1363 marella


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1363 / Marella Paolo / 1935-2-11 /


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1.1 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 11 febbraio 1935

Eccellenza Reverendissima,

Non ho parole per esprimere la riconoscenza provata per la sua consolante lettera. Era naturale che dovessi scrivere a Roma e ai miei Superiori per ringraziare Propaganda e deplorare nel contempo la mia nomina e dolentissimo se farò perdere del tempo a tutti – ma per me è questione di coscienza e debbo esprimere quanto farei male a non esprimere.

Non debbo entrare in merito ai perché e per come l’attuale Delegato Apostolico abbia creduto opportuno fare così – né tanto meno perché la Sacra Congreg. di Propaganda abbia acceduto alla pratica – e neppure perché i Superiori religiosi (se hanno avuto parte) abbiano fatto così.

Quello è affare di loro tutti: col Signore si intendano loro. Ma siccome qui c’entra anche in ballo un cotal Don Cimatti (che ci ride molto su più di quanto mi consiglia l’E.V.) che vuol fare di tutto per salvare l’anima sua e non perderla – e che è l’assoluta negazione del comando, e che insiste continuamente per essere tolto da una condizione per lui insostenibile spiritualmente – così anche in questa circostanza ha creduto suo dovere fare quanto ha fatto.

Quanto ai fronzoli, stia certo l’E.V. che Don Cimatti non farà mai suo quanto potrebbe mettere, dato il caso che debba essere chiamato sulla carta o che debba firmare come Prefetto Apostolico.

Non pensi in me cambiamenti – non sarei capace – qualche calcio ad amici (chierici) che ridendo (come me) tentano darmi dei titoli. È difesa personale, vero? E avanti se è possibile raddoppiando il lavoro.

Preghi e faccia pregare per il

Suo riconoscente

Don V. Cimatti, sales.