Cimatti|Ricaldone Pietro / 1941-3-31

2723 / Ricaldone Pietro BS / 1941-3-31 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Una gloriosa pagina di storia missionaria italiana in Giappone1


Miyazaki, 31 marzo 1941

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


La chiusa dell’anno scolastico, l’inizio del nuovo anno, la primavera in Giappone colla fioritura incantevole dei suoi proverbiali ciliegi sono già cose note ai lettori del Bollettino.

È il ritornello della canzone annuale con cui viene svolgendosi il ritmo della natura o della vita sociale in questo gran paese e non è il caso di diffondersi su ciò.

I nostri cristiani come opportuna preparazione alla S. Pasqua fanno con fede i santi spirituali esercizi – vera fonte di risurrezione per le anime. Notevoli questo anno, oltre quelli soliti a farsi a Miyazaki, quelli tenuti a Takanabe. Su quella vasta zona, affidata alle cure del nostro Don Antolin, sono sparsi circa 150 cristiani. Le distanze e la scarsità del personale non permettono che ci sia la riunione domenicale per tutti; ed il missionario prodigandosi con generosità e sacrificio, cerca almeno ogni quindici giorni di somministrare loro i conforti religiosi. E quest’anno riuscì a combinare in due riprese, per gli uomini e per le donne, una buona muta di esercizi.

I cristiani corrisposero con tutta la buona volontà e profitto. Oltre lo svolgersi regolare delle pratiche solite da farsi in tali occasioni, riuscirono interessantissime le conversazioni d’assieme, che si tenevano la sera, in cui i capi-famiglia venivano studiando i mezzi per venire incontro alle necessità dell’apostolato missionario, per aiutare il proprio missionario e la propaganda cattolica.

Lo spirito rinnovatore emanante dalla nuova struttura politico-sociale dell’Impero, la nuova legge sulle religioni, portano necessariamente a che il cattolico debba studiare la sua posizione di fronte a questi nuovi aspetti. E questi bravi cristiani, tutti recentemente convertiti, sentono più fortemente e con un senso di maggior responsabilità questo stato di cose, e vogliono lavorare per la loro fede, per la loro chiesa con tutte le loro forze.

Il bravo Don Antolin, che ha saputo infondere in tutti questa buona volontà di lavoro e di bene, può davvero rimanerne soddisfatto.

Un altro aspetto caratteristico di propaganda che in questo mese ha avuto buone manifestazioni, è stato dato dalle relazioni culturali, che vengono su grande scala effettuandosi fra nazioni amiche e il Giappone.

In Tokyo (29 Marzo) fu solennemente inaugurato l’Istituto Italiano di cultura, alla presenza di Principi Imperiali e di quanto di più eletto presenta la Società giapponese. Vanno estendendosi già in molte province circoli di cultura, cui noi pure partecipiamo, e che permettono al missionario di mettersi in relazione con autorità, insegnanti e con i desiderosi d’istruzione.

Si è interrogati su un mondo di problemi interessanti la religione, la cultura letteraria, la scienza, l’arte, le costumanze, ecc. È da queste conversazioni familiari che nasce la relazione, la simpatia, la rettifica di tante idee, e sempre, l’avvicinamento di un’anima lontana ai problemi dello spirito e qualche volta alla fede, a Gesù.

In Giappone gli inviti e le chiamate della grazia sono certo in multis et miris modis, ma questo della conversazione familiare è certo tra i più necessari ed efficaci.

Anche a Miyazaki, a Beppu, ove sono tali circoli di cultura storica, artistica, scientifica, i nostri missionari, che ne sono soci e parte attiva, arrepta occasione nelle riunioni ordinarie e straordinarie con concerti, conferenze, piccole mostre, con pubblicazioni varie cooperano nella buona propaganda.

Recentemente il nostro Don Tassinari a Tokyo ebbe l’occasione di studiare a fondo una bella pagina storico-missionaria che mi pare sarà gradita assai dai nostri confratelli e cooperatori, ed atta a suscitare tra i nostri allievi delle case missionarie un sempre maggior spirito di apostolato per la gloria di Dio e salute delle anime. Il nostro confratello non solo ha studiato in posto l’argomento e ne ha fissato il risultato sui giornali e riviste, ma in una magnifica composizione drammatico-missionaria, rappresentata ripetutamente sempre con successo e che presto sarà data alle stampe, ha lumeggiato le fasi più importanti della vita di un grande missionario italiano, gloria della Chiesa e della patria nostra.2


[Segue la relazione riportata nella lettera precedente].


In questi momenti di fervore per lo scambio della cultura fra le due nazioni amiche, la pubblicazione viene ad avere un carattere ancor più sintomatico, destinato dalla Provvidenza a fare certamente un gran bene.

Attualmente, il posto dell’antico Kirishitan Yashiki è occupato da belle ville e case di privati. C’è tuttavia una parte proprio centrale ancora in vendita e che per tante ragioni sarebbe adattissima per la nostra casa di aspirantato, da erigersi in Tokyo.

Chi non vorrà concorrere in quest’opera santa e venirci in aiuto per l’acquisto di queste zolle santificate dai patimenti e dalle presenze di questi eroi, fra cui vari italiani, e per la fondazione del nuovo aspirantato in Tokyo proprio in questo luogo, fonte di zelo e forza nell’apostolato?

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, voglia suscitare qualche anima buona, che si pigli a cuore questa opera santa sotto tutti gli aspetti; e preghi per noi: ci benedica colla sua più bella benedizione, affinché noi e i nostri aspiranti possiamo essere degni imitatori di questi grandi apostoli missionari.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



1 Cfr. B. S. Luglio 1941

2 Il teatro a cui accenna Don Cimatti insieme con lo studio sulla storia di Sidotti e sul Kirishitan Yashiki fatto da Don Tassinari fu pubblicato nel numero di agosto 1941 delle Letture Cattoliche giapponesi. Sono circa 200 pagine con cartina geografica e la foto di Don Tassinari davanti alla presunta tomba. C’è anche la traduzione italiana “L’Ultimo Missionario” pubblicato dall’Editrice Ancora.