Cimatti|Rinaldi Filippo/ 1931-11-4

834 /Rinaldi Filippo BS / 1931-11-4 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 4 novembre 1931


Rev.mo ed Amat.mo Sig. Don Rinaldi,

Ancora sotto l’impressione del forte terremoto quale non avevamo ancora sentito in Giappone che nel giorno sacro della Commemorazione dei fedeli defunti scosse violentemente in modo speciale la nostra missione (con epicentro nel mare di Miyazaki) le scrivo per assicurarla che siamo tutti sani e salvi: Salesiani e Figlie di Maria A.

La più malconcia è stata la casa di Miyazaki, che per ora rabberciamo alla meglio, in attesa di tempi migliori, che ci permettano un restauro completo. Tra la popolazione civile qualche morto, molte case danneggiate, grande panico e le conseguenze del medesimo; specie nel pigia pigia e nei riflessi della salute di molti.

Dice un proverbio giapponese: “I nemici del Giappone sono i tifoni, il terremoto, maremoto e gli incendi!” che quasi sempre nelle loro manifestazioni e nei loro effetti si succedono di conserva.

Per chi di noi ha sperimentato i terremoti e gli incendi riprova terrore ed ansia profonda anche solo alle manifestazioni minime di questi disastri così comuni tra noi, figurarsi poi quando come in questa occasione si traballava senza volere in casa e fuori. Data la natura eminentemente vulcanica dell’arcipelago giapponese sono frequentissime le vibrazioni sismiche che tormentano questa terra. Da ciò certo l’uso di costruire case relativamente leggere, in legno, senza fondamenta perché così capaci di resistere validamente, assecondando i moti sussultori e ondulatori del terreno.

Tutti naturalmente in occasione di forti scosse escono subito di casa, né hanno gran percorso da compiere, perché generalmente (salvo nelle città) le case sono ridotte al nostro pian terreno o al più con una sopra elevazione ad un mezzanino che chiamano secondo piano, e fornito di molte porte, in pratica sempre aperte.

Nel recente terremoto avvenuto alle sette di sera, la gente passò la notte all’aperto per le vie o nei campi, e molti temendo il maremoto, si rifugiarono sui vicini colli. Noi affidatici alla Provvidenza siamo andati a riposare; ma non pareva giusto ai buoni giapponesi che noi dovessimo starcene tranquilli, mentre essi bivaccavano all’aperto, e in forma gentile sì, ma a un’ora dopo mezzanotte udiamo una voce che ci risveglia e dice: “Attenti che se viene ancora una scossa, ci sarà forte pericolo…”. Vede come sono premurosi della nostra salute!

Per fare la storia dei terremoti del Giappone bisognerebbe scrivere dei volumi. Il popolino giapponese antico e moderno (come in ogni paese del mondo) circonda questo, come tanti fatti naturali, di racconti fantastici superstiziosi, tentanti di dare una spiegazione del fenomeno. Fin dal 1880 la società sismologica del Giappone ha iniziato con intenti scientifici lo studio dei terremoti dell’impero, e favorito dal Governo tale studio è venuto concretizzandosi in numerose pubblicazioni scientifiche e in numerosi Osservatori sismologici, dotati di strumenti perfezionatissimi da registrazione, nell’attesa e speranza che collegando i dati sismici di tutto il mondo, si possa riuscire a scoprire una qualche legge o norma pratica per la previsione di questo terribile flagello. La storia ricorda fra le più famose scosse di terremoto (1786) che durarono senza interruzione per giorni interi, distrussero molte città.

Quello del 1854 di Edo [Tokyo] in cui con migliaia di case perirono 200 mila persone. E quello recentissimo del 1923, che distrusse quasi completamente Yokohama e Tokyo.

Ma ogni anno, ogni mese certo bisogna registrarne sussulti disastrosi, provocatori anche di incendi enormi, che completano l’opera di distruzione.

Nell’isola di Kyushu in cui ci troviamo, i centri vulcanici sono numerosi e attivi, e la nostra missione a Ovest, lungo le zone montagnose, è affiancata a numerosi vulcani, alcuni in riposo, altri attivi, come l’Aso, che ha il cratere più largo del mondo e con caratteristiche speciali nelle sostanze combustibili che emette e nei fenomeni di eruzione i quali interessano i vulcanologi di tutto il mondo e su cui la scienza non ha ancora detto la sua ultima parola.

Abbondanti poi le manifestazioni secondarie di vulcanismo (acque termali, termo-minerali, fontane bollenti, fanghi, ecc.) specie nella zona di Beppu (Oita).

Domando venia ai lettori… delle nozioni scientifiche… La conclusione?

Ci scampi la Provvidenza dal terremoto e dalle sue conseguenze. Altri nostri fratelli nell’apostolato narreranno avventure di bestie feroci, di selvaggi, di pirati… noi ci raccomandiamo al buon Dio che ci liberi da questi non meno terribili nemici, che in un batter d’occhio seminano desolazioni, dolore e morte. Grazie, buon Padre, dell’affetto che nutre ai suoi figli, i più lontani, i più bisognosi (e Lei lo sa…). Ce ne dà una prova nuova nel nucleo di rinforzi che ci regala. Preghi per noi tutti: scuota sempre più la carità dei nostri amati cooperatori e cooperatrici verso questa missione tanto cara al suo cuore.

Dev.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.