Cimatti|Ideguchi Francesco|1942-3-19

2876 / Ideguchi Francesco / 1942-3-19 /

a Mons. Francesco Ideguchi, Amministratore Apostolico di Miyazaki

19 marzo 1942

Monsignore Reverendissimo,1


Le condizioni di fatto in cui si è venuto a trovare l’apostolato missionario in Giappone coll’applicazione dei principi del nuovo regime, e quelle create dagli avvenimenti mondiali, pongono alcune opere iniziate dai missionari salesiani nella Prefettura Apostolica di Miyazaki in circostanze precarie di esistenza tali, che e per il bene della Chiesa e [per] quello della Società Salesiana in Giappone sono obbligato di riferirne in merito all’Ecc. V. e proporLe una soluzione, che anche a parere del Consiglio dell’Ispettoria salesiana pare possa assestare il problema del momento e risolvere definitivamente la questione per il futuro.

La presente relazione vuol prospettare solo il problema della Casa per le Vocazioni, detta Seminario di Miyazaki.


  1. Quale fu il movente dell’inizio e proseguimento dell’Opera.

  2. Quali le condizioni attuali.

  3. Quale soluzione si consiglia a noi salesiani per parte dell’Amministratore Apostolico.

  4. Quale soluzione propongono i salesiani.


  1. È fine della Società di S. Francesco di Sales anche la ricerca e cura delle vocazioni allo stato ecclesiastico, sia per provvedere il clero alle diocesi, sia per lo sviluppo della loro Società, specie fra la gioventù povera ed abbandonata. A tutt’oggi il materiale vocazionale di vario genere per il nostro Seminario fu reclutato:


    1. Dal lavoro dei missionari salesiani delle singole residenze della Prefettura Apostolica.

    2. Dal lavoro dei missionari di altre circoscrizioni ecclesiastiche che ci affidarono giovani e vocazioni tardive che non potevano entrare in altri Seminari.

    3. Dalla nostra propaganda.

    4. O dalla Corea o da altre circoscrizioni.


Sorse così a Miyazaki la casa di Vocazioni che, pur chiamandosi Seminario di Miyazaki e sussidiato qua tale dall’Opera del Clero indigeno, è troppo evidente [che] non si restringa alla formazione del personale ecclesiastico della Prefettura Apostolica di Miyazaki.

  1. I risultati, sia pur modesti finora ottenuti, stanno ad indicare la bontà dell’opera intrapresa e la buona volontà di lavoro dei Salesiani in proposito. Sono già due dozzine di vocazioni indigene nettamente incanalate e per la via del clero secolare e per la vita religiosa. Gli elementi dell’una e dell’altra schiera stanno compiendo i loro studi filosofici e teologici nel Seminario maggiore di Tokyo e nello Studentato Salesiano.

Già un sacerdote indigeno lavora nella Prefettura Apostolica, un suddiacono e minorista sono alle soglie dell’ordinazione, ed ex-allievi del nostro Seminario sono in altre Diocesi ed in altri Istituti Religiosi.

L’istituzione è veduta assai bene dalle Autorità locali, che diedero il riconoscimento legale, autorizzarono l’istruzione premilitare; è nota pure all’Autorità centrale, essendo dalla medesima ispezionato.

Inoltre l’autorità ecclesiastica centrale ne considera il curriculum come sufficiente per l’entrata nel Gran Seminario.

  1. La cessazione o diminuzione dei sussidi di Propaganda Fide e le difficoltà di ottenere sovvenzioni dall’estero sono la causa che fanno proporre come unica soluzione la chiusura di quante opere non si possono mantenere con mezzi alla mano, ottenuti sul posto.

Non è mia intenzione polemizzare né sull’efficienza, né sull’opportunità della soluzione; fiato e carta sprecati, posti i principi umani da cui si parte. Non è possibile intendersi. I Salesiani di Don Bosco partono da questo concetto per loro chiarissimo, così espresso da Don Bosco: “Ricordiamoci che noi doniamo un gran tesoro alla Chiesa di Gesù Cristo. Per mancanza di mezzi non si tralasci mai di ricevere un giovane che dà buona speranza di vocazione. Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri andate a questuare, e se dopo ciò vi troverete in bisogno, non affannatevi che la SS.ma Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente, verrà in vostro aiuto”. A tutt’oggi, seguendo queste direttive la Provvidenza non è mai venuta meno anche in Giappone.

  1. Posto ciò, i Salesiani propongono la soluzione seguente: la proprietà mobile e immobile insieme alla gestione della casa delle Vocazioni, detta Seminario di Miyazaki, passi integralmente alla Società salesiana di Don Bosco che diventa così:


    1. Direttamente responsabile in tutto dell’Opera.

    2. Potrà agire con sicurezza e libertà.

    3. Non vedrà disperso e perduto il lavoro compiuto in 15 anni.

    4. Restando nel posto classico delle vocazioni (Kyushu) potrà continuare a reclutare più facilmente le vocazioni.

    5. E continuare l’opera di elevazione culturale della gioventù cristiana dell’Isola.

    6. Educazione che potrà essere completata nei vicini Seminari di Fukuoka e Nagasaki.

    7. Darà modo alla Società salesiana di avere un’Opera in missione per esercitare il personale in formazione prima degli studi teologici,

    8. Tale cessione (a condizioni da fissarsi dalle Autorità competenti) può anche significare una ricompensa di carità e giustizia per le vocazioni finora compiuta dalla medesima società.


La proprietà immobile attuale è inserita nell’ente morale della Missione (pur non essendo tutta della missione), ma non è difficile il passaggio all’ente morale salesiano, essendo i salesiani gli amministratori dell’una e dell’altra Società di proprietà.

La casa del Seminario è già canonicamente approvata come casa salesiana dalla S. C. di Propaganda Fide; non è gravata né da debiti, né da ipoteche.

Dal punto di vista amministrativo:

I sussidi avuti dall’Opera di S. Pietro dal 1932 (inizio dei sussidi) a tutt’oggi, per compera terreno, edificio e sussidi annuali, ascendono a Yen 93.935. Le spese sostenute nello stesso tempo dalla Società salesiana ascendono a Yen 199.856,69, versato per le vocazioni; non calcolando il lavoro del personale, le preoccupazioni, domando dunque che in vista delle ragioni precedenti V. E., in quanto e se è necessario, sottoponga alla S. Congregazione di Propaganda Fide o all’Opera S. Pietro la mia domanda, che mi pare risolverà la questione al presente e per l’avvenire.

Non è mio compito indagare quanta parte abbiano nelle attuali direttive dell’Autorità ecclesiastica in Giappone consigli o pressioni o comandi delle autorità centrali governative: in caso affermativo bisogna che Roma dia ordini tassativi ad quiescendas conscientias missionariorum exterorum vel Congregationum religiosarum utriusque sexus, se no non si conclude.

Quali pratiche suppletorie occorrano a raggiungere lo scopo della presente supplica, non so: abbia la bontà fin dall’inizio di indicarle, immediatamente vi darò evasione.

Pur comprendendo la delicatezza della pratica oso domandare sollecitamente trattazione per porre le basi chiare fin dall’inizio del nuovo anno scolastico.

Invio la pratica nella festa di S. Giuseppe: l’appoggio del Santo non sarà certo inefficace trattandosi di pratica che interessa la Chiesa cattolica di cui è Patrono.

Affido tutto alla carità di V. E. assicurando affettuosa riconoscenza anche per questo nuovo atto di beneficenza verso i figli di Don Bosco.

Mi benedica con tutti i miei. Dell’E.V. Rev.ma

Obbligatissimo

Don V. Cimatti

Ispettore Opere Sales. in Giappone

1 È evidente l’affinità con lo scritto inviato nel medesimo giorno al Delegato Apostolico. Naturalmente questo non è stato mandato così all’Amministratore Apostolico: dovette essere stato tradotto da qualcuno. Mentre lo scritto a Mons. Marella dipende dall’Originale a Lui inviato, questo dipende dalla minuta conservata presso l’Archivio Ispettoriale.