Cimatti|Marella Paolo|1942-3-15

2875 / Marella Paolo / 1942-3-19 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



In relazione al Seminario di Miyazaki1


Tokyo, 19 marzo 1942

Eccellenza,


Le condizioni di fatto in cui è venuto a trovarsi l’apostolato missionario in Giappone coll’applicazione dei principi del nuovo regime e quelle create dagli avvenimenti mondiali, pongono alcune delle opere iniziate dai missionari salesiani nella Prefettura Apostolica di Miyazaki in circostanze precarie di esistenza, tali che, per il bene della Chiesa cattolica in Giappone e quelle della società Salesiana, mi obbligano di riferirne all’E.V. e di proporre una soluzione, che, spero anche a parere del Consiglio dell’Ispettoria, pare possa tranquillizzare il problema del momento e risolvere definitivamente la questione per il futuro.

La presente relazione vuol prospettare solo il problema per la casa delle Vocazioni, detta Seminario di Miyazaki.


  1. Quale fu il movente dell’inizio e prosecuzione dell’Opera.

  2. Quali sono le condizioni attuali.

  3. Soluzione che si prospetta.

  4. Soluzione che ci si consiglia.


Sono i punti fondamentali della presente.


  1. SCOPO DELL’OPERA. Per la Società salesiana di Don Bosco la ricerca e cura delle vocazioni allo stato ecclesiastico, specie fra la gioventù povera e di bassa condizione, è fine della Società. Per lo sviluppo poi della medesima è questione di vita o di morte.

Nella nostra Prefettura Apostolica inoltre si seguì questo criterio direttivo (caldeggiato e tentato di realizzare da tutti i Superiori Ecclesiastici del Kyushu) istituire cioè opere d’istruzione per elevare la cultura del ceto cristiano del Kyushu. Seguendo gli insistenti insegnamenti della Chiesa ai missionari e le direttive di Don Bosco, i Salesiani fin dal loro arrivo (1926) in Giappone, iniziarono subito il lavoro di ricerca e cura delle vocazioni indigene, e lo hanno continuato a tutt’oggi, nonostante le delusioni, le amarezze, i contrasti, gli abbandoni ingiustificati, capricciosi, ingrati; e per quanto dipende da loro, intendono continuare a costo di ogni sacrificio. Il materiale vocazionale di ogni genere fu reclutato o fornito o dal lavoro dei missionari salesiani delle singole residenze della Prefettura, dal concorso dei missionari di altre circoscrizioni ecclesiastiche per allievi che o per età (vocazioni tardive), o per altre ragioni, non potevano entrare in Seminario; dalla nostra svariata propaganda stampa, musica, ecc.; altri dalla Corea o altre regioni, o consigliatoci da istituti religiosi.

Sorse così questa casa di Vocazioni che pur denominandosi Seminario di Miyazaki, e sussidiata qua tale dall’Opera di S. Pietro, è troppo evidente non restringersi alla formazione del personale ecclesiastico della Prefettura Apostolica di Miyazaki.

  1. CONDIZIONI ATTUALI. I risultati, sia pur modesti, finora ottenuti, stanno ad indicare la bontà dell’Opera intrapresa e la buona volontà di lavoro dei Salesiani in proposito. Sono due dozzine di vocazioni indigene, nettamente incanalate o per la via del clero secolare o per la vita religiosa.

Gli elementi dell’una e dell’altra schiera stanno compiendo i loro studi teologici o filosofici nel Gran Seminario di Tokyo e nello Studentato Salesiano – già un prete lavora nella Prefettura; un suddiacono e minorista sono alle soglie dell’ordinazione. Gli ex-allievi del nostro Seminario sono entrati in altre diocesi ed istituti religiosi. Infine una quarantina sono attualmente nel Seminario di Miyazaki. Gli incidenti attuali hanno chiamato al servizio militare varie di queste giovani speranze, e, pure essendo difficile prevedere il risultato definitivo delle vocazioni, non vi è motivo di allarmarsi e di desistere dal lavoro.

L’istituzione di Miyazaki è veduta assai bene dalle autorità locali, che diedero il riconoscimento; autorizzarono l’istruzione premilitare; è nota pure alle autorità centrali governative; e l’autorità ecclesiastica centrale ne considera il curriculum studiorum, come sufficiente per l’entrata al Gran Seminario.

  1. SOLUZIONE CONSIGLIATA: CHIUSURA. La cessazione o diminuzione dei sussidi di Propaganda Fide e dell’Opera di S. Pietro, e le difficoltà di sovvenzioni varie dall’estero, i principi posti dal nuovo regime in materia e il nessun aiuto finanziario che nelle difficili circostanze attuali intende dare l’Amministratore Apostolico fa proporre come unica soluzione la “chiusura” di quante opere non si possono sostenere con mezzi alla mano, ottenuti in posto. Non è mia intenzione polemizzare né sull’efficacia né sull’opportunità della soluzione: fiato e carta sprecati. Posti i principi umani da cui si parte, è impossibile intendersi.

I Salesiani di Don Bosco partono dal seguente concetto, per loro chiarissimo, così espresso da Don Bosco: “Ricordiamoci che noi regaliamo un grande tesoro alla Chiesa, quando noi procuriamo una buona vocazione: che questa vocazione o questo prete vada in diocesi, nelle missioni o in casa religiosa, non importa, è sempre un gran tesoro che si regala alla Chiesa di Gesù Cristo. Per mancanza di mezzi non si tralasci mai di ricevere un giovane che dà buone speranze di vocazione. Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri, andate anche a questuare, e se dopo di ciò vi troverete nel bisogno, non affannatevi, che la S. Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente, verrà in vostro aiuto”. A tutt’oggi, seguendo queste direttive, la Provvidenza non ci è mai venuta meno in Giappone.

  1. NOSTRA SOLUZIONE: CONTINUAZIONE COME OPERA SALESIANA. Ciò posto, la soluzione che si propone è la seguente: la proprietà mobile ed immobile e la gestione dell’Opera della casa delle vocazioni, detta Seminario di Miyazaki, passi integralmente alla Società Salesiana di Don Bosco che:


    1. Divenuta così direttamente responsabile in tutto dell’Opera

    2. Potrà agire con più sicurezza e libertà.

    3. Non vedrà disperso né perduto il lavoro compiuto in 15 anni.

    4. Restando nel posto classico delle vocazioni, potrà continuare a reclutare più facilmente le vocazioni.

    5. E continuare l’Opera di elevazione culturale della gioventù cristiana dell’Isola.

    6. Educazione che potrà essere completata nei vicini seminari di Fukuoka e Nagasaki.

    7. E darà modo alla medesima Società di avere un’opera in missione per esercitarvi il personale in formazione prima degli studi teologici.

    8. Tale cessione (a condizioni da fissarsi dall’Autorità competente) può anche significare una ricompensa caritatevole, giustizia pel lavoro delle vocazioni finora compiuto dalla medesima Società.


La proprietà immobiliare attuale è iscritta nell’ente della Missione, ma non è difficile il passaggio all’ente salesiano, essendo i salesiani amministratori dell’uno e dell’altro. La casa del Seminario è già canonicamente approvata come casa salesiana con decreto della S. C. di Propaganda Fide. Non è gravata né da debiti, né da ipoteche.

I sussidi ottenuti dall’Opera di S. Pietro dal 1932 (inizio del sussidio) al Febbraio del 1942 ascendono a Yen 89.687 (compera terreno, edificio, e sussidi annuali). Le spese sostenute Yen 99.893 che la Congregazione salesiana ha versato per le vocazioni, non calcolando naturalmente il lavoro del personale, le preoccupazioni, ecc. ecc., se del caso posso presentare il dettaglio.

Domando dunque che in vista delle ragioni precedenti l’E.V., in quanto può e se è necessario, sottoponga alla S. Congregazione di Propaganda Fide e all’Opera di S. Pietro la mia umile domanda, che mi pare risolvere definitivamente al presente e per l’avvenire la questione. Certo, l’avvenire è nelle mani di Dio.

Quanta parte abbiano delle direttive attuali delle autorità ecclesiastiche in Giappone piani o pressioni o comandi dalle autorità centrali governative, non è mio campo indagare: in caso affermativo bisogna che Roma dia ordini tassativi ad quietandas animas missionariorum exterorum vel Congregationum religiosarium utriusque sexus, se no, non si conclude. Quali pratiche supplementari occorrono allo scopo, non so: abbia la bontà di indicarle. Darò immediata evasione.

Pur comprendendo la delicatezza della pratica, oso domandare sollecita trattazione per porre le basi chiare fin dall’inizio del nuovo anno scolastico.

Invio la pratica nella festa di S. Giuseppe: l’appoggio del Santo non sarà certo inefficace, trattandosi di pratiche che interessano la Chiesa, di cui è Patrono.

Affido poi tutto alla carità dell’E.V. assicurandole affettuosa riconoscenza anche per questo nuovo atto di benevolenza verso i figli di Don Bosco.

Mi benedica con tutti i miei…

Don Vincenzo Cimatti, sales.




1 ? È evidente l’affinità del contenuto di questa lettera al Delegato Apostolico inviata nel medesimo giorno di quella all’Amministratore Apostolico e sul medesimo argomento.