1481 ricaldone


1481 ricaldone

1481 / Ricaldone Pietro BS / 1935-8-31 /


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1.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Oasi di pace… in mezzo alle prove1


Miyazaki, 31 agosto 1935

Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

In Giappone il mese di Agosto è il mese del riposo scolastico, è il mese delle ferie degli impiegati, ed in generale da noi è consacrato al riposo spirituale cogli esercizi annuali.

In missione furono fatti nella tranquillità del nostro Seminario con grandi vantaggi sotto tutti gli aspetti. Ma è il primo anno che si tiene pure una muta di esercizi a Tokyo, ed è stata circondata da tali caratteristiche, che mi sembra interessante accennargliele anche a sua consolazione.

L’anno decorso, per noi anno santo, ci eravamo offerti vittime a Gesù Redentore per la salvezza delle anime a noi affidate. Sembra davvero che il Signore abbia gradito il nostro omaggio, e non ci fece mancare le prove. Croci rilevanti nella salute scossa di vari confratelli; malattie gravi per molte delle Figlie di Maria A., la perdita del nostro Don Piacenza; la perdita di promettenti vocazioni e molte altre prove intime di individui e d’assieme, che si succedettero possiamo dire ininterrottamente fino a tutt’oggi.

Sia benedetta la mano del Signore, che così ha permesso per purificarci, per segnarci col segno del suo amore. Se tutto questo avrà potuto facilitare anche solo la salvezza di un’anima sia benvenuto e si centuplichi pure.

Ma il Signore non ci ha lasciato però mancare le consolazioni, che, sto per dire, controbilanciarono le croci, e come fresche oasi, nell’arsura delle difficoltà vennero ad allietarci e a lenire gli affanni.

IL NOVIZIATO! Ecco la prima oasi in cui per grazia di Dio abbiamo potuto finalmente riposare. L’appello ai nostri benefattori; primi fra i quali i miei indimenticabili allievi normalisti e liceisti di Valsalice e S. Giovanni, e gli oratoriani dei medesimi istituti, non fu senza risultato, ed ecco il nostro bel Noviziato, come primo frutto concreto della loro carità.

Semplice nella linea, solidissimo, comodo, fornito degli indispensabili locali per noviziato, capace di un 25 allievi, era tempo fa parte di un edificio della Croce Rossa Giapponese. Disfatto, trasformato, rifatto e rimesso a nuovo, cosa relativamente semplice e lesta, in Giappone, come un tempo servì ad opera di carità materiale, ora servirà a forgiare lo spirito salesiano in quanti, udendo la voce del Signore, desidereranno lavorare con Don Bosco per l’espansione della Croce di Gesù in questa grande nazione.

Qui fu tenuto il nostro ritiro,2 e volemmo che subito il S. Cuore di Gesù prendesse solenne possesso di questa casa a Lui dedicata coll’intronizzazione sua. Approfittando della presenza a Tokyo dell’ardente apostolo del S. Cuore, P. Matteo, fu da lui compiuta la commovente funzione – ed il buon Padre – che ama ardentemente Don Bosco, mentre ci raccomandava fiducia illimitata nel cuore dolcissimo di Gesù, ci fece pregare anche per Lei nominatamente, per i Salesiani e allievi nostri e per i nostri cari cooperatori e cooperatrici.

Ed ora Gesù attende per i nostri cari novizi nella devota Cappella, per avvincerli al Suo Cuore e farli partecipi del suo regno di amore.

Onorarono pure la nostra muta di esercizi con due splendide conferenze S. E. Rev.ma Mons. Marella, Delegato Apostolico, ed il nostro padre e benefattore Mons. Chambon, Arcivescovo che si degnò di presiedere la chiusura del nostro ritiro.

Le parole di incitamento, di conforto e di incoraggiamento degli esimi presuli lasciarono in tutti orma profonda, che produrrà certo abbondantissimi frutti di bene. La Messa da requiem per i confratelli defunti fu ascoltata nella cappella del cimitero cristiano e l’esequie sulla tomba del nostro compianto Don Piacenza, oasi anche questa di forte meditazione per il missionario salesiano in Giappone. Di un’altra oasi deliziosissima, dell’Ospizio cioè di Miyazaki, le parlerò in una prossima, data l’importanza della cosa, ma non voglio nasconderLe altre consolazioni, preludio di altre future, concesse dal buon Dio in questo periodo di tempo. È una tournée musicale di concerti che insieme al bravo Don Margiaria si è fatto nella zona Kyoto, Osaka, Kobe. Un ottimo missionario P. Relave delle Missioni Estere di Parigi, a festeggiare il suo 50.mo di Messa e 50.mo di apostolato in Giappone volle invitare anche i figli di Don Bosco, ed eccoci al lavoro. Si tratta di glorificazione del sacerdozio, dell’apostolato missionario, si tratta di far conoscere il prete, il missionario, il cattolicesimo, Don Bosco – si possono stringere preziose relazioni – la musica piace a tutti e spalanca porte impensate – non si deve indietreggiare.

Per me poi quando posso trovarmi in queste assemblee di vecchi missionari, che hanno al loro attivo i minimi di 25-40, 45 e più anni di missione – senza ritorni in patria, ci godo un mondo. Anime sante, consumate di esperienza, che parlano delle loro difficoltà (proprio quelle che proviamo anche noi), delle loro opere, delle loro speranze, della loro tenace resistenza nell’apostolato… Si parte da queste oasi fraterne più rinfrancati nel lavoro, più esperimentati, più buoni in tutti i sensi. A Osaka, a Kobe, i figli di Don Bosco sono da tempo attesi e in qual mirabile campo di attività, fra la gioventù povera e abbandonata. Nella scuola elementare (l400 allievi), situata nel quartiere più povero di Kobe e dove abbiamo dato tre concerti, abbiamo veduto meraviglie di carità e di educazione. Là ci attendono tanti piccoli amici, brulicanti per le vie – si è già perfino costituito un piccolo reparto esploratori – ed il direttore di quella scuola, qual padre amorosissimo, rinunziando a posti onorifici, vuol stare fra i piccoli poveri suoi figliuoli; per i più poveri ha stabilito la refezione scolastica, un piccolo laboratorio di falegname ed altre benefiche istituzioni, per salvarli al possibile dalle loro necessità… Ed anche egli, benché ancor non chiamato alla fede, avvinto dalle dolci catene della carità, attende per unirsi al nostro lavoro. A quanto, amatissimo Padre, l’inizio di questa necessaria oasi di bene?

A fondare, a mantenere e a moltiplicare queste oasi (eccoci al ritornello dei missionari) è necessario l’aiuto dei buoni, la preghiera e, a mezzo suo, chiedo a quanti vogliono cooperare alla venuta di Gesù nelle anime, in modo speciale quest’ultima. Dal resoconto annuale inviatole Lei può rilevare che nel 1934 il lavoro apostolico affidato ai Salesiani in Giappone ha dato come risultato (contando anche le opere di Tokyo) un 200 Battesimi, di cui oltre buona metà, dati in articulo mortis o a figli di cristiani. Pur ringraziando il Signore di questo risultato, è troppo poco davvero, se lo valutiamo sulla base dei nostri desideri. La Missione conta due milioni di pagani, la parrocchia di Tokyo 450mila anime. Se si va di questo passo, mettendo come media di conversioni di adulti la media di quest’anno, fra quanti anni avremo convertito queste povere anime? La forza vera del missionario sta nella preghiera non solo individuale, ma collettiva.

Oh, domando insistenti preghiere dagli angioletti, dalle famiglie dei nostri amici e benefattori, dalle compagnie religiose, specialmente eucaristiche, dei nostri collegi ed oratori e di quelle delle Figlie di Maria A., da quanti sono ascritti all’Apostolato della preghiera.

È con queste crociate di preghiere che si muoveranno le anime dei poveri pagani giapponesi verso Gesù.

Ci benedica tutti, specialmente chi si professa

Suo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, sales.



1 Manoscritto R. M. 7l3: inedito.

2 Questo scritto è datato da Miyazaki il 31 agosto. Risulta però che dopo il 15 agosto Don Cimatti era partito per Tokyo dove il 2 settembre si iniziarono gli Esercizi nella sede del nuovo Noviziato adiacente alla Scuola Professionale, che finirono il 9 settembre. L’inizio del Noviziato, data fondamentale per l’Ispettoria Giapponese, fu alla fine di dicembre.