Cimatti|Ricaldone Pietro|1947-3-…

3431 / Ricaldone Pietro / 1947-3-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Resoconto generale della Pref. Apost. di Miyazaki


Marzo 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Prima di lasciare il Giappone, per partecipare, se Dio vorrà, al Capitolo Generale, faccio una rapida visita alla Prefettura Apost. ed alle opere di Tokyo, e fisso per la cronaca i risultati generali della medesima.

È l’omaggio dei suoi figliuoli del Giappone, ne son sicuro, più vicini di tutti al suo cuore. È un quadro d’assieme – sono cifre statistiche – sono accenni che includono tanti dati non esprimibili sulla carta; sono il risultato del lavoro di anime salesiane… missionari… che hanno inteso lavorare secondo il significato genuino della qualifica “Salesiano… missionario”. Accolga, buon Padre, benedica e presenti per noi all’Ausiliatrice nostra Mamma e al nostro D. Bosco il modesto omaggio.


MISSIONE, Prefettura Apostolica. Amministratore Ap. Mons. Domenico Fukahori, Vescovo di Fukuoka.

Provincia di Miyazaki: abitanti 957.856.

Residenze principali N° 5 (Miyazaki, Takanabe, Tano, Miyakonojo, Nobeoka) in cui si svolge il lavoro missionario propriamente detto: lavoro parrocchiale, catechismi, opere di azione cattolica e di carità, associazioni di devozione, visite mensili ai cristiani distanziati (N° 20 sotto-residenze o in casa di cristiani); oratorio e opere annesse; asili d’infanzia ed opere assistenziali.


Opere sussidiarie di Istituti religiosi N° 4.

(Aspirantato salesiano – scuola media – libreria cattolica tenute dai salesiani; Ospizio di Miyazaki per vecchi, fanciulli e bambini d’entrambi i sessi, tenuto dalle Suore giapponesi della Carità.


Personale della Missione: sac. stran. 5; indig. 1.

Personale delle opere sussidiarie: aspirantato-scuola sac. 5; chier. 2; coad. 1; aspir. l5; insegnanti 5; allievi 120.

Ospizio: Suore 22; nov. 10; post. 8; aspir. 20. Ricoverati totale 160.


La invito a fare con me una breve visita alle singole istituzioni; sarà di conforto e di incitamento per tutti.

Risaliamo dal sud della Missione.


MIYAKONOJO. Vede ricostruita la chiesa e casa della missione (8 dic. 1946) che ora vengono trasportandosi per la costruzione di nuove strade. La cristianità è assai sparpagliata, e mensilmente fu visitata dal missionario. Viene delineandosi un buon gruppetto di catecumeni e la possibilità di conferenze religiose nelle scuole. Il bravo D. Roncato è tutto in faccende per il trasporto dell’abitazione e, assodato bene l’ubi consistam, potrà darsi tutto all’apostolato certo con gran frutto delle anime a lui affidate.

Risalendo a TANO D. Roncato ci guida alla sua bella famiglia cristiana. Mi viene narrando che finalmente – dopo 20 anni, ha potuto scrivere sul registro il primo battesimo di adulto pagano della sua circoscrizione di Tano. Pensi quale consolazione. Il terreno dissodato dai precedenti missionari: Don Lucioni, D. Cecchetti, D. Antolin comincia a dare i primi frutti. Oh, che S. Teresina cui è dedicata la chiesa, faccia piovere una vera pioggia di grazie spirituali, specie sulla popolazione pagana della zona. I cristiani sono dediti all’agricoltura e col lavoro costante sono riusciti ad acquistare una posizione economica discreta che li fa stimare anche presso i pagani.

Le Suore della Carità stanno trasportando a Beppu la casa per usarla ad ospizio per vecchi, dietro invito delle autorità locali. Col primo aprile la parrocchia viene riaffidata al Clero indigeno.

Al marzo 1947 risultano: fedeli 230; battes. 2; cresime 15; matrim. 2.


E dopo brev’ora eccoci a MIYAZAKI, centro della missione. La casa è stata riparata dalle malversazioni dei militari che la detennero per oltre un anno. Si è arricchita anche di un saloncino (l’antica tettoia dell’Oratorio) adibito ora a dispensario (dispensario S. Giuseppe, esercìto da un dottore pagano e coll’aiuto delle Suore della Carità) ed a scuola per un gruppo di Koreani. Il salone Don Bosco è pronto per l’Asilo d’Infanzia di cui si stanno cercando le insegnanti.

La cristianità si è venuta dal dopo guerra rianimando in tutti i sensi colle sue varie istituzioni di azione cattolica e di carità. Vi collaborano i confratelli dell’Aspirantato e le buone Suore della Carità. Si è venuta riorganizzando la libreria cattolica (devastata dalle vicende di guerra e dai tifoni). È diventata sala di lettura per il pubblico, specie studentesco, che accorre alla Missione anche per audizioni musicali, per conferenze e per formare una buona corale, cui si e donato con forza il nostro D. Moriggia.

Buon impulso alla propaganda stampa ha dato l’iniziativa di D. Gallo, anima di tutta l’organizzazione parrocchiale del dopo guerra, consistente in libere offerte dei cristiani per abbonare pagani al giornale cattolico, alle letture cattoliche o a buone pubblicazioni. L’iniziativa dà risultati ottimi. Coll’aprile D. Gallo passa ad organizzare la parrocchia di Nakatsu. Lo sostituisce D. Bernardi, di ritorno dal suo apostolato a Kurume (Fukuoka) ed entra a far parte della famigliola anche don Lorenzi, che col 1° Aprile è incaricato della zona di Takanabe riaffidata ai Salesiani dopo cinque anni da che era amministrata dal clero indigeno.

Al Marzo 1947 si notano: fedeli 550; battesimi 84; catec. 10; cresime 31; matrim. 4; morti 3; scuola cor. 20. Dispensario (dall’Ottobre) media 35 al giorno.


La zona di TAKANABE è costituita da nuclei cristiani assai sparpagliati, che esigono il lavoro assiduo del missionario ambulante. Si spera di poter riorganizzare presto le antiche semi-residenze e gli oratori antichi.

Al marzo 1947 si trovano: fedeli 100; catec. 5; battes. 10; matrim. 4; def. 2; immig. 1; emig, 13.


NOBEOKA: come risulta dalla relazione precedente il nostro D. Antolin è riuscito a realizzare la costruzione della bella chiesa, casa salesiana ed asilo. Ed ora lavora attivamente per la ricerca dei cristiani e propaganda cattolica nella zona. Vi è tutto da ricostruire. Funziona bene la scuola serale: varie sezioni (lingua, sociologia, arte e scienze e specialmente religione) e l’Asilo d’infanzia. Funziona pure una bella corale che già con successo fece la sua apparizione in pubbliche adunanze di Nobeoka. Lavoro diuturno, assillante, pieno di consolazioni, ma di quante disillusioni!

Mi raccontava il missionario che il corso di religione era il più nutrito e gustato. Spiegato che ebbe le generalità sulle verità da credere, spiegò che bisogna pure manifestare colle opere nella vita pratica quanto si crede; che i comandamenti di Dio… Alla sera seguente il gruppo era dimezzato e non si presentarono più che i pochi rimasti. È commovente però vedere la funzione domenicale. I cristiani sono in città pochissimi, ma la chiesa si riempie di volenterosi pagani che all’entrata ricevono il libro di preghiere e canto, catechismo e Vangelo, e partecipano come cristiani provetti alla cerimonia e alle istruzioni impartite dal missionario. Oh, che il Signore si degni di attirarli alla fede.

Al marzo 1947 risultano fedeli 15.


OPERE SUSSIDIARIE. 1. Aspirantato salesiano. Avrà certamente, o buon Padre, seguito le vicende dolorose che condussero alla chiusura del Seminario della Prefettura Apost., e quelle più dolorose dei tifoni, che abbatterono completamente la costruzione. S.E. l’Amminis. Ap. non credette più opportuna la ripresa del Seminario qua tale, essendovi già quello di Fukuoka, più che sufficiente per sopperire ai bisogni della Prefettura Apos.; nel Seminario di Fukuoka esservi già i superstiti del Seminario di Miyazaki (4 del corso filosofico). E dietro queste considerazioni sia per aderire al desiderio di S.E. sia per non risuscitare questioni spiacevoli i salesiani dissero: “Saltiamo il fosso definitivamente… lavoriamo per le vocazioni nostre… ed il vecchio seminario della missione, ormai distrutto in tutti i sensi, sarà Seminario salesiano, sarà il nostro Aspirantato. Temporaneamente sarà pure il nostro Studentato filosofico. Qui abbiamo riunito i nostri cari chierici superstiti, di ritorno dal servizio militare o dal lavoro delle fabbriche, e potranno così riposare materialmente, rivivere spiritualmente, ripigliare e finire i loro studi”. E così si fece. Inoltre dietro le insistenze della Prefettura, coll’approvazione vivissima di S.E. l’Ammin. Ap. e finalmente per dare ai nostri aspiranti la possibilità di frequentare i corsi legali ed avere in mano un forte mezzo di propaganda cattolica, si stabilì di iniziare la scuola media. Si ottenne l’approvazione ministeriale, ed anche questo è un fatto compiuto.

Le nuove leggi scolastiche ci mettono nella necessità di iniziare quest’anno il nuovo corso medio inferiore ed al prossimo anno il 1° corso medio superiore – ed avremo così in pochi anni i 6 corsi completi. All’inizio del 2° anno la scuola conta già oltre 120 allievi, è apprezzata dalle autorità e dalle famiglie; già un buon gruppo di allievi studia la religione e due ricevettero il S. Battesimo… Si comincia a verificare per noi, l’“euntes ibant et flebant – venientes autem venient cum exultatione…”. Deo gratias! Già un’ala dell’abbattuto edificio è ricostruita, e serve per gli aspiranti e per l’internato (le domande sono numerose… I parenti domandano insistentemente di affidarci i loro figliuoli “da noi studiano di più – diventano più buoni!”. Allievi del 1° corso hanno condotto con sé i fratelli per iniziare il nuovo corso… La scuola desiderai si chiamasse “Hyuga” (= di fronte al sole): è nome noto e gradito ai giapponesi; nome della zona in cui sorge la scuola (provincia, mare di Miyazaki). Oh, amatissimo Sig. D. Ricaldone, Lei comprende che per noi missionari salesiani, oltre al senso geografico della parola, vi vediamo ben altro… ed il Signore ci aiuti a realizzarlo in pieno.


OSPIZIO. Continua la sua opera di benefica carità per i vecchi, fanciulli e bambini. Grazie a Dio le buone Suore, oltre che a Miyazaki nell’Ospizio, prestano la opera loro a Nakatsu per l’educazione degli orfanelli più piccini e per il lavoro di cucina e lavanderia. Già varcarono i confini della Prefettura Apos. e ad Osaka lavorano in un’opera per l’assistenza dei rimpatriati (100) e in un asilo parrocchiale (allievi 150) e a Tokyo, come a Nakatsu, lavorano presso l’orfanotrofio D. Bosco (all. 20). Nell’annata amministrarono 200 battesimi. Deo gratias.


PROVINCIA DI OITA. Abitanti 1.148.009.

Residenze principali N° 3 (Oita, Beppu, Nakatsu) in cui (come dissi per Miyazaki) si svolge il lavoro missionario propriamente detto. Anche in questa zona per l’utilità dei cristiani distanziati si fanno visite mensili o più frequenti (N° 10 semiresidenze o in casa di cristiani).

Opere sussidiarie di Istituti religiosi o associazioni.


BEPPU: casa Mazzarello delle Figlie di Maria A. con Noviziato, Aspirantato, Scuola elementare, Asilo d’infanzia. Casa succursale S. Cuore (Asilo, Scuola elementare).


P. Associazione S. Cuore (hikari no sono) – Suore giapponesi della Carità.

Personale: della missione, Sac. 5.

Personale: delle opere sussidiarie: Nakatsu, Orfanotrofio D. Bosco, sac. 3; ch. 1; coad. 1; allievi 60. Scuola elementare in casa. Suore giapponesi della Carità 2; aiut. 2.


FIGLIE DI MARIA A. Suore straniere 12; giapponesi 8; coreane 3; Novizie 7; Postulanti 4; aspiranti l4. Bambini da un mese a due anni 32; da due a sei 75. Scuola elem. 88; scuola sup. 10.


Continuando la nostra visita, passato il valico (700 m.) che divide la provincia di Miyazaki da quella di Oita, dopo una ottantina di gallerie, degradiamo nella provincia di Oita. Magnifici paesaggi di monte e di mare, bianche squarciate montagne pel cemento, aranceti… Man mano che ci avviciniamo a Oita, si susseguono cittadine che potrebbero dirci la storia dei primi missionari, che divulgarono il cattolicesimo in Giappone, e nella nostra Prefettura. Ed eccoci a Oita. Alla missione restano ancora le tracce della distruzione per bombe del 16 luglio ‘45. Ma l’attività indomita di D. Figura e D. Moro hanno fatto risorgere come per incanto casa, chiesa, asilo, salone per i giovani. Ed ora si è minacciati di doverci trasportare in altra zona per costruzione di strade. La cristianità si viene ricostruendo ed aumentando improvvisamente per la venuta da Nagasaki di numerose operaie cristiane in una grande filanda. È più consolante il numero dei catecumeni che dal mattino alla sera tengono inchiodato il missionario per l’istruzione con un susseguirsi consolante. È difficile in Giappone, per tanti motivi, poter istruire a gruppi secondo il detto missionario: “In Giappone non si pesca alla rete, ma alla lenza”. Buona propaganda fu tenuta con concerti in tutta la zona, con accademie, con la buona stampa; ed ora le forze sono riunite per una buona organizzazione giovani. Nell’approssimarsi delle feste centenarie della venuta di S. Francesco Saverio in Giappone (15 agosto 1549), d’accordo con S.E. l’Ammin. Apost. si va concretizzando un vasto programma commemorativo, che include l’erezione di qualche residenza in qualcuno dei luoghi storici della zona, e pubblicazione di memorie storiche sull’argomento. Ora la cura della missione è affidata a D. Moro e a D. Scrazzolo.

Al marzo 1947 sono notati: fedeli 250; battesimi 36; cresime 15; mat. 7; def. 7.


BEPPU. La ferrovia o il tram elettrico lungo la spiaggia del mare ci trasporta a Beppu, la città delle acque termali, dei fanghi. Attualmente gli americani vi sono stabiliti in gran numero. Il lavoro della missione viene riorganizzandosi in un lavoro molteplice, che occupa da mane a sera D. Martelli Corrado, D. Castiglioni, guidati dal nostro D. Lucchesi. Cristianità, due case delle Figlie di Maria A., l’Opera della Nagata, l’ospedale cattolico, eventuale lavoro per gli americani cattolici, il segretariato per gli ammalati, visita agli ospedali, la musica, i catecumeni, ecc., danno un consolante lavoro, non privo di frutti; lavoro delicato, data la natura del lavoro, l’ambiente dove si svolge: città del piacere, degli ammalati, dei forestieri che vi accorrono da tutte le parti dell’estremo Oriente (nell’anteguerra si valutava una circolazione annuale di 2 milioni di visitatori).

Al marzo 1947: fedeli 350; battesimi 100; cresime 21; mat. 7; def. 28.

Sarebbe interessante, come per la zona di Miyazaki, fare una visitina alle semi-residenze, presso le famiglie dei cristiani distanziati per cui è una vera festa la venuta del missionario ed è in queste visite che si può constatare davvero la difficile condizione in cui si trovano questi cristiani per conservarsi e perfezionarsi nella fede, ma per non dilungarmi troppo, passiamo subito a:


NAKATSU. La bella chiesa (è la più bella della missione) e i nuovi locali della missione si presentano subito all’occhio, contrasto stridente coi piccoli resti bruciati dell’orfanotrofio. Non più l’allegro gridio dei nostri orfanelli, piovuti dopo la guerra da tutto il Giappone, specie dalla zona di Osaka. Dopo il disastro, si sono trasportati a Osada Koen, vicino a Nakatsu, in aperta campagna, luogo certo più adatto per loro, se al Signore piacerà dar loro qui dimora stabile. La cristianità anche a Nakatsu sta riorganizzandosi. D. Demleitner lascia il posto a D. Gallo, così potrà mettere tempo, forze e cuore per i nostri poveri e cari orfanelli.

Nakatsu è sempre stato un posto difficile e spinoso assai per l’apostolato, ma vi si nota un consolante risveglio. Al marzo 1947 notiamo: fedeli 160; battesimi 53; cres. 47; matrim. 3; def. 8.


Un trenino ci porta all’Orfanotrofio D. Bosco. I nostri piccoli amici che ci hanno veduto da lontano, ci vengono incontro guidati da D. Broccardo e ci accolgono coi saluti di costume e con allegre canzoni, anche italiane. I più piccoli con D. Perego e il ch. Abe giapponese (uno dei primi ragazzi a noi affidati un 15 anni fa proprio a Nakatsu) ci attende sull’uscio, mentre il buon Coad. Miyahara viene colla sua squadretta dei più grandicelli dal campo dove ha finito di piantare le patate. Pietà, studio, lavoro avvincono in un cuor solo questa Istituzione che vive dello spirito di famiglia salesiana. Molti studiano il catechismo, ed una buona metà ha già ricevuto il battesimo. Si è ottenuta l’autorizzazione per la scuola elementare interna, data la condizione speciale loro. L’avvenire? Proprio sul partire viene in camera il più grande che mi dice: “Desidero da oggi e domando formalmente di essere aspirante, per diventare, se a Dio piacerà, buon salesiano!”. Faxit Deus. Del lavoro salesiano fuori missione dirò in mia prossima. E ci benedica tutti.

Suo

D. V. Cimatti, sales.