1349 ricaldone


1349 ricaldone

1349 / Ricaldone Pietro BS / 1935-1-1 /


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1.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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2 La nuova scuola professionale Don Bosco a Tokyo1

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3 Miyazaki, 1 Gennaio 1935

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Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


La giocondità di Natale ha risuonato a festa anche nella nostra povera missione. Gesù ci ha regalato 22 Battesimi; affluenza dei cristiani che accorsero da ogni parte alla festa familiare della carità; enorme concorso dei ragazzi pagani degli oratori (oh, l'enorme attrattiva del benefico albero di Natale!). A Mikawajima (Tokyo) i ragazzi intervenuti superavano i 1500, però solo 1300 hanno ricevuto i doni e i dolci natalizi, perché muniti dei biglietti di presenza. Con gentil pensiero si volle il giorno di Santo Stefano far godere la festa di Gesù anche ai fratellini degli oratoriani. Giocondo spettacolo che avrà certo allietato Gesù! Accompagnati dai loro fratelli oratoriani i settecento angioletti ricevettero tutti contenti e felici un pacchettino di dolci. Generosi benefattori, le suore di varie congregazioni religiose accompagnate dalle loro allieve, gli allievi e confratelli della scuola tipografica Don Bosco si prodigarono per venire in aiuto alla povertà dei salesiani e dei giovani del rione più povero di Tokyo. Doni Gesù la pace a quanti cooperarono a questa opera di vera carità materiale e spirituale.

Ma la primizia del nuovo anno, per noi “anno santo” eccole la nostra SCUOLA PROFESSIONALE DON BOSCO: grido giocondo che sprigiona dai nostri cuori. È un inno di ringraziamento al Signore; inno di riconoscenza ai generosi benefattori che possono essere ben lieti di vedere i risultati della loro carità; inno di speranza per il bene che potrà farsi.

UMILI INIZI. Giunti in Giappone l’8 Febbraio 1926, “in silentio et in spe” ci siamo venuti preparando con questa precisa direttiva: “tentiamo di fare del bene sulle orme di Don Bosco” e già fin d’allora, ricordo, si sognava una tipografia… Pur ignari della lingua, venivamo abbozzando traduzioni… e già era in incubazione la piccola vita di Don Bosco, la biografia di Savio Domenico.

Nel 1927 si inizia in pieno il nostro lavoro missionario nelle tre residenze di Miyazaki, Oita, Nakatsu e quanto avevamo modestamente preparato, presso tipografie locali, viene edito. Sentiamo il bisogno di coordinare le forze dei cristiani in sede e di portare la parola buona ai cristiani dispersi, che ancor non conoscevamo, ed ecco sorgere il piccolo foglio mensile “DON BOSCO” che ora è divenuto l’organo dell’Opera salesiana in Giappone.

Ma pur essendo soli agli inizi, volevamo far giungere la buona parola anche ai nostri poveri pagani, ed ecco foglietti che erano pubblicati “ad occasionem” poi mensili, poi bimensili – intitolati “FOGLIE SPARSE” – perfino un tentativo di giornale per i pagani: “Il grano di senapa”.

Quando nel programma minimo di azione coordinato con Lei nella sua visita in Giappone nel 1927, ci fu la fondazione di una tipografia; quando finalmente per la munifica donazione del nostro confratello Rev. Don Torquinst si potè acquistare una striscia di terreno a Oita su cui comparve il primo nostro modesto edificio tipografico, il cuore andava dilatandosi di gioia nel pensare che la realtà del sogno primitivo si avvicinava. Ed anche in questo stadio continuo il lavoro precedente di propaganda – comparvero le LETTURE CATTOLICHE; la prima traduzione in giapponese popolare del VANGELO UNIFICATO del nostro Don Anzini; l’inizio di una COLLANA DI LETTURE AMENE per la gioventù, ed altre pubblicazioni di vario genere, che cominciarono a far conoscere anche fuori della missione la nostra minuscola scuola tipografica Don Bosco.

NEL PRIMO DECENNALE. Ed ecco che agli albori del primo decennale della nostra venuta in Giappone, coll’aiuto di Dio, colla generosità di esimi benefattori e benefattrici (oh, quanti sarebbe doveroso citare a titolo di onore e come tributo di riconoscenza!), e colla tenace propaganda del nostro Don Margiaria, la scuola professionale Don Bosco, limitata per ora alla sezione tipografica, è un fatto compiuto.

Il Signore sa le ansie, le trepidazioni provate, le richieste incessanti di aiuto, le peregrinazioni del nostro Don Margiaria nell’America del Nord, il generoso disinteresse di quei confratelli per aiutarlo e facilitargli l’impresa; il Signore sa tutto quello che ha condotto a compimento l’opera.

Ma non è esatto dire “compimento” d’opera. Lei sa, amato Padre, che questo non è che il principio della scuola professionale completa, che sorgerà forse più rapidamente della parte iniziale, se non verrà meno l’aiuto dei buoni e dei nostri buoni cooperatori e cooperatrici.


LA STAMPA IN GIAPPONE. È noto che anche in questo campo il Giappone è alla testa delle nazioni. Il desiderio dell’istruzione, la tenacia e costanza di questo popolo nel realizzarla ne è indice significativo. Il desiderio della lettura, che investe un po’ tutti i giapponesi, oltre che privatamente, trova soddisfazione in 4609 biblioteche pubbliche che registrano 26 milioni di lettori all’anno.

Per dare un’idea del solo movimento giornali-riviste, i quotidiani sono 1200 con oltre 20 milioni di sottoscrittori, di cui il più importante l’ASAHI esce in due milioni di esemplari – sono a suo servizio 36 rotative ed oltre gli ordinari servizi, telefoto, radio, colombi viaggiatori e aeroplani.

Le pubblicazioni settimanali-mensili sono 6300 su ogni genere di argomenti. Le Università pubblicano 51 diari e 782 riviste al mese sui rispettivi insegnamenti, ricchissime di splendide illustrazioni. La capitale ha 194 giornali e 1194 periodici; Osaka rispettivamente 86 e 508. La città di Oita (70.000 abit.) nella nostra missione 28 e 43. Chi può dire la massa delle pubblicazioni-libro di insegnamento, cultura, erudizione? Si tratta di cifre sbalorditive.

Il Giappone ha assimilato anche in questo campo quanto di meglio e di perfetto dal punto di vista tecnico e quantitativo vede nelle altre Nazioni. Purtroppo non scevera troppo, e molto del non buono pubblicato all’estero si è introdotto e non viene certo educando al bene le nuove generazioni. La vigilanza assidua dell’autorità responsabile ha dato per l’anno decorso la soppressione di 217 pubblicazioni di idee comuniste e 40 immorali, e di 227 riviste comuni e l8 immorali, ma che cosa può rappresentare questo lodevolissimo sforzo nella colluvie di tante pubblicazioni?

La stampa cattolica si sforza di lavorare colla pubblicazione del “Settimanale Cattolico” e di numerose pubblicazioni che lumeggiano il pensiero e lo spirito cattolico. Una commissione pro stampa che ha scelto per protettore Don Bosco, formata degli elementi più eletti di ogni missione, cerca di coordinare, ampliare, divulgare il sano apostolato dalla capitale a tutte le Province dell’Impero – presso l’Università cattolica a Tokyo si tiene un corso annuale speciale per la formazione di buoni scrittori – ma qui più che altrove si va a sbattere contro le inevitabili difficoltà finanziarie; per i pagani poi la natura delle idee cattoliche non è sempre tale da attirare molto alla lettura; la massa dei cristiani (specie dei discendenti dei vecchi cristiani) non legge molto.

Al momento dunque la stampa cattolica, che pur ha già realizzato consolanti progressi, sta cercando ancora la sua via definitiva, il suo orientamento ed assestamento. In questo ambiente sorge la nostra modesta scuola.

Il passato lavoro è già stato buona esperienza d’ambiente – speriamo che il modesto inizio attuale della scuola nella capitale segni un progresso in estensione e profondità, tale da poter fare del gran bene anche nell’opera importantissima della buona stampa. Il giorno 31 Gennaio, festa natalizia di Don Bosco, la scuola sarà benedetta; ci ottenga il santo Patrono che si realizzi per essa il suo motto: “In queste cose Don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso” e come l’opera di propaganda tipografica e libraria furono proprio le opere della sua predilezione e formarono il suo nobile orgoglio, così anche la nuova fondazione si ispiri in tutto e per tutto al programma paterno. L’opera è iniziata, ma “more salesiano”, ha bisogno di tutto e di tutti. Imploro preghiere, aiuti materiali da tutti.

Sempre suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

1 La lettera e stata pubblicata quasi alla lettera in Bollettino Salesiano, Aprile 1935. Don Margiaria, direttore e preside era entrato nel nuovo edificio l’8 dicembre scorso. L’inaugurazione ufficiale fu il 31 gennaio, festa di Don Bosco, e la scuola iniziò ufficialmente il 1 aprile di quest’anno..