Cimatti|Berruti Pietro|1948-6-6

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a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



6 giugno 1948

Rev.mo Sig. D. Berruti,


Speriamo domani di scendere a New York e così un terzo del viaggio, grazie a Dio, è a posto. Abbiamo fatto una comunità regolare (in 6); diviso il lavoro; potuto fare le nostre pratiche giornaliere e l’esercizio di buona morte. Salvo Ragogna, gli altri han sofferto il mare. Per la mia pellaccia non è bastato il moto atlantico. Ero unico sacerdote – si poté dir Messa tutti i giorni – e mi ritenni autorizzato a dirne due alla Domenica e Corpus Domini – mi pare ne abbiano approfittato tutti – e che un po’ di bene sia stato fatto. I confratelli bene in tutto.

Per mie cose materiali ho scritto al suo fedele segretario – e per il mio rendiconto all’amatissimo Sig. D. Ricaldone. Vorrei pregarla di farsi mio valido interprete presso i singoli superiori: a) per ossequiarli, b) ringraziarli di quanto hanno fatto per la missione ed opera nostra del Giappone – di quanto fanno e faranno certo anche in seguito secondo le loro singole attribuzioni, c) per ringraziare specialmente il Sig. D. Giraudi… che mi facilitò l’andata alla stazione e l’ultimo saluto alla Mamma nostra e a D. Bosco… ed anche quel bel tomo di D. Fedrigotti che volle assicurarsi fino all’ultimo della partenza… e basta… se no il cuore mi scoppia. Grazie!

Sono partito come un’automa. Alle mie insistenti preghiere nel senso che i Superiori sanno e che a loro e a LUI per lunghi anni ho fatto, il Signore ha risposto così come ha risposto… e così sia. Non è per questo povero essere che il buon Dio deve e può venire a dire i suoi perché. Sia fatta la sua volontà, anche non capendo il sottoscritto nulla di quanto succede intorno a sé, anzi essendo persuaso di tutto il contrario. E se in questo campo è proprio necessaria l’ubbidienza di giudizio, mi vi ci trovo tutte le condizioni. Godo di non capire niente dei perché – si vede patente la mia inettitudine e peggio – e di abbandonarmi come bambino in Lui. Umanamente parlando sofferenze inaudite – religiosamente: calma, unione ed abbandono in Lui. E concluda pure: ci può essere uno più matto del

suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.