Cimatti|Ricaldone Pietro /1945-8-15

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


ATTIVITÀ MISSIONARIE SALESIANE

DEL PERIODO BELLICO1

Tokyo, 15 Agosto 1945

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Deo gratias! Tutto il Giappone ascolta a mezzogiorno di oggi la parola di S. M. l’Imperatore, che ordina la cessazione delle ostilità. Dopo la furiosa tempesta, dopo lo straziante naufragio, brilla anche sul cielo del nostro Giappone l’arcobaleno della pace. Oh, con qual gioia si eleva il bel canto della Chiesa: “Gaudeamus omnes in Domino” per onorare la Vergine, nostra cara Madre, nel giorno del suo trionfo in Cielo, coincidente con questa data che rimarrà certo fra le più notevoli nella storia dell’Impero.

L’otto dicembre 1941, festa dell’Immacolata, data centenaria dell’inizio dell’Opera salesiana, fu pel Giappone l’inizio della terribile guerra. Oggi, 15 Agosto 1945, festa dell’Assunzione, anniversario del genetliaco di D. Bosco, giunse l’annuncio della cessazione delle ostilità.2

Maria volle dare in questo giorno al popolo giapponese il più bel regalo che, con ardenti preghiere, tutti domandavamo. Oh, davvero “Gaudeamus in Domino”.

Alla nascita di Gesù fu domandato il sangue degli Innocenti… Innocentes pro Christo infantes occisi sunt… effunderunt sanguinem sanctorum velut aquam in circuitu Jerusalem… et non erat qui sepeliret.

Alla rinascita della Chiesa cattolica in Giappone, perseguitata con larvate ma crudeli vessazioni in questi ultimi anni, il Signore ha domandato il sacrificio della maggior parte della cristianità della città di Nagasaki – parrocchia Urakami – della cristianità, che contava tanti discendenti degli antichi cristiani del tempo delle persecuzioni. Quasi diecimila di questi perirono per la micidiale bomba atomica!

E venne la pace! Ed ora bisogna ricostruire.

Un campo immenso, esteso quanto tutto il Giappone, si apre nuovamente al missionario.

I nuovi principi di organizzazione religiosa, morale, sociale, amministrativa che si propongono, paiono aprire una strada, libera ormai da impacci, alla predicazione della buona Novella. I Salesiani di D. Bosco, i suoi figliuoli non attendono che il “Via” e l’affrettano colla preghiera e col desiderio. Sarà finalmente questa l’ora del Giappone?

Ma i suoi figli intendono di iniziare il periodo di feconda attività ricostruttiva che li attende, col cominciare a ricostruire e rafforzare il loro spirito.

Urge certo la ricostruzione materiale e quella spirituale… Gli anni del dissesto mondiale hanno dolorosamente, poco o molto, influito sui problemi più essenziali dello spirito, ed anche le comunità religiose non ne furono immuni. L’intenso lavoro per le esigenze materiali della vita, che trasformarono i suoi figliuoli giapponesi e stranieri, preti, chierici e coadiutori in operai di officina, in agricoltori, in domestici di casa occupati da mane a sera nelle più volgari ed umili occupazioni – tutti i nostri cari confratelli e aspiranti giapponesi, chiamati alla difesa nazionale o come soldati o come assimilati – i missionari stranieri strappati in gran parte dalle loro care cristianità, o guardati a vista con opprimenti limitazioni nei viaggi, nelle comunicazioni epistolari o di stampa, nelle relazioni coi loro cari giapponesi – le numerose dispense di leggi ecclesiastiche ottenute per le condizioni speciali del momento e che pei deboli della fede diedero ansa ad ulteriori rilassamenti con riflesso generale sulla vita cristiana – le evacuazioni volontarie o forzate dai luoghi di ordinaria residenza e dei missionari e dei cristiani – l’atmosfera di nervosismo generale e personale creata dalle condizioni della guerra – i valori morali in ribasso in ogni campo, specie in mezzo a queste povere popolazioni pagane – hanno creato un ambiente tale che non poté non essere risentito anche da noi e dai buoni cristiani.

Ci proponiamo dunque col nostro dovere annuale degli esercizi spirituali, che coincide proprio in questo tempo, di addivenire ad una ricostruzione fondamentale iniziale – a questa succederà un ritmo più regolare della nostra vita religiosa, seconda base di ricostruzione, ed in seguito intensità di lavoro nell’esecuzione del nostro dovere, secondo lo spirito salesiano. Ora si tratta di correre nel campo di azione apostolica e di non arrivare ultimi… Fortunato chi arriva prima…

Ci sprona la gloria del Signore, la volontà di far del bene, l’esempio di D. Bosco.

Se prima della guerra il campo di azione salesiana era vasto, ora si può dire moltiplicato a dismisura: giocondamente i suoi figli in Giappone vi si immergono, fiduciosi nell’aiuto del Signore, che speriamo abbondante per le sue preghiere e per quelle dei fratelli nostri, degli allievi ed ex-allievi e dei nostri amati cooperatori.

Tali preghiere domanda incessanti, insistenti ed abbondanti per sé e per i suoi il suo aff.mo


D. V. Cimatti, sales.


1 R. M. 2046: manos. inedita.

2 Il 15 agosto diventa una data simbolica. Anche questa relazione missionaria non fu scritta certamente nel giorno indicato. Il 15 agosto Don Cimatti non aveva ancora notizie della situazione generale, come si capisce anche dalla lettera seguente.