Cimatti|Berruti Pietro|1941-2-14

2684 / Berruti Pietro / 1941-2-14 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 14 febbraio 1941

Mio Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Berruti,


Ripiglio la penna per buttar giù qualche idea in relazione al catalogo e alle cose nostre, al fine di avere direttive, consigli, ecc.


  1. Dove mettere il nostro povero Don B.? Partì dal Seminario. In Giappone non può tornare.

  2. Mi scade tutto il Consiglio (Quando cadrà l’Ispettore?). Ne avevo due in missione – due a Tokyo – in pratica difficilissimo radunare insieme un po’ regolarmente, date le distanze, le spese. I due di Tokyo se vedono bene le cose di là, non vedono quelle della missione, et vicissim.

Don Liviabella fa – mi sembra – bene il suo ufficio di economo.

Don Cimatti dove andrà? Se va a Tokyo, basterebbero due consiglieri (ad es. Don Bovio e Don Margiaria)?

Se potessi liberare Don Liviabella dalla missione e costituire una buona volta a Tokyo o altrove l’Ufficio propaganda interna ed estera, sarebbe l’uomo, e si potrebbe fare certo un magnifico lavoro e per i cooperatori, stampa, ecc.

Un uomo di buona stoffa ispettoriale è Don Tassinari. Quid? (Ora lo occupo come maestro dei Novizi).

Non saprei proprio che suggerire, a meno che i Superiori in attesa della soluzione [degli] avvenimenti mondiali e anche per vedere come ci orientiamo col nuovo Amministratore Apostolico credessero lasciare immutate tutte le scadenze ad annum.

Per Don Liviabella che scade da Direttore a Miyazaki vedrò che pensa il Superiore Ecclesiastico. Se intende stabilirsi con clero giapponese alla cattedrale, ho per lo meno libero anche Don Liviabella e allora… (Per ora il nuovo Amministratore Apostolico è del parere di continuare così).

Per Don Marega che scade ad Oita, se si aggiustano le cose, è bene venga in Italia e quindi… Per adesso, il cambio sembrerebbe inutile, pur non essendo per nulla l’ideale ed essendo utile cambiare… Mah! Deus scit. Il bravo confratello farà bene in una posizione ove abbia da fare studi – uso Don Borino et similia – possibilmente non in vita di comunità regolare, o in un ambiente di studi ove abbia colleghi (come ad es. alla Crocetta) che gli si possano imporre.

  1. Già sto raccogliendo il materiale per i programmi da presentare ai Superiori, ma il punto è qui: mai gli stranieri potranno fare gli studi sui libri giapponesi di liceo ed idem i giapponesi (e su per giù inglesi, ecc. – a meno non vengano che sappiano bene l’italiano) sui nostri d’Italiano; intendo in modo fruttuoso.

Quindi per ora: religione, latino, filosofia, pedagogia ecc. per tutti, secondo i nostri programmi – per il resto gli stranieri secondo i nostri programmi, per il resto i giapponesi ripassano il programma di scuole medie che specie nelle scienze è di poco inferiore al nostro liceo et Deus providebit.

  1. Ed ora vengono sorgendo problemi:


    1. Che ne verrà del Seminario che è la nostra vera casa per le vocazioni?

    2. E il piccolo vivaio di Nakatsu?


Per quest’anno si continua così; ad ogni modo penso che si debbano considerare in gran parte della Congregazione.

L’ideale sarebbe si riuscisse a pareggiare il Seminario, per avere una scuola media per i titoli:


    1. Ho in incubazione presso le autorità una pratica, che se avesse buon esito, darebbe modo ai nostri di entrare senz’altro nel Gran Seminario, senza diploma di scuola governativa.

    2. Oppure tenterei il pareggio, ma occorrono capitali che non oso neppur sognare.

    3. Ho avanzato domanda ad un mecenate del G. che potrebbe darsi, se è in un buon quarto d’ora, ci aiuti o per il Nº b, oppure per una scuola agricola (come pare avesse intenzione) e in questo caso sarebbe risolta la questione dell’incipiente Colonia agricola dell’Ospizio.


Per questa avevo tentato pratiche coi Benedettini che hanno 60 ettari di terreno nei pressi di Tokyo. (Ho tentato anche in Manciuria, ma non so ancora). Ma andrà tutto a monte.

  1. A Tokyo:


    1. È necessario allargarsi un po’ nello studentato; soluzione: costruzione, ma non ho soldi, trasporto del noviziato, idem.

    2. Occorre pensare all’Aspirantato? Vi sarebbe un bel posticino in Tokyo, nelle vicinanze delle scuole marianisti e Università cattolica. Ma è sempre questione di soldi.

    3. Non dimentichi che per [il] prossimo anno bisogna aiutare la scuola professionale (ora pareggiata) per la nuova costruzione (Yen 15.000).

    4. Ora le Figlie di Maria Aus. hanno la loro casa a Tokyo ed hanno dichiarato che si ritirano dall’Asilo di Mikawajima. Bisogna pensare a Mikawajima. Parrebbe utile una scuola di lingue.

Se vogliamo sostenere le case di formazione e vivere bisogna pensare ad opere redditizie: ma ormai la mia testa vuota se riesce ancora ad imbastire un po’ di musica, è sorda per tutto il resto.

Creda, amat.mo Sig. Don Berruti, occorre un buon Ispettore, che possa ideare, realizzare… Giovani energie adattate a tutto questo rinnovamento, che corre, corre e se non gli si tien dietro, si è in arretrato. Ah, se si riuscisse a capire questo paese!

Ecco alcune povere considerazioni. Le esamini e mi dia qualche consiglio.

    1. Se mi trasporto altrove lascerei Don Braggion direttore in Seminario. L’ideale sarebbe Don Tassinari, ma è maestro, a meno che non mi metta io entrando a Tokyo.


Mah! Videant patres!

L’importante è che sia glorificato il Signore e salve le anime e prima la mia.

Ossequi ai carissimi Superiori. Preghi preghi preghi per me.


Suo

Don V. Cimatti