Cimatti|Berruti Pietro /1939-7-19

2317 / Berruti Pietro /1939-7-19 /




Tokyo, 19 luglio 1939


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Mi trovo a Tokyo dove oggi abbiamo finito gli esercizi spirituali (prima muta) fatti esemplarmente.

E sul posto risupplico i Superiori per il personale.

Grazie del bell’invito fatto ai confratelli per le missioni. Che il Signore muova tante buone anime che potrebbero venire, e più muova i Superiori a lasciarli venire.

A costo di essere noioso: pensino all’Ispettore – al Maestro dei Novizi – ad un buon altro elemento per lo studentato (siamo a terra), qualche buon coadiutore per ogni genere di lavoro di casa (cucina, campi, ecc.).

Poi (ed è il più importante) i Superiori sono disposti a venire in forte aiuto per il mantenimento di questi figliuoli? (Intendo il nuovo personale in formazione).

Se negative, devo dire l’incresciosissima parola: “Non inviino questi chierici per formarli qui”. Attraversiamo tempi difficilissimi e la Delegazione Apos. e l’Ambasciatore supplicano affinché insista presso i Superiori per questo delicatissimo problema. Il Gran Seminario con cui ho gravi debiti, mi fa di tutto per farmi diminuire il numero dei Seminaristi – ne volevo inviare uno al Collegio Urbano: Roma risponde negative.

Non mi sono arrivati sussidi dal Gennaio da nessuna parte, Superiori compresi, e per forza debbo contrarre debiti per andare avanti.

Supplico dunque. Ho scritto questo perché (al solito prima dell’annuncio dei Superiori – e non è proprio bello) giungono lettere di individui che asseriscono verranno qui.

I Superiori avranno ricevuto mie lettere in cui parlavo e di Kawasaki e del fondo dotazione per la Scuola professionale. Come la precedente, sono per noi questioni vitali e che esigono urgente e chiara soluzione affermativa o negativa: ma che ci si dica chiaro il da farsi.

Parto per Miyazaki, per la seconda muta: con Don Cecchetti nel medesimo refettorio racconteremo le barzellette e mangeremo quelle belle insalate… ma più ci faremo buoni figli di Don Bosco.

Poi andrò dalle Figlie di Maria A., e poi spero fare un po’ di muta a me, che pur predicandone tre o quattro ne ho bisogno più di tutti. Ed anche Lei mi aiuti colle sue preghiere.

Ossequi a tutti i cari Superiori e… ricordatevi di noi, ricordatevi di noi, e specialmente del

Suo aff.mo

Don V. Cimatti


P.S. - L’insistenza per sapere chi viene è per provvedere, specie per i locali e per il materiale – ora più che duplicato – ma ripeto, se i Superiori non credono di potermi venire in aiuto abbiano la bontà e mi usino la carità di mantenermeli in formazione in Italia.

Qui soffriamo inutilmente, e col personale che ho li sformiamo. Badi, carissimo Don Berruti, che è un problema delicatissimo e formidabile questo gran Giappone e scusi, ma mi pare davvero che non siamo ancora sulla strada per risolverlo.

Mi sbaglierò, ma è così: qui più che altrove, ci vogliono santi, e mi dolgo davvero di essere lontano assai dall’esserlo.

Qui più che altrove ci vogliono mezzi, e non li ho e non me li danno e non li trovo.

È segno che il Signore vuol così, e così sia, e che Don Cimatti non capisce nulla: le vie Sue non sono certo le mie; e allora, calma e pace, ma così umanamente parlando, non siamo a posto.