Cimatti|Ziggiotti Renato/1955-6-23

4456 / Ziggiotti Renato / 1955-6-23 /


a Don Renato Ziggiotti, Rettor Maggiore dei salesiani



Chofu, 23 giugno 1955

Rev.mo e carissimo nostro R. M. D. Renato,


Ricevo la tua carissima del 14 c. m. Ho atteso un paio di giorni per pregare e pensare sulla questione proposta. Ho trovato però solo due nomi per lo scopo richiesto.

l. - D. Ulderico Romani – non è un colosso di salute fisica, ha occupato tanto in missione che nel mondo salesiano posti importanti – è consigliere ispettoriale (anziano di carica) – conosce discretamente bene il giapponese, il francese (non so fino a che punto l’inglese), buona pratica di questioni scolastiche, missionarie, ecc. Buon Salesiano di pietà, fedele nelle regole, regolamenti e tradizioni nostre. Essendo stato vari anni nella casa di formazione conosce molti confratelli – mi pa­re valutato bene e con un certo ascendente (penso) anche fra quelli più anziani di missione. È del 1910, sacerdote al 1935. Laureato in teologia a Roma, in Giappone dal 1936.

2. - D. Dalkmann Giovanni. Salute discreta. È il nostro Maestro dei Novizi (al momento in riposo, non essendo quest’anno aperto il noviziato per l’esiguo numero), conosce bene specie il personale giovane da lui educato – occupò con successo cariche di­rettive – fedelissimo osservatore delle regole e regolamenti e tradizioni nostre – stimato dai confratelli. Conosce bene il giapponese, l’inglese, questioni scolastiche, ecc. È del 1912. Non ha titoli speciali. In Giappone dal 1935. Penso buon amministra­tore.

3. - Francamente non trovo un terzo, purtroppo… Alcuni carissimi e buoni confratelli hanno lati parziali ottimi, ma di fronte a Dio, non mi sento di proporre… La mia superbia (lo scrivo, così i cari superiori rideranno un poco… e sarei felice che mi dicessero “che oca!” e così mi stimassero davvero oca) mi fa pensare (e mi ha distratto stamane un poco) che se i Superiori sono negli imbrogli o in preoccupazioni, se credono di servirsi di questo povero uomo, sono pronto. Non è il caso di dirvi le generalità fisico-psichiche e il resto che ho detto degli altri: ho la persuasione di non avere i loro numeri: solo un gran desiderio di lavorare, di far del bene, e di venire in aiuto in qualche modo alla proposta.1

Penso che i Superiori conoscono questo povero citrullo. Se ho scritto questa stra­nezza, intendo sia però nello spirito del capoverso finale di quanto si trova nel­l’introduzione alle regole (Dei rendiconti e della loro importanza), scrive D. Bosco: non mi sono posto da me, ecc. È in spiritu maximae confidentiae che ho scritto questo… ma capisci però il fondo della mia superbia.

Carissimo, richiamo di tanto in tanto le tue utili parlate… ne farò anzi tema nelle mute di esercizi che mi obbligano (dolce peso per me!) a ripigliare… e batterò secco.

Tutti ti ricordano con grande affetto nella preghiera, e prega per noi/e specialmente per questo povero essere:

tuo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


Oh, Mamma A.! Oh, Don Bosco! Oh, Savio! benedite il Giappone!



1 Nel presentare i nomi di coloro che secondo lui ritiene atti alla carica di Ispettore si nota uno sforzo per non dare maggior peso all’uno o all’altro. Sintomatiche però le espressioni “mi pare, penso” riferiti a riguardo del primo candidato. Fa meraviglia come lui che tanto aveva fatto per essere esonerato dalla carica di Ispettore, esponesse la sua disponibilità. Certo desiderava di lavorare di più di quanto facesse. La ragione vera però è da cercarsi nel suo desiderio di umiliarsi accusando quanto come moto primo-primi gli era venuto in mente. Da ricordare ancora che D. Ziggiotti nella primavera del 1955 era stato in Giappone e aveva fatto in modo che tale visita combinasse con i festeggiamenti per la Messa d’oro del suo antico Maestro. (Nota di don Crevacore).