616 tirone


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1.1 616 /Tirone Pietro / 1930-8-10 /

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a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale



Miyazaki, 10 agosto 1930

Amatissimo Sig. Don Tirone,


Nel comunicarle l’annuncio certo gradito del compimento dei nostri santi spirituali esercizi, avvenuti regolarmente in due mute distinte nel corrente mese, mi sembra opportuno farle notare qualche cosa a cui forse, per uniformità di indirizzo nelle nostre case, Lei può dare utili consigli.

        1. Nella prova della Messa ad es. in molti dettagli chi la vuole cotta e chi cruda. “Alla Crocetta hanno insegnato così!”. “Don Vismara (e te lo cucinano in tutte le salse, santo uomo di Dio!) dice o insegna o fa così”, e tutti vogliono avere il brevetto di perfezione, ecc. ecc. – Certo tra le “rubricae missalis” tra le nuove rubriche e tra questi insegnamenti della Crocetta (basati certo anche su recenti modificazioni) non sempre c’è concordanza e allora:

  1. ognuno fa come crede, perché si ritiene dalla parte della verità.

  2. e la ripetizione rimane più o meno proficua o inutile.

        1. Per la benedizione del SS.mo Sacramento non essendo funzione strettamente liturgica ed essendo diversa nelle modalità per le varie regioni e nazioni, che sia bene avere certe norme di uniformità secondo recenti disposizioni liturgiche anche nelle nostre case, come sono normate le altre pratiche di pietà?

I confratelli, grazie a Dio, benino quanto allo spirito e quanto al corpo.

Occorrono buoni confessori, sono necessari buoni e santi confessori, sono indispensabili istruiti, sacrificati, santi confessori, specie nelle Missioni. So di non dire delle novità, ma quanta ignoranza ad es. al riguardo dei nostri giovani confratelli, chierici e coadiutori.

Mio buon Don Tirone, insista nei noviziati, se no, è un rovinio di anime che si perpetua. Scusi la libertà e preghi per questo povero prete e per i poveri lontani confratelli del Giappone.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.