1177 berruti


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1177 / Berruti Pietro / 1933-11-18 /


1 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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18 novembre 1933

Rev.mo Sig. Don Berruti,

In lettera ufficiale le ho espresso quanto credevo opportuno per le future spedizioni, per evitare errori od altro.

In questa confidenziale voglio aprirle l’anima in relazione al personale e iniziare fin d’ora le domande per il prossimo anno. Non faccio recriminazioni a nessuno – dopo le ripetute promesse, speravo assai di più. Penso e non ne dubito; i Superiori avranno vagliato la posizione nostra ripetutamente da me esposta e se solo questo ho ottenuto è segno che non poterono fare di più, et semper Deo gratias!

Certo che così non si può continuare. I Superiori gridano che le residenze siano forti, rassodate. A far vedere la buona volontà in pratica ho chiuso TANO – ho trasportato lo studentato da Takanabe a Miyazaki-Seminario e per mancanza di mezzi e di personale si limita il lavoro dappertutto. Non le nascondo che come superiore della missione sono nel rimorso continuo per queste limitazioni, ma che farci? Non è bello parlare di sé. Ma sono obbligato alla scuola regolare… e Lei comprende che cosa vuol dire. Ma può pensare che questa scuola di tanto in tanto deve essere pur piantata lì!… E allora? Ho detto povera scuola, e lo ripeto.

Non conosco la forza degli altri studentati in missione, ma se sono come è allo stato attuale quel del Giappone, il Signore ci liberi la Congregazione futura.

È da anni che insisto mi si mandi uno per la filosofia e qualche insegnante, almeno fino a tanto che qualcuno di questi chierici (e purtroppo finora nessun ingegno… mediocrità e meno che mediocrità) sia in grado di aiutare anche in questa parte.

Siamo nella dolorosa condizione di mendicare anche per questa parte come per la parte materiale, e Lei sa che non abbiamo lo studentato teologico (devo quindi mandarli ad Hong Kong con tutte le conseguenze economiche e di formazione che Lei può capire specialmente per lo studio della lingua), come non abbiamo ancora in sede fissa lo studentato filosofico: con questo e già il terzo trapianto e non sarà certo l’ultimo. Lei comprende che per cinque chierici dover ipotecare più di cinque professori non me la sento, e poi o fanno scuola e allora non possono darsi al ministero – e Don Cimatti ha anche da obbedire a Roma che in pratica fa sentire che desidererebbe vedere più Battesimi, ecc. Ma mi dica Lei come devo fare se i Superiori non mi aiutano?

Ed anche per questo che con vari confratelli ammalati nervosi si accresce e si acuisce in loro tale nervosismo e che cosa si conclude?

Per me vedo già avvicinarsi il prossimo agosto quando dovrò provvedere alle case.

Vari devono andare allo studentato e non so come provvedere. Beh, chiuderò tutto… Non pensi a scoraggiamenti per parte mia. Penso solo alla responsabilità. Per tener fronte e venire in aiuto alle anime, Don Cimatti al sabato parte e va in giro di apostolato, ma certo non ne guadagna la formazione dei chierici che alla domenica li affido al buon Dio… che fa certo meglio di me. Ho voluto esporre quello che ripetutamente ho esposto tutti gli anni ai Superiori.

È segno che non possono venire in aiuto se dopo tante reiterate domande si rimane così – ma che vuole? Siamo uomini e guardo con santa invidia altre missioni che sono fornite di tutto e viene davvero il dubbio se Don Cimatti abbia insistito a sufficienza e di fronte anche ai miei missionari faccio certo non la più bella figura.

Ma il Signore sa e a Torino, penso, parlino per me le molte lettere; forse non scrivo chiaro o scrivo troppo (anche questo mi fu detto): penso che sia mio dovere e non derogherò da questo.

Eccole esposto quanto il cuore mi suggeriva e francamente dico ai Superiori ancora una volta: “Mi vengano in aiuto per i nostri studi e per sostenere le opere iniziate e che promettono. Se ci sono rimproveri da fare mi si facciano e con franchezza. È da anni che insisto a che mi tolgano da situazioni per me in coscienza insostenibili”.

Preghi per me e per i miei, amatissimo Sig. Don Berruti, e per questa povera missione, i cui veri bisogni sono così poco conosciuti! Creda è per me il pensiero sempre più desolante.

Il Signore benedica quanto vorrà fare per noi. Badi che il personale è possibile mandarlo anche ora: basta volerlo.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.