3130 / Dal Fior Luigi / 1944-9-2 /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+Tokyo, 2 settembre 1944
carissimo D. dal Fior,
Grazie della tua carissima del 26 p.m. Mi domandi “che cosa avrò pensato del tuo silenzio”. Che avevi molto lavoro – che non avevi cose notevoli da comunicare – che non sei feroce maneggiatore di penna, né quando le tue cose vanno bene, né quando vanno meno bene… Ti conosco, né mi meraviglio.
Godo che con Don Braggion ti sia rappattumato. Vedi! In questi casi, il più semplice è parlare e chiarire con calma. O noi sbagliamo, e allora dobbiamo essere felici che ci sia chi ci fa osservare quanto è di dovere – o facciamo bene ed allora riceviamo un rimprovero o l’avviso con spirito di umiltà. Quanto ai disaccordi, si accordano facilmente risolvendoli (è un linguaggio musicale che devi conoscere.
E s. accordo dissonante
e come vedi, non ci sono che due vie per entrare in consonanza, salire e scendere, note che salgono e note che scendono. Ossia sali anche tu colla preghiera, e scendi col parlare, col chiarire il tuo pensiero cogli interessati. Ad es. non ti deve costar molto far capire che quando dici qualche cosa lo fai per ridere et similia. Il bravo D. Braggion ti assicuro che fa quel che può per operare con calma e serenità, come anche tu farai quel che puoi per amare il Signore e fare il tuo dovere. Il rendiconto poi conviene farlo anche quando crediamo di non averne bisogno. Quando sei in quest’ordine di idee vai, e dirai “in questo mese non mi pare di aver niente di nuovo per il rendiconto”. Può essere che ne abbia Don Braggion o altri da dire, e così tutti ne guadagniamo.
Coraggio! Nel bel mese del Rosario non stare colle mani in mano e lavora spiritualmente e quanto puoi materialmente… Per la grammatica fai come puoi et idem per il piano… Tu insegni a me che “porro unum est necessarium”.
Tuo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.