Cimatti|Ideguchi Francesco|1942-7-

2903 / Ideguchi Francesco / 1942-7-16 /


a Mons. Francesco Ideguchi, Amministratore Prefettura Apost. di Miyazaki



Tokyo, 16 luglio 1942

[festa della B. V. del Carmelo]

Rev.mo Amministratore Apostolico,1


Conoscendo la bontà di cuore di Mons. Rev.mo e lo zelo da cui è animato per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime e per il bene della Prefettura Apostolica, che deve dirigere, mi onoro di presentare l’annesso MEMORIALE per addivenire ad una definitiva sistemazione giuridico- amministrativa delle varie opere sorte nella Prefettura Apostolica dall’inizio del lavoro di apostolato dei Salesiani di Don Bosco, cui è affidata la stessa Prefettura Apostolica. Tale sistemazione è richiesta:


  1. Dal riconoscimento governativo del “Kyodan” (= associazione) cattolico e del relativo regolamento.

  2. Dalla creazione dell’Amministrazione Apostolica.

  3. Dall’erezione canonica della provincia giapponese salesiana e delle varie case salesiane erette canonicamente in missione.

  4. Dalle modificazioni da farsi agli Shadan (= enti morali) della Missione e a quello salesiano in conformità delle recenti disposizioni governative.

  5. E dal desiderio vivissimo di non aggravare in nessuna maniera le condizioni economiche né della Prefettura Apostolica, né del “Kyodan”, anzi di alleggerirle al possibile, assumendo i rischi delle opere più gravose.


Come base fondamentale è da stabilirsi anzitutto una netta divisione dell’amministrazione economica della Prefettura Apostolica da quella salesiana. Si propone che l’amministrazione della Prefettura Apostolica e delle Opere della missione (parrocchie ed altre assunte dalla missione) passi nelle mani dell’Amministratore della Prefettura Apostolica e del suo economo giapponese. Quella delle opere salesiane resti a carico dell’Ispettore e suo economo.

A tutt’oggi furono considerate opere salesiane:


  1. CASA DI BEPPU. È di proprietà della Congregazione tutto lo stabile, e la gestione parrocchiale è affidata alla Congregazione salesiana. Siamo qui nelle stesse condizioni in cui si trovano i Salesiani nella Parrocchia di Mikawajima a Tokyo, pur non esistendo come a Mikawajima un atto canonico della cessione giuridica della parrocchia alla Congregazione salesiana, il che può essere attuato dal nuovo kyokucho (= Amministratore Apostolico) e dalla S. Sede. Non era possibile né conveniente fosse fatto dall’Ordinario precedente: è troppo naturale. La Congregazione salesiana si obbliga a curare la Parrocchia, ad assistere spiritualmente le comunità religiose della città (con convenzioni da fissarsi tra gli interessati), a versare i contributi fissati dai regolamenti per il “Kyodan” e quelli fissati dall’Ordinario, senza aggravi di sorta da parte dell’Ordinario per il mantenimento del missionario e del personale. Si domanda che sia lasciato al parroco il contributo, che possono dare i cristiani del luogo.

  2. Colonia Agricola (Koseigakuen) di Miyazaki. Tale opera salesiana, sia per l’esistenza e sviluppo, come per il personale e per la parte amministrativa rimane completamente a carico della Congregazione salesiana. Non si è alieni dal concorrere allo sviluppo del “Kyodan” e della Prefettura Apostolica coi prescritti contributi.

  3. SEMINARIO di Miyazaki. Per bontà di Mons. Rev.mo la questione per quest’anno è rimasta allo stato QUO ANTE. Mentre a nome anche di tutti i missionari ringrazio Mons. Rev.mo di questo atto di grande carità, prego prendere in considerazione quanto espongo che deve mettere in luce la vera essenza, scopo e modalità di questa opera per concludere chi deve assumere la responsabilità di esistenza e di sviluppo.

ANTEFATTI. I salesiani di Don Bosco alla loro entrata nel Kyushu l’8 Febbraio 1926, divisisi nelle tre residenze missionarie allora esistenti: Miyazaki, Oita, Nakatsu, seguendo lo spirito, gli insegnamenti e gli esempi della Chiesa e del loro Fondatore S. Giovanni Bosco, si misero subito al lavoro per la ricerca e formazione delle vocazioni indigene, tanto di giovani che di adulti (e anche di vocazioni allo stato religioso femminile) sia per la Prefettura propria che per altre, e per la loro Società.

Fin dai primi anni, cogli aiuti di S. Ecc. il Vescovo di Nagasaki e dei missionari, si poté formare un piccolo gruppo, che poi venne accrescendosi per il lavoro dei missionari salesiani nelle rispettive residenze, e per la propaganda salesiana in Giappone, per cui ci vennero da ogni parte elementi desiderosi di provare la loro vocazione.

Fu così che si poté stabilire un gruppo regolare a Nakatsu nel 1930, grazie ad un ampliamento della casa dovuto alla carità di un benefattore salesiano.

Finalmente col trasporto di questa opera a Miyazaki nel 1934 il cosiddetto Seminario di Miyazaki ebbe sede fissa. Le spese per l’acquisto del terreno iniziale e quello aggiuntovi, della prima costruzione e degli ampliamenti successivi, furono coperti totalmente col sussidio straordinario dell’Opera del Clero Indigeno e dalla Congregazione salesiana. Questa non guardò né a spese né a personale, mantenendovi, si può dire gratuitamente, una media annuale di una quarantina di allievi. Tutto il personale è sempre stato a carico completo della Congregazione salesiana, che vi lavora dal 1930 e che, in tempi successivi per riattamenti, costruzioni nuove, spese mobilie e materiale scolastico e più per il mantenimento allievi ha speso al 1° semestre 1942 Yen 199.856,69 contro un contributo dell’Opera di S. Pietro pari a Yen 93.935. In un primo tempo si voleva pareggiare la Scuola a quelle governative, ma l’apertura del Seminario di Fukuoka e i pareggi del medesimo e di quello di Nagasaki, e più la scarsezza dei mezzi, dissuase dall’impresa. Si riuscì ad ogni modo ad ottenere l’approvazione provinciale, l’approvazione del “Kyoren” (= scuola premilitare); e mantenendo la cultura a livello della scuola media governativa, e mediante insegnamenti sussidiari (musica vocale e strumentale, declamazione, lavori agricoli, ecc.) renderla apprezzata fra le scuole della Provincia. Recentemente poi ottenne anche l’approvazione con decreto del “TORISHA” (Capo religioso) del Kyodan cattolico col riconoscimento della licenza della scuola di Miyazaki, come titolo sufficiente di entrata al Gran Seminario di Tokyo.

La scuola pur avendo il titolo: “SEMINARIO MIYAZAKI” è sempre stata riconosciuta dai fondatori e dagli altri, come istituzione di vocazioni e non solo come piccolo seminario della Prefettura Apostolica.

Ne fanno fede e la varietà delle zone che ci forniscono gli allievi, e il risultato della formazione dei medesimi: parte di essi infatti alle dipendenze della missione sono o nel Seminario di Fukuoka e nel Gran Seminario di Tokyo, parte sono soci della Congregazione salesiana, parte sono presso altre Congregazioni o Circoscrizioni Ecclesiastiche; uno è a conto delle Isole Caroline e vari sono Coreani.

STATO ATTUALE DELLA QUESTIONE. Il nuovo assestamento gerarchico ecclesiastico, creato dall’approvazione del Kyodan, l’idea che il Seminario di Miyazaki fosse il piccolo Seminario della Prefettura Apostolica di Miyazaki – le difficoltà economiche sorte dalle attuali condizioni mondiali, fecero pensare in un primo tempo alla necessità della chiusura dell’istituzione. I Salesiani che vi profusero e vi profondono le loro forze materiali e spirituali da 12 anni, quando dopo tante difficoltà; sacrifici e disillusioni vedono che il Seminario ha raggiunto una consolante sistemazione e dà buone speranze di vocazioni indigene, così necessaria specialmente in questi tempi, pur di poter salvare quest’opera, e continuarla magari in proporzioni più ridotte, sono disposti a sobbarcarsi a qualunque sacrificio. D’altra parte comprendono pure che l’opera se gravasse totalmente sul bilancio della diocesi sarebbe un peso troppo grave per essa e per il Kyodan. Perciò in accordo colle Superiori Autorità e a nome anche dei Superiori della Congregazione salesiana, intendo domandare formalmente che il cosiddetto “SEMINARIO MIYAZAKI”, cessando di essere considerato come opera della missione, passi EX INTEGRO, proprietà ed opera alla Congregazione salesiana, la quale si obbliga alla gestione completa della scuola, senza aggravare in nessun modo né la Prefettura Apostolica né il Kyodan ed in conformità piena ai regolamenti vigenti.

La soluzione richiesta, che mi pare improntata a giustizia e carità, mentre toglie i salesiani dall’attuale precaria condizione, specie di fronte all’avvenire, mi pare rappresenti pure un giusto riconoscimento e un atto di fiducia verso i poveri salesiani di Don Bosco per il loro lavoro speso nella Prefettura Apostolica di Miyazaki, e specialmente attorno alle vocazioni.

Dovendosi ora riordinare come shadan (ente morale) della Missione e della Congregazione si presenta pure la maggior facilità dei trapassi di proprietà da ente all’altro.

  1. L’orfanotrofio (YOSEIN) di Nakatsu fu organizzato in occasione del trasporto dell’Opera delle vocazioni a Miyazaki, per utilizzare i locali, ed era considerato come piccolo vivaio di vocazioni onde provare e fornire elementi al Seminario. Al momento fatte le opportune eliminazioni, si sono tenuti alcuni elementi le cui famiglie desiderano l’educazione cristiana dei loro figlioli, e alcuni altri elementi che sono affidati ad tempus dalle autorità, e che non è possibile inviare alle famiglie rispettive, perché orfani, ecc. Anche questa istituzione, se se ne permette l’esistenza, è inteso che nel più breve tempo possibile il personale straniero sarà sostituito da personale salesiano giapponese, nelle stesse condizioni di relazione colla Prefettura Apostolica.

  2. La libreria di Miyazaki fu iniziata dal nostro Don Liviabella fin dal 1934 e da lui fino al presente curata con lo scopo della propaganda religiosa e per venire in aiuto alle opere salesiane.


Tutte le altre Opere rimangono della Missione, ossia: le residenze di MIYAKONOJO, TANO, MIYAZAKI MISSIONE, TOMITAKA, NOBEOKA, OITA, NAKATSU, MORIE.


QUESTIONI RELATIVE ALLO SHADAN (società di proprietari) della missione e di quello salesiano. Espongo rispettosamente al Rev.mo Amministratore Apostolico alcune condizioni di fatto ed alcuni desiderata dei membri:


  1. Secondo l’elenco annesso sono inserite nello “Shadan” della Missione alcune proprietà appartenenti ad Enti religiosi residenti nella Diocesi. Bisognerà vedere che ne pensano i nuovi dirigenti dello Shadan, per ritenerli o disporre altrimenti in modo che non ne venga danno ai proprietari.

  2. Nella proprietà di Oita vi è un appezzamento a nome dell’ente salesiano che è inteso essere della missione. Non fu possibile finora realizzare il trapasso: approfittando della riorganiz- zazione penso non sia difficile farlo ora.

  3. Nella organizzazione primitiva dei nostri Shadan non furono inclusi fra i beni degli shadan gli edifici, così appare almeno dall’indice annuale, che però appaiono registrati ai municipi, in relazione al problema delle tasse. Quid agendum, se occorre regolarizzare anche questo?

  4. I membri stranieri (dello shadan) desidererebbero che fra i 5 riji (consiglieri, delegati) ci fosse anche uno o due loro rappresentanti (ad es. Don Liviabella). Non pare difficile la cosa tanto più che in Giappone gli italiani possono essere proprietari, come in Italia possono esserlo i Giapponesi.


L’OSPIZIO di Miyazaki è affidato alla Congregazione indigena della Carità in Giappone, come l’Opera di Beppu alle Figlie di Maria Aus. (Suore di Don Bosco) e l’Hikari no sono alla Nagata. Tali opere penso siano disposte, ed in grado non solo di sostenersi, ma di concorrere altresì nelle proporzioni del possibile alle necessità della Diocesi di Miyazaki.

Per le opere della Missione, finché sarà necessario, la Congregazione si obbliga a presentare il parroco, che sarà mantenuto come missionario in conformità dei regolamenti del Kyodan e diocesani. Per l’altro personale che fosse eventualmente col parroco come aiuto per formare la famiglia religiosa, se la Diocesi, in vista del lavoro che vi esercita, potrà dare qualche aiuto, sarà accettato con somma riconoscenza; in caso diverso toccherà all’Ispettore salesiano mantenerlo o ritirarlo. Per il cambio del personale, per le nomine ed eventuali competenze l’Ispettore salesiano si accorderà sempre col Superiore ecclesiastico in conformità alle disposizioni canoniche e istruzioni di Propaganda Fide.

Mi pare che in tal modo rimarranno chiarite e definite le questioni economiche ed amministrative, e alleggerite le preoccupazioni finanziarie della Prefettura Apostolica riducendosi il mantenimento dei parroci.

Tutto questo invoco dalla grande benevolenza ed illuminato parere di Mons.re Rev.mo. Raccomando i miei e specialmente me stesso alle ferventi orazioni di Mons. Rev.mo, mentre con tutto il cuore imploro l’apostolica benedizione di Mons.re Rev.mo


Umile servitore

Don V. Cimatti, sales., Ispettore




1 Di questa lettera abbiamo la copia in giapponese. Non si trova la prima stesura in italiano, per cui questa è una traduzione dal giapponese.