Cimatti|Berruti Pietro|1949-9-29

3856 / Berruti Pietro / 1949-9-29 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Tokyo, 29 settembre 1949

Rev.mo Sig. Don Berruti,


Scrivo a Lei per una questione missionaria, perché mi si dice che il nostro amabile Superiore ha ripigliato il primitivo lavoro. Non è ancora comparso il nostro attesissimo Visitatore e per poco che tardi bisognerà prolungargli il permesso di due mesi che gli è stato concesso dalle autorità americane… Ci aiuterà il Signore anche in questa pratica.

Avevo ricevuto l’ordine del Superiore di sospendere le partenze – ne feci comunicazione alle case – ma non ho potuto osservare la consegna. Il nostro confr. coad. C.E. ha, dopo poco la sua venuta, cominciato a dar segni di squilibri mentali, che mi obbligarono a richiamarlo da Miyazaki, dove si era recato dopo l’operazione dell’appendice… Non trovai altra soluzione di un ritorno, che cercai di ritardare al possibile, per vedere se le cose cambiavano – e se anche questo benedetto Visitatore arrivava, e così combinare meglio il da farsi. Visto che tutto mi andava a rovescio per calmarlo, non c’era altra via, e d’accordo col Consiglio feci le pratiche per l’andata in patria.

Mi dispiace assai di dover dare questo dispiacere ai Superiori…

Per me al solito. Se i Superiori crederanno opportuno esaudire quanto… Ma che ho totaliter sottomesso alla volontà di Dio… Mi sembra di diventare l’indifferenza in persona… Posso dire che dopo il ritorno, mai forse il Signore mi ha saggiato colla sua croce in 25 anni, come ora, non tanto materialiter, quanto spiritualiter. Il Signore vuole proprio che sperimenti e tocchi come S. Tommaso, le conseguenze delle mie fesserie passate e presenti. Una sola cosa mi dispiace, che gli altri soffrono, e non concludo né per me, né per l’Ispettoria. Ad ogni modo, dopo l’ultimo colloquio col Rettor Maggiore e coi Superiori ho seguito questa linea di condotta, buttandomi in Dio, avvenga quel che vuole, perché sono sicuro di non averne responsabilità: ma umanamente non posso non sentire… E sa il Signore quanto… E mi perdonino anche questa, non sapevamo come fare diversamente… Una parolina per me alla Mamma e a Don Bosco che mi dia sapienza nel dipanare questa matassa intricatissima.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti S.D.B.