Cimatti|Rinaldi Filippo / 1926-3-3

141 /Rinaldi Filippo / 1926-3-3 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



[3 marzo 1926]

Mio amatissimo Padre,


Ho finito i rendiconti che dopo l’esercizio di buona morte i confratelli hanno fatto: ed ora a Lei, mio buon Padre il mio rendiconto mensile.


  1. Sanità: ottima sotto ogni aspetto. Non sento finora nessuna difficoltà per l’acclimatizzazione. Mi pare che l’essermi da lungo tempo abituato a tutto, mi facilita la salute in qualsiasi clima.

  2. Studio e lavoro: apprendimento del giapponese, corrispondenza coi Superiori e quando capita, a chi scrive. Finora – tutto ieri – non si è ricevuto nessuna posta da nessuno dall’estero, salvo la circolare sull’istituzione delle zelatrici. Per comodità degli scriventi ho fatto stampare indirizzi che accludo.

  3. Ho tempo per tutto e mi pare mettervi tutta la diligenza. Sono tornato in noviziato sotto tutti gli aspetti o nella fanciullezza, se così meglio le piace.

  4. Nessuna difficoltà nel compiere le pratiche, tutte, colla comunità. Tolto lo studio, per ora, non c’è che accudire l’anima. Deo gratias! Lavoro per togliere le distrazioni nelle pratiche di pietà.

  5. Frequenza regolare ai Sacramenti.

  6. Mi sforzo di osservare bene tutte le sante nostre regole. Nessuna difficoltà in tale osservanza.

  7. Mi pare di amare tutti fraternamente.

  8. Per ora in casa tutto bene. [Segue relazione dettagliata che si omette.]


Per i confratelli… Don Cavoli: bene per la parte spirituale. È stato il più tartassato in salute durante il viaggio e ora nel periodo di acclimatizzazione. Solo ora so che è stato assai ammalato in guerra (reumi con complicazioni al cuore e alla testa). Certo è un po’ nevrastenico e qualche scatto ha dato motivo a piccoli screzi e dispiaceri con gli altri. Gli farò fare un po’ di cura ricostituente (me l’ha domandata). Prego i Superiori si informino prima, perché qua sono dolori per le cure: fortuna che ora vi sono mesi di relativo riposo…

Stando così le cose per la salute in questo primo periodo di acclimatizzazione, seguendo i consigli di Monsignore e dell’Ispettore ho adottato ad experimentum il seguente modus vivendi:

Cibo: li ho dispensati dalla Quaresima (digiuno). Colazione: caffè e latte e per chi desidera un uovo. Pranzo, come in Italia – ore 16 per chi sente il bisogno un po’ di tè (un frustulo di pane o un arancio et similia). Cena, come in Italia. I nostri ottimi coadiutori cucinano cibi giapponesi (riso, pesce, verdura) all’europea, avvicinandoci pian piano ai costumi del paese. Ho fatto un po’ di provvista di vino (non ancora giunto): un quarto per pasto. Si può aver latte, e chi lo desidera, può berlo in luogo del vino. Uova in abbondanza (ora): un bravo cristiano fa il pane. Non posso ancora dirle i prezzi correnti; certo in questo periodo di assestamento c’è qualche spesa di più, ma spero presto che anche queste si andranno sistemando e quando l’orticello sarà in piena efficienza la verdura.

Ho già dato impulso ai conigli, che già allevava il padre missionario. E, pronto il pollaio, anche questo sarà una piccola risorsa. Vedrò per le api. Quindi per ora non urge nulla per il materiale.

Non abituati alle stuoie, ho fatto fare un po’ di materassini, ed ora i confratelli stanno per questo benino. Ho provvisto un po’ di piatti, bottiglie, ecc., pagate le spese di viaggio: trasporto bagagli, libri, ecc. e attualmente oltre il fondo cassa che spero mi servirà per tutto Marzo, ho in deposito a Nagasaki un 6.000 Yen. Nel prossimo mese sarò in grado di determinare la spesa media e così essere più esatto nel darle notizie. Ma non mi preoccupo di nulla, perché c’è il Cassiere di Lassù che penserà.

Miyazaki è centro agricolo, cittadina di un 40 mila abitanti, che va sempre più estendendosi. Sta al Giappone, come le parti meridionali d’Italia e la Sardegna stanno al Piemonte. Gli impiegati e funzionari di prima nomina iniziano a Miyazaki. Per l’alimentazione quindi siamo a posto (mare e campagna): coi soldi si trova tutto, e credo che tutto sommato, il costo della vita sarà approssimativamente come nei nostri centri popolosi. Se ci si potesse subito adattare ai loro soli cibi, sarebbe di meno.

Il luogo è tranquillo, adatto per casa di formazione – le passeggiate non fanno difetto per ogni genere e continua varietà – i cristiani sono quasi tutti contadini e favoriscono la missione. Le nostre relazioni col P. Bonnecaze sono ottime: è malandato in salute, lo tiro su col nutrimento e coll’allegria. Per il suo nutrimento pensiamo noi (così d’accordo coll’ispettore). In casa, per ora vi è il nostro professore (un cristiano) che ha messo per condizione di tenerlo in casa (come prima) e Yen 15 al mese. Vi è poi la donna di servizio e un suo figlio: per costoro pensa il Padre.

In complesso: condizione per ora economica buona. Edificante l’impegno dei confratelli che vivono della vita della comunità salesiana e che meritano tutti gli elogi possibili.

Preghi per me, affinché dovendo guidare gli altri non perda me stesso.

Buona e santa Pasqua a Lei e agli altri singoli Superiori.

Devotissimo figlio:

don Vincenzo Cimatti, salesiano



P.S. - Oggi ho incominciato coi bimbi a preparare la Messa per S. Giuseppe. Belle vocine! Speriamo bene. Ho fatto le due conferenzine mensili:



  1. Necessità dell’osservanza della Regola per noi missionari e iniziatori della missione. Non abbiamo difficoltà disciplinari cui attendere, attendiamo a santificarci e studiare.

  2. Importanza di fare bene l’esercizio di buona morte. Circolari di Don Bosco e Don Rua.