1147 ricaldone


1147 ricaldone

1147 / Ricaldone Pietro / 1933-8-31 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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AL CIELO!

Conquiste della Madonna1


31 agosto 1933

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Nella lettera precedente inneggiavo ai monti e al mare: potrei in questa inneggiare al Cielo. Anche i suoi figli del Giappone in questo tempo hanno fatto gli esercizi spirituali e purificati sempre più nell’anima, hanno fatto un nuovo forte tentativo di elevazione a quella santità di vita, che ci ha lasciato come caro ricordo di quest’anno. Il suo cuore paterno godrà certo nel sentire che varie situazioni nuove vengono ad abbellire la nostra cara missione.


2 Smistamento di forze ad Hong Hong

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Già si avvicina assai più il momento in cui potremo usufruire di personale formato sul posto, vogliamo sperarlo completamente attrezzato ai bisogni della missione. Lei lo sa; voglio alludere al primo nucleo dei nostri chierici, che partirono per iniziare ad Hong Kong il loro corso teologico.

La nostra povera piccola missione ha bisogno di tutto e di tutti e non possedendo ancora lo studentato teologico ecco che i bravi fratelli della Cina, anche questa volta, hanno allargato le loro braccia e i loro cuori, ed accolsero i nostri studenti.

Ah, che presto ci vengano resi santi sacerdoti, formati sullo spirito di Don Bosco, ed animati dallo zelo apostolico del Saverio.


3 Florete flores

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Come già le annunziai le Figlie di Maria A. hanno iniziato il noviziato per le postulanti nell’incantevole posizione di Beppu. Nell’imporre loro l’abito a ricordo della festa parafrasai i loro nomi gentili: Hanako (fiore), Shizuko (calma), Sugi (pino giapponese, simbolo di forza e perennità), augurando che le pietre fondamentali dell’Istituto fiorissero nella perennità e forza della grazia. Oh, il Signore aiuti queste brave figliuole, che scelte e lavorate dai missionari fin dalla nostra entrata in missione,2 ora sotto l’esperta formazione delle Figlie di Maria A. stanno maturando la loro vocazione.


4 Cristiani senza saperlo

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Come sempre la nostra buona Mamma, in occasione della festa dell’Assunzione, anche quest’anno diede la consolazione ai missionari di una ventina di battesimi. Quasi tutte persone di buona condizione sociale portano nella missione un buon lievito, che nell’annata produrrà per la grazia di Dio frutti abbondanti. Caratteristica di questa festa per la nostra missione, oltre la solennità con cui si celebra, è che sempre in questa occasione la Madonna richiama all’ovile pecorelle sbandate o smarrite, o cristiani che ancora non si conoscevano. Quest’anno poi la Madonna ha chiamato in una forma singolarissima tre famiglie; alcuni membri delle quali erano cristiani… senza saperlo.


5 Ecco il fatto

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Siamo a Nakatsu in quest’anno 1933. Uno dei nostri seminaristi un bel giorno è visitato da alcuni suoi parenti pagani, negozianti a Nakatsu. Vengono una domenica, una seconda, e parlando insieme al missionario ricordarono che la loro madre da tempo defunta era cristiana. Nacque il dubbio “se mamma era cristiana, avrà fatto battezzare i figliuoli”. Si fanno le ricerche – era proprio così. Le lascio pensare la meraviglia, la gioia, la consolazione fino alle lagrime di questa brava gente che andava dicendo: “Ah, Signore! Eravamo vostri e non lo sapevamo… e per tanto tempo siamo stati lontani da Voi. Grazie! Perdono, o Signore!”. In una delle famiglie il marito che aveva ricevuto il battesimo da bambino voltosi alla sposa: “Moglie mia, presto, impariamo le verità della fede – regolarizziamo le nostre cose e ricevano subito il battesimo i nostri piccini”. In un’altra famiglia era la moglie che era stata battezzata da bambina, e suggeriva al marito: “Caro mio, io sono del Signore. Diventalo presto anche tu e intanto siano subito del Signore i nostri angioletti”. Con l’ardore dei catecumeni dei tempi eroici della Chiesa si prepararono al S. Battesimo e Maria SS.ma li accolse sotto il suo manto proprio il giorno della sua festa. È difficile esprimere la gioia di tutti, dei rinati alla fede, del missionario, della piccola comunità cristiana di Nakatsu, che vede aumentate le sue file in una forma così provvidenziale. È certo un bel caso, che dimostra una volta di più come le vie della grazia non dipendono certo dal missionario.


6 L’ospizio si allarga

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Ormai gli orfanelli all’Ospizio stanno crescendo e non si sa più dove metterli, tanto che ho dovuto autorizzare la costruzione di alcune camere per loro. Le Francescane di Maria ci hanno regalato (oh, prezioso regalo!) i loro angioletti, che non potevano più tenere nel loro ricovero, destinato in modo speciale alle bambine. E la Madonna nella sua festa ce li ha condotti, ed in attesa che sia finito il reparto loro destinato, stanno all’Isola Verde, guazzando nell’acqua e giocherellando sulla spiaggia del mare.


7 E Maria si edifica la casa

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Ma ciò che mise al colmo la consolazione di tutti è stata l’inaugurazione di una sia pur modesta cappella intitolata a Maria A. a Beppu.

Come già le avevo scritto, esponendole le nostre necessità, nella povera casetta di Beppu, Gesù era alloggiato in una stanzetta di pochi metri: quando si radunava la piccola comunità cristiana, tolte le porte di separazione, usufruendo di un corridoio e di un’altra camera si riusciva a starci un po’ pigiati. D’inverno passi, ma d’estate, in quella camera esposta al pieno sole e colle finestre che danno nel cortile ove scorrazzano e gridano i ragazzi pagani, non era possibile né decoroso il compiervi le funzioni sacre. Anime buone aiutarono e si potè acquistare una striscia di terreno in cui fu possibile erigere una cappelletta, e così Gesù ha un’abitazione meno indegna; Maria SS.ma da un semplice sostegno su cui era prima, sale in nicchia; un centinaio di persone possono trovare posto; il luogo scelto lontano dal frastuono, dal sole cocente e dalla polvere, concilia raccoglimento e devozione. Non è ancora il Santuario a Maria A. che si desidera costruire, tanto meno è la basilica di Maria A. di Torino, ma pensavo che anche Don Bosco passò dalla Cappella Pinardi alla chiesetta di S. Francesco di Sales. E la residenza di Beppu nella sua ristrettezza e povertà di locale non ha né l’una né l’altra, ma, via! per ora godiamo di questa, in attesa che Maria SS.ma si edifichi qualche cosa di meglio da cui possa partire la sua gloria per avvincere tutte queste povere anime. Erano i pensieri che mi si affollavano senza posa in testa, mentre commosso benedicevo il nuovo locale e vi trasportavo processionalmente Gesù. Ah, Signore! Venga presto il tuo regno!

Non ho ragione, amato Padre, di dirle che la Madonna nella sua festa ha fatto buone conquiste, e le ha affidate ai suoi figli salesiani del Giappone? Ed ora mi incarica di dirle che tutto questo nuovo, grande e piccolo mondo è da raccomandarsi al Padre dei Salesiani, al successore di Don Bosco, a Lei, insomma, che sa il da farsi.

Passo il desiderio di Maria A. a Lei, affinché faccia il possibile di realizzarlo.

Non ci dimentichi e ci benedica.

Suo obbl.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.



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1 Manoscritto, pubblicato con altro il cui manoscritto manca e di cui è fatta allusione nel Boll. Sal. Dicembre 1933.

2 Le prime due, sorelle Hirate, prima ancora che arrivassero le suore avevano già inciminciato a studiare italiano e musica sotto la guida di Don Cimatti.