Cimatti|Grigoletto Giuseppe/1949-10-18

3865 / Grigoletto Giuseppe / 1949-10-18 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Tokyo, 18 ottobre 1949

Carissimo Don Giuseppe,


Rispondo alla tua del 29 p. – In questo tempo ho scritto a tutti i Doriguzzi e benefattori directe. Ora a te.

  1. Per l’Immacolata – sempre accetta.

  2. Non capisco la frase (bisogna leggere anche in tutti gli angoli della pagina) “si vogliono le critiche dei lavori mandati”. Se si tratta delle statue piacciono tutte a tutti – i crocifissini in legno pare che la faccia sia troppo grossa. Farò esaminare meglio le statue di cui mi parli.

  3. Per minerali e altre raccolte (non so ancora che cosa mi daranno di lavoro) penso potrò aiutare di più. I Superiori desiderano che mi fermi qui (se fossi utile altrove mi avrebbero inviato, ti pare?)… Mi pare di essere divenuto inerte: indifferens tam ad motum quam ad quietem. Fiat voluntas Dei… Mi pare di non desiderare altro.

  4. Per quanto ti ha detto il Signor Don Berruti, fa’ quel che ti dicono. Il mio povero sistema (è troppo parola onorifica) amministrativo non è troppo… (Date et dabitur... Provvidenza!). Ad ogni modo non avrò più da occuparmi di questo: tanto più che il disbrigo degli affari non è il mio forte, e ne godo per tanti motivi. Dunque non ci perderai, e se ti consta che non è gradito questo tuo lavoro pel Giappone piantalo pure lì… E subito.

  5. Unisco bolli più recenti. Pare che finalmente si possano spedire pacchi per l’Italia e saranno più facili gli invii… Armi non è il momento (salvo occasione a mano, tengo presente). Ed anche ora i bolli in quantità è difficile perché considerato commercio. (Non so se ti arriveranno gli acclusi). Ho belle cosette di pitture e altro. Avrei pronte tante coserelle (anche pitture, ecc.) ma finché non sono sicuro…

  6. Ossequi al buon Don Terreni, e se colle debite autorizzazioni potrà continuare la carità provvidenziale di Tolmezzo, Deo gratias! Non potendo o non credendo opportuno, Deo gratias: siamo sempre gli antichi amici. Per ora un pugno gentile, se no Don Lorenzoni mi ammazza.

  7. Per tuo fratello non so proprio come fare e per fargli pervenire tue notizie ed averne. Non riusciamo ad avere notizie dei nostri. Consta però che al momento lasciano vivere. Se per caso potrò… Intanto prego, ed essendo l’ora dei martiri, a parte tutto, sono occasioni invidiabili.

  8. Mi pare di aver scritto o directe o per mezzo tuo a quanti mi hai detto. Spero nel prossimo mese saper chiaro la mia situazione ed esporti il mio povero programma di lavoro secundum oboedientiam.

Allegro caro Don Giuseppe. Quanto domandi “di voler far un po’ di carriera nell’amor di Dio e del prossimo” mi ci metto anch’io. Per stavolta:

  1. Gran desiderio.

  2. Grande preghiera. Cantavamo nella “Gran Via”1: “Per cominciare la carriera, bisogna aver vocazione…”; e sono ladri che cantano.

Caro Don Giuseppe, la vocazione certo l’abbiamo – e ci riusciremo sai a rubare totalmente l’amor di Dio e del prossimo. Per ora facciamo questi primi passi.

Saluta omnes… Mi raccomando… Troppo.

Ti abbraccia e benedice il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1 Si tratta di un’operetta buffa allora in voga. In due o tre passi è impossibile la lettura di una o due parole