1308 braga


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1308 /Braga Carlo / 1934-10-22 /


1 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina

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Tokyo, 22 ottobre 1934

Carissimo Don Carlo,

Buon onomastico di nuovo e assicurazione di preghiere Ho sott’occhi la tua di Hong Kong dell’otto Ottobre 1934. Mi ha consolato profondamente e profondamente afflitto.

Consolazione, nell’avere una nuova chiara conferma della mia assoluta incapacità a tutto a tutto a tutto a tutto. Dio sa quanto faccio ed ho fatto per farla comprendere a chi di dovere. Tu mi parli (ed altri pure) di Croci… di fiat… per me guazzo di gioia nella precedente contemplazione di nullità. Ma quando vedo che per questa vanno di mezzo le anime, non posso non addolorarmi nel non riuscire a fare ciò che dicono essere ed è certo la volontà di Dio. Tu, penso, mi comprendi. Che dirti? Fa’ e fate quel che potete per mettere a posto queste anime. Avrete aggiustato quanto Don Cimatti ha…

Tu e voi avete tutte le ragioni in tutto.

Per la parte dei doni o provviste, è un po’ l’usanza giapponese di non lasciare mai i figli (arrepta occasione) senza piccoli donativi. Don Cimatti ha sbagliato più di tutti – domanda venia e riparerà.

Don Cimatti paga: è la Provvidenza in ogni caso – bisogna raccomandare economia che quest’anno non so come faremo, anche per questa parte.

Quello che più mi ha ferito è il loro assenteismo nei lavori materiali… Obbligatori…

Mi prude la penna e il cuore… Ma non voglio scrivere prima di una tua per non guastare la frittata di queste uova, di cui ci sono elementi… Ti prego di tagliare senza timore.

Per la formazione dei nuovi che trovate non formati alla pietà e vita spirituale non so davvero che dire. Penso che per tutti il difetto è nel manico: non ho ancora lo studentato sotto la tettoia Pinardi, né uomini. Don Cimatti… Vedi sopra i miei motivi di consolazione, e la conclusione è chiara. Terra dedit fructum. Deus scit e penso alle responsabilità…

Dunque Don Carlo, leggi tra le righe; sappi compatire ed aiutare. Per Mukai proviamo e poi decideremo. Se non può per la difficoltà di lingua e tardezza di testa non c’è che farlo ritornare.

L’invasione di cui mi parli fu pacifica…1 con Gesù e Maria alla mano… con canti latini, italiani e giapponesi… tre dei quali di nuova composizione sul posto… Oh, quanto ho pensato a te e al campo magnifico che si prepara in Manciuria in cui senza la lingua cinese per ora non si fa nulla, ma senza la giapponese ora (e fra poco ancor di più… se il mondo non si rovescia) non si fa nulla. Dalla Corea i Capi-missione mandano già alcuni dei loro seminaristi in Giappone: non è possibile far diverso, ed ormai anche chi sa il Coreano, se vuol capire il coreano moderno, non può non sapere il giapponese. Deus scit.

Grazie delle buone notizie dei Superiori e dei tuoi nuovi acquisti. Ma il motivo della presente eccotelo in tutta confidenza ed a cuor largo. Sai che si apre Tokyo-Scuola, trasportando la tipografia di Oita, così è vera fondazione salesiana – la prima parrocchia affidata ai… fu il motivo di entrata.

I Superiori hanno dichiarato che quest’anno non inviano nessun elemento per la tipografia. Ecco la proposta e preghiera. A Tokyo potremmo trovare lavoro a casa se avessimo un compositore pel romaji (latino, inglese, ecc.) che pel giapponese siamo a posto. Non avresti uno in gamba ad hoc per imprestito ad annum alle condizioni che credi? Allora la tipografia si imposterebbe bene e l’avvenire è assicurato. Non ti domando i capi-maestri, ma uno che sappia far bene – sai che i giapponesi lavorano assai bene nella loro parte – potrebbe darsi ne venisse un utile indiretto anche a te per l’avvenire. Mi pare che per regolamento possiamo inter nos fare la cosa, pur non avendo nessuna difficoltà ad avvisare i Superiori.

In ogni caso affermativo o negativo ti prego rispondermi con una certa premura perché la casa fra un mese o due sarà pronta.

Don Carlo, ti sono sempre vicino nell’affetto e nella preghiera: fa’ tu pure altrettanto per il

Tuo povero

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Saluta omnes e un pugno onomastico a Don Frigo.



1 L’invasione di cui qui si parla allude al giro di concerti per la Manciuria e Corea di quell’anno. Evidentemente, l’occupazione della Manciuria e della Corea da parte del Giappone, non era vista ugualmente da parte del Giappone e della Cina. Quel “Deus scit” di don Cimatti, lascia sottinteso quello che non poteva scrivere per lettera. Attualmente sia la Cina sia la Corea non perdonano al Giappone questo fatto.