Cimatti|Ricaldone Pietro /1945-9-…

3252 / Ricaldone Pietro / 1945-9-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


DOMINUS DEDIT, DOMINUS ABSTULIT… SIT NOMEN

DOMINI BENEDICTUM!1


Tokyo, Settembre 1945

Rev.mo Sig. D. Ricaldone,


Mentre ci disponevamo a cantare l’inno della riconoscenza e del ringraziamento per la visibile protezione che il Signore e la nostra Ausiliatrice elargirono durante la guerra alle nostre opere di Tokyo, mi giungono successivamente le notizie dalla missione con un crescendo impressionante.

La massima parte delle abitazioni, cappelle, opere della missione, sono state distrutte dagli incendi, dai bombardamenti, e quanto fu risparmiato dalle operazioni belliche, ruinò per opera di due violentissimi tifoni, scatenatisi specialmente su Miyazaki.

Il bilancio finale è ben doloroso:

1. - Abitazione di Nakatsu abbattuta per evacuamento forzato – resta la chiesa e una sala.

2. - La missione e l’Asilo di Oita distrutti completamente da bomba incendiaria.

3. - Idem la residenza di Miyakonojo.

4. - Gli edifici vecchi della piccola colonia agricola (Kosei) abbattuti.

5. - Salvi la chiesa ed il salone, fu abbattuta dai tifoni l’ala centrale e laterale destra del nostro Seminario a Miyazaki.

6. - L’ Ospizio di Miyazaki ebbe guasti notevoli ai tetti, finestre e muri.

7. - La casa di fitto a Nobeoka, distrutta da incendi.

8. - La residenza di Beppu grazie a Dio fu risparmiata e solo lievemente danneggiata dai tifoni.

Ma quello che più amareggia il cuore del missionario è il constatare lo stato doloroso spirituale in cui si trovano le cristianità. Da anni abbandonate dai loro pastori, queste povere pecorelle ne hanno risentito tutte le conseguenze.

Il servizio militare, il febbrile lavoro delle officine, l’evacuamento forzato o 1ibero in luoghi senza residenza del missionario, le limitazioni imposte all’esercizio del culto religioso, le preoccupazioni per la vita materiale data la scarsità degli approvvigionamenti, l’incubo quotidiano per le circostanze create dalla guerra, i valori morali in ribasso, hanno portato un indebolimento nella vita pratica cristiana. Di fronte a queste ruine materiali e spirituali che faranno i suoi figliuoli del Giappone?

Elevano al Signore l’inno di ringraziamento per il cumulo di benefici concessi: vita risparmiata – nonostante le enormi difficoltà del momento non è mai venuto meno il necessario nutrimento – si è voluto e potuto, sia pure in forma ridotta, continuare il nostro lavoro di apostolato missionario e salesiano.

Anzi oltre quanto si faceva prima si è potuto allargare la sfera nostra d’azione a Dairen (Manchuria), dove i salesiani hanno assunto durante il periodo della guerra la cura della piccola colonia italiana e della cristianità giapponese. Per mettere al sicuro persone e cose dello studentato durante la guerra si è potuto acquistare una casa (antica scuola) a Nojiri (sul lago omonimo). Luogo incantevole, uno fra i più belli e noti del Giappone, che permise ai nostri cari studenti di filosofia e teologia di poter continuare regolarmente i loro studi. Potrà servire per i nostri aspiranti, ed anche come luogo di riposo per confratelli ammalati, o nell’estate come luogo di ferie per gli studenti nostri.

Così pure il trasporto delle Opere delle Figlie di Maria A. a Yamanaka (sul lago omonimo) diede modo di aprire la Cappellania di Yamanaka pel servizio religioso di quella numerosa comunità. In altre comunicazioni parlerò di queste e di altre attività sorte nel periodo bellico.

Oh, quanto dobbiamo ringraziare il Signore che proprio nel massimo delle tribolazioni ci ha aiutato e materialmente e spiritualmente a compiere e ad allargare la sfera d’azione nostra. Ed ora è nostro proposito sulle accumulate ruine far sorgere come prima e meglio di prima chiese, case ed opere, sicuri che Maria A. e D. Bosco sapranno suscitare i benefattori, che verranno in nostro aiuto. E già ne constatiamo gli effetti in questo senso. Intanto, tutti, missionari e salesiani, si sono rimessi o meglio continuano con rinnovato ardore il loro lavoro. Ho detto continuano perché, salvo un breve momento, in cui l’autorità militare obbligò tutti i missionari stranieri della missione al concentramento in luogo più sicuro, tutti, missionari e salesiani in attività di servizio, rimasero da buoni soldati, fermi al loro lavoro, fatto anche questo che fu assai favorevolmente commentato da autorità e popolo.

Lei, amatissimo Sig. D. Ricaldone, voglia dar forza alle nostre attività, con speciali preghiere e con una particolare benedizione per noi e per il

suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



1 R. M. 2047: manos. inedito. Questa è al prima lettera spedita al Rettor Maggiore dopo la guerra. Con questa e con le seguenti che ripetono in altre parole lo stesso contenuto, tentò per varie vie di mettersi in relazione con i superiori di Torino