Cimatti|Berruti Pietro|1941-2-12

2682 / Berruti Pietro / 1941-2-12 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 12 febbraio 1941

Amatissimo Sig. Don Berruti,


Ricevo puntualmente (fino a tutt’oggi) le lettere dei Superiori, ché a tutt’oggi qui la posta in partenza e in arrivo è regolare.

L’unica cosa che non giunge da mesi è il Bollettino S., arrivano altre riviste o stampe, ma di questo carissimo aiuto siamo da tempo digiuni. Arrivò un solo numero (dicembre) a Tokyo, e uno (Gennaio) a Miyazaki. Penso che forse prima i pacchi venivano per mare. La transiberiana fino a due chili trasporta (almeno dal Giappone è così – penso che tutta la stampa da noi inviata sia giunta – ne ho la conferma per lettera). Gli ultimi Bollettini Salesiani giunti regolarmente sono del marzo u. s.

Rispondo ora alla sua del 7/1 e alla quasi identica del 16/1 ricevuta ieri 11/2.


  1. Preghiamo vivissime per l’amatis.mo Rettor Maggiore.

  2. Per Don Bovio (andata in America) era naturale soprassedere, anche secondo il pensiero di Don Rossi, con cui si era in relazione – godo che il nostro povero pensiero ha collimato preciso con quello dei Superiori.

  3. Per i due irlandesi; sono ora a Tokyo tranquilli perché così hanno preferito; il Console avvisò tempestivamente chi aveva affari da regolare. Essendoci negli Stati Uniti Don Tozzi volli interrogarlo per sentire il suo parere su uno dei due, che ebbe già qualche crisi vocazionale.

Anche il Sig. Don Tozzi consigliò, in caso si dovesse cambiare, quanto consigliano i Superiori (suggerì anche l’Australia). Collo scopo di aver direttive in caso che… (Mi accorgo ora della carta… non troppo monsignorile… Oh a proposito! “Il Santo Padre per un’eccezione speciale si è degnato concedere che i Prefetti Apostolici dimissionari conservino il titolo di Monsignore e gli altri privilegi onorifici personali annessi alla loro antica carica”. Mi dispiace che Lei forse vorrà ancora darmi il titolo… ma in me rimane la piena libertà di allungarle come prima qualche pedata… In guardia!).

  1. Il nostro Don B. è ancora al chiuso, pare migliori, ma è più difficile (e non so perché) avere notizie da Shanghai, che da Torino. Ad ogni modo in Giappone non può pluribus de causis tornare, fra cui il clima, che davvero è fatto per far diventare nervoso anche chi non lo è. Secondo me il rimpatrio, quando sarà possibile, è la soluzione migliore. Non può uscire che dietro visita medica di un dottore italiano, e in pratica per imbarcarsi.

  2. Per la regolarizzazione studi, sto facendo e preparando quanto i Superiori domandano – è certo un problema difficile, che si risolverà col tempo, perché gli stranieri è impossibile possano compiere gli studi sui libri giapponesi, e viceversa i giapponesi su quelli italiani. Al momento si fa così:

Stranieri e giapponesi: programma salesiano di latino, filosofia e religione – pedagogia.

Stranieri: programma salesiano per tutto il resto.

Giapponesi: ora, per le altre materie devono prepararsi a subire gli esami pubblici di scuola media, e quindi…

Intanto presenterò: penso che al momento non c’è altra via. Ma secondo me, bisognerebbe prima risolvere in radice questa questione studi. Disgraziatamente il personale insegnante nello studentato non è mai stato all’altezza della sua missione, non già per negligenza, ma perché non poteva dare quello che non aveva. Passi pure in rassegna: rarissimo chi sia venuto in missione con un corso completo di studi (tipo Valsalice) o con un pezzo di diploma. E ne capisco pienamente il perché. Ma la terra dà il suo frutto – nessuno può dare quel che non ha. Con molti stenti si comincia ad avere qualche cosa più frutto d’ingegno naturale o di buona volontà, ma che per le condizioni in cui si formò, non dà quanto potrebbe dare. Ricordi che colla nuova legge lo straniero missionario deve avere almeno il diploma di scuola media della sua nazione. Occorrerebbe un buon latinista – un buon matematico e uno di scienze.

  1. Tutto il possibile, per il triennio e tirocinio… ma tante eccezioni devo domandarle spinte... Pensi alle dimissioni (non di Don Cimatti) ma di tutti gli ordinari, e capirà alle volte le domande del povero Don Cimatti. Ad ogni modo i Superiori mi hanno già dato le direttive generali (e Deo gratias!) così si può lavorare sul sodo e senza timori.

  2. Attendo norme per la mia sede: penso sia prudente cambiare – quasi certamente residenza Prefetturale sarà Miyazaki (residenza pure dell’Ispettore). Al momento le opere massime sono a Tokyo. Stabilirsi colà e venire passim in missione? Restare in missione? E continuare ad andare più frequentemente a Tokyo? Ma anche in questo caso Don Cimatti proporrebbe di saltare il fosso: ossia usque tandem questo povero uomo deve fare il mestiere che non sa? Occorrono ora giovani forze. Un tipo che farebbe bene è l’attuale maestro dei novizi: Don Tassinari, possiede lingua, attività e santità. Don Bovio pure, che però è portato più al materiale, sarebbe ottimo direttore agricolo o prefetto, equilibrato, navigato.


Non si metta a ridere!… No, no, non propongo nulla di me, per non aver poi rimorso o altro di essermi messo nei pasticci: facciano i Superiori; è così chiaro che il sottoscritto è la causa del non riuscir bene le cose fra noi. Mah! Deus scit! Dunque i Superiori provvedano.

E per oggi basta. Preghi per noi. Anche quest’anno spero inviare gruppetto al noviziato. Avrei bisogno dell’attività di Don Tassinari altrove (potrei mettermi confessore e Maestro dei novizi?), ma se non è possibile, continuerà lui. Preghi affinché il Signore ci mandi buone vocazioni: ne domandiamo una ventina a Don Bosco. Speriamo pure una buona entrata per la Scuola Professionale.

Per me al solito: unico desiderio unirmi al Signore nunc et in perpetuum.

I confratelli vanno avanti: ne ho molti malaticci (Don Arri, Don Cecchetti, Ch. Dalkmann, Ch. Nishimura) e nevrastenici, ma si tira avanti nella s. semplicità, povertà e allegria. Preghi per noi. Ossequi a tutti i Superiori da parte di tutti.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti