Cimatti|Rinaldi Filippo / 1930-7-16

604 /Rinaldi Filippo BS / 1930-7-16


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 16 luglio 1930


Antitesi ed armonie1


Amatissimo Sig. Don Rinaldi,

Negli aridi incolti solchi della Missione il Signore di tanto in tanto fa spuntare germogli che compensano abbondantemente le fatiche sostenute. Rileggendo i ricordi di Don Bosco ai primi missionari, mentre ci meravigliamo della mirabile opportunità e del pieno adattamento di essi alla nazione giapponese, troviamo sempre nuove vie per rassodare il lavoro compiuto e spunti per nuove iniziative.

Scrive Don Bosco: “Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi, dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benedizione degli uomini”.

Le cure agli ammalati circondano qui di ammirazione l’opera del sacerdote cattolico. I pagani notano, paragonano lo spirito di sacrificio del prete cattolico e commentano e viene lentamente stampandosi nella loro anima la nobiltà dei sacrifici dello straniero che tanto ama il giapponese. Oh!, si sapesse che valore ha per l’anima giapponese la parola “straniero”, come si apprezzerebbe il più piccolo atto di ammirazione che forzatamente è costretto a tributare in suo onore!

Lo sa il buon Don Cavoli quali effetti di grazia nelle anime e quale ammirazione desta il portare settimanalmente la comunione agli infermi! Quali effetti producono nell’animo dei pagani le visite alle famiglie della Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli, il pagano giapponese non si arrenderà ad un bel discorso, ad un cumulo di ragioni che lo costringono alla verità, ma al vedersi circondato d’affetto, al vedersi sollevato dalle afflizioni della vita, al vedere i suoi figli fatti segno all’amore di anime buone, cede, s’avvince a voi, vi ascolta e permette ai suoi figli che vi ascoltino…

L’opera iniziata del soccorso a figli poveri e abbandonati e per ora affidati a buone famiglie cristiane (non avendo locali per un orfanotrofio o casa-ricovero) e mantenuti in tutto dalla generosa carità degli amici della missione giapponese, comincia a dare i suoi frutti. E così pure l’opera di ricovero dei vecchi vi colma il cuore di speranze e realtà future…

Vede il bravo vecchio attorniato dai due piccini? Antitesi e armonie! Il Signore che chiama alla fede il vecchio di 75 anni, e nello stesso tempo due angioletti di pochi anni… Il fiore della vita e il frutto maturo, battezzati domenica dal buon Don Tanguy, teneri e vecchi cespi che nel terreno dissodato a Takanabe dal nostro Don Cavoli, crescono ora e allungano già le loro propaggini a Oita, ove si trovano altri ricoverati, finché il Signore ci permetterà di riunire tutto in un’opera coordinata che permetta ad un gran numero di anime di sentire gli efflussi ineffabili della grazia di Dio e della generosa carità cristiana.

L’inizio della vita dell’uomo, il declinare della medesima che ugualmente vengono chiamate dal buon Dio alla grazia della fede. Antitesi ed armonie che permettono al missionario la molteplice applicazione dei mezzi della grazia, e di gridare con slancio ai buoni Giapponesi: “C’è posto per tutti nella casa del Padre nostro”.

Per i nostri orfani, per i nostri ammalati, poveri e vecchi: per procurare loro il necessario (e lo sanno i miei incomparabili aiutanti Don Margiaria e Don Liviabella) andiamo elemosinando a suon di musica (è anche questa una propaganda cattolica), organizzando tombole, bazar, e quanto si può escogitare per eccitare la pubblica carità. Vorrei, parafrasando col poeta, cantare così:


I miei amati poveri non hanno cibo se non da me, ed io non ho danaro per mantenerli almeno pel domane.

Domenica inaugureremo una modesta sala di riunione per i nostri cari cristiani, e la dedicheremo al nostro Beato Don Bosco con un trattenimento di beneficenza per i poveri amici di Gesù. Benedica Don Bosco questa nuova attività di apostolato e ci procuri la benevolenza degli uomini e le benedizioni di Dio.

Sac. Vincenzo Cimatti






1 Alla lettera dal Bollettino sales. Ottobre 1930. Manca il manoscritto originale.