Cimatti|Berruti Pietro|1940-12-30

2666 / Berruti Pietro / 1940-12-30 /




Tokyo, 30 dicembre 1940


Rev.mo e car.mo Sig. Don Berruti,

Rispondo alle sue carissime del 14-15/11 e grazie della fìducia; per quanto dipende da me, desidero assai più che i poteri per agire, il consiglio dei nostri cari Superiori.


    1. Ormai tutte le circoscrizioni ecclesiastiche sono affidate al Clero Indigeno, e Deo gratias. Penso che ne verrà del bene: così tolta anche questa preoccupazione, si potrà lavorare di più. Entra così in vigore il Reg. per le missioni in pieno.

    2. Seguiamo il principio da Lei suggerito: si cede quando non v’è altra via, e sempre indipendentemente dalle convenienze puramente umane; il passo fatto dal sottoscritto fu fatto da tutti i Vescovi, Vicari e Prefetti per salvare la Chiesa.

    3. Per il personale verde (chierici, novizi, ecc.) è bene non pensare fino al prossimo anno: se le cose si aggiusteranno sarebbe utile, almeno in parte, personale attivo, meglio a piccole riprese per non impressionare troppo.

    4. E tutto questo ritardo è certo provvidenziale per il riassettamento generale che si viene operando in Giappone: preso l’aire generale i nuovi, più facilmente si adatteranno.

    5. Data questa nuova struttura, eccole un principio che potrà servire per la scelta del futuro personale.

Tutto il clero indigeno in attività di servizio deve avere [il diploma di] scuola media (corrispondente al nostro ginnasio e specie per la scienza matematica quasi come il nostro liceo). Senza questo, non si entra nel Gran Seminario (unica istituzione anche per gli stranieri). Molti devono ora sospendere la filosofia e teologia per prendere il diploma… E non è facile. Gli stranieri devono avere il diploma equivalente del proprio paese, e dovranno subire (per essere ammessi al servizio attivo pubblico) un esame di cultura giapponese (presso le rispettive curie). Ne scrivo per dettagli al Sig. Don Ziggiotti.

    1. Oggi come oggi questo. Si va avanti passo passo, di conseguenza in conseguenza per il cambio di posizione, pur il lavoro essendo identico, anzi bisogna intensificarlo, perché (ecco un altro principio) le istituzioni non redditizie, in qualsiasi campo, materiale e spirituale, vengono soppresse. Al lavoro, al lavoro.


E Lei ci aiuti colle preghiere ardenti a Maria A. e a Don Bosco.

Suo

Don V. Cimatti