Cimatti|Sordo Antonio / 1928-6-12

360 /Sordo Antonio / 1928-6-12 /


al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice



Mio Antonio,


Domani è il tuo santo e pur non avendo tu scritto da tempo, mi è dolce passare qualche istante con te.

Della Cocca e vari non scrivono più e tu minacci di essere del numero. Quando gli amici intimi di Don Cimatti non scrivono più o è segno che non hanno tempo, perché sopraffatti dal grande lavoro (scusa magra) o hanno paura di annunciare a Don Cimatti qualche cosa che li fa dare un po’ di volta e un po’ a traverso. Dunque dove devo metterti? In quale categoria? Sa! Antonio mio, sapessi come mi fanno bene le tue lettere! Indovino?!

Tu non stai bene. Scommetto che sei in uno dei momenti bui di Valsalice. Indovino? Perché non scrivi? Hai paura di Don Cimatti?

Dunque scriverai, mi darai notizie tue, della tua salute, dei tuoi studi (fai già teologia?), della musica, e se vorrai anche dell’anima tua. Come a Valsalice, penso che Gesù è contento di te.

Dunque, caro Sordello mio, il pugno che deve darti Ivaldi, ti ricordi Don Cimatti.

Prega prega prega per me.

Tuo

don Vincenzo Cimatti