Cimatti|Ricaldone Pietro /1944-10-…

3143 / Ricaldone Pietro / 1944-10-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Anche La Radio


Ottobre 1944

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


È notorio che le trasmissioni radiofoniche sono un mezzo magnifico di propaganda, e, se ben adoperate, un ottimo mezzo. Già nell’anteguerra i nostri confratelli D. Margiaria, D. Marega, Don Barbaro ed altri si prestarono per trasmissioni di argomenti culturali o religiosi di vario genere all’interno e all’estero (Giappone – Italia), ma è proprio nel periodo ed anche in quello più acuto della guerra che la corale salesiana dello studentato teologico, diretta dal nostro D. Lucchesi, viene affermandosi sempre più, fino a rimanere, specie nel campo polifonico sacro, la più quotata in Tokyo, e nell’immediato dopo-guerra possiamo dire che rimarrà certo l’unica, se al Signore piacerà conservarci fino allora.

Ed è per questo che nelle grandi funzioni alla Cattedrale ed altre chiese, ricorrenze di funerali speciali, Messe solenni, funzioni della settimana santa in cui si era soliti trasmettere radiofonicamente alla città lo svolgersi della funzione, la schola cantorum salesiana vi era invitata, ed è per questo che ripetutamente (specie in occasione delle feste natalizie e di pasqua) la Società veniva allo studentato colle macchine apposite per impressionare dischi, che poi venivano trasmessi all’interno o all’esterno. Onore grande per i salesiani, buona propaganda, cespite d’entrata…; gioia di unirci al cuore dei giapponesi, agli amici lontani, non piccola soddisfazione artistica… ed anche buon incitamento ad un maggior perfezionamento nell’esecuzione. Ricordo l’impressione provata nell’udire, sul disco di saggio, le canzoni giapponesi composte e suonate dal sottoscritto e cantate dal nostro D. Margiaria… Fu un urlo comune: “Scancella! Ripetiamo…”.

Imparai più in quella audizione, che in anni di insegnamento… e ci si riuscì benino e con soddisfazione comune. Così alle volte il desiderio di cantare, e magari per accentuare la persuasione, via, di essere artisti, accomunava nelle prove quanti confratelli pensavano di avere facoltà vocali degne di essere udite… tanto più che si doveva salire su un palco, in vista… Mah! piccole velleità di questo mondo, che però ben rettificate… per far del bene… non sono da temersi. “Su, attenti… il mondo vi ascolta”. Si figuri l’orgasmo di questi cari figliuoli e il loro impegno all’udire queste parole… Finito il pezzo, sentito il disco di prova: “Scancella… ripetiamo…”. E ne erano tanto persuasi, che gli assoldati per l’occasione, umilmente se la sgattaiolavano dicendo: “Quanto costa la vita dell’artista!”. E si riuscì a ottime esecuzioni. Anche con questo mezzo il Signore, la Chiesa coi suoi canti e il nome di D. Bosco furono largamente divulgati. Penso che se D. Bosco fosse vivo avrebbe anche lui parlato e cantato alla radio, lui e i suoi giovani e i suoi salesiani… Verrà certo il tempo in cui anche il nostro venerato R. M. farà udire la sua voce ai suoi figliuoli sparsi in tutto il mondo. Per il Giappone non sarà certo difficile.

È una notizia non certo di prima importanza quella che oggi mi intrattiene con Lei, ma sarà a Lei gradita e ai fratelli nostri, perché almeno per alcuni istanti ci tiene uniti in intimità di pensiero e di cuore.

Preghi per noi tutti e specialmente per

il suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.