Cimatti|Rinaldi Filippo / 1931-9-2

801 /Rinaldi Filippo / 1931-9-2 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Macao, 2 settembre 1931

Amatissimo Padre,

Finita la prima muta, attendo l’occasione propizia (oggi c’è in aria un tifone) per andare in missione a Shiu-Chow per la seconda e poi – se a Dio piacerà, tornare in Giappone.

Accoglienze fraterne; mi pare di vedere in tutti buona volontà ed armonia – mi pare che gli esercizi siano stati fatti bene con serietà e che tutti siano affiatati.

La Cina ha un grande avvenire – hanno da loro le visioni di Don Bosco se lavoreranno col suo spirito. Non conosco la missione ancora; Macao, Hong Kong, Shanghai e le case che inizieranno saranno facilitate nel loro sviluppo perchè non mancano i mezzi. Deo gratias!

Non li invidio pur raccomandandomi anche a loro se possono aiutarmi, come mi raccomando a tutti, anche ai Superiori.

Un po’ di rendiconto mensile. Sanità: a Kagoshima e anche qui in Cina, forse per il gran caldo, non sto come prima. Ma passerà anche questo: se poi il Signore mi vuole: ecce venio!

Studio e lavoro: non essendo nel mio ambiente, non ho il lavoro solito, cerco di leggere – preparare materiale – scrivere suppliche, ecc. Passerà anche questo, che per me è la vera penitenza, e che offro al Signore per i miei peccati.

Pietà: tento rinfocolarmi e prepararmi per gli esercizi che penserei fare in missione a Shiu-Chow; ne ho bisogno e se il corpo mi segue, voglio farli come li ho mai fatti in vita mia.

Per il resto regolare con le solite difficoltà.

Regole e Ss. Voti: nulla di speciale, ho bisogno di perfezionarmi nelle virtù.

Per il resto (miei doveri) solite difficoltà che Lei conosce, specie nel comando. Il Signore mi aiuti: questa è la vera croce.

Per i confratelli, per questa volta, nulla, non avendo notizie, ma spero bene per tutti. Al ritorno le darò, se Dio vorrà, notizie dell’anima mia, dei confratelli, delle Suore, e delle cose nostre.

Per ora l’assillo è il fare fronte agli impegni, ma spero che la Provvidenza ci darà modo di cavarcela con onore. Per ora null’altro di notevole; constato in me un maggior desiderio di migliorare e santificarmi: mi aiuti.

Mi scrive Don Torquinst che fu destinato per l’India. Deo gratias! Dai tetti in giù, non avrei detto così se fosse stato destinato pel Giappone, che ama e promette di aiutare.

Mi voglia benedire e perdonare le fesserie che alle volte Don Cimatti o i suoi le dicono: al Padre buono fa bene al cuore parlare così.

L’abbraccia nel Signore il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.