risorse della Provvidenza”.

Naturalmente ho sempre parlato all’Ispettoria cinese – i Superiori sono informati delle mie richieste e ho detto loro “non è improbabile che possa ottenere un aiuto dalla Cina”. Al Sig. Don Ricaldone, dietro tuo consiglio, ho scritto dell’idea pel futuro. Se scrivevo in questa a Shanghai (e in ultimo scrivevo idem a Hong-Kong) era perché supponevo Don Braga da te, e perché tu sei informato delle cose e ne sei il tramite. Naturalmente tanto Don Braga che tu che Don Cimatti abbiamo le mani legate. Ti ho sempre detto, l’ho ripetuto a Don Braga, “fa’ il tuo dovere. Hai i tuoi impegni”. Puoi? Bene. Non puoi? Deo gratias. Attienti mordicus a quanto ti dicono i superiori. Se puoi fare l’elemosina, anche questa è buona pel Giappone che ora ha niente. Bravo! Vedi di dire una buona parola al Comm. Lo. Allegro sempre e saluta Don Ruffini di cuore. Ti abbraccio con l’anima e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



813 /Mooney Edward / 1931-10-4 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Takanabe, 4 ottobre 1931

Eccellenza Reverendissima,

Come avrà appreso dai giornali si è scatenato sulla nostra Missione un forte terremoto, che grazie a Dio, se non ha prodotto gravi danni al personale della Missione, ha fatto danni considerevoli specialmente alla casa di Miyazaki. I confratelli hanno provato grande spavento (specialmente il Sac. Don Liviabella…) ma fu tutto lì.

La casa di Miyazaki ebbe armadi rotti, rovesciati e specialmente soffrirono i muri che si scrostarono (si tenta di sostenerli con chiodi, è casa alla giapponese).

Non ho notizie speciali dalle altre residenze, ma più che danni alle case non ci furono. Sono nella lotta per il pane quotidiano e non so davvero come fare – sarebbero urgenti alcune riparazioni, ma devo pensare al vivere.

Scrivo anche a Propaganda a cui da tempo ho inviato preghiere per soccorso straordinario. Spero avrà avuta la mia ultima e la nuova prova a cui ci sottopone la Divina Provvidenza, spero muoverà il cuore paterno dell’E.V., che conosce le nostre condizioni disastrose, ad una sollecita e per quanto può abbondante carità per far fronte alle necessità più urgenti.

In queste povere zone poi è sentita assai assai dal popolo l’attuale disagio economico, ed è una continua processione alla missione per domandare aiuto.

Piange il cuore non poter soddisfare in forma minima per la dolorosa situazione in cui ci troviamo e dover rimandare tanta povera gente. Si investa il cuore caritatevole dell’E.V. delle nostre attuali necessità e ci aiuti nelle forme che crederà più utili.

Il Signore la rimeriti di quanto fa per noi. A nome di tutti:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Super. Missione


814 /Circolare ai Missionari / 1931-10-5 /


ai Missionari salesiani della Visitatoria di S. F. Saverio



Consiglio della Missione e Visitatoria


Takanabe, 5 ottobre 1931

Carissimi,

Tardai ad inviarvi il sunto che funge da verbale delle nostre adunanze, perché speravo poter dare insieme notizie di pratiche in corso. Purtroppo non solo non posso darvi tali notizie, ma dal poco che si viene delineando non si può parlare di previsioni rosee.

Comunque avanti con fede nel Signore. Propaganda Fide e i nostri Superiori conoscono esattamente lo stato delle cose e sono certo che non ci abbandoneranno, e più ci aiuterà la Provvidenza che invocheremo in modo speciale noi, cui incombe l’onere di aiutare la missione e la visitatoria con tutte le nostre forze. Fate pure tema di conferenza l’acclusa, ma più specialmente vedete se per la vostra casa potete realizzare qualche cosa di pratico per raggiungere lo scopo.


Come fare fronte alle condizioni critiche del momento


Si propongono vari mezzi, su alcuni dei quali si riferirà dopo averci pensato, nella prossima adunanza. Preghiere – esercizio di economia e povertà, propaganda di tutti. Far giocare le piccole industrie casalinghe dove sono possibili. Don Piacenza farà pratiche per vedere se si possono ottenere facilitazioni nel vino, caffé, ecc.

È il caso di pensare a vendita del terreno di Takanabe, dell’asilo? Don Cimatti ne scrive ai Superiori e si informa dagli Ordinari in che relazione sono le istituzioni femminili colle missioni.

È il caso di inviare qualcuno per un giro di propaganda all’estero? È il caso di pensare ad una revisione degli stipendi dei catechisti o di altri che lavorano con noi?


Problema della regolarizzazione del seminario


Il tenere presso di sé i seminaristi fornendoli degli insegnanti necessari in casa. Don Tanguy andrà a Nagasaki per vedere che si può fare di pratico per gli esami legali dei nostri.

VARIE. Regolare la situazione di Fijisawa. Don Cimatti riferisce che dopo la relazione fatta al padre dell’interessato, noi non abbiamo legami di sorta. Come riconoscenza del lavoro fatto gli si paga la nota e gli si invia sussidio in due volte. Si approva la cartolina di propaganda per la Chiesa di Beppu. Si fa lo spoglio delle domande dei catechisti o aspiranti allo stato religioso.

Per i giovani Don Tanguy prenderà con sé quelli che è possibile. Scrive agli altri di pazientare. Don Cavoli farà ricerche per un catechista per Miyazaki e passerà nota a Don Piacenza.

Don Piacenza espone la critica situazione del catechista Kawagoe per cui si rende necessaria la ricerca di un catechista per Takanabe…


A tutti i confratelli


Carissimi,

Sapete le condizioni in cui ci troviamo e vi prego di investirvene il più profondamente che sia possibile per farvi fronte. Alcune comunicazioni.

1.- Attendiamo il vino dall’Italia e non arriverà che in Gennaio. P. Bulteau per ora non ne ha più e non sa quando arriverà il nuovo carico. Prego quindi pensare anche a questa cosa. Sapete che il vino rappresenta per noi la spesa massima. Economizzate il più possibile per non rimanere per troppo tempo senza.

2.- Non vi potrò mandare il sussidio mensile che fra una settimana o due, avendo dovuto imprestare un po’ di denaro ad un nostro fortissimo creditore, che promette di restituirlo entro una settimana. Non potevamo dirgli di no.

Se, come spero, la Provvidenza verrà in aiuto insperato, prima del tempo, invierò immediatamente. Spero che i nostri bravi catechisti e fornitori potranno pazientare. Il Signore li rimeriti anche di questo che è per noi fortissima carità e con cuore riconoscente preghiamo intensamente per loro.

Fede sempre più viva nel Signore, in Maria A. e nel nostro Don Bosco.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti


815 /Superiori Maggiori S.D.B./ 1931-10-6 /


ai Superiori Maggiori della Società Salesiana



Takanabe, 6 ottobre 1931

festa del S. Rosario

Reverendissimi Superiori,

In data 22 Agosto 1931 i Superiori esprimevano il loro pensiero in relazione alla proposta della fondazione di Tokyo. Avendo parlato coll’Arcivescovo di Tokyo, esposi le difficoltà del momento, e S.E. farebbe ancora le seguenti dichiarazioni.

1.- Insiste che si paghi subito una parte della somma (meglio 200 mila lire, ma almeno un minimo di 100 mila lire).

2.- All’inizio, finché non si sia iniziato qualche cosa, si può alloggiare in episcopio e intanto studiare la situazione e il da farsi.

3.- Dietro le mie insistenze che è alieno dal considerare chi andrà, come suo missionario e pagare un mensile, fino a che non si possa vivere da sé. Vi fosse un prete spagnolo potrebbe avere subito lavoro rimunerativo discreto. Se poi si potesse iniziare la tipografia vi sarebbe subito molto lavoro redditizio. Il 5 c. m. in seduta di consiglio, i consiglieri mi pregano di riferire queste nuove proposte ai Superiori, e lo faccio di cuore. Ripeto:

a) a noi sembra occasione buona (per le ragioni dette in altre mie) anche pel vantaggio materiale che col tempo verrà (cooperatori);

b) il terreno non è certo vasto (800 tsubo, circa 3200 metri quadrati), ma in Tokyo, in quartiere popolare, dove c’è un certo numero di cristiani, e dopo sarà difficile trovarne (fuori è più facile);

c) ad ogni modo non possiamo sborsare nulla: forse sacrificando personale potrei trovare un prete e personale giapponese non è difficile trovare per iniziare. Nell’ipotesi che qualche prete spagnolo per i dolorosi fatti di Spagna potesse venire… Qui che potrebbero fare per queste doti v’è Don Tanguy, Don Escursell. Che vorrà da noi il Signore? Non so. Ad ogni modo prego i Superiori a determinare con precisione che debbo riferire, o se preferiscono i Superiori rispondere direttamente, perché l’Arcivescovo attende con impazienza ed essendo da tempo che si trascina la questione ha bisogno di non lasciare il terreno in abbandono, e fare qualche cosa essendovi nella zona già un discreto numero di cristiani.

4.- Il Vescovo di Formosa domanderà ai Superiori se per le critiche situazioni di Spagna rimanessero liberi dei confratelli, potessero aprire una scuola d’arti e mestieri nella sua missione.

Ho comunicato al richiedente l’indirizzo dei Superiori. Sono sicuro che il Governo giapponese (trattandosi di una sua colonia) favorirebbe assai.

Videant patres peramatissimi…

Affido a Maria A. e a Don Bosco la presente. Fiat voluntas Dei.

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

816 /Rinaldi Filippo / 1931-10-10


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 10 ottobre 1931

Padre amatissimo,

Sono ritornato felicemente dalla povera Cina ed ho trovato tutti i confratelli, mi pare, dai rendiconti avuti, in buone condizioni spirituali.

Continua il buon frutto degli esercizi spirituali ed in molti si è rafforzata la buona volontà.

Anche alcuni chierici che lasciavano un po’ a desiderare, specie nella mortificazione della lingua, si sono messi per la buona via e spero… Non mancano croci per tener in gamba me e questi cari confratelli.

Anche per Don Cimatti bene (non pienamente in salute… non so… ma non sono quello di prima… oh, se il Signore accettasse la mia povera offerta… quanto bene per tutti e spirituale e materiale!… e Lei conosce il perché). Ho sempre da lottare con lo “stimulus carnis…” mai così forte come quando ero fuori del mio ambiente… Rinnovo più fortemente i miei propositi per star saldo, e per questo mese non ho nulla di speciale per il rendiconto.

Un passo, sia pur piccolo, mi pare di aver fatto, dagli ultimi esercizi, non fosse altro nel mantenere fede ai propositi fatti. Mi aiuti colla sua carità di consiglio e specialmente di preghiera. Grazie, poi, buon Padre, della carità usatami nel voler rispondere come sempre ha fatto, alle mie povere lettere (come a quella del buon Don Piacenza… quello che uomo!…) che Le causarono non minori dispiaceri. Che vuole? Mi sento tanto bambino… e lo dico di cuore davanti a Dio… vorrei essere guidato dai Superiori… e quando mi sento solo mi butto nelle mani di Dio.

Poi la realtà delle cose in relazione alla nostra povertà, fa sì che i confratelli che sono alla testa reclamino, e purtroppo alle volte ho detto con loro il mio modo di pensare che alle volte toccava anche i Superiori. Questo non va ed ho promesso al Signore di non fare più apprezzamenti in sede di Consiglio e privatim a tu per tu al riguardo… tanto non è col parlarne che migliora la situazione… e sono sicuro che anche per questo sforzo il Signore mi benedirà e benedirà la Missione.

Gli apprezzamenti (come le ho scritto) furono che quest’anno i Superiori, nonostante le insistenze non ci avevano sussidiato (ora lo hanno fatto con vera carità e generosità) e che eccetto il Rettor Maggiore non scrivevano.

È vero, ma sono convinto che è meglio non parlarne, ma in segreto offrire a Dio anche questo sacrificio e lo farò.

Non so però se non riuscirò a non parlarne a Lei o ai Superiori interessati.

Grazie delle preghiere onomastiche. Il mio veramente è il Ferreri, che Lei ben conosce, e che vorrei sapere imitare nell’obbedienza e nella forza dell’apostolato.


1.- Per Tokyo ho ricevuto la risposta dei Superiori. Per desiderio dell’Arcivescovo e del mio consiglio controrispondo indicando alcune proposte di S.E. Per me, sentite le osservazioni dei Superiori, dico con loro: “Dio Padrone di tutti dirà ciò che vuole e provvederà. Quindi attendo che rispondere. (Ho inviato la pratica al Sig. Don Gusmano).

2.- Grazie per la carità dei Superiori per venire in aiuto materiale e di personale. Comprendo tutto. Il Signore rimeriterà tutto tutto tutto. Grazie di quanto recentemente e con vero generoso sacrificio i Superiori hanno fatto per questa povera missione (sia pure intuitu Societatis – ma anche in missione siamo suoi figli). Don Piacenza mi ha fatto leggere la sua paterna lettera. Che dire? Mea culpa.

3.- I Superiori da tempo conoscevano i dati della nostra situazione.

4.- Ho dato nota di quanto la carità di Don Torquinst ci ha dato e del come, secondo i suoi desideri – che Don Cimatti ha sempre capito fosse permesso esplicito dei Superiori – fu eseguito, e nella parte non eseguita ha indicato ai Superiori e a Don Torquinst le ragioni per cui dovette far diverso (e ne ebbe approvazione da Don T.).

5.- L’aiuto chiesto era aiuto promesso da tempo dai superiori e avendoci contato su, e non arrivando, si è picchiato e fu aperto. Quanto si chiedeva, non era per contribuzione di opere di cui fosse pratica in corso presso il Capitolo (che non ce n’è alcuna), ma come elemosina che i suoi figli più poveri (non ho rossore di dirlo) domandavano insistentemente al Padre.

6.- E dietro l’esempio dei Superiori (pur tenendo fede agli impegni, se il Signore mi dà i mezzi) uso per il bene e quanto mi viene dalla carità della Chiesa e dalla Congregazione, né finora ho trovato la possibilità di fare depositi in banche o investire capitali in terreni ed edifici, il che sarebbe pure necessario per l’avvenire della Missione. Ma finora sono al verde.


Mi pento pure di averle recato dispiacere con la mia andata in Cina. Ho sofferto, ma mi ha fatto del bene in tutti i sensi. Già le ho scritto le mie impressioni. Mi pare che la mia assenza abbia servito anche ai nostri confratelli – che nessuno abbia sofferto… Che vuole? Gli inciampi si vedono volentieri lontano… e Don Cimatti è tale.

Per il noviziato terrò presente; ma ci vuole personale adatto. La divisione dei poteri sarà quando assolutamente Don Cimatti la vuole?

Ma allora non sarà mai (se per ipotesi dovessi essere sempre nelle condizioni attuali), perché Don Cimatti vuole nulla, né sente il bisogno perché urti fra Don Cimatti visitatore e Don Cimatti superiore ecclesiastico mi pare non vengono o almeno non li vedo. Specialmente nel campo amministrativo (facile perché sono pieno di debiti e non ho di che pagarli) faccio l’insalata colla carità della Chiesa e quella salesiana.

Poi assolutamente non accetterò dignità gallonate ecclesiastiche e non credo di venire meno con questo né al voto né alla virtù dell’obbedienza. Me ne sto tranquillo però perché non verrà in testa a nessuno il mio nome per la supina insufficienza mia, e mi pare di averne date prove palesi. Fiat voluntas Dei.

Non mi piace poi la sua risposta alle povere mie lamentele sulle non risposte alle lettere dei Superiori (sempre escluso Lei, quindi il regis ad exemplum non va)… Vada anche questo per l’anima mia.

Ed ora buon papà, sì sì farò quello che posso… Lei mi ricorda l’apostolato di Pietro, di Giovanni e di Paolo… Ma per me quando vedo lo zelo dei confratelli e le benedizioni che il Signore loro concede per far del bene alle anime, oh, santamente li invidio, vedendo la mia nullità ed incapacità. Prego e lavoro nel silenzio almeno per trovare mezzi per andare avanti. Il Signore ci fa provare le delizie della povertà, e prego il Signore (come S. Francesco d’Assisi) che per me e per i miei ci ottenga di essere contrassegnati di tanto suggello.

Mi perdoni tutte le mie miserie, mi benedica e mi creda per tutti:

Dev.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.


817 /Ricaldone Pietro / 1931-10-10 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 10 ottobre 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

So e dal Sig. Don Rinaldi che ha letto la lista, e da qualche lettera privata degli interessati e da una cartolina del Sig. Aprili, quanta buona manna ha regalato a questa missione tanto cara al suo cuore, e fin d’ora la ringrazio ex toto corde e preghiamo di cuore che i desideri suoi e nostri siano pienamente realizzati.

In attesa di consigli, di ordini, ecc. voglio proprio una cosa che, ispiratami da Don Braga e Don Fontana in Cina (e può essere che gliene scrivano) forse potrà produrre i suoi buoni frutti per l’avvenire della missione.

Lei sa che finora sul posto non abbiamo potuto trovare risorse che ci mettano in grado di fare la dote per la missione – e di trovare mezzi locali per sbarcare il lunario.

Don Braga, adiuvante Don Fontana, che al momento dispone di terreni e di capitali, non sarebbe alieno di mettere a disposizione un capitale X che sarebbe come l’inizio della dote della Missione. In un certo numero di anni gli interessi di questo (denaro, terreno o edificio) ridarebbe la somma, che resterebbe alla Cina che offrì e continuerebbe a fruttare per il Giappone. Shanghai farebbe da procura (inteso nel senso missionario) pel Giappone. Attendo di conoscere il pensiero dei superiori al riguardo.

L’Arcivescovo di Tokyo fa controrisposte alle difficoltà del momento. Ho inviato la pratica ai Superiori pel tramite del Segretario.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, la carità dei Superiori ci è venuta generosamente in aiuto. Deo gratias e a Lei che certo ne è la massima parte e l’ispiratore. Se per la fine dell’anno posso trovare (e la Provvidenza me le darà) un Lire 200 mila facciamo un bel passo in avanti. Domando a tutti, alti e bassi, ricchi e poveri e più alla Provvidenza.

Abbia poi la bontà di studiare il problema importante della proprietà. Ora alcuni terreni sono intestati a noi privati. Quid per il testamento? A noi pure è intestata la casa delle suore. Quid?

Facciamo il trapasso? Per similarità gli italiani in Giappone, come i giapponesi in Italia possono possedere. Già ne scrissi in precedenza: attendo consigli, perché possiamo morire da un momento all’altro.

Per ora null’altro. L’abbraccio, mio amato Don Ricaldone, affinché mi benedica, mi consigli e mi sgridi.

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

818 /Grigoletto Giuseppe / 1931-10-11 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



11 ottobre 1931

Grigoletto carissimo,

Grazie della tua ultima. Il ritardo nella risposta è dovuto al fatto che dovetti andare in Cina per gli esercizi. Povera Cina! Poi a Tokyo per la consacrazione di un Vescovo… ed eccomi a te.

Godo che sia stato di gradimento. L’indirizzo in Giapponese non è per te: è perché se non scrivo così i giapponesi non leggono e non possono riempire i moduli.

Grazie della tua continua carità per noi e ti assicuro a nome del Signore ogni bene materiale e spirituale. Quest’anno raccogliti e pensa al gran passo e il Signore ti faccia davvero suo. Sarà per me uno dei più bei giorni, per Don Cim. che conosce le vicende tue, il saperti tutto di Gesù. Saluta omnes.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


819 /Zerbino Pietro / 1931-10-11 /


a Don Pietro Zerbino, salesiano, ex-allievo di Valsalice



Takanabe, 11 ottobre 1931

Carissimo Don Pietro,

Sono lieto di comunicarti che ieri ho battezzato secondo l’intenzione della Sig.ra Elisa Resegotti col nome di Eugenia Maria una bella bambina primogenita di una nuova famiglia formata a Tano.

Spero che la piccina quando potrà pregherà tanto per la sua benefattrice che ti prego ringraziare, non avendo l’indirizzo.

Ho così risposto sull’argomento alla tua del 24/12/1930.

Come vedi in Giappone si battezza quando si può. Prega e fa’ pregare per me e saluta affettuosamente tutti gli amici di S. Giovanni.

Eccoti una nuova convertita dal Protestantesimo [fotografia], vicino alla tomba del marito.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.

820 /Joyeusaz Abele / 1931-10-11 /


a Don Abele Joyeusaz, salesiano, suo ex-allievo a Valsalice




Takanabe, 11 ottobre 1931

Carissimo Abele,

Fiat voluntas Dei! Farai benissimo se ti butterai nelle mani di Dio e dei Superiori.

Le paure sono perché può essere che confidi in te. Canta ogni giorno “Omnia possum in eo qui me confortat”.

Allegro! Quale missione! Formali:

all’unione con Dio e alla preghiera,

al lavoro di ogni genere,

al sacrificio più pieno.

Ah, che bel lavoro da compiere. Ti benedica il Signore e benedica te e i tuoi aiutanti e i Superiori maggiori che hanno avuto la felice idea.

Ti abbraccio e benedico. Saluta caramente il Sig. Don Savoia.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


821 /Braga Carlo / 1931-10-15 /


a Don Carlo Braga, Ispettore salesiano in Cina



Missione Indipendente di Miyazaki


Takanabe, 15 ottobre 1931

Carissimo Don Carlo,

In primis permetti che a nome di tutti i confratelli ti esprima i sensi della più viva gratitudine per il gran bene che hai sempre voluto alla nostra povera missione, in occasione del tuo onomastico. Non potremo certo fare come faranno i tuoi figlioli, ma non vogliamo essere ultimi nell’affetto tuo come tuoi beneficati… e fra tutti specialmente Don Cimatti. Non voglio farti l’elenco della tua carità, mi ci vorrebbe troppo tempo, e d’altra parte le cose del cuore è meglio meditarle nel silenzio davanti a Dio che vede e sa, ti ricompensi nella misura voluta qui e a tempo opportuno nell’altra vita. Puoi essere certo che in quel giorno, forse nel posto più vicino all’anima tua, ci saranno i tuoi fratelli del Giappone.

Basta… perché mi sento già montare la commozione… e mi fa assai male, pure essendo per me cosa delicatissima… Offro a Dio quello che vorrei dirti e che non ti so e non ti posso dire.

Dice il proverbio che la speranza “è la prima a nascere e l’ultima a morire…”. E prima di lasciarla morire vediamo un po’… Ho ricevuto un telegramma, chiarissimo per una parte e meno chiaro per l’altra. È probabile che prima che tu riceva questa, arrivi a me una lettera tua o di Don Fontana che spiega chiaramente la cosa.

E allora avrò capito perfettamente. Ad ogni modo per evitare equivoci riassumo: tu sai che siamo nella necessità estrema… e non è esagerazione. Mi arrabatto per farvi fronte, ed avendone il consiglio di Don Torquinst (ora ho domandato il parere dei superiori), sapendo che tu potevi venire in valido aiuto domandai:

1.- O un prestito grazioso (con o senza interessi, a data da fissarsi la restituzione) di capitali tuoi (dell’Ispettoria), e non potendosi questo,

2.- Se era possibile un prestito di una banca, dato che voi avete credito.

3.- Don Fontana indicò una terza proposta (è quello che ho domandato anche al Sig. Don Ricaldone) utilissima per il futuro assetto della Missione giapponese.

Non penso per ora a quest’ultima… ed è facile capirlo. Il telegramma inviato non so se rompa tutti i piani, ossia se indichi un’impossibilità per la proposta prima o solo per la proposta seconda o per tutte. Ecco quello che urge sapere. Come dico è probabile che a spiegazione del telegramma segua lettera e spero capire tutto. In caso ti prego di usarmi ancora questa carità di dirmi chiaramente quali sono le tue disponibilità al riguardo.

Comprendo pure che la concessione in Yen esige per voi un capitale forte…, di prestito forte, ma non faccio questioni di quantità, ma di aiuto… grosso o piccolo.29

Capisco, Don Carlo mio, la tua posizione di cuore e di dovere. Ti ho sempre – mi pare – chiaramente indicato il mio pensiero. In questa questione, che per te non è di dovere, ma solo di carità (sia pure urgente), non devi guardare a chi domanda, ma al tuo dovere. Puoi? Deo gratias. Non ti è possibile, e non c’è bisogno di dire le ragioni… è chiaro… Deo gratias. Mi arrovellerò cercando… Dopo tutto la Provvidenza sa in che condizioni ci troviamo… e se ci troviamo così c’è certo il suo motivo di bene… e il bene si realizzerà…

Basta dunque di questo argomento increscioso; al tuo cuore e alle tue disponibilità il valutarlo come si conviene e se è possibile esaudirlo senza ledere i tuoi impegni. Deo gratias.

Don Cimatti infine, pur avendo bisogni forti non fa questioni di quantità… Per chi come noi ha bisogno del pane, non si fa questioni di quantità… Per chi come noi ha bisogno del pane, non si discute. Credo lo saprai… La carità di Don Fontana ci inviò un sussidio che sarà restituito appena la possibilità me lo permetterà… e coll’aiuto di Dio spero al più presto.

Che il Signore ti renda merito di tutto e ti conceda de RORE COELI ET DE PINGUEDINE TERRAE MENSURAM BONAM, CONFERTAM, SUPEREFFLUENTEM, COAGITATAM… e di realizzare il magnifico programma veduto dal nostro Padre e che così bene si viene delineando…

Se per ipotesi conosci qualcuno o in Cina o all’estero che potrebbe aiutarci se ce lo indicherai; ti sarò riconoscente. Prega e fa’ pregare per le urgenti nostre necessità. A nome di tutti nuovamente buon onomastico e l’assicurazione delle nostre preghiere. Ti abbraccio di cuore.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sal.


P.S. - È meglio recapitare a Takanabe-Missione Cattolica.

822 /Rinaldi Filippo BS / 1931-10-15 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 15 Ottobre 1931


Il sangue dei martiri è seme di Cristiani30


Rev.mo ed Amat.mo Padre,

In questi giorni fa il giro nei cinematografi dei grandi centri dell’Impero il bellissimo nuovo film, che riproduce uno dei punti più interessanti della storia della Chiesa cattolica in Giappone, cioè il periodo delle persecuzioni, che culmina col martirio di Nagasaki. Il pubblico (se si deve giudicare dalle prime visioni) ne è assai bene impressionato, e si può prevedere il bene immenso che esso produrrà nel rettificare idee, nel rassodare la fede, e nel propagare la nostra s. religione. Visioni dell’epopea antica, così cara al cuore e allo spirito nazionale dei giapponesi; visioni della civiltà cristiana e dell’apostolato missionario, che tanto ha contribuito all’attuale grandezza dell’impero; visioni della nostra cara Italia vuoi nella glorificazione sancita dalla Chiesa ai martiri suoi in S. Pietro, vuoi nella valida cooperazione del governo nazionale alla piena e più perfetta riuscita del lavoro (artistico), affratellamento di popoli, di nazioni, di pensiero sul punto base dell’apostolato missionario, cioè dilatazione del regno di Cristo, della sua Chiesa agli estremi confini orientali per opera di missionari europei ed indigeni, che a testimonio della loro fede danno la loro vita. E non è poco per l’attuale e più per il futuro sviluppo della religione nostra in questo grande impero.


Pagine gloriose di storia della nostra missione


Ed è in questo pensiero, che credo condiviso da Lei, dai fratelli e cooperatori nostri, che mi propongo raccogliere le antiche memorie più gloriose della missione nostra. Le desumo da appunti datimi gentilmente da missionari, da ricerche personali e dei missionari e da libri, coll’augurio che presto si possa attuare il desiderio di tutta la compilazione della storia della Missione di Miyazaki.

Il campo di lavoro apostolico dissodato da S. Francesco Saverio (1549) e reso fertile in seguito dai suoi confratelli, era situato dove ora è la parte nord della nostra missione. Tale zona è (come allora) conosciuta anche ora col nome di Bungo ed occupa gran parte dell’attuale provincia di Oita. Tre secoli fa questa regione poteva per numero e fervore di vita cristiana rivaleggiare coi paesi cattolici più ferventi. Era governata dal principe OTOMO SORIN, protettore della religione, amicissimo del Saverio, e che dopo aver ricevuto il battesimo se ne fece propagatore zelante.

La storia e la tradizione parlano di magnifiche residenze missionarie a FUNAI (Oita) con chiese, scuole e ospedali; a USUKI la cui popolazione era quasi tutta cattolica; a TAKADA, a Shingai, a NOTSU (con 5.000 cristiani), a TSUKUMI – ove finì la sua vita il principe Otomo.

La lunga persecuzione distrusse il brillante avvenire che sembrava riservato a questa regione, ed ora non rimane che qualche vago ricordo tradizionale, ben poco d’altro (da quanto abbiamo finora potuto rintracciare). L’avvenire potrà darsi riservi delle consolanti scoperte, coordinando le relazioni dei vecchi missionari, completando, interrogando… Ma questo sarà possibile quando il lavoro di apostolato per queste care anime potrà dirsi effettuato su larga scala.


Alcune date storiche


Secondo diverse fonti storiche la scoperta del Giappone risale dal 1534 al 1541. Per ciò che interessa la nostra missione, nel 1541 “nell’estate del terzo anno di Koraku approdano al porto di Funai (attuale Oita) dal paese barbaro di mezzodì, 9 navi. I comandanti offrono al principe 2 fucili, della polvere da sparo, e gli insegnano il modo di fabbricarla e di usarla. Si dice che i soldati del principe divennero abilissimi in questa arte. Nel 1552 le stesse navi portarono due cannoni, che più tardi servirono al principe per battere dal suo castello di Usuki (1564) i Satsuma (1573-1591), e si dice sia questa la prima volta che i Giapponesi hanno fatto uso di armi provenienti dall’estero”. (Bungo-iji).

La predicazione di S. Francesco Saverio a Oita converte, tra gli altri, tre celebri bonzi, che a prova del loro fervore distruggono i loro templi.

Il principe stesso si fa credente, ma non vuol ricevere subito il battesimo. Anzi, andato a far visita allo SHOGUN (capo dei principi) ed essendo stato gravemente ripreso per la nuova fede che voleva abbracciare, si fece discepolo di un celebre bonzo e fece costruire un tempio buddista magnifico (Kaiyoji o Uesan). Un libro conservato presso i bonzi del tempio dice che questo Uesan era costruito sul posto di un’antica chiesa cristiana.


Centri d’irradiazione cattolica


Finalmente OTOMO ricredutosi e battezzato il 28 Agosto 1578 col nome di Francesco muore il 6 Giugno 1587 a Tsukumi. La tradizione locale e l’iscrizione della tomba (l’attuale però è più recente e differisce dalle buddiste per le sue maggiori dimensioni) confermano le notizie accennate. Di lui restano ancora a Tsukumi, presso i discendenti di suoi soldati, l’elmo, la lancia e l’arco. Dicono gli storici che nel castello di USUKI vi era una chiesa; una seconda dedicata all’Immacolata esisteva in città nel l604, ed una terza intitolata a S. Agostino nel l613.

A NOTSU, a un kilometro circa dalla borgata, si trova uno spiazzo di terreno (m. 40x20) con antiche tombe senza iscrizione, che differiscono per grandezza e forma completamente dalle tombe buddiste, ed attualmente essendo in terreno da tempo in abbandono, sono infossate e coperte di erbacce. La gente del paese dice che è un antico cimitero cristiano. Su questo tratto nessuno dei pagani viene a fare opere di superstizione… mentre su due altri cimiteri affiancati a questo, i pagani del luogo vanno di tanto in tanto a compiervi le loro funzioni. Ai piedi di una collina è indicato il luogo (ora coltivato a campo) di un’antica chiesa cattolica. Non vi sono però tracce di sorta di costruzioni. Una pietra eretta nel 1885 porta l’iscrizione “Issai muen-to” (monumento della totale separazione). Queste tre parole non vorranno dire che da questi luoghi si è rigettato quanto si era venerato dagli antenati? Che gli abitatori intendevano di rinunziare ad ogni partecipazione del culto dei loro padri? La gente del luogo è certo discendente di cristiani, ma hanno conservato qualche cosa della nostra santa religione?

Durante la persecuzione quelli che rigettarono la fede si chiamarono “KOROBI CRISHITAN” (i caduti) e furono graziati; quelli che rimasero costanti nella fede furono messi a morte.

I discendenti degli uni e degli altri furono chiamati “RUIZOKU” (discendenti) per distinguerli dai buddisti. Per viaggiare e rasarsi dovevano domandare il permesso al principe. Alla loro morte, impiegati speciali del principe (che credevano al potere magico dei cristiani), venivano alla loro casa, constatavano il decesso e davano il permesso della sepoltura. Il nome dei discendenti di cristiani (ruizoku) si trasmette fino alla quinta generazione, e nella zona di cui parliamo erano numerosi; poi a poco a poco anche il nome è scomparso.

Gli storici in genere non parlano di molte esecuzioni di martiri avvenute in queste terre affidate ora al nostro apostolato, e che in altri tempi erano fiorentissime di vita cristiana. Le nostre ricerche cominciano però ad arricchirsi di dati gloriosi ed interessanti anche al riguardo. Il Bungo era assai distante da Nagasaki, centro di manifestazione della persecuzione, e i religiosi o stranieri che ivi risiedevano e che raccoglievano le memorie di questi avvenimenti, non potevano certo sapere in particolare di ciò che succedeva nel Bungo. Ad ogni modo è noto che nel 1602 il capo del paese di Hiji (vicino a Oita) si convertì al cristianesimo e distrusse il tempio di Hachiman (dio della guerra). A SAEKI (l634) 11 cristiani sono bruciati ed uno decapitato. A KATSURAGI scopertosi il cristiano Kihei è deportato a Nagasaki.

Si conoscono invece con precisione le precauzioni prese dalle autorità locali per assicurarsi della fede degli abitanti. Tutti dovevano firmare una dichiarazione esplicita di non appartenere alla setta dei cristiani, che se avessero mentito incorrevano nella vendetta del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, della Vergine Maria, degli angeli e santi, e nel castigo dell’inferno. Con la medesima dichiarazione si impegnavano a denunciare i cristiani che potevano essere fra loro. Dovevano infine confessare la loro fede nelle grandi e piccole divinità del Giappone, e in modo particolare in quelle principali del paese e della regione. Se non avessero osservato questa promessa era comminata loro la privazione della gloria futura e il terribile castigo delle pene infernali.

Ottenuta la dichiarazione firmata, i capi del villaggio la controfirmavano col loro sigillo; denunziavano ai bonzi che nelle loro rispettive giurisdizioni non vi erano cristiani. Essi pure verificavano e dichiaravano ai capi che per il fatto religioso non c’era dubbio sui firmatari: se trovavano dei cristiani erano immediatamente denunciati.

Nel l677 fu portata da Nagasaki a USUKI una statua sacra, che si faceva calpestare dal popolo. Dopo due anni un ordine superiore comanda che la stessa cosa si faccia fare dai Samurai (soldati), dai membri di loro famiglia e dalla loro servitù.

Nel l68l è affissa dappertutto la proibizione della pratica della religione cristiana. Tutte le precauzioni delle autorità per sopprimere la religione cattolica sono certo la più bella prova della solida fede dei nostri vecchi cristiani e dello zelo ammirabile dei missionari che li hanno formati.

Ci ottenga il buon Dio la grazia di far rivivere in queste terre, bagnate dal sangue di tanti martiri, il buon seme; di ridonare alla Chiesa cattolica tutte queste terre, che da secoli vivono da lei lontane. E Lei, buon Padre, per la carità dei nostri cooperatori ci ottenga i mezzi necessari alla santa impresa.

Con affetto di figlio,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.





823 /Circolare salesiani / 1931-10-15 /


al gruppo dei nuovi Missionari Salesiani destinati al Giappone



15 ottobre 1931


Carissimi futuri Giapponesi,

Non so chi né quanti siate… ad ogni modo nell’attesa accogliete il fraterno saluto di noi tutti e l’ardente preghiera di ottimo viaggio.31

A Hong Kong ed a Shanghai troverete forse qualche cosa da unire al bagaglio datoci dalla carità dei confratelli che sono nostri veri benefattori. Pregate per loro e ringraziateli.

Allegri! La meta si avvicina e con questa le croci dell’apostolato. Sempre vicino a voi vi abbraccio e benedico. Tutto vostro:

Don V. Cimatti, sales.

824 /Rinaldi Filippo / 1931-10-19 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, l9 ottobre 1931

Rev.mo ed Amat.mo Sig. Don Rinaldi,

Torno al tavolo di lavoro dopo la S. Messa e meditazione e rispondo alla sua veneratissima del 28 Set. p. p., che mi ha prodotto la massima gioia ed il massimo dolore.

Prima di tutto stia pur tranquillo sulla sorte delle sue lettere e specialmente di quella del Signor Don Giraudi e del contenuto. Come pure non pensi a grandi cose delle questioni Nippo-Cinesi, pur le relazioni essendo assai tese (è da anni). Il Giappone non se ne accorse certo.

Sono questioni locali, che possono però aver arrestato il traffico e anche la corrispondenza. Ho pensato anch’io che varie mie non siano pervenute: da ciò tante cose, anche per me incomprensibili, ma fiat voluntas Dei!

Cercherò di essere breve per non farle perdere un tempo prezioso colle mie lettere; lo capisco, sono molto involuto, poco chiaro (me lo dicono tutti). La fonte di gioia provata nel leggerla dipende dall’avere constatato che i Superiori mi vengono valutando per quel che sono: ed è per me una piena conferma di quanto le tante volte ho scritto sulle mie difficoltà personali.

Il Signore sa quanto mi costa il dover fare quanto non so fare.

Intendo però di farlo con fede ed obbedienza, pur sempre esponendo le cose ai Superiori, e nell’assoluta sicurezza della non riuscita, anzi del male che succede per la mia incapacità.

Il massimo dolore (è uno fra i non pochi provati in vita mia) è di aver procurato grattacapi a Lei e ai Superiori colle mie parole acri, coi miei giudizi avventati, colle mie osservazioni ed apprezzamenti. Già in altre lettere domandai scusa per me, e per gli altri che fra di noi avesse in qualche modo abusato della confidenza che il Padre ci ispira. Lei pensa che quando scrivo sia agitato! Oh, no, no! Padre mio buono. Ho tentato di realizzarlo colla S. Sede, coi Superiori, con tutti! Ho già la nomea (non vera) presso i confratelli, che non faccio che scrivere giorno e notte per implorare sussidi. Dopo circa quattro anni di insistenza – ho insistito presso i Superiori per avere il sussidio promesso e che non giungeva, e dopo per mezzo di Don Piacenza è in parte giunto. Deo gratias!

Che vuole? Vi sono dei momenti che i figli mi domandano pane, e non ne ho. Sono da vari mesi che non possiamo regolarmente pagare i catechisti, che, buoni, poveretti! ricevono piccoli acconti (come fa Don Tranquillo), secondo che la Provvidenza invia quotidie e alla giornata.

Don Piacenza ha nella cassa della Missione Yen 400 (₤ 4.000). Per questo mese mandiamo un bocconcino a tutte le case, in attesa che il Signore provveda. Chiudo il bilancio annuale con circa Lire 400.000 di debito. Devo pagarne settanta mila per Natale. È meglio non ci pensi che davanti a Dio, attivandomi per aggiustare la faccenda. Naturalmente tutto questo grava la missione, e spero che Propaganda mi aiuterà.

1.- Certo (ed è chiarissimo), non aspetto dai Superiori se non quello che nella loro carità vorranno inviarmi. Come missione ci sono già le norme fissate, tanto dal nostro ultimo capitolo generale quanto da Propaganda. Ma nella pratica tutti si cerca di aggiustarsi come si può, ed anche in una recente lettera (23/9) Propaganda scriveva “Lei certo non mancherà di cercare e trovare qualche aiuto anche in mezzo ai buoni cattolici della sua giurisdizione e forse anche dalle risorse varie della sua Congregazione”. Risposi come si doveva, facendo vedere quanto sforzo di carità facevano per noi i Superiori.

2.- Per le opere intuitu missionis quid? Essendo le cose mescolate desiderano i Superiori esserne informati? Si debbono seguire le nostre norme regolamentari? Anche in questo richiesi in altra mia, che forse andò smarrita. La conclusione è che ho afflitto i Superiori – sono in assoluta necessità, perché la Missione ha nulla – ho degli impegni a scadenza e debiti con la Congregazione, con missionari, con banche – non vedo spiragli di luce per l’avvenire – sento in coscienza la mia nullità – devo far coraggio a tutti – prego il Signore che tutto rimanga tra me e Lui, e conosce Lui solo quanto passa qui dentro… Mea culpa! Fiat voluntas Dei! Deo gratias!

Grazie delle stringate (vigilerò la penna), dei consigli e direttive.

Preghi per questo povero suo figliolo che domanda perdono di tutto.

Suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

825 /Ricaldone Pietro / 1931-10-19 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Missione Indipendente e Visitatoria

di S. Francesco S., Miyazaki, Giappone


Takanabe, 19 ottobre 1931

Reverendissimo Sig. Don Ricaldone,

Nel dubbio che siano andate smarrite alcune lettere che tentavano di mettere i Rev.mi Superiori al corrente della reale situazione in cui si trova questa povera missione, e in modo speciale per riparare al male che possa avere fatto Don Cimatti colla sua condotta, e intendo assumermene tutta la responsabilità, e per avere consigli al riguardo, ho pensato che non sarà male mettere sotto agli occhi dei nostri Superiori, come in un quadro riassuntivo, lo stato delle cose. Procurerò di essere chiaro più che mi sia possibile, pur non essendo una delle mie qualità…

1.- Dato lo stato attuale della Missione, unita in pratica anche all’attività propria delle opere salesiane, il bilancio dell’una si confonde con quella dell’altra, pur tentandosi di tenerle separate,

2.- Le entrate della missione sono costituite:

a) Dal sussidio annuale di Propaganda che battè, finora, sulla media delle cento mila lire.

b) Dal caritatevole aiuto dei Superiori, variabile secondo i bisogni. Recentemente i Superiori con vera bontà stabilirono il sussidio annuale di Lire 25.000 per lo studentato.

c) Dalla carità degli amici della missione che in varie forme (intenzioni di Ss. Messe, offerte per battesimi, offerte libere, o in generi vari) ci vengono in aiuto. Fra questi non sono in minor numero istituti salesiani e perciò la carità dei superiori anche in questo lato si manifesta sempre generosa.

d) Coll’istituzione in Giappone dell’Opera del S. Cuore di Roma, i cui proventi col permesso del Rettor Maggiore sono ad tempus ritenuti dalla missione, e l’inizio dell’Opera dei Cooperatori si è ottenuto qualche sussidio locale, ma ancora assai esiguo e non fisso. Come pure i Cristiani pagano un contributo annuo (da 1 a l,50 Yen) per famiglia. Si è anche iniziata la questua pubblica in Chiesa per le varie Opere (Seminario, poveri, Opere della Propaganda della fede). Non siamo ancora riusciti a far dire un numero significante di Ss. Messe ed anche a ritrarre dalle funzioni varie qualche provento di una certa qual consistenza. I nostri cristiani, in massima parte contadini o pescatori, sono veramente poveri, e non si può domandare loro altri contributi, specie noi che siamo stranieri. Mi pare che quel che possono dare lo danno, specie sotto forma di generi (riso, patate, ecc.) che vendiamo o che inviamo per il mantenimento del piccolo seminario.

e) Ebbi per un tempo discreto un contributo fisso di intenzioni di Messe dall’Opera della Propagazione delle Fede di Boston. Poi cessò e non sono riuscito più a riallacciare (non so perché) le relazioni. Il Delegato Apost. Mons. Giardini, conoscendo la nostra povertà ci aveva fissato un mensile di Ss. Messe. L’attuale Delegato ha promesso di aiutarci, e lo farà quando può.

f) L’Opera della S. Infanzia di Parigi ci mandò finora il sussidio medio annuo di Fr. 10.000.

g) L’Opera del Clero Indigeno non avendo adottato finora tutti i nostri seminaristi inviò borse o pensioni insignificanti. La nuova decisione presa di adottare in blocco ogni piccolo Seminario, e che agli effetti del sussidio andrà in funzione il prossimo anno, non so quale aiuto concreto potrà portare.

h) Da alcuni benefattori ebbi offerte per il mantenimento a loro spese di due seminaristi e finora furono fedeli nella loro carità.

i) Il Regio Governo Italiano ci inviò libri per i chierici e materiale di cancelleria e l’anno scorso un sussidio di 200 Yen.

l) Per opere contemplate dalla legge giapponese (a servizio di giapponesi in terreni da dissodare) ottenni sussidio per la costruzione della chiesa di Tano. Sono in corso pratiche del genere pure per la casa del missionario e sala di riunione dei cristiani a Tano.

L’opera del Clero di Francia e il Comitato di Torino ci inviarono oggetti di chiesa.


Mi pare non ci siano altre fonti serie di entrate per la nostra missione, perché non sono di grande entità i risultati di piccole industrie, che ogni casa cerca di mettere in opera, per tentare di fare fuoco colla propria legna e di venire ad alleviare il peso del Centro.

Se avessi mezzo di dare una buona spinta alla piccola tipografia, certo potrebbe sostenersi da sé e forse dare qualche aiuto. Ho in corso presso Propaganda una pratica al riguardo, ma…

Le USCITE sono determinate dal mantenimento dei confratelli (media di 1 Yen a testa al giorno).

Manutenzione locali (in legno e da tempo non riparati).

Spese viaggi e propaganda (stampa, conferenze, proiezioni, ecc.).

Onorari ai catechisti (media Yen 40 a testa al mese).

Mantenimento piccolo Seminario (pensione Yen 15 mensili a testa, oltre le spese).

Mantenimento opera S. Infanzia (in media 5-7 Yen) e vecchi (Yen 50 mensili).

Tasse e pagamento interessi per prestiti.

Sussidio mensile alle suore per l’asilo (mensile Yen 120 per 4 suore).

Libri, cancelleria, corredo per i confratelli.

Onorari ai professori giapponesi (Seminario, studentato, Scuola di Oita).

Tutte queste ed altre spese impreviste gravano sulla missione. Le entrate che apparentemente sono discrete, se tutte funzionano, vennero finora a essere impari al bisogno, dato il forte cambio giapponese, che finora si è costantemente tenuto sulla media di 10 (Yen 1 = 10 Lire). Inoltre la missione, che, come le altre, non può contare su rendite fisse locali, nutrita fin dagli inizi un po’ miseramente, cresce fiaccamente ed ora si trova in un periodo di anemia, che non so se riuscirà a togliersi, dato il dissesto mondiale, risentito specialmente da noi che, come i Superiori, viviamo dell’elemosina quotidiana.


Cause dell’attuale dissesto


Come i Superiori potranno notare dal rendiconto inviato ci troviamo in un deficit di circa Lire 400.000, di cui 200.000 urgerebbe il pagamento.

Come i Superiori conoscono dalle precedenti mie dettagliate comunicazioni, la carità del nostro Don Torquinst mise a disposizione nostra in varie riprese nel 1930 un complesso di Yen 49.600 di cui Yen 20.000 per le suore. Pel 1931 si quotò per somme di cui non ho alla mano i dati (acconto sul terreno di OITA e pagamento saldo della casa delle Suore a BEPPU).

L’offerta per la compera della casa di BEPPU per le suore (1 rata Yen 16.000 comprese le spese di contratto che superano l’offerta) fu devoluta per quello scopo. L’offerta della casa di fitto per le suore a Miyazaki, per un malinteso di Don Cimatti, fu ritenuta da lui, come denaro della missione, e sorto il dubbio sulla vera intenzione di Don Torquinst al riguardo, e avutane la soluzione, Don Cimatti che tuta conscientia aveva consumato per le necessità della vita Yen 3.000 (dei quattro mila) d’intesa colla Superiora delle Suore, cominciò a trovarsi in debito di Yen 3.000 colle Suore.

L’offerta per la casa di Nakatsu in Yen 1500 (ampliamento provvisorio del Piccolo Seminario), all’atto pratico dell’esecuzione del progetto concordato con l’offerente, fu superata di un migliaio di Yen.

L’offerta per la casa di TANO (Yen 1.000) per le stesse condizioni fu superata di Yen 400.

Lo stesso capitò per la fondazione della stamperia, che a cose fatte, per una offerta di Yen 4.500 fra gli edifici (utilizzando case che erano sul terreno) e il materiale tipografico si è saliti ad una spesa di circa Yen 12.000. Rimangono da pagarsi 4.000 cogli interessi (8½%) alla banca per l’estinzione debito terreno in 4 anni. Don Torquinst ha promesso di concorrere nel pagamento delle rate e per questo anno potè mantenere la promessa.

Diede pure Yen 1.000 per opere di colonizzazione a vantaggio dei cristiani di MIYAZAKI, ma non essendosi ancora trovata la forma più utile per quest’opera ed urgendo il bisogno furono devoluti alle necessità della vita, e quindi il centro è in debito anche colla casa di Miyazaki.

Il massimo dissesto però avvenne per la fondazione di Beppu. Si era adocchiato un bel terreno con case (antica polizia di Beppu) e già fatte tutte le pratiche, il giorno stesso del contratto il municipio disdisse e non volle più saperne. Don Torquinst per quest’opera che gli stava tanto a cuore, in due riprese aveva dato Yen 21.000. Le cose successero quando egli partiva. Per oltre due mesi si cercò in Beppu un luogo opportuno per l’opera nostra, e nello stesso tempo che permettesse di accudire il servizio religioso per le suore. Finalmente si trovò, certo non così bello, ampio come il precedente – ed il costo del terreno seppellì da solo l’offerta. Nel frattempo da due mesi per non lasciare inutilmente quel ben di Dio che Don Torquinst aveva lasciato, e non parendomi in coscienza di dovere lasciare abbandonato il centro della Missione, mentre tutte le residenze fiorivano (e non ho mai capito perché Don Adolfo abbia lasciato così asciutto Miyazaki), iniziai l’Opera dell’Asilo.

La buona occasione di un terreno abbastanza ampio, la possibilità di non dovere fare il saldo immediato, come non fu necessario farlo per quello di Beppu, realizzarono la cosa, ed ora è un fatto compiuto.

Altre ragioni che mi fecero propendere alla decisione era per dare lavoro alle suore e specialmente per iniziare dalla missione l’esodo delle ragazze affidandole in locale apposito alle suore, con vero vantaggio dei confratelli, specie in quest’anno che iniziano il tirocinio i nostri chierici. Questo però ha portato con sé che ho sulle spalle il debito di Yen 7.000 da estinguere col Natale di quest’anno (interessi del 8½%) e di Yen 12.000 pel terreno di Beppu da estinguersi in 5 anni cogli stessi interessi o poco più.

Per questa fondazione di Beppu e in genere per i bisogni della missione Don Torquinst promise aiuto condizionato alle possibilità.

Questo sbilancio, che lentamente veniva per la realizzazione di queste opere che una volta iniziate bisognava pure condurre a termine, sempre sperando nelle floride condizioni del munifico donatore (che messo al corrente mensilmente, approvò – ora si lagna che abbiamo fatto troppo) le disposizioni di somme fatte non pienamente conformi alle intese, confidando nell’aiuto dei buoni, che vedendo le opere in realtà sono più spinti ad essere generosi, e ciecamente confidando nella Provvidenza, questo sbilancio, dico, accumulandosi venne al punto che per finire le opere e per provvedere alle urgenti necessità della vita, dovetti ricorrere alla carità di amici missionari (Padri delle Missioni Estere di Parigi, Missionari francescani di Kagoshima, e Padre Faber, Procuratore delle Caroline, nostro allievo dell’Uruguay) che ci aiutarono con vera cordialità per un complessivo di Yen 13.000 (per i missionari di Parigi con l’interesse del 4½%). Fui consigliato al passo anche da S.E. Mons. Giardini.

Queste varie situazioni di fatto furono concordate col Consiglio sia della Missione che della Visitatoria. Pur tenendo volta per volta al corrente i Superiori, pensando che Don Torquinst avesse tutte le facoltà, in fondazioni che egli intendeva fossero donate alla nostra Pia Società (stamperia di Oita, Opere di Beppu) non domandai la regolamentare approvazione ai superiori.

Per quelle inerenti alla missione, pur informandone i Superiori, anzi domandando quali erano i limiti del potere di Don Cimatti salesiano e superiore ecclesiastico, specie nel disporre di somme, non credetti necessario fare pratiche speciali presso i Superiori. Ad ogni modo se per regolarità o a scanso di personali responsabilità è conveniente fare anche questo, ben volentieri sono a disposizione dei Superiori.


A tutt’oggi considero come della Congregazione, pur a servizio della Missione:

1.- Lo studentato filosofico di Takanabe in casa di fitto. Fu comprato da tempo nell’ipotesi che dovesse servire per la costruzione dello studentato (ma non piacque a Don A. Torquinst) un appezzamento di terreno semicollinoso, con campo e bosco, di un ettaro e più, in condizioni pessime di produzione, e che per ora si è dato in custodia ad una famiglia cristiana. Tale terreno è nei pressi di Takanabe.

2.- Secondo il desiderio del Sig. Don Torquinst i terreni e annessi della costruzione di OITA e BEPPU. Se i Superiori li riconoscono come della Congregazione, posso sperare un aiuto al presente o al futuro? Data l’ubicazione e la piccolezza non so se a noi salesiani convenga la cosa. Volendo, la Missione potrà (non certo ora), riscattare e rifondere l’equivalente alla nostra Pia Società.

3.- Nel pensiero del Sig. Don Torquinst non mi risultò chiaro chi intendeva favorire coll’ampliamento di Nakatsu. Credo che l’abbia fatto per le vocazioni in genere. Ad ogni modo non conoscendo le autorizzazioni che aveva l’offerente dai Superiori, prego i medesimi a dire con tutta libertà il loro pensiero anche su questo affare che ritengo per me di coscienza. Come pure è inteso che quanto fu dato da Don T. e fu usato (sia pure con suo permesso o approvazione postuma) per lavori della missione che non erano stati da lui indicati, sarà totalmente rifuso alle opere della Congregazione.

Domando solo ai Superiori: un sufficiente respiro, perché nelle attuali condizioni la missione è a terra.

Ancora una questione, che ho riferito varie volte ai Superiori, e che ripeto qui perché connessa colle questioni di cui sopra, la questione cioè della PROPRIETÀ. È in corso (né so prevedere quando sarà condotta in porto, perché i Giapponesi sono eterni in burocrazia) l’approvazione del riconoscimento legale della Società missionaria di proprietà, per cui la missione è considerata come ente giuridico ed è esente dalle tasse. I terreni però acquistati colla carità del Sig. Don Torquinst sono intestati ad alcuni di noi, permettendo la legge giapponese agli italiani di possedere per legge di similarità, potendo i giapponesi possedere in Italia.

Col tempo si potrà forse pensare ad una società analoga per i beni della Congregazione, ma per ora sarà bene pensare come salvarci dai noti inconvenienti in caso di morte. A chi lasciare in testamento? Anche qui le tasse di successione sono forti. I Superiori che conoscono tutte queste pratiche, abbiano la bontà di consigliarmi. Ogni terreno è intestato a due. Inoltre il terreno e la casa delle Suore a Beppu, pur essendo di loro proprietà, per facilità delle pratiche, fu intestata a due di noi. È da pensarci al trapasso?

Confesso che la mia imperizia in tutte queste questioni di finanza, la speranza di aiuti che per l’attuale crisi poi non vennero, l’aver fatto troppo a fidanza che tutto si sarebbe realizzato e il desiderio di lavorare e fare del bene (perché questo e solo questo fu il criterio direttivo) ci hanno fatto fare il passo più lungo della gamba… Ed ora? Bisogna trovare modo di sciogliere l’arruffata matassa, ed imploro l’aiuto suo e dei superiori.

Domando in modo speciale l’aiuto per le opere che i superiori riconosceranno come della Congregazione. Per la missione picchierò tutte le altre porte che mi sono possibili.

Nel resoconto all’Economo generale ho anche indicato una serie di mezzi, che ci proponiamo di attuare, e che in parte già si attuano (cioè preghiera e fiducia nella Provvidenza, economia ed esatta osservanza della povertà; propaganda di tutti secondo le proprie forze e studio di risorse speciali in ogni casa per migliorare la situazione). È il caso di pensare a vendere ad es. il terreno di Takanabe se si trovasse una buona occasione? Di vendere terreno e fabbricati dell’asilo alle Suore? Dare un congedo per un anno a qualcuno per andare a questuare in qualche parte del mondo? ecc. Che mi consigliano i Superiori e specialmente Lei amatissimo Sig. Don Ricaldone? La morale reale è che in cassa della missione che è anche della Visitatoria, vi sono Yen 400, che usciranno tutti per la fine del mese, e se la Provvidenza non provvede non so che darò da mangiare ai figliuoli.

Da qualche mese non possiamo che dare piccoli acconti anche ai nostri bravi catechisti (a cui si è anche abbassato lo stipendio con vero dolore anche perché è povera gente e anche perché non ne guadagna certo il prestigio della missione, controllati, come siamo, in tutto da questi buoni giapponesi, ma per me penso al pane, e siamo stati lì lì per esserne privi). Si cerca di fare le economie… studieremo se sarà il caso di abolire il vino… Anche in omaggio alla circolare del Rettor Maggiore si abolì la piccola refezione delle quattro, concordata con Lei… Il Signore ci aiuterà certo, perché siamo i più bisognosi.

Spero di averle messo sott’occhio il quadro completo della nostra miseria, ed ho fiducia di un buon aiuto, non fosse altro di buoni consigli. Comprendo benissimo che i Superiori se potessero fare di più per noi lo farebbero, ma “Petite et accipietis… Pulsate et aperietur vobis…” mi spronano a compiere questo che ritengo mio dovere.

Come già ho fatto col Rettor Maggiore (che me le ha dette chiare e tonde come me le meritavo) e che mi ha confermato sempre di più nel pensiero, che tante volte le ho manifestato, sulla mia supina inettitudine, intendo di domandare in modo speciale a Lei scusa se in qualche circostanza le mie parole hanno suonato troppo acremente e con impertinenza verso stati di cose o persone, e colla richiesta unisco la preghiera vivissima di consiglio, di rimprovero, di aiuto.

Per me farò con fede e per dovere (e Lei sa quanto mi costa) quanto so e posso. Funzionerà meglio che sia possibile il Consiglio e l’Economato, e così pian piano organizzeremo questa intricata materia – sono già in giro non so quante lettere per bussare a tutte le porte che mi sono note, dalle più povere alle più elevate; tutti i confratelli che sono al corrente delle nostre miserie mi aiutano in tutte le forme con ardore e con vero spirito di sacrificio.

Confido ciecamente nella Provvidenza e nei Superiori. Spero dunque presto leggerla su queste questioni urgenti, e se nel frattempo può venirci in aiuto materiale per il mantenimento, non potrò che dirle il grazie più profondo del cuore.

Sono noti a tutti i confratelli della missione i momenti di crisi generale; conoscono le difficoltà in cui si dibattono i Superiori, e provando anche essi sempre più in pieno gli effetti di questo disagio, pregano, lavorano e si raccomandano nondimeno alla carità dei Superiori.

Spero che avrà pure ricevuto le mie proposte su un possibile prestito per parte della Cina, che dopo averlo promesso, pare ora vada in fumo… e anche di questo sia benedetto il Signore.

Finisco perché può (mi pare) bastare. Preghi per chi insieme a tutti gli altri confratelli mai la dimentica nel Signore.

Devotissimo come figlio

Don V. Cimatti, sales.


826 /Circolare salesiani / 1931-10-20 /


ai Missionari Salesiani della Missione Ind. di Miyazaki


Miyazaki, 20 ottobre 1931

Carissimi,

È certo desiderio di voi tutti di essere aiutati nell’amministrazione delle vostre case. Desidero al più presto che l’ufficio dell’economato, quale è desunto dalle nostre regole e regolamenti, funzioni in pieno.

In attesa che norme speciali siano determinate nella prossima adunanza del Consiglio, prego per ora riempire il modulo.

Qualcuno domandava: “quale è il sussidio che il missionario riceve per far fronte alle necessità della vita?”.

Se oltre a quanto di particolare si potrà stabilire in seguito, voi riempite l’accluso, qualche – sia pur piccolo – margine trovate qui pure.

Preghiamo la Provvidenza.

Vostro

Don V. Cimatti, sales.

827 /Circolare salesiani / 1931-10-20 /


ai Missionari Salesiani della Missione Indip. Di Miyazaki



Miyazaki, 20 ottobre 1931

Carissimi,

1.- Dovendo fare relazione della festa della Propaganda della Fede vi prego di inviarmi con cortese sollecitudine il risultato delle quote raccolte e, se si fece qualche cosa di particolare, favorite indicarmelo.

2.- Come sapete il 17 c. m. sul “Gange” partì tutto o parte del gruppo designato dai Superiori per la nostra Missione. Cerchiamo di accompagnare questi fratelli nostri colle preghiere, intensificando la recita ben fatta del Rosario.

3.- Si avvicina la Commemorazione dei fedeli defunti. Vi prego di eccitare quanto meglio potete, anche con apposite istruzioni, tutti i nostri cristiani a questa devozione. Insistiamo specialmente sul far celebrare Ss. Messe di suffragio. Mi riprometto benedizioni speciali sulla nostra missione e grande frutto alle anime.

4.- Insisto sulla necessità che abbiamo di aiuti speciali divini ed umani, specialmente in questi tempi. I Superiori Maggiori a mezzo mio vi raccomandano speciali preghiere non solo per la Missione, ma per la Congregazione tutta, che versa davvero in sempre più critiche condizioni, e noi pure ne risentiamo la nostra parte.

Vi rinnovo le raccomandazioni che in varie circostanze vi ho indicato come mezzi per ottenere le benedizioni del Signore, anche dal punto di vista materiale. Preghiera fiduciosa nella Divina Provvidenza, esercizio ben inteso dell’economia e della povertà (evitando spese non necessarie subito, cercando nelle singole case di dar vita a quelle piccole risorse economiche che – opportunamente attivate – sono fonte di vera economia), attenzione al consumo della elettricità, ecc. Attenzione solo a non confondere le cose… Tutto questo non deve andare a detrimento della salute. Tutti portino il loro contributo pratico facendo attiva propaganda presso parenti, amici, benefattori, allievi, ecc. a favore della missione, e riceverò con riconoscenza quelle proposte che saprete indicare per alleviare questo stato di cose, che non è da pensare cessi così presto, e che forse andrà acuendosi sempre di più… Allora penseremo al da farsi: ora fraternamente aiutiamoci in tutte le forme che sono possibili.

Si vengono attuandosi d’accordo coi Superiori proposte che speriamo abbiano felice esito.

Preghiamo per tutte queste pratiche le benedizioni speciali del Signore, ed intanto tutti cerchiamo di mettere il nostro contributo per l’attuazione del bene comune.

Se il Signore vorrà da noi qualche sacrificio speciale, saremo certo tutti pronti. Per intanto lavoriamo nell’adempimento calmo e costante del nostro dovere. Miglioriamo la nostra condotta, e state sicuri che il Signore ci aiuterà abbondantemente.

Raccomando inoltre che lavoriamo per propagare e sostenere opere che si sono iniziate a vantaggio delle anime, cui corrisponderà un contro vantaggio anche per noi. Favorite e diffondete i Cooperatori salesiani, l’Associazione dei devoti di Maria A., l’Opera del Sacro Cuore di Roma (i rispettivi libri e regolamenti da diffondere sono presso di voi. Se ne siete sprovvisti indicatelo al sottoscritto), le Letture Cattoliche.

Per la modica spesa di uno Yen si ha una bella collezione di dodici volumetti assai utili. Il numero degli abbonati va crescendo, ma forse dalle nostre residenze il numero inviato è scarso.

Conosco le difficoltà e mi ci trovo io pure in mezzo. Cerchiamo di fare e di consigliare. È ottimo apostolato di propaganda anche questo.

Il Signore ci benedica tutti, ottenendoci le grazie di cui abbiamo bisogno per l’anima e per le necessità materiali in cui versiamo.

Tutto vostro

Don Vincenzo Cimatti, sales.

828 /Frigo Carlo / 1931-10-20 /


a Don Carlo Frigo, missionario salesiano in Cina


20 ottobre 1931


Carissimo Don Frigo,

Tutti ti vogliono dire in occasione dell’Onomastico tante cose… figura Don Cimatti!

Credo non abbia bisogno di parole retoriche per farti capire l’affetto riconoscente di noi tutti.

Non potrò sdebitarmi con te finché non sarò in Paradiso… dove so quel che devo dire di te al Signore… glielo dico fin d’ora nelle povere preghiere che sono nel giorno di S. Carlo tutte per te, per l’anima tua e per le cose materiali a cui l’obbedienza ti ha preposto, e glielo diranno tutti i confratelli.

Che dire d’altro? Saluta tutti e singoli, specie i due Don Giovanni.

Macao…! Quanti ricordi. Piantiamola lì, perché mi viene il magone alla gola.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



828-2

[senza data, del medesimo anno]

Caro Don Frigo,

Più che le parole dicono… che siamo sempre quelli… pur avendo predicato gli esercizi, le accluse. Accetta e… prega per me. Ah, la Cina! povera Cina… e potrebbe essere la più grande nazione del mondo. Saluta omnes.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



829 / Mussolini Benito, Duce / 1931-10-26 /


a Benito Mussolini, Capo del Governo Italiano32



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 26 ottobre 1931

Eccellenza,

L’umile scrivente è attualmente il Superiore della missione indipendente di Miyazaki (Giappone), affidata ai Salesiani di Don Bosco, l’unica affidata ad Italiani nell’Impero Giapponese. Non credo tornerà sgradito all’E.V. di udire direttamente (oltre che per il tramite della R. Ambasciata e del R. Console) quanto ci sforziamo di fare per l’adempimento del nostro dovere, come religiosi e anche come Italiani: seguendo in questo le direttive del nostro B. Padre Don Bosco.

La Missione fu definitivamente affidata a noi nel 1928, e comprende due province civili (Oita e Miyazaki) di circa due milioni di abitanti. A tutt’oggi vi lavorano 10 sacerdoti e 4 coadiutori salesiani e 9 suore salesiane di Maria Ausiliatrice, suddivisi in varie residenze.

Ci occupiamo, conformemente allo spirito della nostra Società, specialmente dell’educazione della gioventù ed il risultato del nostro modesto lavoro iniziale è dato da 4 residenze principali ed altrettante sottoresidenze e centri di propaganda. Un migliaio di ragazzi (oltre le persone adulte) frequentano regolarmente le nostre istituzioni e scuole. Si è riusciti a formare una scuola filosofica per la formazione del personale italiano sul posto, cui possono accedere anche i giapponesi (città di Takanabe).

Un piccolo Seminario, che in due anni conta già 20 allievi giapponesi (a Nakatsu), una scuola tipografica (ad Oita), l’istituto per aspiranti giapponesi a divenire suore (a Beppu), il giardino d’infanzia (a Miyazaki).

In tutte le scuole si insegna la lingua italiana. Si fa buona propaganda pure coi concerti musicali (a tutt’oggi 200) di buona musica italiana anche nei grandi centri dell’Impero – con la distribuzione nelle scuole di carte geografiche e di opuscoli di arte nostra – con esposizioni di lavori scolastici o di altro genere pervenutici dall’Italia, in concorso con lavori eseguiti dai nostri allievi giapponesi.

Il R. Console d’Italia ci è già venuto in aiuto con libri e con materiale di cancelleria, ed anche con una graziosa offerta.

Al momento attuale però, risentendo gli effetti della crisi mondiale specialmente noi che viviamo di quotidiana elemosina e che non possiamo contare su risorse locali, ma solo sulla carità dei buoni italiani, pensai al cuore di V. E.

L’umile scrivente, che fin dal 1895 si onora di aver conosciuto l’E.V. a Faenza (mia patria), implora per sé, per i suoi, per le sue opere un soccorso straordinario che valga a lenire la povertà nostra e ci dia modo di non dovere interrompere il lavoro così felicemente iniziato. Nella ferma fiducia di essere esaudito dall’E.V. che mai si ritira quando si tratta di fare del bene ai bisognosi, invoco le più elette benedizioni di Dio sull’E.V., sulla sua famiglia, sulle opere così mirabili che l’E.V. ha tra mano a vantaggio della nostra cara Patria.

Col più vivo ossequio mi professo:

Dell’E.V. Ill.ma

Dev.mo ed umil.mo servo

Don V. Cimatti

830 /Filippo Rinaldi / 1931-10-27 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 27 ottobre 1931

Amatissimo Padre,

Si avvicina la fine del mese. È da poco che ho scritto, ma non pensando di avere cose speciali per la fine del mese per me e per gli altri, ripiglio per rimettermi in carreggiata.

D. Cimatti. Pienamente a posto in salute. Lavoro solito. Non posso fare grandi cose (e poi non ne sarei capace) per l’apostolato, perché devo pensare troppo agli altri, specialmente per le necessità della vita.

Pietà e regole. Mi pare nell’osservanza dei propositi degli ultimi esercizi di continuare benino e con profitto. Mi aiuti il Signore. Qualche miglioramento pure nell’adempimento dei miei doveri di superiore… (Lei sa…). Anche qui mi aiuti il Signore ad eseguirli sempre meglio. Maxima poenitentia!

Ss. Voti. Nulla di speciale. Per la perfezione nelle virtù tento insistere sull’umiltà. Non ho da fare molti sforzi, perché di fronte all’evidenza non ci vuole gran che ad essere convinti. Ad ogni modo, lavoro per questo non manca. Idem pel dominio del cuore.

Per confratelli. Miyazaki. Benino tutti e tre e mi pare vadano ben d’accordo e lavorino. Non siamo finora entusiasmati dalle Suore. Con D. Antonio c’è qualche sfuriata di tanto in tanto, ma finiscono col capirsi.

Takanabe. Tutti bene. Ormai siamo alla fine dell’anno e dopo l’Immacolata invierò i chierici pel tirocinio. Aspettavo direttive al riguardo dal Sig. Don Ricaldone: ma… faremo come potremo e speriamo di fare il meno male che si può. Il carattere più difficile è il bravo D. Marega: mi pare si sforzi, ma… Il Signore benedica il suo futuro lavoro. Pur essendone venuto del bene (Dio pensa a tutto) certo che un po’ tutti (lui compreso) hanno sofferto per questo suo carattere nervoso, critico di tutti e di tutto. Ha ottimi numeri per tante cose.

Oita. Bene in salute. Non troppo accordo fra D. Margiaria e D. Escursell, che Lei conosce meglio di me. Certo che D. Escursell soffre. D. Margiaria nelle imprese è poco comunicativo col confratello, che pensa ad una diminutio capitis. Ma lavorano e fanno del bene.

Nakatsu. Bene in salute. D. Lucioni con D.Tanguy coutuntur poco (parte di D. Lucioni che sta in Giappone per ubbidienza, come dice lui).

Sostanzialmente dunque le solite miseriole della vita… mi pare nulla di grave.

Le altre nostre condizioni Lei e i Superiori conoscono. Siamo nella povertà assoluta e Deo gratias! (chiudo il mese con nulla in cassa: mi pare che non è la prima volta che mi capita, ma cogli impegni cui ho da far fronte… ci penserà il Signore. Non domando ai Superiori, che già hanno fatto quello che avevano promesso e non possono fare di più. Poi dopo la chiarissima Sua, non saprei che domandare. In ultima relazione fatta al sig. D. Ricaldone e Sig. D. Giraudi ho esposto quali sono le opere che nel pensiero del Sig. D. Torquinst sono della Congregazione (non c’è solo lo studentato), per sapere se le riconoscono e se in qualche modo possono aiutarle. Quindi per quest’anno nulla da questo lato.

Attendo risposte da Propaganda per l’esito di pratiche presso vari, anche presso il S. Padre, e anche il capo del Governo. Se anche da questo lato ottengo zero, vedremo: Deus scit!

Pel mese di novembre non so che darò ai confratelli. Alla disperata congederò catechisti o non so che farò. Valessi qualche cosa potrei vendere me… Ad ogni modo la Provvidenza non ci ha mai abbandonati.

Il suo parere chiaro (già esposto al Sig. D. Ricaldone) è desiderato dal Consiglio sull’opportunità che uno o due vadano per un giro d’elemosina in America, Italia, Francia, ecc.

D. Tanguy non ha difficoltà ad andare in Francia. Per me vado dovunque. In Italia certo conosco molti: altre lingue non so. D. Escursell in zone spagnole? È realizzabile? conveniente? tempo perso? Come vede tento di aggrapparmi a tutti i rampini. Il Consiglio (salvo D. Piacenza) non trova altra soluzione fra le tante belle idee che vengono quando non si ha nulla. Certo che se non si raccoglie molto, si fa propaganda.

Come vede non le annuncio notizie liete. Domani invierò telegramma a D. Fontana (d’accordo già con D. Braga) domandando un po’ d’elemosina. Vedremo se la Provvidenza disporrà per qualche cosa da questo lato.

Preghi per me, amatissimo Padre, che sempre la ricordo, e preghi per l’anima mia… oh, questo sì!…

Suo aff.mo

D.V. Cimatti, sales.


P.S. - Scusi se le faccio fare da postino. Grazie!





831 /Merlino Alfonso / 1931-10-28 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Takanabe, 28 ottobre 1931

Carissimo,

Ricevo ora la tua… e rispondo.

Grazie del contributo sempre buono, non preoccuparti delle forme.


Scrivi pure a casa affermativamente per le Ss. Messe. Quando ne hanno inviino pure.

Per i Nove Uffici non ricordo più la causa del ritardo. Si stamperanno certo, quando non so.

Se c’è da correggere si correggerà, come si fa di tutto. Dunque anshin shi nasai (= sta’ tranquillo). Preme più a Don Cimatti che a te la cosa perché deve glorificare Gesù.

Prega e fa’ pregare. Non ci siamo mai trovati in angustie materiali così forti come ora. Deus providebit.

Tutto tuo

Don V. Cimatti

832 /Circolare Benefattori / 1931-10-… /


ai Benefattori della Missione salesiana in Giappone



Ottobre 1931

Ill.mo Signore,

Le belle e care solennità del S. Natale e Capodanno mi danno modo di rinnovare i sentimenti di vivo augurio, di profonda riconoscenza, di continua preghiera per Lei, che annoveriamo tra gli amici e benefattori della Missione e dell’Opera salesiana in Giappone. La pace promessa da Gesù agli uomini di buona volontà scenda copiosa sulla sua famiglia, sui suoi interessi, specialmente sull’anima sua e la vivifichi e la santifichi sempre di più. È l’augurio sincero che sgorga dal cuore dei suoi beneficati.

Grazie a Dio e alla carità della S. V. il lavoro dell’apostolato missionario va sempre più consolidandosi ed ampliandosi, ed oltre al vero lavoro di conversione dei pagani, sono fatti compiuti: nuove residenze missionarie, i numerosi oratori festivi e quotidiani, l’organizzazione delle associazioni cattoliche, la scuola tipografica Don Bosco, l’asilo d’infanzia affidato alle Figlie di M. A. e quello che più sta a cuore di tutti: il piccolo Seminario indigeno che già conta una ventina di allievi.

Non manchi, specie in questi momenti di mondiale disagio economico, risentito più che mai in missione, di venirci in aiuto. Anime bisognose di tutto, ci chiedono in questi frangenti anche aiuto materiale e purtroppo non possiamo aiutarle.

Grava sulla missione il mantenimento degli orfanelli, dei nostri poveri piccoli operai, dei nostri seminaristi e catechisti e di tutto il personale, e per le varie opere indicate abbiamo dovuto impiegare l’elemosina dei nostri benefattori al punto che ora dobbiamo lottare per il pane quotidiano.

Il cuore buono e generoso della V. S. non lasci in abbandono questa povera missione, ci venga in sollecito aiuto nelle forme a Lei possibili e specialmente preghi per noi.

Le assicuro il vivo contraccambio delle quotidiane preghiere dei suoi beneficati. Per tutti:

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

Superiore della Missione


833 /Valentini Eugenio / 1931-11-1 /


a Don Eugenio Valentini, suo ex-allievo



1 novembre 1931

Carissimo,

La carità provvidenziale che a mezzo tuo giunge, è proprio Provvidenza perché qui lottiamo per il pane quotidiano, e il buon Gesù ci ha pensato. Dillo pure agli offerenti.

Grazie di cuore per quanto proponi di fare per gli abbonamenti che non so davvero a quando scadano. Buone le notizie che mi dai di te. Non confondere fervore con nervi e simili. Certi giorni quando la macchina accompagna si è in cielo; certi altri molto a terra.

Il motto. Mi pare avessi in mente Don Rua: “In silentio et in spe erit fortitudo eius” perché si rifugia sempre in Dio e sta in Lui, sia chiaro, e la solitudine e il silenzio in mezzo alla più forte intensità di lavoro.

Non ho alla mano per ora i disegnini. Spero presto presto di inviare.

Godo di Bava. I tuoi antichi amici salutano di cuore. Buone e sante feste a quei del Circolo.

Prega e fa’ pregare il S. Cuore. Ti benedica il Signore.

Buone feste a quanti conosco, specie al Cav. Giulianelli e al mio compagno Ragazzini.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.








834 /Rinaldi Filippo BS / 1931-11-4 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 4 novembre 1931


Rev.mo ed Amat.mo Sig. Don Rinaldi,

Ancora sotto l’impressione del forte terremoto quale non avevamo ancora sentito in Giappone che nel giorno sacro della Commemorazione dei fedeli defunti scosse violentemente in modo speciale la nostra missione (con epicentro nel mare di Miyazaki) le scrivo per assicurarla che siamo tutti sani e salvi: Salesiani e Figlie di Maria A.

La più malconcia è stata la casa di Miyazaki, che per ora rabberciamo alla meglio, in attesa di tempi migliori, che ci permettano un restauro completo. Tra la popolazione civile qualche morto, molte case danneggiate, grande panico e le conseguenze del medesimo; specie nel pigia pigia e nei riflessi della salute di molti.

Dice un proverbio giapponese: “I nemici del Giappone sono i tifoni, il terremoto, maremoto e gli incendi!” che quasi sempre nelle loro manifestazioni e nei loro effetti si succedono di conserva.

Per chi di noi ha sperimentato i terremoti e gli incendi riprova terrore ed ansia profonda anche solo alle manifestazioni minime di questi disastri così comuni tra noi, figurarsi poi quando come in questa occasione si traballava senza volere in casa e fuori. Data la natura eminentemente vulcanica dell’arcipelago giapponese sono frequentissime le vibrazioni sismiche che tormentano questa terra. Da ciò certo l’uso di costruire case relativamente leggere, in legno, senza fondamenta perché così capaci di resistere validamente, assecondando i moti sussultori e ondulatori del terreno.

Tutti naturalmente in occasione di forti scosse escono subito di casa, né hanno gran percorso da compiere, perché generalmente (salvo nelle città) le case sono ridotte al nostro pian terreno o al più con una sopra elevazione ad un mezzanino che chiamano secondo piano, e fornito di molte porte, in pratica sempre aperte.

Nel recente terremoto avvenuto alle sette di sera, la gente passò la notte all’aperto per le vie o nei campi, e molti temendo il maremoto, si rifugiarono sui vicini colli. Noi affidatici alla Provvidenza siamo andati a riposare; ma non pareva giusto ai buoni giapponesi che noi dovessimo starcene tranquilli, mentre essi bivaccavano all’aperto, e in forma gentile sì, ma a un’ora dopo mezzanotte udiamo una voce che ci risveglia e dice: “Attenti che se viene ancora una scossa, ci sarà forte pericolo…”. Vede come sono premurosi della nostra salute!

Per fare la storia dei terremoti del Giappone bisognerebbe scrivere dei volumi. Il popolino giapponese antico e moderno (come in ogni paese del mondo) circonda questo, come tanti fatti naturali, di racconti fantastici superstiziosi, tentanti di dare una spiegazione del fenomeno. Fin dal 1880 la società sismologica del Giappone ha iniziato con intenti scientifici lo studio dei terremoti dell’impero, e favorito dal Governo tale studio è venuto concretizzandosi in numerose pubblicazioni scientifiche e in numerosi Osservatori sismologici, dotati di strumenti perfezionatissimi da registrazione, nell’attesa e speranza che collegando i dati sismici di tutto il mondo, si possa riuscire a scoprire una qualche legge o norma pratica per la previsione di questo terribile flagello. La storia ricorda fra le più famose scosse di terremoto (1786) che durarono senza interruzione per giorni interi, distrussero molte città.

Quello del 1854 di Edo [Tokyo] in cui con migliaia di case perirono 200 mila persone. E quello recentissimo del 1923, che distrusse quasi completamente Yokohama e Tokyo.

Ma ogni anno, ogni mese certo bisogna registrarne sussulti disastrosi, provocatori anche di incendi enormi, che completano l’opera di distruzione.

Nell’isola di Kyushu in cui ci troviamo, i centri vulcanici sono numerosi e attivi, e la nostra missione a Ovest, lungo le zone montagnose, è affiancata a numerosi vulcani, alcuni in riposo, altri attivi, come l’Aso, che ha il cratere più largo del mondo e con caratteristiche speciali nelle sostanze combustibili che emette e nei fenomeni di eruzione i quali interessano i vulcanologi di tutto il mondo e su cui la scienza non ha ancora detto la sua ultima parola.

Abbondanti poi le manifestazioni secondarie di vulcanismo (acque termali, termo-minerali, fontane bollenti, fanghi, ecc.) specie nella zona di Beppu (Oita).

Domando venia ai lettori… delle nozioni scientifiche… La conclusione?

Ci scampi la Provvidenza dal terremoto e dalle sue conseguenze. Altri nostri fratelli nell’apostolato narreranno avventure di bestie feroci, di selvaggi, di pirati… noi ci raccomandiamo al buon Dio che ci liberi da questi non meno terribili nemici, che in un batter d’occhio seminano desolazioni, dolore e morte. Grazie, buon Padre, dell’affetto che nutre ai suoi figli, i più lontani, i più bisognosi (e Lei lo sa…). Ce ne dà una prova nuova nel nucleo di rinforzi che ci regala. Preghi per noi tutti: scuota sempre più la carità dei nostri amati cooperatori e cooperatrici verso questa missione tanto cara al suo cuore.

Dev.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

835 /Ambasciatore d’Italia, Tokyo / 1931-11-4 /


a S.E. Cesare Majoni, Ambasciatore d’Italia a Tokio33



Miyazaki, 4 novembre 1931

Eccellenza,

Avrà appreso dai giornali il furioso terremoto che si è riversato nella Provincia di Miyazaki, che se – grazie a Dio – non ha prodotto danni nelle persone (se si toglie un enorme spavento che in qualcuno si è ripercosso con danno della salute) ha però cagionato danni notevoli nei fabbricati.

Ho chiesto aiuto a Roma, a Torino. Ma mi rivolgo anche all’E.V. per vedere se è possibile ottenere qualche sussidio straordinario che mi aiuti in questa dolorosa circostanza.

Già accasciato per il disagio economico mondiale che si risente da noi che viviamo di quotidiana elemosina, per cui siamo anche in penuria delle cose necessarie, questa nuova prova mi mette in grande ansietà. Non potrebbe V. E. fare per me un appello alla colonia Italiana di Tokyo, affinchè venga in aiuto ai fratelli del Kyushu?

Mentre di gran cuore la ringrazio di quanto potrà fare per noi, la prego pure di interessare all’occasione il R. Governo, che come in altre circostanze ci venne in aiuto per il benevolo interessamento dell’E.V., voglia specialmente ora venire in aiuto di chi desidera insieme alla Religione far conoscere pure la nostra cara Patria.

Nelle critiche circostanze in cui mi trovo, ho fatto pure pervenire a S.E. il Duce una supplica, che spero avrà il suo effetto.

So pure che recentemente il R. Console fece per noi e per l’opera nostra in Giappone una favorevole relazione al Ministro degli Esteri. Ad ogni modo, siccome le pratiche d’ufficio richiedono sempre un certo tempo, oso supplicare l’E.V. di venirmi in aiuto nelle forme che le sono possibili al momento.

Col più vivo ossequio:

Dev.mo

Don V. Cimatti


Al R. Ambasciatore d’Italia

Tokyo


836 /Gusmano Calogero / 1931-11-4 /


a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore dei salesiani



4 novembre 1931

M. R. Don Gusmano,

Quesito. Un confratello ha da rinnovare i triennali o fare i perpetui (terminato il triennio) – è in casa non regolare.

Il Direttore e chi funge da consig. e catechista (a Nakatsu) devono votare come se fossero capitolo?

O per la validità occorre altro (pur essendo, credo solo voti consultivi)? Preme la risposta.

Ho pregato e con me i confratelli per la sua buona Mamma. Lei, il buon Salvatore mio insegnante e Carlo mio compagno foste ricordati in modo speciale. Ad invicem.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

837 /Suor Cimatti Maria Raffaella / 1931-11-… /


a sua sorella Suor Maria Raffaella Cimatti



[Miyazaki, inizio novembre 1931]


Santina mia,

Grazie della tua e delle notizie. Quanto ti vogliono bene le tue consorelle, ringraziale anche per me.

In Giappone per ora non c’è pericolo come in Cina.

Il 2 novembre da noi terremoto fortissimo quale avevo mai sentito in vita mia. Tutti salvi, la casa danneggiata, ma la casa giapponese difficilmente si sfascia.

Colgo l’occasione per augurarti Buon Natale e Capodanno assicurandoti preghiere. Se puoi raccogli offerte anche piccole e poi inviamele (non c’è bisogno di assicurare). Metti in lettera le 5, 10 £. e 100 £., 1000 e un milione e non temere. Lire in carta. Prega e fa’ pregare per me.

Tuo sempre

Don Vincenzo, sales.


Auguri e cordiali saluti alle tue consorelle. Tuo D. Cimatti.

838 /Rinaldi Filippo / 1931-11-5 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 5 novembre 1931

Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Rinaldi,

Misericordia Domini non sumus consumpti.

Il recente (2 Nov.) terremoto che si è scatenato su tutta la nostra missione, grazie a Dio ha danneggiato molto Miyazaki, ma, salvo lo spavento che ha portato in confratelli deboli di salute riflessi speciali (Don Liviabella è ricaduto subito nel suo male), salesiani e suore tutti vivi. Deo gratias!

Speravo che le anime del Purgatorio ci portassero di che vivere (ecco la ragione del telegramma che fui costretto a spedire a Torino)34 ed è venuto il terremoto… Deo gratias! Ho subito scritto qua e là, e in Giappone, a Roma, ed ora a Torino e chissà che anche questa nuova prova di bontà della Provvidenza non serva ad aiutarci. Ci aiuta tutto questo stato di cose a farci migliori… chissà che anche materialmente…

I danni generali posso valutarli a un diecimila lire. Per me è ben più forte il terremoto finanziario generale. Ma avanti con fede et Deus scit et providebit. Vero?

Mi pare che quel che si poteva e si può fare in questa occasione: preghiera, domande di soccorso opportune ed importune alla salesiana – povertà eseguita ed economia rigida… tutto si è fatto, e si fa. Il Signore che ci prova così:

a) facendoci sentire la mancanza del necessario

b) facendo partecipe al mondo in cui viviamo la nostra miseria

c) arrestando molto lavoro fatto, e se continua così tutto il lavoro fatto

d) scoraggiando tutti, perché la missione e presso i missionari e presso i pagani non ne guadagna umanamente in prestigio, sa quello che fa et fiat voluntas Dei.

Alla mia posizione non penso: fossi solo non soffrirei, perché è il mio ideale, trovarmi così e peggio, ma soffro per gli altri, e certo vari ne soffriranno materialmente e spiritualmente. Prego continuamente Gesù che riversi su di me solo il calice amaro – mi dia forza di ingoiarlo fino all’ultima stilla, anche perché a me solo è dovuta la pena di tutto questo stato di cose.

Altre novità nulla. Abbiamo fatto l’esercizio di buona morte in buona occasione.

Per me nulla di nuovo… Sono in attesa di consigli dai Superiori ed in attesa dei nuovi che secondo le indicazioni da Lei datemi sono 2 sacerdoti, 5 chierici e un coadiutore.

Si sa qualche cosa da lettere private e basta. Quando saranno qui vedremo il da farsi.

Abbia la bontà di ossequiarmi tutti i Superiori e di ringraziarli di quanto fanno per noi.

Non scrivo perché oggi parto per la zona di Oita a visitare i confratelli (Don Lucioni è ammalato) e a fare un po’ di musica per parlare del buon Dio ed elemosinare il pane quotidiano per i figliuoli, in attesa della Provvidenza di Torino o di Roma o di qualche parte del mondo.

Ripeto il “bonum mihi quia humiliasti me… quia peccator sum!” e “Deo gratias”. Per me “superabundo gaudio”, per gli altri “tristis est anima mea”. Evviva l’allegria! E come vede, tento di farlo andando a fare il matto nei saloni e nei teatri.

Varie nostre pratiche per richieste di sussidi sono a Roma. Preghi e faccia pregare, e arrepta occasione dica una buona parola per noi a Propaganda, al S. Padre, e a quanti possono aiutarci.

Come pure ho fatto proposta alla Madre Generale dell’acquisto del terreno ed edifici dell’asilo. Forse domanderà consiglio a Lei: nel caso dica una buona parola. Aggiusterebbe molte cose.

Sempre, tutti la vogliamo ricordare e assicurare che pregano cotidie per Lei e per i Superiori.

L’abbraccia il


Suo aff.mo

D. V. Cimatti


Pro-memoria

1.- A tutt’oggi sono tre numeri del Boll. Sales. che non pubblicano nulla sul Giappone. Don Cimatti invia puntualmente ogni mese l’articolo pel Boll. e per Gioventù missionaria (vari anche di confratelli… Se si può!…).

2.- Non pare chiaramente ordinata la retribuzione promessa per gli articoli: ad alcuni risulta concessa, ad altri no. Quid?

3.- Per le prossime spedizioni si potesse sapere relativamente per tempo il quando, il modo di spedizione, andrebbe bene per ordinare i necessari preparativi. Fa così male al cuore sapere per vie traverse le cose, non c’è da fidarsi, non si è sicuri e si arriva in ritardo.

Quest’anno per esempio dobbiamo per una ventina di giorni scariolare i nuovi perché lo studentato è ancora occupato dai vecchi e non c’è posto. Idem, fosse possibile, avere indicazioni un po’ esatte sulle attitudini, carattere, ecc. dei confratelli che arrivano sarebbe ottima cosa per iniziare subito il lavoro di formazione e specialmente se preti e coadiutori affidare un po’ di lavoro conveniente alla loro condizione.

839 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-11-5 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Takanabe, 5 novembre 1931

Rev. Madre,

Spero che il Sig. Don Tanguy le abbia parlato della proposta di cessione-vendita del terreno e costruzione dell’Asilo. Per me il motivo è duplice:


Sono in estrema necessità

Mettere pian piano le brave nostre consorelle nelle condizioni di maggior libertà di azione ed iniziativa.


Il nostro attuale modo di fare può sembrare forse troppo insistente, minuzioso. Creda, Rev. Madre, è il vivo desiderio di aiutarle secondo le necessità locali e facilitare per quanto si può il lavoro dell’apostolato. La massima difficoltà è la lingua e la povertà nostra, ma tutto è voluto dalla Provvidenza pel bene e per la nostra formazione ed umiltà, e Deo gratias!

Per non perdere tempo la prego (e se è possibile di oggi stesso) scrivere alla Madre il suo parere. Affermativo o negativo che sia, ho spedito la pratica perché urge. Il tutto è costato 225 mila [lire?]. Cedo per 200 mila di cui 100 mila prego siano date subito (se non è possibile almeno 70 mila per Natale) il resto al prossimo anno a rate.

Se la Madre e il Consiglio Generale non crede possibile l’offerta, abbiano la bontà di dirlo subito, per andare così alla ricerca della soluzione, che ci aiuti a far fronte agli impegni. In questo senso ho scritto, anche Lei, Rev. Madre, abbia la bontà di dir chiaro a Torino il suo pensiero definitivo, data l’urgenza delle cose.

Prevedo tutte le obiezioni – ad ogni modo, secondo me, attualmente il bene della Missione esige questo, ed è per questo che ho avanzato la proposta. Comunque riesca la pratica, sia fatta la volontà di Dio.

Desidererei che la cosa (salvo quanto possa essere prescritto dalle loro Costituzioni), fosse tra noi. Don Antonio, essendo del Consiglio, sa naturalmente tutto. Non potrò questa settimana essere tra loro per la visita sabatina.

Ecco il pensiero che prego comunicare anche alle consorelle: “Suffraghiamo le anime del Purgatorio. È l’apostolato più proficuo per loro e per noi. È la devozione che realizza di più il piano della Redenzione, perché salva sicuramente le anime, è quella che dà più gloria a Dio”.

Allegre tutte nel lavoro fatto per il Signore.

Dev.mo

Don V. Cimatti

840 /Cecchetti Albano / 1931-11-6 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[6 novembre 1931]

[A Don Cecchetti e nuovi arrivandi]35

Continuando… a un’ora da Takanabe vi è Miyazaki centro della Missione. Don Cimatti spera vedervi a Nakatsu. Arrivate in Giappone nel mese che la Chiesa consacra alle Ss. anime del Purgatorio. Cominciate ad esercitare l’apostolato missionario in loro suffragio. Non è lontana la festa di San Francesco Saverio e di Maria Immacolata: tutte occasioni magnifiche per rinfocolare la vostra carità e la vostra devozione. Pregate per noi tutti.

Di nuovo

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


841 /Torquinst Adolfo / 1931-11-8 /


a Don Adolfo Torquinst, salesiano, benefattore



Oita, 8 novembre 1931

Amatis.mo Don Torquinst,

Dove le perverrà questa mia non lo so… l’ultima la diressi a Bombay perché mi assicuravano che Lei era là… altri mi dicono che Lei è in Assam: spedisco quindi a Shillong con preghiera di recapito.

Sono ad Oita per un po’ di propaganda e per vedere se si può trovare qualche soldo perché non so più come fare ad andare avanti. Ora è ormai questione di pane… e non so dove prenderlo.

1.- I Superiori non possono.

2.- Suppliche a Propaganda, al Duce, al Papa, ad amici, ecc. finora senza frutto.

3.- Promesse di aiuto fallite (P. Faber ed altri; anche la Cina…).

4.- Il Sig. Inoue che insiste per il saldo; ed alcuni che caritatevolmente ci avevano aiutato, che insistono per il rimborso perché anch’essi in necessità.

5.- Una suora (pare) con tifo a Beppu (è una delle nuove – tedesca) e un chierico (Arri) a letto con disturbi intestinali.

Caro Signore, aiutateci Voi, e se Lei in qualche modo (o direttamente o indirettamente – Mons. Mathias mi aveva promesso… gli dica che il momento è giunto! Può aiutarci nelle forme più spicce… è carità. Da tempo ci siamo imposti tutte le economie, ma se non viene un aiuto speciale dal Signore, siamo sulla via del disastro materiale e spirituale, perché bisogna cessare tutto e la missione perde il suo prestigio davanti ai colleghi nell’apostolato e più davanti ai pagani – e i confratelli, cui non si può nascondere lo stato delle cose, non ne guadagneranno, pur facendo quanto possono per lavorare ed imporsi i sacrifici necessari.

Prego il Signore che colpisca il sottoscritto, causa unica di tutto, prego e faccio pregare, e Lei pure faccia così – e col possibile aiuto, mi consigli. Da tempo ho passato l’amministrazione a Don Piacenza, come anche Lei aveva consigliato.

La tipografia si impianta bene e comincia ad avere lavoro. Ci sarebbe bisogno di un piccolo fondo per gli acquisti in grosso – spero che fra non molto si sosterrà da sé.

Le Letture Cattoliche vanno incontrando favori. Si è tentato in quest’anno il Calendario cattolico in blocchi – vi sono ordinazioni sufficienti a coprire le spese, ma giungeranno un po’ in ritardo: l’iniziativa è destinata a dare però buoni frutti.

Nakatsu al solito. Stiamo organizzando per gli studi, ma temo che Propaganda non potrà aiutarci. Due nuove domande di aspiranti salesiani: forse li piglierò a Takanabe.

Dei nuovi che arrivano saprà meglio di me. Una nuova aspirante per le suore e Beppu che vivono come noi in perfetta povertà. A Miyazaki i pagani dell’Oratorio si mantengono alla media 200; l’Asilo va facendo nuovi acquisti… e strano… tutti elementi di borghesi, che pure incominciano ad apprezzare l’opera (figli e figlie di professori, maestri, impiegati… così speriamo entrare in questo elemento).

I catecumeni pure aumentano. A Miyazaki per Natale si conta su 15-18 battesimi di adulti e spero ce ne saranno in tutte le residenze. Spero pure aprire a Beppu e Tano definitivamente. Ah, ci fossero i mezzi!

E pensare che a Tano il catechista con 300 Yen ha comperato un ettaro di terreno.

Ed ora non mi resta che ardentemente pregarla di pregare e far pregare per me e per questa povera missione, che Lei conosce e che ama.

Tutti la vogliono ricordare e giacché si approssimano le sante feste di Natale e Capodanno – temendo di arrivare in ritardo – perché chissà quando le giungerà la presente – voglia gradire da tutti e singoli beneficati giapponesi, l’ossequio più profondo, la riconoscenza imperitura e l’assicurazione delle preghiere più vive quotidiane.

Don Cimatti poi vorrebbe dirle cose speciali, amato Don Adolfo, nell’estrinsecazione dell’affetto debbo limitarmi assai, perchè se dessi ascolto al cuore, creda, mi farebbe male, ed è perciò che la prego pensare a quanto di più bello e grande nel campo della riconoscenza si può pensare, nel campo della preghiera a quanto si può pregare, nel campo dell’amore a quanto si può amare, e lo applichi alle relazioni di Don Cimatti con Don Torquinst, anche se non posso esprimerlo. L’abbraccia di cuore per tutti e con tutti il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

842 /Circolare salesiani / 1931-11-10 /


ai Missionari salesiani in Giappone


Riservata [ai Direttori?]


Miyazaki, 10 novembre 1931

Carissimi,

Non sto a ripetere le condizioni in cui ci troviamo, ma che ci dimostrano una volta di più la bontà della Provvidenza “quae corrigendo sanat” e che anche in queste condizioni non ci lascia di venire in aiuto. Anime buone a cui dovremo la più sentita riconoscenza per la loro carità, perché esse pure si trovano nella necessità, ci sono venute in aiuto, dolenti di non potere fare di più.

Ho pure tentato un piccolo prestito ad una banca, riuscito.

Si allarga il buco debito, ma si respirerà, sia pure un po’ stentatamente, finché non piacerà al Signore di venirci in aiuto in forme più larghe. Affido parte di quanto è possibile ora disporre alla responsabilità vostra. Raccomando oculatezza massima, perché camminiamo sui rasoi.

Per ora dobbiamo forzatamente arrestare molte cose. Abbiamo pazienza, e facciamo di necessità virtù! Il Signore vuole provarci. Preghiamo.

Limitiamoci alla pura necessità, e siamo sempre più buoni, ed il Signore ci aiuterà, statene sicuri.

Preghiamo ad invicem e con grande carità formiamo i confratelli al necessario spirito di mortificazione, dandone noi per primi l’esempio.

Vostro

Don V. Cimatti, sales.

843 /Mooney Edward / 1931-11-16 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Takanabe, 16 novembre 1931

Eccellenza Reverendissima,

La divina Provvidenza anche in questa dolorosa circostanza per mezzo dell’E.V. ci è venuta caritatevolmente in aiuto, e, dopo Dio, sia ringraziata la sua carità e bontà, che non possiamo contraccambiare che con le quotidiane preghiere.

Vado rabberciando alla meglio non solo le gravi ferite causate dall’ultimo terremoto fortissimo (quale da un quarantennio non ne era stato sentito in zona di Miyazaki) alla casa di Miyazaki, ma quelle ben più forti delle condizioni finanziarie. La Provvidenza mi aiuti.

Le annunzio pure l’arrivo in questi giorni dall’Italia di nuovi rinforzi (due preti, 5 chierici, 1 coadiutore e 2 suore).

Come vede, la famiglia aumenta e la Provvidenza, come a S. Paolo e a S. Antonio eremiti, aumenterà l’annona.

Questo per dirLe che quando l’E.V. può venirmi in aiuto con intenzioni di Ss. Messe o in altre forme è proprio una fiorita carità perché verso in necessitatibus ed in angustiis anche per il pane quotidiano. Ma: evviva la Provvidenza!

Mi raccomando alle preghiere dell’E.V. e di quelle del suo ottimo segretario, mentre imploro su di me, sui miei e sulle opere nostre la paterna sua benedizione.

Dell’E.V. Rev.ma

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, salesiano


P.S. - Uno dei sacerdoti e dei chierici vengono dal Belgio, gli altri sono italiani; così a tutt’oggi abbiamo nella nostra famiglia: italiani, francesi, spagnoli, tedeschi, belgi e giapponesi (per ora solo aspiranti).


844 /Regio Ambasciatore d’Italia / 1931-11-17 /


a S.E. Cesare Majoni, Regio Ambasciatore d’Italia a Tokio36



Al Regio Ambasciatore d’Italia - Tokyo

17 novembre 1931

Eccellenza,

La carissima sua del… venne, lo può pensare, ad aumentare in una forma acutissima, quale non avevo mai provato nella non breve mia vita religiosa e missionaria, il già acuto dolore della situazione attuale, causata dal disagio economico mondiale, che è risentito fortissimo specie da noi che viviamo della carità quotidiana, ed anche dal recente terremoto che mi ha sconquassato la casa di Miyazaki, che in attesa di tempi migliori, vado alla meglio rabberciando.

Le opere iniziate l’anno scorso (apertura di due nuove residenze: Beppu e Tano), l’asilo infantile di Miyazaki, la scuola tipografica Don Bosco (Oita), l’ampliamento del piccolo seminario per i giapponesi a Nakatsu, hanno dato fondo completamente alle risorse della carità dei benefattori, e mi trovo nelle vere strettezze della vita quotidiana. Ma non è certo il disagio attuale o il mancato caritatevole sussidio che imploravo dai fratelli connazionali di Tokyo che ferì più profondamente il mio cuore, ma la motivazione.

Tornavo proprio da concerti musicali di propaganda tenuti a Beppu (salone pubblico), a Oita (salone del giornale), a Saeki (teatro e scuole) in cui col nome di Dio e per far conoscere la nostra religione, abbiamo inneggiato all’Italia e all’arte nostra; avevo finito di raccogliere il materiale per un lavoro di cui fui richiesto dal massimo giornale di Kagoshima sul fascismo e sul Duce (di cui mi onoro di essere compagno di collegio), quando mi giunge la lettera di V. E.

E pensavo nel leggerla ai sei anni di lavoro compiuto nella zona affidataci dalla Chiesa e dal Papa e compiuto in massima parte da missionari che furono o volontari di guerra o regolari nell’esercito e che compirono, come ne fanno fede i documenti, le medaglie ecc., valorosamente il loro dovere tanto nella guerra libica, che nella grande guerra. Pensavo alle lunghe peregrinazioni nostre fatte attraverso il Giappone da Tokyo a Oshima coi nostri discorsi e colla nostra musica italiana, all’esposizione di elaborati scolastici italiani tenuta in Miyazaki, alla distribuzione di propaganda Italiana inviataci da V. E., all’insegnamento dell’italiano alle persone che sono in più stretta relazione con noi: aspiranti giapponesi al sacerdozio o allo stato religioso salesiano o alle Figlie di Maria A… Come si può pensare che con tutto questo noi vogliamo renderci estranei alla patria nostra? Nel momento doloroso del dissidio credetti mio dovere, anche perché fra noi – uniti nel vincolo della società religiosa salesiana e dell’apostolato – ci sono elementi di altre nazioni, domandare quanto domandai, né ho minimamente pensato di offendere la dignità nazionale.

La recente lettera di V. E. fa certo onore a noi sacerdoti e religiosi e ne la ringrazio di cuore.

Ora quella dolorosa svolta della storia d’Italia, a Dio piacendo, si è risolta fra la soddisfazione non solo degli italiani, ma di tutto il mondo. Che ci debba essere proprio adesso il dissidio fra noi? Mi auguro che chiarite così le cose Don Cimatti possa ritrovare nell’E.V. il conforto, l’aiuto, l’amico autorevole, e l’assicuro da parte nostra le quotidiane preghiere per Lei e per la sua famiglia. Con distinto ossequio:

Don V. Cimatti

845 /Gusmano Calogero / 1931-11-19 /


a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore dei salesiani



19 novembre 1931

Amatissimo Don Gusmano,

In risposta alla decisione dei Superiori per la pratica di Tokyo e Formosa ho inviato la risposta in data 18/1/31 a S.E. Mons. Chambon e a Mons. Thomas e… anche in questo fiat voluntas Dei. Prego comunicare la cosa ai Superiori.

Non potrò inviare le modificazioni di catalogo che al prossimo mese. La colpa non è mia, ma non posso muovere il personale finché non so chi viene.

I nostri toccano oggi Yokohama – domani Kobe – poi pian piano verranno in sede: prima di insediarli a Takanabe bisogna che mandi gli altri nelle case, perché lo studentato non contiene tutti…

Preghi e faccia pregare per me – causa di tutti i dissesti che piovono l’un dopo l’altro su questa povera missione. Bonum mihi quia humiliasti et humilias me, Domine…

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


846 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-11-20 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Missione Indipen. di Miyazaki


[20 novembre 1931]

Rev.ma Madre,

Non mi fu possibile per le occupazioni di questi giorni e anche perché desideravo consultare il mio Consiglio, rispondere prima alle sue controrisposte chiarite verbalmente. Ho tentato di tener conto di tutto, e pur comprendendo che non è cosa perfetta la sottopongo alla sua benevola considerazione affinché possiamo addivenire alla conclusione.

L’idea centrale deve essere questa. Come missionari dobbiamo realizzare per quanto dipende da noi la gloria di Dio e la salute delle anime, anche quando siamo nelle difficoltà personali, tanto di indole personale che materiale.

Il nostro desiderio è che le Brave Figlie di Maria A. si prendano per conto proprio l’attuale opera e quelle che crederanno utile in seguito e aiutino la missione per l’educazione femminile, come i salesiani lavorano per quelle maschili. Sarà possibile studiare definitivamente il problema appena ricevuta la risposta del loro Consiglio Generale. E credo che sarà la soluzione migliore per il bene comune.

In attesa del parere delle loro Superiore eccole le attuali controrisposte, che mi sembra debbono avvicinare alla futura soluzione nel senso desiderato da tutti.

Appena sarà possibile fare altre migliorie, ben volentieri la missione è disposta a farle. Per me accetto qualsiasi proposta, purché si realizzi la gloria di Dio e la salute delle anime.

Altra idea fondamentale. La missione desidera con tutte le forze possibili aiutarvi nel lavoro, e Don Cimatti e Don Antonio e tutti gli altri missionari sono a vostra disposizione, e desiderano che lo sappiate, affinché non ci siano dubbi o timori. E proprio anche questa mattina così si esprimeva Don Antonio. È nostro dovere (ed ho voluto che nella convenzione comparisse quanto dai Canoni è a noi attribuito come dovere) ed è piacere.

Non spaventatevi delle forme accidentali in cui alle volte si possono dire le cose. Lavoriamo e tutto sia per la gloria del Signore che in relazione al lavoro ci giudicherà.

Animo adunque. Stringetevi più fortemente intorno ai missionari, e non temete di nulla.

È che le opere che avete tra mano sono difficili per voi? Studiamone delle più facili. È che desiderate tentare altre forme di apostolato? Tentiamole. L’importante è che lavoriamo per LUI. Tutto il resto è umanità e finché saremo a questo mondo sempre avremo da provare queste e simili difficoltà. L’assillo di Don Cimatti e di Madre Letizia è certo la questione finanziaria. Non dubiti che il Signore ci aiuterà anche in forme miracolose se sarà necessario.

Desidererei che anche per questo quando ha qualche apprensione, desiderio o altro che teme dire ad altri, lo dica senza timore al sottoscritto.

Voglio sperare che presto la missione farà il suo dovere per la nota questione, ad ogni modo anche per questo non tema.

L’impressione anche di Don Tanguy e di altri è di aver trovato voi tutte un po’ scoraggiate. Questo non va… Fiducia in Dio, allegria e calma di spirito.

Se il Signore ci fa provare le difficoltà è segno che ci vuol bene. Facciamo quello che possiamo ed il Signore è contento. Avanti dunque nel nome del Signore e senza paura.

In attesa del suo riscontro e sempre assicurandola delle mie continue preghiere per Lei e per le consorelle ed aspiranti, mi dico di tutto cuore:

Dev.mo nel Signore

Don V. Cimatti

847 /Frigo Carlo / 1931-11-20 /


a Don Carlo Frigo, missionario salesiano in Cina



[20 novembre 1931]

Carissimo Don Frigo,

Ricevo la tua ultima. Sta’ tranquillo che ho ricevuto tutto e lettere e caffè e credevo di aver già fatto il mio dovere… ma forse sono in giro le lettere.

Ti invio una poesia che ho musicato in questi giorni: non faccio la traduzione perché con quello che sai di giapponese capisci e non c’è di che…

Del resto… sei tu buono sempre che hai veduto con occhio troppo buono le miserie giapponesi. Certo che ci vogliamo bene, e vogliamo bene a quanti vengono.

Ma ti assicuro che voi avete trattato incomparabilmente assai meglio Don Cimatti e il Signore vi benedirà.

Niente paura e avanti sempre. L’importante è fare del bene. Fallo dal momento che ne hai la possibilità.

Quanto a noi spero in un miglioramento nella situazione dal prossimo Gennaio.

Ad ogni modo quanto più sentiamo le difficoltà e più il Signore ci aiuta.

Abbi fede e vedrai miracoli. Saluta tutti tutti tutti. Allegro sempre.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

848 /Rinaldi Filippo / 1931-11-26 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani37



Takanabe, 26 novembre 1931

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Rinaldi,

La presente per ringraziarla nuovamente di quanto i buoni Superiori hanno fatto per questa povera missione nell’inviarci il prezioso rinforzo. Conscio di quanto fanno i Superiori, non posso che pregare e supplicare il Signore perché sempre ci vengano in aiuto. Il Signore e con le malattie e colle prove di ogni genere che si conoscono e con quelle ben più dolorose che non si conoscono fa sentire ai Superiori il peso della croce. Potessi fare qualche cosa per alleviarle…

Ma purtroppo Don Cimatti che è anche per loro croce, e non piccola, non può che promettere che farà il possibile per consolare, unitamente ai confratelli, il cuore dei superiori, con un rinnovato spirito salesiano, coll’osservanza della regola, con una religiosità più santa in tutto.

Ecco il povero augurio di Don Cimatti e dei suoi in occasione delle sante feste natalizie e capodanno. Lo accetti, lo comunichi anche agli altri superiori e compatisca la povertà nostra, i miei gravi difetti, soprattutto, causa dell’attuale situazione e del cuore amareggiato dei Superiori.

Oh, il Signore vede e sa… Bonum mihi quia humiliasti me, Domine Jesu mi dulcissime!

Sono giunti i nuovi. Non li conosco, né ho notizie di loro, ma il primo incontro fa sperar bene. Deo gratias! A bocce ferme riferirò.

Le cose nostre?

1.- Grazie a Dio tutti bene in salute.

2.- Quanto allo spirito, ho missionari un po’ ammalati, debolini (come Lei sa), ma in massima tutti pieni di buona volontà. I Superiori conoscono le mie reiterate relazioni sui singoli (specie Don Lucioni).

3.- Sono in grande ansietà per mettere un po’ a posto il personale. Ho bisogno di rassodare l’aspirantato e piccolo seminario, e aprire due nuove residenze missionarie (Beppu e Tano) cui penserei premettere rispettivamente Don Escursell e Don Lucioni. È necessità per dar lavoro ai chierici, che devono iniziare il tirocinio pratico. Riferirò quanto citius con altra domanda in relazione del personale stesso.

4.- Ma per ora la massima croce è la nostra situazione in materia finanziaria. Siamo proprio al problema del pane e sono sicuro che quando tra poco dovrò domandare ai confratelli sacrifici anche nel vitto, tutti risponderanno con vero spirito di sacrificio, ma quello che brucia più di tutto è la figura che facciamo come missionari e come stranieri. Sanno che siamo poveri, ma il pagano certe cose non le capisce, e quando non si può mantenere la parola…

Lei comprende! Ad ogni modo Deus scit. Mi sembra che quanto potevasi pensare per fronteggiare la situazione, si è fatto, e si fa. Dolorosamente le promesse di chi poteva aiutarci, sia pure senza colpa, sono andate a vuoto.

S. Sede, Propaganda, Capo del Governo, Superiori, amici, allievi e benefattori furono interessati. Vedremo l’esito. Ho fatto varie proposte ai Superiori: è specie in questi momenti che si ha bisogno del consiglio loro. In Giappone i confratelli nell’apostolato nelle forme loro possibili ci sono venuti in aiuto, ma ho ancora da restituire per un centomila lire a loro, e avrebbero davvero bisogno (sono i buoni Padri M. E. P., i francescani del Canada e i Gesuiti spagnoli delle Filippine), ma quid faciendum? I Superiori non possono aiutarmi. Attendo il risultato delle pratiche di propaganda.

Siamo più che mai nelle mani della Provvidenza ed ella ci aiuti. Il Signore vuol purificarci e sia fatta la sua S. volontà in tutto. Lo prego che getti tutto su me, e risparmi il gregge, ché tutto è dovuto alle mie miserie. E anche Lei preghi a questo scopo. Avanti nel Signore.

5.- Quanto a me, sempre bene quanto alla carcassa e al lavoro. Desiderio sempre più intenso di perfezionamento e santità di cui sento tanto bisogno. Mi aiuti colle sue preghiere. Sempre più forti i bisogni del cuore… Ah, caro Signore, che cuore di ricotta mi avete dato. Deo gratias! Nulla di nuovo.

E per oggi basta. Il 3 (S. Francesco Saverio) esercizio della buona morte; 4-5-6 triduo d’apertura per i nuovi a Miyazaki; 7 entrata dei nuovi a Takanabe – 8 (festa della Mamma) saluti d’addio – 9 partenza dei chierici per le case – 10 inizio del nuovo anno.38

Quando può aiutarci anche materialmente con poco lo faccia. Non so se siamo gli unici in Congregazione, ma qui è questione di pane, ed il telegramma “pane” che inviai, era l’indice vero della nostra situazione.

Mi benedica e compatisca. Ho scritto al Sig. Don Ricaldone per norma sulle attuali relazioni un po’ tese colla R. Ambasciata. Spiegherà.

Va tutto a nostro onore. Come vede però batoste anche da questa parte…

Nuovamente auguri di Ss. Feste a Lei, ai singoli superiori (al Sig. Don Fascie scriverò a giorni inviando il resoconto esami dei chierici) ed amici. Si interessi con forti preghiere per noi. Mi butto nelle sue braccia e mi benedica.

Tutto suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


849 /Ricaldone Pietro / 1931-11-26 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Visitatoria S. Francesco Saverio

Takanabe, 26 novembre 1931


Veneratissimo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

L’indulgenza plenaria è da tanto che la domanda Don Cimatti e rimango umiliato nel sentire la sua proposta… Alzi Lei la mano e perdoni le non poche scappate del sottoscritto che come vede ha condotto le cose ad un punto da cui non so come ce la caveremo.

Conosco le condizioni dolorosissime in cui il Signore mette a prova i nostri amati Superiori e per le cose generali della Congregazione, e per le recenti di Spagna, e per la crisi generale che se è sentita così fortemente da noi, penso con quanta proporzionata intensità sia risentita da loro superiori… E me ne hanno fatto cenno e l’amatissimo Sig. Don Rinaldi che tanto ho addolorato nella sua assenza (oh, qui non basta l’indulgenza plenaria… ci vuole il giubileo) e Lei nella sua ultima e anche l’amato Signor Don Giraudi che spero guarito… Il Signore ci prova: segno che ci vuol bene e ci vuol purificare, e specialmente il sottoscritto ne ha davvero bisogno.

Per me quello che ho domandato ai Superiori è il consiglio loro per vedere come far fronte alla nostra situazione, che per noi che abbiamo letteralmente nulla e che non abbiamo credito, è davvero imbarazzante. Ho tentato tutte le vie: S. Sede, Governo, Superiori, benefattori ed amici, confratelli nell’apostolato… Mi sono cadute, si può dire tutte le promesse di aiuto, e fra le più forti Don Torquinst… Ho – come sempre – affidato le cose al Signore ora più che mai. E sia fatta la sua santa volontà in tutto.

Lei ci dice di non cadere nella tentazione di fare debiti… Abbiamo da risolvere il problema del saldo di quelli che abbiamo… Il nostro disagio è tutto lì, e finché non trovo un’anima buona che mi possa dare Lire 200 mila saranno buchi sempre più grossi che finiranno per seppellirci. Date poi le condizioni nostre ne perdiamo immensamente – se già non è avvenuto – nell’opinione pubblica. Abbia la bontà di vedere se fra i mezzi che proponiamo ai superiori (prestito, vendita di qualche stabile, qualche confratello che vada in giro per chiedere elemosine o altro che i superiori credono di consigliarci) quali si possono risolvere per venirci in aiuto. Spero avrà sott’occhio la relazione, che anche il Sig. Don Giraudi mi promette di studiare.

Attendo al più presto suoi consigli e direttive. Grazie del rinforzo. Non conosco le attitudini dei singoli. Oh, se all’occasione della venuta dei confratelli nuovi si potessero avere i documenti e relazioni confidenziali di chi li conoscono… Quanto lavoro risparmiato e quante spese di meno di posta per ricevere i documenti dei singoli.

Per l’Immacolata spero che anche quelli che devono incominciare il tirocinio saranno a posto. Non potevo fare prima perché non sapevo chi veniva e perché ero sempre in attesa dei consigli che avevo chiesto ai Superiori, specie in relazione al tirocinio dei nostri chierici.

Ho trasmesso ai confratelli il suo prezioso biglietto che certo sarà gradito a tutti, perché tutti la ricordano cotidie. Colgo l’occasione per augurare a nome di tutti le buone e sante feste natalizie e di capodanno. Il Signore mi aiuti a compiere sempre meglio e più perfettamente il mio dovere.

I confratelli, grazie a Dio, tutti bene. Non avendo il cuore in Giappone, ma in America, dove pensava di andare, quando fece domanda per le missioni, il povero Don Lucioni è sempre in ansia e ci sta per ubbidienza, ma non lavora con slancio. Lei conosce i bisogni e i desideri di quest’anima che potrebbe fare certo tanto bene. Se Lei crede che si potrebbero intavolare trattative con qualche ispettore d’America per un cambio con un confratello che amasse questa povera missione… (per esempio Don Manachino). Attendo anche per questo.

Per sua informazione: una cosa che fa certo onore a noi, ma che potrebbe eventualmente avere qualche ripercussione. L’Ambasciata italiana a Tokyo era solita inviare i messaggi notiziari radiofonici d’Italia. In occasione del noto dissidio dolorosissimo colla S. Sede giungevano sui bollettini delle frasi irriverenti al S. Padre, per cui mi credetti in dovere di pregare l’Ambasciatore che sospendesse la spedizione… In occasione del recente terremoto che venne a provare la nostra missione e che se ha risparmiato le persone, ha danneggiato non poco la casa di Miyazaki, avevo pregato l’Ambasciatore a fare appello per noi alla colonia Italiana di Tokyo. Mi scrisse una lettera poco lusinghiera in cui motivava il non fatto appello per l’ingiuria (dice lui) fatta alla nazione… perché noi vogliamo estraniarci dalla Patria. Gli ho risposto facendogli conoscere il nostro lavoro di propaganda, ecc… e che dopo tutto la sua lettera ci faceva molto onore e di questo lo ringraziavo. Ora che il dissidio era composto non c’era motivo che ci fosse fra di noi… Non c’è certo da spaventarci, ad ogni modo ho creduto opportuno informarla per eventuali bisogni.

Ah, mio buon Don Pedro, alzi davvero la mano, perdoni e preghi per questa povera missione. Ma specialmente preghi per la povera anima mia. Più procedo negli anni e più mi accorgo della mia povertà in tutto… Ah, bonum mihi, Domine, quia humiliasti me… Preghi preghi per questa povera anima mia che non desidera che di consumarsi in Lui…

Mi benedica e mi creda tutto

Suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



850 /Mooney Edward / 1931-11-26 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Miyazaki, 26 novembre 1931

Eccellenza Reverendissima,

Mi faccio premura di rispondere al suo prezioso biglietto del 24 c. m. in relazione alla nomina del Presidente del Consiglio centrale dell’Opera della Propagazione della Fede nella persona del M. R. Antonio Anoge.

Ben felice della scelta fatta di questo zelante sacerdote, do con sicura coscienza e ben volentieri il mio voto affermativo, sicuro che il prescelto adempirà bene il compito assegnato. Conosco personalmente lo zelo e la virtù e l’abilità del prescelto.

Al quesito di cui in Sua 204/31 dolorosamente non ho ancora alcuno da inviare. Utinam… sia quanto prima… Faxit Deus!

Ed ora una questione tutta personale, ma che credo utile affidare alla sua conoscenza, in caso di eventuali circostanze che richiedessero una spiegazione da parte di V.E.

Le relazioni fra noi e la R. Ambasciata italiana sono un po’ tese, né so se il R. Ambasciatore voglia modificare il suo contegno verso di noi. La ragione è chiara ed assai onorifica per noi come religiosi e missionari-sacerdoti.

La Regia Ambasc. era solita inviare a noi, come il nucleo più forte italiano in Giappone, i dispacci radiofonici che riceve dall’Italia.

In occasione del doloroso dissidio fra Fascismo e S. Sede, in alcuni bollettini, essendovi frasi e apprezzamenti che ritenni lesivi della nostra qualità di sacerdoti-missionari ed offensivi al S. Padre, pregai il Reg. Ambasc. a sospendere l’invio, motivando il desiderio, e tanto più che fra noi ci sono confratelli appartenenti ad altre nazionalità, che non potevano certo essere ben impressionati della cosa.

Non ricevetti osservazioni e cessò l’invio delle notizie.

In occasione però del recente terremoto credetti opportuno informare l’Ambasciatore della cosa, pregandolo inoltre di fare un appello alla colonia italiana di Tokyo, affinché volesse venire in aiuto ai danni sofferti nella nostra residenza di Miyazaki.

Solo a questa richiesta l’Ambasciatore rispose con una lettera che non gli fa proprio onore, che non avrebbe fatto appello perché noi avevamo in quell’occasione commesso un’offesa alla Nazione (addirittura…) e ci volevamo estraniare dalla Patria.

Gli ho risposto che la sua lettera ci onorava come sacerdoti e religiosi, e gli accennavo il non poco lavoro indiretto che avevamo fatto, non dimenticando di essere italiani.

Finora non ha risposto, né credo risponderà. Non do peso alle cose, ma siccome potrebbe darsi che V. E. venisse occasionalmente a sentire apprezzamenti al riguardo, ho creduto bene tenerla informata.

Siamo prima sacerdoti, e quindi figli della Chiesa, siamo salesiani e non vogliamo immischiarci in questioni politiche; siamo missionari e non vogliamo esser asserviti ad altro potere che a quello della S. Chiesa, nostra Madre.

Preghi per me, Eccellenza, e quando può pensi che Miyazaki combatte per il problema del pane quotidiano.

Il Signore La rimeriti della sua carità. Ossequi cordiali all’amabilissimo segretario.

Dell’E.V. Rev.ma

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

Sup. Miss.

851 /Van Rossum Guglielmo, card. / 1931-11-26 /


a Sua Em. Card. Guglielmo van Rossum, Propaganda Fide



MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI, GIAPPONE

Risposta alla lettera 3737/31


Miyazaki 26 nov. 1931

Eminenza Rev.ma,

Accetti il sentimento di filiale riconoscenza che anche a nome dei missionari mi sento in dovere di rivolgere all’E.V. per le consolanti parole con cui ha voluto dimostrare ancora una volta la sua bontà verso di noi, e più ancora perché ha voluto essere nostra Provvidenza in momenti in cui versiamo in vera necessità per il pane quotidiano. Grazie per la generosa elemosina e assicurazione della celebrazione delle Ss. Messe, sempre disposto a celebrarne quando l’E.V. ne offrisse. È anche questa una fiorita carità.

Il cuore buono dell’E.V. ci attribuisce meriti che noi certo non abbiamo ma l’impossibilità di ottenere per ora frutti vistosi, sono certo però nel desiderio e nella volontà di tutti, e nel rinnovato proposito di consacrare usque in finem tutte le nostre povere risorse per il lavoro affidatoci dalla Santa Sede. Sono davvero preoccupato dal momento attuale, ma mi confortano e il benevolo interessamento dell’E.V. e la sicurezza che la Provvidenza penserà ai suoi poveri figli.

Colgo l’occasione per umiliare all’E.V. a nome di tutti i missionari e di tutta la nostra cristianità gli auguri più sentiti in occasione delle prossime feste natalizie e di capodanno, assicurando l’E.V. che i suoi beneficati quotidianamente la ricordano al Signore nelle loro povere preghiere. Si degni di benedirci tutti, anche il nuovo rinforzo che la carità dei Superiori ci ha inviato (“2 sac., 5 scol., 1 coad., 2 suore”) ma specialmente chi si professa nel Signore

Dell’E.R. devotissimo

Sac. D. Vincenzo Cimatti, sales.

sup. miss.


A S.E. Rev.ma Card. Van Rossum

Roma


852 /Joyeusaz Abele / 1931-11-26 /


a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice



Takanabe, 26 novembre 1931

Carissimo,

Grazie della tua e congratulazioni… Fa’ l’obbedienza e… noli timere.

Ti ricordo sempre unitamente agli amici di Ivrea.

Allegro e buono e prega per me che verso più di te in angustiis, ma tutto per LUI, in isconto dei peccati e per la salvezza delle anime. Buon Natale e prega per noi.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.





853 /Circolare ai Missionari / 1931-11-30 /


ai Missionari salesiani della Missione Indip. di Miyazaki



[Miyazaki, 30 novembre 1931]

Carissimi,

Vi è noto l’arrivo dei nostri nuovi confratelli che la Provvidenza quest’anno ha inviato per la nostra missione. I Superiori a costo di gravi sacrifici ci sono venuti in aiuto anche in questa forma. Sia benedetto il Signore e di cuore siano ringraziati i Superiori; già mi sono fatto interprete dei vostri sentimenti sia verso i confratelli che verso i Superiori.

Avrete fatto e farete le accoglienze oneste e liete ai nuovi arrivati. Come abbiamo pregato per loro durante il viaggio, continuiamo a farlo ora ancor più intensamente, affinché il Signore voglia spargere di speciali benedizioni queste care speranze che così generosamente si sono a Lui consacrate per la dilatazione del suo regno in queste terre.

Mi faccio premura di comunicarvi due documenti che devono certo farci piacere. Il primo è di Sua Em. il Card. Van Rossum, Prefetto di Prop. Fide: “Dalla relazione annuale inviata a questa S. C. risulta il lavoro ampio e svariato condotto l’anno passato in cotesta missione secondo le sapienti e feconde direttive del Beato Don Bosco. Mi rallegro pertanto con loro degni figli di un tanto Padre, che hanno, tra l’altro, dato alla città di Miyazaki lo spettacolo nuovo di una solenne processione Eucaristica. Lodo ed ammiro l’attività svolta in particolare intorno alla formazione del Clero e alla diffusione della buona Stampa. Se i frutti non sono – per ora – vistosi, non mancheranno di maturare nell’avvenire, coronando lo zelo e l’attività dei Salesiani…”.

L’altro è un biglietto del nostro amato Sig. Don Ricaldone: “Ti prego di salutare tutti i confratelli di cotesta amata missione da parte mia. Li ricordo tutti e li benedico di gran cuore. Dirai loro che saranno felici vivendo uniti a Dio in costante carità e serena allegria. Di’ che studino, amino, imitino il nostro Don Bosco acquistandone lo spirito, calcandone le orme, facendolo rivivere nelle loro virtù ed opere. La cara nostra Ausiliatrice faccia scendere su tutti le più elette benedizioni. Vorrei scrivere in particolare a ciascuno, ma è impossibile. Supplisci tu…”. Ed intendo supplirvi con questa.

Sono arrivate o stanno per arrivare alle singole case le cose ordinate in quest’anno, o quello che i parenti o benefattori inviano ai singoli.

Siccome a Torino fecero per necessità di cose la spedizione un po’ affrettatamente, non è improbabile vi siano ammanchi o deviazioni d’indirizzo. Prego la buona volontà di tutti di pazientare, e fare i dovuti rinvii, e a segnalarmi quanto credete utile perché tutto riesca secondo i desideri o le singole necessità.

La festa dell’Immacolata che segna per noi la fine e l’inizio dell’anno di studio e che quest’anno viene a rivestire un’importanza tutt’affatto speciale per l’inizio del tirocinio dei nostri chierici, sia da noi celebrata con lo stesso spirito che animò Don Bosco negli inizi dell’Opera sua.

Affidiamo a Maria pratiche importantissime che sono in corso per il bene della Missione. Non dimentichiamo la prossima festa di S. Francesco Saverio.

Tutto vostro

Don V. Cimatti


854 /Tanguy Giovanni / 1931-11-30 /


a Don Giovanni Tanguy, missionario salesiano in Giappone


30 novembre 1931

Carissimo Don Tanguy,

Grazie di tutto. Veda di rispondere o far rispondere qualche cosa a questi due. Faccia in Domino.

Saluti cari a tutti e singoli. Faccia coraggio a tutti. Per Oka facciamo così. Lei sa che nella novena dell’Immacolata Don Bosco otteneva grazie speciali, ed in questa novena nelle nostre case gli elementi non buoni, per l’interecessione di Maria scompaiono. Affidiamo la cosa a Lei.

Quel professore può venire? Idem per la scuola? Affidiamo a Maria la questione Osafune: bisogna anche questo deciderlo.

Cominci a vedere se a Nakatsu ci fosse qualche professore (mediante il fotografo) per la scuola dei chierici, in attesa che Roma…

Scrive Don Tomasetti che lavora intensamente per noi… animo.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

855 /Grigoletto Giuseppe / 1931-11-30 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Takanabe, 30 novembre 1931

Grigoletto carissimo,

Grazie della tua carità, a mezzo di chi hai mandato? Ho proprio bisogno che la Provvidenza faccia dei miracoli, se no non me la cavo. Deo gratias! Et bonum mihi quia humiliasti me, Domine.

Auguri per le ordinazioni prossime e future e… fatti buono che è ora… ma non far debiti per noi… Oh che brutta cosa i debiti.

Scrivo a quelli che mi dici, del resto fa’ tu le mie parti ai benefattori ed oblatori (specie al Direttore, Don Levato, Don Lorenzoni, ecc. ecc.).

Qualsiasi denaro serve. Raccogliti bene bene per la Messa… e non pensare troppo (saldo nella preghiera) al Giappone. Presenza di Dio e amore.

Buone e sante feste ed il Signore ti benedica.

Ti abbraccio di cuore

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sals.


P.S. - Non so quando potrò inviare quanto desideri non avendo ora la possibilità di passare ad Usuki. Ossequi e grazie al Sig. Parroco.


856 /Rinaldi Filippo / 1931-12-2 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



2 dicembre 1931

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Rinaldi,

Sono i primi Vespri della festa di S. Francesco Saverio, e in occasione della festa e per l’esercizio della buona morte, voglio intrattenermi un po’ con Lei.

Sono giunti i nuovi, e di nuovo ringrazio i Superiori della carità usataci, non sono ancora in sede, ma in giro per la missione pel semplice motivo che fino all’Immacolata gli studenti non terminano lo studentato e quindi… non starebbero tutti in casa. All’Immacolata tutti uniti e poi separazione.

Invio al Sig. Don Gusmano le note per il catalogo sottoponendole all’approvazione dei Superiori. Non sapendo il personale che arrivava e quindi di che cosa potevo far conto e come utilizzare – dovendo per necessità aprire Tano e Beppu come residenze missionarie, non avendo direttive dai Superiori – ho fatto come meglio potevo d’accordo coi consiglieri, e avanti nel Signore.

Salute di tutti discreta – vari molto stanchi: Don Tanguy, Don Cavoli, Don Margiaria… ma l’entrata dei chierici nel lavoro darà un buon riposo. Non è da credere che il lavoro sia eccessivo da morire. Nel prossimo anno se i superiori aiutano si possono aprire nuove residenze, ed è necessario se si vuole che i confratelli lavorino e se si vuole concludere qualche cosa nel campo dell’apostolato. Mi pare di notare buona volontà e buon spirito in tutti.

Per me al solito: buona salute, lavoro non manca – la volontà costante – il Signore mi viene crocifiggendo, ma probabilmente è solo l’inizio.

La nostra situazione è nelle mani della Provvidenza, totalmente. Se anche Roma risponde negative possiamo proprio dire che dalla parte umana siamo ben serviti… E allora non c’è che il miracolo della Provvidenza che in forme eleganti fa sì che non siamo schiacciati… Ad es. chissà se a Lei un creditore di settanta mila lire, che Lei deve sborsare entro il 25 dicembre 1931 (e che non ha di certo) un bel giorno le ha detto: “ho bisogno urgente di cinquemila, seimila Lire, che fra giorni restituirò puntualmente. Potete imprestarle?”. Ho detto alle case: “Sospeso il sussidio per una settimana…”, e ho fatto il prestito. È proprio di questi giorni… Oh, la Provvidenza!

Abbiamo un settemila lire per il vino (e probabilmente dovremo adottare il regime secco…) per fine d’anno. Il creditore si accontenta con lettera, di oggi di mille al mese. Insomma la carità del buon Don Torquinst dell’anno scorso ci ha ridotto al verde. Esperienza, esperienza! Il Signore ci ha fatto capire che non sono i soldi che fanno, ma Lui… Pensare che non avevamo un soldo di debito (salvo che coi Superiori) e chiudiamo con un deficit (sia pur pagabile in 5-6 anni) di circa mezzo milione.

Oh, caro Signore aiutateci. Picchio con fede alla porticina del tabernacolo ed il Signore deve ben aiutarmi. Dai Superiori (non potendo venirci in aiuto materiale) domando almeno aiuto di consiglio nei vari problemi che ho loro sottoposto, e sia fatta la volontà di Dio in tutto.

L’importante è che siamo buoni. Ho finito ora l’esame di coscienza. Ho bisogno di insistere di più sui miei doveri di superiore religioso ed ecclesiastico (specialmente nello zelare il bene e nella correzione fraterna) e di insegnante (preparazione alla scuola) e di missionario (preparazione alle prediche), ma che vuole? Avrei bisogno di rifare tutto da capo, data la mia impreparazione precedente. E ormai la testa è dura, e purtroppo l’assimilazione scarsa assai. Fiat voluntas Dei.

Per stavolta ho finito. In questa quindicina, assestamento generale poi feste di Natale – inizio d’anno.

Il Signore ci aiuti colla vigile protezione di Maria e del nostro Don Bosco. A Lei, che con cuore paterno segue le miserie di questo povero prete e quelle della nostra missione, gli auguri delle sante feste natalizie e l’assicurazione che i suoi figli più poveri e più lontani vogliono essere sempre perfettamente salesiani.

Ci benedica tutti e preghi e faccia pregare per noi, ma specialmente pel

Suo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


857 /Ricaldone Pietro / 1931-12-3 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 3 dicembre 1931

Molto Rev. Sig. Don Ricaldone,

Di nuovo buone e sante feste. Sto prendendo contatto coi nuovi arrivati e a tempo opportuno riferirò. La prima impressione è buona. Certo sono animati tutti di buona volontà. Anche i sacerdoti mi sembrano ottimi acquisti.

Preghi il Signore che Don Cimatti come al solito non guasti nulla del lavoro degli altri.

Novità speciali nulla. Per dar lavoro a tutti in maniera sufficiente (non distogliendo troppo dallo studio della lingua) si è resa necessaria l’apertura delle due residenze di Beppu (subito) e Tano (un po’ più tardi – appena saprò da Roma la risposta per il seminario e un prete sia libero).

Vi avrei proposto a Beppu Don Escursell, e a Tano Don Lucioni. Non si tratta di vere case, ma di residenze missionarie. Porta con sé un piccolo accrescimento di spese, ma è una necessità. L’uno e l’altro hanno modo di fare propaganda e venire in aiuto alla povertà. Metterei con loro un chierico, e forse a Beppu un coadiutore o un aspirante. A Tano c’è sul posto un giovinotto giapponese che col catechista può fare servizio.

Mando in aiuto a Don Tanguy all’aspirantato di Nakatsu Don Carò, e Don Marega a Oita con Don Margiaria. Don Marega avrà così la possibilità più che a Takanabe di studiare (mi pare riesca bene). Ci divideremo la materia dello studentato come meglio si potrà. Don Marega è carattere assai difficile – ma stima Don Margiaria – Don Margiaria lo desidera e spero andranno d’accordo.

Questi sono i massimi cambiamenti e domando l’approvazione e la sanatoria in caso di sbagli.

Ero sempre in attesa di consigli da parte dei Superiori – non sapevo la qualità del personale in arrivo (ho già scritto ai rispettivi ispettori) in attesa di decisioni da Roma, non riuscii che a combinare così. Mi aiutino i superiori.


Con consigli al riguardo.

Con consigli sul modo di toglierci da questa situazione della lotta per il vivere (perché ora il problema è tutto qui).


Preghi e faccia pregare per me. Nuovamente a nome di tutti buone e sante feste natalizie coll’assicurazione di preghiere vivissime. Mi benedica con tutta l’anima.

Don V. Cimatti, sales.

858 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-12-3 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Missione Indip. di Miyazaki


3 dicembre 1931

Rev.ma Madre,

Spero presto si possa aprire la povera e piccola nostra missione di Beppu (dopo la festa dell’Immacolata) e conviene che studiamo insieme il modo migliore perché tutto proceda bene per la maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

Per non perdere tempo, perché la data si avvicina, Le sottopongo alcune proposte, che da Lei vagliate, corrette, fatte le aggiunte daranno modo di regolare con comune soddisfazione i reciproci obblighi e addivenire – se del caso – ad una convenzione, non tanto per noi, che siamo sempre d’accordo, purché il bene si faccia, ma specialmente per i subalterni e per quando non ci saremo più noi.

1.- È il caso di stabilire un onorario? Mi pare che nell’ultima volta che si era parlato di questo argomento con Suor Carmela, avevamo accennato che in Italia – se non erro – davano un onorario di Lire 100. Pregherei se possibile di aumentarlo a Yen 150, o in sua vece incaricarsi del bucato della casa (due o tre confratelli al massimo) e della chiesa, rimanendo l’onorario a Yen 100.

2.- Occorre conoscere i desideri delle Rev. Suore per il servizio religioso. Considerando la casa come un convento, posso autorizzare il sacerdote a binare alla domenica e feste comandate – raccomandando alla comunità che nelle grandi feste partecipi coi cristiani e pel buon esempio e per dare maggior impulso alla fede dei medesimi. Il sacerdote celebrerà ogni giorno la santa Messa nella casa delle suore, ma siccome c’è la piccola comunità salesiana, fino a che non sia possibile avere un altro prete, le suore dovranno permettere che i confratelli vengano nella loro cappella, e che almeno una volta (se due meglio) alla settimana le Rev. Suore discendano per la Messa alla Missione.

3.- Il sacerdote di Beppu è il confessore ordinario. Desiderandolo le Suore, oltre al confessore straordinario in occasione delle tempora (stabilirei il Sig. Don Tanguy) anche mensilmente da Oita potrebbe venire Don Margiaria o altri e in questa occasione potrebbero tali confessori straordinari tenere una conferenza alle aspiranti. Don Cimatti fa il proposito (che non sa se potrà mantenere) di fare una visita mensile anche a Beppu e in quest’occasione, come in altre è a disposizione per quanto concerne al bene spirituale della comunità. Come pure non è alieno in altre circostanze di partecipare a feste o altro, purché preavvisato per tempo.

4.- Vi saranno certo altre cose cui pensare, che però non conosco, e prego di tenerne conto nelle controrisposte.

Siccome mi occorre pensare al vecchietto, attuale custode della missione (e che se vi si stabilisce una comunità non è più necessario), prego significarmi se le Rev. Suore intendono utilizzarlo in qualche cosa. È un uomo di fiducia, è vecchio e se si volesse iniziare un piccolo ricovero (naturalmente la missione passerebbe un mensile) o se le suore volessero utilizzarlo per lavori, commissioni o altro a loro carico, sarebbe certo una fiorita carità. L’età dell’individuo è più che sufficiente garanzia per l’Istituto, e forse non è difficile trovare modo di alloggiarlo in qualche camera.

Come vede sono le proposte che mi vengono in mente al momento e che valutai così in genere con qualche confratello, ma sono lontano assai dalla perfezione, tanto più che non conosco i veri bisogni della Comunità di Beppu. È per iniziare qualche trattativa, e più presto si potrà concludere più presto si inizierà il lavoro.

Siccome Don Cimatti è debitore delle Rev. Suore, non ha difficoltà, se si ritiene conveniente, di mettere a conto tale piccola entrata a estinzione del grosso debito, che certo estinguerà. Preghi la Divina Provvidenza che possa farlo assai presto.

Arrepta occasione, a voce o per iscritto abbia la bontà di rispondere alle proposte. L’avvicinarsi della bella festa della Mamma nostra mi dà modo di augurare a Lei e a tutte le sue figliuole le più elette benedizioni sulla sua comunità. Maria ci faccia tutti veramente suoi e ci conceda di dare, nonostante le gravi difficoltà del momento, un grande impulso alle opere di apostolato che abbiamo fra mano. Coraggio a Lei e alle sue figliuole. Buttiamoci con filiale confidenza nelle mani della Madonna e anche con grande energia di intenti al lavoro di apostolato. Niente paura. Il Signore è con noi. Preghi e faccia pregare per questo povero prete, che con affetto riconoscente si dice:

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti


P.S39. - Eccole l’arretrato mese di Novembre. Che vuole, il nostro creditore mi domandò un prestito che puntualmente restituì oggi… È un bel caso. Sono le eleganti disposizioni della Provvidenza che giuoca coi suoi poveri figli.


Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



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859 /Filippo Rinaldi40 / 1931-12-5 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 5 dicembre 1931

Amatissimo Padre,

Grazie a Dio i figliuoli sono giunti sani e salvi, e col ringraziamento più vivo al Signore unisco pure quello sentitissimo ai Superiori per la vera predilezione che e dal punto di vista spirituale con l’invio di questi cari confratelli, ed anche con l’aiuto materiale hanno dimostrato alla nostra povera missione. Grazie dei preziosi sussidi. Nell’ultimo dell’anno ho voluto consacrare la nostra missione al Sacro Cuore di Gesù, e spero proprio che questo dolcissimo Cuore si piglierà a cuore la conversione di queste povere anime, ed aiuterà i nostri cari confratelli ad un vero rifiorire di perfezione religiosa. Quanto alla parte materiale è da tempo che mi sono buttato pienamente nelle mani di Dio e avanti sempre senza paura. Quanto al resto Lei sa che Don Cimatti desidera le croci (non quelle d’oro… che per me sono ornamenti sprecati… intendo per me…) e dico volentieri al Signore con San Francesco Saverio… PLURA PLURA… ed il Signore non me le risparmia… e di ogni genere… Ma che cosa sono queste in confronto di quelle che dà a tanti altri?

Per ora tutti sono allogati e a bocce ferme le parlerò di varie cose che dovranno presto diventare realtà concreta. Lei continui ad aversi dei riguardi alla salute e a dare il buon esempio in questo anche, se no se si ammalano i Superiori noi potremo essere autorizzati a esserlo noi pure, e ciò non va bene. Dopo domani finisce il triduo di apertura dell’anno e comincia l’anno nuovo scolastico per questi cari figliuoli. Preghi per noi.

Nella prossima lettera ripiglierò la consuetudine di fare un po’ di rendiconto mio e un resoconto dei confratelli. Per questo mese per me novità nessuna, sia dal punto di vista spirituale che materiale. Mi pare continui la buona volontà in tutto, colle solite deficienze mie, che ho buttate nel cuore di Gesù e della Mamma e in don Bosco… Bisogna pure che facciano loro tutto.

Amato padre, grazie di tutto. Non voglio ritardare le lettere di questi cari figliuoli e la relazione mensile per il Bolettino. La novità di questo mese è che alla fine del mese per la festa di S. Francesco di Sales lanceremo in Giappone il Manuale dei cooperatori tradotto in giapponese per iniziare un po’ di lavoro per la costituzione ufficiale dei cooperatori salesiani. Preghi perché D. Bosco lavori bene e faccia sì che questa iniziativa dia quei frutti spirituali che voleva D. Bosco nel fondarla. Tutti vogliono esserle particolarmente ricordati e più di tutti il suo

Aff.mo figlio

D.V. Cimatti




860 /Mooney Edward / 1931-12-7 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Miyazaki, 7 dicembre 1931

Eccellenza,

Con l’animo profondamente addolorato annuncio all’E.V. la morte del nostro Rettor Maggiore Sac. Filippo Rinaldi, avvenuta a Torino il 5 c. m.

Voglia degnarsi di suffragare nelle forme che crede bene questo veneratissimo superiore, che fu sempre per noi un vero Padre e che prediligeva questa povera missione, che raccomando vivamente alla carità di V. E.

Con vivo ossequio

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

861 /Merlino Alfonso / 1931-12-7 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Takanabe, 7 dicembre 1931

Merlino carissimo,

Presto si accrescerà la famiglia e per te anche il lavoro di cucina. Fallo volentieri per il Signore e appunto perché ti costa ne avrai maggior merito.

I chierici porteranno un grande aiuto. Don Margiaria (come prima Don Piacenza, Don Cimatti) ti ha certo fatto raccomandazioni.

Quelli che vengono sono giovani che hanno bisogno di cibo, certo più abbondante di noi vecchi, vario, ben confezionato (e questo lo fai già). Minestra: falla più abbondante – non manchi il pane (pane e minestra… così ha voluto Don Bosco). Insomma fa’ da buon S. Giuseppe e vedrai la contentezza in tutti. Può essere che presto possa darti un aiuto, ma per ora non è possibile.

Prega e fa’ pregare per me.

Tuo sempre aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

862 /Ricaldone Pietro / 1931-12-7 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 7 dicembre 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Ricevuto ieri (domenica) il doloroso annuncio.

Proprio al sabato avevo ricevuto lettera dal compianto Sig. Don Rinaldi “solo due parole perché il cuore funziona male. Don Ricaldone mi ha detto che scriveva lui il resto…”, e dubitai della catastrofe e… nella Messa mi venne il pensiero… Fiat voluntas Dei.

Tutti i cristiani pregarono (e fu bella occasione, essendo domenica). Segnalai subito la cosa alle autorità, amici, giornali. Si fanno nelle case i prescritti suffragi, faremo la trigesima solenne a Miyazaki.

Ed ora, amatissimo Sig. Don Ricaldone,41 affido l’anima mia, le cose nostre, i miei alla sua carità e bontà. Sia per noi un altro Don Rinaldi.

A nome dei confratelli tutti assicurazione di sforzo maggiore per consolarla, ed essere veri salesiani.

Le accludo per norma la lettera del Sig. Don Rinaldi.

Il soccorso di Don Fontana fu di 240 Yen. Non quello promesso e atteso. D’altra parte nelle condizioni attuali non possono… Come Lei può pensare noi abbiamo bisogno per metterci a posto, di grande carità, perché quanti avevano promesso di aiutarci, per ragionevoli motivi (Don Torquinst, Superiori della Cina e altri – attendo la risposta da Roma) non possono più mantenere gli impegni.

Qualsiasi prestito allarga i buchi. Lei ha certo il memoriale dettagliato (di cui la copia anche al Sig. Don Giraudi) in cui sono indicate le miserie, speranze nostre, domande di consiglio su punti essenziali.

Quindi con fiducia immutata nella Provvidenza e nei Superiori attendo… Ma si assicuri che versiamo in “magnis necessitatibus” e se non affoghiamo… è un miracolo. Ormai anche l’onore va a gambe levate. “Bonum mihi quia humiliasti me…”. Mi benedica con tutta l’anima.

Quanto alla guerra è lontanissima da noi. Le conseguenze sono la miseria crescente di questo povero popolo.

Preghi preghi e faccia pregare. Ossequi a Lei e a tutti i Superiori e buone e sante feste.

Suo povero figliuolo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



863 /Circolare Salesiani / 1931-12-7 /


ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio in Giappone



Miyazaki, 7 dicembre 1931

Carissimi,

Avete ricevuto il doloroso annuncio della morte del nostro Veneratissimo Rettor Maggiore.

La prima parola che mi viene spontaneamente è che abbiamo perduto un Padre amatissimo. Egli prediligeva la nostra povera missione e la sua prima preghiera mattutina era per noi.

Mi scriveva proprio nell’ultima sua: “Preghiamo che tutto riesca ad M. D. G. e per il bene delle anime…”.

Fate nelle forme che credete più opportune i suffragi prescritti. Più tardi si farà a Miyazaki il solenne funerale di trigesima colla rappresentazione di tutte le case.

Incarico Don Tanguy a tessere in quella circostanza l’elogio funebre. Don Margiaria pensi a darne l’annuncio sul “Don Bosco”.

I sacerdoti dispongano liberamente della S. Messa.

Pregate pure per me e per il buon esito di pratiche che sono proprio in questi giorni discusse a Roma per la nostra Missione.

Vostro devotissimo

Don V. Cimatti, sales.

864 /Mooney Edward / 1931-12-7 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Miyazaki, 7 dicembre 1931

Eccellenza Reverendissima,

L’approssimarsi delle Ss. Feste natalizie e di Capodanno mi danno modo anche a nome dei miei confratelli di augurare all’E.V. che con tanta carità soccorre i poveri figli di Don Bosco, ogni più eletta benedizione e l’assicurazione delle nostre povere preghiere per l’E.V. specialmente in questa circostanza.

Sono arrivati i nuovi confratelli e così si aumenta la nostra famigliola e con questo anche la possibilità di aumento della sua carità, date le circostanze davvero critiche in cui ci troviamo, aumentate al momento anche dalla scomparsa del nostro Rettor Maggiore.

Come già dissi, quando l’E.V. ne ha disponibilità non dimentichi il povero Don Cimatti e la sua famiglia.

Le annuncio pure che dietro mia lettera l’Ambasciatore è ritornato sui suoi passi e spero che non si verificheranno più tali situazioni.

Domando pure il suo consiglio sull’acclusa questione che è in relazione quindi con la circolare 8/31 del 26 gen. del suo predecessore.

È il caso di favorire l’invito del Sig. Warren, pastore protestante di Miyazaki? O intende V. E. nelle forme che più ritiene utili farsi centro di propaganda di questo problema (= abolizione della prostituzione) che certo interessa assai? E di cui tutti sentiamo l’urgenza?

Per ora rispondo genericamente al Warren e gli dico che ho domandato il parere della competente autorità.

Se l’E.V. crede opportuno che noi appoggiamo subito basta che telegraficamente o nella forma che l’E.V. ritiene opportuna mi dica: “Sì”, oppure “No”. Nelle nostre zone nessuno è comparso alle nostre varie residenze per domandare informazioni. Ne avevo preavvisato i missionari già da tempo. Il Warren mi dice che il collettore di queste notizie è suo amico. Parlando personalmente con lui mi fece l’impressione che sia un movimento suo personale; mi dice inoltre che ha già raccolto un 60.000 adesioni.

Nuovamente augurando le più elette benedizioni, voglia credermi:

Dell’E.V. Rev.ma

Devotissimo

Don V. Cimatti, sales.

Sup. Miss.


865 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-12-10 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu


[10 dicembre 1931]

Rev. Madre,

Grazie del delicato pensiero. Ho annunciato alle autorità, amici, ecc. il nostro lutto. [Morte del Rett. Magg. Don Rinaldi].

Per la trigesima faremo gran funerale a Miyazaki colle rappresentanze delle case. Grazie delle loro preghiere.

Avevo proprio sabato ricevuto lettera dal Sig. Don Rinaldi: “Due parole sole perché il cuore fa molto male… Le vostre pene e gioie sono le mie… Preghiamo che tutto riesca per la maggior gloria di Dio e per la salute delle anime”.

Oh, abbiamo perduto un vero padre difficilmente sostituibile.

Per norma accludo… Sarà bene inviare auguri cordiali per Natale agli Istituti religiosi che Lei conosce…

Inoltre favorisca mandare al sottoscritto o direttamente al Console a Kobe i dati delle due nuove…

Con vivo ossequio.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


866 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-12-11 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Takanabe, 11 dicembre 1931

Rev. Madre,

Grazie della sua carissima e dei dati che invierò al R. Console.

1.- Quanto ai documenti che desidera, da lungo tempo a Lei e a Torino scrissi per vedere come fare per il trapasso della proprietà (anche dal punto di vista legale). Attendevo risposta. Momentaneamente le carte sono a Oita pel nostro affare di questi giorni.

È nostro vivissimo desiderio che presto tutta la cosa passi direttamente nelle loro mani. Lunedì spero di andare da quelle parti e portando indietro le carte, ordinare tutto in attesa di poterle consegnare – in attesa pure di disposizioni da Torino domanderò che occorre per il trapasso legale e più presto anche questo si potrà regolare sarà meglio. Unisco per ora la dichiarazione privata che Lei giustamente domanda.

2.- Idem sto preparando le note che desidera per i suoi conti. Queste subirono dei ritardi in attesa di sapere qualche cosa del pagamento al Sig. Inoue, che spero sarà stato fatto o sarà presto per farvi. Spero inviare presto il tutto.

3.- Da Torino ho ricevuto dal Consiglio Generalizio risposta negativa alla proposta di compera per parte della Congregazione delle Figlie di Maria A. dell’asilo e terreno, per mancanza di fondi, data la crisi mondiale. Siccome non posso rilevare dal contenuto se sia desiderata la cosa dal Consiglio e da Lei, la prego a chiarire alle Superiore la possibilità che se anche la compera non si può effettuare ora, si potrebbe effettuare nel 1932 anche in rate a convenirsi. Scrivo in tal senso domandando se escludono la possibilità della cosa o se pensano che si possa riuscire. Lei scrivendo esponga quanto crede per il bene. Naturalmente lo scopo è di aiutare noi e loro.

4.- Avvicinandosi la fine d’anno e quindi la scadenza della Convenzione per l’Asilo, penso che per i vicendevoli vantaggi di proporle alcune modificazioni che propongo alla sua considerazione con quelle controrisposte che crede necessarie. Al più presto liquidata la questione del municipio che deve fissare definitive l’estensione del terreno, spero sarà risolta anche la questione della casa. Davvero che l’uomo propone e Dio dispone.


Preghi per me. Si passano davvero momenti angosciosi per questa benedetta finanza. Con vivo ossequio e salutando e benedicendo caramente tutte mi dico:

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Benché avrò occasione di fare a voce, voglio essere dei primi a fare a Lei, alle consorelle gli auguri vivissimi per le buone feste.

Faccia le mie parti anche al personale dell’asilo. Può pensare se mi ricordo di loro… ogni giorno… ogni giorno… Preghino pure per me.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


Appendice

Il concetto ispiratore delle modificazioni alla Convenzione (come dalla proposta purtroppo non potuta accettare a Torino) è quello di gradatamente mettere le suore in quel campo di libera attività, che ho supposto non potessero immediatamente esplicare agli inizi per le note difficoltà, che proviamo ancor noi dopo vari anni di lavoro.

Qualche nota esplicativa (che non entra nel corpo della Convenzione) l’ho già notata nelle proposte. Aggiungo qualche altro pensiero.

Sembra che due suore siano sufficienti ad esplicare il lavoro indicato (non facendo scuola).

La frase “lavoro da farsi indirettamente…” si riferisce al lavoro missionario che certo non cessa nelle ferie scolastiche, anzi diventa sotto un certo rispetto più intenso.

Per le ostie assume volentieri lo studentato (che all’iniziarsi dell’anno prega siagli inviata la macchina). Non è per ora possibile pensare all’impianto diurno della luce nell’asilo.

Al momento attuale di crisi (paragonando anche le spese nostre) pare sufficientemente esatta la somma di Yen 30.

Se potessimo iniziare col primo Gennaio, mi pare andrebbe bene. Mi pare che le proposte possano dare modo di esplicare una grande attività, che ben condotta nei tre mesi prima dell’inizio dell’anno, darà modo di attuare una buona infornata di allievi per il prossimo anno.

Nell’attesa prego Maria A. e Don Bosco che facciano scegliere quanto è utile per il bene e per la gloria di Dio.

Don V. Cimatti, sales.

867 /Ricaldone Pietro / 1931-12-15 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore42



Miyazaki, 15 dicembre 1931

M. R. Sig. Don Ricaldone,

Non può credere quanto la dolorosa notizia della morte del nostro amato padre Don Rinaldi abbia colpito noi tutti. Ne diedi notizia alle autorità e a quanti conoscono già l’opera nostra, ed un fascio di lettere è sul tavolo, lettere improntate al sentimento delle più vive condoglianze per la perdita, assicuranti l’unione dei cuori nella preghiera. Molti che conoscevano personalmente il nostro Rettor Maggiore vollero aggiungere elogi sentitissimi ed assicurazioni di un più vivo attaccamento all’opera nostra. Il Signore dia il premio ben meritato al Padre buono, solerte e forte; soave e caritatevole; e a noi la volontà di imitarlo.

Che dire di noi? Ci dibattiamo nelle vorticose spire della crisi e del dissesto economico mondiale, affidandoci alla materna bontà della Provvidenza, che non verrà meno, ne sono certo, e aiuterà i suoi poveri figli. Si passano ore d’angoscia, d’incertezza – è giocoforza arrestare molto del lavoro – si corre rischio di perdere il prestigio, non potendo far fronte agli impegni!… Oh quante battaglie perdute… Ma così permette per i suoi fini la Provvidenza ammonitrice, purifìcatrice. Quanti insegnamenti per questo stato di cose! Prudenza e soprattutto umiltà – previdenza e maggior convinzione (se fosse necessario) della inanità delle provvisioni e previsioni umane… La base LUI e solo LUI. Dio che fa, che opera, che provvede… E insieme a questo materialume che purtroppo assilla e tormenta (eh! siamo ancora uomini e quanto!…) la difficoltà del lavoro contrastato passo passo da un mondo di circostanze, di idee, di accuse trite e ritrite contro il cattolicismo, fatte rivivere da quanti (e non sono pochi) hanno interesse a fare sì che il regno di Dio non si estenda.

Le accuse, le obiezioni contro la religione cattolica del tempo di S. Francesco Saverio sono più che mai vive e tenute vive nel cuore di questo popolo, che, specialmente nelle città, villaggi lontani dai grandi centri popolosi o industriali o di cultura è ancora l’antico popolo giapponese.

Sto raccogliendo con l’aiuto dei confratelli come già scrissi, il materiale per la storia della nostra missione. Eccole la traduzione di un decreto di persecuzione contro i cristiani della zona di Nagasaki emanato 251 anni fa, tradotto da un vecchio libro di storia dal nostro Don Margiaria. Molto dello spirito di valutazione della religione cattolica che traspare dal testo e più fra le righe, è purtroppo ancora nella massa del popolo giapponese. “I missionari sono qui per impadronirsi del Giappone… Sono qui per sfruttare…”. Ecco il testo… [Si omette, è scritto a mano da altri, si trova nel Bollettino Salesiano, sotto indicato].

Ad ottenere che la nostra cara Madonna pigliasse sotto la sua protezione le cose nostre e questo stato così anormale in cui ci troviamo, si è voluto solennizzare la festa dell’Immacolata fra l’altro, con la processione notturna “aux flambeaux”. Era la prima volta che la statua della Madonna faceva la sua apparizione per le vie della città, fra centinaia di fiammelle che al ritmo dell’Ave cantato dai vari cori, si levavano al cielo, mentre portato dalle Socie dell’Associazione femminile di Miyazaki incedeva maestoso il simulacro della Vergine.

Sullo spiazzo della chiesa tutta la famiglia cristiana di Miyazaki e molti pagani, animati dalla calda parola di Don Cavoli, esplode nel potente grido di “Viva Maria!”, “Viva l’Imperatore!”, congiungendo in devoto connubio religione e patria.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, Lei che de visu ha constatato il bene immenso che si può fare a queste anime, e che conosce assai bene di quali mezzi formidabili disponga questo impero per le opere di educazione, ci venga in aiuto per toglierci da questa criticissima situazione che significa arresto, arretramento, perdita… Ci ottenga dalla carità dei buoni quei mezzi che valgano almeno per sostenere le opere iniziate e per vivere.

Con affetto filiale,

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.




868 /Circolare salesiani / 1931-12-15 /


ai Missionari salesiani della Missione indip. di Miyazaki



[15 dicembre 1931]

Carissimi,

L’avvicinarsi delle belle feste natalizie mi dà modo di esprimervi i miei poveri auguri per le buone feste e per il capodanno e l’assicurazione della mia continua preghiera per voi. Il mio augurio è assai semplice “che possiamo in quest’anno fare un passo decisivo in avanti nella nostra perfezione”. Preghiamo vicendevolmente per questo scopo.

Non mancate a nome mio di porgere gli auguri miei a quanti direttamente o indirettamente hanno fatto o fanno a noi del bene nelle singole case e residenze e assicurarli della mia imperitura riconoscenza e delle mie quotidiane preghiere.

Ed ora alcune comunicazioni.

Per maggior comodità di comunicazione d’ora in avanti ogni residenza invii quanto crede pubblicabile sul “Giornale cattolico”, direttamente alla redazione del giornale. Per pubblicazioni soggette alla revisione stabilisco come revisori per la missione i membri del Consiglio e Don Marega.

Essendovi ancora cose giacenti pervenute da Torino prego inviare con cortese sollecitudine le note richieste. Quanto pervenne con destinazione personale fu consegnato.

Vi domando l’elemosina per le nuove residenze di Beppu e Tano che bisogna dotare di tutto. Se in qualche casa vi fossero oggetti che non si usano (specie cose di chiesa, libri, oggetti di cancelleria e cucina, biancheria, ecc.) favorite inviare al più presto o alle nuove residenze o al sottoscritto. Il Signore benedirà questa carità che i poveri fanno ai loro fratelli più poveri.

Vi assicuro che al momento attuale le due residenze sono in perfetta povertà. Grazie di quanto potrete fare per i vostri fratelli.

Si dia grande comodità ai confratelli per le confessioni – così pure ai nostri giovani e ai cristiani. Miyazaki, Takanabe, Tano, Oita, Beppu e Nakatsu possono aiutarsi assai bene. Lo si faccia con frequenza specie in occasione dell’esercizio della buona morte e di feste speciali.

Il Signore ci benedica e fecondi l’iniziato lavoro coll’aiuto dei nostri chierici.

Pregate per me e per l’anima mia e per le varie pratiche in corso per il bene della Missione.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


869 / Ignoto vescovo o arcivescovo43 / 1931-12-16 /


a S.E. Mons. Vescovo (o Arcivescovo)


Miyazaki, 16 dicembre 1931

Monseigneur,

À l’occasion de la nouvelle année, la petite famille salésienne du Japon vous offre, avec une joie reconnaisante pour les bienfaits reçus, ses meilleur voeux de sainteté et de bonheur.

Que le bon Dieu continue de soutenir votre activitè et de benir votre apostolat pour régner toujours mieux dans les âmes qui vous sont confiées.

Avec leurs souhaitè les plus sincères recevez encore, Monseigneur, l’expression de toute la reconnaissance des Pères salésiens, et, toujours unis dans la verité et dans la charité, continuons de travailler pour la plus grande glorie de Dieu. Votre tout devoué en N. S.

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. Encore une fois bonne et sainte année. Et veuillez agréer mes pauvres souhaits, l’assurance de mon religieux dévouement.

La famille Salésienne de Don Bosco.






870 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-12-16 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



16 dicembre 1931

Rev.ma Madre,

Sono di ritorno da Beppu. Risultato:

1.- Non vera ipoteca, ma scrittura legale fra il Sig. Inoue e noi.

2.- Furono pagati gli interessi dal 17 m. p. al 14 c. m. e i danni valutati a Yen tre, al giorno – più le spese scrittura. Totale Yen 184,30.

Fino al 25 c. m. si può attendere a sborsare Yen cinquemila corrispondono cinque sen al giorno per o/o Yen e la diaria solita di 3 Yen.

3,- Se non si paga al 25 c. m. gli interessi salgono al doppio.

4.- Del rimanente il 5% – se non si versa entro il 31 marzo p. si pagherà l’8%. Come vede non navighiamo in buone acque… e bisogna che cerchiamo di accelerare se non vogliamo annegare… e morire.

È un colpo gravissimo all’onore di noi tutti e come salesiani e come missionari e come europei.

Non comprendo come Don Torquinst non l’abbia capito. Il Signore ci vuole umiliare e sia fatta la sua volontà.

Se già è arrivato il denaro (non so quanto corrisponderà al cambio) faccia fare subito uno chèque alla banca, su Banca (intestato “Inoue” o al portatore) di Beppu ed invii subito a Don Margiaria, che porterà direttamente al Sig. Inoue per avere la ricevuta. Se c’è sufficienza favorisca pagare gli interessi e la diaria – se no faremo noi.

E preghiamo il Signore che si degni di aiutarci.

Suo dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


871 /Merlino Alfonso / 1931-12-16 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[Takanabe, 16 dicembre 1931]

Merlino carissimo,

Buone e sante feste. Ti assicuro un ricordo speciale affinché Gesù ti faccia più interamente suo e ti conceda ogni bene.

Ringrazia e saluta sempre per me mamma e sorella.

Tengo presente per le Ss. Messe.

Allegro e buono.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


872 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-12-17 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu



Takanabe, 17 dicembre 1931

Molto Rev. Madre Superiora,

Grazie della sua del 15. c. m. in relazione alla decisione favorevolissima per noi. Un unico dispiacere, che non abbiano potuto accettare le proposte che mi parevano buone; ad ogni modo, prego il Signore che mi dia presto modo di poter regolare questo servizio, in modo che sia proprio comodo anche per loro.

Scrivo a Don Pedro:

1.- che si accordi colla superiora di Beppu per il giorno più comodo per la Messa in casa,

2.- che si accordi per l’ora più comoda per la Messa alla Missione,

3.- e per l’epoca di iniziare il nuovo regime.

4.- Tutte le volte che vi fosse qualche missionario nostro o altro, combini per la Messa in casa e confessioni (scrivo nello stesso senso a Oita).

5.- Per le confessioni ordinarie delego Don Escursell.

Per le confessioni straordinarie Don Tanguy (gliene scrivo); per il terzo confessore inteso come al numero 4.

6.- Per il Catechista attendo risposta da Don Escursell che ho interpellato; per me non ci vedrei male (ma non conosco il di Lei pensiero, né so valutarne la convenienza) e allora sarebbe cosa facile assai, se potesse fare tale scuola il Catechista di Beppu. Pensare all’ideale (che sarebbe Don Margiaria) per ora non è possibile, perché troppo occupato, anche col recente aiuto di Don Marega e chierici, e poi siccome vedo che una delle basi scelte è l’economia, sarebbe troppo dispendioso per tutti.

La Missione non intende per tutto questo lavoro percepire nessun emolumento. Per ora Don Cimatti è ancora debitore e di non poco… e preghiamo il Signore che ci aiuti, affinché in questo periodo di assestamento, non venga danno alle anime.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Per il confessore non residente a Beppu, prego che sia direttamente avvisato del quando deve trovarsi sul lavoro.



873 /Circolare Benefattori / 1931-12-… /


ai Benefattori della Missione Indipendente di Miyazaki



Missione Indipendente di Miyazaki

(Salesiani di Don Bosco)


Natale 1931

Ill.mo Signore,

Le belle e care solennità del S. Natale e capodanno mi danno modo di rinnovare i sentimenti di vivo augurio, di profonda riconoscenza, di continua preghiera per Lei, che annoveriamo tra gli amici e benefattori della Missione e dell’Opera salesiana in Giappone. La pace promessa da Gesù agli uomini di buona volontà scenda copiosa sulla sua famiglia, sui suoi interessi, specialmente sull’anima sua e la vivifichi e la santifichi sempre di più. È l’augurio sincero che sgorga dal cuore dei suoi beneficati.

Grazie a Dio e alla carità della S. V. il lavoro dell’apostolato va sempre più consolidandosi ed ampliandosi, ed oltre al vero lavoro di conversione dei pagani, sono fatti compiuti, nuove residenze missionarie, i numerosi oratori festivi e quotidiani, l’organizzazione delle associazioni cattoliche, la scuola tipografica Don Bosco, l’asilo infantile affidato alle Figlie di Maria A., e quello che più sta a cuore di tutti, il piccolo seminario indigeno che già conta una ventina di allievi.

Non manchi, specie in questi momenti di mondiale disagio economico, risentito più che mai in missione, di venirci in aiuto. Anime bisognose di tutto, ci chiedono in questi frangenti anche aiuto materiale, e purtroppo non possiamo aiutarle. Grava sulla missione il mantenimento degli orfanelli, dei nostri poveri piccoli operai, dei nostri seminaristi e catechisti e di tutto il personale, e per le varie sopra indicate abbiamo dovuto impiegare l’elemosina dei nostri benefattori al punto che ora dobbiamo lottare per il pane quotidiano.

Il cuore buono e generoso della S. V. non lasci in abbandono questa povera missione, ci venga in sollecito aiuto nelle forme a Lei possibili, specialmente preghi per noi. Le assicuro il vivo contraccambio delle quotidiane preghiere dei suoi beneficati.

Per tutti

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

Super. Miss.



874 /Ricaldone Pietro / 1931-12-25 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 25 dicembre 1931



Pace in terra agli uomini di buona volontà44


Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Mentre l’impero giapponese rivendica i suoi diritti commerciali in Manciuria e la Cina difende i suoi diritti territoriali, dando luogo alla nota guerra, che mette a prova la buona volontà delle nazioni occidentali per arrestarla, come risuona caro l’augurio natalizio cristiano: “Pace in terra!”. Gli effetti del dissesto generale mondiale, sommati col disagio locale, rende più acuta la disoccupazione e la miseria risentita naturalmente in pieno dalla classe lavoratrice e dai poveri e dai missionari, che vorrebbero poter risanare colle piaghe dell’anima, anche quelle del corpo, ma impotenti, non possono che rivolgere il loro grido accorato a quanti sono uomini di buona volontà ed insistere a che vengano in pronto e generoso soccorso.

La nostra povera missione, Lei ben lo sa, è stata in quest’anno ben provata e solo un miracolo della Provvidenza e la grande carità di anime generose può rimetterla a posto. Viviamo fiduciosi abbandonati all’una e nell’attesa dell’altra, continuando il nostro lavoro. Ed il Signore non ce lo lascia mancare, come pure non ci lascia mancare le consolazioni dell’apostolato. Ancora bambini nella vita missionaria il nostro buon Gesù ci tratta coi dolci.

A Natale ci ha regalato 18 battesimi a Miyazaki e 7 a Oita. Vede fra questi dei vecchi.45 Sono frutto della conferenza di S. Vincenzo de Paoli a Miyazaki, che va sempre più affermandosi nelle visite ai poveri, agli ammalati, ai vecchi, portando col sussidio la fede, facendo conoscere l’oratorio, la missione. Oh, vedesse la fede viva, sentisse la prontezza, la sicurezza delle risposte improntate ad umiltà e pietà nell’atto del battesimo, la gioia inesprimibile che inonda anche esternamente, queste anime dopo il Battesimo! Quanti graziosi episodi, quante manifestazioni di gioconda semplicità infantile in questi cari vecchietti… Il vecchio Beppu che nel giorno del battesimo entrava dappertutto nei locali della missione, quasi dicesse: “Eh, ora sono dei vostri!”. Il medesimo che recitando in casa le orazioni ad alta voce, attira a sé i vicini ammirati del suo contegno, della sua fede.

La vecchia MARIA che nell’atto del battesimo interrogata colla forma di rito: “Credi? Rinunzi? Desideri il Battesimo?”, accompagnava il suo giapponese popolare colle movenze della persona, quasi dicesse: “Ma c’è da dubitare? Sono qui per questo!”.

Un giovanotto del quarto corso magistrale piangeva di consolazione e due maestre ricevuto il battesimo concludevano col “bonum est nos hic esse” di S. Pietro: “Noi non andiamo più via di qui!”.

Oh, amato Padre, che diventano le tribolazioni provate, se le paragoniamo alle ineffabili consolazioni che ci procura Dio!

Ad Oita pure proprio nella notte di Natale era chiamata dal Signore l’anima eletta di un’infermiera cristiana nell’ospedale provinciale. Morì santamente, assistita da Don Margiaria tra sofferenze indicibili, sopportate con rassegnazione ammirabile e offerte in modo speciale per la missione di Oita, per cui tanto aveva lavorato. Devotissima di Don Bosco, nell’ora della morte cantava ripetutamente con tutte le sue forze la canzone al beato Don Bosco. Ancora a Oita riceve fra gli altri il battesimo una famiglia distinta tra manifestazioni di fervore nella notte di Natale. Ci aiuti, amatissimo Sig. Don Ricaldone, a ringraziare degnamente il Signore per queste consolazioni così squisite che non nega ai suoi poveri figli.

A tener vivo il fuoco della fede nei neofiti, mi pare di aver accennato alla bella iniziativa del nostro Don Cavoli a Miyazaki, dell’adunanza settimanale per soli neofiti, in cui dopo aver pregato, udita la parola del missionario o del catechista, ognuno viene esponendo le difficoltà incontrate, le obiezioni fattegli, ecc. È una vera scuola pratica apportatrice di frutti consolantissimi e che dà modo anche al missionario di conoscere sempre meglio il pensiero, le condizioni, gli usi del popolo che deve evangelizzare.

Il bene delle anime ha reso necessaria l’apertura di due nuove residenze a TANO e BEPPU che raccomando vivamente alla carità sua e a quella dei nostri cari cooperatori e cooperatrici. C’è bisogno di tutto in queste povere case specie agli inizi. Gesù conceda a tutti col nuovo anno la pace e la buona volontà di bene.

Preghi per noi, amato Sig. Don Ricaldone, più che mai addolorati per la perdita del compianto Signor Don Rinaldi che amava di amore di predilezione la nostra povera missione.

Ci benedica tutti.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.






875 /Circolare salesiani / 1931-12-28 /


ai Missionari salesiani della Missione indip. di Miyazaki



Ai capi-residenza


Miyazaki, 28 dicembre 1931

Carissimo,

In occasione del funerale del compianto Sig. Don Rinaldi trovandosi a Miyazaki i capi delle singole residenze approfitteremo per fare una prima adunanza per scambio di idee sui seguenti punti.

Relazione di Don Cimatti sullo stato generale della Missione. Programma di lavoro.

Problema amministrativo. Prego i singoli a preparare l’elenco esatto delle spese mensili e trattare a parte con Don Piacenza prima dell’adunanza.

Preferite rinvio mensile o trimestrale, come si usa da varie Missioni? Quali altre proposte pratiche avete da suggerire per il miglioramento della situazione? Come ottenere un maggior contributo dai cristiani? (Elemosine di Messe, funerali, colletta delle feste, offerte annuali, concorso alle spese di propaganda con giornate varie pel Seminario, per i poveri, ecc. ecc.).

Oltre al lavoro missionario come vivificare Tano (riferisce Don Lucioni) e Beppu (riferisce Don Escursell).

Problema delle vocazioni. Pare che quest’anno dalle residenze si possa ottenere poco o nulla. Occorre cercarne. Sapete suggerire dei mezzi?

Probabile visita alle residenze del Capo dell’Agenzia Fides di Roma; del Superiore dei Francescani del Canada; verso la fine del mese di Gennaio passaggio del Vescovo di Fukuoka.

Comunicazioni di indole varia: propagazione della Fede; moduli per l’accettazione di allievi ed aspiranti.

Avendo ora la nostra tipografia è il caso di riattivare il giornalino “AMICI DELLA MISSIONE” in italiano? Pareva assai desiderato.

Prego sentiate sugli argomenti anche il parere dei confratelli sacerdoti, e presentiate inoltre quelle proposte che credete utili per il buon andamento della Missione. Potendo si farà un’adunanza il giorno 4 nella serata e una al mattino del cinque, in modo che chi ha urgenza possa partire nel pomeriggio.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


876 /Ricaldone Pietro / 1931-12-29 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 29 dicembre 1931

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Ho subito comunicato ai confratelli la sua lettera che ci ricorda il grande affetto del compianto Don Rinaldi per noi. Sono sicuro che dal Paradiso ci aiuterà anche nella nostra povertà, ma non è quello che Don Cimatti domanda e per cui in questo chiudersi ed aprirsi dell’anno tutti insieme facciamo una novena a Don Bosco.

Domando che ci aiuti a risolvere il problema delle vocazioni indigene e l’altro non meno importante della santificazione delle nostre anime.

Oh, amatissimo Don Ricaldone, preghi anche Lei per questi due scopi. Pur dandomi attorno per la questione materiale, che, grazie a Dio, viene rischiarandosi, non è che mi preoccupi. Sono talmente sicuro che il Signore ci aiuta (e ce lo fa vedere con vere disposizioni eleganti) che dormo tranquillissimo.

Quello che è più: ho bisogno che siamo santi (Don Cimatti è ancora ben lontano) per santificare, ed ho bisogno di molte buone vocazioni indigene; quindi che si risolva questo benedetto problema del Seminario. Spero che presto Roma deciderà.

1.- Cose nostre. Prima, affido me e le anime e le cose nostre a Lei, che rappresenta Don Bosco fra noi, coll’augurio che si realizzi per l’anima sua, ora e dopo, quanto è nei voleri di Dio. Con immutato affetto e con rafforzata volontà i suoi figli giapponesi intendono proseguire nello spirito salesiano (vorremmo tutti esserne i genuini rappresentanti) il loro lavoro.

Le offrono come dono di Capodanno un mazzetto d’anime – sono 18 battesimi a Miyazaki e 7 a Oita – che hanno trovato la via. Ma veda se non c’è da piangere di consolazione per la bontà del Signore.

Ma che cos’è la nostra povertà in confronto anche solo di una di queste anime? Tra essi una famiglia distinta a Oita, 2 maestre e un maestro a Miyazaki. Canti ora con me un bel “Deo gratias…, Deo gratias!” [segue rigo con musica].

2.- Prego di essere per noi e specialmente per Don Cimatti un altro Sig. Don Rinaldi. Per l’anima mia specialmente, ed ogni mese abbia la bontà di ascoltarmi. Comincerò regulaliter nel prossimo mese. Penso al lavoro di questi giorni per Lei e per i Superiori, quindi un semplice riassunto.

1) Tutti bene in salute.

2) Tutti sul lavoro e volentieri. Ho dovuto rimaneggiare per la nuova opera di Beppu e Tano (due nuove sedi missionarie) un po’ il personale, ed ho inviato al Sig. Don Gusmano. Mi pare che tutti i confratelli siano spiritualmente a posto.

3) Non conosco ancora bene i nuovi, ma mi sembra che ci sia buona stoffa. Grazie di cuore a Lei.

4) Per me al solito materialmente e spiritualmente: non manca la volontà, manca la santità.

5)Le nostre cose materiali si avviano:

a - Propaganda sussidio straordinario di ₤ 20.000.

b - Valsalice ha dato fondo a un fondo che avevo da anni nelle loro mani, oltre a 10 mila lire.

c - Lei annuncia altro ben più rilevante.

d - Attendo esito pratiche Seminario presso la S. Sede.

e - Aiuto di Don Torquinst segnalato di questi giorni per la casa delle suore a Beppu.

f - Offerte varie da amici.

Pare approvato dal Governo il “Shadan” [Ente morale] cioè la formazione della nostra Società missionaria per cui le proprietà della Missione (dopo la risposta dei Superiori, inizierò quella dell’opera Salesiana) sono esenti dalle tasse e noi possiamo fare atti di proprietà: trapassi, vendite e compere (come una specie di ente morale). Deo gratias! Come vede anche in questo il Signore ci benedice. Più chiaramente nella prossima.

Per il resto:

1.- Per Tokyo. A tempo Deus providebit.

2.- Procura di Shanghai: neppur Don Cimatti capisce bene. Dio ci liberi dai traffici, ed in confidenza stiano attenti – quos spectat a Don Fontana che non si stanchi troppo e non si arrovelli troppo in queste cose. Il mio povero pensiero è: “Come mi dissero i Superiori, costruire pian piano la dote della Missione, depositandola presso una banca sicura, fuori della missione, per non essere tentati di toccarla”. Come farla fruttificare? Credo che di qui cominci il pensiero di Don Fontana che anche Don Cimatti capisce poco. Lei conosce i miei pensieri sulla povertà e l’assicuro che pianterei tutto il giorno che vedessi il contrario. Siamo già signori mancandoci tutto e per la Provvidenza di Dio, non mancandoci nulla. I guai attuali nostri, ricordiamolo, sono per i soldi di Don Torquinst.

3.- Per la proprietà domando ai superiori per il testamento. Varie proprietà sono firmate a due e… si muore.

4.- Quid, come fare per la successione, per cui anche qui dicono esserci forti tasse?

Conto per il tipografo nel prossimo anno, ed anche per un insegnante di filosofia. Ma riscriverò nella prossima.


Ed ora, amat.mo Sig. Don Ricaldone, ossequi per noi tutti gli amati super.; li assicuri del ricordo quotidiano delle nostre preghiere; ci continuino in tutte le forme la loro carità. Lei poi ure, seca, non parcas e preghi per noi e ci benedica. Con vivo affetto, abbracciandola nel Signore,

Dev.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. - Invierò foto nell’artic. per il Boll. Sales. Dica una buona parola. In 4 Num. consecutivi il Giappone fu messo in disparte. Invio regolarmente ogni mese… Ce ne accorgiamo subito, quando non pubblicano, dagli effetti.




877 /Lorenzoni Livio / 1931-...-...


al chierico Livio Lorenzoni, ex-allievo di Valsalice

+

Mio buon Livio

Coraggio che si avvicina la meta e te fortunato che hai tempo di far bene. Buttati con piena confidenza e buona volontà in Dio e avanti allegramente che Gesù ti vuol bene.

Prega per me che sempre ti ricordo

tuo aff.mo

D V Cimatti Sales.




878 / Merlino Alfonso / 1931-...-... /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone46



[senza data, 1931ca]

Merlino mio,

Si avvicina il giorno… due mesi non ti sembrino troppo lunghi.


  1. Calma e allegria,

  2. Rafforza la pietà

  3. Rafforza il lavoro

  4. Rafforza la comunione con Dio.

Tuo

Don V. Cimatti

1 Alla lettera dal Bollettino Sales. Giugno 1931. Manca il manoscritto originale.

2 Si tratta dei nuovi missionari Don Carò, e Ch. Bechis, Arri, Dal Fior, arrivati il 1 gennaio.

3 La prima parte della lettera riguarda l’agire di Don Rossi, direttore dell’Istituto Miss. Card. Cagliero di Ivrea; la parte conclusiva, di lui trasferito a Direttore dell’Istituto Mission. Conti Rebaudengo di Torino. Naturalmente Don Rossi era stato ex-allievo di Don Cimatti a Valsalice.

4 Propriamente pratiche per l’erezione in ente morale delle Opere della Congregazione salesiana.

5 Alla lettera dal Bollettino sales. Luglio 1931. Manca il manoscritto originale.

6 Da un dattiloscritto opera diretta di Don Cimatti conservato presso UCSS classif. S. 26l – Cimatti.

7 Si tratta dei libri di testo delle scuole elementari che anche loro usavano per imparare il giapponese: i chierici traducevano per le suore in modo che potessero studiare: 2 volumetti per ogni anno, in tutto 12 volumetti.

8 Le suore avevano aperto la nuova casa di Beppu, a circa 10 km da Oita con i soldi regalati da Don Torquinst.

9 Riportato nel numero pubblicato per commemorare il Primo Cinquantenario di fondazione dell’Opera salesiana in Faenza 1881-1931. Lo scritto, originariamente indirizzato certamente al Direttore dell’Istituto salesiano è preceduto dalle seguenti parole di presentazione: “Don Cimatti Vincenzo, faentino, Superiore della Missione del Giappone, scrive”; la data è solo approssimativa.

10 Traduzione dal Francese.

11 D. Rinaldi di suo pugno scrisse sulla testata della lettera: “Merita un premio per la calligrafia”

1 Il coad. Merlino era stato a Miyazaki per la processione del SS.mo Sacramento del 17 maggio, e aveva dato certo il suo contributo per la buona riuscita. Questa processione programmata e preparata da tempo con cura, fu un avvenimento straordinario, se si pensa all’ambiente pagano in cui fu tenuta. Vedi relazione a Don Rinaldi del 24 maggio. Ci sono molte foto di documentazione.

12 Alle Figlie di Maria A. che il 25 maggio andavano ad aprire la nuova casa di Beppu

13 Manoscritto R.M. l24 riportato quasi alla lettera nel Bollettino Salesiano di Agosto 1931.

14 Il primo punto e parte del secondo è a riguardo della nuova casa acquistata a Beppu per le Figlie di Maria A. con l’offerta di Don Torquinst.

15 Si tratta dell’asilo “Stella maris” aperto con tanti sacrifici a Miyazaki.

16 Effettivamente gli aiuti dati e promessi da Don Torquiunst furono fonti di tanti guai per Don Cimatti. La crisi economica mondiale non gli permise di mantenere le promesse, e Don Cimatti rimase con i debiti da pagare.

17 Pensiero scritto nel retro di un’immaginetta del S. Cuore, certamente in occasione della festa del S. Cuore. Don Cimatti usava fare così anche con coloro che abitavano nella medesima casa, come avveniva col chierico, stando tutti e due allo studentato di Takanabe.

18 Le LETTURE CATTOLICHE, in giapponese dette KOWASHU, erano piccoli libretti mensili di vari argomenti religiosi e istruttivi. Durante la guerra per mancanza di carta furono sospese e poi riprese fino al 1950.

19 Da notare che qeusto permesso presunto non piacque a Don Rinaldi, per cui dopo Don Cimatti fece le sue scuse.

20 Cartolina postale manoscritta indirizzata a: M.R. D. Marchetti Antonio Chiesa Parrocchiale a S. Maria a San Montana Montelupo Fiorentino - Italia

21 Manoscritto R. M. 181, inedito.

22 Sarà bene tener presente che nel 1936 la S. Sede, con un’Istruzione speciale per il Giappone approvò e regolò queste proposte, presentate poi dai vescovi, considerando le cerimonie ai templi scintoisti un segno di rispetto verso lo stato, e non cerimonie religiose. A. A. S. 1936, 406 segg. Invece, il sommario della risposta di S.E. il Deleg. Apost. è il seguente: “Credo dover rispondere colle parole di San Paolo: ‘Praeceptum Domini non habeo, consilium autem do…’, aggiungendo subito che tale consiglio sarebbe recisamente sfavorevole”.


23 Questa e la lettera seguente sono intestate dal Giappone, ma in realtà era in Cina.

24 Il promemoria probabilmente accompagnò i libri pubblicati dai Salesiani fino alla data sopra indicata e che vennero presentati in omaggio al S. Padre Pio XI.


25 Questi due fascicoli conservati nel Cimatti Museum di Tokyo contengono 16 canti musicati nel 1926, su parole prese dai libri delle scuole elementari, usati per lo studio del giapponese.

26 In Cina ebbe forti attacchi di diarrea, che seppe dissimulare ai confratelli, i quali non se ne accorsero.

27 La cartolina andò a finire a Torino: che sia stata girata dai destinatari è indubbio. Don Fontana era una specie di procuratore della Ispettoria Cinese, con residenza a Shanghai. Vedendo la situazione tragica in cui si trovava Don Cimatti, forse pensarono con questo di riuscire a muovere i superiori.

28 Quanto sopra è scritto, tutto sopra di una cartolina. Don Cimatti cercava di risparmiare anche in questo.

29 Dove è segnato con puntini qui mancano alcune parole illeggibili nell’orig.

30 Manoscritto R. M. 182 inedito.

31 Erano i sacerdoti Don A.Cecchetti, e Don G.Dumeez, e i chierici G.Moro, N.Tassan, E.De Kreuyff, M.Lucchesi ecc .

32 Non fa meraviglia che Don Cimatti abbia scritto al Duce per ottenere aiuti. Anche lui era stato allievo interno dell’Istituto Salesiano di Faenza per un anno. Il giovane Cimatti era due anni più avanti di lui. La lettera fu spedita per mezzo della Procura Salesiana al Capo del Governo Italiano, con fotografie, con viva raccomandazione di inoltramento. Come si vede, Don Cimatti tentò tutte le vie possibili.

33 Brutta copia. Anche questa lettera è un’altra via tentata da Don Cimatti in questi frangenti terribili: chiedere aiuto ai connazionali in Giappone. Ne ebbe una risposta inaspettata.

34 Il telegramma a cui accenna era lapidario: “Non abbiamo pane”. Deve essere rimasto nel cuore di Don Rinaldi chiamato dal Signore un mese dopo.

35 Si tratta di alcune righe scritte in aggiunta a quanto altri già aveva scritto.

36 La risposta dell’Ambasciatore aggiunse sale sulle ferite. Era l’anno in cui il fascismo cercò di colpire l’Azione Cattolica e ricevette una forte critica da Pio XI. In Giappone in quei tempi l’Ambasciata mandava un notiziario ai missionari, e in quell’occasione ci fu una forte critica al Papa. Don Cimatti scrisse all’Ambasciata rifiutando il notiziario. Questo rifiuto non piacque all’Ambasciatore, che scrisse dicendo che non sono da aiutare missionari che non amano la patria. Don Cimatti rispose con questa lettera. Più tardi l’Amabasiatore venne a miti consigli e si riconciliò con Don Cimatti. Questa lettera è una brutta copia.

37 Probabilmente questa lettera non fu letta da Don Rinaldi, morto il 5 dicembre.

38 Il primo gruppo di chierici, finiti i due anni di studio della filosofia, incominciarono il cosidetto tirocinio pratico. Non essendoci allora scuole, furono distribuiti nelle varie risidenze missionarie, e Don Cimatti, come si vedrà dalle lettere degli anni seguenti, si tenne in continuo contatto per la loro formazione. A Takanabe rimase il gruppo seguente.

39 Il P.S. è scritto a mano, il resto battuto a macchina.

40 Questa fu l’ultima lettera scritta a don Rinaldi, che morì il 5 dicembre 1931. Le lettere a lui indirizzate per la loro spontaneità e il contenuto spirituale sono un capolavoro. Non si trova facilmente un esempio del genere.

41 Don Ricaldone fino alla sua elezione a Rettor Maggiore, come Vicario diresse la Congregazione e Don Cimatti continuò a fare a lui i suoi rendiconti mensili e continuerà anche dopo.

42 Manoscritto non numerato, riportato quasi letteralmente (con i vari decreti, qui omessi) in Bollettino Salesiano, Marzo 1932.

43 Si tratta di una minuta.

44 Manoscritto R. M. 218, inedito.

45 Deve aver mandato una foto. Si noti qui l’insistenza sul lavoro della conferenza di S. Vincenzo de Paoli a Miyazaki, dalla quale poi nascerà l’opera sociale e la nuova Congregazione della Carità.

46 Si noti quante sono le lettere scritte da Don Cimatti a questo coadiutore salesiano che aveva bisogno di continui incoraggiamenti. Il medesimo gli fu sempre affezionato e riconoscente, e conservò tutte le lettere.