Cimatti|Cimatti tutte le lettere in un singolo archivio|1947

3404 / Bernardi Angelo / 1947-1-6 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



6 gennaio 1947

Carissimo D. Bernardi,


L’uomo propone e Dio dispone. Non potei realizzare il piano secondo il tuo e mio desiderio. Approfitto della venuta di Ferrari per dirti qualche mio pensiero al riguardo.


  1. Non so se debbo ancor venire a Kurume non sapendo i vari motivi…

  2. Avrei bisogno di sapere con precisione quando potessi venire qui, per combinare le elezioni per il Capit. Ispettoriale.

  3. Se vieni ti pregherei di sentire da Monsignore idee sulla nuova organizzazione scolastica – e se per i seminari o affini vi sono novità.

Id. sentire dai Marianisti – avrei bisogno di idee chiare e concrete.


E per ora un caldo abbraccio dal

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



Prega per me. Avrai certo tante Messe. Vedi se puoi fare in modo di dirne secondo la mia intenzione che ne ho molte. Sto avvisando tutti che non ne accettino…

3405 / Circolare Salesiani / 1947-1-10 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 10 gennaio 1947

Carissimi confratelli,


Il Signore ci ha concesso di cominciare il nuovo anno.

Vogliamo certo passarlo bene e consacrarlo tutto alla Sua gloria e all’esatto adempimento del nostro dovere.

La lettura delle nostre Regole, che tradizionalmente siamo soliti fare a Capodanno, è un utile richiamo ed una bella occasione per un proficuo esame di coscienza. Noi tutti, in base alle nostre Sante Regole, abbiamo la nostra responsabilità. Ognuno di noi legga e mediti delle Regole specialmente i punti che a questa si riferiscono. Le mancanze, le imperfezioni riscontrate siano occasione di efficaci propositi.

Vediamo di metterci in piena regola al più presto, anche nelle piccole cose, in modo che ogni nostra casa e residenza sia modello di disciplina religiosa salesiana. Penso che questo sia il più bel modo di festeggiare il nostro Patrono ed il nostro caro Padre.

Raccomando alle vostre preghiere i sette aspiranti che il prossimo 21 fanno gli Eserc. Spir. preparatori al Noviziato, che cominceranno il 30 c. m. Il nostro D. Tassinari, impegnato nell’organizzazione dell’Orfanotrofio D. Bosco di Tokyo, non potendo continuare nell’ufficio di Maestro dei Novizi, viene sostituito dal nostro D. Dalkmann: per lui e per i nostri novizi domando speciali preghiere.

Avendo ancora molte intenzioni di Messe cui soddisfare, prego che non si assumano ulteriori oneri di Ss. Messe da estranei, ma al più presto si celebri secondo l’intenzione del Superiore. Sarà corrisposta conveniente retribuzione.

Si cerchino di studiare i problemi del Capit. Gener. che saranno trattati anche nelle riunioni elettorali prossime.1

Iniziate pure un’ultima propaganda per aumentare gli allievi delle nostre scuole e specialmente per gli allievi per l’aspirantato. I Missionari non dimentichino il Seminario (Fukuoka) ed anche le Congregazioni relig. femminili della Prefettura.

Vostro

D. V. Cimatti, sales.

3406 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1947-1-12 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone


Miyazaki, 12 gennaio 1947

Rev.ma Madre,


Grazie della sua buona lettera ed auguri di buon anno. Assicuro pieno contraccambio di preghiere da parte di tutti.

Per la nostra questione noi siamo pratici come voi: aspettiamo dunque la Signora Ispettrice. Deo gratias!

So che il Sig. D. Frantzen lavora assai volentieri ad Akabane. Potesse essere aiutato per l’alloggio potrebbe fare anche di più. Per ora non so come fare a far diverso.

Anche a Beppu tempestano per il servizio religioso e non so come fare ad accontentare. Mah! Deus providebit.

Coraggio sempre. Ossequi e saluti e preghiere per tutte.

D. V. Cimatti, sales.

3407 / Circolare Consiglieri ispettoriali / 1947-1-14 /


ai Consiglieri del Capitolo dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 14 gennaio 1947

Carissimi Consiglieri, (Ispettoriali)


Colgo l’occasione della venuta di D. Braggion per sottoporvi alcune questioni, di cui egli darà schiarimenti, ed altre di cui conviene stabilire l’esecuzione.


  1. Progetto del Ginnasio.2 Parte che resta da costruire. Pare non si riesca a intendersi coll’attuale impresario. Costruzione completa o parziale? Immediata o a scadenza lunga? Se si presenta l’occasione acquistare terreno. Il nuovo problema scolastico e la nuova costruzione.

  2. Problema scolastico (scuola professionale, Ginnasio, ecc.).

  3. Data del Capit. Ispettoriale. In missione penso che le adunanze elettorali parziali possono essere concluse al più tardi nella prima settimana di Febbraio. Per Tokyo, D. Bovio stabilisca a quali case si unisce, e, d’accordo colla casa scelta, stabilite le date. Oltre l’elezione, si dia comodità agli adunati di esprimere proposte sui temi del Capit. Ispettoriale o nell’ultima settimana di Febbraio o nella prima di Marzo. Se più tardi, dopo Pasqua.


È necessario stabilire tali date e per la questione dei viaggi, e per gli eventuali impegni dai quali uno debba disimpegnarsi o per non prenderne fin d’ora dei nuovi per il tempo fissato.

Della missione, col sottoscritto si è in 7. Le case si prestino per gli alloggi. Penso che lo Studentato sia il luogo più adatto per le adunanze.

Pregate per il

vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales



.

3408 / Crevacore Alfonso / 1947-1-14 /


a Don Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone



[Miyazaki], 14 gennaio 1947

Carissimo D. Crevacore,


Ancora nulla della data del concerto? Avrei bisogno per coordinare varie proposte… Vedi un po'.

In caso anche per telegramma – ed anche se non si combinasse nulla – per dare corso a domanda che tengo in sospensione in vista di quello di Tokyo…

E prega per me, caro D. Alfonso, che mi avvicino sempre più alla fine…

Ah, che in senso buono per me "finis coronet opus".

Tuo

D. V. Cimatti, sales.

3409 / Circolare Salesiani / 1947-1-22 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 22 gennaio 1947

Carissimi confratelli,


All’inizio della cara Novena di D. Bosco accettate i più cordiali auguri e l’assicurazione di preghiere.

Il più bel regalo che possiamo fargli è che ci dimostriamo buoni Salesiani, coll’esatta esecuzione delle nostre Regole: è la grazia che domando incessantemente per voi e per me.

Vorrei anche esortarvi di chiedere ai nostri Patroni la grazia di avere finalmente notizie dei nostri assenti.

Per il Capitolo Ispettoriale resta fissata la data 26 Febbraio (se non succederanno impedimenti imprevisti). Occorre quindi che al più presto si effettuino le riunioni locali per le elezioni dei rispettivi delegati.

A Miyazaki la riunione delle case irregolari di Miyazaki-Missione, Miyakonojo, Tano, Nobeoka e Kurume diede come eletti D. Bernardi, D. Antolin e come supplente D. Roncato.

In sostituzione di D. Dalkmann che passa al Noviziato, assume la carica di Direttore della Scuola Profess. il nostro caro D. Dumeez. Altri cambiamenti necessari saranno fatti quanto più presto sarà possibile.

Uniamoci alle case di Tokyo (scuola e Orfanotrofio) e Nakatsu (Parrocchia) che celebrano la festa del loro speciale Patrono D. Bosco, e Miyakonojo che festeggia S. Francesco di Sales. La costruzione di nuove vie porta con sé il trasporto della nuova costruzione di Miyakonojo.

Raccomando alle vostre preghiere il confr. Mihara che deve subire un’operazione ed il nostro Don Erdö e ch. Hayakawa nel loro onomastico, come pure D. Manganelli e Maestro (Giulio) e Akabae (San Giov. Crisost.).

Vostro

D. V. Cimatti, sales.

3410 / Circolare Salesiani / 1947-1-24 /


ai Confratelli missionari dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 24 gennaio 1947

Carissimi D. Figura, D. Carlo, D. Lucchesi

e carissimi di Oita, Beppu e Nakatsu,


Quanto al problema delle elezioni, secondo l’art. 101 delle nostre Costituzioni, per evitare o discussioni o ansietà, penso che D. Figura, D. Carlo, D. Lucchesi si possono considerare col nome di Direttori: quindi resta chiaro il procedimento dell’Art. 101. Per Nakatsu Missione e nuova casa è l’ultimo. Per il ch. Hayakawa (ed evidentemente per Miyahara se l’elezione si facesse quando è all’ospedale):


  1. O possono partecipare all’elezione in persona, e allora seguono le norme comuni;

  2. Liberamente rinuncino al loro diritto, e sono considerati legittimamente assenti (mettere nel verbale);

  3. Se no, votino per lettera (scrivendo il nome dei Direttore, delegato, e supplente rispettivamente su tre biglietti, potendovi essere tre votazioni per ognuno).


Dai dati di ufficio risulta che Direttore più anziano di professione perpetua è D. Figura che può quindi fungere da Presidente, nominare tre segretari e due scrutatori.

L’assemblea elegge fra i tre capi-residenza il Direttore. Poi fra tutti il Delegato ed il supplente.

Pregate per il

vostro

D. V. Cimatti, sales.

3411 / Ricaldone Pietro / 1947-1-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



I cavoli trapiantati… e nel moto la vita

Gennaio 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Il nuovo anno speriamo sia apportatore di benedizioni speciali per compiere la nostra ricostruzione spirituale, ora che la ricostruzione materiale si può dire completata, almeno nelle parti sostanziali.

È la parola d’ordine e il programma d’azione che da tempo ci siamo proposti, e che è nella mente e nel cuore di tutti per la sua attuazione. Ma a quanto pare il Signore non ci vuol lasciare con le mani in mano neppure materialmente.

Il disastro di Nakatsu obbliga D. Demleitner ad emigrare colla sua famigliola a Osada Koen, ove sta cercando l’ubi consistam in quella nuova dimora. Poveri figliuoli, ragazzi della strada; non è ancora finito il vostro pellegrinaggio? La costruzione di nuove strade nelle zone distrutte minaccia la nostra missione centrale di Miyazaki.[Vediamo se] si riesce ad arrestarne gli effetti: ci si guadagna anzi, perché col progettato allargamento la nostra libreria cattolica rimarrà sulla strada principale.

Lo stesso problema minaccia la residenza di Oita, in cui una nuova strada taglia per mezzo la missione, che, distrutta dalle bombe incendiarie, già aveva ricostruito casa parrocchiale, chiesa e locali per l’Asilo e sala giovani (oratorio, circolo giovanile). Se le trattative in corso daranno ragione alla progettata strada, bisognerà trasportare casa e chiesa in terreno adiacente, penso con vantaggio di miglior posizione per la missione.

Non si faccia meraviglia che si parli di trasporti di case, chiesa, ecc. in Giappone. Costruzioni in legno, le cui parti sono intimamente collegate ad incastro, facilitano l’operazione. Per trasporti in piano e a non notevoli distanze, non c’è neppure bisogno di disfare l’intera costruzione. Con forti martinetti la si solleva per intero dalle basi, e sottopostovi rulli, è condotta in posto ed adagiata sulle nuove basi.

D. Figura e D. Moro sono già in procinto di far S. Martino. Caso analogo succede a Miyakonojo in cui due strade vengono a sfiancare la chiesa e casa: anche là D. Roncato che aveva inaugurato l’8 dic. u. s. la bella chiesa e residenza è sulle mosse di trasportarsi… un po’ più indietro, per dar modo alle signore strade di adagiarsi in pieno… Ma quello che più costa sacrificio di ogni genere è il dover traslocare il caro Orfanotrofio D. Bosco di Tokyo in altra zona della città, per la costruzione, nella zona attuale, della città americana.

Si è trovata una bella casa con terreno in zona Kokubunji… e la casa è in cemento armato… Se si dovrà ancora far S. Martino, quella non si può certo trasportare… ma vedesse in che stato… Mancano porte, finestre, ecc. D. Tassinari è il moto perpetuo, e gira in lungo e in largo Tokyo per espletare le pratiche relative – i confratelli sono in moto per i preparativi del trasloco – i chierici teologi, approfittando di qualche giorno di riposo, disfanno alacremente le abitazioni precedenti… si sono specializzati anche in questo. Camions trasportano quanto giornalmente viene accumulandosi. E tra il lavoro si ricordano i traslochi del primo Oratorio di D. Bosco… Una squadretta di giovani bastava a trasportare le poche masserizie… Ma i cavoli trapiantati… Oh, se il nuovo posto si trasformasse col tempo in Valdocco del Giappone!

Pensi che anche tutto questo movimento avrà pure i suoi fini nei disegni della Provvidenza e li attendiamo con fede: ci aiuti il Signore a corrispondervi il più perfettamente possibile. Viene a mettersi in altra forma di movimento la nuova riforma scolastica in Giappone, espressa dalla formula 6-3 (elementare e tre anni di scuola media inferiore gratuita e obbligatoria) e 3-4 (scuola media superiore, Università). La si vuole promiscua. Le scuole cattoliche alzarono la voce contro la promiscuità, e si ottenne libertà di scelta di allievi e contribuzione: è certo però una buona mazzata sulle scuole private e quelle tenute da religiosi e religiose.

Per quest’anno si è ottenuta una discreta entrata a Miyazaki e Tokyo per le nostre scuole medie. Per le scuole elementari tenute dai salesiani a Tokyo, Nakatsu e dalle Figlie di Maria A. a Tokyo e Beppu per i bambini e ragazzi di strada, si è ottenuto di farle internamente nelle singole istituzioni.

E questo riconoscimento è un vero beneficio di cui dobbiamo dar grazie a Dio.


Suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3412 / Figura Giuseppe / 1947-2-4 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 4 febbraio 1947

Carissimo D. Figura,


Auguri, benedizioni e preghiere. Le ricordo (e anche a D. Moro) alcune raccomandazioni di S. E.:


  1. Desidera che ci interessiamo di Hita. Ad ogni occasione attenzione (= go chui).

  2. Desidera che lavoriamo per i giovani – è anche per quello che gli ho detto, si fa nuova piccola costruzione.

  3. Insiste che vigiliamo per il personale femminile di servizio. Mio parere di vedere anche salesiano, se non ha le condizioni volute, a costo di ogni sacrificio, facciamo noi. Qua e là a proposito ed a sproposito i cristiani hanno riferito al Vescovo.

  4. Insiste pure "facciamo in casa nostra il bucato… Si chiacchiera troppo fuori".


E pregate per me.

Aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3413 / Circolare Salesiani / 1947-2-21 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 21 febbraio 1947

Carissimi confratelli,


Nell’approssimarsi del nostro Capit. Ispettoriale, che intendiamo mettere sotto la protezione dei nostri Ss. Protettori, vi domando speciali preghiere per la buona riuscita del medesimo, ed anche la vostra cooperazione diretta con l’invio di proposte che crediate utili al buon andamento della nostra Ispettoria, della Prefettura Apost. e dell’intera nostra Congregaz.

Vi partecipano coll’Ispettore e consiglieri (D. Bovio, D. Romani, D. Tassinari, D. Dalkmann) i confratelli D. Dumeez e D. Margevicius per la Scuola; D. Manhard per l’Orfanotrofio; D. Barbaro per lo Studentato; D. Braggion e D. Cavoli per l’Aspirantato; D. Figura e D. Carlo per il gruppo case di Oita; D. Bernardi e D. Antolin per il gruppo case di Miyazaki.

Non potendo qualcuno dei delegati, i loro rispettivi sostituti.

Nello stesso giorno dell’elezione del Deleg. Ispettoriale si farà pure la vestizione ed imposizione della medaglia ai nostri cari novizi; anche per questo domando speciali preghiere.

Notizie dirette dai nostri cari confratelli di Dairen ci assicurano della loro buona salute e lavoro: ho consigliato il ritorno appena sarà possibile.

Vogliate pregare anche per me, specialmente nel bel mese di S. Giuseppe.


Sempre vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3414 / Ziggiotti Renato / 1947-2-25 /


a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane



Tokyo, 25 febbraio 1947

Rev.mo e caris.mo mio D. Ziggiotti,


Avevo risposto al tuo saluto per mezzo di D. Del Col, quando mi giunge la tua carissima del 2/1. Grazie di tanta consolazione procurata a noi tutti.

Ci troviamo in molti a Tokyo per il Capitolo Ispettoriale. Non avendo ricevuto nulla altro che il mandato del Rettor Maggiore, pel Capit. Gen. facciamo secondo quel che è prescritto meglio che si può.

Viaggi per noi difficili in Giappone – pratiche lunghe per l’estero. Ad ogni modo lavoriamo per far tutto bene e se sbaglieremo, in seguito sanerete il sanabile. Se il Signore vorrà che venga in Italia avrete da sanare molte cose di questo povero essere detto D. Cimatti.

Qui è giunto il nostro D. Dumeez, che ho messo direttore alla Scuola Professionale, avendo dovuto mettere il direttore di quella a maestro dei Novizi.

Domani all’inizio del Capit. Ispettoriale, la vestizione. I confratelli bene, forse alcuni ammalati di corpo e di spirito partiranno a giorni su nave italiana (Sestrières) coi marinai che rimpatriano.

Nuove disposizioni legislative scolastiche orientano il Giappone (6 elementari – 3 medie infer. obbligat. miste – 3 medie super. – 4 anni Univ.). Non è chiaro come finiremo per trovarci.

Mah! Deus providebit. Tutte le scuole religiose e le cattoliche stanno per la libertà e non promiscuità.

Tutti preghiamo per la nostra cara patria e voi pregate anche per questa nostra seconda patria, il povero Giappone.

Ossequia omnes e un bacio all’amato padre Sig. D. Ricaldone e un pugno a D. Giraudi.


Tuo

D. V. Cimatti, sales.

3415 / Circolare Consiglieri del Consiglio ispettoriale / 1947-2-26 /


ai Consiglieri del Consiglio dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



26 febbraio 1947

Carissimi consiglieri,3


In preparazione al prossimo Capit. Ispettoriale, cui di diritto potete partecipare, vi prego di dare uno sguardo a questa specie di programma generale, suggerendomi se ci sono altri punti importanti che sia utile trattare.

In missione in qualche seduta che si poté fare, già fu espresso il parere dei missionari su qualcuno dei problemi accennati: quelli che interverranno potranno pure dire il loro parere su quanto vengono esperimentando nel trattare con le varie categorie speciali (operai, detenuti, ecc.). Ma penso di aver dimenticato molte cose, per cui vi prego del vostro aiuto.

S. Ecc. il Delegato insiste assai sullo sviluppo delle Opere in grandi Centri.

S. Ecc. l’Amministrat. Apost. insiste sulla Missione di Oita che deve essere sviluppata. Il nostro Ven. Rettor Maggiore ci autorizza alla nomina del personale direttivo, prolungandoci le facoltà del tempo di guerra. Terminano il sessennio D. Cecchetti e D. Braggion.

Questione che bisogna risolvere assolutamente: missionario isolato – personale di servizio della Missione.

Pregate per il

vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3416 / Ricaldone Pietro / 1947-2-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



L’oratorio Don Bosco alla scuola professionale



Febbraio 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Le notizie che riceve, specie dai suoi lontani figliuoli, le sono certo gradite, anche se insignificanti, ma penso che quanto si riferisce agli oratori le deve riuscire di massima consolazione, ed è anche con massima mia consolazione che desidero intrattenerla sul dolcissimo argomento.

Se l’Oratorio preconizzato dal nostro D. Bosco in Giappone non trova difficoltà nell’ordinamento, nel suo svolgersi, nelle sue finalità presso le cristianità già formate e numerose, viene invece a subire soste, difficoltà, modificazioni fino ad arenarsi, quando ci troviamo di fronte a gruppi forti di giovani non cristiani.

Dobbiamo confessare che dopo venti anni di prova (computati anche gli anni della guerra) non abbiamo ancora trovato una linea di condotta chiara e netta, che ci assicuri il successo numerico, e, quel che più conta, effettivo, che dobbiamo riprometterci dall’Oratorio.

Per i nostri paganetti presso le residenze missionarie tutto si limita alla riunione pomeridiana con gioco libero, discorsetto morale, un po’di canto: alla domenica qualche divertimento speciale (gradita la tombola, le proiezioni, teatrino, narrazioni illustrate, gite, ecc.). A seconda dei luoghi, visita alla chiesa, insegnamento del catechismo (come esercizio di memoria) o, col permesso dei parenti, insegnamento effettivo della religione. La frequenza è attivata coi punti di presenza, che danno diritto all’acquisto di oggetti utili, partecipazione ai banchi di beneficenza o premiazione. Uno dei lati deboli è la costanza nella frequenza – È più assicurata se gli intervenuti sono di uno stesso rione. Speriamo sia scomparsa la difficoltà proveniente dai divieti dei maestri di scuola… Certo la facies straniera e la istituzione cattolica… sono sempre ostacoli non indifferenti per molti. Volete adunque delle masse? Assicurate un premio a tutti gli intervenuti… Tutto questo fu tentato nell’ante guerra. La grandine bellica ha distrutto anche questo… e si ricomincia da capo. Al momento l’unico oratorio, che sussista con una buona organizzazione e che ci fa sperare i più lusinghieri risultati è quello annesso alla nostra scuola professionale D. Bosco di Tokyo. Tentativi precedenti ebbero i loro éclat, poi tutto decadde come a Mikawajima. L’attuale sorse da modesti inizi negli ultimi anni della guerra con un crescendo consolantissimo. La riunione più importante è alla domenica o feste nazionali, vacanze. Inizialmente partecipavano alle funzioni coi cristiani, premettendovi opportuna spiegazione: poi si vide per esperienza che era meglio far qualche cosa a parte per loro. Lo svolgimento dell’orario nella parte istruttiva e divertimento è simile a quello sopraindicato. Il canto di lodi sacre serve a condecorare le loro riunioni e le funzioni d’assieme (messe solenni, processioni) cui volentieri partecipano. Si è anzi litografato per loro apposito libro di canti.

Uno scariolato programma domenicale li attira sempre numerosi e tenuti legati fraternamente dall’attività multiforme del nostro D. Margevicius, anima di tutto questo bel movimento. Un buon gruppo di oratoriani studiano la religione e frequentano la nostra scuola professionale. L’infaticabile D. Albino cerca di tenersi legate anche le famiglie con visite, col tenerle informate della condotta dei figli, coll’alleviamento al possibile delle miserie del dopo guerra.

Mentre stavo, giorni or sono, parlando in cortile, passa una povera donna con un bambinello per mano, che con la gentilezza propria del buon giapponese s’inchina profondamente e mi dice: “Grazie di quanto fate per mio figlio, che frequentando l’Oratorio mi diventa più buono”. Avrei voluto aver vicino il Direttore dell’Oratorio per dirgli: “Bravo D. Margevicius… Come deve essere contento Don Bosco che tenti di imitare così bene nel tuo oratorio!”.

Le belle foto le dicono qualche cosa degli effetti ottenuti finora, delle speranze future, e di una ben meritata lode al direttore e a quanti cooperano con lui alla opera santa.

Alla ripresa in pieno del lavoro ricostruttivo mi auguro che si riprendano in pieno i nostri oratori presso ogni casa e residenza nostra.

E Lei, buon Padre, ci aiuti colle sue preghiere ad ottenere questo magnifico intento.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.

3417 / Circolare Salesiani / 1947-3-1 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 1 marzo 1947

Carissimi,


All’inizio del bel mese di S. Giuseppe e nel periodo della S. Quaresima vediamo di lavorare attivamente per noi e per i nostri nella preparazione della S. Pasqua.

Delegato al Capitolo Generale è il nostro D. Romani. Pur non essendo ancora fissata la data della partenza si pensa possa essere al più tardi dopo Pasqua.

Il povero sottoscritto pensa essere nella settimana entrante a Miyazaki. Inizierà la visita d’addio alle singole case, risalendo pian piano alla capitale. Prego quindi a chi interessa di preparare al più presto lettere, commissioni, desiderata, ecc. personali e necessaria alle case. Così pure tenete pronte le cronache, relazioni, foto, materiale statistico, ecc., a tutto il 1946.

Notizie dei nostri a Dairen buone: li ho consigliati al ritorno. Da Torino preghiere e saluti da parte dei Superiori. D. Tirone in Polonia; si domandano preghiere pel Sig. D. Candela ammalato. Si annuncia la morte di D. Besnate…

A voce tante cose. Pregate per me.

D. V. Cimatti

3418 / Berruti Pietro / 1947-3-6 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Tokyo, 6 marzo 1947

Rev.mo Sig. D. Berruti,


Eccole il nostro D. Cecchetti che accompagna i nostri cari confratelli che rimpatriano.

Ho dovuto fare in fretta la sostituzione di D. Scrazzolo (che finisce col restare in Giappone) con Don Cecchetti, che ha bisogno di riposo e di cure – dal 1931 in Giapppone.

Era desiderato un prete per l’equipaggio e lo volevo per i nostri confratelli, per i numerosi italiani marinai che rimpatriano – l’occasione (anche dal punto di vista della spesa) era buona – il Consiglio mi ha consigliato così – Sua Ecc. il Delegato mi ha consigliato e in nomine Domini ho deciso.

Il Signore benedica.

Quando potrà arrivare il sottoscritto non so – ero tentato di unirmi a questi, ma siamo alla fine dell’anno scolastico – nuovi ordinamenti – e vorrei aggiustare tutto prima per non lasciare eccessivi fastidi a D. Bovio, mio sostituto.

E preghi per noi. Ossequi all’amat.mo Sig. D. Ricaldone e Superiori.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.

3419 / Circolare Salesiani / 1947-3-11 /


ai Confratelli missionari dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 11 marzo 1947

Carissimi missionari,


Urgono i preparativi per la mia partenza, ma desidero prima (come già accennai in precedente) farvi una particolare visita d’addio, per trattare con voi delle cose nostre e vostre e prendere i dati statistici, notizie per relazioni alle Autorità ecc. ecclesiastiche ed ai nostri Superiori.

Dunque preparate quanto credete essere utile, come pure per commissioni particolari per l’Italia (tanto vostre personali, quanto altre che credete utili per la Missione o per la Congregazione).

S.E. l’Amministratore Apost. desidera fare un’adunanza insieme ai missionari per il 27 c.m. ad Oita. Quanti più possono si tengano liberi per quella data.

Come programma di massima del sottoscritto: 26-27 a Oita; 28-29 a Beppu; 30-31 a Nakatsu, da cui partenza per Tokyo. Da oggi al 26, in date da stabilirsi, lavoro in Prov. di Miyazaki. Aiutatemi tutti colla vostra carità, affinché possa compiere con frutto e merito questo mio dovere.

Si pensa che verso il 20 c.m. parta la nave che rimpatria la maggioranza degli Italiani dislocati durante la guerra nelle zone orientali.

Tra di essi vi sono pure Bealessio, Ferrari e il ch. Antolini. Ho pregato D. Cecchetti (destinato alla scuola profes.) di accompagnarli, e così potrà come cappellano aiutare anche i nostri poveri connazionali.

Pregate per il

vostro aff.mo

D. V. Cimatti



P.S. Buona festa di S. Giuseppe.

3420 / Figura Giuseppe / 1947-3-11 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 11 marzo 1947

Carissimo D. Figura,


Buon S. Giuseppe! Che cosa posso offrire in regalo? Preghiere e sacrifici!

Chissà se può fare una scappatina a Miyazaki prima dell’adunanza?

E preghi per me e faccia pregare affinché con una buona vita, possa fare una s. morte.


Suo

D. V. Cimatti, sales.

3421 / Circolare Salesiani / 1947-3-12 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 12 marzo 1947

Carissimi confratelli,


Buon S. Giuseppe e sempre migliore preparazione alla Pasqua. Si desidera sapere il programma di lavoro del sottoscritto, prima della partenza.

Fino al 31 c.m. visita alle case ed opere della Missione. Dal 1 al 15 Aprile, in giorni da fissarsi, visito le case ed opere di Tokyo.

Rinnovo le raccomandazioni di tener pronto e consegnare o al vostro Delegato o al sottoscritto quanto credete utile far pervenire ai Superiori o ai vostri cari o ai confratelli d’America e d’Italia.

Pregate affinché sia utile per la nostra Congregazione e meritorio per me l’adempimento di questo mio dovere.

Se piacerà a Dio arrivederci presto.

Vostro nel Signore:

D. V. Cimatti, sales.

3422 / Miyazaki visita alla missione/ 1947-3-17 /



Visita canonica alla missione di Miyazaki


17 marzo 1947


Prima della partenza per il Capitolo Generale visito la casa. Si è venuta perfezionando e quasi completando la riparazione della casa e l’attività della vita cristiana si è venuta affermando in ogni senso. I due missionari non si risparmiano nell’adempimento del loro dovere e colle funzioni ben organizzate, coll’istruzione religiosa catechistica ed omiletica, colla cura dei catecumeni, col rendere attive le associazioni di azione cattolica e di devozione, e coll’estendere al possibile la buona stampa, dando buon incremento alla libreria cattolica, ecc.

La casa ha ancora bisogno di riparazioni alle muraglie (per recenti terremoti) che si attueranno quando sarà possibile; ma è ordinata e pulita in tutte le sue parti. Va pure ricostruendosi la Biblioteca della casa. Grazie a Dio anche la disciplina religiosa è ben osservata, ed il Signore non manca di benedire il lavoro di apostolato dei missionari.

Gli anni di guerra, i cambi di amministrazione (clero indigeno e salesiano), le manomissioni di guerra, le evacuazioni forzate del personale e del materiale hanno impoverito la Chiesa e Casa di molto materiale, che si cercherà di ricostruire poco alla volta.

La grazia di Dio, la protezione di Maria Aus. e di Don Bosco, lo zelo dei missionari e la corrispondenza dei cristiani, che sembra corrisponda alle cure dei salesiani, attirino frutti di bene. Consiglio continuare con slancio nel bel lavoro ripristinato, dando specialmente impulso all’educazione giovanile in tutte le forme possibili.

D. V. Cimatti, sales.

3423 / Miyakonojo visita / 1947-3-20 /



Visita canonica alla casa salesiana di Miyakonojo



[20] marzo 1947


Nel Marzo 1946 si riinizia ufficialmente la cura diretta della dispersa piccola cristianità.

Appena fu possibile dopo il famoso 15 agosto 1945 (= Armistizio) si ripigliò il servizio in casa Kaneko e lo si continuò fino all’8 Dic. 1946 in cui si ricominciò a lavorare nella chiesa ricostruita. Grazie al Comando Americano che concesse la cappella del Campo che, ricostruita e adattata a chiesa e casa, dà modo al missionario di avere il suo punto d’appoggio per le sue gite apostoliche.

La casa e chiesa hanno bisogno di tutto. Appena sarà possibile si farà un saloncino pro oratorio ed eventualmente pro asilo infantile. Sorge ora la questione dello spostamento della casa per costruzione di nuove vie: è inteso che sarà tutto fatto per parte dell’autorità senza danno alcuno alla Missione.

Prego di cuore il Signore e per lo sviluppo della Cristianità e per il buon esito del nuovo trapianto della casa.

Appena sarà possibile sarà dato aiuto di personale al missionario isolato (D. A. Roncato).


D. V. Cimatti, sales.

3424 / Miyazaki visita alla casa / 1947-3-20 /


Visita canonica alla scuola e aspirantato di Miyazaki,


Miyazaki, (20) Marzo 1947



Prima della partenza feci un po’ di visita (riassumendo la permanenza che mi trattiene da mesi in questa casa).

Le condizioni del momento non hanno permesso che in parte la ricostruzione ed in pratica si vive ancora nel regime abitazione-baracca, tentando di svolgervi più in pieno la vita nostra religiosa, regolarizzandola più che si può.

Cessato l’abbattuto Seminario, l’Opera di oggi raccoglie le sparse membra dei nostri chierici filosofi, ritornati dalla guerra e dal lavoro nelle fabbriche – l’inizio dell’aspirantato e della “Mission School – Hyuga Chugakko”.

È tutta da riorganizzare, da costruire, da rinnovare.

Mi pare che sia in tutto il personale la buona volontà di figli di D. Bosco per riuscire nell’intento. E non vi è che da pregare il Signore per la buona riuscita di tutto di ogni opera.

Dati consigli per l’ordinamento della casa (vita ancora in baracche), del materiale scolastico, della biblioteca.

Si sottopone al Consiglio il progetto della nuova costruzione – con un piano generale da svolgersi per parte – e che deve condurre secondo l’ordinamento scolastico nuovo (6-3-3-4) alla formazione della media superiore.


D. V. Cimatti, sales.

3425 / Beppu visita / 1947-3-29 /


Visita canonica all’Opera salesiana di Beppu


29 marzo 1947


Prima della partenza per l’Italia visito la casa nostra e quella delle Figlie di Maria Aus. Nel passato anno per lettera e con visite parziali in occasione di feste o di concerti o di visite di S. E. l’Ammin. Apost., cercai di rendermi conto della situazione ma multis de causis riuscii poco o nulla di quanto venivo a voce e per lettere suggerendo.

La casa che soffrì molto per tifoni, ecc., pure avendo ancora bisogno di varie riparazioni, viene organizzandosi ed ordinandosi. Urge rendersi conto dello stato della cristianità – regolari le nostre relazioni di servizio religioso colle varie comunità religiose, specie colle Figlie di Maria Aus. – tener conto dell’accresciuto numero delle medesime e dell’aiuto che si può dare ai cattolici americani - dare impulso a istituzioni o mezzi svariati per attirare le anime, specie giovanili – ripristinare il lavoro assai abbondante ed efficace in Beppu per i poveri ammalati. Dato tutto questo stato di cose, si cercherà, al possibile, di aumentare almeno di un prete il personale.

Ho raccomandato (come in tutte le visite) di rinnovarci tutti nella sempre miglior osservanza delle nostre Ss. Regole.


D. V. Cimatti

3426 / Nakatsu visita / 1947-3-30 /


Visita canonica all’Opera salesiana di Nakatsu e Osada Koen



30 marzo 1947


Prima della partenza visito la parrocchia a Nakatsu e l’opera nostra a Osada Koen. Pur non sapendosi ancora di sicuro e come si userà il luogo bruciato e la permanenza definitiva nell’attuale casa, si lavora di gran cuore per questa povera gioventù abbandonata, che pare corrisponda bene alle cure dei confratelli.

Regna lo spirito di famiglia e buon affiatamento fra tutti. Già si pregustano buone speranze di vocazioni (già 4 aspiranti a Miyazaki), che si spera coltivare bene, essendosi ottenuta la licenza di fare la scuola a casa.

Appena sarà possibile aver assicurazione di stabilità nella nuova casa, si faranno le modificazioni utili all’assistenza e vita di comunità. Già si pensò e si attuò una conveniente costruzione dei luoghi comuni, e si iniziò la coltivazione dei terreni annessi. Occorrerebbe personale ad hoc, che per ora non c’è: i confratelli coll’aiuto dei giovani più grandicelli si devolvono anche in questo.

Il lavoro di cucina, rammendo e bucato è devoluto alle suore del Charitas di Miyazaki che vivono in casa separata, assumendosi l’educazione dei piccini.

Regolare la separazione canonica. La regolarizzazione del personale darà modo ai confratelli di poter attendere con maggior regolarità alle pratiche di pietà in comune. Come pure qualche ritocco all’Orario darà modo di regolare le pratiche mattutine dei giovani alla perfezione dei nostri regolamenti (rosario, lettura, ma con sano criterio, trattandosi di giovani speciali e vari di loro non ancora cristiani). Specie dopo l’incendio la casa ha bisogno di tutto e di tutti. La Provvidenza non è mai mancata e si serve di volenterosi, delle autorità e dell’industria dell’elemosinare dei confratelli.

Come dappertutto raccomando: osservanza delle regole anche in minimis, poggiata sul fondamento di una soda pietà e di un efficace lavoro per sé e per gli altri.


D. V. Cimatti, sales.

3427 / Braggion Enrico e Salesiani dell’Aspirantato / 1947-3-31 /


a Don Enrico Braggion, missionario salesiano in Giappone



Nakatsu, 31 marzo 1947

Carissimi confratelli dell’Aspirantato,


Prima di lasciare la nostra cara missione, un cordiale saluto, buona e santa Pasqua a tutti, vivi ringraziamenti per quanto fate per il bene, assicurazione di vivo affetto e preghiere intense per ognuno di voi,

Perdonate quanto vi posso aver fatto soffrire nel tempo in cui avete dovuto sopportarmi.

Lascio come mio Delegato D. Bovio (Mikawajima) e come suo aiuto in Missione D. Figura (Oita) che è anche Delegato dell’Amministratore Apostolico.

Non so che ripetervi i soliti consigli: per i confratelli osservanza delle regole anche in minimis; per gli aspiranti studio e pietà e lasciarsi guidare dai superiori, lavorare per la vocazione, per far fiorire la (Scuola) Hyuga.

Ringraziamenti speciali e saluti ai singoli insegnanti.

Vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



P.S. Vedi un po’ con D. Gallo se si può mandare qualcuno a Takanabe per Pasqua.

3428 / Lucchesi Mario e Salesiani di Beppu / 1947-3-31 /


a Don Mario Lucchesi, missionario salesiano in Giappone



Nakatsu, 31 marzo 1947

Carissimi confratelli di Beppu,


Nel lasciare la nostra cara missione permettete che ancora una volta vi esprima i sensi della mia più sentita riconoscenza per quanto fate per l’adempimento del vostro dovere – vi assicuro affetto e preghiere, che domando a voi per me.

Non posso non ricordarvi i soliti consigli: lavoro – esattezza nelle pratiche di pietà – osservanza delle regole etiam in minimis.

Per le questioni della Prefet. Apost. rivolgetevi a S.E. e per quelle salesiane a D. Bovio (Mikaw.) o al delegato di entrambi: D. Figura (Oita).

Buona e santa Pasqua a voi e ai vostri – ricordatemi a quanti conosco.

Perdonate quanto vi ho fatto soffrire nel tempo in cui avete dovuto subirmi.

E pregate per il

vostro

D. V. Cimatti, sales.

3429 / Gallo Enrico e Salesiani di Miyazaki / 1947-3-31 /


a Don Gallo Enrico, missionario salesiano in Giappone



Nakatsu, 31 marzo 1947

Carissimi della missione di Miyazaki,


Nell’uscire dalla Missione un caro saluto a voi, ai vostri cristiani, a quanti conosco, coll’assicurazione di vivo ricordo, affetto e preghiera riconoscente.

Grazie di cuore di quanto fate per il bene – perdonatemi quanto avete dovuto soffrire per causa mia. Buona e santa Pasqua per voi e per i vostri.

Nelle questioni della Prefettura rivolgetevi a S. E (= l’Amm. Ap.) e per questioni a D. Bovio (quelle salesiane), oppure al delegato di entrambi in missione (D. Figura). Vi rinnovo i soliti consigli: osservanza delle regole anche in minimis, fondando tutto su una soda pietà e sul lavoro. E pregate sempre per il

vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



Ti prego di concordarti con D. Braggion per non lasciare senza Messa Takanabe alla domenica, fosse possibile avvisare i cristiani.

3430 / Salesiani Aspirantato Miyazaki / 1947-3-31 /


ai Salesiani dell’Aspirantato di Miyazaki



+ Miyazaki, 31 marzo 1947

carissimi confratelli dell’Aspirantato,

Prima di lasciare la nostra cara Missione un cordiale saluto, buona e S. Pasqua a tutti – vivi ringraziamenti per quanto fate per il bene – assicurazione di vivo affetto e preghiere intense per ognuno di voi. Perdonate quanto vi posso aver fatto soffrire nel tempo in cui avete dovuto sopportarmi. Lascio come mio delegato D. Bovio (Mikawajima) e come suo aiuto in Missione Don Figura (Oita) che è anche delegato dell’Amm. Ap.

Non so che ripetervi i soliti consigli: per i confratelli osservanza delle regole anche in minimis – per gli apiranti: studio e pietà e lasciarsi guidare dai superiori – lavorare per le vocazioni – per far fiorire la Hyūga Gakuin. Ringraziamenti speciali e saluti ai singoli insegnanti.

Vostro

D. V. Cimatti, Sales.



Vedi un po’ con D. Gallo se si può mandare qualcuno a Takanabe per Pasqua.



3431 / Ricaldone Pietro / 1947-3-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Resoconto generale della Pref. Apost. di Miyazaki


Marzo 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Prima di lasciare il Giappone, per partecipare, se Dio vorrà, al Capitolo Generale, faccio una rapida visita alla Prefettura Apost. ed alle opere di Tokyo, e fisso per la cronaca i risultati generali della medesima.

È l’omaggio dei suoi figliuoli del Giappone, ne son sicuro, più vicini di tutti al suo cuore. È un quadro d’assieme – sono cifre statistiche – sono accenni che includono tanti dati non esprimibili sulla carta; sono il risultato del lavoro di anime salesiane… missionari… che hanno inteso lavorare secondo il significato genuino della qualifica “Salesiano… missionario”. Accolga, buon Padre, benedica e presenti per noi all’Ausiliatrice nostra Mamma e al nostro D. Bosco il modesto omaggio.


MISSIONE, Prefettura Apostolica. Amministratore Ap. Mons. Domenico Fukahori, Vescovo di Fukuoka.

Provincia di Miyazaki: abitanti 957.856.

Residenze principali N° 5 (Miyazaki, Takanabe, Tano, Miyakonojo, Nobeoka) in cui si svolge il lavoro missionario propriamente detto: lavoro parrocchiale, catechismi, opere di azione cattolica e di carità, associazioni di devozione, visite mensili ai cristiani distanziati (N° 20 sotto-residenze o in casa di cristiani); oratorio e opere annesse; asili d’infanzia ed opere assistenziali.


Opere sussidiarie di Istituti religiosi N° 4.

(Aspirantato salesiano – scuola media – libreria cattolica tenute dai salesiani; Ospizio di Miyazaki per vecchi, fanciulli e bambini d’entrambi i sessi, tenuto dalle Suore giapponesi della Carità.


Personale della Missione: sac. stran. 5; indig. 1.

Personale delle opere sussidiarie: aspirantato-scuola sac. 5; chier. 2; coad. 1; aspir. l5; insegnanti 5; allievi 120.

Ospizio: Suore 22; nov. 10; post. 8; aspir. 20. Ricoverati totale 160.


La invito a fare con me una breve visita alle singole istituzioni; sarà di conforto e di incitamento per tutti.

Risaliamo dal sud della Missione.


MIYAKONOJO. Vede ricostruita la chiesa e casa della missione (8 dic. 1946) che ora vengono trasportandosi per la costruzione di nuove strade. La cristianità è assai sparpagliata, e mensilmente fu visitata dal missionario. Viene delineandosi un buon gruppetto di catecumeni e la possibilità di conferenze religiose nelle scuole. Il bravo D. Roncato è tutto in faccende per il trasporto dell’abitazione e, assodato bene l’ubi consistam, potrà darsi tutto all’apostolato certo con gran frutto delle anime a lui affidate.

Risalendo a TANO D. Roncato ci guida alla sua bella famiglia cristiana. Mi viene narrando che finalmente – dopo 20 anni, ha potuto scrivere sul registro il primo battesimo di adulto pagano della sua circoscrizione di Tano. Pensi quale consolazione. Il terreno dissodato dai precedenti missionari: Don Lucioni, D. Cecchetti, D. Antolin comincia a dare i primi frutti. Oh, che S. Teresina cui è dedicata la chiesa, faccia piovere una vera pioggia di grazie spirituali, specie sulla popolazione pagana della zona. I cristiani sono dediti all’agricoltura e col lavoro costante sono riusciti ad acquistare una posizione economica discreta che li fa stimare anche presso i pagani.

Le Suore della Carità stanno trasportando a Beppu la casa per usarla ad ospizio per vecchi, dietro invito delle autorità locali. Col primo aprile la parrocchia viene riaffidata al Clero indigeno.

Al marzo 1947 risultano: fedeli 230; battes. 2; cresime 15; matrim. 2.


E dopo brev’ora eccoci a MIYAZAKI, centro della missione. La casa è stata riparata dalle malversazioni dei militari che la detennero per oltre un anno. Si è arricchita anche di un saloncino (l’antica tettoia dell’Oratorio) adibito ora a dispensario (dispensario S. Giuseppe, esercìto da un dottore pagano e coll’aiuto delle Suore della Carità) ed a scuola per un gruppo di Koreani. Il salone Don Bosco è pronto per l’Asilo d’Infanzia di cui si stanno cercando le insegnanti.

La cristianità si è venuta dal dopo guerra rianimando in tutti i sensi colle sue varie istituzioni di azione cattolica e di carità. Vi collaborano i confratelli dell’Aspirantato e le buone Suore della Carità. Si è venuta riorganizzando la libreria cattolica (devastata dalle vicende di guerra e dai tifoni). È diventata sala di lettura per il pubblico, specie studentesco, che accorre alla Missione anche per audizioni musicali, per conferenze e per formare una buona corale, cui si e donato con forza il nostro D. Moriggia.

Buon impulso alla propaganda stampa ha dato l’iniziativa di D. Gallo, anima di tutta l’organizzazione parrocchiale del dopo guerra, consistente in libere offerte dei cristiani per abbonare pagani al giornale cattolico, alle letture cattoliche o a buone pubblicazioni. L’iniziativa dà risultati ottimi. Coll’aprile D. Gallo passa ad organizzare la parrocchia di Nakatsu. Lo sostituisce D. Bernardi, di ritorno dal suo apostolato a Kurume (Fukuoka) ed entra a far parte della famigliola anche don Lorenzi, che col 1° Aprile è incaricato della zona di Takanabe riaffidata ai Salesiani dopo cinque anni da che era amministrata dal clero indigeno.

Al Marzo 1947 si notano: fedeli 550; battesimi 84; catec. 10; cresime 31; matrim. 4; morti 3; scuola cor. 20. Dispensario (dall’Ottobre) media 35 al giorno.


La zona di TAKANABE è costituita da nuclei cristiani assai sparpagliati, che esigono il lavoro assiduo del missionario ambulante. Si spera di poter riorganizzare presto le antiche semi-residenze e gli oratori antichi.

Al marzo 1947 si trovano: fedeli 100; catec. 5; battes. 10; matrim. 4; def. 2; immig. 1; emig, 13.


NOBEOKA: come risulta dalla relazione precedente il nostro D. Antolin è riuscito a realizzare la costruzione della bella chiesa, casa salesiana ed asilo. Ed ora lavora attivamente per la ricerca dei cristiani e propaganda cattolica nella zona. Vi è tutto da ricostruire. Funziona bene la scuola serale: varie sezioni (lingua, sociologia, arte e scienze e specialmente religione) e l’Asilo d’infanzia. Funziona pure una bella corale che già con successo fece la sua apparizione in pubbliche adunanze di Nobeoka. Lavoro diuturno, assillante, pieno di consolazioni, ma di quante disillusioni!

Mi raccontava il missionario che il corso di religione era il più nutrito e gustato. Spiegato che ebbe le generalità sulle verità da credere, spiegò che bisogna pure manifestare colle opere nella vita pratica quanto si crede; che i comandamenti di Dio… Alla sera seguente il gruppo era dimezzato e non si presentarono più che i pochi rimasti. È commovente però vedere la funzione domenicale. I cristiani sono in città pochissimi, ma la chiesa si riempie di volenterosi pagani che all’entrata ricevono il libro di preghiere e canto, catechismo e Vangelo, e partecipano come cristiani provetti alla cerimonia e alle istruzioni impartite dal missionario. Oh, che il Signore si degni di attirarli alla fede.

Al marzo 1947 risultano fedeli 15.


OPERE SUSSIDIARIE. 1. Aspirantato salesiano. Avrà certamente, o buon Padre, seguito le vicende dolorose che condussero alla chiusura del Seminario della Prefettura Apost., e quelle più dolorose dei tifoni, che abbatterono completamente la costruzione. S.E. l’Amminis. Ap. non credette più opportuna la ripresa del Seminario qua tale, essendovi già quello di Fukuoka, più che sufficiente per sopperire ai bisogni della Prefettura Apos.; nel Seminario di Fukuoka esservi già i superstiti del Seminario di Miyazaki (4 del corso filosofico). E dietro queste considerazioni sia per aderire al desiderio di S.E. sia per non risuscitare questioni spiacevoli i salesiani dissero: “Saltiamo il fosso definitivamente… lavoriamo per le vocazioni nostre… ed il vecchio seminario della missione, ormai distrutto in tutti i sensi, sarà Seminario salesiano, sarà il nostro Aspirantato. Temporaneamente sarà pure il nostro Studentato filosofico. Qui abbiamo riunito i nostri cari chierici superstiti, di ritorno dal servizio militare o dal lavoro delle fabbriche, e potranno così riposare materialmente, rivivere spiritualmente, ripigliare e finire i loro studi”. E così si fece. Inoltre dietro le insistenze della Prefettura, coll’approvazione vivissima di S.E. l’Ammin. Ap. e finalmente per dare ai nostri aspiranti la possibilità di frequentare i corsi legali ed avere in mano un forte mezzo di propaganda cattolica, si stabilì di iniziare la scuola media. Si ottenne l’approvazione ministeriale, ed anche questo è un fatto compiuto.

Le nuove leggi scolastiche ci mettono nella necessità di iniziare quest’anno il nuovo corso medio inferiore ed al prossimo anno il 1° corso medio superiore – ed avremo così in pochi anni i 6 corsi completi. All’inizio del 2° anno la scuola conta già oltre 120 allievi, è apprezzata dalle autorità e dalle famiglie; già un buon gruppo di allievi studia la religione e due ricevettero il S. Battesimo… Si comincia a verificare per noi, l’“euntes ibant et flebant – venientes autem venient cum exultatione…”. Deo gratias! Già un’ala dell’abbattuto edificio è ricostruita, e serve per gli aspiranti e per l’internato (le domande sono numerose… I parenti domandano insistentemente di affidarci i loro figliuoli “da noi studiano di più – diventano più buoni!”. Allievi del 1° corso hanno condotto con sé i fratelli per iniziare il nuovo corso… La scuola desiderai si chiamasse “Hyuga” (= di fronte al sole): è nome noto e gradito ai giapponesi; nome della zona in cui sorge la scuola (provincia, mare di Miyazaki). Oh, amatissimo Sig. D. Ricaldone, Lei comprende che per noi missionari salesiani, oltre al senso geografico della parola, vi vediamo ben altro… ed il Signore ci aiuti a realizzarlo in pieno.


OSPIZIO. Continua la sua opera di benefica carità per i vecchi, fanciulli e bambini. Grazie a Dio le buone Suore, oltre che a Miyazaki nell’Ospizio, prestano la opera loro a Nakatsu per l’educazione degli orfanelli più piccini e per il lavoro di cucina e lavanderia. Già varcarono i confini della Prefettura Apos. e ad Osaka lavorano in un’opera per l’assistenza dei rimpatriati (100) e in un asilo parrocchiale (allievi 150) e a Tokyo, come a Nakatsu, lavorano presso l’orfanotrofio D. Bosco (all. 20). Nell’annata amministrarono 200 battesimi. Deo gratias.


PROVINCIA DI OITA. Abitanti 1.148.009.

Residenze principali N° 3 (Oita, Beppu, Nakatsu) in cui (come dissi per Miyazaki) si svolge il lavoro missionario propriamente detto. Anche in questa zona per l’utilità dei cristiani distanziati si fanno visite mensili o più frequenti (N° 10 semiresidenze o in casa di cristiani).

Opere sussidiarie di Istituti religiosi o associazioni.


BEPPU: casa Mazzarello delle Figlie di Maria A. con Noviziato, Aspirantato, Scuola elementare, Asilo d’infanzia. Casa succursale S. Cuore (Asilo, Scuola elementare).


P. Associazione S. Cuore (hikari no sono) – Suore giapponesi della Carità.

Personale: della missione, Sac. 5.

Personale: delle opere sussidiarie: Nakatsu, Orfanotrofio D. Bosco, sac. 3; ch. 1; coad. 1; allievi 60. Scuola elementare in casa. Suore giapponesi della Carità 2; aiut. 2.


FIGLIE DI MARIA A. Suore straniere 12; giapponesi 8; coreane 3; Novizie 7; Postulanti 4; aspiranti l4. Bambini da un mese a due anni 32; da due a sei 75. Scuola elem. 88; scuola sup. 10.


Continuando la nostra visita, passato il valico (700 m.) che divide la provincia di Miyazaki da quella di Oita, dopo una ottantina di gallerie, degradiamo nella provincia di Oita. Magnifici paesaggi di monte e di mare, bianche squarciate montagne pel cemento, aranceti… Man mano che ci avviciniamo a Oita, si susseguono cittadine che potrebbero dirci la storia dei primi missionari, che divulgarono il cattolicesimo in Giappone, e nella nostra Prefettura. Ed eccoci a Oita. Alla missione restano ancora le tracce della distruzione per bombe del 16 luglio ‘45. Ma l’attività indomita di D. Figura e D. Moro hanno fatto risorgere come per incanto casa, chiesa, asilo, salone per i giovani. Ed ora si è minacciati di doverci trasportare in altra zona per costruzione di strade. La cristianità si viene ricostruendo ed aumentando improvvisamente per la venuta da Nagasaki di numerose operaie cristiane in una grande filanda. È più consolante il numero dei catecumeni che dal mattino alla sera tengono inchiodato il missionario per l’istruzione con un susseguirsi consolante. È difficile in Giappone, per tanti motivi, poter istruire a gruppi secondo il detto missionario: “In Giappone non si pesca alla rete, ma alla lenza”. Buona propaganda fu tenuta con concerti in tutta la zona, con accademie, con la buona stampa; ed ora le forze sono riunite per una buona organizzazione giovani. Nell’approssimarsi delle feste centenarie della venuta di S. Francesco Saverio in Giappone (15 agosto 1549), d’accordo con S.E. l’Ammin. Apost. si va concretizzando un vasto programma commemorativo, che include l’erezione di qualche residenza in qualcuno dei luoghi storici della zona, e pubblicazione di memorie storiche sull’argomento. Ora la cura della missione è affidata a D. Moro e a D. Scrazzolo.

Al marzo 1947 sono notati: fedeli 250; battesimi 36; cresime 15; mat. 7; def. 7.


BEPPU. La ferrovia o il tram elettrico lungo la spiaggia del mare ci trasporta a Beppu, la città delle acque termali, dei fanghi. Attualmente gli americani vi sono stabiliti in gran numero. Il lavoro della missione viene riorganizzandosi in un lavoro molteplice, che occupa da mane a sera D. Martelli Corrado, D. Castiglioni, guidati dal nostro D. Lucchesi. Cristianità, due case delle Figlie di Maria A., l’Opera della Nagata, l’ospedale cattolico, eventuale lavoro per gli americani cattolici, il segretariato per gli ammalati, visita agli ospedali, la musica, i catecumeni, ecc., danno un consolante lavoro, non privo di frutti; lavoro delicato, data la natura del lavoro, l’ambiente dove si svolge: città del piacere, degli ammalati, dei forestieri che vi accorrono da tutte le parti dell’estremo Oriente (nell’anteguerra si valutava una circolazione annuale di 2 milioni di visitatori).

Al marzo 1947: fedeli 350; battesimi 100; cresime 21; mat. 7; def. 28.

Sarebbe interessante, come per la zona di Miyazaki, fare una visitina alle semi-residenze, presso le famiglie dei cristiani distanziati per cui è una vera festa la venuta del missionario ed è in queste visite che si può constatare davvero la difficile condizione in cui si trovano questi cristiani per conservarsi e perfezionarsi nella fede, ma per non dilungarmi troppo, passiamo subito a:


NAKATSU. La bella chiesa (è la più bella della missione) e i nuovi locali della missione si presentano subito all’occhio, contrasto stridente coi piccoli resti bruciati dell’orfanotrofio. Non più l’allegro gridio dei nostri orfanelli, piovuti dopo la guerra da tutto il Giappone, specie dalla zona di Osaka. Dopo il disastro, si sono trasportati a Osada Koen, vicino a Nakatsu, in aperta campagna, luogo certo più adatto per loro, se al Signore piacerà dar loro qui dimora stabile. La cristianità anche a Nakatsu sta riorganizzandosi. D. Demleitner lascia il posto a D. Gallo, così potrà mettere tempo, forze e cuore per i nostri poveri e cari orfanelli.

Nakatsu è sempre stato un posto difficile e spinoso assai per l’apostolato, ma vi si nota un consolante risveglio. Al marzo 1947 notiamo: fedeli 160; battesimi 53; cres. 47; matrim. 3; def. 8.


Un trenino ci porta all’Orfanotrofio D. Bosco. I nostri piccoli amici che ci hanno veduto da lontano, ci vengono incontro guidati da D. Broccardo e ci accolgono coi saluti di costume e con allegre canzoni, anche italiane. I più piccoli con D. Perego e il ch. Abe giapponese (uno dei primi ragazzi a noi affidati un 15 anni fa proprio a Nakatsu) ci attende sull’uscio, mentre il buon Coad. Miyahara viene colla sua squadretta dei più grandicelli dal campo dove ha finito di piantare le patate. Pietà, studio, lavoro avvincono in un cuor solo questa Istituzione che vive dello spirito di famiglia salesiana. Molti studiano il catechismo, ed una buona metà ha già ricevuto il battesimo. Si è ottenuta l’autorizzazione per la scuola elementare interna, data la condizione speciale loro. L’avvenire? Proprio sul partire viene in camera il più grande che mi dice: “Desidero da oggi e domando formalmente di essere aspirante, per diventare, se a Dio piacerà, buon salesiano!”. Faxit Deus. Del lavoro salesiano fuori missione dirò in mia prossima. E ci benedica tutti.

Suo

D. V. Cimatti, sales.

3432 / Ziggiotti Renato / 1947-4-1 /


a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane



rendiconto al consigliere scolastico dal 1944 al 1° aprile 19474


(1 aprile 1947)


In missione le case di: MIYAKONOJO, TANO, TAKANABE, NOBEOKA, OITA, BEPPU, NAKATSU parrocchia sono case prettamente missionarie – lavoro parrocchiale, oratorio, conferenze serali, ecc.

Potrebbe darsi che si possano, a bocce ferme, organizzare qua e là SCUOLE PARROCCHIALI (tipo America).


Miyazaki


Catholic Mission School approvata dal governo. La nuova riforma, iniziata al primo aprile, vuole un corso medio inferiore (dopo i sei anni di elementari) obbligatorio, seguito da 3 anni di corso medio superiore – dopo di ché i 4 anni di università. 6 –3 –3 –4.

Le scuole in corso seguono ad esaurimento il vecchio sistema. Noi avevamo iniziato l’anno scorso col vecchio sistema, e quest’anno (1947) col nuovo. Durante l’anno si inizieranno le pratiche pel corso superiore. I nostri aspiranti studenti (una ventina) in ore diverse studiano le materie non contemplate dai programmi governativi (ancora non ben chiari) sulla base dei nostri regolamenti.


Sac. Figura Giuseppe, direttore – insegnam. domestici, optime.

" Tassan Niccolò, prefetto, direttore scuola e insegnante (Ha il titolo “Laurea Univ. Imper.

di Tokyo 1 aprile 1942 di filos. e pedag.”). Carattere forte con qualche stranezza – buon parlatore, bene in omnibus.

" Dell’Angela Stefano, catechista, insegn. inglese – musico. Optime, debolino di salute.

" Pisarski Nicodemo, cons. scolastico, musica, optime.

" Cavoli Antonio, confess. (incaricato dell’Ospizio).

Ch. Akabae Giov. (filos.; l° tiroc. assistente, insegn. (ginnas.), optime.

Ch. Yamagashira Michele - 3° filos. " " (torna dal milit.), optime.


Gli insegnanti di Giapponese, Scienze, Matem., Geog., Disegno sono esterni: i due primi ottimi cristiani – gli altri noti come buoni insegnanti e di buona riputazione. I confratelli giapponesi chierici sono tutti in posizione scolastica, che quando si voglia possono essere inseriti a corsi superiori.


Nakatsu


Orfanotrofio D. Bosco (scuola elementare interna).


Sac. Demleitner Carlo, Direttore casa e scuola, optime.

Sac. Broccardo Giovanni, Prefetto e insegn. "

Sac. Perego " , catechista " "

Ch. Abe Luigi, assist. insegnante, 1° tiroc. optime

Coad. Miyahara Pietro, assist. insegnante e lavori di casa, optime.


La scuola approvata si è iniziata al 1° aprile. Vi è un insegnante giapponese, ottimo cristiano. Allievi 60.


Tokyo


  1. Mikawajima, parrocchia, lavoro missionario.

  2. Scuola Professionale D. Bosco (V. Cons. profess.)

  3. KOKUBUNJI (Tokyo), Orfanotrof. D. Bosco (scuola elementare interna)

D. Tassinari Clodoveo, Direttore casa e scuola – optime.

D. Lopez Giuseppe, pref. e insegnante "

D. Moskwa Michele, catechista " "

D. Manhard Tomaso, cons. scolast. e musica "

Ch. Matsuo Giuseppe, 3° tiroc. assist. Insegn. "

" Ikeda " 1° " " " "


La scuola si inizia col 1° aprile. Vi sono due insegnanti giapponesi nostri aspiranti.

Allievi 60.


  1. Nojiri, casa di cura, riposo, esercizi spir. ecc.

D. Caldiroli Mario, Direttore, optime.

Ch. Kaneko Domenico, assist. 2° tiroc., bene.


Studentato filosofico


I soldati al ritorno furono raggruppati a Miyazaki per aggiornarli nei loro studi (latino e filosofia). Ne mancano due di cui non si ha notizia: ch. Iwashita Tommaso,5 iscritto all’univers.; Yamaguchi Giuseppe.


Studentato teologico


D. Romani Ulderico, Direttore, insegn. dogmatica (laurea), optime

D. Crevacore Alfon., Prefetto, " scrittura, "

D. Dal Fior Luigi, catechista, " diritto, canto. Bene, fiacchetto.

D. Manganelli G., Cons.scolast. " storia eccles., optime.

D. Barbaro Federico, conf., insegna morale (laurea), capo redattore stampa.


1° anno…….

2° " Ch. Maki Sebastiano (non si hanno notizie, militare.)6

3° " " Acerbi Franco - bene in omnibus

" " " Emi Giuseppe " "

" " " Petracco Giov. " "

" " " Secchi Cesare " " , carattere forte, ma si domina.

4° " " Colussi Antonio - bene ma risente ancora della formazione di Ivrea

" " " Fortuna Danilo " " di Penango

Nella scuola professionale sono insegnanti e assistenti e fanno bene in omnibus:

Ch. Honda Gennaro, 3° tiroc., inscritto alla università, lettere

" Nishida Giuseppe, 3° triennio, tir., attitudine spiccata alle scienze

Sac. Akimoto Martino, ha l’iscrizione al 1° Univ. in lettere.


Noviziato


D. Dalkmann Giovanni, maestro, optime

" Del Col Luigi, insegn. e assistente, optime, maneggia splendidamente lat. e giap.

Ch. Yasuhara Antonio, 3° an. tiroc. assistente (coreano).

Ch. Maeda – Ikeda – Matsuo – Smith e pel latino una quarta discreta.

+ 3 coadiutori.


Dairen (Manchuria) Parrocchia


Risulta che D. Martelli Archimede ha imparato e maneggia assai bene il manchuriano.


Questioni


  1. Elementi stranieri giovani o già formati? Noi pensiamo che una cultura soda non si può avere che con corsi ben organizzati, che noi non abbiamo. I confratelli giapponesi per quanto possano imparare bene l’italiano non possono seguire un corso liceale fatto in italiano.

  2. Si desidererebbe inviare qualcuno dei nostri (non so quando sarà possibile) a Torino. Quid?


Pensieri personali:


  1. In una visita sommaria alla Crocetta e Rebaudengo mi viene il pensiero di un pericolo, quello cioè che la eccessiva (se ci fosse) specializzazione degli insegnamenti nuoce alla formazione completa, se non è fatta in coordinazione cogli altri insegnamenti. Per venir fuori un fisiologo, uno psicologo, un antropologo, un fisico, ecc. o un dogmatico, un giuridico, ecc. e non un filosofo o un teologo, o meglio non un prete, o non un salesiano.

  2. Gli insegnanti si stimano fra loro e gli allievi stimano i loro insegnanti e apprezzano gli sforzi dei Superiori ed approfittano della condizione in cui la Congregazione li ha messi?


Riassunto


  1. Chierici addetti al tirocinio N° 7.

  2. Potrebbero abilitarsi tutti a vari rami di insegnamento negli istituti super.

  3. Inscritto all’Università è il ch. Honda (sez. lettere – Univers. Waseda in cui vi compì il liceo super.). Forse ha cominciato anche il ch. Nishida (scienze).

  4. Si cerca naturalmente di seguire le nostre tradizioni regolamentari (sistema, conferenze, votazioni, ecc.).

  5. Se non cambiano, le vacanze scolastiche sono brevissime.

  6. I registri, ecc., essendo le scuole legalmente approvate sono tenuti secondo la legge – Idem per gli esami (in Giappone si usa per iscritto su questioni date, un’ora di tempo – il voto espresso con un giudizio degli insegnanti).

  7. I testi furono tutti cambiati per togliervi l’antica mitologia – speriamo vi tolgano l’evoluzionismo, ecc. ecc.

  8. Sono pronte grammatiche latine e vocabolario latino-giapponese.



3433 / Salesiani di Miyazaki / 1947-4-2 /


ai Confratelli dell’opera salesiana di Miyazaki


2 aprile 1947


D. Braggion delegato per la presentazione di D. Figura (a Direttore)

Carissimi confratelli dell’Aspirantato salesiano, (di Miyazaki),


Vi presento il nostro D. Figura Giuseppe come vostro Direttore, in sostituzione del nostro Don Braggion chiamato dall’obbedienza alla scuola Professionale di Tokyo.

Mentre ringrazio entrambi per il gran lavoro fatto nelle precedenti rispettive mansioni, esorto voi tutti ad unirvi un cuor solo e un’anima sola col vostro direttore per realizzare il miglior bene possibile vostro e degli allievi.

Il Signore vi rimeriti di quanto con tanta generosità avete fatto anche in occasione dei recenti cambiamenti.

Vostro aff.mo

D. V. Cimatti

Ispettore sales.

3434 / Figura Giuseppe / 1947-4-2 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone


2 aprile 1947

Carissimo D. Figura,


Dopo lunghe preghiere e combinazioni svariate penso che sia volontà di Dio e per il bene, che Lei assuma la direzione della principale opera salesiana in Missione, in sostituzione del nostro Don Braggion che passa a Tokyo. Il personale della casa è costituito da D. Tassan (prefetto e Gakkan e Bucho = capo-sezione, del nuovo corso) che può essere in materialibus aiutato da D. Pisarski (musica e altro) e D. Dell’Angela (che mi pare farebbe bene da catechista).

Ad ogni modo nelle varie attribuzioni del personale ho detto ai confratelli di vedere per il bene quid faciendum.

Altro personale: ch. Yasuhara (ad tempus) e ch. Akabae, Yamagashira – Coad. Maestro. Il ch. Abe appena sarà possibile vada a Nakatsu dove si reca pure D. Perego.

Per altri, ordini da Tokyo.

Andrebbe bene che al più presto (fosse possibile lunedì) facesse una scappata per un’intesa d’assieme. Suo Capitolo: D. Tassan, D. Dell’Angela, D. Pisarski. Confessore: D. Cavoli, D. Bernardi della Missione. Tutti i preti sono autorizzati.

Lei mi domanda qual è il suo lavoro:

Extra: Vicario e procuratore dell’Amministratore Ap. e rappresentante di D. Bovio.

Intra: Direttore (vedi regolam. e regole).

Ha la cura dei confratelli specie chierici (art. 184) per i quali dovrà fare scuola (testamentino, latino o altro) – conferenze ai confratelli, chierici e aspiranti – rendiconti, ecc., ed altro verrà, e se non basta cercherà e ne troverà. Comprendo il grande sacrificio, che sono convinto sia voluto dal Signore per suo merito, e che appunto per questo sarà fonte di grande bene.

Per l’avvenire penserà il Signore. Nella posizione poi in cui si trova può aiutare inoltre tutti i nostri cari confratelli, che le raccomando con tutto il cuore. Grazie di tutto ed il Signore benedica il mio buon D. Giuseppe che abbraccio e benedico con tutta l’anima.

D. V. Cimatti, Ispett. sales. in G.



Pro-memoria D. Figura


- In concedendis favoribus semper faveas.

- Sacerdotes sunt omnes delegati et ad praedicationem et ad audiendas confessione sibi subiectorum.

- Pro F. M. A. in Beppu D. Lucchesi – extraordin. D. Figura vel D. Carlo (et suo tempore etiam pro sororibus Charitatis Miyazaki) idem.

- In domo Nakatsu confes. D. Gallo.

- " " Miyazaki (Semin.): D. Cavoli – D. Bernardi. Missionari Tano, Miyakonojo,

- " " Nobeoka libere accedunt Miyazaki.

- " " Missione. Miyazaki: D. Cavoli.

- D. Bernardi Economo. Sales. pro missione.

- I residenti in missione hanno le facoltà missionarie, quando siano tutti a posto richiedere il foglio a S.E. per quelli che ancor non l’hanno.

- Per l’aiuto all’Ospizio intendersi con D. Antonio (l’inviti qualche volta a predicare o fare conferenze, esercizio buona morte, ecc.).

- Per stabilire i confessori Lei ha le facoltà: le usi abundanter.

- Stabilire per tempo le riunioni mensili – caso (potrebbe continuare a formularli D. Lucchesi).

- Con D. Braggion capire bene la questione “haikyu” (= distribuzione cibi) speciale (ma Lei capisce bene). In questi cambiamenti vedere che non vengano inconvenienti…

Vide con D. Bernardi – Idem per le Ss. Messe.

- Se fosse necessario il mio timbro è in Seminario.

Atti interessanti la Missione sono in Archivio (D. Gallo e Moriggia sanno) e presso il vecchio catechista Matsuo (quello del Vescovo è meglio lo tenga Lei).

Per le pratiche dell’Amministratore Apost. il Sig. Matsuo è al corrente.

- Trattare la questione del ch. Hayakawa con D. Braggion e D. Lucchesi. Trasporto a Tokyo – penso che D. Braggion si presti per quest’opera di vera carità. Meglio per mare. Preparare e persuadere il malato.

- Occhio specie ai confratelli isolati (D. Roncato, D. Antolin, ecc.): hanno bisogno di conforto e aiuto più di altri. Se sarà possibile dare un aiuto. Attenti al loro personale di servizio.

3435 / Dell’Angela Stefano / 1947-4-2 /


a Don Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



2 aprile [1947]

Carissimo D. Dell’Angela,


Ancora un saluto. Come sai, per i vari cambiamenti, tu accetta di fare quanto ti verrà proposto per la gloria di Dio e per il bene.

Allegro, buono e unito a Dio. Fa’ buona compagnia a D. Pisarski ed a Maestro, che mi saluterai speciali modo.

Tuo sempre

D. V. Cimatti, sales.

3436 / Ricaldone Pietro / 1947-4-8 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Relazione sulle visite fatte agli istituti delle Figlie di Maria A.

come Delegato del Rev.mo Rettor Maggiore


Tokyo, 8 aprile 1947


Salvo nei due anni più intensi della guerra potei fare sempre regolarmente la Visita annuale (oltre le visite anche mensili arrepta occasione) secondo le modalità del N° 94 Atti.

Mensilmente, e potendo anche più spesso, facevo pervenire una letterina con un pensiero direttivo per il mese o per le feste speciali o ricorrenze proprie dell’Istituto – ed anche colle notizie generali che potevo avere.

Mi pare di poter affermare che lo Spirito di D. Bosco regna nel personale straniero e giapponese e nelle opere. Le case sono due a Tokyo e a Beppu, e questa ha una succursale nella medesima città.

In entrambe vi è aspirantato e postulato – il Noviziato è a Beppu e vi si osservano le prescrizioni e della Chiesa e delle Costituzioni in materia.

Buona la pietà e nelle suore e nelle alunne, il che denota un buon progresso spirituale. Non minore è il progresso morale sia riguardo alle suore che alle alunne.

Quanto al progresso scientifico, è ben accudita la formazione catechistica; vi sono allieve che frequentano i corsi superiori o Università.

L’investimento dei capitali o la sicura conservazione delle doti non desta apprensione, perché come non ci sono debiti, così non ci sono riserve di nessun genere – per le doti a tutt’oggi non si è riusciti ad averne alcuna.

Le relazioni colla Congregazione nostra sono buone. Recentemente si è addivenuti a nuove convenzioni che assicurino un conveniente trattamento economico e di maggior rispetto al sacerdote o ai sacerdoti deputati ai servizi religiosi per le rispettive comunità, che fino a ora hanno lasciato alquanto a desiderare, specie nei riguardi della retribuzione, non corrispondente al non poco desiderato dalle Suore.

Sarà per mancanza di personale od altro, ma non si riuscì ad affidare alle Figlie di Maria A. opere parrocchiali (asili) e sezioni annesse ad opere salesiane (assistenza di piccini, cucina e lavanderia). Si ricorse così ad altre Congregazioni femminili religiose.

Le Opere sono approvate dal Governo e sussidiate – sono assai ben viste. Salvo la casa Mazzarello che è di proprietà dell’Istituto, le altre abitazioni sono prestate dal Governo o dalla Provincia. Sarà in seguito risolta la questione della proprietà (fitto o compera o sfratto)?

Negli anni di guerra le prove dolorose attraverso cui passarono (incendio dell’Opera di Tokyo e Shizuoka) e le condizioni in cui si trovarono specialmente le Suore straniere (sorveglianza speciale, perquisizioni, internamento, ecc.) e il necessario trasbordo in luogo di rifugio per salvare i piccini di Tokyo, resero difficili molte cose, ma, grazie a Dio, poterono sempre fare regolarmente le prescrizioni delle loro Costituzioni, ebbero le conferenze, poterono fare l’esercizio di buona morte e gli esercizi spirituali, letture spirituali a tavola, meditazioni, lettura spirituale, ecc.

Bruciate e smarrite molte cose per i traslochi, non ricevendo da anni nulla dall’estero si supplì come si potè.

In qualche caso (non ricevendosi risposta dall’estero perché impossibile) dalla Ispettrice per delegazione si ricevettero voti o si diede la mantellina (in cose mi pare non sostanziali o canoniche), ricorrendo al sottoscritto, mi sono assunto la responsabilità: penso non ci sia nulla da rettificare o da sanare canonicamente.

In fede

Sac. D. Vincenzo Cimatti, Ispettore

Del. per il Rev.mo Rettor Maggiore

Istituto delle Figlie di M. A. in Giappone

3437 / Circolare Salesiani / 1947-4-8 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 8 aprile 1947

Carissimi,


Approfittando della venuta di confratelli in missione desidero ancora una volta presentarvi i miei poveri saluti, l’assicurazione di preghiere e di affetto incondizionato per voi, con cui ho condiviso lavoro di apostolato missionario e salesiano, i dolori e le gioie.

Grazie di quanto avete fatto e per la Chiesa e per la Congregazione e per il bene delle anime, e grazie anche dell’affetto che sempre avete dimostrato verso il vecchio amico delle anime vostre.

Perdonate se non sempre vi ho corrisposto come si conveniva. Vi riassumo alcune disposizioni che mi stanno a cuore:

Vi assicuro a nome di Dio che potremo davvero santificarci e vincere tutte le difficoltà materiali e spirituali proprie della nostra vita se saremo fedeli nella esecuzione esatta delle nostre Regole e sul fondamento di pietà solida e del lavoro. Diversamente declino ogni responsabilità al riguardo.

Come sapete, D. Bovio (in conformità dell’art. 95 delle Costit. e 357 dei Regolamenti) fa le veci dell’Ispettore assente. Per eventuali urgenti necessità D. Figura lo rappresenti in Missione. Rimane in funzione il Consiglio dell’Ispett. ed in missione funziona come aiuto all’economo ispettoriale Don Bernardi.

Per le questioni missionarie S.E. l’Amministr. Apost., il suo delegato D. Figura, il Consiglio della Missione sono a vostra disposizione in materialibus et in spiritualibus.

Se piacerà al Signore la partenza si effettuerà il 20 c.m. Sono sempre pronto per eventuali desideri vostri, presso i Superiori, parenti ed amici. Il Vostro Delegato (D. Romani) che passa fra voi sia da voi interessato per quanto credete bene e per la Congregazione e per la Missione e per le vostre necessità personali. Assicurate i confratelli del continuo quotidiano ricordo, dite lo stesso agli allievi, ai cristiani ed amici nostri.

Pregate per il

vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3438 / Liviabella Leone / 1947-4-9 /


a Don Leone Liviabella, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 9 aprile 1947

Tres Rev. P. Liviabella,


Vous attendez mes réponses. Combien des fois je vous écrit.

Tous bien – returnez. S’il est possible Maccario en Italie: ne perdre pas l’occasion peut-être plus facile en partence pour Shanghai.

Tous prient pour votre santé et santité.

Votre

D. V. Cimatti



[Sul medesimo foglio]



Très Rév. Père,7

Nos confrères salésiens de D. Bosco sont à Dairen dans la paroisse des PP. Maryknoll – et ils attendent notres nouvelles.

Je vous prie, s’il est possible, de leurs envoyer le petit salut par l’intermédiaire du Consul Americain de Dairen.

Que le bon Dieu vous bénisse pour cette oeuvre du charité.

Votre bien dévoué:

D. Vincent Cimatti, sales.



3439 / Dell’Angela Stefano / 1947-4-9 /


a Don Stefano dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



9 aprile 1947

Caro D. Dell’Angela,


Ho detto a D. Pisarski, combinate con D. Tassan (non so se ci sia già D. Figura): domanderei che la casa di Miyazaki (= shingakko) regali al Campo (= orfanotrofio D. Bosco) i libretti di banda e un po’ di musica per banda che è abbondante, dove tu sai.

Prega per me che sempre ti ricordo. Saluti cari omnibus et singulis.

D. Romani e D. Pisarski portano notizie.

Tuo

D. V. Cimatti



Poi ti pregherei vedessi tra la musica se trovi composizioni del sottoscritto (non quelle di Tokyo) fatte per il Seminario. Vorrei raccogliere quelle fatte in Giappone e pubblicarle. Mi urgerebbe averle prima della partenza (anche solo la melodia).

3440 / Salesiani di Mikawajima e Nojiri / 1947-4-13 /


ai Confratelli delle opere salesiane di Mikawajima e Nojiri



13 aprile [1947]

Ai carissimi confratelli di Mikawajima e Nojiri,


Buona e S. Pasqua, assicurando per tutti e singoli preghiere speciali e col vivo augurio che si concreti per ognuno di noi un rinnovamento completo in tutto.

Vostro

D. V. Cimatti

3441 / Circolare Salesiani / 1947-4-18 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 18 aprile 1947

Carissimi confratelli,


Mentre vi ringrazio cordialmente di quanto avete fatto nella circostanza della mia partenza per il Capitolo Generale, e vi assicuro il continuo ricordo di pensiero, di affetto e di preghiera, ho bisogno che mi aiutiate efficacemente a compiere entro il corrente anno l’onere di Ss. Messe che incombono al Centro. Quindi prego i direttori delle case e residenze affinché dispongano che entro l’anno corrente ogni sacerdote della casa celebri ad intentionem N. 100 Messe, di cui riceverà dall’economo Ispettoriale la rimunerazione di Yen 15 (D. Dalkmann a Tokyo, D. Bernardi in missione).

Qualora si potesse devolvere tutta o parte di tale rimunerazione al Centro, sarà davvero fiorita carità (da cui sarete rimunerati dal Signore col 100%). Tale disposizione, mentre ci farà al più presto compiere il nostro dovere, ci mette nella possibilità di accettare nuove intenzioni.

Siccome vari hanno altresì intenzioni di Ss. Messe da assolvere, vogliate dividere queste cento negli otto mesi che rimangono, in modo che non riserbiate alla fine, col pericolo di non celebrarle nel tempo stabilito.

Pregate per il

vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3442 / Figura Giuseppe / 1947-4-18 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



18 aprile 1947

Carissimo D. Figura,


Grazie della sua carissima. Comprendo tutto ed il Signore ancor di più e vedrà… Mi ha scritto Don Marega, che è ancora in America a predicare, che ingrassa, sa del suo cambio, insiste per la questione del terreno… Gli spiegherò tutto. E saluti tutti.

Capitolo della casa: i 4 preti (D. Figura, D. Tassan, D. Pisarski e D. Dell’Angela).

Coraggio – si tenga unito a D. Bovio e a S.E. e tutto andrà bene.

Saluti a tutti. Domani 19 partenza.

Tutto suo

D. V. Cimatti



P.S. Per la questione fabbrica naturalmente inviare piani regolamentari a D. Bovio e se il Sig. Iwamoto non serve, ne scelga un altro. Forse per D. Braggion era più difficile, ma Lei è nuovo…

3443 / Bovio Felice / 1947-4-19 /


a Don Felice Bovio, missionario salesiano in Giappone



[19 aprile 1947]

Pro-memoria D. Bovio8


In ordine sparso varie cose:


  1. Predicatori per gli Esercizi tanto per confratelli che suore: per l’epoca, intendersi cogli uni e colle altre. Diedero buona prova D. Bovio, D. Dalkmann, D. Barbaro, D. Tassinari, D. Figura, Don Bernardi (Suore), D. Gallo, D. Tassan ed anche altri possono far bene. Procura di avvisare a tempo. Per prediche in giapponese instradare D. Akimoto. Penso poi che per fanciulli farebbero ottimamente anche D. Dal Fior, D. Rossi, D. Albino, D. Moro ecc.

  2. Per il ch. Kaneko, quando credi che sia possibile la sua andata a Nojiri, basta scrivere a Don Figura.

Per Yasuhara e per lavoro e per cura potrebbe venire allo studentato (così potrebbe aiutare per la lingua il suo connazionale novizio. Senti D. Dalkmann).

  1. Per Hayakawa non so che cosa abbiano combinato. Avevo pregato D. Braggion che se il chierico fosse in grado, l’accompagnasse su – o in altra occasione D. Figura. Finché non fosse pronto a Nojiri, usate la carità di tenerlo allo Studentato.

  2. Per i venienti: D. Liviabella (economo) e D. Martelli pel centro - Don Bosco-sha (dove? dove potete). D. De Kruif (Beppu?). Vi è gran lavoro per l’inglese. Il prete belga direi allo studentato – il bonzo o D. Del Col possono instradarlo bene, ma se trovate posto migliore, optime… ma non sia disturbato da altri lavori. D. Curran a Miyazaki Scuola. D. Drohan alla Scuola di Tokyo.

  3. A richiesta ad occasionem di D. Albino, D. Dal Fior potrebbe aiutarlo – così pure far scuola di canto al nuovo corso essendo il canto entrato nel programma. D. Dumeez e D. Dalkmann sono informati.

Urgerebbe anche per l’Oratorio festivo un saloncino per raccogliervi i ragazzi, penso che con poca spesa, se non si trova di meglio, si potrebbe prolungare quello che c’è nel cortile (giuoco del ping pong) o liberare (se ci fosse posto conveniente pel falegname) il magazzeno attuale del legname. E a Mikawajima non sarà possibile presto ristabilire l’Oratorio?

  1. Appena potrai, cerca di dare un aiuto a D. Roncato e a D. Antolin.

Se per casa di Figlie di M. (adulti) vedere (essendoci ora D. Gallo a Nakatsu) non fosse il caso di inviarne qualcuno.

Naturalmente assicurarsi pel posto, arredamento. Ma è libero il salone, ecc. Certo vicino alla chiesa. D. Gallo potrebbe aiutare per il latino e altro assai bene.

  1. A quanti potei, anche extra, feci nota la tua nuova posizione. Dissi a D. Martino che lo accennasse anche al Remmei (= Comitato centrale Cattolico) per invio di inviti o altro interessante i salesiani.

Per aiuto a Mikawajima vedi un po’ se con l’eventuale veniente personale puoi trovare qualche aiuto buono.

  1. Procura di riunire il Consiglio almeno una volta al mese e manda notizie alle case: più frequente farai e meglio è.


Come ti dissi S.E. l’Arcivescovo ci concede le facoltà per la scelta dei confessori suore nostre e altre servite da noi. Andrà bene lo vada a visitare: se credi, parla o accenna alla compera del terreno di Meguro.


3444 / Crevacore Alfonso / 1947-4-24 /


a Don Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone



Dal mare, 24 aprile 1947

Carissimo D. Crevacore,


Mi sento in obbligo di ringraziarti dal più profondo del cuore e controrispondere con continua preghiera per quanto hai fatto tanto nella fase di preparazione che di risoluzione del viaggio.

Non dimentico neppure i tuoi: le foto mi richiamano con frequenza D. Alfonso e i suoi.9 Dunque grazie.

Avessimo saputo si poteva andare in terza classe con buona metà di risparmio.10

Per altre evenienze informati per tempo.

Le altre notizie in lettera comune: desideravo esprimerti in forma speciale la mia riconoscenza e l’assicurazione delle mie preghiere e continuo ricordo. Ti abbraccio e benedico.


Tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3445 / Ricaldone Pietro / 1947-4-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


Resoconto generale al marzo 1947

dell’Opera Salesiana di Tokyo


Aprile 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Mi rimane da completare la mia relazione nella parte del lavoro salesiano compiuto al marzo 1947 sui dati raccolti prima della partenza per il Capitolo Generale.

A Tokyo i Salesiani hanno le seguenti Opere:


  1. La parrocchia di MIKAWAJIMA comprendente la parrocchia ed opere sociali, riconosciute legalmente e comprendenti Oratorio, dopo-scuola, scuola serale di lingue (150), Asilo d’infanzia (120), Assistenza ai bambini (25). Vi lavorano: sac. 2; maestre 6.

L’edificio e la chiesa furono gravemente danneggiati dalle conseguenze della guerra, ed il nostro infaticabile D. Bovio sta aggiustandola, mentre D. Rossi aiutato da qualche volenteroso sopporta il pondus diei et aestus per far rivivere le varie opere che subirono durante la guerra ferite profonde. È intenso il lavoro per i numerosi catecumeni, vari dei quali con gioia comune raggiunsero già la meta. Fino alla partenza (aprile 1947) dei marinai italiani, D. Bovio lavorò assai in tutti i sensi per aiutarli, ed anche per aiutare le opere salesiane, stabilendo contatti e relazioni colle competenti autorità. Buon sussidio al lavoro di apostolato è pure il Dispensario tenuto dalle suore Bernardette di P. Flaujac, annesso alla Parrocchia.

  1. NOVIZIATO E STUDENTATO S. CUORE. Quest’anno al 30 gennaio il noviziato riaprì i suoi battenti ed accolse un primo gruppo di aspiranti del dopo guerra (ch. 5, coad. 3). Per quali vicende e prove il Signore esperimentò questi cari figliuoli sarebbe argomento degno di essere tramandato alla storia. Per ignem et aquam eduxit eos in refrigerium. Deo gratias.

Lo studentato non rifornito da anni da elementi stranieri – privato di tutti gli elementi giapponesi (militari o militarizzati) viene conducendo in porto i pochi rimasti. Le vicende del dopo-guerra sono note da relazioni precedenti. Il ritmo della scuola è regolare; lo si cerca anzi di intensificare, dato il piccolo numero degli allievi, che permette cure più particolari ed affiatamento fra insegnanti ed allievi. Questi cari chierici poi con gran sacrificio, ma volentieri si prestano e per i lavori materiali che assicurano la vita materiale della casa, aiutando così il bravo coad. Rosso, capo agricolo, e dirigente della piccola azienda – ma specialmente venendo in aiuto per i grossi lavori di riattamento ed ora di trasporto dell’Orfanotrofio D. Bosco… Il Signore ha disposto che così venissero esercitandosi in lavori che saranno forse loro necessari in futuro. Ciò non toglie che ai lavori dei campi o di costruzione o di disfacimento possano far seguito buone esecuzioni o alla radio o nei saloni o chiese della capitale. I bravi figli di Don Bosco si adattano coi loro Superiori a far un po’ di tutto. Non posso però tacere dell’attività che vengono svolgendo in altro campo i sacerdoti: oltre l’insegnamento regolare, la cura cioè di numerosi catecumeni, il lavoro negli ospedali e in alcune cappellanie di suore e l’intenso lavoro della stampa di cui farò relazione a parte.

La statistica al Marzo dà per il Noviziato: sac. 2; assis. l, Novizi 7. Per lo studentato sac. 5, coad. 3; teologi 7; fam. 2. Battesimi 15, catecumeni 30.

  1. SCUOLA PROFESSIONALE D. BOSCO e società editrice D. Bosco. La scuola è pareggiata alle governative e conta 207 allievi divisi nei cinque corsi, nelle due sezioni di stamperia e falegnameria. Nel 1946 furono diplomati per fine corso 23. In buon numero studiano la religione e qualcuno già ricevette il battesimo. L’oratorio festivo (come da relazione precedente) vi è pure fiorente con 160 allievi. Il personale di casa è dato da: sac. 5, ch. 2, coad. 3, fam. 2, aspir. 2, insegnanti e operai esterni 6.

Il massimo sviluppo è nella parte stampa e già si viene studiando la possibilità del distacco dalla scuola dell’Editrice D. Bosco, facendola autonoma. Come pure necessita (come a Miyazaki per la scuola media) sviluppo dell’edificio scolastico e di tutto il materiale scolastico. Al momento attuale occorrerebbero montagne di carta per inondare il Giappone di buona stampa cattolica.

Ormai l’editrice D. Bosco è affermata pienamente in Tokyo e in Giappone, grazie al lavoro dei confratelli della casa, e all’umile, ma indefesso e amoroso lavoro dei nostri bravi coadiutori Forner e Naji. Il lavoro di redazione è affidato in modo speciale al nostro D. Barbaro, coadiuvato anche da altri volenterosi confratelli e dalla buona Prof.ssa Ogata, vera apostola della stampa e attiva cooperatrice salesiana, ottima penna, e con lei un buon gruppo di volenterosi scrittori si vengono unendo intorno a D. Bosco scrittore.

La ripresa del Bollettino Salesiano e delle Letture Cattoliche, i commenti ai Vangeli, Atti degli Apostoli, ristampe di altri libri – in preparazione la collezione filosofica e pedagogica, ecc., richiama sempre più l’attenzione del pubblico pagano sulle nostre edizioni. Oh, se potessi farmi sentire da chi potesse e volesse fare opera di vera, ottima, necessaria propaganda di buona stampa, procurando alla nostra migliaia di risme di carta! Provi anche Lei, amato Padre, ad interessare qualche anima buona sull’argomento. Abbiamo già tutti i permessi per l’introduzione del materiale carta in Giappone.

L’attività dei nostri confratelli in questo campo è degna di esser segnalata ed essere messa all’ordine del giorno. Nell’immediato dopo guerra furono stampate 70.000 copie di libri (fra gli indicati in precedenza).

  1. L’ORFANOTROFIO D. BOSCO: è però certo quello che gode le simpatie di tutti i confratelli, che lo considerano come opera propria perché voluta dal Papa, dai Superiori, la più propria del nostro spirito salesiano. In altre relazioni ho parlato degli inizi, delle fasi di sviluppo, dello stato attuale dell’opera, ora in pieno trasloco. Quanto per quest’opera si siano sacrificati D. Tassinari e i suoi valorosi aiutanti: D. Lopez, D. Manhard, il ch. Matsuo e i nostri bravi Camnasio e Romelli, lo sa il Signore, ed il Signore li rimeriti “secundum potentiam et justitiam suam”.

Lavorano ora per l’opera: Sac. 4; ch. 2; aspir. 4; fam. 6. Gli allievi sono 60. Prestano pure l’opera loro caritatevole per i piccini le suore della carità di Miyazaki in numero di 4; aiutanti 4; allievi 14.

Le interessanti relazioni del nostro D. Tassinari ed altre che faranno seguito le dicano quanto i salesiani del Giappone vogliono fare e fanno per l’Opera tanto cara al suo cuore paterno.


I salesiani si prestarono pure per la cura spirituale delle Figlie di Maria A. nella loro trasmigrazione a Yamanaka dove si rifugiò la loro opera durante la guerra (vi lavorarono D. Broccardo e D. Martelli Corrado); continuano ora (vi è incaricato il nostro D. Frantzen) nella loro nuova dimora ad Akabane (Tokyo) che è in procinto di diventare un centro magnifico di espansione della loro opera in Giappone.

Come pure in altra relazione le parlai del bel lavoro compiuto dai salesiani per i nostri cari connazionali marinai fin al loro ritorno in Italia nell’Aprile dello scorso anno.

Ma specialmente dal 1943 i nostri D. Liviabella, D. Martelli Archimede e coad. Maccario si prestarono per la cura dei giapponesi ed italiani a Dairen (Manchuria), nel lavoro parrocchiale in sostituzione dei buoni e zelanti PP. Maryknoll. Forse il Signore ha permesso questa emigrazione per gettare le basi della entrata a tempo opportuno di D. Bosco anche in Manchuria. Sappiamo che sono vivi, che stanno bene, pur non potendo ancora direttamente comunicare con noi e coi loro cari.

Come già ebbi ad annunciarle, durante la guerra, le ricerche per un luogo di rifugio per i nostri giovani confratelli diedero per risultato la fondazione di un’altra casa in provincia di Nagano, di cui già le feci relazione. La casa di Nojiri, benché non abbia ancora una destinazione fissa, è ottimo posto come casa di riposo, luogo lontano dai rumori del mondo può servire ottimamente per gli esercizi spirituali o come casa di formazione, ecc. Il nostro D. Bovio con D. Caldiroli e il coad. Camnasio l’hanno riattata completando anche tutto il secondo piano, per cui può alloggiare comodamente anche una sessantina di persone. Al momento vi risiede un sacerdote e un chierico e qualche aiuto per i lavori del terreno annesso.

Già le accennai quanto i salesiani fecero nell’aiutare nel dopo guerra le diocesi di Osaka e di Fukuoka col prestare personale per l’insegnamento nei rispettivi seminari (D. Manganelli, D. Tassan, D. Manhard) o come parroci a Moji (D. Manhard) ed a Kurume. Il nostro D. Bernardi è riuscito ad organizzare in pieno questa residenza missionaria, corredandola di opere di azione cattolica e di beneficenza (ospizio per vecchi, per orfani di guerra, dispensario, ecc.) fino all’arrivo del missionario francese di ritorno dopo la guerra. Fu certo per i poveri salesiani un grande onore cooperare nel lavoro per vocazioni giapponesi – e buona occasione per far conoscere D. Bosco ed estendere l’Opera della cooperazione salesiana per la gloria di Dio e per la salute delle anime.

Ma non sarebbe completa la mia povera relazione se non accennassi a lavori speciali compiuti dai nostri confratelli nell’immediato dopo guerra a tutt’oggi. A tempo opportuno segnalai tali manifestazioni, che meritano, non fosse altro a titolo di cronaca, essere riassunte.

Le è nota l’attività editrice-tipografica dei nostri in vari campi. Il nostro D. Marega ci regala un volume di 500 pagine riassumente documenti importantissimi dell’epoca delle persecuzioni in provincia di Oita; D. Barbaro i commenti al Vangelo di S. Matteo, S. Giovanni e agli Atti degli Apostoli, I Promessi Sposi di Manzoni, Cristo di Adam, Ben Hur, Ricordo Materno e vari volumetti delle Letture Cattoliche. Idem D. Tassinari, D. Romani, D. Mantegazza per le Letture Cattoliche.

D. Marega, D. Romani e D. Tassinari hanno pubblicazioni ed articoli interessantissimi in riviste locali o sul nostro Bollettino Sales. in relazione a punti storici della primitiva chiesa in Giappone. Don Cimatti presenta articoli scientifici e pubblicazioni musicali di ogni genere. D. Frantzen un nuovo lavoro biblico.

Come vede una buona fioritura di attività intellettuali che interessano o direttamente o indirettamente la vita missionaria in Giappone e che danno modo di esplicare attitudini specifiche a vantaggio degli studi e della propaganda stampa. Ma il mio povero elenco non è completo. Altri confratelli, non esclusi i nostri chierici stranieri e giapponesi, vengono raccogliendo materiale; traducono, sgrossano e così… si preparano pel futuro. Voglio parlarle di altre caratteristiche attività dei cari confratelli.


  1. Le conferenze periodiche a gruppi speciali di studenti e insegnanti delle scuole medie e superiori (D. Barbaro e D. Tassan), ai detenuti (D. Cavoli).

  2. L’iscrizione ed attiva cooperazione ad associazioni culturali di vario genere nelle rispettive residenze, in base al principio: “Non vengono a noi? Andiamo a loro”.

  3. Il lavoro regolare di propaganda negli ospedali. Il nostro caro ch. Hayakawa, obbligato per lungo tempo a stare all’ospedale di Beppu, si trasforma in piccolo apostolo dei degenti. Così D. Akimoto settimanalmente conforta gli infermi di un ospedale di Tokyo, e già ne ha condotti vari alla fede. Ma non posso non ricordare il nostro D. Crevacore, che le dure materialità del suo ufficio di prefetto dello studentato oltre l’insegnamento, trova modo di donarsi con amore sacrificato ai suoi cari ammalati. Già una piccola comunità cristiana di oltre una cinquantina si è venuta formando nell’interno dell’ospedale; già si vede biondeggiare la messe abbondante, speranza di buon raccolto e degna rimunerazione del lavoratore.

  4. Il nuovo impulso ai nostri concerti musicali di propaganda e beneficenza. Accolga, amatissimo Padre, il modesto lavoro dei suoi figli lontani. Piccole cose… che vuole? Siamo davvero piccoli, con tutti i difetti dei piccoli, e non possiamo offrire altro. Ma il Signore conosce i nostri desideri ardenti di bene e speriamo sia contento e continui ad aiutarci e a benedirci. Ci ottenga colle sue preghiere questa grande grazia.


Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.

3446 / Figura Giuseppe / 1947-5-2 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



2 maggio 1947

Carissimo D. Figura e missionari miei salesiani,


Giunti felicemente a S. Francisco. Deo gratias e alle vostre preghiere. Notizie speciali di viaggio, nessuna. L’ho passato in buona compagnia col Signore, con la Mamma, col lavoro e con buoni amici, italiani, francesi, ecc. (17 nazionalità).

Ed ora al lavoro per stringere buone relazioni e trovar modo al più presto di andare in Italia.

Avventure particolari riferentesi al sottoscritto. Nove ebrei erano in “shimpai” (preoccupazione) per una preghiera che dovevano fare in dieci: videro nelle tenebre il mio incedere venerando, mi presero per rabbino e stavano per invitarmi… quando si accorsero.

L’indomani l’imbianchino della nave vedendomi passare mi piglia per ebreo e mi domanda la barba per fare il pennello. Poi sa che sono italiano: “Ma siamo compaesani…!”. Era un siciliano.

Mese della Madonna. Facciamolo con gran cuore e buona volontà ed aiutiamoci colla preghiera. Emuliamo D. Bosco nell’amore a Maria Ausil.

Saluti ai confratelli – agli aspiranti – agli allievi – ai cristiani, Figlie di Maria Aus., Charitas e a S.E. arrepta occasione.

Pregate pel

vostro aff.mo

D. V. Cimatti



3447 / Chierici salesiani in Giappone / 1947-5-2 /


ai Chierici teologi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



2 maggio 1947

Carissimi teologi del 3° e 4° pilastri e non…


Un saluto speciale per assicurarvi ricordo di pensieri e di preghiere. Mettete la vostra formazione sacerdotale, che sempre più si appressa, sotto la protezione di Maria Ausil., nel suo mese.

Voi aspetterete notizie strabilianti, ma che volete?, a tutt’oggi vedo in nave cose che mi interessano un fico secco, anzi…

Vedremo scesi a terra… Alle Hawaii (Honolulu, fiori, fiori… bel collegio dei Marianisti; zona tropicale). La musica Hawayanese melodica, ma la chitarra suona svenevolmente la danza. Fondi di schiena semoventi… molto più gentile la danza giapponese.

Il jazz al solito… per me, musica da far ballar gli orsi. Povera musica.

Si rafforzano sempre più le mie vedute (in parte le conoscete) sull’Americanismo.

In alto testa e cuore e rigar dritto.

Allegri e avanti sempre nel vostro dovere.

Vi abbraccio singulatim e benedico.

D. V. Cimatti, sales.

3448 / Figura Giuseppe / 1947-5-8 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



8 maggio 1947

Carissimo D. Figura e carissimi tutti,


Come da promessa cerco di stringere relazioni che se non danno frutti immediati (ma anche ora si possono realizzare) li daranno in seguito.

Eccone tre, a cui spero presto aggiungerne altre.

Hawaii – Honolulu; Matsonwille – Richmond: scuole medie inferiori come la nostra.

Andrebbe bene stringere relazione (non hanno illustrazioni) per lettera – promettono di aiutare in quel che chiediamo. Al ritorno si potrà – speriamo – avere materiale desiderato. Ora, come è difficile la posta, è difficile la spedizione.

Ho ricevuto vedute, ecc., che può essere buon materiale geografico e per avere idee.

I locali dello sport (sale, palestre, cortili, ecc.) sono immensi.

Noi non possiamo certo per ora neppure pensare di arrivare a tanto.

E pregate per me.

Aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3449 / Tassinari Clodoveo / 1947-5-13 /


a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone



13 maggio [1947]11

Carissimo e carissimi tutti,


Un saluto, assicurazione di ricordo e preghiera continua.

Qui ovunque buono e promettente lavoro; luoghi spaziosi… Si parla qui di ettari, come noi di tsubo (tsubo = m. 1, 80 x 1, 80) mah!

Buon spirito e allegria… Quanti incontro dei vecchi scolari, come primo saluto mi rinfacciano i 6 avuti, o qualche fraterno titolo o averli esclusi (come te) dalla musica pur avendo doti… Cari salesianetti di D. Bosco…

Saluta omnes et singulos e non potendo far altro prego – a ché il trasloco serva al maggior bene. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



3450 / Figura Giuseppe / 1947-5-10 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



10 maggio 1947

Carissimi del Seminario,


Un saluto prima di partire per N. Y.

Vi penso in buona salute, al lavoro, e specialmente fedeli al vostro dovere.

Moltiplicate e rassodate buoni aspiranti e buoni cristiani.

Ossequi agli insegnanti e agli aspiranti e ai giovani dei vari corsi.

Pregate per chi vi ricorda cotidie.

Vostro

D. V. Cimatti, sales.


Caro D. Antonio [Cavoli],


Un saluto a tutta la famiglia dell’Ospizio.

A tutti buon mese di Maria e del S. Cuore.

3451 / Masiero Ottavio / 1947-5-20 /


a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone



20 maggio 1947

Carissimo Masiero,


Ricevo le tue care notizie del 1 Maggio. Viaggio ottimo.

La pratica per N. è in corso. A Torino sentirò per Omobono. Se no, non c’è altro che si fermi come famiglio. Con D. Tassinari spero andrebbe bene. Naturalmente ora sono in America per andare a Torino e spero di riuscirci presto.

Prega e pregherò per te a Maria A. e a D. Bosco. Cercherò di accontentare il bravo Asakichi e il più bravo Rosso.

Saluti di cuore a tutti e a te. Sempre allegro, laborioso e buono.

Un saluto particolare al buon Tokito. Non desidero altro che mangiare le sue minestre; più che brodetti (uso ammalato) qui non si trova.

Sarà abitudine americana. Mah!…

Tuo

D. V. Cimatti, sales.

3452 / Ricaldone Pietro / 1947-5-25 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



[New York], 25 maggio 1947

Rev.mo ed amatissimo Sig. D. Ricaldone,


Deo gratias et Mariae et Patri nostro D. Bosco…

Spero partire il 28 c.m. da New York e poter presto rivedere ed ossequiare con Lei i nostri cari Superiori.

Mi perdoni fin d’ora quanto dovrà sopportare in più per causa mia e preghi per me, per noi tutti del povero Giappone.

Benedica il

suo aff.mo figlio

D. V. Cimatti, sales.

3453 / Grigoletto Giuseppe / 1947-6-9 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice12



Genova, 9 giugno 1947

Carissimo D. Giuseppe,


Arrivo ora dal Giappone. Un primo saluto e ricordo continuo. Non so che mi faranno fare i Superiori, ad ogni modo se ho da fare qualche cosa dimmelo.

Non ho potuto portare nulla di materiale da te richiesto per la difficoltà dei viaggi.

Saluti a quanti conosco e arrivederci.

Tuo sempre

D. V. Cimatti, sales.

3454 / Berruti Pietro / 1947-6-17 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



17 giugno 1947

Amatissimo Sig. D. Berruti,


Al suo ritorno sarò assente – se non muoio sarò alla cara festa del Rettor Maggiore e degli altri Pietro, fra cui Lei.

Mi preparo con novena di preghiere per tutti e specie per Lei, perché ho bisogno che Lei si illumini con quanto segue e venga in aiuto al povero Giappone. Con tanto che ho corso per parlarLe, minaccio di arrivare ai “sero venientibus ossa”, quindi scrivo le nostre necessità per il personale.

Poi si faccia mio interprete presso i Superiori sulla necessità della domanda alquante volte fatta per la sostituzione del sottoscritto. Non recuso laborem, ché grazie a Dio, al momento, le forze mi servono.

Ma sono convinto che al periodo di imbastimento fatto mi sembra in tutti i sensi, tanto per la missione che per la Congregazione, deve succedere il rassodamento, e non tanto delle opere, che dei confratelli.

Credano i buoni superiori: al momento occorrono elementi giovani e forti al timone giapponese.

D. Cimatti sarebbe (si necesse est) più che disposto a ricominciare altrove, o essere in qualsiasi posizione ausiliaria. Mi sento così indifferente per questo, che alle volte temo di non farmi nessun merito con tale disposizione d’animo.

Dunque mi aiuti: mi pare che dopo 20 anni sia anche un buon esempio ai confratelli essere cambiati.

Ma soprattutto è la gloria di Dio e il bene delle anime che lo richiede, e mi spinge alla domanda.

Qualcuno dei confratelli suggerisce anzi andrebbe bene venisse un “homo novus” come Ispettore dall’Europa (perché no? dopo tutto coi confratelli non c’è bisogno di parlare in Giapponese).

Vi sono del resto tanti in Giappone che possono fare assai bene – meglio del sottoscritto. Mi pare di fronte a Dio sia questa mia proposta quella che realizzerà il vero progresso spirituale salesiano in Giappone.

Nell’attesa prega cotidie di cuore il

suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3455 / Grigoletto Giuseppe / 1947-6-3 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Milano, 21 giugno 1947

Carissimo D. Giuseppe,


Grazie della tua carissima con tante notizie.

Per ora i miei impegni affidatimi dai superiori: 21-28 Monteortone; 28 Torino, festa del Rettor M.; 6-12 Verona; 22-28 Borgomanero.

Negli intermezzi vedrò di accontentare per inviti di amici.

Sto orientandomi perché per me è un mondo nuovo.

Quando ci vedremo, combineremo nel Signore.

Saluta gli amici… Prega per il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3456 / Marinelli Ulrico / 1947-7-1 /


a Don Ulrico Marinelli, salesiano di Faenza


1 luglio 1947

Carissimo D. Marinelli,


Grazie del fraterno ricordo, ma pare che l'uomo proponga e Dio disponga. Finisco la muta a Verona e devo cominciare immediatamente a Mogliano per proseguire a Borgomanero, poi… e quindi non posso tener l’invito del bravo Calamandrei, né venire al natio loco se non chissà quando… quindi anche si procrastinano le conferenze che son più che disposto a fare…, ma non ho che la parola a disposizione.

Al più se c’è un piano o un armonium posso far musica.

La conclusione è che per ora non posso venire, e mi dispiace, ma… il Signore premierà il sacrificio.

Ossequi a quanti mi conoscono e domandano di me.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.

3457 / Merlino Alfonso / 1947-7-1 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico già missionario in Giappone



1 luglio 1947

Carissimo Alfonso,


Non puoi credere la gioia provata nel leggerti.

Il richiamo a tante cose antiche… acuito anche perché proprio oggi scrivevo a D. Tanguy a Maretz… mi ha fatto passare momenti deliziosi.

Come vedi il Signore ci ha conservati, certo perché vuole che lavoriamo per Lui.

Caro Alfonso, non ti ho dimenticato nelle mie preghiere – ti seguivo dove andavi e cosi ti ho sempre ricordato.

Tra i coadiutori è morto il nostro caro santino Tateishi. Per riposo è pure tornato D. Marega e a giorni sarà pure qui D. Margiaria, come vi è D. Cecchetti.

Godo anch’io al pensiero di rivederti. Trovo qui notato la tua generosa offerta. Dio rimeriti te e i benefattori per cui prego.

Curati la salute. Per la missione:


  1. prega

  2. all’occasione raccogli quanto la Provvidenza ti manda (serve tutto, anche gli stracci),


Il bravo Tanaka è a Beppu – Yamada non so chi sia (ce n’è tanti!).

Per il mio ritorno non so, siamo nelle mani di Dio. D. Liviabella è a Dairen (Manchuria – è dal 1943 che siamo là).

D. Cavoli lavora sempre per l’Ospizio. Il passato? è inutile pensarci: è stato offerto al Signore e da Lui permesso.

Deo gratias! In Giappone le nostre ferite già tutte ricostruite: leggerai nel Bollettino Salesiano.

Ossequi al bravo D. Stella: digli che delegato del Giappone è D. Romani che sta venendo.

E tu prega pel

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3458 / Castiglioni Stefano / 1947-7-1 /


a Stefano Castiglioni, padre di Don Alberto missionario in Giappone



Torino, 1 luglio 1947

Ill.mo Sig. Stefano,


D. Pellegrini mi consegna la sua carissima cartolina. Da poco arrivato in Italia volevo subito scrivere i saluti del bravo Alberto, ma non avevo l’indirizzo.

Dunque D. Alberto sta benone. Dopo la prima Messa, secondo il suo desiderio, l’ho mandato in missione. Adesso è vice-parroco nella città di Beppu (60.000 abit.) ed ha lavoro finché vuole e tutte queste anime da convertire, perché tutte pagane.

Sta benone di salute, lavora con piacere e fa assai del bene. In città vi sono anche le suore ed anche in questo campo può lavorare.

Appena sarò libero vengo certo a salutarvi e portarvi tante notizie del buon Alberto.

Vostro

D. V. Cimatti

3459 / Pasetto Giuseppe / 1947-7-4 /


a Giuseppe Pasetto, già chierico salesiano


4 luglio 1947

Carissimo Pasetto,


Il buon Grigoletto mi comunica il tuo indirizzo.

Hai sempre lavorato per la nostra cara missione; e sono in debito di riconoscenza con te.

Ti ho sempre ricordato e lo faccio sempre anche ora. Che il Signore ti benedica e ti conceda il centuplo.

Dal 7 al 12 a Dio piacendo mi trovo a Verona, e sarei felice (se le tue occupazioni lo permettono) di manifestarti di persona la mia riconoscenza.

Ossequi ai tuoi cari.

D. V. Cimatti, sales.

3460 / Berruti Pietro / 1947-7-5 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Torino, 5 luglio 1947

Rev.mo Sig. D. Berruti,


Il compito che mi ha dato di indicarle quelli che a parere nostro potrebbero ritornare in Giappone mi torna assai difficile, perché urta contro quanto ho sempre cercato di realizzare nella mia povera vita salesiana, cioè “domandare ai Superiori del personale, non persone”.

Ad ogni modo, per il bene dell’Ispettoria occorre in primis cambiare l’attuale Ispettore. Grazie a Dio, mi pare che le basi di tutto (e Missione e Congregazione) ci siano: occorre consolidare ed allargare.

In secundis se vogliono sfruttare il momento buono occorre per la scuola professionale un tipografo, un compositore, un legatore e un falegname.

In tertiis per ubbidire alle sue insistenze, di quelli che già furono in Giapppone:


  1. D. Carò, D. Felici, D. Erdö penso non sia il caso di pensare al ritorno.

  2. D. Baratto, Ch. Paulin penso facciano bene in Cina (sentire D. Braga): ritorno in Giappone non è del caso.

  3. D. Curran e D. Drohan in Australia penso avrebbero fatto enormemente bene alla entrata degli Americani – ed anche ora in Giappone – ma per quanto abbia insistito e presso i Superiori e presso D. Ciantar = risultato zero, dunque (è il mio povero modo di pensare) la Provvidenza vorrà che stiano in Australia. Non mi piace litigare e non è neppur giusto, per le persone. (Vedere lettera D. Drohan).

  4. D. Zanarini e D. Floran a me non hanno più domandato. Il primo certo, il 2° penso avrà messo il cuore in pace. Mons. Antonutti (che lo conosce) mi diceva che aveva passato una crisi, per cui gli aveva scritto di stare in pace.

  5. D. Bechis, se non è ammalato, e se desidera potrà fare bene.

  6. D. Lucioni insiste – espone i suoi desiderata nell’acclusa. Per gli ammalati e stampa può fare. Non so però come abbia fatto nella sua permanenza in questi anni.

  7. D. Escursell, non saprei che dire. Mi dà l’impressione che non stia male dove è, e che lasci più o meno volentieri la Spagna. Mah!

  8. Merlino coad. Alfonso penso non desideri.

  9. Guaschino e Ragogna domandano: aetatem habent e se domandano è segno…

  10. D. Dumeez e D. de Kruyf sono già in sede.

  11. I coad. Bealessio e Ferrari penso debbano riposare… e forse non tornare.

  12. Più delicati i problemi: D. Cecchetti, certo ha bisogno di riposare. D. Marega, id. (è bene legga la lettera acclusa) – D. Margiaria id.

A quando il loro ritorno? Non so proprio decidere – e penso bisognerà sentire gli individui.

  1. Nell’anteguerra si parlava della venuta di un maestro dei Novizi (?) e del fratello di Don Tassinari (Quid?).

  2. In America due o tre dei chierici, quando fui di passaggio, domandarono di venire in Giappone. Fecero domanda?

  3. Accludo lettera di un coadiutore. Quid? e un pro-memoria di un chierico.


Ed ora a conclusione raccomando me ed i miei alle sue preghiere.

Non sarebbe male sentire anche il Delegato D. Romani, che può avere ottime osservazioni sul personale.

D. V. Cimatti, sales.

3461 / Gilardi Nereo / 1947-7-18 /


a Don Nereo Gilardi, salesiano di Este



Mogliano, 18 luglio 1947

Carissimo D. Gilardi,


Ho qui davanti la tua cartolina inviata a D. Lucioni da cui desumo l’esito brillante della Giornata Missionaria. Este non si è smentita neppure questa volta.

Mentre ringrazio di cuore il Signore, assicuro quanti concorsero directe o indirecte a quest’opera di carità, delle nostre preghiere ed offerte di sacrifici, per loro.

I disastri della guerra in missione sono stati rilevanti; grazie a Dio ed alla carità dei buoni la ricostruzione degli edifici è a buon punto. Siamo a terra per il materiale di chiesa, scuola e arredi (vestiti, biancheria, ecc.), ma la Provvidenza non ci ha finora lasciati in abbandono. Grazie anche a voi tutti, buoni ministri della Provvidenza.

Spero non mancherà occasione (e lo desidero vivamente) di manifestare di persona i miei poveri sentimenti di riconoscenza a tutti.

Faccia per ora le mie parti al buon Direttore e ai singoli confratelli noti e non noti e ai carissimi giovani.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.

3462 / Acerbi Franco / 1947-7-18 /


al chierico Franco Acerbi, missionario salesiano in Giappone



18 luglio 1947

Carissimo Acerbi e con te ai Venerandi Teologi e ai firmatari

(che entrano colla teologia come i cavoli a merenda)

Salute e benedizione,


La tua e vostra lettera mi ha fatto passare momenti di gioia indescrivibile, interrotta da alternative di preoccupazione di pensiero nel decifrare i continui errori che tu, Acerbi, attribuisci all’indisposizione della macchina, che avresti dovuto in humilitate cordis attribuire alla tua impreparazione dattilografica. Se ti si può dare 10 (è troppo però) di pollicoltura13, di uso macchina (proprio per essere generosi - alla Dogliani) si può arrivare alla pura sufficienza. Affinché però non accusi me della stessa deficienza preferisco scrivere a mano… meglio che mi sia possibile.

Ho già ribattute le vostre accuse… Oh no! L’americanismo non mi ha travolto in nulla… anzi ha rafforzato le idee, namben mo (= moltissime volte) espresse, e se, a Dio piacendo, ritornerò, ne sentirete ancora delle più scottanti.

Grazie delle notizie:


  1. e delle vostre facchinate per l’opera tanto provata dal Signore…14 anche in questo lavoro vi avete messo l’intenzione e lo spirito salesiano… non vi farà del male al corpo e tanto meno all’anima.

  2. e delle vicende Secchi e Camnasio… lasciateli fare, ché penso facciano bene, pur brontolando e Camnasio specialmente pur naufragando nel pelago teologico15. Prego il Signore che ti metta sulla retta via ognor più, ed anche tu, Acerbi, quando vuoi fare l’evoluzionista, e Colussi che si addentra nel labirinto della grazia.

  3. tengo in incognito il fatto dello svenimento di Secchi, perché mi pare che tu, Acerbi, via! esageri troppo: dopo tutto si vede che il bravo Secchi è di costituzione delicata, direi, sangue bleu… mentre tu, Acerbi, abituato alla budella e al sangue…

  4. mi dispiace per Petracco che non riesce ad esercitarsi bene in inglese e giapponese, mettendosi vicino ai conduttori. Di’ un po’ a Colussi e Fortuna che non siano troppo usurpatori.

Quanto al lavoro che Petracco fa, penso che sia assai meglio e più di quanto fai tu, che non mi hai l’aria di far null’altro che starnutire davanti ai tuoi polli. Penso che Rosso sia del mio parere, quando specialmente passa serio vicino a te che lavori nel pollaio.

  1. Deliziosissimo il racconto dell’avventura protagoniste le suore volanti, Colussi apostolo, Camnasio colle gambe in aria, Acerbi al sole… meno male che il più giudizioso, il Colussi, non ha perso il tempo ed ha cercato di fare un po’di bene… ed ha risolto la questione… mentre tu, che cosa hai fatto? Nulla. Spero abbia almeno pregato.

Morale: quando fate queste spedizioni, mettendovi in moto dite sempre almeno una Ave Maria e l’Angele Dei. Sono sicuro che non vi sarebbe capitato nessun inconveniente.

  1. Bravi per quanto avete fatto per la Madonna. Quanto avrei pagato per vedere Masiero in marsina… penso sia quella che non andava bene al sottoscritto. Se ritorno (posso morire) spero che lo vedrò in marsina.

  2. Congratulazioni a D. Giulio16 per i successi teatrali, mentre tu, Secchi e Del Col avete purtroppo rovinato la corale: e sì che tu avevi promesso di non volerti immischiare, si vede che il pungolo della gloria ti persegue ancora.

  3. Bene per le processioni: non posso raccontarvene molte. Ma ho partecipato a una di D. Bosco fatta all’oratorio di S. Luigi… mio antico nido. Posto ristrettissimo. Soluzione perché tutti potessero partecipare, mai pensata… Ci fu tempo a cantare e dire tutto il Rosario, dopo di che il sottoscritto fece uno di quei discorsi… pendevano tutti dal mio labbro. Tema: “Che vuole D. Bosco?”, e vi erano babbi e mamme, suoceri e suocere, giovanotti e giovanotte, fanciulli e fanciulle… e dai balconi la gente di fuori; poi benedizione, poi bacio della reliquia, poi fuochi artificiali, e tutti mi chiedevano se in Giappone ci sono.

  4. Grazie per le consolanti notizie della campagna e a riguardo dei generi animali. Che dire dei propositi cannibali… Mi raccomando di non ferire più il cuore di Rosso con le accuse che si mossero altre fiate. Ma specialmente prego e per il successo della buona stampa, e più affinché e colla buona musica e con altri mezzi fiorisca un buon apostolato che attiri innumerevoli anime al Signore.

  5. Sono per me sacri i vostri “desiderata” al Rettor Maggiore. Mi pare che non c’è nulla di male, anzi vi è molto del buono, specie l’aumento delle feste contemplate, la bevanda del genere17, i motori all’americana e anche la capatina annuale in America… ma però prima per turno bisogna pensare ai vostri cari. Per l’America bisogna fare delle riserve… occorrono prima forti iniezioni immunizzatrici contro… e per pellacce come le vostre ci vuol altro che la penicillina…


Al buon Rosso dirai che nel costumiere quale sarà presentato, fu preso già in considerazione il suo desiderio… Sì, il coadiutore ha bisogno di più… ma che cosa diranno poi i chierici del Giappone, che in pratica fanno e da chierici ed in multis da coadiutori? Qaestio salebrosa.

Al bravo Rosso se gli piove un titolo, bisognerà dare anche a lui la marsina, e allora Masiero che dirà? e Kanemoto, e Tokito?… Da Nakatsu Miyahara… Come vedete è una questione che merita ponderatezza.

Mi pare di aver risposto.

Vorrete sapere che cosa ho fatto finora:


  1. Parlato ai Superiori, ho cercato di dire tutto il bene possibile, tirando un velo pietoso… Chi è senza difetti scagli la prima pietra.

  2. Consegnato soldi (Cfr. Regolamento), rendiconti, prospetti, materiale d’archivio.18

  3. Compilato catalogo 1947 (come è noto a me).

  4. Articoli per il Bollettino Salesiano e Gioventù Missionaria. Non trovo ancora modo di spedire stampa nostra, giornali, ecc. Se sapete un mezzo pratico…


Conferenze alle case di formazione (Rebaudengo, Crocetta, Foglizzo), a società speciali (Torino, Alassio, Savona). Intervista a giornali. Prediche per riunioni antichi e nuovi allievi e oratoriani (Valsalice, S. Luigi), Ex-allievi (Valsalice, S. Luigi).

Visita a tutte le case di Torino, S. Benigno. Messa e discorso per Pier Giorgio Frassati.

Esercizi a Monteortone, Verona, Mogliano, Borgomanero (con conferenze al pubblico).

Visite, prediche e conferenze relative alle Figlie di Maria A. (è rieletta Superiora la Madre Lucotti), dovunque passavo, alle piccole Suore dei poveri e Francescane di Verona, alle Dorotee di Mogliano. Visita alla famiglia di D. Broccardo a Limena.

Nelle conferenze naturalmente canti e suoni.

Con questo chiudo il mese di Luglio, con qualche imprevisto che non manca mai.

Nel mese di Agosto visite alle case famiglie viciniori di Torino, poi esercizi (pregate per la mia conversione) e capitolo. E in Settembre, chi vivrà vedrà.

La distruzione in Italia ad occhio non sembra gran ché – in Giappone è più impressionante. Occorre grande preghiera.

Dunque cari teologi (e vi unisco i buoni novizi vostri vicini):


  1. Grazie di tutto,

  2. Prego per voi die ac nocte.

  3. Il Signore ci desidera allegri, laboriosi e santi salesiani.

  4. Quanti vi conoscono vi salutano e vi assicurano preghiere.

  5. Fate altrettanto per noi e specie pel

vostro aff.mo

D. V. Cimatti19



P.S. I confratelli della missione desiderano certo avere notizie. Non so se il nostro D. Bovio abbia pensato come comunicarle (scrivo sempre a lui, è doveroso).

D’accordo con il vostro attuale direttore, potreste battere a macchina un notiziario brevissimo (Acerbi potrebbe farsi onore) – se D. Barbaro trova qualche cosa degno si può mettere sul “Don Bosco”.

Postscritto telegrafico.

Al 28 Giugno segnata l’introduzione della causa del Servo di Dio D. Rinaldi, che fa grazie a tutto andare.

Al 28 sera (Giugno) accademia pel Sig. D. Ricaldone. D. Cim. che doveva parlare a nome dei lontani, alla fine fu sorpreso dalla pioggia e se la sbrigò in un mezzo minuto per lasciar il posto al Rettor Maggiore che ebbe tempo, coperto con una mantellina, a dire in un minuto grazie agli intervenuti.

Fui obbligato in refettorio a dire quello che avrei voluto dire, e feci il matto (capite!) cantando, finito pranzo, come facciamo in Giappone.

Il 29 vi fu la distribuzione dei premi di catechismo agli allievi studenti e artigiani e ai premiati principi o imperatori; il Rettor Maggiore volle facessi una cantata e così agli altri graduati, infine tutti insieme altri canti, perfino: “che bel buchin…” e il Sig. D. Ricaldone batteva il tempo… Mi pareva di essere ai nostri concerti.

Alla domenica seguente, magnifica accademia in onore del Papa.

Vedeste che funzione di chiusura degli Esercizi a Verona (sfarzo gareggiante l’America!). Precedevano 2 mazzieri vestiti sfarzosamente alla spagnola in nero, 12 paggi d’onore a vestito uguale ma sgargiante; 6 torciferi, 4 pivialisti, 2 tunicelle, espositore il sottoscritto (lettore dei voti) e l’Ispettore.

Un colpo d’occhio splendido fra lo splendore delle luci20. I paggi splendidi e alla benedizione genuflessi con un sol ginocchio su cuscini eguali. Bello!

In genere ho trovato nei nostri Istituti di chierici ottime corali, che eseguiscono fere optime buona polifonia sacra. Buoni bassi e secondi, i tenori primi si aggiustano alla giapponese con voce di falsetto (specie in Chiesa).


3463 / Figura Giuseppe / 1947-7-20 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone


20 luglio 1947

Carissimo D. Figura,


Spero che gli amici di Tokyo vi inviino notizie, come mi sono raccomandato.

Mi urgerebbero i dati statistici (almeno generali) della missione al 1° Luglio. Numero cristiani, Battesimi, Matrimoni, Comunioni, morti. Poi notizie principali.

Veda di accontentarmi.

Faccia coraggio a tutti e preghi per me,

Suo

D. V. Cimatti


Ossequi a S.E.

3464 / Figura Giuseppe / 1947-7-23 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



23 luglio 1947

Carissimo D. Figura,


Rispondo con piacere alla sua carissima del 18/6.

Grazie delle varie notizie e di quelle liete e di quelle meno liete, ma sono queste ultime che ci aiutano di più e ci forgiano l’animo al bene.

È naturale che si senta stanco. Lei è da anni in continua tensione di nervi, che ora si rilasciano, si distendono. Raccomando calma, nutrimento e riposo.

Occhio anche ai confratelli italiani e giapponesi e agli aspiranti.

Ho trovato qua e là dei confratelli conoscenti suoi (in America e in Italia): ho parlato sempre in bene di Lei. Tutti mi assicurano preghiere e ricordo.

Grazie pure delle notizie sulla scuola – quanto alla nuova costruzione fate bene i piani e presentateli – quanto ai soldi, mi sembra si dovrebbe fare a riprese (pezzo per pezzo), e così non ci vorrà una somma immediata troppo forte.

D’altra parte ora non siamo dispensati dalle regole e regolamenti, ché sono cessate le autorizzazioni della guerra. Dunque fate un piano generale – passi al Cons. Ispettoriale – poi al Capitolo Superiore.

Per locali, disposizioni dei medesimi, ecc., sentite anche persone competenti, anche il personale di casa, così le cose possono procedere bene.

Ciò che mi fece più piacere sono l’aver messo a posto la casa e la cucina. Deo gratias! È davvero una bella grazia.

Le raccomando la formazione dei confratelli, chierici e aspiranti (pietà, conferenze, rendiconti, ecc.). Ed anche di tanto in tanto faccia scrivere dai giovani in America. Già le scrissi se può mandarmi i dati statistici (cristiani, battesimi, catecumeni, ecc.), notizie principali dell’annata fino al 1° Luglio 1947.

Notizie di qui. Sono in giro a predicare esercizi – tento di andare a trovare le famiglie dei nostri. L’Italia, specie in certe zone, è ben battuta, ma apparentemente non fa impressione di rovine come in Giappone. Al momento discreta calma tra i partiti. Bisogna pregare e pregare molto.

Saluti a tutti e singoli, insegnanti e allievi, interni ed esterni, anche ai singoli della parrocchia.

Il bravo D. Cavoli mi ricordi all’Ospizio: passai il 19 luglio spiritualmente con loro. Mi rappresenti sempre nell’onomastico dei confratelli (3 agosto D. Pisarski, 5 D. Scrazzolo, 10 al cimitero Takeuchi – occhio alle tombe, faccia fare una croce su quella del bravo Tateishi –, 14 D. Moriggia, ecc.).

Altre notizie interessanti non ne trovo.

Saluti cari a D. Antonio, e ai suoi più diretti coadiutori: D. Tassan, D. Pisarski e D. Dell’Angela – ai chierici – al buon Giulio (= Maestro) e agli aspiranti.

Ricordo tutti, prego per tutti.

Cercate buone vocazioni! La benedice e abbraccia il suo

D. V. Cimatti, sales.

3465 / Ricaldone Pietro / 1947-7-24 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Torino, 24 luglio 1947

Rev.mo Sig. D. Ricaldone,


Per mandato del Capitolo Ispettoriale tenutosi in Giappone in preparazione al Cap. Generale, oltre il verbale delle sedute sui temi del Capit. Gener. (che fu presentato al Regolatore) oso presentare il COSTUMIERE21 dell’Ispettoria S. Francesco Saverio del Giappone in conformità dell’Artic. 15 dei nostri Regolamenti.

Non sapendo le modalità di composizione e di contenuto del Costumiere, si è creduto opportuno riunire quanto potrà essere utile “Vade mecum” di consulta pei confratelli e di norma comune di agire.

Da anni che non riceviamo i preziosi insegnamenti dei Superiori, si potrà aggiornare in seguito con le citazioni degli Atti ed anche con disposizioni relative sancite dal Capitolo Generale.

Tutti i confratelli nel domandare la richiesta approvazione, domandano pure sia aggiunto o tolto quanto i Superiori giudicassero opportuno per il buon andamento dell’Ispettoria.

Col più profondo ossequio.

D. Vincenzo Cimatti, sales.

Ispett. Sales. in Giappone



3466 / Ruffini Costantino / 1947-7-24 /


a Costantino Ruffini, ex-allievo di Valsalice



24 luglio 1947

Costantino carissimo,


D. Rinaldo mi dà il tuo indirizzo e ne approfitto per un saluto cordiale, assicurazione di preghiere (anche per la tua salute) per te e per la famiglia.

Ti penso sempre buon allievo di D. Bosco. Ossequi alla tua buona signora e un bacio ai tuoi angioletti.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.


P.S. Dimoro all’Oratorio, Via Cottolengo 32, Torino.

3467 / Liviabella Lino / 1947-7-26 /


a Lino Liviabella, parente di Leone missionario salesiano in Giappone



Borgomanero, (26) luglio 1947

Ill.mo Sig. M° Lino,


Non può credere con quale gioia abbia ricevuto la sua carissima in cui ho notizie della vostra famiglia, grazie a Dio, tutta in vita. Al mio arrivo avrei subito voluto vedervi tutti di persona, quanti incontravo che si recavano a Macerata pregavo portassero saluti e notizie, non mi fu possibile venire e sempre nella prossimità di venire, non scrissi.

Al ricevere la sua carissima (mi ripromettevo anche di vederla a Bologna) rompo ogni indugio.

Non sono molte le notizie che posso dare, ma tutte si concludono in questa: “D. Leone sta benone (è un po’ più brizzolato), non gli manca nulla, non si riesce ad avere notizie dirette, non ritornerà in Giappone o altrove, se non dopo il trattato di pace col Giappone (pare verso metà di agosto)”.

Furono tentati tutti i mezzi per mettersi in relazione postale, ma non ne so suggerire nessuno efficace (neppure in Giappone riusciamo ad avere il tramite regolare).

Non c’è dunque che aver pazienza e continuare a pregare, nell’attesa di notizie dirette. Nessun pericolo per la vita.

Verso la fine del luglio 1944 cominciò a ritornare indietro tutta la posta che regolarmente inviavo. Qualche rara lettera a mano, o notizie orali da persone che tornavano da Dairen, mi assicuravano dell’incolumità dei confratelli, del loro stato di salute, del loro lavoro, ecc. Furono tentate le vie ufficiali americane e giapponesi e della S. Sede, le vie traverse, ma non si riuscì a nulla.

Le ultime notizie le ho avute dal Superiore Generale dei Maryknoll, che fu con loro sei mesi prima di venire in America (e sono quelle che ho dato in precedenza).

Quando si veniva aggravando la situazione, D. Leone, come norma, aveva da me avuto ordine o di ritornare subito in Giappone o trasferirsi in Cina e se fosse stato possibile in Italia o altrove al sicuro.

Ha compiuto dal 1943 in poi un apostolato magnifico di bene e lo continua a fare, non gli manca il necessario per vivere, ma al momento non può né uscire da Dairen, né scrivere, nè in pratica riusciamo a farlo noi.

Ossequi cordialissimi a babbo e mamma nella speranza di poterli presto rivedere. Una preghiera per il

suo aff.mo

D. Vincenzo Cimatti, sales.

3468 / Ruppen Carolina / 1947-7-26 /


a Carolina Ruppen, moglie di Aldo ex-allievo di Valsalice22



26 luglio 1947

Alla buona mamma,


Alla buona mamma Sig.ra Carolina auguri a che nella benedizione del Signore e nella protezione di Maria A. e di D. Bosco, possa educare la sua famiglia cristianamente. Nelle difficoltà invochi con fede D. Bosco.

D. V. Cimatti, sales.



Alla buona Raffaella,


Alla buona Raffaella affinché dalla imitazione della S. Vergine Maria, possa formarsi quale desidera la famiglia sua e il Signore.

D. V. Cimatti, sales.

3469 / Ruppen Aldo / 1947-7-28 /


ad Aldo Ruppen, ex-allievo di Valsalice e pittore



28 luglio 1947

Aldo carissimo,


Non puoi immaginare la consolazione provata nella bella serata passata a Maggiora, circondato dall’affetto della tua buona famiglia: il buon babbo tuo e la mamma che si sono prodigati nei preparativi dell’agape davvero fraterna, la tua buona Carolina e il tuo buon angelo Raffaella (che deve essere per tutti voi la vera medicina di Dio. Sai che Raphael vuol dire medicina di Dio); tu poi che hai voluto aggiungere il donativo della riuscitissima fotografia, mi avete rubato il cuore.

Il Signore vi rimeriti della carità usatami: non ho altro modo di ricompensarvi che pregando per voi. L’ho sempre fatto e lo farò sempre più intensamente. Tu, caro Aldo, sii sempre buon cristiano, fedele al tuo dovere familiare e sociale, e fiducioso nel Signore.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo nel Signore

D. V. Cimatti



P.S. Ti prego consegnare al buon Rag. Vallana.



3470 / Castiglioni Alberto / 1947-7-30 /


a Don Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone



30 luglio 1947

Carissimo Castiglioni,


Torno da Canegrate dove ho trovato in ottima salute babbo, mamma e i tuoi due fratelli. Altri del tuo parentado erano ai monti. Parteciparono alla gioia tutto il vicinato e tutti assicuravano che ti ricordano e pregano per te. Feci pure visita al Sig. Prevosto, a D. Giovanni. Era in paese per riposo un tal ch. Bressan, sales., ed anche da questa zona tutti ti ricordano e salutano e ti assicurano le loro preghiere.

Il prevosto ha preparato un calice-pisside-ostensorio che mi pare pratico. I genitori varie cose personali (persino le scarpe adatte ai tuoi piedi) e saranno ritirate e portate al ritorno. Il prevosto è stato oltre sei mesi in esilio in Svizzera – ed ora ha ripreso il suo lavoro. La chiesa è allo stato quo di dieci anni fa. Una vicina sdentata (mi pare Sig. Maria) mi raccontava con dolore la morte dei suoi tosati (= figli?). Fecero le spese della conversazione le tue foto – raccontai tutto il bene che potei dire di te. Erano felici – dolenti, solo che andatovi senza preavviso, non avevano potuto preparare… altro che il risotto e contorno…

Il babbo aveva mezza intenzione di venire a trovarti, ma saputo che il riso si mangia come si mangia in Giappone vi ha rinunziato. Il fratello maggiore lavora da meccanico (la sua signora pure non so dove) – il più giovane alla tessitura.

Stanno bene. Al ritorno faranno le foto e così potrai avere un’idea chiara delle condizioni di tua famiglia.

La mamma e babbo facevano meraviglie della tua valentia nell’arte del legno, e babbo diceva “pensare che non era neppur capace di segare la legna per la Mamma!”.

Nella sala da pranzo domina una statua di D. Bosco, cui la famiglia e il vicinato hanno affidato tutte le loro cose, sicuri di essere protetti.

Mi pare di averti così detto quanto avvenne in questa prima visita.

Si combinerà poi per una giornata missionaria un po’ più tardi.

Ringrazia il Signore di avere così buona famiglia e tante anime semplici e buone che ti ricordano e pregano per te.

Canegrate non ha sofferto in nulla dalla guerra ed anche babbo e mamma mi dissero che tutto andò bene anche per loro.

Il fratello mi raccontava qualche cosa della sua vita in Spagna – l’altro della sua prigionia in Algeria e Tunisia (non ha ancora deciso il suo avvenire).

E tu, caro Alberto, procura di salvare colla tua, tante anime di Beppu.

Ossequi cari a D. Lucchesi e a D. Corrado: non ho ancora potuto vedere i loro cari.

È morto santamente il babbo di D. Archimede23, penso due o tre anni fa.

Ossequi pure alle Figlie di Maria A., alla Sig. Nagata e alla Sig. Dr. Minami e a quanti conosco.

Ti abbraccia e benedice il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3471 / Marinelli Ulrico / 1947-8-5 /


a Don Ulrico Marinelli, salesiano di Faenza


5 agosto 1947

Carissimo D. Marinelli,


Grazie della sua e della cartolina del Dott. Rambelli (se all’occasione mi potesse favorire l’indirizzo… ).

Per il suo quesito, personalmente parlando non ci vedo alcun male, anzi bene (sempre inteso, servatis servandis affinché non ne venga danno ai giovani collegiali e confratelli). Ne faccio un quesito che sottopongo quos spectat e in seguito risponderò.

Certo che ho bisogno di ritornare a Faenza e sarò a sua disposizione per quante conferenze desidera.

Ossequi al buon Direttore ed amati confratelli.

D. V. Cimatti, sales.

3472 / Crevacore Alfonso / 1947-8-5 /


a Don Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone



5 agosto 1947

Carissimo D. Crevacore,


Ho spedito proprio ieri relazione della mia visita ai tuoi cari (che stanno optime) e mi giunge oggi la tua del 28/5 cui subito contro rispondo.

Ho passato il 2 c.m. con te allo studentato e fra i tuoi ammalati. Mi parli della bella lettera (comunicatami anche dal Direttore D. Dalkmann). Bravo! Sono anche questi semi buoni. L’uomo bisogna avvicinarlo col fargli vedere anche il bene materiale – più facilmente con questi gradini sale allo spirito.

Prego di cuore per te e per i singoli tuoi ammalati a Maria A. e a D. Bosco.

Per il campo imploro dal Signore che realizzi quanto è per la sua gloria e secondo la sua santa volontà: niente ti turbi anche se… In caso non si può tentare là dove si pensava prima? Terra coltivabile non va mai male. Senti D. Bovio e Consiglio.

Avrai relazione particolareggiata di Veruno, al 3 c.m. festa del S. Cuore.

Optime – tutto bene. Babbo e mamma insistono per regolare la vostra proprietà.

Non potendo tu subito trovarti occorre un procuratore. Si propone (non potendo Temporelli) il tuo amicone Eriberto. Ho sunteggiato quanto in lungo e in largo ho scritto ieri.

Saluta omnes. Un pugno a D. Barbaro, che saluti la buona Maestra. Prego cotidie pro singulis e per le necessità particolari di ognuno.

Ti abbraccia e benedice il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3473 / Floran Luigi / 1947-8-5 /


a Don Luigi Floran, ex missionario salesiano in Giappone



5 agosto 1947

Mio carissimo D. Luigi,


Pensa alla gioia del tuo vecchio amico nel leggerti… Avevo domandato… a tanti e non mi si sapeva dire. Deo gratias.

E prima di tutto un bacio giapponese e l’assicurazione che mi sei sempre stato presente nella preghiera e nel ricordo. Le tue prime notizie le ho ricevute a New York da Mons. Carnelutti, che mi disse che eri stato in crisi e che ti aveva scritto di star tranquillo. Non so di che si tratti, ma se ben capisco, non so fare a Luigi altra osservazione: in questi casi apriti ai Superiori.

La corrispondenza al Giappone non è ancora libera; penso che la tua lettera forse non giunse (fin ora non mi fu recapitata). Grazie dei saluti tuoi. Grazie a Dio tutti bene – ritorno difficile finché non ci sia il trattato di pace. Ora siamo un’ottantina (25 giappon.) e abbiamo 16 case. Deo gratias!

Sono sette anni che siamo isolati e quindi puoi capire le nostre peripezie: per te come per noi, miracoli del Signore che ci fa vedere che ci vuole sempre più suoi (anche tu, caro Luigi).

Congratulazioni per il bel lavoro oratoriano e prego ut permaneat. Ho visto Zanarini a Faenza: mi pare a Lugo. Vennero in Italia per riposare D. Margiaria, D. Marega, D. Cecchetti (di quelli che tu conosci).

Non so se avrò occasione di venire per le tue parti, ad ogni modo se è volere di Dio ci vedremo e diremo un mondo di cose.

Per quel tuo raccomandato prima cosa è che faccia domanda; diglielo.

Ti abbraccio e benedico. Il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti

3474 / Chierici salesiani in Giappone / 1947-8-6 /


ai Chierici teologi, filosofi e novizi salesiani dell’Ispettoria S. F. Saverio



6 agosto 1947

Carissimi Teologi, filosofi, Novizi,


e a quanti può interessare qualche notizia, che vi prego divulgare (specie in missione).

Le ultime notizie datano dal 29, festa di S. Pietro, del nostro Ven. Rettor Maggiore, spero abbiate ricevuto. Da allora non ci furono grandi cose per me.

Una gita di poche ore al natio loco. Come leggevamo sui giornali la resistenza opposta sul Lamone dai tedeschi portò a molti danni alla mia Faenza e specie al borgo (mio luogo natale). Non ho passato il ponte non osando rintracciare case di amici – una buona metà rasa completamente al suolo come le spianate del Giappone. La casa dove nacqui non esite più! Proh dolor! come ricordare ai posteri! Oh vanitas vanitatum! Su, Colussi, un buon spunto per propaganda…

Poi esercizi a Verona nella nuova chiesa (vi descrissi già le funzioni), poi a Mogliano con conferenza agli oratoriani – visita alla famiglia Riccato, grande benefattrice del Giappone (una preghiera speciale per loro).

Un salto fino ad Alassio e Savona per conferenze. Vidi il posto del disastro di Roano ove trovarono la morte 43 bambini della Colonia Milanese, avendo il barcone che li conduceva urtato in uno spuncione di ferro sporgente sott’acqua.

Poi a Borgomanero e finito gli esercizi, visita alla famiglia Castiglioni, poi D. Bovio e infine Don Crevacore: grazie a Dio tutte bene in salute e naturalmente tutte desiderose di vedere i figliuoli.

Come si viaggia in Italia? Come in Giappone, ma più celeri. Se volete stare al fresco si entra nei carri bestiame – nelle linee principali si rischia di stare come nei treni e tram di Tokyo. Ma si va sempre migliorando, coi diretti, rapidi, autotreni (le antiche littorine… non si possono dire i nomi richiamanti…).

Per la vita, tutti gridano, ma in pratica c’è tutto e di tutti i generi.

La politica non è argomento che leghi, ma se i vari partiti pensassero al vero bene del popolo dovrebbero essere più uniti e non dilaniarsi a vicenda.

Si stanno facendo i preparativi per il prossimo Capitolo e già stanno arrivando Ispettori e Delegati, ma ne mancano ancora molti.

D. Cecchetti è ai fanghi – D. Margiaria a Roma, D. Marega a Varazze. Non si sa ancora nulla del personale di ritorno o del nuovo.

Gran caldo, quale mai esperimentato – non piove (danno per l’uva e granturco) – si prega. Grandinate nel Bresciano e specie a Ivrea (anche la casa ebbe a soffrire).

In genere gli Istituti di formazione sono in montagna. In quasi tutti i nostri Istituti si ha il corso ginnasiale e tecnico pareggiato – in vari il liceo – vari con semplice esternato. Dovunque si lavora. Qua e là tifosi del calcio e dello sport.

Queste le notizie sommarie riassuntive.

A Maria A. rifiorire dei pellegrinaggi. Ve n’è quasi ogni giorno.

Quando mi domandano di voi, cerco di dire tutto il bene possibile, e ne ho sempre da dire.

Grazie a Dio la nostra cara missione ed opera salesiana in Giappone godono grande simpatia presso tutti. Lavoriamo e preghiamo per migliorarla e aumentarla: l’importante è che siamo buoni salesiani. Vi ricordo cotidie e voi fate altrettanto pel vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



P.S. Vi annuncio (un po’ di umiltà l’abbiamo tutti) che oltre friccioli musicali vari di poco conto, ho musicato una nuova operetta di R. Uguccioni: “La Madonna del nido” (leggenda ungherese). Oh, che musica!

3475 / Miller Vittorio / 1947-8-6 /


ai chierici salesiani De Witte, Miller e Vermeersch, poi missionari in Giappone


Torino, 6 agosto 1947

Très bien chers De Witte, Miller et Vermeersch,


J’ai reçu votre aimable lettre du 20 Ju. et tout de suite je répond.

Excusez mon pauvre français. Déja le bon P. Dumeez m’avaiz signalé votre désire, et je pense qu’il est vous conseillé par le bon Dieu, et s’il est pour votre bien et pour le bien de notre chére Congrégation, certainement deviendra une realité. Donc:


  1. Pour ma partie, je suis heurex de répondre affirmative à votre proposition, et je remercie le bon Dieu, notre A. et D. Bosco et votre bon Inspecteur.

  2. Je passe votre domande au Rev. P. Berruti en suppliant pour la concessìon,

  3. Et tous ensemble nous prierons – et secundum voluntatem Dei faciemus.

  4. Et mes trois amis belges suivront leurs études summa tranquillitate et sine agitatione, en attendant les dispositions des nos bons Supérieurs.


Avec mes meillerurs voeux pour votre perfection, n’oubliez pas

votre pauvre confrère

D. Vincent Cimatti, sales.

3476 / Dell’Angela Stefano / 1947-8-7 /


a Don Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



7 agosto [1947]

Carissimo D. Dell’Angela,


Ricevo la tua carissima del 22 u. s. Grazie delle belle notizie che mi dai, specialmente del tuo slancio di predicazione. Temevi tanto, e vedi che riesci. Danne lode al Signore e procura di servirtene in bene – è il modo di evangelizzazione che teneva Gesù.

Ti stia sempre presente il “Vae mihi… nisi evangelizavero…”.

Godo della corrispondenza dei tuoi allievi – aiuta come puoi e più che puoi gli aspiranti, ma lavora con ordine, senza preoccupazioni, e non avrai danno alla salute.

Sempre unito a te e ai singoli confratelli e allievi nella preghiera.

Novità speciali non ci sono – né notizie particolari.

Scrivo ai tuoi, che non ho ancora potuto vedere, pur avendo immediatamente spedito quanto mi avevi affidato.

Saluta omnes et singulos che ricordo cotidie presso l’Ausil. e D. Bosco.

Sempre tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3477 / Figura Giuseppe / 1947-8-8 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



8 agosto 1947

Carissimi confratelli di Miyazaki,

Aspiranti e allievi della Scuola Hyuga,


Colgo l’occasione per inviarvi un saluto speciale che vi dica il mio costante ricordo per voi, ricordo di pensiero e di preghiera e di affetto.

Da qualche breve notizia ricevuta dal nostro D. Figura, D. Dell’Angela, dal ch. Yamagashira, da Nakamura Nobuo ed Otsuka, mi pare di capire che state tutti benino, e fedeli al vostro dovere: non potendo far altro mi unisco a voi nella preghiera costante, affinché qualsiasi dei vostri lavori vi sia meritorio e ricco di buoni frutti spirituali per gli altri.

Da qualche tempo in tutta Italia molto caldo oltre ai 40° – con non pochi morti per il caldo. La pioggia che si invoca dovrebbe rinfrescare l’aria, ma più servire per il granoturco e l’uva che seccano.

I prezzi sono elevati, ma si trova di tutto. (Ad es.: scarpe 2000-3000 lire al paio, le più semplici, vestiti 10-12.000 lire).

Il panorama delle distruzioni non è così desolante come in Giappone, ed è molto di meno di quanto pensavamo, pur forse per valore di maggior entità.

La Romagna (Faenza) ben tartassata. I viaggi vanno migliorando, ma in certe linee siamo ancora come in Giappone. Speriamo in meglio, in tutto.

Tra poco esercizi, capitolo e poi?… Vedremo.

Salutate insegnanti, allievi. Prego D. Antonio far le mie parti all’Ospizio. Saluti alla Parrocchia e pregate pel

vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



Un saluto speciale a Giulio.

3478 / Grigoletto Giuseppe / 1947-8-8 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Torino, 8 agosto 1947

Carissimo D. Giuseppe,


Grazie di tutto, colla preghiera speciale quotidiana per te e per i benefattori.

La dicitura (che proprio non era necessaria) si fa in fretta a tagliare.

Sto cercando la via del ritorno (penso ci sia posto in ottobre) che spero sarà definita. Che cosa potrò fare nel frattempo faranno i Superiori: per agosto sono occupato. Dalla Sicilia D. Truglio mi aveva affidato pacco minerali, vi aggiunsi lave dell’Etna, spedirono (così mi si disse): non so se sia arrivato a te.

Fino all’Assunta in pratica siamo occupati pel Capitolo. Preghiamo ad invicem.

Riconoscente

D. V. Cimatti, sales.

3479 / Crevacore Alfonso / 1947-8-16 /


a Don Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone



16 agosto 1947

Carissimo D. Alfonso,


Già ti scrissi sull’argomento che riassumo in breve: “Babbo desidererebbe aggiustare le questioni di famiglia” – ti scrissi (non potendo tu esser presente) ti scegliessi un procuratore. Oggi mi scrivono dicendo che date le forti spese per la procura e per le pratiche, erano di parere di sospenderle. Mi domandano se prima della partenza hai fatto testamento. È probabile l’abbia rinnovato o fatto in occasione dei voti.

Nel caso si trovano in cassa forte. Attendo che mi dica il tuo pensiero più presto che puoi. I genitori stanno optime.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.

3480 / Fiorati Luigi / 1947-8-22 /


a Luigi Fiorati, chierico salesiano



Torino, 22 agosto 1947

Carissimo Luigi,


Grazie della tua del 16/8. Ho capito tutto e vedo che sei sempre tu. Bravo Luigi! Che vuoi? Penso che il Signore viene crivellando quelli a cui vuol bene per il loro vantaggio e per la sua gloria: mi pare che tu sia uno di quelli.

Prega, lavora e donati al Signore per mezzo dei tuoi. Quanto al desiderio ne parlerò al tuo Ispettore in modis… Si potrebbe anche fare così: potessimo incontrarci dalle tue parti.

Bisognerebbe vedere quando è che tu vai, avendo anch’io bisogno di recarmi colà per visitare alcune famiglie di confratelli. Pel Giappone al momento penso spiri vento contrario, quindi è meglio pensare altrove.

Anche per me non so come sarà; per noi due penso che il meglio è fare quanto dispone il Signore per mezzo dei Superiori. Ti abbraccia e benedice il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3481 / Figura Giuseppe / 1947-8-23 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



23 agosto 1947

Carissimo D. Figura e carissimi tutti,


Vi penso sempre e tutti in ottima salute e al lavoro. Avrete anche voi finito o starete finendo gli esercizi. I capitolari li hanno finiti ieri – quindi anche il sottoscritto con D. Romani.

Si era in 108-10. Mancano gli Ispettori di Ungheria – Yugoslavia. I delegati di Ungheria e Germania. Gli altri ci sono tutti. Il 24 si incomincia il Capitolo di cui vi invierò notizie a tempo opportuno: si avvicina il tempo di ammainare le vele. Non è però ancor stato stabilito per nessuno la questione del personale. Riassumo quanto il Rev.mo Sig. D. Ricaldone ha detto nella predica dei ricordi. Sono cose note e stabilite e nelle regole e nelle ripetute esortazioni dei Superiori e vi prego caldamente che in quanto fosse necessario cerchiamo anche noi in Giappone di osservarle. Dipende da voi, cari missionari, il vigilare a che le nostre case non ne siano infette.

Tutto, voi lo capite, ha il suo influsso sulla perfezione della nostra purezza, e dobbiamo esserne gelosi in minimis. Dai cenni voi capite tutto.

Pratica della temperanza nell’uso dei sensi e nella cura del corpo (S. Tommaso nella Somma ne tratta in 29 questioni). Defin. Virtù generale e speciale. La nostra bandiera; lavoro e temperanza (lavoro è preghiera). Uso dei sensi, che sono i valletti che mettono noi in comunicazione con tutto il mondo esterno, qui totus in maligno positus est. Portano il bene o il male! Virgines sensus virgini essere debent. Che vede l’occhio? Tanti salesiani desiderano andare nel mondo. Vacanze, gironzolare per la città (bacheche, riunioni, ecc.), vestiti femminili e di uomini, parlatori delle nostre case (Rossi il portinaio, aveva scialli che dava alle vestite indecentemente, come si fa in Vaticano; occorrerebbero cartelli invitanti…), calzoni sport, esploratori (lotta insomma contro il nudismo), sacrestie, confess., donne in casa.

Libri illustrati, réclame, riviste (sportive), giornali, libri (tesi di laurea).

Per l’udito: le relazioni giornal. introducono libertà di parole su delitti, matrimoni, ecc., Radio, radio personali. Il tatto: è detto reprobus sensus: con noi, con gli altri.

I giovani non debbono andare nelle camere dei confratelli. Il confessore non deve ricevere in camera. Amicizie, regali, a braccetto, sdolcinature, ecc.: indicia periturae castitatis.

Cura del corpo: è il nostro alleato per la gloria di Dio. Vigilare sulle crapule, ubriachezza, vestito, abbigliamento, capelli, uso del tabacco. In omnibus: principiis obsta. Personalmente e i direttori, tutti, dobbiamo applicare l’argue, obsecra, increpa, vigila…

Mi dicono che Suor Letizia ritorna presto. Spero così inviare lettere e stampati più abbondanti.



Carissimi confratelli,

Sono sempre tra voi col pensiero e colla preghiera. Vi vedo in chiesa, nei vostri lavori svariati per il bene – l’occhio si riposa sull’Ospizio, sul cimitero e prego per ognuno di voi personaliter in memento Missae – per le suore, i ricoverati nell’Ospizio e per D. Antonio (che penso possa fare ancor il bell’apostolato nella prigione).

Penso ai nostri cari aspiranti ed allievi… e prego. Al momento non posso far altro. Stasera si entra in conclave. Preghiamo. Ossequi ai professori e per tutti e singoli un particolare ricordo a D. Bosco.

.

Vostro

D. V. Cimatti, sales.



Speciali ossequi a D. Mukai e più a S.E. l’Amministratore Ap. che ricordo cotidie in fractione panis.

3482 79 / Berruti Pietro/ 1947-9-4 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



+ 4 settembre 1947

Il richiedente pare animato dalla più buona volontà del mondo – può certo lavorare benino in Giappone in varie forme – al momento sarebbe utile in tipografia (stereotipia), per cui avrebbe bisogno di esercitarsi praticamente in qualche nostra casa (oratorio o dove) per abilitarsi.

Mi pare che per pietà ed osservanza non ci sia da lamentarsi. Ebbe un po’ di nervosismo, dovuto, penso a stanchezza e a qualche urto inevitabile quando non si pigliano gli uomini per il loro verso. È certo un carattere un po’ forte, ma bisogna anche saper oliare questi poveri coadiutori.

Lei sa, caro Sig. D. Berruti, che questo povero uomo detto D. Cimatti, prende quanti gli danno, e come glieli danno.

Indifferens tam ad motum, quam ad quietem relate etiam ad fratres meos carissimos –

+ Ergo fiat voluntas Dei, manifestata per ministrum suum – Dulcissimum P. Berruti.

Veda anche di pensare a concludere per il sottoscritto.


D. V. Cimatti, sales.

3483 / Zerbino Pietro / 1947-9-7 /


a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale



Treviglio, 7 settembre 1947

Carissimo D. Pietro,


L’accluso dallo al carissimo D. Tranquillo che lo può mettere sul nostro conto come ha fatto sempre.

Grazie della tua del 3 c.m. e delle notizie dell’amatissimo D. Berruti che comunico ad ogni casa – tutti pregano.

Se D. Berruti, come dovrebbe fare ogni religioso, avesse domandato il permesso al Superiore per ammalarsi, non sarebbe così… Digli a mio nome che impari per un’altra volta… È meglio che pel momento non sia all’Oratorio, se no lo farei ridere e allora…

Grazie della posta. Se per la Olivetti non trovi, prega D. Tranquillo che paghi la nota e poi si vedrà.

Non affannarti per le messe agli Ispettori e fa quel che puoi per star allegro, buono e laborioso.

Un dolce pugno a D. Pellegrini ed al tuo vicino o di fronte d’ufficio.

Ti ricordo sempre nel Signore

Tuo

D. V. Cimatti, sales.



Le accluse non sono lettere urgenti… arrepta occasione.

3484:/ Floran Luigi / 1947-9-8 /


a Don Luigi Floran, già chierico salesiano in Giappone



8 settembre 1947

Carissimo D. Luigi,


Grazie della tua. Capisco tutto e leggo benissimo fra le righe. Ho parlato col tuo bravo Ispettore, mia vecchia conoscenza (come te) che ti stima assai e mi ha parlato assai bene di te. In pratica: quanto citius verrò a Roma e ci sarà facile vederci. Ti posso però dire chiaro il mio pensiero.

S. Francesco di Sales è di parere che per fare il bene bisogna farlo nel posto dove vuole la volontà di Dio. Anche D. Cim. penso ritornerà in Giappone pur avendo tanti motivi per…

L’immaginazione ci fa vedere bello e brutto, buono o male quanto in realtà per noi non è conveniente. Sai qual è la base per te e per me in questione? Eseguire meglio la regola. Ad ogni modo spero proprio di colloquiare teco, ed il tuo Ispettore desidera contentarti. Ma parlagli anche di quanto vorresti dire al

tuo aff.mo

D. V. Cimatti



P.S. Stamane festa della Madonna, ho parlato a lungo con Lei di te. Avresti bisogno di una cinghiata… Ricordi? E sono disposto.

3485 / Joyeusaz Abele / 1947-9-15 /


a Don Abele Joyeusaz, Direttore al Colle Don Bosco



15 settembre 1947

Carissimo D. Gioioso,


Ho ricevuto lettera del bravo Cornelio. Ti sarò riconoscente se mi potrai poi dare qualche notizia confidenziale di Lui.

Ti prego per norma di leggere quanto gli scrivo, anche per guidarlo, affinché non si carichi di cose inutili.

Grazie della bella giornata passata al Colle – più dell’edificio sono belle le pietre viventi del medesimo. A te il rendere effetto quanto canta la Chiesa: “scalpri salubris ictibus – et tunsione plurima – fabri polita malleo – hunc saxa molem construunt”.

Tu e chi ti coadiuva siete fabbri costruttori, ma essi devono donarsi affinché si compiano e gli “ictibus” e la “tunsione”.

Assicura tutti che il povero D. Cim. li ricorda cotidie e ringrazia per il bel regalo fatto al Giappone colla cessione di Cornelio.

Tu va’ avanti calmo e giocondo. D. Bosco ti è presente. Allegro.

Un grazie al Maestro di musica per i bei canti e suoni e ai brillanti interpreti di “Raggio di sole”.

Ti benedice il tuo aff.mo


D. V. Cimatti, sales.



P.S. Un pugno romagnolo a D. Luigi.

3486 / Grigoletto Giuseppe / 1947-9-15 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Torino, 15 settembre 1947

Carissimo,


Grazie della tua. Assicuro l’adempimento della commissione che mi dai: però delle volte bisogna essere in grazia di Dio per capire la tua grafia. Non so se e quando potrò andare a Roma.

Volentieri mi presto per conferenze dove crederai. Mi slancerò di più quando sarò libero e sicuro delle decisioni dei superiori. Per ora nulla di nuovo.

Prega un po’ per chi ti ricorda sempre. Saluta omnes.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.

348784 / Padovan Agnese / 1947-9-15 /


alla Signora Agnese Padovan, benefattrice



+ 15 settembre 1947

Ill.ma Signora,


Il buon D. Giuseppe mi comunica Sue notizie che non avevo ancora avuto dopo la mia venuta in Italia. Godo di averle buone e specialmente nel constatare la sua bontà caritatevole. Il Signore rimeriti e le assicuro preghiere secondo le sue intenzioni per Lei, per i suoi scolari ai piedi di Maria Ausiliatrice e di D. bosco. Non so quando potrò tornare in Giappone ma voglio assicurare che sempre fu ricordata nelle nostre preghiere e in quelle dei nostri orfanelli. Col più distinto ossequio

D. Vincenzo Cimatti, miss. Sales.




348885 / Figura Giuseppe / 1948-9-18 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



18 settembre [1947]

Carissimo D. Figura, confratelli e aspiranti,


Mese di ottobre! La Madonna vuole che l’onoriamo col S. Rosario. Lo ha detto nelle apparizioni di Fatima e più recentemente nel Milanese: “Verrà la pace quando il profumo delle rose del Rosario avrà coperto il puzzo che ammorba il mondo”. Dunque...

Notizie speciali non ne ho. Si comincia a pensare al ritorno e ai necessari preparativi. Pregate che tutto vada bene.

Quanti conoscete vi salutano.

Un saluto speciale agli allievi ed agli insegnanti, specialissimo a D. Cavoli e a tutta la famiglia dell’Ospizio. Non so far altro che pregare per tutti e per i singoli.

Vostro aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

3489 / Masiero Ottavio / 1947-9-20 /


a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone



20 settembre 1947

Carissimo Masiero,


Grazie della tua del 29/8 giunta il 18/9.

Farò le tue commissioni a Ferrari e a Bealessio. D. Cecchetti è guarito bene della malattia (malaria); i fanghi di Monte Ortone spero gli abbiano dato buon aiuto per i reumatismi: è all’ospedale operato dai suoi disturbi; mancano ancora i denti e poi… la riparazione penso sia completa. Povero e caro D. Albano! Prega per lui.

D. Cim. pure si raccomanda alle tue preghiere e non ti dimenticare mai!

Per Omobono penso24 che sia meglio come famiglio: dillo a D. Dalkmann, e lui faccia la domanda in questo senso.

Del Sig. Donato ricevetti lettera per regolarizzare il matrimonio od inviai mesi fa tutte le pratiche: giunsero? Non so. Dissi ad ogni modo di inviare a lui direttamente. Non ebbi più notizie.

D. Toigo (Ispett. Napol.), D. Bortoluzzi (Ispett. Oland.) salutano.

Allegro, buono e laborioso. Saluta N. e A.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.



3490 / Chaves Orlando / 1947-9-26 /


a Don Orlando Chaves, Ispettore salesiano in Brasile



Torino, 26 settembre 1947

Rev. Ispettore,


Non ho la fortuna di conoscerla, ma come ho fatto ad altri carissimi Ispettori, vorrei farle una caritatevole proposta a vantaggio del nostro Studentato. Cioè se potesse assumersi la celebrazione di N. X Ss. Messe ad intentionem nostram rilasciando a noi la limosina.

A giorni ritorno in sede. Qualora potesse aderire, abbia la bontà di accennarmelo con semplice cartolina a Tokyo Studentato.

Con profondo ossequio ed assicurando preghiere quotidiane mi confermo riconoscente.


D. V. Cimatti, Sales.

miss. apost. in Giap.

3491 / Crevacore Alfonso / 1947-10-1 /


a Don Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone



1 ottobre 1947

Carissimo D. Crevacore,


Ricevo la tua del 16 sett. e subito controrispondo.

Ricevuto i tuoi documenti che penso vadano bene, e al primo momento libero corro a Veruno (siamo così rimasti intesi coi tuoi cui annunciai la cosa).

Da quanto risulta a noi (richieste fatte agli uffici postali) non è ancor permessa la posta diretta se non con cartolina colle poche parole. Può essere che dopo la firma del trattato di pace sia possibile.

Grazie delle belle notizie che mi dai. Ti rivedo con frequenza in mezzo ai tuoi cari ammalati, e ne ho sempre parlato con entusiasmo.

D. Corso ti ricorda e vi ricorda… e ne ho detto di tutti i colori (in bene si intende!) di te e degli amici.

Caro Alfonso, ti seguo con l’affetto e con la preghiera ovunque ti trovi.

Tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3492 / Marinelli Ulrico / 1947-10-3 /


a Don Ulrico Marinelli, salesiano di Faenza


3 ottobre 1947

Carissimo D. Marinelli,


Se Le è comodo e se non muoio potrei essere a Faenza il 4 a sera e fermarmi fino a tutto l’8,25 dovendo per il 9 essere nel pomeriggio a Castellanza (che non so neppur dove sia).

Forse per voi è un po’ tardi, ma al momento non trovo altro posto.

In caso che le convenga, Deo gratias! Il 12 c.m. sono a Torino.

E preghi per me.

Suo

D. V. Cimatti, sales.



P.S. Prepari pure tutto il lavoro che vuole di giorno e di notte.



34930 / Mantegazza Giovanni / 1947-10-12 /


a Don Giovanni Mantegazza, missionario salesiano in Giappone


12 ottobre 1947

Carissimo D. Mantegazza,


Mi ha riempito di gioia la tua carissima che mi porta tante belle notizie di te, del tuo lavoro e di quanto con tanto entusiasmo fate per il bene, tanto nel campo dell’apostolato che della buona stampa.

Ho comunicato subito ai Superiori tante belle notizie. Proprio contemporaneamente ricevevo notizie dei tuoi cari con l’annunzio che il babbo era giunto a casa – e speravano in una mia visita che spero far presto. Stanno bene – naturalmente ti salutano, ti ricordano, ti attendono.

Anche la Suora di Via Tonale sta bene e ti saluta, tutti pregano per te.

Ti comunicherò poi l’esito della visita.

Ed ora che dirti? Continua con zelo calmo ed ordinato nel tuo lavoro, e avanti sempre di bene in meglio, migliorando sempre te stesso e gli allievi.

Non so quando potrò arrivare, dipendendo questo dalle navi e dalle pratiche per il viaggio.

Mi dò attorno per i permessi di traduzioni che chiedi – qualche cosa avevo già mandato a Don Barbaro (Ricordo Materno, Papini, per quanto si pubblica dalle nostre case d’America del Nord).26

Ti ricordo cotidie – e quanti ti conoscono ti salutano.

Saluti cari a tutti. Nel Signore

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3494 / Masiero Ottavio / 1947-10-12 /


a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone



12 ottobre 1947

Carissimo Masiero,


Grazie della tua del 21/8, giunta oggi, delle belle notizie che mi dai.

Per N. N. da tempo scrissi ai Superiori – che sanno quid faciendum, se hanno ricevuto le mie comunicazioni. Ad ogni modo penso che se va in America piglierà necessariamente altre vie.

Spero di andare a trovare i tuoi cari. Quanti ti conoscono al Rebaudengo, all’Oratorio (specie il vice-capo Buzzi della sartoria) ti ricordano e ti salutano.

Farò il possibile per accontentarti per Roma… quando ci andrò.

Tu intanto sta’ in gamba e prega sempre per il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti



P.S. Un pugno a Rosso e a Tokito. Cerco le falci per Rosso e compagni.

3495 / Marinelli Ulrico / 1947-10-21 /


a Don Ulrico Marinelli, salesiano di Faenza


21 ottobre 1947

Carissimo D. Marinelli,


Rispondo alla sua carissima del 19 da Penango, dove mi trovo per i soliti nostri tridui.

Programma splendido che accetto in pieno. Metta i titoli che vuole (quelli accennati sono ottimi). Condizioni sociali del Giappone prima e dopo, così all’Auditorium “Musica e scienze in Giappone” ecc. e se vuole altri, come crede. Domanderei fosse possibile avere libera la sera del 4 così potrei fermarmi ad Imola dove ho promesso conferenza, in mattinata del 5 sarei a Faenza e si proseguirebbe il programma da Lei indicato.

Grazie di tutto, caro D. Ulrico, della possibilità di fare un po’ di bene.

Grazie all’ottimo Direttore. Ossequi ai confratelli.

In queste conferenze se vi è la possibilità di avere a tiro un piano o armonium, commento con musica e canti. Se sarà libera porterò la film dei Martiri giapponesi.

Suo

D. V. Cimatti, sales.

3496 / Masiero Ottavio / 1947-10-21 /


a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone



21 ottobre 1947

Ottavio carissimo,


Mi arrivano contemporaneamente tue graditissime missive del 27/9 e 13/9 e un biglietto di domanda senza data. Ho spedito lettere ai fratelli: se tutto va bene spero a metà di Novembre di vederli ed ho scritto in tal senso.

Grazie delle notizie degli esercizi. Vedi Ottavio, chiunque li predichi, basta che l’individuo che li fa si abbandoni nel Signore e poi tutto va bene. Ora cerca di mantenere il buon proposito fatto, che è proprio adattissimo per te – e lo presento per te a Maria Aus. e a D. Bosco.

Ottimi e belli e pratici ricordi.

D. Cecchetti sta bene, malaria, operazione, denti: ormai l’automobile è riparata, spero con buoni pezzi di ricambio: quando potrà tornare? (lo stesso dicasi degli altri) è difficile dirlo.

Per i tuoi desiderata si farà il possibile per accontentarti, ma non avete un’idea dei prezzi impossibili alle volte. Ad ogni modo…

Ricordi sempre D. Rossi che però non venne al Capitolo Gener. Gli invierò la lettera. Ringrazia per me e a nome dei Superiori il Dr. N. Assicuralo che lo ricordo sempre.

Desiderate notizie!… Quanto sembrava interessante si è mandato… Saluta omnes e prega pel tuo

aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3497 / Tassinari Clodoveo / 1947-10-21 /


a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone



Torino, 21 ottobre 1947

Carissimo D. Tassinari,


È colla più grande gioia che ti annuncio la visita fatta ai tuoi cari. Vi era Vasco, babbo e mamma, la sorella. I fratelli erano assenti, venne la cognata e ho visto un nipotino o cuginetto (che mi ha detto chiaro che non viene in Giappone) e una nipotina.

Arrivato a Modena atteso da Vasco alla stazione, siamo andati ad ossequiare il Signore e l’Arciprete – mi fu presentato un pretino (cui avevo messo l’abito nove anni prima).

Visitai la Sig. Venturini (una delle sorelle è morta – la serva di casa vuol essere ricordata) poi a casa ove bacio per te la mamma che trovo in ottima salute e quanti trovo, arriva poi il babbo e puoi capire…

Dico di te tutto il bene possibile… Puoi capire che il loro desiderio è di rivederti: ed il babbo ha dei propositi feroci se prossimamente non ti conduco. Gli ho detto che saresti venuto tu al mio ritorno. Sta bene: non gli piace però il Giappone per il riso e perché non c’è il vino. Mi raccontavano prodezze della tua gioventù. La mamma mi diceva che eri alquanto vispo – il babbo che ti ricordassi la presa delle pere… et similia. Babbo fra poco va in pensione, stanno cercando una casetta – i fratelli hanno buon lavoro, la sorella è quasi direttrice in una azienda, il padre avrà con i figli posto in una fabbrica di 600 operai che fra poco si aprirà in paese, così pure in pensione non starà colle mani in mano.

Visitai la fam. Paltrinieri e alla sera gran ricevimento a casa del Comm. Mario che è il fondatore della fabbrica.

Il paese vuol bene a D. Bosco e il gruppo comunisti non ostacola. L’arciprete continua con frutto il suo lavoro.

Riuscì imponentissimo il congresso cattolico a San Felice; il municipio stesso mise tappeti al balcone.

Insomma tutto bene, tutti salutano, tutti aspettano ma assolutamente il babbo non vuole quella barbetta che hai; avendogli detto che sei magretto, si è assunto l’impegno di arrotondarti.

Durante la guerra le solite vicende, ma grazie a Dio il quale ha salvato tutti e tutto. Vasco mi diceva che di tanto in tanto la mamma ha le sue sofferenze di fegato.

Al pranzo vi era anche l’arciprete. Capitò una bella scena: la cognata aveva firmato una carta in cui per Lire 300 avrebbe avuto foto ingrandita a colori sua e dei figliuoli (i due di cui sopra). Arriva quando eravamo a tavola il fotografo che pretende 1500 lire, la cognata ferma sul contratto. Il fotografo gridava, il babbo cominciava a sentire i nervi, si alzò, e il malcapitato che si spacciava per “ispettore della compagnia fotografica”. “A te dag me l’ispetour! Questa è la mi ca… fila… march!”. E quello là alzò i tacchi… “Se continuava ancora, diceva, gli mettevo a posto l’ispettorato”. Era una delle tante imprese che cercano di sfruttare la povera gente.

Giornata d’oro! Tutti ricordano, pregano e attendono. Al ritorno combineremo un piano d’azione per questa visita.

Fervet opus per gli imbarchi difficilissimi, nè so quando potrò condurre le faccende in porto. Prega e fa’ pregare. Saluta omnes et singulos e credimi tutto


tuo aff.mo

D. V. Cimatti, che ti ricorda cotidie

3498 / Vermeersch Ludovico / 1947-10-22 /


al chierico Ludovico Vermeersch, poi missionario salesiano in Giappone



22 ottobre 1947

Bien cher Vermeersch,


Votre bonnne lettre du 14 c.m. m’a rempli de consolation.

Soyez le bienvenu au Japon où vous trouverez de bons amis et frères, et spécialment P. Dumeez et P. Gerardo.

J’ai écrì au P. Moermans qui jusq’au présent n’a pas encore fixé la date du départ.

Maintenant il faut faire tout de suite votre passeport et les pratiques selont votre gouvernement.

Si vous pouvez chercher un peu d’argent pour le voyage est une vrai charité – et s’il est possibile partir par la Belgique (Via America) comme ont fait D. Dumeez et P. Gerardo serait la perfection.

J’ai écrit en tel sens au P. Moermans et si vous est possible signalez la même chose aux compagnons.

Toujours en union des prières,

votre bien devoué

D. V. Cimatti, sales.

3499 / Figura Giuseppe / 1947-10-24 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone



24 ottobre 1947

Carissimo D. Figura,


Mi hanno riempito di consolazione le buone notizie della missione, che comunico anche ai Superiori.

Grazie a Dio, a Lei e ai benefattori e ai confratelli per quanto fanno per la costruzione – bisognerebbe davanti alla scuola farvi un monumento.

Abbia fede in S. Giuseppe e nel mese di Novembre alle anime del Purgatorio e vedrà che aggiusteremo tutto. Scrivo anche a D. Bovio al riguardo. Speriamo che la Provvidenza che vuole questa opera ci manderà i mezzi per fronteggiarla e renderla come si deve. Faccio di tutto per trovare mezzi e il ritardo è anche dovuto oltre alle difficoltà dei viaggi, anche a questo. Dolorosamente la moneta italiana vale poco. D. Bokor che le scrive, ha promesso aiuti. Dunque avanti nel nome di Dio.

Vi ricordo tutti e singoli:. D. Cavoli, l’ospizio e i suoi abitanti. (Spero presto andar a trovare la sorella, famiglia andando a Macerata); il mio caro D. Tassan, D. Pisarski, Dell’Angela, Maestro, i chierici e giovani. Cotidie vi ho presenti… Gli insegnanti… Sono sovente in mezzo a voi, col pensiero.

Grazie a nome di Dio dei sacrifici che avete fatto e che fate per la scuola. Grazie del lavoro a cui vi sobbarcate: è per il bene e per il Signore.

Tutto vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3500 / Dell’Angela Stefano / 1947-10-24 /


a Don Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



24 ottobre 1947

Carissimo D. Dell’Angela,


Grazie della tua ultima che mi assicura del tuo stato di salute, del tuo lavoro e di quello degli amici.

Lavora con ordine e con fede e non temere che ti vieni assicurando un bel premio nel Paradiso.

Quanto mi dici sui saluti da fare ritienilo come fatto. Tutti ti ricordano e predico a tutti il tuo lavoro: e ne provano viva soddisfazione. Farò presto la scorribanda nel Veneto e vedrò con vero piacere i tuoi.

Non ho novità speciali. Un pugno a Pisarski e a Maestro. Gli dirai che a Bollengo ho trovato un suo cugino Demetrio che lo saluta di cuore – sta bene – ha goduto un mondo a sentire le tue notizie.

Digli pure che non ho potuto andare ancora a Viola, ma che ho già veduto il fratello prete e le sorelle.

Allegro e avanti nel Signore.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3501 / Coronin Doriguzzi Rosalba / 1947-10-25 /


alla Sig.ra Rosalba Coronin Doriguzzi, benefattrice



+ Roma, 25 ottobre [1947]

Rosa bianca,

Sia sempre così l’anima Sua e il Suo cuore. E nello studio magistrale pensi che tutte le anime con cui dovrà venire in contatto dovranno essere e divenire rosalbe.


D. V. Cimatti, sales.

3502 / Grigoletto Giuseppe / 1947-10-29 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Bologna, 29 ottobre 1947

Carissimo D. Giuseppe,


Grazie della tua del 20 c.m. Sono a Bologna. Poi 1-2-3 a Treviglio, poi sono al 9 a Faenza, poi triduo a Macerata, poi risalgo e spero nella seconda quindicina di essere nel Veneto.

Dolorosa notizia. L’amatissimo D. Berruti gravissimo per emorragia. Preghiamo.

Grazie al buon Faustino, ricordo e prego, potendo contraccambia.

A Ivrea pare che sarebbe in vendita per 100 una collezione di uccelli: potresti informarti dal Direttore di Bollengo (non mi viene il nome, era catec. a Monteortone).

Scrivo ai Doriguzzi e a Luigino per un abboccamento, dovendo recarmi a Milano per conferenze. Congratulazioni per la tesi.

Cerco di accontentare quello della poesia. Per ora nulla ancora di definito per la partenza. Preghiamo ad invicem et Deus det tibi centuplum et vitam aeternam.


Con vero affetto riconoscente

D. V. Cimatti, sales.

3503 / Zerbino Pietro / 1947-10-29 /


a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Berruti Vicario Generale



Bologna, 29 ottobre 1947

Carissimo D. Zerbino,


Sento a Bologna la dolorosa notizia della grave malattia dell’amatissimo D. Berruti che ha impressionato tutti.

Se ti è possibile assicuralo delle preghiere di tutti e specialmente del povero D. Cimatti.

Ed ora un po’ di lavoro:


  1. Partono di questi giorni tanti missionari – fa’ le mie parti cogli Ispettori partenti. Se ne hanno ti diano delle intenzioni di Ss. Messe per i miei missionari o me ne mandino in Giappone.

  2. Se vedi o puoi sapere dove è D. Braga fagli i miei più cordiali auguri onomastici.

  3. Ringrazia D. Bisi e D. Lasagna dell’invio.

  4. E prega per me, che cotidie con D. Pellegrini e col suo aiutante ti ricordo.


Aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3504 / Acerbi Franco / 1947-10-… /


al chierico Franco Acerbi, missionario salesiano in Giappone


Ottobre 1947


(Le vostre lettere)…27 Me le sono lette all’Oratorio in camera (proprio camera vescovile – ora comincia a riempirsi di scatole, valigie, cassette, ecc.) e ridevo talmente forte, che se mi avesse veduto qualcuno, mi avrebbe preso per matto.

Spero che Secchi e Colussi abbiano profittato nella scrittura a macchina.

Mi dispiace per il bravo Secchi che non sia ancora guarito (le parole “bolso, magro quasi scheletrico” mi ferivano il cuore proprio alla mitrale… Devo anch’io avere la malattia di Danilo (bisogna dire così, perché i suoi dicono così, non Danilo, come dicevo io).

Meno male che mi dici che ha il sangue bleu… No, no: sul tavolo anatomico… è troppo… meglio prendere una gallina o un cane. Anche quanto mi dici di Petracco, che ha le ali – e di Colussi – e della raccolta del fieno – e più del tentativo di Rosso di farla ai teologi (e voi gliela avete fatta bella… Povero Rosso! gli daremo un bicchierotto di più… ).

Anche se non credete, non ritiro nulla di quanto ho detto in relazione alle feste (S. Luigi, Verona). Non posso non applaudire alla magnifica processione di Cristo Re. Quanto al Direttorio penso che per voi… e per Forner… ci vorrebbe altro che penicillina (che è proprio la muffa ordinaria o come quella verde del Gorgonzola)… per voi ci vuole del buon vino. Sto pensando a decorazioni, ma sono pratiche lunghissime e dispendiose… e poi pensandoci bene, quel Rosso che mi tratta così i teologi, se la merita? Per Masiero spero che il Direttorio approvi… ad ogni modo attendo le vostre decisioni in merito.

In mezzo ai vostri dispareri sulle forme pratiche di evangelizzazione (orfanotrofio, parrocchia, ospedale, ecc.) io sto per la regola, ossia tutti i mezzi buoni.

A quelli che fossero presi dalla cinite, vadano pure subito… possibile che tutto l’apostolato sia a base di menù?

E come mai può perdurare il gusto di cose che dovrebbero essere tramontate?

Ma che fa il catechista? che fa il consigliere? si danza dunque attorno al vitello d’oro? Oh, le erbe di Nojiri, piangete l’abbandono di cui nutriste un tempo amorosamente! O teneri germogli! O amare essenze… piangete l’ingratitudine clericale. Si sono voltati al dolce, al cioccolato, al masticamento… Ah! Oh! Uh!

Grazie delle notizie del Kyushu. Non ho capito niente della barzelletta del generale dei Gesuiti. Grazie pure delle notizie di Kokubunji… ma non rovinatemi Camnasio. Idem dell’ “Undokai” (= giornata sportiva).

Ho riletto la descrizione della meravigliosa processione… meravigliosa se fu così come l’hai descritta: ma, penso che sarà stata più bella perché vi era la vostra fede e il vostro amore, e poi vi era LUI. Bravi!

Petracco (ed ha ragione) vuole la chiesa più grande. I soldi? Ma possibile che non abbiate fede nella Provvidenza? Mi pare di aver risposto a tutto…

E le cose larghe per D. Barbaro? Le ho gridate e chieste a quanti potevo. Mah! speriamo. In caso di impossibilità, non c’è che continuare così, oppure far la cura per dimagrire.

Grazie per i tuoi bei scritti. Faccio una specialissima preghiera per te in compenso: giudizio, studio, allegria e ama il Signore.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.



3505 / Colussi Antonio / 1947-11-1 /


al chierico Antonio Colussi, missionario salesiano in Giappone



+ 1 novembre 1947

Carissimo Colussi,

Fui a Casarsa… a quella delle delizie e ne fui deliziato. Bella cittadina. – Dopo i bombardamenti hanno allargato le vie –. Ho confessato, predicato, cantato Messa, conferenza.

Visitato la tua famiglia. Non pensavo di vedere tanta gente e tutti in gamba sotto la direzione della mamma, vera generalessa. Stanno tutti ottimamente – il 2° tuo fratello è tutto il tuo ritratto – gli altri grassotti, tipo Petracco – poi i due gemelli, che la mamma vorrebbe conducessi in G. …e verrebbero subito. Lo zio (quello della barba) vuol essere ricordato specialiter. Visitai anche il fratello ammalato che sta in una camera del 2° piano – all’aspetto è più sano di te. Alloggiai due sere dalla Contessa (che vi conosce e ricorda tutti) perché la Canonica è ancora in riparazione (sarà finita a Pasqua).

Naturalmente dissi tutto lo scibile di te ed erano tutti felici. Specie la mamma ed il Sig. Parroco, che vi attende tutti e tre. In quel giorno Casarsa… mah! beati gli occhi che potranno vedere quelle feste. Ringrazia il Signore di avere avuto una così buona mamma. Oh, il Signore benedice davvero in materialibus et in spiritualibus la tua famiglia. Mamma mi consegnò il breviario che ti ha procurato ed una buona offerta per cui potrò procurarti spero quanto mi avevi domandato – se no te la verserò in G. Dunque saluti, abbracci e baci da tutti. Tutti ti ricordano e confidano nelle tue preghiere.

Coraggio, Antonio – la meta si avvicina. Labora ut bonus miles Christi in omnibus e prega sempre per chi ti ricorda cotidie. Un baseto da mamma e dal


tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.






3506 / Ghetti Giorgio / 1947-11-2 /


a Giorgio Ghetti, dottore amico e benefattore di Faenza



Torino, 2 novembre 1947

Ill.mo e caris.mo Dottore,


Attendevo da Faenza dall’incaricato dei Cooperatori (penso D. Migliavacca), la data precisa con cartolina spedita da S. Felice lunedì passato. Mi giunge la sua carissima colla data, che mi dà modo di venir a Faenza o alla sera del 10 o al mattino dell’11 per tempo. Non so se potrò fermarmi per tutto il tempo da Lei indicato. Vedremo in posto.

Pur non essendo definita con precisione la data del ritorno in Giappone, pare sia il 20-30 c.m. quindi sono un po’pressato.

Mi aiuti poi a ringraziare caldamente i due sposi per la carità generosa che mi hanno usato a Roma e che mi ha facilitato tante cose. Un mondo di cose all’ottimo Direttore, a D. Migliavacca, ai suoi di casa, unito a tante preghiere per tutti.

Con riconoscenza al Direttore, a D. Enrico e a Lei per l’invito.

Aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3507 / Mantegazza Giovanni / 1947-11-9 /


a Don Giovanni Mantegazza, missionario salesiano in Giappone



9 novembre 1947

Mio carissimo D. Mantegazza,


Rispondo alla tua del 12/10 ed avevo (secondo la mia abitudine) già risposto alla tua comunicazione precedente sulla stampa, ravvalorata dai nuovi dati che mentre assicurano il lavoro che si viene compiendo, dimostrano la tua buona e instancabile volontà per il bene.

Me ne servo per articoli e comunicazioni. Per i diritti di autore continua a ricercare e a lavorare.

Per tutto l’altro materiale librario, ascetico, artic. religiosi, faremo quel che si può – vorrebbero dei miliardi…

Abbi fede ed il Signore li manderà. Tieni dietro alla possibilità di un punto di appoggio in città.

Per tutto il resto (organizzazione, ecc.) e per quant’altro bisognerebbe fare per riuscire a far sempre più e meglio; facciamo la parte nostra meglio che si può ed il Signore farà la parte sua e da pari suo.

I nostri desideri debbono essere mantenuti vivi… la realizzazione non dipende solo da noi – ma il merito, caro D. Giovanni, nessuno ce lo toglie.

Dunque avanti senza timore. Lavora con calma, con ordine e tutto andrà bene. Saluta omnes et singulos e prega sempre per chi ti ricorda cotidie.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.


1053508 / Masiero Ottavio / 1947-11-9 /


a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone



9 novembre 1947

Carissimo Masiero,


La tua del 7/10 mi dà occasione di risponderti.

I manifesti per la festa di S. Omobono che vedo qua e là per la mia Faenza mi fanno ricordare e la festa (quindi preghiere speciali per te) e il bravo Omobono (fagli coraggio. Per la sua posizione, che tu mi dici infelice, quid dicam? Il migliorarla dipende certo anche da lui. Ne parli con D. Dalkmann e con D. Tassinari).

La parolina di D. Cim. è proprio quella… Se vuoi un’aggiunta: “Non mi stancherò di ripeterti: esame di coscienza ben fatto”.

Il bravo M. spero presto sarà contento se si riesce a farlo partire. Tutti ti salutano.

Sta’ allegro e laborioso e fedele alle tue pratiche di pietà.

Prega per il

tuo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3509 / Grigoletto Giuseppe / 1947-11-12 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



12 novembre 1947

Carissimo D. Giuseppe,


La tua mi giunge l’11 e rispondo:


  1. Grazie del tuo interessamento e di quanto hai fatto, avvisando amici, ecc.

  2. Per ora di fisso ho 16 Codigoro, 23 Novara.

  3. Spero in prossima settimana di sapere presso a poco quando si potrà partire e allora non è difficile combinare, e ti scriverò il mio itinerario. Ho ancora da andare a Roma.

Non ti so dire nulla dell’Alto Adige, Ortisei, Val Gardena, che non so neppure dove siano.

  1. D. Barbaro mi insiste per un buon commento su S. Paolo ital. o fran. Andrebbe bene il Verbum Salutis. Come pure un commento S. Scrittura del Pirrot. Tieni d’occhio.

  2. Davvero che comincia il fresco, ma penso che l’amor di Dio e del prossimo ci riscaldi. Saluta omnes


Tuo

D. V. Cimatti, sales.

3510 / Tassinari Clodoveo / 1947-11-12 /


a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone



12 novembre 1947

Carissimo D. Tassinari,


Passo questo giorno tuo onomastico (come il 10 S. Clodoveo) in intima spirituale unione con te, unione di affetto, di riconoscenza, di preghiera. Non so fare versi, né manifestarmi in enfasi sentimentali, potrei farti una suonata, accompagnarti il “Karatachi”…28 ad ogni modo tu capisci. Prego! Purtroppo non so fare neppure questo con perfezione.

Notizie speciali non ne ho. Sto visitando i parenti dei confratelli – facendo i preparativi per la partenza, che sarà quando a Dio piacerà.

Vi penso tutti in buona salute e al lavoro.

Il Sig. D. Berruti per emorragia desta apprensione. Il Sig. D. Ricaldone, colpito dall’annuale (così dicono) bronchite. D. Cim. in giro.

Ricordo te cotidie, coi singoli confratelli e giovani.

Vi abbraccio e benedico tutti e singoli. Tuo nel Signore

aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3511 / Ricaldone Pietro / 1947-11-21 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Torino, 21 novembre 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Ho saputo da lontano della sua indisposizione, e godo di apprendere il miglioramento, per non dire la guarigione. Ho pregato e fatto pregare. Deo gratias!

Non ho potuto fare il rendiconto di due mesi, date le mie assenze e il lavoro assillante dei Superiori: ma, grazie a Dio, non trovo nulla di speciale da riferirle né materialmente, né spiritualmente. Ho goduto un mondo nel lavorare un po’ nelle nostre case di formazione e tra i giovani collegiali con tridui d’introduzione e conferenze. Ottime impressioni ovunque e per parte dei confratelli e dei giovani. Deo gratias! Quanto alla pubblicazione del “Catholic Digest” saremmo ben fortunati di aver qualche cosa da fare per quello (ad es. la stampa), ma penso che se questa pubblicazione è nelle mani del Centro, i Gesuiti per la redazione e i Paolini per la stampa, faranno tutto loro. Un Bollettino del genere (in inglese per i missionari stranieri) esce già a Tokyo. Della commissione stampa fa parte anche il nostro D. Barbaro, assai apprezzato. È certo che i Salesiani saranno felici di cooperare a fare del loro meglio per…

Penserei dopo la festa dell’Immacolata di andare a Roma e se i Superiori credono, potrei incontrarmi col Vice-Direttore dell’Ufficio Centrale e sentire e…

Approfitto per disturbarla ancora per due questioncelle:


  1. È conveniente che non pigli impegni per l’8 Dicembre, centenario dell’Oratorio di S. Luigi, o posso considerarmi in libertà?

  2. L’amatissimo Sig. D. Ricaldone non dimentichi per il bene del Giappone il “desideratum” personale di questo povero suo figlio.


Mi benedica e preghi per il

suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3512 / Merlino Alfonso / 1947-11-22 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, già missionario in Giappone



22 novembre 1947

Carissimo Alfonso,


Grazie della tua del 5 c.m. pervenutami un po’in ritardo perché sono in giro.

Grazie a Dio, sempre bene in salute (che vuoi? la gramigna…).

Penso di fare una volta a Roma dopo l’Immacolata e allora avrò, a Dio piacendo, la fortuna di vederti.

Per le Messe noto e celebro – mi darai poi l’offerta (mettila in custodia dal tuo direttore).

Dei missionari vecchi tornano D. Margiaria, D. Marega, D. Cecchetti, Ragogna, D. Lucioni, i nuovi non sono ancora partiti né si sa quando… A voce tante cose.

Ti ho sempre ricordato e ricordo sempre. Cerca di essere buon missionario colla preghiera, con la parola e coll’esempio.

Tuo

D. V. Cimatti

3513 / Sig.ra Castiglioni / 1947-11-23 /


alla Mamma di Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone



Milano, 23 novembre 1947

Buona Mamma di Alberto,


La partenza non è ancora stabilita – ma ve lo saprò dire.

State tranquilla per il calice che consegnerò al suo direttore D. Romani, che forse parte prima di me. Se avete qualche cosa ancora, preparate con tutta libertà e poi spedite a me a Torino.

Devo venire (non so ancora quando) a Milano per conferenze e spero di scappare ancora una volta a Canegrate.

Con ossequio a tutti di famiglia e al Sig. Parroco.

Vostro aff.mo

D. V. Cimatti, sales.



3514 / Danilo Fortuna / 1947-11-25 /


al chierico Danilo Fortuna, missionario salesiano in Giappone



+ 25 novembre 1947

carissimo Danilo,


Sono qui in casa tua in visita ai tuoi e mentre il babbo va in giro per i suoi affari e mamma lavora con le operaie e tien d’occhio la pentola che bolle, in attesa del ritorno ti scrivo. Non preavvisai – per via incontrai babbo e così entrai… puoi pensare la commozione della mamma nel darsi attorno – la cena familiare e il vino Ruffo è una bottiglia di quello ecc. ecc.

Raccontai a mamma quanto sapevo, non solo in lode tua, ma anche del Giappone – e come mangiano – e come fanno cucina – e come si siede – e gli hashi29 per mangiare – e il sake30 e pranzi alla giapponese – e i matrimoni ecc. Rideva da sfiancarsi… e concludeva sempre: “quando vedrò il mio tosoto31!”. è decisa a venirti a trovare, ma il viaggio per mare o per aria non le va proprio. Verso le 5 giunse Ezio dal lavoro ed allora narrazioni più serie e nutrite come col babbo.

Li ho trovati tutti benino in salute (hanno avuto un po’ di influenza) – ottimi più del pane. Ezio lavora in fabbrica – pensa al suo avvenire (un buon partito) e così vivono in pace con Dio e con gli uomini e si fanno dei meriti per il Paradiso. Il babbo ha molto lavoro – non manca loro nulla del necessario et abundanter: insomma il Signore li benedice. Alloggiai all’Ist. Mis. d’Africa – dissi la Messa alle 7 (vi si trovava babbo ed Ezio) e si pregò assai per te.

Poi feci visita al nuovo Monsignore Parroco – e al Direttore dei Giuseppini che ti conosce e ti vuole tanto bene e mi parlò assai bene di te e della consolazione che prova dalle tue relazioni epistolari con lui. Parto col treno dell’1, con il cuore pieno di gioia per aver goduto una giornata di famiglia e consolato i tuoi. Mi propongo di ritornare con calma per fare una conferenza e proiezioni che sono desideratissime.

Caro Danilo, ringrazia il Signore di aver avuto così buoni genitori e di averti legato per tempo a Lui. Ti ricordano, pregano e ti aspettano tutti. Prepara bene il prefazio coi toni solenni. Ezio aspetta perché spera di essere benedetto da te – che feste! Beh! Preparati bene ad essere un santo prete come ti vuole D. Bosco e più come ti vuole il Signore. Ti abbraccio e benedico, come abbraccio e benedico i tuoi

Tuo

D. V. Cimatti, sales.


I tuoi desiderano una risposta alla domanda che sempre ti fanno: ci rivedremo? Da parte mia di’ pure con sicurezza: “Sì”.



3515 / Grigoletto Giuseppe / 1947-11-27 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Mogliano, 27 novembre 1947

Carissimo,


Sono a Mogliano ove tento visitare qualche famiglia di confratelli. Spero essere domani a Pordenone ove penso stare tutto lunedì, visitare famiglie e finire ad Este, per essere il 7-8 a Torino e poi andare a Roma.

Penso che la partenza sarà in gennaio o febbraio. Ho scritto a Pordenone che il giro più che per conferenze pubbliche è per le famiglie dei nostri. Non è quindi possibile puntare fino a Udine-Tolmezzo. Stabilita la partenza (spero saperlo entro la prossima quindicina) si potrà girare con calma.

Grazie di tutto. Buona festa dell’Immacolata. Ad invicem.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.



P.S. Assicurai due di Codigoro… mirabilia… Ho parlato anche ai carcerati…

3516 / Ricaldone Pietro / 1947-11-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Novembre 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Mentre fervono i preparativi per il ritorno al nostro caro Giappone, non le sarà discaro un breve riassunto del lavoro incessante fatto in questo anno missionario (30 Giugno 1946-1 luglio 1947). V’è davvero da benedire il Signore! La statistica della Prefettura apostolica dà questi dati generali:


Amministratore Apostolico 1

Sacerdoti missionari 19

Aspiranti e Chierici 18

Relig. giapponesi25

Relig. straniere11

Novizie e postul.37

Orfanot. (5) allievi 350

Ospizi vecchi (2) ricov. 20

Ospedale cattol. (1) ric.40

" consulti 1200

" visite a domic. 350

Scuole elem. (2) allievi169

Scuola media (1) allievi155

Asili d’inf. (3) all.250

Scuola educ. Giovani 25

Cattolici1979

Catecumeni 154

Battesimi446

Cresime131

Comun. pasquali1450

" di devoz128.365

Matrimoni fedeli20

" misti14

Defunti155

Immigrati107

Emigrati34

Oratori riattiv. (2) all. 150


Sono in via di organizzazione in ogni parrocchia le associazioni di carità, di azione cattolica e di devozione, i nostri cari oratori, le vocazioni pel Seminario indigeno (ridotte agli estremi per le perdite di guerra; sono rimasti due allievi).

Confrontando i dati dell’anno precedente si nota un consolante aumento valutato così: cristiani 170, catecumeni 40, battesimi 245, comunioni 49.588, matrimoni 16. Il nuovo orientamento democratico dato all’Impero, la libertà religiosa concessa, le scuole elementari interne concesse ai nostri orfanotrofi, e soprattutto l’attività e lo zelo apostolico dei nostri missionari, delle Figlie di Maria A. e delle Suore giapponesi della Carità, sono i fattori di questo aumento, tanto più notevole se si pensa che la nostra missione è fra le più lontane dal movimento progressista moderno e più tenacemente attaccata alla tradizione antica.

Ci avviciniamo (1949) al 4° centenario dell’entrata di S. Francesco Saverio in Giappone. Oh, potessimo in questa cara missione, che fu splendido campo di apostolato evangelico del Santo e dopo di lui ancor più dei suoi confratelli gesuiti, presentare alla Chiesa, almeno quadruplicati, gli effetti del lavoro missionario! Ci aiutino l’apostolo dell’Oriente e le preghiere dei buoni!

Non è meno consolante il risultato dell’attività dei nostri confratelli nella zona di Tokyo. Non mi sono ancora pervenuti dati statistici, ma dalle parziali notizie avute, risulta che continua attivissimo il lavoro per la buona stampa. Lusinghieri apprezzamenti sui giornali delle opere edite dalla nostra Società D. Bosco; la stampa del nuovo catechismo per tutto il Giappone (90.000 copie); oltre una mezza dozzina di nuovi libri per la fine d’anno, fra cui “meditazioni giornaliere” di Mons. Ogiwara, di cui era sentito urgente bisogno per le comunità religiose; il “Ricordo materno” di P. De Sanctis (in gran formato); l’inizio della collana filosofico-pedagogica, ecc. Oh, potessimo avere montagne di carta!

Va sempre più riorganizzandosi il lavoro nelle varie nostre opere esistenti, specie il nostro caro Orfanotrofio D. Bosco, che comincia a dare (come la scuola media di Miyazaki, la scuola professionale e l’Oratorio D. Bosco a Tokyo, l’orfanotrofio di D. Bosco a Nakatsu) buoni risultati di conversioni. E sentisse questi cari giovani come pregano, cantano bene in latino, in italiano e… manco a dirlo… in giapponese! Ne resterebbe ammirato e commosso. E pensare che un anno fa erano spersi fra le macerie di Tokyo, di Osaka… erano inquadrati in associazioni organizzate, ed avviate al furto, alla mala vita! Ah, D. Bosco, D. Bosco!

Mi scrive il nostro bravo D. Barbaro da Tokyo: “Il lavoro catechistico cresce ogni giorno più fra noi allo studentato, alla scuola, negli Ospedali. Ah, avessi una moto! E non glielo dico per ridere, sa!: si tratta di duplicare il lavoro. Si chiedono conferenze e catechismo ad una scuola di medichesse-dentiste, circa 400; alla scuola di taglio (abiti), circa 100, ad Ikebukuro, ad Akabane, ecc. Dire di no, quando si presentano queste belle occasioni, proprio duole il cuore…”. Certo, veicoli più veloci, non legati alle esigenze di orario, sarebbero utilissimi, per non dire necessari anche a tanti dei nostri missionari per la visita mensile ai cristiani distanziati dalla parrocchia centrale, con risparmio di tempo, con moltiplicazione di lavoro. Passo l’idea a Lei, perché si rifletta su qualche anima buona che potesse contribuire, in qualche modo, alla motorizzazione veloce del Catechismo fatto dai Salesiani in Giappone.

Quelli dell’altra sponda non stanno certo colle mani in mano. Mi scrivono dalla Missione che i Protestanti, ad es., incaricano ogni famiglia con cui hanno relazione a radunare i ragazzi del vicinato – si legge la Bibbia – si fa un racconto – si insegnano canti, ecc.

La buona volontà di tutti i suoi figli lontani non vuol tralasciare nessuno dei mezzi che nel nuovo clima ricostruttivo del Giappone vengono presentandosi – non vogliono perdere nessuna delle buone occasioni che la Provvidenza consiglia o mette loro in mano – abbracciano con gioia i sacrifici quotidiani cui sono sottoposti, pur di riuscire ad ogni costo e usque in finem a compiere il loro dovere. Li benedica tutti. A nome di tutti poi accolga i più sentiti e cordiali auguri di feste Natalizie e di Capodanno, e si degni trasmetterli ai Superiori e fratelli nostri e ai nostri amati benefattori. Ma sopra tutti non dimentichi il suo povero


D. Vincenzo Cimatti, sales.

3517 / Ziggiotti Renato / 1947-11-… /


a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane



Appunti biografici sul Rev.mo D. Cerruti32



Torino, novembre 1947


Fonti: vi deve essere molto materiale in archivio a Valsalice (anche archivio scuola-pratiche del pareggio).

Se non erro ho letto molto di quelle notizie in Annali (?) o in biografia o discorso funebre su Don Cerruti.

Molte notizie dovrebbero essere in Cronache o Archivio di Nizza (tutte le pratiche del pareggio). Madre Gamba che ora è a Novara dovrebbe sapere cose interessanti. Le suggerii di scrivere: ma bisognerebbe uno che la interrogasse e scrivesse.


Di quanto grosso modo ricordo:


  1. La sua devozione al S. Cuore – era uno dei temi prediletti delle conferenze – fu la base delle pratiche dei pareggi del normale e liceo – fissò quanto si doveva fare nella festa di ringraziamento al S. Cuore e in seguito (era una lunga lettera scritta di suo pugno, che se ben ricordo lessi pubblicamente) e mi pare di averla riveduta o negli Annali e altrove.

  2. Sua proverbiale non puntualità ubique.

  3. Sua tattica nel risolvere le questioni, nell’avvicinare persone da cui dipendeva la soluzione di problemi a lui affidati. Era vero figlio di D. Bosco:


  1. sicurezza che la questione fosse della maggior gloria di Dio,

  2. perseveranza, pazienza, tenacia e preghiera nell’affrontare gli ostacoli – se non era possibile pel momento sormontarli, girava attorno. Ad es. per mettersi in relazione con personaggio influente nella questione del pareggio scuole, cominciò ad acquistare libri scritti da quell’uomo – inviò i suoi scritti e dopo lungo tempo iniziò relazioni dirette.

  3. poche parole – molti fatti. Non parlò se non ad affari finiti.

  4. tienti amico il potente a ché non ti nuoccia.


  1. Assertore della scuola libera – e della pedagogia tradizionale italiana. Vedere i suoi scritti non molto conosciuti – poco nota, ad es., da noi eppure assai apprezzata dagli studiosi, la sua storia della pedagogia. Non ricordo bene se sue, le lettere ad un certo Michel (?).

Le comunicazioni date come Consigl. Scolastico generale non sono che un continuo richiamo a questi principi e a quelli di D. Bosco.

  1. Attentissimo alla sodezza dei principi educativi cristiani. Ricordo che nella prolusione all’inizio dell’anno fatta dal sottoscritto (come si usava allora e a cui egli assisteva sempre) avendo parlato dell’educazione della volontà, delle abitudini, e forse sembrandogli che il mio discorsetto puzzasse un po’ alla protestante (era il quarto d’ora di Forster), nella sua conclusione batté forte sulla necessità della grazia a rafforzamento della volontà – e me ne parlò anche in privato.

Come pure alla serietà e rispetto con cui si debbono circondare le materie e gli insegnanti delle medesime.

In una cantata, in occasione di non so quale festa, musicai uno scherzo brindisi in cui si rideva della filosofia ed emergeva qualche frase (ad es. metaphisici curandi sunt elleboro) che poteva essere malamente interpretato od allusivo a stato di cose o di persone. Pur congratulandosi, mi consigliò di mettere in archivio e non eseguire mai più quel pezzo. (Un altro pezzo: “Venerabilis barba” mi era stato prima messo all’indice dall’indimenticabile Don Rua).

  1. Nel parlare in pubblico e in privato dava l’impressione e della buona preparazione e della sicurezza e serietà delle questioni – voce grave, lenta senza esagerazione e senza incertezze di parola.

  2. Calligrafia… era frase del suo segretario per molti anni D. Ubaldi (penso che D. Borino fu anche suo segretario… se ben ricordo) “per leggere la scrittura del Sig. D. Cerruti bisogna essere in grazia di Dio”.

  3. Ogni anno mi faceva fare l’elenco degli studiosi di musica per determinare la scelta dei maestri di musica nelle destinazioni del personale. Era per me e per gli allievi un buon incentivo per l’insegnamento e per uno studio più serio della musica.

  4. Nei dolorosi fatti di Varazze parve forse a lui affidata la cura della stampa (notizie in materia), lo si coglieva in ufficio, raccolto, calmo, in meditazione passeggiando per la camera.

  5. Quando gli si baciava la mano, stringeva fortemente tra la sua con un sorriso – poche parole a seconda del caso: “bravo – prega”, ecc.


Per ora non ricordo altro, caro D. Renato. Prega per


D. Vincenzo Cimatti, sales.

Da Pordenone… quanti ricordi!



3518 / Ricaldone Pietro / 1947-12-9 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Torino, 9 dicembre 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Mentre faccio fervide preghiere e auguri di completo ristabilimento, eccole breve relazione della festa familiare del Primo Centenario dell’Oratorio S. Luigi.

Ore 9: Messa solenne. Pienone di Oratoriani – di ex-allievi – di zelatrici e dame patronesse – Comunioni, Comunioni, Comunioni!

Benedizione di una modestissima lapide-ricordo nell’atrio d’entrata dell’Oratorio da Via Ormea.

Ho portato la calda adesione del Ven.mo nostro Rettor Maggiore ed anche mi sono arrogato di dare a nome suo la benedizione di Maria A.

Ore 10, 30: riunione ex-allievi e benefattori. Commemorazione. A suo nome pure ho detto che pur essendo l’Oratorio di S. Luigi, superficialmente parlando, dev’essere (come mi pare sia davvero) un bell’alveare in cui, come fanno le api, si lavora, ci si difende dai nemici, e si produce miele di ottima qualità. Così si compirà in pieno il programma assegnato da D. Bosco nel dare all’Oratorio, come Patrono, S. Luigi. Si annunciò che la festa esterna si celebrerà in maggio.

Vermouth… che ho bevuto anche per Lei.

Alle 11.30: feci breve visita all’antico Oratorio S. Giuseppe, ove buon gruppo di ex-allievi si erano radunati per sentire la voce del loro nuovo Parroco di S. Pietro (che pare voglia ripigliare con forza il lavoro di quest’oratorio parrocchiale e riunirsi in associazione). Ne informai il Rev.mo Sig. D. Seriè.

Portai anche il suo saluto, ed avendo essi saputo che il nostro R. M. era stato catechista in quell’Oratorio, mi pregarono vivamente che facessi pressione perché Lei si degnasse di accettare la carica di presidente onorario.

Alle 16: funzione in chiesa.

Alle 17: Accademia commemorativa della festa dell’Immacolata e del Centenario.

A sera: recita di gala. Deo gratias!

Faccio come mi dice per la questione del Catholic Digest e ne scrivo a D. Margiaria.


Ho fatto il mio Esercizio di buona morte. Per il mio RENDICONTO, grazie a Dio, mi pare di essere a posto materialiter et spiritualiter.

Continuo il lavoro per rassodarmi nella meditazione ed esame di coscienza.

Notizie buone dalle case del Giappone. Sto lavorando anche per le lunghe pratiche per la partenza.

Oggi, secondo il desiderio dei Superiori, parto per Roma, per riferire e gridare forte. Sarò di ritorno per il 21 c.m. si talis est voluntas Dei.

Benedica me e i miei, e non si dimentichi mai, come sempre la ricorda il


suo aff.mo

D. Vincenzo Cimatti, salesiano

3519 / Grigoletto Giuseppe / 1947-12-14 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Roma, 14 dicembre 1947

Carissimo,


In giro al solito; ho da rispondere alla tua carissima del 4 c.m. Pel 21 devo essere a Torino per una conferenza affibiatami da D. Ziggiotti.

Grazie delle belle spiegazioni sull’Assunta. Te beato che ti puoi e sai addentrare… Scritto ai Cerrato e a Frasek.

Pel calice come credi (certo che averlo andrebbe anche bene). Scriverò a D. Manione per i cristalli (che farò inviare a te).

Per la reliquia non saprei… sono diventate rarissime… proverò da D. Giraudi.

D. Fedel ricorda con piacere la zucca baruca. Per Tolmezzo e paesi circonvicini non posso dirti se non quando potrò sapere approssimative la data di partenza. A te, a tutti quanti conosco buon Natale e Capodanno.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.


P.S. Prega e lavora a glorificare Maria.

3520 / Masiero Ottavio / 1947-12-14


a Ottavio Masiero, salesiano laico, missionario in Giappone



[Roma], 14 dicembre 1947

Carissimo Ottavio,


Ho sott’occhio la tua in unione a quella del buon P. Gerardo.

Ti ho ricordato al 20 e a S. Omobono, insieme al tuo amico… (non ricordo il titolo patetico che gli dai).

Mi dispiace che gli affari di Rosso in stalla non vadano a gonfie vele…

Se non sono accuse, deve essere perché – come scrive Acerbi – non tratta bene i vener. teologi.

Oggi (14) sono al Pio XI. I due capi laboratorio sarti mi parlano di te e ti salutano.

Tu sii fermo nei tuoi propositi, allegro, laborioso.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.

3521 / Fumasoni-Biondi / 1947-12-16 /


a Sua Eminenza Card. Fumasoni-Biondi, Prefetto di Propaganda Fide



Roma, 16 dicembre 1947


Perdoni l’E.V. la libertà che mi sono presa nel presentare questo povero memoriale riassunto.

È il figlio ossequiente che sa di parlare al Padre cui sta tanto a cuore il bene della Chiesa, è il figlio che affida al cuore del Padre quanto può essere da Lui vagliato, controllato, consigliato e corretto.33

Prostrato al bacio della S. Porpora. ecc.

D. V. Cimatti, sales.

Ispettore Opere Sales. in Giappone




Roma, 16 dicembre 1947

Eminenza Reverendissima,


Animato dalla paterna bontà con cui l’E.V. mi accolse nell’udienza dell’undici c.m. oso presentare un memoriale, che riassuma le condizioni di fatto in cui noi missionari salesiani, dal trapasso del potere ecclesiastico al Clero indigeno, ci siamo trovati e ci troviamo nelle nostre relazioni col medesimo clero.

Tale riassunto servirà non foss’altro per la storia, e nello stesso tempo darà modo all’E.V. di coordinare quanto fu certo manifestato anche in altre relazioni, e di poter così dare ai missionari (specialmente salesiani) quei consigli di indirizzo generale o particolare sempre tanto attesi da tutti e tanto utili al bene delle missioni.

Come già l’E.V. conosce, quando nel 1938 si addivenne alla sostituzione della Gerarchia ecclesiastica tenuta dai Missionari stranieri al Clero indigeno, cominciò per la Prefet. Apost. di Miyazaki un periodo penosissimo di dolori materiali e spirituali, causati vuoi dalla guerra, vuoi dal modo di agire davvero inspiegabile dell’Amministratore Apostolico Mons. Ideguchi Ittaro verso la massima parte dei missionari salesiani della zona di Miyazaki. A Lui si unirono anche due dei sacerdoti indigeni che lavoravano nella missione ed un gruppetto di cristiani.

Sono molteplici le cause che si possono addurre per tentare di dare una spiegazione agli avvenimenti. Alcune sono proprie del carattere giapponese:


  1. Il carattere personale dell’Amminis. Apostolico.

  2. Fanatismo patriottico, che, specialmente in tempo di guerra vedeva anche nel missionario straniero la spia, l’elemento pericoloso alla nazione, quindi da immobilizzare, da eliminare.

  3. Desiderio di onori, di comando insito in questo clero, che si adombra per la presenza e per il lavoro di chi forse ha doti migliori e più possibilità di lavoro.

  4. Adattamento opportunistico alle circostanze.

  5. Compromessi o asservimento pauroso (specie in tempo di guerra) alle autorità civili e militari che, certo (ed è naturale il pensarlo), avranno fatto enormi pressioni fisiche e morali per riuscire a sbarazzarsi dello straniero a qualsiasi categoria egli appartenesse.

  6. L’amor proprio che, una volta ferito, non si rimargina forse mai completamente nel cuore del giapponese il quale, per non perdere la faccia, difficilmente dà indietro nelle decisioni prese, anche se sbagliate.


Il Prefetto Apost. straniero uscente, nel fare la consegna amministrativa all’Am. Apost. giapponese che entrava in carica, non lasciava nessun debito, ma neanche nessun deposito alla mano: si iniziò da questo punto il primo scontro.

Il sottoscritto, Pref. Apost. uscente, per dar lavoro ai suoi confratelli, domanda aiuto non solo al nuovo Ammin. Apost., ma anche agli altri. No! recisi e porte chiuse da tutte le parti.

Se non si può vivere di risorse proprie si esca dalla missione – si riinviino i ragazzi, si chiudano le case – i missionari salesiani vivano del lavoro dei campi. Per la Pref. Apost. essere sufficienti due soli missionari. Si domandò che in caso di sfratto dalla casa che si abitava e che si esigeva dall’Ammin. Apost. fosse evacuata, si concedesse ai missionari altra casa e mezzi sufficienti per vivere. Non essendosi aderito a queste giuste richieste, i missionari restarono fermi al loro posto, ottemperando anche così agli ordini e raccomandazioni di Propaganda Fide (avuti in occasione del trapasso dei poteri) e a quelli del loro superiore religioso.

Allora l’Ammin. Apost. col coro dei sacerdoti indigeni, in privato, in pubblica chiesa, inter missarum solemnia e altre funzioni, negli Istituti salesiani davanti agli allievi, si abbandonarono a volgari e plateali diffamazioni contro i missionari salesiani stranieri, che non vogliono obbedire; denigrarono il loro apostolato; il loro sistema educativo.

L’Amministratore Apost. proibì ai cristiani, sotto pena di nullità, di servirsi dei missionari predetti, ed infine sospese per un anno i sacerdoti dalla S. Messa ed amministrazione dei Sacramenti. E non ci fu verso di far ritrarre l’Ammin. Ap. da quanto aveva stabilito1.

Pur essendo chiaro che canonicamente tale pena non aveva effetto, sono state indicibili le torture spirituali che hanno afflitto l’anima di quei poveri missionari, tanto più unite a quelle della prigionia e dell’internamento.

E fu proprio nella dolorosa contingenza dell’imprigionamento dei missionari che l’Amminis. Apost. prese possesso della Scuola, nominò il nuovo Direttore, persuaso che per i missionari la era finita. Il ritorno loro impreveduto in sede, tramutò l’inno della vittoria in nuove forme di torture per i missionari (sopra accennate).

La S. Congregazione di Prop. Fide informata degli avvenimenti (di cui a voce e per iscritto tenni sempre informati S.E. il Delegato Apost., l’Arciv. di Tokyo e il Vescovo di Osaka, come rispettivi Capo e Segretario della nuova organizzazione della Chiesa cattolica di fronte alla legge delle religioni) cambiò l’Amminis. Apos. Mons. Ideguchi con S.E. Mons. Fukahori, Vescovo di Fukuoka.

Ma i missionari salesiani in Giappone intendono di unirsi anche alla presente mia relazione:


  1. Per protestare altamente di questi dolorosi avvenimenti che colpirono in pieno il loro onore e la loro dignità di sacerdoti e di religiosi;

  2. Per deplorare il male avvenuto a tante povere anime, perché, pur di non lasciare lavorare i missionari stranieri, si lasciavano i cristiani senza Messa, senza sacramenti e senza istruzione religiosa;

  3. E per segnalare infine lati troppo caratteristici e reali del clero giapponese, che danno luogo a gravi conseguenze e impediscono quell’intesa e cooperazione col clero indigeno tanto necessaria per fare un po’ di bene specie nell’apostolato missionario.


  1. S.E. il Delegato Apost. non vive la vita del missionario straniero: è tutto per il Clero indigeno. Ad onore del vero si è trovato in momenti terribili di avvenimenti – e malaticcio – è stanco2.

  2. Il clero indigeno non vede di buon occhio i religiosi perché (lo si pensa e si dice) portano via vocazioni ed offerte.

  3. Da parte del Clero indigeno si fanno vere pressioni morali per impedire le vocazioni, tanto per l’elemento maschile che femminile, fino ad andarle a riprendere nella casa religiosa, se entrate in casa religiosa senza il permesso “inaudito parroco”.

  4. Con tanto bisogno di missionari in Giappone, e se ne sollecita la venuta dall’estero, fa pena il vedere Vescovi stranieri, ancora in piena efficienza di forze (S.E. Mons. Chambon già Arciv. di Yokohama, Mons. Breton Vescovo di Fukuoka), ridotti a semplici cappellani di suore ( S.E. Mons. Ross, Vicario Apost. S. J., insegnante di latinetto ai principianti).

  5. Il clero indigeno è scarso di numero (150?). Mantiene fondamentalmente i caratteri accennati all’inizio della relazione – per troppi di loro fu affrettata o inadeguata la preparazione e la posizione di lavoro. I religiosi e missionari stranieri vogliono lavorare. Non è possibile trovare una soluzione che dia modo al Clero indigeno (pur conservandogli la gerarchia) di lavorare quanto può, e contemporaneamente dia modo al clero religioso missionario di continuare con santa libertà il lavoro iniziato con lo spirito della relativa Congregazione cui appartiene, spirito il più delle volte non compreso e non seguito dal clero indigeno secolare, e lavoro di cui ebbe formale mandato quando fu chiamato dalla S. Sede in terra di missione?3

  6. Nelle attuali condizioni i religiosi di Congregazioni esenti vengono a trovarsi alle dipendenze di Ordinari indigeni, che in tante cose non possono comandare senza entrare in urti canonici o cadere in contraddizioni collo spirito della Congregazione religiosa stessa, loro soggetta pel fatto della missione, missione “quae est concredita ordini vel religiosae institutioni”.

  7. Dal punto di vista amministrativo poi l’Amminis. apostolico indigeno, agli effetti della distribuzione dei sussidi mensili, provvede ad un solo missionario che nomina parroco, e dà a questo solo (quando lo dà, che ad es. nella Pref. Apost. di Miyazaki non fu, né si percepisce) il sussidio mensile.

La vita religiosa porta con sé che nelle residenze missionarie convivano almeno due o tre confratelli, che essi pure lavorano nella missione e per la missione. Non sembra opportuno e giusto che chi provvede al parroco, provveda pure al personale ausiliare?


Queste ed altre considerazioni che l’E.V. conosce certamente da altri missionari del Giappone, danno l’impressione che in Giappone ci siano, starei per dire, due Chiese, per cui si rende assai difficile l’intesa e la cooperazione.

Perdoni l’E.V. la libertà che mi sono presa nel presentare questo povero memoriale riassunto.

È il figlio ossequiente, che sa di parlare al Padre, cui sta tanto a cuore il bene della Chiesa, è il figlio che affida al cuore del Padre quanto può essere da Lui vagliato, controllato, consigliato e corretto.

Prostrato al bacio della s. porpora ecc.


D. V. Cimatti, sales.

Ispett. Opere Sales. in Giappone



3522 / Fumasoni-Biondi / 1947-12-16 /


a Sua Eminenza Card. Fumasoni-Biondi, Prefetto di Propaganda Fide



Roma, 16 dicembre 1947

Eminenza Reverendissima,


Animato dalla bontà paterna con cui l’E.V. mi accolse nell’udienza dell’11 c.m. oso presentare un memoriale che riassuma le condizioni di fatto in cui noi religiosi missionari salesiani, nel trapasso del potere eccles. al clero indigeno, ci siamo trovati e ci troviamo nelle nostre relazioni col clero indigeno.

Tale riassunto servirà non fosse altro per la storia, e nello stesso tempo darà modo all’E.V. di coordinare quanto fu certo manifestato anche da altre relazioni, e di poter così dare ai missionari (specialmente salesiani) quei consigli d’indirizzo generale o particolare sempre tanto attesi da tutti e tanto utili al bene delle missioni.

Come già l’E.V. conosce, quando nel 1938 (1940) si addivenne alla sostituzione della Gerarchla ecclesiastica tenuta dai missionari stranieri col Clero indigeno, cominciò per la Prefettura Apost. di Miyazaki un penosissimo periodo di dolori materiali e spirituali causati dalla guerra e dall’inspiegabile modo di agire dell’Ammin. Apos. verso la massima parte dei missionari sales. della zona di Miyazaki; all’Ammin. Ap. si unirono anche due dei sacerdoti indigeni che lavoravano nella missione ed un gruppo di cristiani.

Sono molteplici le cause che si possono addurre per tentare di dare una spiegazione agli avvenimenti. Alcune sono proprie del carattere giapponese: fanatismo e patriottismo che specialmente in tempo di guerra vedeva anche nel missionario straniero la spia, l’elemento pericoloso alla nazione, quindi da fuggirsi, da immobilizzare, da eliminare.34


  1. Carattere personale dell’Amministratore apostolico.

  2. Desiderio di onori, di comando insito in questo clero che fa adombrare per la presenza e per il lavoro di chi forse ha più doti o più possibilità di lavoro.

  3. Adattamento opportunistico alle circostanze.

  4. Compromesso o asservimento pauroso (specie in tempo di guerra) alle autorità civili e militari, che certo (ed è naturale pensarlo), avranno fatto enormi pressioni fisiche e morali per riuscire a sbarazzarsi dello straniero a qualsiasi categoria appartenesse.

  5. L’amor proprio che, una volta ferito, non si rimargina mai completamente nel cuore del giapponese che, per non perdere la faccia, difficilmente dà indietro nelle decisioni prese, anche se sbagliate.


Il Prefetto Apostolico uscente nel fare la consegna amminist. all’Ammin. Apost. non lasciava nessun debito, ma anche nessun deposito alla mano. Si iniziò così il primo scontro.

Il Pref. Apos. uscente domandava aiuto, per dar lavoro ai suoi confratelli, non solo al nuovo Amminis. Apost. ma anche agli altri. No, recisi e porte chiuse da tutte le parti. Se non si può vivere colle proprie risorse si esca dalla missione, si chiudano le opere – rinviare i ragazzi, coltivare i campi – essere sufficienti per la Prefettura Apost. due missioni solo. Si domandò che, in caso di sfratto dalla casa in cui si abitava e che si esigeva dall’Amm. Apost., si desse ai missionari altra casa e mezzi per vivere; in forza anche degli ordini e raccomandazioni di Propaganda Fide avute in occasione del trapasso, e a quelle del loro Sup. Rel. Essi restarono fermi.

Allora l’Amminis. Apos. col coro dei sacerdoti indigeni, in privato, in pubblica chiesa inter missarum solemnia e altre funzioni, negli Istituti sales. davanti agli allievi, si abbandonarono a volgari e plateali diffamazioni contro i missionari stranieri, che non vogliono obbedire; denigrando il loro apostolato, il loro sistema educativo. L’Amminis. Apost. proibì ai cristiani, sotto pena di nullità, di servirsi dei missionari per i Sacramenti ed infine sospese per un anno i sacerdoti dalla Messa ed amministrazione dei sacramenti. E non ci fu verso di far ritrarre l’Amministrat. Apost. da quanto aveva stabilito.

Pur essendo chiaro che canonicamente tale pena non aveva effetto, sono state micidiali le torture spirituali che hanno afflitto l’animo di quei poveri missionari, tanto più unite a quelle della prigionia e dell’internamento.

Fu nella dolorosa contingenza dell’imprigionamento dei missionari che l’Amminis. Ap. prese possesso della Scuola, nominò il nuovo Direttore persuaso che era finita per i missionari. Il ritorno dei missionari tramutò l’inno di vittoria in nuove forme di tortura per i missionari.

La S. Congregazione informata degli avvenimenti (informata dal Delegato Apos. Mons. Doi e Mons. Taguchi) cambiò l’Amministratore Apost. con un altro – ma i missionari religiosi salesiani intendono di unirsi anche alla mia povera relazione:


  1. Per protestare altamente di questi dolorosi avvenimenti che colpirono in pieno il loro onore e la loro dignità di religiosi e sacerdoti, che fecero tanto male alle anime, perché, pur di non lasciare lavorare i missionari stranieri si lasciarono i cristiani senza Messa e sacramenti – senza istruzione religiosa.

  2. Deplorare, col far presente all’E. V., alcuni punti che impediscono quell’intesa e cooperazione col clero indigeno tanto necessaria a fare un po’di bene specie nell’apostolato missionario.

  3. Segnalare lati troppo caratteristici e reali dei giapponesi che possono dar luogo a gravi inconvenienti.


  1. S.E. il Delegato Apostolico non vive la vita del missionario straniero: è tutto per il clero indigeno. Ad onore del vero si è trovato in momenti terribili di avvenimenti – è malaticcio – stanco.

  2. Il clero indigeno non vede di buon occhio i religiosi perché (si pensa e si dice) portano via vocazioni ed offerte.

  3. Per le vocazioni si constatano da parte dei membri del clero indigeno vere pressioni morali per impedirle, fino ad andare a riprenderle dalle case religiose se entrate senza il loro permesso in religione o comminando pene canoniche ai genitori che danno il permesso “inaudito parrocho”.

  4. Con tanto bisogno di missionari in Giappone, e se ne sollecita la venuta dall’estero, fa pena il vedere Vescovi stranieri, ancora in piena efficienza di forze (S.E. Mons. Chambon, S.E. Mons. Breton, vescovi rispettivamente di Tokyo e di Fukuoka) ridotti a semplici cappellani di suore; S.E. Mons. Ross, S. J., insegnante di latinetto ai principianti. Il clero indigeno è scarso di numero (150?), mantiene fondamentalmente i caratteri sopraindicati – per troppi di loro fu affrettata e inadeguata la preparazione e la posizione di lavoro; i religiosi hanno voglia di lavorare. Non è possibile trovare una soluzione che dia modo al clero indigeno (conservi pure la acquisita gerarchia) di lavorare quanto può e contemporaneamente al clero religioso missionario di continuare con santa libertà, con lo spirito della rispettiva Congregazione cui appartiene (il più delle volte non compreso e non seguito) di compiere il lavoro di cui ebbe formale mandato quando fu chiamato dalla S. Sede in terra di missione?

  5. Nelle condizioni attuali i religiosi di Congregazioni esenti vengono a trovarsi nella condizione di sottostare alle dipendenze di Ordinari che in tante cose non possono comandare senza entrare in urti canonici o cadere in contrasti collo spirito della Congregaz. religiosa stessa loro soggetta pel fatto della missione. E dal punto di vista amministrativo poi l’Amminis. Apost. Indigeno, agli effetti della distribuzione dei sussidi mensili, provvede a un solo missionario che nomina parroco, e dà a questo solo (quando lo dà) il sussidio mensile.


La vita religiosa porta con sé che nella residenza missionaria convivano almeno due o tre confratelli, che essi pure lavorano nella missione e per la missione. Non sembra giusto ed opportuno che chi provvede al parroco provveda pure al personale ausiliario?

Queste ed altre considerazioni che a V. E. saranno forse pervenute anche da altri missionari del Giappone, danno l’impressione che in Giappone ci siano, starei per dire, due Chiese, per cui si rende assai difficile l’intesa e la cooperazione.

Perdoni l’E.V. la libertà che mi sono presa nel presentarle questo povero memoriale-riassunto. È il figlio ossequiente che sa di parlare col Padre, cui sta tanto a cuore il bene della Chiesa; il figlio che affida al cuore del Padre quanto può essere da lui vagliato, controllato, consigliato e corretto.

Prostrato al bacio della S. Porpora domando per me e per i miei l’apostolica benedizione.

Dell'Em.V. Rev.ma

Servo umilissimo

D.V. Cimatti

3523 / Costantini Celso / 1947-12-16 /


a S. E. Mons. Celso Costantini, Segretario di Propaganda Fide



Roma, 16 dicembre 1947

Eccellenza Reverendissima,35


Sono ancora sotto la soave impressione della paterna accoglienza esperimentata nell’udienza concessami dall’E.V. il 13 c.m. ed animato dalla benevolenza dell’E.V. oso presentare questa domanda, affidandola alla bontà del Suo cuore.

Secondo quanto l’E.V. si degnò manifestarmi resterebbe provveduto al conveniente sussidio per i missionari salesiani. Ed è con vera soddisfazione che ho accolto la decisione, perché dal passaggio della gerarchia ecclesiastica al clero indigeno in Giappone, i missionari della Pref. Apos. di Miyazaki, concredita ai Salesiani di D. Bosco, non ricevettero mai sussidi dal Rev.mo Amminis. Apost., i1 quale si era riservato di pagare soltanto le eventuali tasse di assicurazioni (ed ora anche queste furono lasciate scadere tutte), e per tempo brevissimo un sussidio irrisorio a due missionari non riconosciuti come parroci. Come l’E.V. conosce, l’Amminis. Apost. agli effetti del sussidio mensile nelle singole residenze non riconosce che un solo missionario, ma non dà il sussidio – ed il missionario deve vivere con quanto può ricevere dai cristiani, il che è certo insufficiente alla vita.

Per i missionari aggiunti, che pur lavorano nella missione e per la missione, ha dovuto provvedere il Superiore religioso, e, per necessità, il missionario personalmente con lavoro in altri campi, a discapito evidente del lavoro di apostolato. La presa decisione speriamo metterà fine a questo stato increscioso di cose. Come l’E.V. mi consigliò, pregai Mons. Nigris a prendere nota della decisione nei riguardi della Prefettura Apost. di Miyazaki.

La domanda attuale viene presentata dal povero sottoscritto, che, dopo aver rinunciato alla carica di Pref. Apost. in favore del Clero indigeno, è rimasto superiore religioso delle Opere salesiane in Giappone. Ed è per queste opere che imploro un sussidio speciale dalla Congregazione di P. F.

In causa della guerra e dei tifoni l’Orfanotrofio D. Bosco di Nakatsu e il Seminario di Miyazaki furono completamente distrutti. Le altre opere salesiane a Tokyo (parrocchia, scuola profess.) danneggiate assai. I lunghi anni di guerra, la distruzione per bombe incendiarie di cinque residenze missionarie hanno lasciato i confratelli in condizioni di vestiario, di mezzi di studi e di lavoro veramente deplorevoli.

Questi religiosi (circa 60) sia pure che si considerino in posizione ausiliaria, lavorano come quelli riconosciuti ufficialmente come missionari, tanto nella missione come a Tokyo e fuori.

Nel dopo-guerra furono annunciati i caritatevoli sussidi del S. Padre in favore del Giappone – dalle autorità ecclesiastiche ci si fecero riempire moduli, fare fotografie e ripetute richieste, ecc. ecc.

Posso assicurare che né i missionari salesiani della Pref. Apost. né le loro opere, né i Salesiani di D. Bosco né le loro opere, percepirono alcun sussidio anche minimo.

Domandare agli Ordinari giapponesi è inutile, sollecitare la pubblica carità ne siamo impediti dagli Ordinari stessi per i soliti vani timori (e così non riceviamo noi né loro perché non domandano).

Dunque nella necessità in cui mi trovo, non temo di presentare questa domanda per ottenere uno speciale sussidio, che venga incontro agli impellenti bisogni del momento.

Le condizioni di vero abbandono anche amministrativo missionario in cui ci siamo trovati da un decennio e in cui da anni ci troviamo, dopo il passaggio all’Amministrazione indigena, muovano l’E.V. a venire in aiuto agli ausiliari missionari salesiani.

Questo caritatevole riconoscimento conforterà ed animerà tutti ad un sempre maggior lavoro d’apostolato e lenirà, almeno in parte, le presenti necessità.

Col più profondo ossequio…

D. V. Cimatti, sales.

Ispettore Opere Sal. in Giappone


[Minuta della medesima lettera, con alcune correzioni]



Roma, 16 dicembre 1947

Eccellenza Reverendissima,


Sono ancora sotto la forte impressione della paterna accoglienza esperimentata nell’udienza concessami dall’E.V. il 13 c.m. ed animato dalla benevolenza dell’E.V. oso presentare questa domanda, affidandola alla già esperimentata in altre occasioni bontà del suo cuore.

Secondo quanto l’E.V. si degnò manifestarmi resterebbe provveduto al conveniente sussidio per i religiosi missionari. Ed è con vera soddisfazione che ho accolto la decisione perché, dal passaggio della gerarchia ecclesiastica al Clero indigeno in Giappone, i missionari della Prefettura Apost. di Miyazaki concredita ai Salesiani di D. Bosco non ricevettero mai sussidi dall’Amministratore Apost. che si era riservato di pagare soltanto le eventuali tasse di assicurazione – ed ora anche queste furono lasciate tutte scadere, e per tempo brevissimo un sussidio irrisorio a due missionari non riconosciuti come parroci. Come V.E. conosce, l’Amminis. Apost. agli effetti del sussidio mensile non riconosce nelle residenze che un solo missionario – non dà il sussidio – ed il missionario deve vivere con quanto può ricevere dai cristiani, il che è insufficiente certo alla vita.

Per i missionari aggiunti che pur lavorano nella missione e per la missione ha dovuto provvedere il superiore religioso e, per necessità, il lavoro personale dei missionari in altri campi, a discapito evidente del lavoro di apostolato. La decisione dall’E.V. presa, spero metterà fine a questo stato increscioso di cose. Come V.E. mi consigliò pregai Mons. Nigris a prendere nota della decisione nei riguardi della Prefettura Apost. di Miyazaki.

La domanda attuale viene presentata dal povero sottoscritto, che, dopo avere rinunziato alla carica di Prefetto Apost. in favore del clero indigeno, è rimasto Superiore religioso delle Opere salesiane in Giappone.

Ed per queste opere che imploro un sussidio speciale dalla Congregazione di Propaganda Fide.

In causa della guerra e dei tifoni l’Orfanotrofio D. Bosco di Nakatsu e il Seminario di Miyazaki furono completamente distrutti. Le altre opere salesiane a Tokyo (parrocchia, scuola professionale) danneggiate assai. Sono in corso le trattative per la nuova fondazione di una scuola professionale a Osaka per cui fu già inoltrata pratica di sussidio.

I lunghi anni di guerra, le distruzioni per bombe incendiarie di cinque residenze in missione hanno lasciato i confratelli in condizioni di vestiario, di mezzi di studio e di lavoro veramente deplorevoli.

Questi religiosi (una Sessantina) sia pure in posizione solo ausiliaria, lavorano come quelli riconosciuti ufficialmente come missionari, tanto nella missione quanto a Tokyo e fuori.

Nel dopo guerra furono annunciati i caritatevoli sussidi del S. Padre in favore del Giappone – dalle autorità ecclesiastiche ci si fecero riempire moduli, fare fotografie e fare ripetute richieste, ecc. ecc.

Posso assicurare che né i missionari salesiani della Prefettura Apost. e le loro opere, né i salesiani di D. Bosco e le loro opere, percepirono alcun sussidio anche minimo. Domandare all’Ordinario è inutile; sollecitare la pubblica carità ne siamo impediti dagli Ordinari stessi per i soliti vani timori (e così non ricevono né loro né noi).

Dunque nella necessità in cui mi trovo, non temo di presentare alla S. Congregazione di Propaganda Fide questa domanda di un sussidio straordinario, che venga incontro alle impellenti necessità del momento.

Le condizioni di vero abbandono anche amministrativo mission. in cui ci siamo trovati da un decennio e ci troviamo dopo il passaggio all’Amministraz. indigena, muova l’E.V. a venire in aiuto agli ausiliari missionari salesiani: questo caritatevole riconoscimento conforterà ed animerà tutti ad un sempre maggior lavoro di apostolato e lenirà almeno in parte le presenti necessità.

Col più profondo ossequio, implorando l’apostolica benedizione per me e per i miei mi professo dell’E.V. Rev.ma


D. V. Cimatti

Ispettore Opera Sales. in Giappone

3524 / Figura Giuseppe / 1947-12-16 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone


16 dicembre 1947

Carissimo D. Figura,


Speravo essere fra voi per Natale, ma pare che il Signore abbia pensato diversamente.

Sono unito con voi di preghiera, d’affetto ed auguro a tutti e singoli buon Natale e Capodanno.

Consolantissime le notizie che mi dà e degli esercizi e della Scuola e del bel lavoro compiuto nell’annata.

Insista sugli Oratori e sul lavoro per le vocazioni.

E pregate per me.

Sono nel Signore

D. V. Cimatti


Faccia le mie parti presso il buon D. Mukai.

3525 / Bernardi Angelo / 1947-12-16 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



16 dicembre 1947

Carissimo D. Angelo,


A te e ai tuoi ottime feste e buon anno ricolmo delle benedizioni di Dio.

Ti ricordo sempre. L’Italia sarebbe un Paradiso se i partiti del male non la rendessero peggio di una valle di lagrime.

Arrivederci, quando? Anima tutti ad un lavoro sodo, in profondità.

E prega per il tuo

D. Cimatti, sales.



Saluti speciali al1


3526 / Ricaldone Pietro / 1947-12-25 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Relazione D. Cimatti sulla sua andata a Roma36


25 dicembre 1947


Per espresso desiderio dei Superiori per riferire a Roma quos spectat lo stato delle cose nostre mi vi recai.


  1. Visita a S. Em. il Card. Fumasoni-Biondi, Prefetto di Propaganda Fide il 10/12/47. Si dimostrò informato delle cose nostre dalle relazioni della Delegazione Apostolica di Tokyo; elogi incondizionati dei Salesiani e del loro lavoro.

Ad osservazioni su quanto era avvenuto e avviene, concludeva con frasi ottimistiche di calma, di pazienza, che poco per volta tutto si sarebbe acquietato.

Domandò pure notizie sul precedente Amministratore Apostolico – non dimostrò egli essere colpito dall’osservazione che il medesimo risiedeva ancora a Miyazaki pur recandosi nella Prefettura per i servizi festivi.

Concluse: “Che cosa avrà ancora da fare ora che gli hanno rimpicciolita la Prefettura coll’avergli tolto le Isole del Ryukyu?”.

Che vogliano liquidarlo del tutto, con una possibile fusione della Prefettura di Kagoshima con le altre viciniori? Colla nostra? Il sottoscritto indicò a quella di Nagasaki (come si vociferava) ma non si continuò il discorso.

Mi domandò notizie del Delegato Apostolico Mons. Marella. Parlai della sua salute scossa, bisognosa di riposo dopo il periodo di stanchezza snervante del periodo bellico. Ne è più che persuaso: “Sono 24 anni di lavoro… è un po’nervosetto…”.

  1. Visita a S.E. Mons. Costantini il 13 dicembre 1947.

Accolto più che familiarmente, idem come sopra. Trattai con lui della questione amministrativa (che non si riesce cioè ad avere i sussidi neppure per il missionario riconosciuto come parroco – nulla per gli altri salesiani che pur lavorano nella missione e per la missione. Mi disse che era stato deciso che i sussidi al clero indigeno sarebbero stati dati dall’Amminist. Apost. – quelli per i religiosi, dal rispettivo Superiore religioso – essere giusto che quanti collaborano nella residenza abbiano il loro sussidio e non uno solo – era dello stesso parere anche S. Em. il Cardinale cui avevo accennato l’incongruenza e l’ingiustizia).

Si dimostrò soddisfattissimo del lavoro dei salesiani missionari (ex scientia propria). Mi inviò a Mons. Nigris (non so che posizione abbia) affinché prendesse nota di questa disposizione amministrativa per noi.

Avendo riferito a S.E. (è Vescovo) quanto sopra, mi consigliò di fare al Prefetto relazione scritta sulle cose nostre presenti e passate, e a Mons. Costantini sulla parte amministrativa “perché saranno prese in considerazione, ben ponderate dalle due autorità responsabili”. Fui contento del consiglio che corrispondeva, del resto, a quello del Ven. nostro Rettor Maggiore, e così fra parola e scritti penso che qualche cosa resterà.

Allego per la storia le due relazioni.

  1. Visitai pure l’Opera di S. Pietro pel clero indigeno, pur non avendo più la nostra Prefettura il Seminario diocesano (ci si serve di quello tenuto… dai PP. Sulpiziani di Fukuoka). Così non ci occupiamo directe dei nostri aspiranti, e inviamo subito al Seminario di Fukuoka gli altri.

  2. Visitai pure l’Agenzia Fides, cui feci brevi relazioni scritte su punti di cui mi domandarono notiziario. Erano indignati perché la Delegazione Apostolica obbligò la centralizzazione delle notizie provenienti dal Giappone che altre volte erano lasciate alla libera iniziativa dei corrispondenti delle singole missioni. E così “… Non riceviamo più nulla!”.

  3. Parlai pure col fratello di Mons. Marella, impiegato a P. F., che mi diceva pure del noto stato di salute di suo fratello, che più che un riposo momentaneo, vorrebbe un cambio di posizione, che però pare non si vegga né vicino né lontano, che lo mettesse in condizioni di poter rimettersi.

  4. Udienza dal S. Padre il 12 dicembre 1947. Fu udienza speciale nella saletta di Paolo IV. Presentato da Mons. Callori (che in precedenza volle notizie della salute del R. M. e del Sig. Don Berruti) potei intrattenermi da solo in piedi con S. S.

Gli feci breve relazione dello stato attuale del nostro lavoro missionario salesiano, delle difficoltà durante il periodo bellico e post-bellico. Se ne dimostrava commosso e incoraggiava – sperava bene del Giappone in questa ripresa del dopo guerra. Non potevo certo discendere a minuti particolari. Mi diede un dono speciale per la buona professoressa che tanto lavora e ci aiuta con penna aurea per la buona stampa – e benedisse questa speciale attività salesiana.


Oltre le benedizioni solite, gli domandai un consiglio per i confratelli salesiani e le religiose della Prefettura Apost. e a più riprese si degnò suggerire: “Vita interiore! Vita interiore! che è tanto più necessaria per il religioso nella vita attiva della missione… se no, si costruisce sul vuoto per sé e per gli altri”.

3527 / Masiero Ottavio / 1947-12-25 /


a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone



25 dicembre 1947

Carissimo Masiero,


Rispondo alla tua del 26/11 in cui scrivi anche al “Coadiutore”… domanderò e farò leggere all’Oratorio, al Rebaudengo e… spero poter raccogliere qualche cosa di quanto domandi.

Grazie degli auguri natalizi. Avrai ricevuto o riceverai notizie della visita fatta ai tuoi: trovai solo la cognata, non scrivono perché non avevano l’indirizzo e poi… tanto da fare, come te.

Per la venuta tutto dipende dai permessi e difficoltà di trovare i passi, specialmente per chi come noi… è carico di soldi.

Tutti salutano a maximo (Rettor Maggiore) usque ad minimum (pensa chi credi).

Fai presto a dire: “Porti molto…!”. Sono prezzi… un po’scendono per le cose più necessarie, ma sono sempre alti. Una veste da prete da 25 a 30 mila lire e così di seguito. I libri poi… vai a comprare con una valigia di carta moneta… torni con un pacchetto.

Mi dici che ti commuovi a ricordare tante persone. Segno che hai buon cuore… e che invecchi. Allegro sempre e laborioso… e non dimenticare il proposito.

Tuo sempre

D. V. Cimatti, sales.

3528 / Merlino Alfonso / 1947-12-25 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico già missionario in Giappone



25 dicembre 1947

Carissimo Alfonso,


L’uomo propone e Dio dispone ed anche D. Cimatti fa quel che può. Avevo desiderato ma dovetti partire subito.

È probabile possa o debba tornare: dipende dalla partenza che spero saper presto.Per eventuali offerte ora e sempre invia pure a Torino.

Per la festa che mi proponi dipenderà dalla partenza ut supra. In linea di massima accetto, ma se il parroco e solito farla in altra data, forse è meglio conservare la tradizione: potendo si potrebbe fare una conferenza.

Per il resto (per te e fratello) non temere di domandare all’Ispettore.

Per la sorella suggerisci D. Rinaldi, unisco preghiera…

Sempre tuo

D. V. Cimatti, sales.

3529 / Ricaldone Pietro / 1947-12-26 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



26 dicembre 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Mentre a nome di tutti i confratelli, allievi, Figlie di Maria Aus. e Cooperatori del Giappone presento gli auguri e le preghiere di felice Capodanno,


    1. Per il mio RENDICONTO mensile non trovo cose speciali né per la salute materiale, né per quella spirituale (constato anzi un migliore assestamento di cui mi favorisce il Signore). Sto tenendo dietro alle pratiche per la partenza mia e dei miei (purtroppo assai lenta).

Nelle case in cui sono passato attendono con impazienza la parola del Padre e i deliberati del Capitolo Generale.

    1. Per le notizie dal Giappone.

Grazie a Dio, tutti bene in salute fisica e spirituale. Ordinazione dei nostri in settembre e dicembre. Già stampate 60.000 copie di catechismo.

Un nostro salesiano giapponese minorista (Ch. Emi), avendo domandato a tutti che cosa desiderino al ritorno, mi risponde: “Desidero una cosa sola, diventare un santo prete!”.

Domande di fondazioni a Yokohama e al Nord del Giappone. Consolante numero di batte- simi e di catecumeni in missione e a Tokyo.

    1. Come da promessa unisco relazione del povero lavoro fatto a Roma. Il futuro dirà se e come Propaganda Fide prenderà posizione e decisioni al riguardo della Prefettura Apostolica affidata ai Salesiani.


Vari confratelli del Giappone ed ex-allievi d’Italia vogliono essere speciatim ricordati dal nostro Ven.mo R. M.

Ho sempre detto e dico a tutti che Lei è assai riconoscente, che benedice e prega: voglia fare anche questo pel

suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.

3530 / Manganelli Giulio / 1947-12-26 /


a Don Giulio Manganelli, missionario salesiano in Giappone



26 dicembre 1947

Carissimo D. Manganelli,


Ho passato ore deliziosissime con mamma e D. Marchio a Ponte Bosio. Arrivai con le tue indicazioni a Ponte Bosio inaspettato, di sera buia (ah! quelle stradette selciate!) accolto fraternamente. Rifocillato, lunga conversazione col parroco e giovanotti, che mi tempestavano di domande su Don Giulio e sul Giappone. Riposo… al mattino prima Messa, parlo con la Mamma. Ti assomiglia in tutto, sta bene, lavora in servizi di vario genere presso varie case. Naturalmente non aspetta che… Mi dà notizie della sorella (in Sicilia e Francia). Poi confessioni, Messa, poi colloquio con la Mamma e Don Domenico.

A parte trattai con D. Domenico la questione della mamma:


  1. La mamma desidera vederti (qui è il nodo)

  2. Al momento può lavorare e col lavoro vive e non vi sono preoccupazioni

  3. Difficilmente la mamma si adatta a lasciare il paese.

  4. Naturalmente le comari dicono: “Ma perché vostro figlio vi lascia così?”.

  5. A tua mamma raccontai della mia vecchietta che era proprio in identiche condizioni. “Tutto bene, ma io voglio vedere Giulio”, il ritornello.

  6. In necessitatibus si rivolga a D. Domenico che scriverà ai Superiori.


Aspetto risposta dall’Ispettore della Ligure per sapere eventuali case per lavoro, ricovero: ma quelle nostre sante vecchiette non si adattano tanto facilmente ad una vita chiusa, regolare… e si capisce. Ad ogni modo sta’ tranquillo: per ora tutto bene.

Coraggio Giulio. Prega e lavora per Lui, in Lui, con Lui. Allegro e in anxietatibus psallendum et cantandum est. Ti benedico.

Tuo

D. V. Cimatti, sales.



3531 / Bergamo Davide / 1947-... -.../


Davide Bergamo, exallievo di Valsalice


[1947]

[manca la parte iniziale]


[Il Signore] ricompensi, caro mio Davide, e centuplichi per te e i tuoi quanto hai fatto. Ho ricevuto anche in questi giorni relazione dei bravi Candotti e Trojero che sempre ricordano i begli anni di Valsalice. Ti penso in buona salute e sempre al lavoro. Coraggio sempre e nelle difficoltà invoca M.A. e D Bosco. Riconoscente

D V Cimatti sales



1 Si tratta del primo Capitolo Generale tenuto dopo la guerra, a cui doveva partecipare anche Don Cimatti.

2 Si tratta della scuola di Miyazaki, iniziata nell’aprile 1946.

3 Lo scritto è in accompagnamento allo schema degli argomenti da trattarsi al Capitolo Ispettoriale.

4 Si tratta di un manoscritto di Mons. Cimatti però non porta la firma.

5 Era morto in Siberia il 2 febbraio 1946. Don Del Col ne scrisse la vita.

6 Era già morto nelle Filippine il 1 novembre 1944, ma non ne era giunta la notizia. Don Del Col ne scrisse la vita.

7 Non si sa chi possa essere questo Padre mediante il quale Mons. Cimatti cercò di prendere contatto con D. Liviabella.

8 Il biglietto non porta data, ma dovette essere certamente stato consegnato a D. Bovio, Vicario dell’Ispettore nella sua assenza, prima della sua partenza per partecipare al Capitolo Generale. La partenza avvenne nella data sopraindicata. L’originale, autografo di Mons. Cimatti, non porta la firma.

Da tener presente che in questa occasione Don Cimatti portò con sé in Italia tutte le lettere e relazioni missionarie che aveva scritto durante la guerra ai Superiori e che non aveva potuto spedire per posta. Tutto qeusto materiale ci ha conservato preziosi dati della vita missonaria in quel difficile periodo.

9 Il destinatario in quel tempo si prendeva cura degli ammalati di un grande Sanatorio di Tokyo dove si recava varie volte settimanalmente e presso cui aveva formato un bel numero di cristiani.

10 Per nessuna ragione il sottoscritto avrebbe fatto viaggiare Mons. Cimatti in terza classe. Era riservata ai poverissimi, non c’era nessuna privatezza, ed era presso la stiva, quindi in posto caldissimo.

11 Manca il luogo di spedizione e l’anno in cui la lettera fu scritta: non può essere che del 1947: in questo caso è partita dagli Stati Uniti d’America.

12 In questo periodo si trovava nella casa di Tolmezzo.

13 In quel tempo tutti, secondo le loro possibilità, davano il loro contributo per i bisogni della casa. Il ch. Acerbi era incaricato in modo speciale del pollaio.

14 Si tratta dell’Orfanotrofio Salesiano di Tokyo, iniziato dove erano i resti di un campo d’aviazione giapponese, che dovette essere trasportato altrove. I chierici dettero una buona mano nei vari lavori.

15 Il ch. Secchi sapeva abbastanza bene il mestiere di meccanico e mise al servizio questa sua abilità. Il coad. Camnasio, il quale amava intavolare questioni sulla Sacra Scrittura, ecc., era falegname. Per necessità si trovava col chierico Secchi: la visuale diversa delle cose metteva i due – anche con caratteri molto diversi – spesse volte in opposizione con discussioni alquanto animate.

16 D. Giulio Manganelli, insegnante di dogma e consigliere scolastico.

17 Feste contemplate erano quelle in cui si faceva festa a tavola. Nelle antiche Regole c’era scritto che a tavola si beveva “vino o altra bevanda del genere”. Ma in Giappone c’era quasi solo té. E Rosso argutamente diceva: “Dov’è la bevanda del genere? Qui non si osservano le Regole.”

18 Don Cimatti portò con sé tutti gli articoli le lettere e i rendicondi che non aveva potuto spedire durante la guerra.

19 Lo scritto nel suo insieme rende palese lo spirito di famiglia che Mons. Cimatti, Ispettore, era riuscito a formare intorno a sé. Il consiglio da lui continuamente ripetuto di “star allegri” non era lettera morta. E poi dimostra anche come egli sapeva “allegramente” edificare e attirare al bene. Con il ch. Acerbi, Secchi, Petracco, Colussi, Fortuna erano studenti di teologia.

20 A questo punto Mons. Cimatti fa lo schizzo della posizione di ognuno dei sopra menzionati.

21 C’è anche la copia del Costumiere stesso.

22 La Sig.ra Carolina Ruppen, moglie dell’ex-allievo Aldo: ricordi lasciati scritti su immagini a lei e alla figlia, in occasione della visita fatta loro.

23 Era morto mentre Don Archimede Martelli si trovava ancora in Manciuria.

24 Quello che viene chiamato Omobono e che di cognome si chiamava Yanagihara era un sarto che per molti anni prestò i suoi servizi alla Scuola Professionale.

25 Questa fu la visita ufficiale di Don Cimatti a Faenza. Di questa visita rimangono parecchie fotografie dell’incontro con i salesiani, i suoi antichi compagni ed exallievi.

26 Don Mantegazza era incaricato della editrice Don Bosco di Tokyo.

27 Della lettera riportata qui manca la prima pagina dell’autografo, forse andato perso. La data è approssimativa.

28 Canto giapponese che Don Tassinari cantava nelle feste...pur essendo stonato!

29 tipiche bacchette per mangiare

30 bevanda tipica giapponese

31 in dialetto veneto: toso = ragazzo, tosoto = ragazzotto

32 D. Ziggiotti nelle “Memorie della vita” di D. F. Cerruti, SEI 1949, cita Mons. Cimatti omettendo qua e là quanto lui dice, e anche cambiando certi passi. Cfr. Pagg. 314-15.

33 Da: Copia manoscritta e firmata dallo stesso Don Cimatti conservata presso ACG leggermente diversa dalla minuta conservata nell’Archivio Ispettoriale a Tokyo. Per comprendere la relazione qui sotto riportata sarà bene riportare quanto il S. D. scrive al Rettor Maggiore (25 dicembre 1947). Sarà anche bene ricordare che quello che riferì a chi di ragione, era sulla bocca di tutti in Giappone in quel tempo. Certo esisteva una buona dose di malcontento. Le note sono aggiunte in calce della pagina per i Superiori Maggiori.

1 [N.B. Le note di questa lettera sono aggiunte da Don Cimatti stesso] Nota richiamo per i Superiori: I particolari documentati di tutta la questione furono presentati ai Superiori.

2 Nota per i Superiori. Mi era necessaria enorme prudenza nel parlare e nello scrivere sull’argomento e sull’altro del clero indigeno perché creature di P.F.

3 Nota per i Superiori. Si vocifera (e me ne accennava vagamente Mons. Costantini e pare ci sia un caso in Giappone in favore delle Missioni Estere di Parigi) che si pensi di dividere le attuali circoscrizioni (sempre lasciando alla testa la gerarchia giapponese) in vicarie: da una parte il clero indigeno, dall’altra il clero religioso straniero.

34 Quanto qui si riporta è la minuta dello scritto che fu inviato al Cardinal Prefetto di Propaganda Fide che allora era il Card. Fumasoni-Biondi. Qua e là ci sono correzioni che rendono assai difficile la lettura e la collocazione nel testo.

35 Da copia manoscritta conservata presso l’ACS.

1 Segue una battuta in musica.

36 Vedere le lettere riportate in data 16 dicembre. Della udienza del S.Padre parla solo in questa lettera.