Cimatti|Rinaldi Filippo/ 1928-2-8

327 /Rinaldi Filippo BS / 1928-2-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



NEL COMPIERSI DEL II°ANNIVERSARIO DEI SALESIANI IN GIAPPONE1


Amatissimo Padre,


Proprio due anni fa, come oggi, in una nebbiosa giornata che ci impedì di ammirare d’un colpo lo splendore della terra benedetta che la Provvidenza ci affidava, sbarcavamo a Moji. Forse non le sarà sgradito che in uno sguardo retrospettivo le riassuma il lavoro fatto, le nostre speranze e i nostri desideri intensi che ci fanno sembrare sempre troppo esigui i risultati conseguiti ed eccessivamente lenti i passi del programma salesiano in questa grande nazione.

Tale riassunto sarà di conforto per quanti, e sono molti, colla preghiera, coi sacrifici, colle offerte materiali hanno cooperato al lavoro compiuto e a gettare le basi per quello da compiere.

Grazie, Superiori e Confratelli amatissimi; grazie allievi ed ex-allievi nostri, grazie generosi Cooperatori e Cooperatrici nostre, per la vostra beneficenza spirituale e materiale; è per questa che si è potuto iniziare qualche cosa. Ma soprattutto grazie al buon Dio, cui solo l’onore e la gloria.

Nel primo anno ridiventati bimbi delle elementari, ci siamo cimentati colla difficile lingua, che, anche ora a due anni di distanza, balbettiamo e salvo il servizio materiale all’altare e per rendere solenni le feste cristiane non potemmo in pratica far altro. All’inizio del secondo anno giunge l’ordine di prendere possesso successivamente delle tre residenze di Miyazaki, Nakatsu e Oita.

Assestate le cose nostre, si comincia il lavoro con questo programma minimo:

  1. Prendere contatto coi cristiani, conoscerli e farsi conoscere, e dov’è possibile organizzarli.

  2. Far conoscere l’opera nostra e le nostre istituzioni.

  3. Iniziare il lavoro di avvicinamento dei pagani, specialmente attendendo ai fanciulli e per mezzo di questi fare opera di penetrazione nelle famiglie.

I cristiani, sparsi nelle due province di Oita e Miyazaki, su circa due milioni di abitanti, possono valutarsi a poco più di 400, col nucleo più forte a Miyazaki.

I cristiani ferventi in gran parte sono discendenti degli antichi cristiani di Nagasaki, oppure alcuni pochi convertiti dal paganesimo e dal protestantesimo; molti sparsi qua e là, lontani dalla missione, non avendo avuto per lungo tempo comodità di essere a contatto col missionario si sono necessariamente indeboliti della loro fede.

Era dunque dovere iniziare il lavoro per queste anime, dando a tutti la comodità dei mezzi della grazia, predicando a tutti la buona parola; raggrupparli in associazioni che li obbligassero santamente al lavoro di apostolato fra i pagani e ad un consolidamento nella loro fede.

I mezzi usati furono visite personali a ogni famiglia; richiami per lettera, invio di buoni libri e giornali; distribuzione di oggetti religiosi; ampio sviluppo dei mezzi della grazia e dell’istruzione religiosa, propagazione della devozione a Gesù e a Maria, ecc.

Dove fu possibile sorsero le organizzazioni. A Miyazaki ad es. i giovanotti sono organizzati nella Compagnia di S. Luigi e del Piccolo Clero, che colle sacre cerimonie e col canto rendono più solenni le funzioni religiose. Sono le nostre speranze di possibili vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.

Funzionano l’Unione dei Padri di famiglia, l’Unione Madri cristiane, Il Circolo femminile Maria Ausiliatrice, e proprio nel giorno di S. Francesco di Sales, come magnifico frutto di questa prima coltivazione salesiana, si inaugurò il circolo giovanile Don Bosco. Le riunioni mensili e settimanali dei Soci, l’istituzione della biblioteca circolare danno modo di ribadire le istruzioni religiose fatte in chiesa, di abituare tutti a parlare e a fraternizzare, e di essere di grande aiuto al padre missionario. Non abbiamo catechisti, non siamo ancora esperti nella lingua, ma i buoni padri di famiglia e qualche giovanotto si prestano già volentieri e contenti ad accompagnare il missionario e a facilitargli l’apostolato nei lunghi viaggi, che si fanno per portare ad anime abbandonate e lontane colla celebrazione della S. Messa, coll’amministrazione dei Ss. Sacramenti, coll’istruzione religiosa, il necessario conforto e nutrimento spirituale.

Non abbiamo teatri o grandi sale, ma per attirare e divertire piccoli e grandi già si organizzarono festicciole, proiezioni luminose e cinema, teatrino e musica, tombole e lotteria; pezzi di giardino e di orto si trasformarono in piccoli cortili con giuochi. Tentiamo insomma nella nostra povertà e ristrettezza di locale di gareggiare coi nostri grandi oratori festivi. Sono le prime cellule che svolgendosi rigogliose daranno organismi saldi e vigorosi di vita cristiana.

Abbiamo inoltre cominciato a far conoscere l’opera nostra e le nostre istituzioni. Fedeli alle direttive di Don Bosco ci teniamo in buona armonia colle autorità politiche, civili e scolastiche. Foglietti di propaganda, distribuzione di immagini e medaglie, articoli di giornali fecero conoscere Maria Ausiliatrice e l’Associazione dei suoi devoti, le divozioni e pie pratiche a noi care: S. Francesco di Sales, Don Bosco e lo scopo della nostra Società. Come presentare ad es. S. Francesco di Sales, patrono della stampa cattolica? Radunammo nelle varie case della Missione i giornalisti pagani [dove trovare qui il giornale cattolico?] che vennero volentieri e conobbero così qualche cosa della vita di S. Francesco e dell’Opera salesiana, e si dissero fortunati di mettere a nostra disposizione il loro giornale.

Nell’anniversario della morte del nostro Don Bosco spandemmo pel Giappone la prima traduzione in giapponese di una breve vita di Don Bosco e dalle lettere di ringraziamento che si incominciano a ricevere, si può arguire quanto sia stata gradita, e quanto tutti attendano di bene dalla nostra Società.

Ed è doveroso accennare all’aiuto più che fraterno che i missionari delle Missioni Estere di Parigi, i sacerdoti del clero giapponese, gli ottimi PP. Francescani di Kagoshima, i PP. Trappisti, i Fratelli Marianisti e tutti gli altri ordini e congregazioni religiose maschili e femminili diedero ai figli di Don Bosco colla preghiera, col consiglio, colla predicazione. A questi veri campioni dell’apostolato missionario, che coll’ardente parola e coll’esempio sono a noi di edificazione e di insegnamento, vada il nostro riconoscente grazie. Gli Ecc.mi Vescovi pure ci furono di grande aiuto, e sopra tutti il compianto Vescovo di Nagasaki Mons. Combaz, l’attuale nostro Vescovo Diocesano Mons. Thiry, e il Delegato Apost. Mons. Giardini che si dimostrarono in ogni tempo veri padri per noi.

Una forma davvero originale di propaganda di cui volle servirsi la Provvidenza per far conoscere i Salesiani furono i concerti vocali, di armonium e pianoforte.

Sono oltre 25 i concerti dati in varie occasioni in teatri pubblici, in saloni, in scuole, all’aperto: migliaia di persone, colla musica tanto gradita ai giapponesi, udirono la buona parola in luoghi in cui certo per la prima volta risuonavano i nomi dolcissimi di Dio, della Vergine, di Don Bosco, dell’Italia.

Finalmente si iniziò il lavoro di penetrazione fra i pagani, rifacendo salesianamente per essi nei limiti del possibile ed applicando alle loro speciali condizioni, quanto si era fatto per i cristiani.

Sorsero con questo intento specialmente gli oratori di Oita e Nakatsu (in cui i cristiani sono ancora una minima espressione) nei quali viene delineandosi un complesso di lavoro consolante, e per il numero di quelli che li frequentano, e per la simpatia che i parenti dimostrano per l’opera nostra, tanto che alcuni hanno già permesso ai loro figli di intraprendere lo studio della religione, e perché questi fanciulli pagani cominciano a frequentare la chiesa, a pregare, a cantare coi pochi cristiani. Oh, la preghiera dei fanciulli è onnipotente sul cuore di Dio! Con quel fervore anche essi pregano colle parole del Saverio: “Eterno Dio, creatore di tutte le cose, ricordatevi che voi solo creaste le anime degli infedeli… fate che anch’esse conoscano Colui che voi inviaste, Gesù Cristo vostro figliuolo e Signore nostro…”.

Sono tipiche associazioni ad Oita l’Unione Savio Domnico, tutta di fanciulli pagani, che lavorano davvero attivamente a fare opera di penetrazione e propaganda fra compagni e nelle famiglie a favore della Missione – a Nakatsu la società Filarmonica, che presto si produrrà in qualche concerto e che (come dappertutto, colla musica, col teatro, coi divertimenti, coll’istruzione, ecc.) serve ad attrarre giovani e simpatie all’oratorio.

Quali i frutti spirituali a vantaggio delle anime? Il buon Dio li vede e li valuta. A noi pare di constatare un risveglio di vita cristiana: il termometro salesiano della frequenza ai Sacramenti sale, sale… Cifre! Migliaia, migliaia… Non deve gioire Gesù? I battesimi nel primo anno di lavoro sono 39, di cui 20 adulti o fanciulli pagani. In Giappone il missionario non pesca (purtroppo) colla rete, ma coll’amo… e colla prospettiva del “totam noctem laborantes, nihil coepimus”. Ma, guardi che ci vuol bene il Signore! Proprio nell’anniversario della nostra venuta a Nakatsu Don Piacenza dà il battesimo ad un giovane dell’oratorio che è in pericolo di vita. Lo chiamavano il gobbetto (e lo è di fatto); è il primo entrato all’oratorio, sempre assiduo coi suoi fratelli e anche socio della filarmonica. I genitori hanno dato volentieri il consenso pel battesimo e gli fu imposto il nome di Savio Domenico. È il primo frutto dell’Oratorio!

O buon Padre, presenti a Maria Ausiliatrice i primi passi nell’apostolato dei suoi lontani figli del Giappone. Vorrei nell’effusione immensa dell’animo farmi udire da tutto il mondo che ha a cuore l’“adveniat regnum tuum”. “Oh, pregate, pregate per la conversione del Giappone”. Dirò colle parole del primo Vescovo giapponese: il nome di Giappone è sinonimo del sol levante.

O fratelli, preghiamo che questo nome si realizzi pienamente, e che la luce della fede illumini tutto questo popolo. Il Giappone propagherà questa fede in Oriente e specialmente in Cina, l’immensa repubblica di 400 milioni di abitanti. O fratelli, aiutateci colle preghiere e nella misura delle vostre possibilità coi vostri soccorsi e tutti insieme noi lavoreremo a stabilire anche in queste terre il regno di Dio, a realizzare l’adveniat regnum tuum’”.

Ma ricordi, o amato Padre, ricordi che il Giappone è nel mondo intero la zona più povera di missionari cattolici, perciò in tutte le forme ci venga in aiuto, e ci benedica nel Signore.

Suo devotissimo

don Vincenzo Cimatti

1 Pubblicato sul Bollettino Salesiano, giugno 1928.