Cimatti|Rinaldi Filippo|1929-1-1

420 /Rinaldi Filippo BS / 1929-1-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



FESTE NEL GIAPPONE1

Miyazaki, 1 gennaio 1929

Amatissimo Padre,


La fine dell’anno e l’inizio del nuovo furono segnati per la nostra missione da manifestazioni caratteristiche che in breve le riassumo.


L’Immacolata e il Natale


Dopo le feste di Oita al grande Apostolo del Giappone, S. Francesco Saverio, fervore di attività per preparare la festa della Madonna Immacolata. Dirle quanto si è fatto dai suoi figli per ricordare meno indegnamente la data d’inizio dell’opera salesiana è ripetere quanto lei può già prevedere. Due caratteristiche voglio presentarle:

  1. La novena sotto forma di conferenze (in cui si è tentato per la prima volta anche in forma dialogata o di piccola discussione) riassumenti la teoria e la pratica della vita cristiana.

Era una promessa fatta l’anno scorso nel Congresso Mariano, di rafforzare cioè nel periodo invernale, in cui la massima parte dei fedeli sono più liberi dai lavori, lo studio della religione. Le conferenze fatte dai missionari, dai catechisti e dai cristiani furono gradite, e la novità della forma dialogata o di discussione suscitò attenzione ed un certo interessamento – cosa rara pel carattere giapponese – molte teste si alzarono a guardare, il volto si atteggiava a ricerca, e questioni non indifferenti vennero suscitate e risolte.

  1. La festa sociale delle Figlie di Maria, che dopo un anno di lavoro hanno già al loro attivo e la conferenza mensile e le conferenze di religione e prestano valido aiuto per la preparazione delle feste e per l’assistenza delle fanciulle. Saranno certo di grande conforto alle Figlie di Maria Ausiliatrice quando avremo la fortuna di averle in Giappone.


Ed eccoci al Natale, la festa del cuore, che fu celebrata davvero con amore nelle varie residenze a cui convennero per l’occasione anche molti cristiani residenti lontani dai centri.

Il Signore volle anche in questa circostanza consolare il cuore dei missionari con vari battesimi.

Fu quest’anno che per la prima volta comparvero all’ammirazione dei fedeli i Presepi che pur non potendo gareggiare con quelli d’Italia, vollero dire ai Giapponesi qualche cosa di questa sacra rappresentazione, che ben preparata ha tanta influenza salutare specie sull’animo dei fanciulli. E accorsero ad ammirare, a domandare spiegazioni, a pregare, a fare omaggi e piccole offerte a Gesù. Dall’Italia cuori gentili avevano donato e mani d’artisti avevano dipinto e scolpito il materiale per il presepio di Miyazaki. Gioite, anime buone; per mezzo vostro Gesù fu meglio conosciuto ed amato!


Più ampio lavoro


Ci siamo proposti in quest’anno, oltre che di continuare il lavoro già iniziato e consolidare le posizioni acquisite, anche di estendere l’azione in altri punti della provincia.

Dopo la manifestazione di Usuki (altre sono allo studio) è notevole il lavoro iniziato nella sotto- prefettura di Takanabe, affidata alle cure del nostro carissimo Don Antonio Cavoli. In casa d’affitto si è dato principio all’Oratorio, al quale coi pochi fanciulli cristiani accorrono numerosi fanciulli pagani. Per premiare le frequenze e per una più vasta réclame il bravo Don Antonio organizzò una caratteristica e ben riuscita lotteria di Natale.

Cristiani e pagani di Takanabe avevano preparato belle declamazioni, cantate e suonate sul Natale.

In unione fraterna si unì un gruppo di ragazzi e giovani di Miyazaki che portò il contributo della sua gioconda allegria, e si passò una serata indimenticabile.

Non mancò la Befana che regalò un dono speciale ai frequentatori assidui dell’oratorio e per tutti gli intervenuti il regalo di Natale.

Takanabe sarà un centro d’avvenire e i risultati finora ottenuti in città e nei dintorni ci fanno sperare assai per la salvezza di tante anime e specialmente di tanta gioventù.

Il missionario non lascia intentato nessun mezzo (predicazione, buona stampa, divertimenti, conferenze con proiezioni, musica, ecc.): ma questi mezzi bisogna non manchino, bisogna siano rinnovati, migliorati, moltiplicati.

Lo gridi, amato Padre, con tutta l’anima sua ai nostri benefattori, ai nostri giovani: guai se si stancano nella loro attività di azione benefica…

In tutte le Residenze si festeggiò nel miglior modo il Natale e l’Epifania, e si distribuirono regalucci, che innestarono sempre più nell’animo dei beneficati l’affetto, la preghiera riconoscente per gli sconsolati, lontani benefattori.

Don Vincenzo Cimatti




1 Alla lettera dal Bollettino salesiano del mese di Maggio 1929: manca il manoscritto originale