Cecchetti Albano e Confratelli / 1942-1-6 /


Cecchetti Albano e Confratelli / 1942-1-6 /

2855/ Cecchetti Albano e Confratelli / 1942-1-6 /


a Don Albano Cecchetti e Confratelli salesiani della Casa di Beppu



Tokyo, 6 gennaio 1942

Carissimi [confratelli della casa di Beppu],1


Spero avrete incominciato bene l’anno nuovo che vi auguro ripieno delle benedizioni materiali e spirituali di Dio.

Nel mese di S. Francesco e di Don Bosco oltre la lettura delle regole ho consigliato a tutti di leggere qualche cosa che ci faccia vivere sempre più dello spirito dei nostri santi.

Sto cercando per il nostro Don Arri quanto ha domandato ma non riesco a trovare tutto quanto desidera.

Saluti cari al Sig. Don Erdö. Pregate per:

Don Cimatti



2856 / Barone Angiolina F.M.A. / 1942-1-6


a Suor Angelina Barone, Figlia di Maria Ausiliatrice missionaria in Giappone


Tokyo, 6 gennaio 1942



Rev. Suor Angiolina,2


Buono il pensiero della santità secondo lo spirito di Don Beltrami e di S. Giovanni Berkmans, ma al momento (data l’impossibilità di comunicare coll’estero) non è possibile avere quanto desidera.

Poi il Signore non vuole che lei sia ammalata come questi due santi, e allora, in cambio Gesù le invia una magnifica circolare: “Fedeltà a Don Bosco santo” che penso le sarà utilissima per raggiungere lo scopo.

Legga, mediti ed eseguisca, e vedrà miracoli nell’anima sua.

E preghi per il

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



2857 / Ambasciatore d’Italia / 1942-1-14


a Sua Eccellenza l’Ambasciatore d’Italia in Giappone



Opera salesiana Don Bosco, Giappone


Tokyo, 14 gennaio 1942

Eccellenza,


A nome anche dei cinquanta italiani in Giappone oso presentare all’E.V. il presente pro-memoria che specifica le condizioni di fatto in cui ci troviamo e verso cui ci avviamo, condizioni provenienti dalle circostanze mondiali nel momento storico che attraversiamo.

Per questo come capo responsabile dell’Opera Salesiana in Giappone ho bisogno specie in questi momenti del consiglio e dell’aiuto dell’E.V. Noi tutti per spirito d’obbedienza e sudditanza vediamo nell’E.V. impersonata la Patria lontana, che in questa dolorosa circostanza invochiamo colla certezza di essere esauditi nelle forme possibili.

Come V. E. sa, il nostro modesto lavoro, iniziato fin dal 1926, abbraccia la Prefettura Apostolica di Miyazaki (Prov. di Miyazaki e Oita) e le Opere di Tokyo. Nella prima lavorano 20 salesiani italiani, e gli altri sono addetti alle opere di Tokyo o come parte attiva o come personale in formazione.

La Prefettura Apostolica viene sovvenzionata dalla Sede Apostolica con disponibilità variabili secondo le annate (che la pratica di questi anni dimostrò corrispondere a circa metà del fabbisogno). I Superiori salesiani pure concorrono con esigua elargizione annuale (goccia ben piccola per il nostro mantenimento).

Il restante è coperto col pochissimo lavoro retribuito in posto e dalla propaganda all’estero.

Oltre il rincaro sempre più crescente di ogni genere di derrate necessarie alla vita, le condizioni attuali hanno chiuso tutte le porte dell’estero, né vi è speranza che si riaprano tanto presto, per cui, alla fine del poco disponibile, pur sempre confidando ancor più nell’aiuto del Signore, resto non poco preoccupato.

Che cosa si possa fare in concreto per fare fronte a questa dolorosa, ma purtroppo reale condizione di fatto, non saprei chiaramente: è appunto per questo che domando l’esperto consiglio e l’aiuto efficace dell’E.V. per venire in aiuto di questi suoi poveri connazionali.

Le nostre economie nel vitto e nelle altre cose necessarie alla vita sono ormai al punto di intaccare la salute dei miei giovani dipendenti, e non penso si possa fare di meno.

Sottopongo all’E.V. alcune proposte, che qualora potessero attuarsi in tutto o in parte, rappresenterebbero la soluzione totale oppure parziale del problema: ma con le sole deboli nostre forze essendo impossibile realizzarle, abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri buoni benefattori.


  1. In Italia posso disporre di somme discrete o presso i Superiori o sul mio conto corrente e di quelli di confratelli salesiani. Si potesse trovare qualche buona persona o gruppi di persone che, dietro versamento in Italia presso banche o ai rispettivi conti correnti del denaro al cambio legale ci potesse corrispondere l’equivalente in moneta giapponese, sarebbe la soluzione più semplice ed efficace, e penso con reciproco vantaggio.

  2. Trovare molto lavoro sufficientemente retribuito (lavori di penna, ripetizioni, lezioni, ecc.) per impiegare molto del personale.

  3. Trovare in prestito qualche somma per affittare terreni da coltivare, inizio di colonia agricola e forse anche di aiuto agli altri per la verdura o per prodotti diversi (pollaio, conigliera, ecc.).

  4. Si potrebbe forse pensare ad un’espansione delle nostre opere in Corea, Manciuria, ma occorrerebbero aiuti e permessi speciali forse difficili ad ottenersi nelle circostanze attuali.

  5. Potrei certo avere aiuti dall’America Centrale e Meridionale, ma penso sia impossibile realizzarli al momento attuale per le difficoltà di comunicazione e del cambio monetario.

  6. L’idea già espressa dall’E.V. di interessare l’Ente Nazionale per l’assistenza dei missionari italiani all’estero.


Comprendo l’esiguità delle proposte e le difficoltà dell’esecuzione, ma d’altra parte al momento noi ci troviamo in queste condizioni: impossibilità di comunicazioni o di uso di mezzi per lenire le nostre necessità che ci provenivano regolarmente dall’estero – le opere che abbiamo tra mano e che non possiamo lasciare né diminuire, anzi bisognerebbe accentuare nell’interesse nostro e del paese, non sono redditizie al segno da poter essere indipendenti; tutte hanno bisogno del personale nostro ancora – le cristianità a noi affidate, e per numero degli adepti e per la loro condizione sociale (povero) non sono in grado di aiutare che in minima parte il missionario – il personale in formazione (oltre la metà) non è in grado di mantenersi da sé (a meno che trovassi lavori secondari redditizi per occuparli).

Mentre assicuro l’E.V. delle nostre preghiere e della nostra profonda riconoscenza per quanto potrà e vorrà fare, presento fiducioso la nostra richiesta.

Col più profondo ossequio. Dell’E.V. Ill.ma


Obbligatissimo

Sac. Vincenzo Cimatti, sales.

Ispett. O. S. in Giappone



2858 / Cecchetti Albano / 1942-1-17 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 17 gennaio 1942

Carissimo Don Cecchetti,


D’intesa coll’Ordinario scrivo al nostro caro Don Erdö per la sua venuta a Tokyo. Si facciano le cose bene: occorrono i permessi della polizia. Così pensi al bagaglio, quel bagaglio che sarebbe stato spedito a Tokyo e che qui non fu mai visto. E così rimarrà chiusa quella parentesi che nell’intenzione del povero sottoscritto doveva portare aiuto e consolazione al caro Don Albano, mentre invece non portò che dissesto. Il Signore sa e perdona, come sono certo che farà Don Albano.

E preghi per noi tutti e specie per il


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Non stabilisco la data del ritorno perché dipenderà dalle pratiche colle Autorità.



2859/ Carlo Braga / 1942-1-17 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



Tokyo, 17 gennaio 1942

carissimo D. Braga,


Approfitto per farti avere la mia risposta che in atto di spedire immediate fu ritenuta per quello che avvenne. Ad ogni modo non potevo aderire date le circostanze scoppiate.

Chi tu chiedevi, era di nazionalità in guerra, e quindi impossibili per non dir dannose e per l’individuo e per noi le pratiche. Penso comprenda senz’altro la delicatezza della cosa e la mia impossibilità.

Altri colle doti che mi domandavi nessuno. Ora quelle nazionalità sono internate ed al momento non è possibile pensare ad altro. Se puoi, fa’ sapere al buon D. Dupont, cui vorrei augurare buon San Francesco, suo onomastico.

Grazie di quanto vorrai fare per noi. Si quid potes adjuva nos, misertus nostri.

Per ora tutti bene e al lavoro. Saluta omnes et singulos e buona festa di D. Bosco.

1

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1.1 Tuo aff.mo

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D. V. Cimatti, sales.




2860 / Ricaldone Pietro / 1942-1-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Previsioni, realtà, speranze3


Tokyo, Gennaio 1942

Rev. mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Anno nuovo. A tutti i nostri amatissimi superiori, fratelli, allievi ed ex-allievi, cooperatori ed amici l’augurio più sentito, l’assicurazione del nostro continuo ricordo nelle quotidiane preghiere. Se fossi profeta potrei farvi delle previsioni… ma purtroppo sento di non aver questa qualità.

Se vi dovessi dire le previsioni del cuore… consonerebbero, penso, assai colle vostre… Ad ogni modo pel missionario l’unica previsione desiderata giorno e notte è che si realizzi nel miglior modo possibile la gloria di Dio e la salute delle anime. Sembra al missionario che niente debba opporsi a questo suo giustissimo desiderio e quando va a sbattere nella realtà e constata che le sue previsioni non si realizzano a pieno, rimane naturalmente accasciato e non gli par vero che ciò possa avvenire e a tutto potere si sforza di contrastare a quanto gli impedisce la realizzazione del suo dovere. Qual è la realtà della nostra situazione?

Penso che sia su per giù identica in tutti i Paesi belligeranti. Gli spiriti sono inquadrati in ben altri pensieri, pur essendo orientati in direzioni che influiscono nei disegni della Provvidenza al bene particolare e generale: eccitamento all’amor di patria, alle basi fondamentali di giustizia, all’economia, al sapersi districare in un cumulo di cose impensate, l’adattamento alla necessità del momento, spirito di rinunzia e di sacrificio, maggior intensità di lavoro… disciplina insomma della vita materiale.

Per la vita spirituale non mancano certo buoni eccitamenti alla preghiera, all’esercizio fattivo della carità e simili, ma in paesi non cristiani l’ordinario lavoro di propaganda religiosa è necessariamente arrestato… Gli spiriti sono rivolti ad altre mete, ed al momento anche questa necessità è tale per molti aspetti e doverosa – le difficoltà della vita quotidiana – le necessarie limitazioni nelle comunicazioni – per noi stranieri poi (ed è facile comprenderlo) speciali disposizioni d’ordine fanno sì che necessariamente non tutto si possa svolgere come prima dal punto di vista della propaganda religiosa. Ad ogni modo si fa quanto è permesso e quanto è possibile nelle attuali circostanze.

Diceva il nostro Don Bosco: “Ci pare un errore quello di molti, anche religiosi, che se vedono interamente di non poter riuscire bene in una cosa, piuttosto che mettervi mano la lasciano affatto. Da noi non si guarda la gloria esterna o a ciò che gli altri diranno. Se non si può compiere tutto l’alfabeto, ma si può fare A B C D perché tralasciare di fare questo poco colla scusa che non si potrà riuscire fino alla Z?”. Mi pare che i suoi figli del Giappone abbiano tentato questo programma e grazie a Dio si continua e in molte branche si può fare ancora assai lavoro e molto del bene. Deo gratias. Dunque la realtà concreta è che si lavora e prega, sia pure con le necessarie limitazioni volute dalle attuali condizioni.

Sacrificio non piccolo per il Salesiano, ma che nei disegni della Provvidenza porterà i suoi frutti… in patientia.

Le speranze? Desideriamo essere sempre della scuola ottimistica salesiana.

Anche in questo modo il Signore realizza la sua gloria – le preghiere ed i sacrifici attuali servono certo alla salvezza delle anime, anche se per le circostanze del momento non ne possiamo controllare gli effetti. E allora? Avanti nel nome di Dio.

Ogni anno giapponese è caratterizzato da un simbolo: quest’anno è l’anno del cavallo.

Lei amatissimo Padre, e tutti gli amici nostri si sbizzarriscano pure a vedervi significati più o meno reconditi… Magari provino a giocare il lotto… e facciano parte dei vantaggi… I nostri cari giapponesi ammirano il cavallo e la forza, l’ardimento, la laboriosità, il coraggio, la generosità… e lo esaltano con monumenti e cerimonie speciali.

Amato Padre, ispirandoci al richiamo, ma più perché è volere di Dio e nostro dovere, noi suoi figli del Giappone, vogliamo con le medesime doti sacrificarci ancor di più per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime nello spirito del nostro Don Bosco. Benedica il Signore i nostri propositi e ci aiuti a realizzarli.

Auguri, ossequi e preghiere per tutti.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2861 / Circolare Salesiani / 1942-2-4 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 4 febbraio 1942

Carissimi,


Alcune comunicazioni. Prima di tutto un vivo ringraziamento per quanto avete fatto in occasione delle nostre feste di S. Francesco di Sales e Don Bosco. Cerchiamo di non lasciarne disperdere i frutti in noi e negli altri. La lettura fatta delle nostre Regole sia di incitamento a far più e sempre meglio per la nostra vita religiosa.

Non si dimentichi specialmente l’otto di questo mese,4 penso che in Missione l’Amministratore Apostolico abbia dato le norme opportune. Specialmente poi si ricordi nelle forme possibili la prossima festa dell’Origine dell’Impero (Kigensetsu). Invochiamo la protezione della nostra buona Mamma su di noi e sulle anime a noi affidate.

Il 13 c. m. è pure l’anniversario della Consacrazione episcopale di Mons. Doi: preghiamo per lui come Torisha (Capo della Religione davanti al Governo) e se credete suggerire ai cristiani l’invio di auguri e preghiere penso sia gradito. Per parte dei salesiani farò da Tokyo.

Sapete che in missione avevamo la facoltà di dire la Messa “coram SS.mo” (uso 40 ore). Per norma tale facoltà scade col 17 c. m. né vi è ora modo di fare le pratiche per riottenerla: quindi…

Vi sono poi note le condizioni in cui ci troviamo per la parte materiale. Vi assicuro che per parte mia faccio di tutto per fronteggiare la situazione, ma non si può provvedere con la prontezza e coi risultati che si attenderebbero e che sarebbero necessari. Calma, pazienza e continuiamo a fare il nostro dovere come meglio possiamo. Mi risuonano alle orecchie le parole che il nostro Don Bosco rivolgeva ai Direttori nel Febbraio 1876. Le strettezze finanziarie erano molto gravi anche allora, ma il buon Padre, animatili a confidare unicamente nella Provvidenza, li assicurò che questa non sarebbe mai mancata alle nostre case se non quando i confratelli se ne rendessero indegni. Ed io ora applico ad ognuno di voi quanto poi disse con immensa tenerezza paterna: “Ma finché io vedrò quello che ora vedo, che si fanno sacrifici da ogni parte e sforzi per economizzare in ogni maniera, che il lavoro è grande e disinteressato, no, statene certi, la Provvidenza non ci mancherà mai. Non abbiate alcun timore”.

Pur non essendo affare mio diretto dar consigli del genere, vi esorto a far funzionare bene nelle singole residenze gli “iin” (membri del consiglio) e quanto è prescritto in legge. Aiuti ne possono dare e non dobbiamo temere di domandarli e di esigerli. Poi atteniamoci al necessario, e (non meravigliatevi di quanto dico) chi ha, aiuti chi non ha: avrà il centuplo della carità da Dio.

Non abbiamo paura di scambiarci, di comunicarci le necessità scambievoli ed aiutiamoci in necessariis.

Chi ha l’abitudine di iniziare il 19 c. m. il mese di S. Giuseppe raccomandi fortemente al caro Santo le nostre singole e collettive necessità materiali e spirituali.

Pregate e fate pregare per il

Vostro aff.mo

.

Don V. Cimatti

2862 / Marella Paolo / 1942-2-8 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 8 febbraio 1942

Eccellenza Reverendissima,


Auguri e preghiere per le varie manifestazioni dell’otto corrente mese.

Ed ora mi tolga da un imbroglio. Il nostro Don Marega di Oita mi ha scritto, includendo per V. E. una lettera, che non riesco a trovare più dove sia andata.5 Lo scopo della medesima era di insistere presso l’E.V. per mala amministrazione del nostro Don Liviabella, che avrebbe condotto allo stato attuale di crisi in cui ci troviamo, specialmente indotto a questo da Don Cavoli che assorbirebbe il denaro per le opere che ha tra mano. Don Marega invoca l’intervento di V. E. affinché Don Liviabella sia sottratto da questa influenza, incitando Don Cimatti ad un cambio (per es. a Tokyo). Questo è il tenore della pratica. È questione vecchia e spiegatala non c’è più sordo di chi non vuol intendere.

Ad ogni modo, siccome nel programma di assestamento generale, vi è pure incluso la chiamata di Don Liviabella, già approvata da tempo dai Superiori, quando si potrà (dipende da tante cose), anche il desiderio di Don Marega è pure nel mio ordine di idee.

Ecco la carità che domando: assicurare Don Marega che ha preso in considerazione la sua pratica che ha influito su me per ottenere quanto richiesto, e che date le circostanze, al più presto possibile ha saputo da Don Cimatti – che si deciderà effettuare. Mi pare non sia bugia né per V. E. né per me.

Scusi la sfrontatezza. Mi aiuti pro bono pacis.

Il Console ha telegrafato a Roma al Governo e per avere un sussidio per noi e per ottenere il permesso di avere in Giappone in Yen quanto abbiamo presso i Superiori in Italia in deposito.

Una preghiera per chi la ricorda cotidie.


Don Vincenzo Cimatti, sales.


2863 / Cecchetti Albano / 1942-2-16 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 16 febbraio 1942

Carissimo Don Cecchetti,6


Il nostro bravo Ordinario mi ha ciurlato nel manico e se ne è andato, accontentandosi di inviarmi una lettera,7 e quindi io che avevo scritto privatim per inviare come era suo desiderio a mano, ora mi metto alla macchina e batto, e così rispondo alla sua carissima del 10.

Come ho scritto ripetutamente ai confratelli, Don Cimatti risponde a tutte le vostre lettere – ma a quanto pare subiscono un ritardo notevole dovuto alle circostanze e quindi bisogna aver pazienza.

Nella lettera a mano rispondevo:


  1. Passato a Don Bovio la questione Don Erdö, naturalmente Lei si appella al regolamento e a quello si appella pure Don Bovio che è in condizioni incomparabilmente peggiori di quelle di qualsiasi altro confratello. Suggerisco a Don Erdö che ricevendo qualche sussidio veda di farne parte alla casa che ha fatto per lui dei sacrifici (che d’altra parte gli erano dovuti).

  2. Per le Figlie di Maria A. quid dicam? Può essere benissimo che siano nelle nostre condizioni. Deus scit. Ad ogni modo se non possono pagare e preferiscono venire alla missione, il centro pagherà a Don Cecchetti – e Lei dal punto materiale è come prima. Per la musica (come del resto si era detto prima) non è necessario. Per il bucato è notorio che Don Albano settimanalmente ha molta roba di chiesa e personale per il bucato, perché assai amante della pulizia: limiti al puro indispensabile e anche da questo lato può esserci qualche provento.


Può ben essere che Lei arrabattandosi ad avere il convenuto, esse, o perché non possono o perché non vogliono preferiscano venire alla missione. In tal modo Lei non ha con loro che le relazioni di parroco (non di cappellano) e farà per loro quello che potrà. Capisco che è un problema che agghiaccia i cuori, mentre ci sarebbe tanto del bene da fare. Ma che farci? E chi ci può capire chiaro?

Per le altre cose chi non ne prova dispiacere? Ma come fare? Nella considerazione che nel prossimo anno Roma difficilmente manderà il sussidio – che il governo giapponese per le opere giapponesi non vuole sussidi esteri – bisogna pur fare qualche cosa che permetta, pur stentandoci, [di] tirare avanti più che si può e meno male. Il problema ora massimo è di intensificare il modo di trovare in posto i mezzi necessari alla vita e alle opere.

Lei avrà certamente fatto, ma veda di far lavorare gli “iin” (capi cristiani) della parrocchia – li raduni – esponga la situazione e bisogna vedere quanto possono dare in forma regolare i cristiani e in forma straordinaria.

L’Ordinario dice che la Nagata (non so a quali condizioni) può dare 30 Yen mensili. Si può pensare a un prete che faccia più fortuna di Don Erdö?

Se la povera mia musica può servire a qualche cosa, dica a Don Arri [che] me la invii che cercherò di farla fuori a vantaggio ben inteso di Beppu.

In altra Lei mi faceva parola di vendere non so che cosa… Penso che non si ricavi granché e si perde, a meno che non siano cose personali e di un certo valore.

Si potrebbe anche pensare se i cooperatori sono organizzati a richiedere il loro aiuto. Se Lei mi fa buoni prezzi forse potrei trovare chi acquista libri suoi doppi, ecc. per la biblioteca dello Studentato. V’è chi fa parola di affittare. Se non ci sono inconvenienti per introdurre in casa persone… Non vedo, data la necessità, che si possa fare. Occhio solo alle conseguenze. Per le persone capisco le pianga il cuore nel caso che si debbano rinviare, ma è necessità del momento forse.

Tenga l’indispensabile. Che vuole? Si tenta di restringere per poter procedere, con minori ansie future in un futuro che non si vede davvero come sarà.

Se troverò Messe gliene farò parte, ma anche questa è una vena secca.

Il Delegato anche non può aiutare. A muovere le altre autorità ci vogliono i cannoni. Poi in tutta l’aria è scritta la nostra non gradita qualità di stranieri. Avremmo bisogno di aver molto personale giapponese… È qui tutto, ed è la soluzione UNICA per l’avvenire. Lo straniero al massimo sarà una decorazione o una rarità in Giappone, mai più avrà parte eminente… Bisogna mettersi in questo ordine di idee e conformemente a queste agire.

Per il momento bisogna dire: “non posso far tutto come prima anche nel bene – devo limitarmi a fare quanto posso con quello che ho e meritarci dalla misericordia di Dio quanto piacerà di concederci. So pure e credo che nelle presenti necessità il Signore non ci abbandonerà se lo meriteremo. Le circostanze e le autorità non ci permettono di fare quanto desidereremmo? Non è colpa nostra – è permissione di Dio”. Dunque avanti come si può.

Non mi è difficile scrivere quanto scrivo e vorrei fare di più, ma non so quello che concluderò e se resisterò per concludere. Prometto di fare del mio meglio per aiutare e di pregare più intensamente per Lei e per Don Arri e per tutti i suoi. Ma ora il problema è di vedere che cosa possiamo trar fuori dal Giappone – insistere su questa via e vedere di riuscirci meglio che si può.

Anche Lei preghi e faccia pregare per me e per noi tutti.


Suo nel Signore aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2864 / Marella Paolo / 1942-2-21 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 21 febbraio 1942

Eccellenza Reverendissima,


Ero tentato di chiedere udienza, e poi ho pensato che forse è più utile sia per informazione [sia] per avere consiglio buttare giù qualche pensiero.

Se V. E. pensa che si possa far di meglio non manca la possibilità o a voce o per lettera di concludere qualche cosa.

Ho letto sul giornale le decisioni degli Ordinari e più ho ricevuto lettera dal nostro (forse temeva di parlare a voce, come d’intesa) con determinazioni ancor più precise, che penso siano solo consigli per far fronte alla situazione, e che quindi non urge seguire. Intanto si cercano tutte le vie, e se non si riesce a concludere ce ne andremo all’altro mondo sponte o spinti. Secondo le informazioni avute:


  1. Chiusa la via di lavoro in diocesi prive di personale.

  2. Chiusa la via a possibili prestiti, che, pur avendone la possibilità, non intendono fare prestiti. (Non ne ho ancora parlato a Mons. Doi, ma penso che con questa determinazione andrà a farsi benedire anche lo sperato modo di aiutare e il Gran Seminario e noi).

  3. Chiudere le opere di Nakatsu e la casa di Vocazioni (Seminario) di Miyazaki.

  4. Dimezzare il personale della Missione (puro spostamento di questione, perché i missionari che si tolgono debbono ben vivere altrove).

  5. Delegazione e Mons. Doi dichiarano di non poter aiutare.


È un bilancio davvero consolante e che si fa in fretta a dire. Per fortuna che i Salesiani vivono continuamente in questa materia “miseria stabile” “ricchezza mobile” e non c’è da farsene meraviglia.

Che cosa farò? Non so ancora. Attendo l’esito di alcune pratiche, come dirò? “governative” che mi seccano di più; perché portano in campo chi dovrebbe essere alieno dal missionario, ma necessità non ha legge, e bisogna pur tentare tutte le vie. Dopo di che vedremo il da farsi.

Domanderò il permesso a Mons. Doi e alle autorità di autorizzarmi a far questua (lo fanno già le nostre Suore a Tokyo e a Beppu) cosa molto nota a noi salesiani, e così con questo e con quanto invierà la Provvidenza si tirerà avanti come si potrà; in attesa che il sereno mare permetta ritorni e venute.

E se anche le pratiche in corso segneranno zero, ci rivolgeremo al Governo giapponese. Come in tempi remoti e in momenti ben più dolorosi furono aiutati i missionari, penso che si riuscirà anche per noi.

Siccome quando si parla di questi argomenti in alte sfere si sente un ritornello (molto naturale a chi non comprende le cose, e che può rappresentare anche una scusa per non incaricarsene…) “Voi siete missionari… Rivolgetevi alle vostre autorità…”, mi veniva in mente di domandare a V. E. se non fosse il caso, che scrivendo a Roma, trovasse conveniente dire una parola alla S. Sede delle condizioni in cui si trovano attualmente i missionari stranieri, e come si concedono sussidi straordinari per fondazioni, incendi, terremoti et similia, perché non si potrebbe concedere fondi speciali per queste circostanze? Oppure che la S. Sede dica una parola ai nostri Superiori.

Come pure in altro ordine di idee, se in realtà o presto o tardi è finita per gli stranieri missionari in Giappone, non sarebbe il caso che la Propagazione di Propaganda Fide segnalasse ai rispettivi Ordini o Congregazioni religiose il vero stato di cose per i provvedimenti futuri?

Parlerò a Mons. Doi anche della mia posizione. Mi convinco ancor [di] più che ormai per me è inutile fissarmi a Miyazaki. Come Vicario è certo meglio che Monsignore scelga un giapponese. Ci fosse una soluzione di lavoro altrove (nei grandi centri) “tagliar tutti la corda” sarebbe l’evoluzione naturale e prettamente paolina e petrina, giacché gli altri ormai bastano e vogliono bastare a sé.

Ma temo di parlare a Monsignore perché temo debba soffrire nel dirmi che il vagheggiato progetto è andato a monte.

Così pure se mi mettessi dal medesimo punto di vista loro, e dicessi: “Non posso pagare la retta dei miei seminaristi salesiani al Gran Seminario e quindi non posso mandarli a scuola là (guadagnerebbero tempo e scarpe e studierebbero di più) che ne potrebbe venire? Che sia il caso di pensarci? O proporre?

Sono pure nell’imbroglio perché mi piove una nota dal Gran Seminario che doveva essere pagata con quanto annualmente l’Opera di S. Pietro offriva per i seminaristi di ogni circoscrizione al Gran Seminario. Non è poi giunta l’attesa specificata nota? Sarebbe davvero utile assai per il “saldo”.

Vostra Eccellenza non ha certo bisogno di queste mie miserie, avendo già un mondo di altre preoccupazioni di ben altro calibro, ma per informazione, per consiglio o altro accetti la presente.

Sarà seguita da altra appena avrò altre informazioni. Salesianamente siamo nel mese di San Giuseppe che siamo soliti dire Protettore dei disperati… Penso di essere nel numero, non per me, ma per quelli che da me dipendono… Voglia anche V. E. unirsi alle nostre povere preghiere e ci benedica tutti. Voglia scusare la lungaggine e il disordine delle facciate. Assicuro preghiere quotidiane per V. E. da tutta la famiglia salesiana in Giappone.


Ossequientissimo

Don V. Cimatti, sales. di Don Bosco



P.S. Pensiero stranissimo. Spero riuscire ad iscrivere (auditor) qualcuno dei Salesiani stranieri all’Università di Tokyo. Chissà se tentando di iscrivere qualcuno altrove si riesca con questo a poter lavorare altrove?

Parlai con P. Shimura. Ha promesso di occuparsene delle nostre questioni per trovar lavoro e dentro e fuori, ha capito la nostra situazione e farà anche lui quanto potrà. In omnibus voluntas Dei – e la presente situazione ne è una manifestazione chiarissima. Mi benedica con tutti i miei.

2865 / Circolare ai membri del Consiglio Ispettoriale / 1942-2-25 /


ai Componenti del Consiglio ispettoriale dell’Ispettoria S. F. Saverio



Al Consiglio Ispettoriale

Allegato Nº 4

25 febbraio 1942


Risposte alle richieste fatte per mezzo dell’Ordinario



L’Ordinario si è eclissato e mi ha mandato una lettera in cui sono contenute le seguenti dichiarazioni:

Kyoto e Sendai non ritengono possibile l’aiuto di missionari stranieri pur essendo italiani.

Non si fanno prestiti.

Per la Missione chiudere Nakatsu e Seminario.

Dimezzare il personale della Missione.

Mi mancano ancora le risposte di Mons. Doi circa il trattato problema di affidare la colonia agricola ai Salesiani (ma il punto trattato che non si fanno prestiti mi fa pensare che non se ne farà nulla anche di questo) e sono in attesa di quanto aspettiamo dal Consolato.

Ad ogni modo invito domani martedì ad ora per voi conveniente per:


  1. Uno scambio d’idee e qualche decisione sulla linea di condotta da seguire. Mio pensiero:


    1. Per le opere della Congregazione in relazione alle vocazioni, seguire il principio di Don Bosco: far sacrifici ad ogni costo. Già consigliato a Don Braggion (nominato direttore del Seminario) di fare le eliminazioni opportune di chi non dà speranza per vocazione o per studi, di insistere presso le famiglie affinché aiutino di più, v’è chi propone di non formare per quest’anno il primo corso, accettando individui buoni per le elementari o per la prima media di Miyazaki, come pure di inscrivere gli aspiranti come prova al ginnasio di Miyazaki (durante il curriculum è facile l’iscrizione ad altra), ad ogni modo nell’attesa si erano fatte le pratiche per la “Gyosei” (= stella del mattino dei Marianisti), si possono disdire.

    2. Per Nakatsu non è difficile la riduzione o la sospensione, perché alcuni possono essere ricoverati alla Colonia agricola di Miyazaki o in Seminario e qualcuno domanda di venire alla scuola di Tokyo. Se questo si effettua, come usufruire il personale e il locale (Missione, affittare?).

    3. La riduzione del personale in Missione sposta, non risolve la questione, perché bisogna trovar modo di farlo vivere. In caso quali riduzioni sembrano utili?


A Beppu un confratello conveniente pare potrebbe essere occupato anche nell’Opera Nagata.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice cominciano a far sentire che non possono pagare il pattuito e che preferiscono nel caso o venire alla missione o stare senza Messa, ecc. Presto o tardi si dovrà sloggiare da Miyazaki. Che sia il caso di trasportare la libreria a Beppu? (Don Liviabella dai confratelli sarebbe veduto bene lontano da Don Cavoli. I Superiori non hanno difficoltà, anzi, che si stabilisca il centro di propaganda salesiana a Tokyo).

  1. Per la questione economica bisogna abbiamo le risposte delle pratiche in corso, pur cercando altre vie per dare un lavoro retributivo ai confratelli fosse possibile anche al personale in formazione. V’è da prevedere che per le opere da noi tenute in pro dei giapponesi che si facciano dal governo le ricerche per vedere se sono sostenute con denaro straniero, quindi occorre cercare cespiti locali assolutamente.

  2. Utilizzazione del nuovo personale uscente dallo studentato. Se ci fosse il mezzo di mantenerli altrove, c’è chi propone la sospensione del 2° corso (inviare cioè quelli del 2° corso al lavoro.)

  3. Ammissione dei nuovi ordinandi sacerdoti e suddiaconi. Prego Don Margiaria ad informare esattamente sul valore del diploma rilasciato dalla Scuola Professionale.

  4. Già approvato la sospensione ad tempus del Noviziato, vedere quale ordinamento sia da dare agli studi degli uscenti dal noviziato.


Un’idea strana mi venne stamani. Chissà se potendo iscrivere qualcuno all’Università di Kyoto, fosse questo un mezzo per poter entrare? Pare che S.E. il Delegato (a sentire la lettera dell’Ordinario di Miyazaki) approvi le cose di cui all’inizio… Quindi da questo lato è difficile sfondare, e d’altra parte a me pure disse che non poteva aiutare.

Parlerò di questi giorni di nuovo a Terasaki (= Minis. Esteri), ed anche a P. Shimura che è nelle segrete cose per vedere se vi sono possibili vie… E se il nostro governo non ci aiuterà non resta che rivolgerci agli altri governi e anche a quello giapponese, come facevano i missionari nel tempo delle persecuzioni.

Vediamo anche come si potrebbe usufruire dei nostri cooperatori e cooperatrici del Giappone.


Don V. Cimatti, sales.

2866 / Cecchetti Albano / 1942-2-26 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 26 febbraio 1942

Carissimo,


Grazie della sua consolante lettera. Fede in S. Giuseppe che in questo mese deve pure aprirci la via in tutto. Per il caso mensile di morale se vi radunate, Don Marega può farne quanti ne volete, per la liturgia, la Chiesa desidera si parli della S. Messa. Se non è possibile faccia Lei con Don Arri e se anche questo non è fattibile ripassi Lei da solo i punti salienti della morale. Dia più che può impulso all’istruzione catechistica in preparazione alla Pasqua.

Buone notizie da Nishimura e anche dei nostri internati. Preghiamo.

Domandato se Lei aveva depositi in Italia ho detto che in generale Lei si serviva del Credito Romagnolo del Comm. Babina. Se per caso avesse un conto corrente speciale, me lo faccia sapere.

Saluti cari a Don Arri e preghiamo preghiamo e lavoriamo.

Suo

Don Cimatti



2867 / Cecchetti Albano / 1942-2-28 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 28 febbraio 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie e fatto tutto secondo le sue indicazioni.

Nel bel mese di S. Giuseppe vediamo che si verifichi in noi la fede di S. Teresa verso il nostro Patrono.

Saluti a quanti conosco. Penso per la Nagata che il pensiero dell’Ordinario sia che, se noi assumiamo il servizio religioso, essa può fare quell’offerta.

Ci pensi: preti nuovi, forse cessazione del Yosein (casa di formazione) di Nakatsu possono dare lavoro altrove, d’altra parte bisogna pur cercare.

L’abbraccio nel Signore.

Suo

Don Cimatti, sales.


2868 / Ricaldone Pietro / 1942-2-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



La cerimonia del tè8

Tokyo, Febbraio 1942

Rev.mo ed amatissimo Padre,


I nostri buoni lettori avranno sentito tante volte questa parola e sono sicuro di fare cosa gradita parlando un po’ anche di questa cerimonia così caratteristica. Penso che noi preferiamo bere il tè senza annettervi reconditi significati, ma è assai istruttiva la cosa, e per noi utile assai conoscerla, e potendo parteciparvi, perché può dare buoni spunti di avvicinamento a persone e a idee utili per la conoscenza della nostra santa religione.

È da oltre 350 anni che in Giappone è nota tale cerimonia, ed è più che mai in onore anche oggi. Proprio 350 anni fa nel Kyushu si incominciò a coltivare la pianta che poi rapidamente si propagò nell’isola grande a Kyoto, e dal 1223 dalla Cina pervenne la cerimonia.

I caratteri di questa cerimonia, sia che sia fatta in forma eremitica o in forma da salone, più sobria la prima, più magnifica la seconda, sono tutti inclusi in queste quattro parole: WA – KEI – SEI – JAKU. Ossia PACE, RISPETTO, PURITÀ, CALMA MELANCONICA.

La cerimonia ebbe in ogni tempo protettori assai influenti fra i grandi personaggi del Giappone di ogni epoca. Attualmente sono due le scuole più importanti sostenitrici della cerimonia: la scuola aristocratica di Tokyo e quella democratica di Keihan (Kansai), cui si riannodano branche secondarie.

Oltre che nelle famiglie private si può assistere presso alcuni templi di Tokyo e Kamamura alla bella cerimonia: bisogna vederla e meglio partecipare…

Prego dunque i desiderosi di venire… Un sentiero attraverso al piccolo giardino conduce alla casa del tè. Qualche lanterna in pietra – un piccolo bacino d’acqua per la purificazione ornano l’entrata. Divisa per lo più in due parti la casetta situata in luogo appartato e tranquillo deve appieno indicare il passaggio dal mondo clamoroso alla calma del ritiro. Si entra per una piccola porta… Capire il significato… ed eccoci nell’interno… camera alla giapponese, a stuoie… attira lo sguardo il fornello…

Pochi gli invitati, quattro o cinque – l’ordine di precedenza è fissato dal padrone, che silenziosamente invita ad entrare. Sedutisi tutti contemplano silenziosamente la camera, le varie ornamentazioni – si fanno le presentazioni e saluti di uso, e la presentazione degli oggetti che serviranno per la cerimonia – piccolo spuntino, poi riposo nella sala vicina mentre si viene adornando la stanza di fiori.

Il suono del gong richiama gli invitati ed incomincia la cerimonia propriamente detta. Il tè della cerimonia è di una qualità speciale, verdognolo e spesso, che deve essere bevuto in piccola quantità nella tazza che è presentata ad ogni invitato dal vicino, e accompagnata da complimenti cerimoniosi per chi deve bere per primo. Davanti ad ognuno su fogli di carta bianca stanno alcuni dolci che si mangiano (successivamente) alle gelate di tè che si succedono.

Naturale contorno alla cerimonia è la compostezza della persona, l’aggiustamento degli abiti ed il gesto. Bisogna naturalmente essere al corrente delle cose più importanti che fanno parte della cerimonia (nome degli strumenti, qualità del tè, la maniera di far bollire l’acqua, ecc.). Ogni invitato poi deve essere in grado di valutare e valorizzare e quanto vede e tutti gli oggetti che servono alla cerimonia ad es. le ornamentazioni o dipinti della sala, quadri, diciture se sono ad inchiostro di china o ad acquerelli, saper decifrare i caratteri e i singoli strumenti, (bollitore, cucchiaio, treppiede e occorrente a fare accendere il fuoco, ecc.

Ad ogni modo non bisogna… [vedere]… come vogliono alcuni chissà che profondi misteri religiosi in questa cerimonia: meglio vedervi un’accolta di amici intimi che desiderano bere una buona tazza di tè e far vedere le cose caratteristiche di casa (ornamenti, oggetti di arte, ecc.) ai loro amici. Il gusto del tè è amarognolo, ma non senza un quid di amabile – gli oggetti che si usano anche se antichi, sono pulitissimi – il luogo dove si compie la cerimonia benché semplice è nella calma e nella solitudine – il piccolo giardino è evocatore di questi sentimenti che ispirano relazioni di cordiale deferenza – le riunioni si possono moltiplicare e così riprodurre a piacere questi sentimenti buoni e relazioni.

Rinnovo l’invito ai nostri buoni amici… e più ancora per noi e per tutti l’augurio che nelle relazioni fra tutti gli amici dell’Opera salesiana in Giappone si effettui davvero quanto è auspicato nella cerimonia del tè: PACE, RISPETTO, PURITÀ, CALMA.

E voglia amato Padre pregare e far pregare per noi tutti specialmente per il


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2869 / Crevacore Alfonso / 1942-3-2 /


al chierico Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone


Tokyo, 2 marzo 1942

Carissimo Alfonso1,


Grazie della tua e delle belle notizie tue e della salute e dello spirito. Sì, spero che presto potrai essere dei nostri a Tokyo, prepara: anima, testa e braccia. Per il resto: Fiat voluntas Dei.

Per me? Le preoccupazioni sono del Signore, non dunque preoccupazioni, ma occupazioni; d’altra parte il Signore deve ben aiutarci, e quindi niente paura.

Di cuore (puoi capirlo) ti ricordo cotidie. Sta’ allegro, laborioso e con Dio sempre. Mi troverai sempre vicino al tabernacolo.

Tuo

Don V. Cimatti

2870 / Cecchetti Albano / 1942-3-6 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 6 marzo 1942

Carissimo,


Annuncio la morte dell’Amm. Yamamoto avvenuta il 28/2/42.9

Vi rappresentai al funerale. Era un nostro buon Cooperatore e ci aiutò specie negli inizi del nostro lavoro. Lo raccomando assai alle vostre preghiere.

Buona festa patronale della sua casa. Prego in modo speciale.

Intensifichiamo pure la preparazione alla S. Pasqua per noi e per gli altri.

Per ora nulla di nuova. Abbiamo fede in S. Giuseppe e avanti con calma e coraggio. Saluti a Don Arri e a quanti conosco (specie il cieco e famiglia).


Tutto suo nel Signore

Don Cimatti



2871 / Bernardi Angelo / 1942-3-11 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 11 marzo 1942

Carissimo Don Angelo,


Grazie della tua – quanto al tuo pensiero “prima i capi Kyokucho (Ordinari), poi gli altri”10 è questione del modo, ma presto o tardi, tanto si doveva arrivare a questo: non c’è che dire “Fiat voluntas Dei” e tirare avanti finché si può e meglio che si può. Deus scit, quanto è bene per noi e per loro: a noi fare il nostro dovere usque in finem, come ti proponi tu.

A Mikawajima la vita missionaria come un po’ dappertutto: ci vogliono cannoni spirituali ed argani per muovere come desidereremmo noi le anime.

Qualche catecumeno (ceto femminile) – ne ho in corso due alla missione – qualcuno a domicilio (catechista) – e stop.

Per te:


  1. Prega – il desiderio efficace (e il tuo è tale) è meritorio come la realtà. Pensa a S. Teresina.

  2. Non desistere dalla cura dei cristiani ed eccitali al lavoro per la missione e avanti.


Le bocce ferme di cui ti parlavo erano anche basate sull’esito di pratiche che non raggiunsero fino a tutt’oggi lo scopo. Verranno in seguito?

Lo sa il Signore. Per ora tiriamo avanti come meglio si può. Ti sono più vicino di quel che pensi e con Maccario e Caldiroli commemoriamo spesso Don Angelo e Miyakonojo.

Saluti al buon Kaneko, e alla santa Fuji e quanti conosco.


Tuo sempre in tutto aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




2872 / Cecchetti Albano / 1942-3-12 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 12 marzo 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie della sua ultima consolantissima.

Di nuovo buon S. Giuseppe a Lei e a tutti.

Don Liviabella mi dice il pensiero dell’Ordinario sul prete per l’”Hikari no sono”. Pare si voglia un giapponese e andrà da Kagoshima P. Matsushita una volta al mese: noi non siamo forgiatori secondo lo spirito giapponese – si dice – poi l’autorità non vede bene noi da quelle parti.

Questo è quanto… Comunque se ci chiameranno andremo e cercheremo di far il miglior bene possibile anche se messi sulla bilancia umana siamo trovati mancanti: l’importante è che sia contento il Signore.

Il prossimo 21 c. Broccardo, Roncato, Martelli, Margewicius, Dalkmann, Lorenzi sono nuovi sacerdoti e Lopez, Mantegazza, Manhard, Gallo nuovi suddiaconi.

Vi rappresenterò tutti ed essi pregheranno instanter per Lei e Don Arri e Beppu. Per ora continuiamo come prima formando buoni giapponesi più che si può.

A chiudere c’è sempre tempo e non è difficile.

Mi aiuti colle sue preghiere e sacrifici e S. Giuseppe ci ottenga di amare il Signore come seppe amarlo Lui e lavorare con Lui e per Lui come fece sempre S. Giuseppe.

Saluti a tutti e mi ricordi a tutti. L’abbraccio nel Signore.


Suo aff.mo

Don Cimatti, salesiano



2873 / Arri Carlo / 1942-3-12 /


a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 12 marzo 1942

Carissimo Don Arri,


Congratulazioni per il bel libro. Farò come dici per il Cagliero.

Fa’ quello che puoi per fare del bene indesinenter e fino a che il Signore ci darà forze.

Anch’io vo declinando – forse mi farai tu la sepoltura… ma come dice Don Cecchetti, bisogna morire in piedi… Il guaio è che quando si ha mal di schiena… Hai un chirio (= cura) speciale?

Allegro caro Don Carlo e buono e laborioso: non dimenticare di vivere unito al Signore… è il gran segreto per fare molto e con merito.


Tuo sempre aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2874 / Dal Fior Luigi / 1942 -3-15 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 15 marzo 1942

Carissimo Don Dal Fior,


Grazie della tua graditissima e delle belle notizie e materiali e spirituali. Per ora continuiamo come prima, ed il Signore ci aiuterà. Se possiamo esimerci dai debiti è molto meglio perché poi bisogna pagarli.

Per te mettiti nelle mani di Dio e lascia fare a Lui per te e per tutti.

Coraggio, Luigi, e salutami tutti tutti tutti e singoli.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2875 / Marella Paolo / 1942-3-19 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



In relazione al Seminario di Miyazaki11


Tokyo, 19 marzo 1942

Eccellenza,


Le condizioni di fatto in cui è venuto a trovarsi l’apostolato missionario in Giappone coll’applicazione dei principi del nuovo regime e quelle create dagli avvenimenti mondiali, pongono alcune delle opere iniziate dai missionari salesiani nella Prefettura Apostolica di Miyazaki in circostanze precarie di esistenza, tali che, per il bene della Chiesa cattolica in Giappone e quelle della società Salesiana, mi obbligano di riferirne all’E.V. e di proporre una soluzione, che, spero anche a parere del Consiglio dell’Ispettoria, pare possa tranquillizzare il problema del momento e risolvere definitivamente la questione per il futuro.

La presente relazione vuol prospettare solo il problema per la casa delle Vocazioni, detta Seminario di Miyazaki.


  1. Quale fu il movente dell’inizio e prosecuzione dell’Opera.

  2. Quali sono le condizioni attuali.

  3. Soluzione che si prospetta.

  4. Soluzione che ci si consiglia.


Sono i punti fondamentali della presente.


  1. SCOPO DELL’OPERA. Per la Società salesiana di Don Bosco la ricerca e cura delle vocazioni allo stato ecclesiastico, specie fra la gioventù povera e di bassa condizione, è fine della Società. Per lo sviluppo poi della medesima è questione di vita o di morte.

Nella nostra Prefettura Apostolica inoltre si seguì questo criterio direttivo (caldeggiato e tentato di realizzare da tutti i Superiori Ecclesiastici del Kyushu) istituire cioè opere d’istruzione per elevare la cultura del ceto cristiano del Kyushu. Seguendo gli insistenti insegnamenti della Chiesa ai missionari e le direttive di Don Bosco, i Salesiani fin dal loro arrivo (1926) in Giappone, iniziarono subito il lavoro di ricerca e cura delle vocazioni indigene, e lo hanno continuato a tutt’oggi, nonostante le delusioni, le amarezze, i contrasti, gli abbandoni ingiustificati, capricciosi, ingrati; e per quanto dipende da loro, intendono continuare a costo di ogni sacrificio. Il materiale vocazionale di ogni genere fu reclutato o fornito o dal lavoro dei missionari salesiani delle singole residenze della Prefettura, dal concorso dei missionari di altre circoscrizioni ecclesiastiche per allievi che o per età (vocazioni tardive), o per altre ragioni, non potevano entrare in Seminario; dalla nostra svariata propaganda stampa, musica, ecc.; altri dalla Corea o altre regioni, o consigliatoci da istituti religiosi.

Sorse così questa casa di Vocazioni che pur denominandosi Seminario di Miyazaki, e sussidiata qua tale dall’Opera di S. Pietro, è troppo evidente non restringersi alla formazione del personale ecclesiastico della Prefettura Apostolica di Miyazaki.

  1. CONDIZIONI ATTUALI. I risultati, sia pur modesti, finora ottenuti, stanno ad indicare la bontà dell’Opera intrapresa e la buona volontà di lavoro dei Salesiani in proposito. Sono due dozzine di vocazioni indigene, nettamente incanalate o per la via del clero secolare o per la vita religiosa.

Gli elementi dell’una e dell’altra schiera stanno compiendo i loro studi teologici o filosofici nel Gran Seminario di Tokyo e nello Studentato Salesiano – già un prete lavora nella Prefettura; un suddiacono e minorista sono alle soglie dell’ordinazione. Gli ex-allievi del nostro Seminario sono entrati in altre diocesi ed istituti religiosi. Infine una quarantina sono attualmente nel Seminario di Miyazaki. Gli incidenti attuali hanno chiamato al servizio militare varie di queste giovani speranze, e, pure essendo difficile prevedere il risultato definitivo delle vocazioni, non vi è motivo di allarmarsi e di desistere dal lavoro.

L’istituzione di Miyazaki è veduta assai bene dalle autorità locali, che diedero il riconoscimento; autorizzarono l’istruzione premilitare; è nota pure alle autorità centrali governative; e l’autorità ecclesiastica centrale ne considera il curriculum studiorum, come sufficiente per l’entrata al Gran Seminario.

  1. SOLUZIONE CONSIGLIATA: CHIUSURA. La cessazione o diminuzione dei sussidi di Propaganda Fide e dell’Opera di S. Pietro, e le difficoltà di sovvenzioni varie dall’estero, i principi posti dal nuovo regime in materia e il nessun aiuto finanziario che nelle difficili circostanze attuali intende dare l’Amministratore Apostolico fa proporre come unica soluzione la “chiusura” di quante opere non si possono sostenere con mezzi alla mano, ottenuti in posto. Non è mia intenzione polemizzare né sull’efficacia né sull’opportunità della soluzione: fiato e carta sprecati. Posti i principi umani da cui si parte, è impossibile intendersi.

I Salesiani di Don Bosco partono dal seguente concetto, per loro chiarissimo, così espresso da Don Bosco: “Ricordiamoci che noi regaliamo un grande tesoro alla Chiesa, quando noi procuriamo una buona vocazione: che questa vocazione o questo prete vada in diocesi, nelle missioni o in casa religiosa, non importa, è sempre un gran tesoro che si regala alla Chiesa di Gesù Cristo. Per mancanza di mezzi non si tralasci mai di ricevere un giovane che dà buone speranze di vocazione. Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri, andate anche a questuare, e se dopo di ciò vi troverete nel bisogno, non affannatevi, che la S. Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente, verrà in vostro aiuto”. A tutt’oggi, seguendo queste direttive, la Provvidenza non ci è mai venuta meno in Giappone.

  1. NOSTRA SOLUZIONE: CONTINUAZIONE COME OPERA SALESIANA. Ciò posto, la soluzione che si propone è la seguente: la proprietà mobile ed immobile e la gestione dell’Opera della casa delle vocazioni, detta Seminario di Miyazaki, passi integralmente alla Società Salesiana di Don Bosco che:


    1. Divenuta così direttamente responsabile in tutto dell’Opera

    2. Potrà agire con più sicurezza e libertà.

    3. Non vedrà disperso né perduto il lavoro compiuto in 15 anni.

    4. Restando nel posto classico delle vocazioni, potrà continuare a reclutare più facilmente le vocazioni.

    5. E continuare l’Opera di elevazione culturale della gioventù cristiana dell’Isola.

    6. Educazione che potrà essere completata nei vicini seminari di Fukuoka e Nagasaki.

    7. E darà modo alla medesima Società di avere un’opera in missione per esercitarvi il personale in formazione prima degli studi teologici.

    8. Tale cessione (a condizioni da fissarsi dall’Autorità competente) può anche significare una ricompensa caritatevole, giustizia pel lavoro delle vocazioni finora compiuto dalla medesima Società.


La proprietà immobiliare attuale è iscritta nell’ente della Missione, ma non è difficile il passaggio all’ente salesiano, essendo i salesiani amministratori dell’uno e dell’altro. La casa del Seminario è già canonicamente approvata come casa salesiana con decreto della S. C. di Propaganda Fide. Non è gravata né da debiti, né da ipoteche.

I sussidi ottenuti dall’Opera di S. Pietro dal 1932 (inizio del sussidio) al Febbraio del 1942 ascendono a Yen 89.687 (compera terreno, edificio, e sussidi annuali). Le spese sostenute Yen 99.893 che la Congregazione salesiana ha versato per le vocazioni, non calcolando naturalmente il lavoro del personale, le preoccupazioni, ecc. ecc., se del caso posso presentare il dettaglio.

Domando dunque che in vista delle ragioni precedenti l’E.V., in quanto può e se è necessario, sottoponga alla S. Congregazione di Propaganda Fide e all’Opera di S. Pietro la mia umile domanda, che mi pare risolvere definitivamente al presente e per l’avvenire la questione. Certo, l’avvenire è nelle mani di Dio.

Quanta parte abbiano delle direttive attuali delle autorità ecclesiastiche in Giappone piani o pressioni o comandi dalle autorità centrali governative, non è mio campo indagare: in caso affermativo bisogna che Roma dia ordini tassativi ad quietandas animas missionariorum exterorum vel Congregationum religiosarium utriusque sexus, se no, non si conclude. Quali pratiche supplementari occorrono allo scopo, non so: abbia la bontà di indicarle. Darò immediata evasione.

Pur comprendendo la delicatezza della pratica, oso domandare sollecita trattazione per porre le basi chiare fin dall’inizio del nuovo anno scolastico.

Invio la pratica nella festa di S. Giuseppe: l’appoggio del Santo non sarà certo inefficace, trattandosi di pratiche che interessano la Chiesa, di cui è Patrono.

Affido poi tutto alla carità dell’E.V. assicurandole affettuosa riconoscenza anche per questo nuovo atto di benevolenza verso i figli di Don Bosco.

Mi benedica con tutti i miei…

Don Vincenzo Cimatti, sales.




2876 / Ideguchi Francesco / 1942-3-19 /


a Mons. Francesco Ideguchi, Amministratore Apostolico di Miyazaki



19 marzo 1942

Monsignore Reverendissimo,12


Le condizioni di fatto in cui si è venuto a trovare l’apostolato missionario in Giappone coll’applicazione dei principi del nuovo regime, e quelle create dagli avvenimenti mondiali, pongono alcune opere iniziate dai missionari salesiani nella Prefettura Apostolica di Miyazaki in circostanze precarie di esistenza tali, che e per il bene della Chiesa e [per] quello della Società Salesiana in Giappone sono obbligato di riferirne in merito all’Ecc. V. e proporLe una soluzione, che anche a parere del Consiglio dell’Ispettoria salesiana pare possa assestare il problema del momento e risolvere definitivamente la questione per il futuro.

La presente relazione vuol prospettare solo il problema della Casa per le Vocazioni, detta Seminario di Miyazaki.


  1. Quale fu il movente dell’inizio e proseguimento dell’Opera.

  2. Quali le condizioni attuali.

  3. Quale soluzione si consiglia a noi salesiani per parte dell’Amministratore Apostolico.

  4. Quale soluzione propongono i salesiani.


  1. È fine della Società di S. Francesco di Sales anche la ricerca e cura delle vocazioni allo stato ecclesiastico, sia per provvedere il clero alle diocesi, sia per lo sviluppo della loro Società, specie fra la gioventù povera ed abbandonata. A tutt’oggi il materiale vocazionale di vario genere per il nostro Seminario fu reclutato:


    1. Dal lavoro dei missionari salesiani delle singole residenze della Prefettura Apostolica.

    2. Dal lavoro dei missionari di altre circoscrizioni ecclesiastiche che ci affidarono giovani e vocazioni tardive che non potevano entrare in altri Seminari.

    3. Dalla nostra propaganda.

    4. O dalla Corea o da altre circoscrizioni.


Sorse così a Miyazaki la casa di Vocazioni che, pur chiamandosi Seminario di Miyazaki e sussidiato qua tale dall’Opera del Clero indigeno, è troppo evidente [che] non si restringa alla formazione del personale ecclesiastico della Prefettura Apostolica di Miyazaki.

  1. I risultati, sia pur modesti finora ottenuti, stanno ad indicare la bontà dell’opera intrapresa e la buona volontà di lavoro dei Salesiani in proposito. Sono già due dozzine di vocazioni indigene nettamente incanalate e per la via del clero secolare e per la vita religiosa. Gli elementi dell’una e dell’altra schiera stanno compiendo i loro studi filosofici e teologici nel Seminario maggiore di Tokyo e nello Studentato Salesiano.

Già un sacerdote indigeno lavora nella Prefettura Apostolica, un suddiacono e minorista sono alle soglie dell’ordinazione, ed ex-allievi del nostro Seminario sono in altre Diocesi ed in altri Istituti Religiosi.

L’istituzione è veduta assai bene dalle Autorità locali, che diedero il riconoscimento legale, autorizzarono l’istruzione premilitare; è nota pure all’Autorità centrale, essendo dalla medesima ispezionato.

Inoltre l’autorità ecclesiastica centrale ne considera il curriculum come sufficiente per l’entrata nel Gran Seminario.

  1. La cessazione o diminuzione dei sussidi di Propaganda Fide e le difficoltà di ottenere sovvenzioni dall’estero sono la causa che fanno proporre come unica soluzione la chiusura di quante opere non si possono mantenere con mezzi alla mano, ottenuti sul posto.

Non è mia intenzione polemizzare né sull’efficienza, né sull’opportunità della soluzione; fiato e carta sprecati, posti i principi umani da cui si parte. Non è possibile intendersi. I Salesiani di Don Bosco partono da questo concetto per loro chiarissimo, così espresso da Don Bosco: “Ricordiamoci che noi doniamo un gran tesoro alla Chiesa di Gesù Cristo. Per mancanza di mezzi non si tralasci mai di ricevere un giovane che dà buona speranza di vocazione. Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri andate a questuare, e se dopo ciò vi troverete in bisogno, non affannatevi che la SS.ma Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente, verrà in vostro aiuto”. A tutt’oggi, seguendo queste direttive la Provvidenza non è mai venuta meno anche in Giappone.

  1. Posto ciò, i Salesiani propongono la soluzione seguente: la proprietà mobile e immobile insieme alla gestione della casa delle Vocazioni, detta Seminario di Miyazaki, passi integralmente alla Società salesiana di Don Bosco che diventa così:


    1. Direttamente responsabile in tutto dell’Opera.

    2. Potrà agire con sicurezza e libertà.

    3. Non vedrà disperso e perduto il lavoro compiuto in 15 anni.

    4. Restando nel posto classico delle vocazioni (Kyushu) potrà continuare a reclutare più facilmente le vocazioni.

    5. E continuare l’opera di elevazione culturale della gioventù cristiana dell’Isola.

    6. Educazione che potrà essere completata nei vicini Seminari di Fukuoka e Nagasaki.

    7. Darà modo alla Società salesiana di avere un’Opera in missione per esercitare il personale in formazione prima degli studi teologici,

    8. Tale cessione (a condizioni da fissarsi dalle Autorità competenti) può anche significare una ricompensa di carità e giustizia per le vocazioni finora compiuta dalla medesima società.


La proprietà immobile attuale è inserita nell’ente morale della Missione (pur non essendo tutta della missione), ma non è difficile il passaggio all’ente morale salesiano, essendo i salesiani gli amministratori dell’una e dell’altra Società di proprietà.

La casa del Seminario è già canonicamente approvata come casa salesiana dalla S. C. di Propaganda Fide; non è gravata né da debiti, né da ipoteche.

Dal punto di vista amministrativo:

I sussidi avuti dall’Opera di S. Pietro dal 1932 (inizio dei sussidi) a tutt’oggi, per compera terreno, edificio e sussidi annuali, ascendono a Yen 93.935. Le spese sostenute nello stesso tempo dalla Società salesiana ascendono a Yen 199.856,69, versato per le vocazioni; non calcolando il lavoro del personale, le preoccupazioni, domando dunque che in vista delle ragioni precedenti V. E., in quanto e se è necessario, sottoponga alla S. Congregazione di Propaganda Fide o all’Opera S. Pietro la mia domanda, che mi pare risolverà la questione al presente e per l’avvenire.

Non è mio compito indagare quanta parte abbiano nelle attuali direttive dell’Autorità ecclesiastica in Giappone consigli o pressioni o comandi delle autorità centrali governative: in caso affermativo bisogna che Roma dia ordini tassativi ad quiescendas conscientias missionariorum exterorum vel Congregationum religiosarum utriusque sexus, se no non si conclude.

Quali pratiche suppletorie occorrano a raggiungere lo scopo della presente supplica, non so: abbia la bontà fin dall’inizio di indicarle, immediatamente vi darò evasione.

Pur comprendendo la delicatezza della pratica oso domandare sollecitamente trattazione per porre le basi chiare fin dall’inizio del nuovo anno scolastico.

Invio la pratica nella festa di S. Giuseppe: l’appoggio del Santo non sarà certo inefficace trattandosi di pratica che interessa la Chiesa cattolica di cui è Patrono.

Affido tutto alla carità di V. E. assicurando affettuosa riconoscenza anche per questo nuovo atto di beneficenza verso i figli di Don Bosco.

Mi benedica con tutti i miei. Dell’E.V. Rev.ma

Obbligatissimo

Don V. Cimatti

Ispettore Opere Sales. in Giappone

2877 / Mizoguchi Shigeru / 1942-3-22 /


al Prof. Shigeru Mizoguchi, insegnante nel Seminario di Miyazaki



Tokyo, 22 marzo [1942 ca]

[Originale in giapponese]


Carissimo Prof. Moriguchi,


La ringrazio tanto del regalo che mi ha mandato. Il suo scritto mi risveglia tanti ricordi passati, e mi fa ricordare l’aiuto che mi ha dato. La ringrazio davvero con tutto il cuore. Non posso ricambiare altro che pregando per lei. Buona Pasqua.

2 D. V. Cimatti, salesiano

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2878 / Circolare a Salesiani e Missionari in Giappone / 1942-3-24 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio


24 marzo 1942

Carissimi,


Permettete che vi ringrazi con tutto il cuore per la fraterna e caritatevole partecipazione alla Prima Messa dei nostri confratelli, con preghiere e con altri aiuti che permisero di rendere più solenne e sentita la festa.

Grazie di cuore. Al vedere la vostra carità ne fui particolarmente commosso, ne benedissi il Signore. Vi rappresentai del mio meglio e tutti i sacerdoti vi ricordarono in modo tutto specialissimo ed una delle prime Ss. Messe fu secondo le vostre intenzioni. Il Signore centuplichi e materialmente e spiritualmente la vostra carità.

Permettete poi che a nome di tutti vi presenti gli auguri per le prossime feste Pasquali. Vogliate anche rappresentarmi presso quanti conosco, dicendo loro l’imperituro ricordo, la quotidiana preghiera e la riconoscenza più profonda.

Vogliate anche tener nota ed applicate alcuni principi direttivi dalla esatta esecuzione dei quali dipende assai assai il presente e l’avvenire nostro e delle nostre Opere.


  1. Docilità perfetta alle istruzioni e consigli delle autorità ecclesiastiche giapponesi, oggi le sole a portare la responsabilità coram Deo et ecclesia nel campo ecclesiastico. Grande deferenza all’Amministratore Apostolico.

  2. Non si dia né in parole né in fatti l’impressione di voler resistere, ricorrere ed agitarsi, altrimenti cade tutto.

  3. Oggi è imperativo restringere, sfrondare, poi silenzio e nascondimento, pur non tralasciando di fare quanto è possibile per fare tutto il bene possibile.

  4. In guardia affinché le nostre relazioni colle autorità civili locali di ogni sorta siano corrette, educate… nervi e lingua a posto. Che nessuno abbia a dir male di noi sotto qualsiasi punto di vista.

  5. Grande fiducia e totale abbandono nella Provvidenza e nella protezione dell’Ausiliatrice nostra. Siamo buoni religiosi in tutto e per tutto, e avanti nel nostro lavoro, anche se saremo costretti a potare, sfrondare e altro…


E vogliate pregare per questo povero vostro confratello che non vi dimentica mai nelle sue preghiere quotidiane e che è a vostra disposizione sempre in tutto quanto è possibile.


Don V. Cimatti, sales.

2879 / Cecchetti Albano / 1942-3-24 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 24 marzo 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie delle belle notizie ed il Signore ci aiuti.

Si passano dei quarti d’ora che solo il Signore sa come finiranno… ma speriamo bene.

Grazie dei consigli medici: il caldo ha aggiustato meglio di ogni genere di medicine. E Deo gratias!

Il non venire dell’Ordinario può essere sia perché considera la nostra povera casa come lo è di fatto, salesiana – e non avere quelle comodità giapponesi (bagno, ecc.) di cui forse abbisogna.

Provi ad invitarlo: penso non rifiuterà. Saluti omnes et singulos.

Tutto suo nel Signore

Don V. Cimatti



P.S. In caso che non riesca a trovare lavoro per tutti i nostri pretini, Lei troverebbe lavoro effettivo per uno serio, posato, ecc.?


2880 / Marella Paolo/ 1942-3-28 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 28 marzo 1942

Eccellenza Reverendissima,


Ho avuto occasione oggi di visitare i reclusi di Sumiregakko [= nome di una scuola di S. Mauro, addetta ad accogliere i reclusi per motivi di appartenenza ad un paese in guerra con il Giappone] e mi fu consegnata l’acclusa con viva raccomandazione di recapito, trattandosi di cose speciali: adempio la promessa.

Se occorresse per la medesima via la risposta, non so dire quando potrei portarla o io o qualcuno di noi, perché non so dire quando vi sarà altra occasione.

Per norma di V. E. (certo saprà…) v’è chi vocifera in quell’ambiente, che è a causa dell’E.V. che i missionari sono obbligati a partire; essi da personalità giapponesi sarebbero invece indettati a restare. I missionari canadesi non vogliono muoversi… Quale valore si debba dare a tali dicerie è facile capirlo: ad ogni modo ho creduto bene dirlo.

Per le nostre cose attendo la risposta dell’Ordinario; Mons. Doi è del parere [che] si chiuda il Seminario come opera della Missione, e che possa continuare come opera salesiana. Le missioni restino occupate. La Missione di Miyazaki, sede dell’Amministratore Apostolico e del Vicario, quindi far sloggiare di là i Salesiani.

Queste le linee generali. Si vedrà che ne pensa Mons. Ideguchi e in base a quello decideremo definitivamente, perché anche Lui, come V. E. non vuole essere incluso nella questione.

Mi parlò delle vocazioni, che sperano di aver migliori dopo la guerra, e della Provvidenza che non ha bisogno… non ricordo più... Punti, su cui naturalmente non si sarà mai d’accordo, ma era Lui che parlava: grazie ai suoi suggerimenti non ho fatto verbo né vocazionale, né provvidenziale.

Ma ora attendo il responso… Et Deus nos adjuvet. Non so se congratularmi con V. E. per la parte che senza dubbio ha avuto (e quanta…) nella soluzione delle relazioni col Vaticano, e ci auguriamo che anche questa fatica non lieve per il bene della Chiesa, abbia anche verso di V. E. il giusto riconoscimento da chi di dovere.

Ne prego di cuore il Signore. Mi permetta poi sentitissimi gli auguri di buone e sante feste, a nome di tutti.

Non possiamo offrire che preghiere e docile sommissione al rappresentante della S. Sede… e quando ce n’è… un po’ di verdura et similia.

Preghi per noi e mi benedica con tutta l’anima romana… quella… der Cupolone.

Il Signore la rimeriti di quanto fa anche per i poveri salesiani di Don Bosco, e al solito quando può ci aiuti con lavori, e con altro che venga tra mano a V. E.

Pare che Don Margiaria abbia trovato lavoro per l’esposizione… Don Bovio vi manda a lavorare anche alcuni chierici-falegnami che sanno di falegnameria… Pare paghino benino (4-5 Yen al giorno)… Se fosse roba campagnola potrei andare anch’io… Se non sono troppo audace abbia la bontà di presentare i miei poveri auguri al suo valente segretario P. Humbert Claude.

Col più profondo ossequio…

Riconoscente

Don Vincenzo Cimatti

2881 / Ricaldone Pietro / 1942-3-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



L’ammiraglio Yamamoto13

Tokyo, Marzo 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Di tanto in tanto la morte viene a formare dei vuoti assai dolorosi fra le fila dei nostri confratelli, allievi e cooperatori. Se di tutti Lei desidera certo dettagliata relazione, di alcuni in modo speciale, sono sicuro d’interpretare un suo più intenso desiderio che siano ricordati.

Dovere di riconoscenza, tributo di ammirazione, proposta a modello di cristiano di azione e di ottima cooperazione salesiana, sono le condizioni che m’impongono di presentarle la figura dell’Ammiraglio Yamamoto Shinjiro.

Nato il 22 dicembre 1877 a Katase (Yokohama) fin dall’infanzia sentì il fascino del mare, passione che coltivò tutta la vita. Fu uno dei primi allievi della scuola media dei marianisti in Tokyo: dotato di cuore nobile e generoso era rimasto colpito dalla pietà e bontà dei suoi insegnanti stranieri. Pensò dovere essere il riflesso della religione che essi professavano. Volle studiarla a fondo e nel 1893 ricevette il S. Battesimo col nome di Stefano.

L’esempio dato da lui, in un periodo ancor difficile per la propaganda religiosa cattolica, fece colpo e influì non poco sulla conversione di altri giovani alunni.

Nel 1900 esce dalla scuola navale e comincia la serie della sua attività militare nella guerra cino-giapponese, nella guerra mondiale, nei vari uffici navali, addetto militare all’ambasciata giapponese a Roma, membro nei trattati di pace dopo la guerra mondiale, e nei particolari incarichi di corte (accompagnò il Principe Ereditario nelle sue visite alle nazioni, impiegato nell’archivio di corte, ecc.).

Nel campo cattolico ebbe relazioni intime con cattolici di ogni grado di tutte le nazioni; ebbe udienze da Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio XI, era membro perpetuo della direzione per i Congressi eucaristici internazionali, decorato delle insegne dei Cav. di Malta, del S. Sepolcro, Consigliere di molte Congregazioni religiose e associazioni diocesane e Presidente dell’Associazione dei giovani cattolici in Giappone. Scoppiata la guerra cino-giapponese, ebbe l’incarico dal Governo di far conoscere e capire all’estero e nel mondo cattolico il vero movente di tale guerra per il Giappone. Visitò nel 1937-38 una decina di Stati in Europa e America. Nel maggio del 1941 si ammalò e morì il 28 febbraio 1942. Aveva 65 anni.

E l’indimenticabile Ammiraglio fu ottimo cooperatore: riceveva il Bollettino salesiano, che leggeva con vera soddisfazione, ed ogni anno ci teneva a inviare la sua offerta al Rettor Maggiore.

Lei ricorderà certo, amato Padre, il suo primo incontro a Tokyo coll’ammiraglio e alla domanda che gli si faceva sul come lavorare fruttuosamente per la conversione del Giappone rispose “che questo sarebbe stato un fatto compiuto, quando una qualche congregazione religiosa avesse pregato giorno e notte a questo scopo davanti al SS.mo Sacramento”.

L’avrà poi riveduto nella sua ultima venuta e me ne parlava con vera gioia delle belle impressioni. Ci aiutò sempre colla preghiera, col consiglio e coll’opera in varie circostanze. Lo ricordo pochi mesi prima di morire di averlo incontrato presso la cattedrale di Tokyo (non ricordo più per quale occasione) col suo libro di preghiere e rosario alla mano. Con volto stanco e rassegnato “Oh, come mi duole di non poterla accontentare per l’invito che mi fa (feste del centenario)… Non mi è più possibile lavorare… mi mancano il tempo e le forze…”. E stentatamente si avviò alla chiesa.

L’ammiraglio Yamamoto è una delle figure più rappresentative di quella classe di uomini che sanno dimostrare in ogni circostanza il loro immenso amore coll’attaccamento alla religione cattolica, alla patria, alle legittime autorità, congiunto ad uno straordinario spirito di umiltà e sacrificio.

Il Signore lo rimeriti del bene fatto e che sono sicuro continuerà a fare dal Cielo per i figli di Don Bosco in Giappone.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2882 / Marella Paolo / 1942-4-3 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 3 aprile 1942

Eccellenza Reverendissima,


Mi perviene da Kobe l’accluso che trasmetto immediate. Ricevuta lettera da Mons. Ideguchi. Conclusione: per quest’anno, in prova, il Seminario continua (non deve aver capito molto della questione che gli proponevo).

In quasi tutte le missioni fece discorsi non molto felici e verso i Salesiani e verso i cristiani, che non ne sono per nulla edificati.

Ha servito a stringere sempre più loro alla famiglia salesiana; si sono quotati fortemente – e a Miyazaki vogliono che il Seminario continui.

Per tutti fu di gran conforto il vedere il cuore dei nostri cristiani che pensavamo indifferente o non troppo caldo verso di noi. Deo gratias! Chi fa bene, trova bene.

Non avevano ancora ricevuto mie direttive (quelle datemi da V. E.) e quindi ci fu seduta un po’ burrascosa fra Ordinario, missionario e cristiani. Pare ad ogni modo ritornata la calma.

È certo però che questo modo di parlare dell’Ordinario, che fa trapelare troppo non solo la questione finanziaria, ma quella straniera, indispone tutti e getta diffidenza, ecc. sul clero giapponese.

P. Schichida non ha ancora dato la risposta (se accetta come Vicario); se risponde affermativamente, sarà eletto parroco e così noi ci ritireremo dalla Parrocchia.

E per ora avanti, facendo quel che si può e meglio che si può.

Prego e faccio pregare tanto per V. E. che in questo tempo specialmente ha formidabili preoccupazioni e responsabilità.

Vorrei poterla in qualche modo aiutare: dica e sono pronto.

Di nuovo buone feste e mi benedica con tutti i miei.

Suo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

2883 / Antolin Agostino / 1942-4-16 /


a Don Agostino Antolin, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 16 aprile 1942

Carissimo Don Antolin,14


Colgo l’occasione per inviarti un cordiale saluto e assicurarti la continua preghiera. Per ora niente di nuovo.

Ti ho fatto inviare il nostro Paulin15: vedi di dargli lavoro non solo materiale, ma anche spirituale. Non so se ti abbia parlato altre volte. Egli desidererebbe studiare (come aveva incominciato in Italia). Con Don Romani si era parlato e potresti sentire il suo parere e nel caso aiutarlo (non facendogli però illusioni): aveva fatto la domanda a Torino, ribadendo ai Superiori il suo desiderio, che inizialmente non fu accolto. Penso che testa per riuscire potrebbe averla.

Ad ogni modo vedi di occuparlo meglio che si può e prega per me che tanto ne abbisogno.


Tuo

Don V. Cimatti, sales.



2884 / Cecchetti Albano / 1942-4-20 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 20 aprile 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Vi penso tutti in ottima salute e prego sempre per voi. Spero che Don Arri abbia ricevuto la musica richiesta.

Si avvicina il mese dell’Ausiliatrice ed oso esortarvi a farlo e farlo fare con vero slancio da quanti più è possibile, sicuro che la Mamma nostra ci aiuterà in ogni senso.

Saluti a quanti conosco: all’occasione anche alla Nagata; non potendo far altro prego. Ho ancora Don Lorenzi da mettere a posto e poi ho finito.

Saluti a quanti conosco. Sempre ricordando tutti,

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2885 / Braga Carlo / 1942-4-22 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



22 aprile 1942

Carissimo,


Grazie della tua attesissima lettera. Per il momento penso che non sia possibile che inviare qualche confratello che sappia il giapponese: può essere un buon aiuto e per insegnare e stabilire buone relazioni colle autorità locali. Per quelli che domandi tu la cosa è prematura: sarà in un secondo tempo.

Avrei bisogno che mi ricevessi Don Felici che già conosci e che ti conosce.

Sta facendo le pratiche per traslocarsi a Shanghai, ma non so quando otterrà il permesso. Grazie del tuo interessamento per le cose nostre. Non c’è che pregare. Saluta omnes et singulos.


Tuo

Don V. Cimatti

2886 / Cecchetti Albano / 1942-4-29 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 29 aprile 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie di cuore delle consolanti notizie vostre e del vostro lavoro. Sì, il Signore ci benedice al di sopra dei nostri meriti. Deo gratias.

Penso che sarà contento di ricevere un buon aiuto nella persona del nostro caro Don Lorenzi.

Gli faccia fare pratiche di vario genere: ha bisogno anche di esercitarsi nel giapponese. È stagionato di età, buon lavoratore, penso che si formerà bene.

Gli dia molto lavoro e di ogni genere. E potendo riposi Lei e Don Arri.

Buon mese di Maggio. Saluti a tutti.

3 Suo nel Signore

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Don V. Cimatti, sales.

2887 / Cecchetti Albano / 1942-4-29 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 29 aprile 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Come preannunciai in cartolina (che forse arriverà in ritardo) le invio il buon Don Lorenzi che è animato dalla più buona volontà del mondo, e che penso che sotto la sua direzione si eserciterà assai bene. Gli dia lavoro di vario genere – anche comodità di esercitarsi in giapponese.

È buon lavoratore anche materiale. Dunque gli faccia fare un buon tirocinio in tutto.


  1. Per la mia venuta, sa il Signore se e quando. Per ora non urge e poi ho la convinzione che meno entro nella cosa, e meglio le cose vanno.

  2. Principi direttivi del momento:

    1. Lavoriamo salesianamente.

    2. Facendo tutto il bene che ci si permette di fare – senza fracasso – ma con fede, preghiera, sacrificio… e lasciando che il mondo dica quel che vuole… mondo esterno e mondo salesiano.


  1. Scrivo anche a Don Arri: l’importante è che non faccia esagerazioni (= muri).

  2. Anche i sogni profetici o no sono inviati o permessi da Dio per i suoi fini. Per me sono sicuro che se saremo buoni salesiani nonostante le difficoltà, il Signore farà sì che tutto proceda anche secondo i nostri desideri.

  3. E preghi preghi e faccia pregare per me – che son vicino cronologicamente e logicamente più di Lei e di Don Arri a sora morte.


L’abbraccio nel Signore e benedico.

Suo

Don V. Cimatti



P.S. Nella forma più prudente mi faccia avere il biglietto a Don Figura.

2888 / Ricaldone Pietro / 1942-4-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Il quarto potere in Giappone


Aprile, 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Un altro lato caratteristico del popolo giapponese è il desiderio della cultura ottenuta in tutte le forme più moderne. Non ho girato molto per il mondo, ma penso che siano poche le nazioni che, come il Giappone, manifestano questa bella attività. Era già questa una delle belle attitudini naturali, che aveva riscontrato S. Francesco Saverio, e per cui non dubitava della relativa facilità della conversione di un popolo, che ama istruirsi. Ne sono sintomi chiari il piacere con cui gli allievi vanno a scuola, il desiderio della lettura e non ultimo la forza della produzione libraria.

Sono dati dell’ante guerra (1937) – ma anche in questo periodo il Giappone di poco ha cangiata la sua posizione. Alcuni dati chiariscono quanto dico: desumo dai dati emanati dal Ministero dell’interno. Libri di scienze sociali (politica, giurisprudenza, economia, ecc.): 5529; di pensiero (filosofia, morale, ecc.): 4512; testi per le scuole: 2709; di scienze naturali: 1885; di scienza industriale (manifatture, ingegneria, macchine, comunicazioni, ecc.): 4877; di arte: 4797; di storia e topografia: 2310; di vario genere: 4115, con un complessivo dunque di 30.734 opere. Durante la guerra evidentemente crescono le pubblicazioni relative al conflitto con un crescendo nell’anno di 21 in luglio a 218 in dicembre, ma come dissi, restando si può dire immutato il numero della produzione libraria negli altri campi.

Non meno nutrito è il campo della produzione stampa del tipo rivista e giornale. Tokyo, centro della cultura politica, e Osaka, centro della cultura economica, sono pure i centri del giornalismo, con giornali della tiratura quotidiana di un milione e mezzo di copie, e forniti di tutti i mezzi moderni di comunicazione e relazione mondiali, come i massimi quotidiani delle varie nazioni. In Giappone i giornali quotidiani ascendono a 1214, e sono sparsi negli altri grandi centri di cultura regionale. Non è meno considerevole l’entità delle pubblicazioni librarie tipo rivista. Alla stessa data se ne contano 3555, delle quali 961 ufficiali (annunzi, propaganda di uffici pubblici, organizzazioni, società commerciali, ecc.) e le altre 2594, classificabili in riviste religiose (301), scientifiche (171), educative (124), sociali (255), economiche e commerciali (316), letterarie (569), familiari (74), per fanciulli e giovani (73), sportive (182), giocose (196), varie (551). Le riviste più diffuse sono quelle che trattano di economia, le familiari, le giocose e sportive. Naturalmente durante il periodo della guerra anche tutte le riviste (ed altre numerose illustrate sorte in quel periodo) erano mobilizzate allo scopo.

Non tutto il materiale librario è originale. Si può dire che le opere di fama mondiale in qualsiasi ramo sono state tradotte in giapponese, e naturalmente non con i criteri che la religione cattolica impone per salvaguardare la fede, la morale, i costumi del popolo e più della gioventù: vi si trova di tutto, dal luridume romanzesco alle novelle e fiabe per fanciulli, dalle più elevate elucubrazioni degli antichi e moderni filosofi alle manifestazioni di idee comuniste più spinte all’estero, pur essendo degna di ogni lode la vigilanza del Ministero dell’educazione nazionale a che non si divulghino pubblicazioni immorali e sovversive.

In altra comunicazione le parlerò del movimento cattolico e più del movimento salesiano per la buona stampa, che anche alla stregua dei semplici dati sopraccennati, fa comprendere di quale importanza sia sotto qualsiasi punto di vista si voglia considerare.

E preghi per noi e ci benedica.

Con affetto di figlio,

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2889 / Cecchetti Albano / 1942-5-2 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 2 maggio 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Spero che il bravo Don Lorenzi sarà giunto sano e salvo e potrà darle un buon aiuto. Glielo raccomando, non tralasci specie per lui le prescritte conferenze e rendiconto, ecc.

Non dimentichi il 13 c. m. il 25° della consacrazione episcopale di Pio XII e il desiderio del Santo Padre che tutte le preghiere del mese siano per la pace e concordia dei popoli.

Notizie: pare che il bravo Maki torni da soldato e il buon Nishimura è in ottima relazione con Mons. Piani.

Spero avrete cominciato bene il mese di maggio e lo proseguirete meglio.

Coraggio e avanti sempre nel nome di Dio e della Madonna.

Saluti a quanti conosco tra i cristiani.

Preghi per me.

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2890 / Solari Carmela F.M.A. / 1942-5-2 /


a Suor Carmela Solari, missionaria e Direttrice delle F.M.A. in Giappone



Tokyo, 2 maggio 1942

Rev.ma Madre,


Spero avrete cominciato con slancio il mese della Mamma e che lo continuiate ancor meglio.

Non dimentichi che il 13 c. m. è il 25° della consacrazione episcopale di S.S. Pio XII e del desiderio che ha espresso che tutte le preghiere del mese siano per la pace e concordia tra i popoli.

Per ora null’altro. Si avvicinano le vostre speciali feste… Affrettatevi ad una buona preparazione.

Saluti a tutte e singole e preghi per me che mai vi dimentico.


Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2891 / Circolare Salesiani / 1942-5-4 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 4 maggio 1942

Carissimi,


Ricevo dalla Delegazione Apostolica e comunico: “Benché sappia assai bene che non vi sfuggirà dalla mente la data del 13 Maggio, 25° anniversario della Consacrazione Episcopale di S.S. Pio XII, e che vi starà a cuore di ravvivare in quel giorno secondo le vostre possibilità nel cuore dei vostri il sentimento di attaccamento al S. Padre il PAPA, credo nondimeno utile indirizzarvi questa lettera per assicurarvi in quel giorno l’unione dei cuori e delle preghiere in favore del Successore di Pietro. Invierò a vostro nome telegramma a S.S. per assicurarlo delle nostre preghiere al fine di facilitargli il pesante incarico e le preoccupazioni del momento. Vi ricordo inoltre che l’intenzione del S. Padre per il mese di Maggio resta come d’abitudine la preghiera per il ritorno della concordia tra i popoli”.

Abbiamo incominciato il mese di Maggio consacrato alla Mamma nostra: proseguiamolo con crescente ardore. Non dimentichiamo poi la novena dello Spirito Santo.

Che si verifichi anche per noi, specie nelle circostanze in cui ci troviamo, una vera Pentecoste che ci rinfranchi, ci guarisca, ci stimoli efficacemente al bene, che dobbiamo fare per piccolo e insignificante che ci appaia. “Frangar non flectar”… in ogni campo.

Applichiamolo al nostro lavoro di perfezionamento singolo, al nostro perfezionamento come comunità religiosa, al nostro lavoro di apostolato di preghiera, di parola e di opera e di esempio.

Il giorno 14 c. m. ricorre la solennità della Beata Mazzarello. Pur liturgicamente impedita, raccomando alle vostre preghiere l’Istituto delle Figlie di Maria Aus. specialmente in quel giorno: sarà spiritualmente efficace il legame che deve unire le due famiglie.

Si facciano poi le opportune correzioni liturgiche nell’Ordo per la festa di Maria A. Pregate per il


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2892 / Circolare Suore F.M.A. / 1942-5-… /


alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, missionarie in Giappone



[5 maggio 1942]


In questo mese avete un cumulo di feste tutte vostre che dovete cercare di realizzare il meglio possibile.

10 Maggio, nascita della Beata Mazzarello – 14 festa della medesima – 24 festa della Mamma nostra dolcissima.

Gridate con me: VIVA MARIA NOSTRA MADRE, NOSTRA SIGNORA, NOSTRA AUSILIATRICE. EVVIVA.

La nascita della beata vi dica: anch’io voglio sempre nascere a nuova vita, a intensa vita di amore al Signore e di lavoro per il prossimo. Voglio rinascere più buona e più perfetta.

La festa della Beata vi dica: Quia respexit humilitatem ancillae suae ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes…

La festa della Mamma vi dica: Venite filii audite me… Sceglietevi Maria per madre e per maestra.

Poi allegre nel Signore e fedeli nell’osservanza delle vostre regole usque in finem.

Pregate per il


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2893 / Liviabella Leone / 1942-5-6 /


a Don Leone Liviabella, missionario salesiano in Giappone


Tokyo, 6 maggio 1942

Carissimo,


Rispondo alla tua del 3/4, che come vedi è arrivata abbastanza tardi.

Hai fatto bene a scrivere all’Amministratore Apostolico, ma credo che finché ci siamo noi le cose andranno come per il passato.

Qui il Vescovo (a Tokyo) ha annunciato: “Io non do sussidio al missionario” e quindi ognuno si aggiusta per ottenere dai cristiani quanto è necessario e dove non arrivano i cristiani devono arrivare con le proprie forze. Dunque:


  1. Fissato il mensile per i missionari… (è da anni che noi siamo stati sugli Yen 30, ed ora sarebbe necessario aumentare).

  2. O detrarre quanto il missionario riceve dai cristiani – o lasciarglielo perché paghi la luce e altro… E dove non arriva altra possibilità bisogna aiutarlo.

  3. Le tasse che l’Amministratore Apostolico riceve dovrebbero servire per le spese del Centro.

  4. Dove non arriva il centro deve pensare la Congregazione.


È naturale che per i rendiconti preventivi e consuntivi è necessario vederci chiaro, e la preoccupazione attuale del clero giapponese è appunto questa di mettere delle chiare basi amministrative ed è da questo punto di vista che bisogna considerare molto del nervosismo degli Ordinari.

Noi religiosi partiamo da altri principi perché abbiamo di dietro le spalle la Congregazione e mezzi di propaganda speciali per venire in aiuto alle Opere.

Inoltre per questo bisogna che non dimentichiamo che i missionari salesiani sono salesiani e non possiamo pensarli alla stregua solo del clero indigeno. Da ciò la difficoltà di acquietare vari di loro e in genere un po’ tutti, accresciuta dal non poter come prima lavorare nel campo dell’apostolato e che per le difficoltà della vita il dover fare anche tanti lavori che non entrano per nulla nel programma di vita missionaria.

Insomma, pur l’Amministratore Apostolico stabilendo quanto crede possibile o sufficiente, secondo le possibilità, Don Cimatti deve trovare [il] modo insieme all’amabile Economo di venire in soccorso ai confratelli.

A scriverlo e dirlo si fa presto, ma come attuarlo? Io vorrei non voler far soffrire i confratelli e che non fossero in apprensioni materiali per poter così attendere più seriamente al lavoro di apostolato.

Vedi, caro Don Leone, per noi che siamo seduti a tavolino, certe necessità dei singoli confratelli si rischia di non comprenderle bene. Come pure è difficile stabilire un criterio di perfetta uguaglianza, perché le persone, il luogo di abitazione ed altre circostanze determinano difficoltà speciali. Bisogna che noi diamo ai confratelli un minimo sicuro.

Quanto all’altra spinosa questione: per me ho sempre insistito che la questione delle spese, prestiti, ecc. ecc. sia la Caritas, perché mi si fece vedere e capire che era nella possibilità di assolvere ai suoi impegni.

La fabbrica di Tano16 (se si è stato ai preventivi e se riceve, come dovrebbe, l’aiuto dallo Stato) non dovrebbe preoccupare eccessivamente: ma se si sono cambiate le carte in mano e se hanno fatto di più di quello che si era convenuto, non so proprio che dire. Ormai quello che hai dato è dato (anche in questo nuovo aiuto e più non resta che sanare… e saniamo). Le lamentanze dei confratelli (che nonostante le mie raccomandazioni di non parlare di cose amministrative in pratica vedono e sanno) in conclusione finiscono per essere fondate, perché quanto si potrebbe dare e per la Congregazione e per la Missione finisce coll’essere a disposizione di un’Opera, e molti si domandano perché fare molti sacrifici per questa e non per altre.

Il “Kosei” (colonia agricola) in queste condizioni non sarà mai opera salesiana e tutti ormai lo vedono perché non ha una consistenza sua amministrativa.

Ne scrivo a Don Antonio. Certo la riconoscenza che noi dobbiamo all’Ospizio come opera di beneficenza che ci ha dato modo di avere aiuti non possiamo spingerla all’esagerazione di non poter far altro e di non assestare le nostre cose.

Per la libreria avevo fatto la proposta Beppu. Don Cavoli e tu pregaste di sospendere… e sospesi. Se viene gestita dalla Caritas seguirà la sorte. Per Don Braggion gli ho scritto che avrei destinato il Ch. Maki che mi aveva promesso di essere a Tokyo e che non vedo – se non viene (tento telegrafare che vada a Miyazaki) manderemo un altro, pur essendo dolorosissimo sospendere gli studi regolari… glieli faremo fare benché non regolari a Miyazaki ed il Signore mi perdoni tutte e tante infrazioni in tutti i sensi…

Oh, starò davvero in Purgatorio fino al giudizio universale… e anche questo sia per amor di Dio. Prega per me.


Tuo sempre aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2894/ Cecchetti Albano / 1942-5-31 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 31 maggio 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Mese del S. Cuore… Non ho bisogno di insistere con un ardente devoto: ma se possiamo fare di più e sempre meglio, il Signore sarà contento assai. Una preghiera il 4 Giugno per il buon Don Piacenza.

Verso la fine del mese i rendiconti: l’Ordinario, penso, darà istruzioni, ad ogni modo facilitiamogli il compito fornendo con precisione i dati necessari; è burocrazia doverosa.

Saluti cordiali a Don Arri e se c’è a Don Lorenzi: spero che presto anche la questione sarà risolta. Buone notizie di Nishimura: lavora e si fa onore.

Preghiamo per tutti e Lei non dimentichi chi sempre la ricorda nel Signore.

Suo

Don Cimatti



2895 / Chierici dello Studentato / 1942-6-4 /


ai Chierici dello Studentato salesiano in Giappone


Tokyo, 4 giugno 1942

Carissimi della Compagnia dello studentato,17


Penso che Maria SS.ma sia stata contenta di quanto ci siamo sforzati di fare durante il suo bel mese, e che copiose saranno state le benedizioni e le grazie per noi e per le nostre opere. Ho assistito alla vostra riuscitissima festa. Bravi! De Maria numquam satis.

Il mese di Giugno consacrato al S. Cuore ci porge una nuova occasione per effondere il nostro affetto verso di Lui, nostra via e vita: sfruttiamo santamente anche questa occasione, e, seguendo lo spirito di Don Bosco, vediamo di accrescere in noi e propagare nelle forme a noi possibili la devozione al S. Cuore. Oh, come sarebbe bello che lo studentato consacrato al S. Cuore, diventasse il centro propulsore della devozione per tutto il Giappone, la Paray-le-Monial dell’Oriente!

Certo tutti personalmente possiamo, seguendo gli insegnamenti e la tradizione di Don Bosco, migliorare la S. Messa detta ed ascoltata, la S. Comunione sacramentale e spirituale, e la visita al SS. mo Sacramento, tre mezzi genuinamente salesiani per la formazione di una coscienza eucaristica quale Don Bosco voleva vedere nei suoi figliuoli.

Ed ancora un lato caratteristico della devozione salesiana al S. Cuore desidero richiamare: “il mistero dell’amore crocifisso per la salvezza nostra; la contemplazione del Cuore di Gesù trafitto dalla lancia, e per la ferita del costato giungere al Cuore”.

Non dimentichiamo al riguardo due momenti della vita di Don Bosco. Pio IX che domanda a Don Bosco quale scienza, fra quelle studiate, gli sia piaciuta di più… La risposta di Don Bosco: “Non sono molte le mie cognizioni: quella che però più mi piacerebbe e che ardentemente desidero è “scire Jesum et hunc crucifixum”.

Mamma Margherita vuol tornare alla pace dei suoi cari ai Becchi… Don Bosco indica alla Mamma il Crocifisso.

Don Bosco dunque, e nell’Eucaristia e nel cuore sanguinante di Gesù, ispirandosi alla sua mitezza ed umiltà, e nello spirito di S. Francesco di Sales, ha vissuto integralmente la devozione al S. Cuore.

Non dimentichiamo che il clima salesiano fu il clima preferito dal S. Cuore per le grandi rivelazioni del suo amore e per la diffusione della sua devozione nel mondo. E Don Bosco respirò sempre a pieni polmoni l’aria salesiana.

Imitiamolo e doniamoci più intimamente a Gesù nel suo bel mese.


Vostro

Don V. Cimatti, sales.




2896 / Cecchetti Albano / 1942/6-6 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 6 giugno 1942

Carissimo Don Cecchetti,


La risposta alla sua cartolina del 2 c. m. non avendo ricevuto nessuna sua lettera o altro che mi richiedeva quanto ora mi domanda, non potevo certo rispondere.

Penso che non c’è che scrivere che la proprietà è del “Salesio-kai”(Congregazione Salesiana) cui è affidata la Missione (è, mi pare, nelle stesse condizioni di Mikawajima, pur non esistendo un atto che dica che la parrocchia in perpetuo è affidata ai Salesiani, come vi è l’atto per Mikawajima).

Prego di cuore per l’affare Lorenzi: solo il Signore può risolverlo.

Saluti a tutti.

Suo

Don V. Cimatti

2897 / Ricaldone Pietro / 1942-6-10 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


Tokyo, 10 giugno 1942

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,18


Se alla Provvidenza piacerà, riceverà (quando?) queste telegrafiche notizie, che consoleranno certo Lei, i Superiori e le famiglie tutte.

Ho avuto di ritorno le ultime lettere del luglio u. s. e ricevetti come ultime notizie i decreti per la nomina del Consiglio, alcuni Direttori, e ultimo quello di Don Braggion.

L’unica comunicazione che spero ricevuta fu da parte nostra: un telegramma per assicurare le famiglie, e per domandare soccorso. Questo venne ed ora si prosegue con calma al lavoro possibile in queste circostanze.

Più ordinatamente che mi sarà possibile rendo conto di tutto pur brevemente.

Assicuro Superiori e famiglie che, grazie a Dio, si sta bene di salute. I nostri ammalati Don Arri, Don Dalkmann e recentemente, a quanto pare, il coad. Camnasio (deboli di petto) stanno essi pure benino e possono lavorare in varie forme.

Salvo il nervosismo naturale in alcuni, specie in questi momenti, per la salute si procede, e grazie a Dio il necessario non ci è mai mancato, grazie alle previdenze governative e al lavoro dei confratelli. E siamo certi che la Provvidenza benevolmente ci assisterà usque in finem. Certo che fra i poveri religiosi i suoi figli, figli di Don Bosco sono senza confronto i più poveri; e penso che sia per questo che il Signore ci aiuta.

Si fanno sforzi erculei da tutti, specie dal bravo Don Bovio (Studentato), Don Braggion (Seminario) e Don Liviabella (economo) su cui gravita la responsabilità più grave dato il numero delle bocche da mantenere, ma come dico, il Signore, la Mamma e Don Bosco sono con noi, e come non temiamo per la difesa nostra e delle opere, così siamo sicuri della Provvidenza che non ci abbandonerà.

Salute spirituale generale, mi pare poter dire davanti al Signore che è buona. Non mancano le spine certo, e per alcuni, a tempo opportuno sarà indispensabile il ritorno, ma con l’aiuto di Dio scorgo buona volontà – e le condizioni spirituali di alcuni risalgono al problema anteriore della loro vocazione, e se fossero anche restati in Italia, si troverebbero nelle quasi identiche condizioni: sono le solite difficoltà inerenti alla vocazione e vita religiosa.

Ad ogni modo tento di far andare Don Felici a Shanghai e se sarà del caso qualche altro, sia per aiutare per il giapponese – date le nuove condizioni in cui vengono a trovarsi le nostre opere per i nuovi avvenimenti – e anche perché il cambio è richiesto da necessità spirituali, facilmente comprensibili dal cuore paterno del Rettor Maggiore, il quale determinerà poi a bocce ferme il da farsi: ma per la salvezza dell’anima di alcuni è necessario il ritorno e forse anche consigliabile l’uscita. Deus scit et Deus nos adjuvet.

Quanto mi sembra indispensabile dire ai Superiori nel momento attuale è la condizione di fatto in cui la Chiesa e tutte le istituzioni directe o indirecte dipendenti da questa si vengono a trovare di fronte ai principi direttivi del momento attuale. Se furono ricevute le notizie mensili precedenti, forse qualche cosa si sarà compreso: supplico di non pensare a cose provvisorie, o che sembrano avere dell’impossibile o dell’esagerato, ma è realtà di fatto, che anche a noi che da anni siamo sul posto sembrano impossibili e pure sono realtà di fatto, di cui è difficile prevedere le conseguenze future: a meno che il Giappone cambi totalmente.


  1. Il Giappone pensa di avere nella sua compagine tanto da poter fare da sé in tutti i campi, non escluso quello religioso, pur essendo al momento attuale i cattolici meno di una minoranza.

  2. È indecoroso per il Giappone mendicare aiuti dall’estero e avere alla testa di istituzioni fatte per giapponesi degli elementi stranieri che non possono penetrare nello spirito formativo dei giapponesi e dare alla patria gli elementi necessari allevati nello spirito proprio della Nazione. Quindi:


    1. Il giapponese non può ricevere aiuti pecuniari dall’estero.

    2. Il giapponese deve essere alla testa delle Opere di ogni genere con esclusione dello straniero.

    3. Lo straniero farà meglio tornarsene ai suoi paesi: è una spia alle dipendenze dei rispettivi governi (anche se al momento amici… anzi dagli amici mi guardi Dio…).


Tutto questo naturalmente è contornato dai modi gentilissimi dei giapponesi e magari da rispetto e onore ecc., ma la realtà è questa. Difficile a comprendersi a Roma e altrove.

Per la parte missionaria quanto si doveva compiere in un numero X di anni si è verificato con una rapidità che ha del vertiginoso.

La realtà di quanto sopra è chiaramente inclusa nel fatto, che data la scarsezza del clero giapponese, in certe diocesi, dove hanno dovuto per la guerra, ritirarsi gli elementi missionari invisi al Paese, non si permette agli stranieri, anche amici, di andare, fosse pur solo per amministrare i Sacramenti.

CONCLUSIONE: abbondante e buon personale giapponese.

Non mi sento di essere profeta, ma è su queste basi che bisogna impostare il problema attuale della Chiesa e della Congregazione in Giappone.

Come sa, le proprietà della missione e della Congregazione sono tenute da enti morali riconosciuti e finora i soci capi di questi eravamo noi; bisogna modificare e fare in modo che i capi siano giapponesi. Sto proprio in questo tempo lavorando in questa questione.

Questi i principi: le conclusioni sono chiare. Naturalmente nessuno di noi si muoverà se non si ricevono ordini tassativi dalla Santa Sede e dai Superiori o se non saremo costretti da forza maggiore. Date le condizioni del momento e tali principi ho creduto opportuno, sentito anche le autorità ecclesiastiche di pregare l’Amministratore Apostolico a esonerarmi dall’incarico di Vicario: sceglierà un giapponese.

Per il lavoro della Missione posso avere il contatto come Ispettore: preferii condividere le difficoltà della vita attuale col maggior numero dei confratelli e tentare di venire in aiuto materiale in varie forme (scuole, insegnamento, lavori speciali, ecc.) trasferendomi a Tokyo, anche perché se si verificassero cataclismi guerreschi, mi sarebbe parso mancare al mio dovere non trovandomi tra i confratelli specie giovani e giapponesi a Tokyo.

In missione i missionari aetatem habent ed anche per la vita possono sbrogliarsi certo da sé.

Ed ora dal Dicembre mi trovo a Mikawajima, per sostituire Don Dumeez internato insieme a Don De Kruyft con altri. (Di quest’ultimo una spina… Si è lasciato vincere dalla tentazione della nuova vita e da buon olandese fuma: si cerca in tutte le forme di fargli capire… promette, ma…).

Sono così più a contatto colle autorità locali e governative, e mi pare di poter venire in migliore aiuto a tutti.

I nostri due internati partiranno o potranno restare? Problema difficile a risolversi; ad ogni modo se andranno fallite le pratiche per non farli accomunare a inglesi, americani o canadesi che devono partire, essi saranno condotti a Mozambico, da qui potranno andare nelle nostre case del Congo o in Inghilterra. Non si è trovata soluzione migliore. Date le cose dette precedentemente opino che per loro è meglio partire, ma lasciamo fare al Signore che sa quanto è per il bene e personale e collettivo. Sono trattati assai bene: si può vederli di tanto in tanto.

Il nostro povero Don B. è sempre a Shanghai: le ultime notizie e le lettere che scrive non denotano ancora il pieno ristabilimento; non posso seguirlo spiritualmente come vorrei, spero che i nostri confratelli di Shanghai ci sostituiscano.

Da tempo non ho notizie di Don Dupont nella nuova opera di Hanoi. Date le condizioni di nazionalità, ecc. non ho potuto concludere per un aiuto efficace dal Giappone per questa opera. Non so dare altre notizie di questo caro confratello dislocato dal Giappone, alle dipendenze di Don Braga.

Ricevo domande di aiuto da parte di Don Braga per avere confratelli giapponesi per venire in aiuto per le nuove condizioni di fatto e come insegnanti e per i contatti colle nuove autorità: ma per ora è tutto elemento in formazione e non posso aderire. Poi vi è già il governo che assottiglia le file col servizio militare o con altre chiamate. È il caso del nostro bravo Ch. Nishimura, che fa parte di un corpo speciale creato per inviare nei paesi conquistati per fare opera di persuasione presso le Autorità specie ecclesiastiche delle intenzioni religiose del Giappone. È un corpo formato da ecclesiastici. Il nostro è a Manila e in ottime relazioni con Mons. Piani.

Non le parlo (perché di interesse relativo) dei chierici della diocesi, sotto le armi.

Dei nostri confratelli, al momento attuale ho un coadiutore e un chierico. Nell’anno altri dovranno presentarsi, oltre Nishimura un teologo.

Grazie a Dio stanno bene e dalle notizie fanno in tutto il loro dovere. Uno è ritornato dopo di aver compiuto il suo servizio l’altro giorno: è in condizioni di spirito come quando è partito, buono come il pane; speriamo assai assai in bene. Al prossimo anno comincerà la sua teologia.

Dolorosamente, prima del servizio militare finiva la sua prova triennale un coadiutore, che non si è più sentito di rinnovare i suoi voti. Penso che non tornerà, e non c’è da piangere per questo: si tratta del coad. Yano.

Ed ora un cenno sulle nostre opere.

TOKYO.


  1. Parrocchia di Mikawajima. Riconosciuta come tale in conformità delle nuove leggi – idem il sottoscritto come parroco. Sviluppa il suo lavoro. Si cerca di rafforzare l’Oratorio, completato col dopo-scuola di calcolo e il dispensario (Note sotto il nome di Opere Sociali di Mikawajima). Il lavoro non manca. Le condizioni di cose fanno sì che l’amministrazione non sia passiva e posso per questo aiutare gli altri: è anche per questo che mi sono messo in queste condizioni, per maneggiare senza tante pressioni quanto la Provvidenza ci invia. Lo scopo fu anche per poter vedere di organizzare i nostri Cooperatori, potendo più essere a diretto contatto e come parroco esercitare presso le autorità e colleghi un’opera di azione più efficace. A quanto si riuscirà: non so, perché è questione delicatissima per non dare ombre e perché noi salesiani abbiamo già la nomea di… Deo gratias.

  2. La Scuola professionale Don Bosco. Si è ottenuto il pareggio e andiamo incamminandoci. Ha già un centinaio di alunni, aumentabili di 50 annualmente. Amministrativamente si sostiene da sé. Mi mantiene già una mezza dozzina di vocazioni e col prossimo anno penso che potrà aiutare ancora più efficacemente l’Ispettore.

I tre laboratori stamperia, falegnameria e sartoria (è il meno quotato) funzionano bene e il lavoro non manca.

La stamperia è nota e quotata, e il nostro piccolo Don Bosco (Bollettino) continua ancora.

  1. Lo Studentato. Coll’Aprile di questo anno cinque che finirono il noviziato, fatta la professione, iniziarono la filosofia. Quindi il noviziato fu sospeso per cominciare in agosto alla data stabilita: spero in un gruppetto di cinque nuovi.


Lo studentato filosofico (di tre anni) è formato dai giapponesi (1° e 2° corso, 10 allievi) e da italiani (3° corso, 4 allievi). Si cerca di farlo funzionare secondo le direttive dei Superiori: i giapponesi si preparano agli esami pubblici. (Siamo come nei primi tempi di Valsalice).

Lo studentato teologico conta sette nel primo corso (di cui tre giapponesi), 4 amm. nel secondo, 0 nel terzo e cinque nel quarto.

Quest’anno si ebbero in aprile cinque nuovi sacerdoti che ora sono al lavoro. Mi pare che si viene sempre migliorando la loro formazione. Frequentano (perché è riconosciuto dallo Stato agli effetti della legge delle religioni) il Gran Seminario per le materie fondamentali e per le secondarie in casa. Con grande carità quest’anno i Superiori del Seminario ci hanno dispensato dal minervale [?] prescritto. Amministrativamente è sulle spalle dell’Ispettore. Si cerca però con lavorare un po’ la terra, con cappellanie, con scuole e ripetizioni, con lavori, ecc. di venire in aiuto alle necessità impellenti. Si è messo su anche un po’ di stalla.

I Superiori, in questo stato di cose, (e specie il bravo Don Bovio) sono distolti da quel lavoro regolare che si può pensare in condizioni normali.

L’essenziale e ancor un po’ c’è e tento di tener dietro a Don Bovio per far sì che non venga a soffrire la casa e formazione del personale. Tutti si prodigano e si cerca di lavorare da tutti per sbarcare il lunario. È davvero ammirevole e Deo gratias… L’altro personale della casa, mi pare, va benino. Nell’elenco finale accennerò alle condizioni di qualcuno.

Non siamo riusciti a trovare terreno che ci permettesse di iniziare il lavoro per una colonia agricola, che sarebbe forse la soluzione pratica per l’amministrazione dello Studentato. Ma il Signore sa i nostri sforzi e desideri e li realizzerà a tempo opportuno: ho sempre veduto in pratica così, dunque ad Deum qui laetificat juventutem meam. Lei è molto più vecchio di me…

LE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE hanno vicino a Mikawajima un asilo, scuola di cucito, cura di orfanelle e aspiranti. Le aiuto spiritualmente più che posso: mensilmente un pensiero per scritto. Mi pare si mantengano nello spirito di osservanza religiosa, conforme alle regole e spirito di Don Bosco, come mi pare di poter asserire per i poveri salesiani.

Al momento, colle opere che hanno in casa possono – queste di Tokyo – tenersi in margine amministrativo. Ad ogni modo a Shanghai hanno la loro Ispettrice.


CASE DELLA MISSIONE.


  1. Miyakonojo. Residenza con due confratelli. Nulla di speciale; il solito lavoro, zona difficile e sterile. Il bravo Don Bernardi trova modo di aiutare anche con sacrificio i più poveri di lui (Studentato e Seminario).

  2. Tano: residenza con due missionari confratelli. Si è ritornati perché la zona di Takanabe dalle autorità militari si desiderò libera dal missionario straniero. Il lavoro non manca: la cristianità numerosa è aumentata ora da una succursale dell’Ospizio. Per la vita non si è in eccessive apprensioni, come in generale nelle residenze missionarie, dovendo i cristiani, nei limiti delle loro possibilità cooperare alla vita del missionario.

  3. Miyazaki-Missione. È passata all’amministrazione apostolica, sede dell’Amministratore Apostolico e con parroco giapponese. Le modalità finali di trapasso penso che siano regolate all’uscita definitiva dei Salesiani dalla Prefettura Apostolica. Al momento si è lasciato quanto può considerarsi non effetto personale.

  4. Miyazaki-Ospizio: è opera alle dipendenze della nuova Congregazione Suore della Carità, sotto la direzione spirituale di Don Cavoli, che le accudisce dimorando in Seminario. La nuova Congregazione sta pigliando la direttiva e responsabilità di tutto.

  5. Colonia agricola (= Koseigakuen): inizio della colonia agricola. Vi dimorano 4 confratelli. Per il ritiro di Don Cavoli ho creduto opportuno nominare Don Liviabella per ora. Al più presto cercheremo [di] determinare quanto è necessario per il distacco dall’Ospizio. Può mantenersi da sé per la massima parte: ho autorizzato Don Liviabella ad aggiustarsi coi proventi della Libreria Cattolica, che consideriamo opera salesiana. Col nuovo riordinamento della Società di proprietà, secondo quanto già si è detto…

  6. Miyazaki-Seminario: lo consideriamo come Opera della Società salesiana. Se ne parlò in questi giorni con l’Amministratore Apostolico per un passaggio ex-integro alla Congregazione. Vedremo il risultato. L’Amministratore voleva chiuderlo: piuttosto ridurlo o trasportarlo, chiuderlo mai. È il campo delle nostre vocazioni e guai all’Oriente se non si lavora in questo campo. (Lo gridi per viscera misericordiae Dei nostri: a Don Braga e in Thailandia e in India… e facciamo in fretta se no, non arriveremo più in tempo). Vi lavorano sei confratelli. Il mantenimento è caro. Il nostro Don Braggion fa miracoli e colla coltivazione di terreni e col domandare ecc. Mi scrive che ha fatto patate in abbondanza…

  1. Zona di Takanabe: affidata al clero giapponese.

  2. Residenza di Oita. Come al solito vi lavorano due confratelli. Il bravo Don Marega è com’è: soffre lui e chi è con lui. Ad ogni modo lavora in studi che possono portare il contributo di bene in altre forme. Penso che ritornato in Italia si riposerà stabilmente.

Asilo fiorente e lavoro solito. Possono vivere pur gridando…

  1. Beppu: casa salesiana. Vi tiene la parrocchia e lavora anche nelle cappellanie delle Suore ed eventualmente in un sanatorio in cui preferisce lavorare l’Amministratore Apostolico.

Il solito lavoro per la gioventù e per le anime. Si ingegnano per la vita, pur essendo aumentato il numero dei confratelli: ne ho aggiunto un terzo. Vanno avanti bene. Don Arri ha una sezione della Società Editrice Don Bosco e stampa lavori pregiati. Insomma non si dorme, pur essendo le nostre attività ridotte del 90%, ma ho dato come parola d’ordine quella di Don Bosco: “Facciamo quello che ci lasciano fare e che si può fare, anche se si potesse fare solo per uno… faremo per uno”.

L’Opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice con Noviziato, aspirantato e bambini è fiorente e pur elemosinando si sostiene per opera della Provvidenza. Tento di aiutare anche esse spiritualmente con frequente corrispondenza. Mi pare che spiritualmente sono a posto come quelle di Tokyo.

  1. Residenza di Nakatsu: al solito. Forse diminuiremo (come lo è di fatto) il collegetto, date le difficoltà del momento, e forse lo sopprimeremo del tutto, tenendo solo la parrocchia. Vi lavorano tre confratelli (presto Don Felici partirà come accennai). Lavoro parrocchiale alla salesiana. Zona difficile e sterile, pur il Signore benedicendo con alcune conversioni. Ma… indicarle la difficoltà è che fin dall’inizio: alle volte (come nel caso) il missionario lavorando per gli altri, mette nella difficoltà se stesso. È forse la residenza più malmessa anche dal punto di vista amministrativo.


Lei, amato Padre, può dai dati concludere dunque che i suoi figli continuano sulla linea precedente: se anche non vediamo i risultati meravigliosi, so che non andrà perduto neppure il minimo degli sforzi fatti, specie in questi momenti, del missionario; nonostante le difficoltà che provengono dallo stato mondiale e dallo stato interno ed anche da quelli che come ai tempi di Don Bosco mettevano bastoni fra le ruote, e da quelli da cui meno si dovrebbero sperimentare, ma è proprio così: Gesù vuole farci capire che è Lui che fa e non noialtri. Deo gratias!

I confratelli oltre al lavoro come missionari esplicano attività in vario senso. Chi si presta per il Bollettino Salesiano (articoli), le Letture Cattoliche (traduzioni e compilazioni) o per la collana Letture della Grammatica, o per la musica. (Ah, sentisse la mia musica giapponese ecclesiastica e le operette e Opere!...). Ora stan facendo il giro del Giappone: non ci guadagno un soldo, ma ci guadagna la causa cattolica. Ne ho tra mano un paio (di cui una proprio per l’Italia).

Il nostro Don Marega lavora in studi storici delle antiche cristianità con scoperte di gran valore e che anche è di onore alla Chiesa, alla Congregazione…

Siamo riusciti a fra iscrivere il nostro Don Tassan all’Università imperiale (pedagogia).

Insomma, come vede (pensi ai momenti), non si sta colle mani in mano, pur non potendo girare per il nostro ministero. Deo gratias.

Il Signore non lascia di provarci: uno dei migliori seminaristi del secondo anno di teologia mi è andato in Paradiso. Già due dei seminaristi soldati non si sono sentiti di ritornare in Seminario diocesano.

Le relazioni col nostro Amministratore Apostolico sono un po’… Non si riesce a far capire che noi crediamo ciecamente alla Provvidenza e che intendiamo lavorare per le vocazioni… “…Siete poveri!… Non avete soldi!… Chiudete!…”.

Come si sono comportati i suoi figli in queste circostanze? “GIAMMAI” che deve aver fatto traballare tutto il paradiso! Mi ha fatto comprendere (e lo dico con santo orgoglio) che il vero spirito del Padre è nel cuore dei suoi figli del Giappone, e che il Signore non può e non deve abbandonarci.

Le spine economiche. I Superiori ci hanno aiutato e vedano di aiutarci ancora.

La forma più semplice per noi è quella tenuta ora. I Superiori si servano pure liberamente di quanto la carità dei cooperatori può mettere nei nostri conti correnti (Don Cimatti, Don Liviabella, Don Cecchetti). Non dimentichino i sussidi annuali promessi e se possono aumentarli: Deo gratias. Bisognerebbe trovare il modo che qualcuno facesse propaganda per noi… e allora saremmo a posto. Oppure vi è quella già attuata: 19 “trovare in posto persona benevola che ci dia in moneta giapponese quanto i superiori pagano in Italia all’interessato”. Al momento di veri debiti non ne abbiamo.

Ma per me le difficoltà spirituali di alcuni confratelli che provano le difficoltà dell’età o nella loro vocazione, le difficoltà della vita comune o di carattere e sono di peso a sé e agli altri, sono le spine più pungenti.

Prego, consiglio, ma non posso essere vicino a tutti e singoli… E poi conosco la mia forza di comando… Che farci? Il Signore sa… ed anche i Superiori. Per questi ambienti ci vuole alla testa personale giovane. Don Tassinari mi pare potrebbe fare assai bene… Ormai noi siamo da seppellire.

Le relazioni colle autorità ecclesiastiche (salvo qualche cosa coll’Amministratore Apostolico e che in certi ordini di idee in cui noi per principio non possiamo convenire) buone; ci vogliono bene e specialmente le varie congregazioni religiose maschili e femminili ci manifestano in varie forme la loro simpatia, aiutandoci come possono. Siamo i più numerosi, ed avremmo bisogno di sviluppare la nostra attività in tante belle opere, ma la qualifica di stranieri…

Continuiamo la nostra propaganda stampa-concerti musicali, di beneficenza in tutte le forme possibili.

Coi missionari mi tengo in comunicazione per lettera, sia rispondendo alle loro sia con circolari mensili e all’occasione. Non sarà possibile fare per questo anno la regolare visita, e forse anche gli esercizi spirituali in comune; ma spero che a gruppi sarà possibile, se no nelle residenze singole tutti faranno il loro dovere annuale.

Mi pare si faccia regolarmente l’esercizio della buona morte a vari dei quali interviene il sottoscritto. Insisto sulle conferenze e sui rendiconti, che mi pare si facciano dalla quasi totalità regolarmente: alcuni hanno bisogno del pungolo, ma fanno, se non a voce per scritto, così ho consigliato in speciali difficoltà.

Per le cronache: si fanno: tengo pronto e quando si potrà invieremo le copie prescritte ed anche altri documenti ufficiali che per ora non è possibile spedire.

Quindi assicuri il segretario che niente andrà perso di quanto si deve inviare: comprendete certo il momento e l’impossibilità.

E mi pare di aver detto le cose più importanti. Per me al solito: bene di salute materiale. Lo spirito al solito, buona volontà, riuscita proporzionata alla mia meschinità. Deus scit. Pratiche di pietà e regole: regolari. Idem voti.

Purtroppo l’età non diminuisce gli ardori giovanili di mente, di cuore e di corpo. Ma mi rimetto… Non ho nessuno più vecchio di me, cui domandare che caratteri abbia la vecchiezza per determinare quanto ci sia di naturale o di mio in quanto sento in me, e di cui non mi so dare spiegazioni. Beh… ci pensi un po’ il Signore.

Nel giorno Onomastico suo e degli altri Pietri e in quelli dell’anno, non si è perduta la tradizione di pregare… benché non si sia potuto scrivere.

Assicuri omnes: superiori, amici, fratelli, benefattori e giovani ed ex-allievi che per parte nostra non si è mutato nulla del ritmo di preghiera per loro: preghiera ed offerta di sacrifici quotidiani, tutto come prima e più di prima.

Vedano anch’essi, tutti, nessuno eccettuato, di non venire meno nel ritmo di azione benefica spirituale, con maggior preghiera e materiale con maggior aiuto nelle necessità in cui ci troviamo.

Ma assicuri, specie le singole famiglie dei nostri cari confratelli che i loro figliuoli stanno bene in tutti i sensi e faccia dire lo stesso alle famiglie delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Aggiungo un elenco di atti ufficiali che possono interessare la segreteria. I documenti a più tardi, quando si potranno inviare in forma più sicura. Mi benedica in modo specialissimo affinché possa fare una buona morte.

L’abbraccia nel Signore il


Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

2898/ Cecchetti Albano / 1942-6-20 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 20 giugno 1942

Carissimo Don Albano,


La posta arriverà in tempo per presentare a nome di tutti e specialmente a nome di questo povero uomo (e chi son io?) i nostri auguri riconoscenti e le nostre preghiere più sentite?

Comunque sia sicuro che tutti le siamo vicini colla mente, col cuore e col desiderio che il Signore le conceda ogni bene materiale e spirituale.

Coraggio e sempre avanti nel nome di Dio.

Suo

Don Cimatti



2899 / Marella Paolo / 1942-6-25 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 25 giugno 1942

Eccellenza Reverendissima,


Non potrò di persona partecipare alla festa onomastica perché parto per alcuni giorni a Miyazaki: ad ogni modo tutta la famiglia salesiana è ipotecata, specie per quel giorno, con speciali auguri, preghiere, ecc.

L’E.V. – considerata fra i nostri massimi benefattori e cooperatori, ed è detto tutto.

Specialmente Don Cimatti avrebbe tanto da scrivere al riguardo. Grazie di tutto, ed il Signore farà poi a suo tempo.

Sto cercando per trovare qualche cosa per i bimbi, fanciulli delle opere sociali di Mikawajima, per far passare meno male le ferie. Anche V. E. insieme ai membri delle Ambasciate estere era informato della cosa e ne era a parte. Quest’anno non è possibile da questo lato; e sto cercando altrove. Se V. E. potrà anche in minima parte concorrere, sarà carità fiorita.

Preghi a che i colloqui con Mons. Ideguchi siano improntati a grande carità e giustizia per la questione della proprietà.

Accetti la cordiale manifestazione di rispetto ossequioso che la famiglia salesiana intende presentarLe e ci benedica tutti e specie il


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2900 / Ricaldone Pietro / 1942-6-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



il raccolto dell’anno


Tokyo, giugno 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Ero solito a nome dei suoi figlioli del Giappone presentare ogni anno in occasione dell’onomastico come dono spirituale dei suoi figli lontani la breve relazione del modesto lavoro annuale, a gloria di Dio, a consolazione dei missionari e ad incitamento dei nostri cari benefattori ed amici. La presente vuole avere il medesimo scopo pur arrivando (se arriverà) quando a Dio piacerà.

Nelle condizioni attuali non è possibile largheggiare di notizie: accetti quanto invio e con noi ringrazi il Signore.

A comprendere la nuova situazione in cui viene a trovarsi la Chiesa Cattolica in Giappone dopo la cessione dei poteri ecclesiastici al clero indigeno bisogna partire da questi presupposti chiarissimi in sé e nelle loro conseguenze.


    1. Scopo dell’apostolato missionario: predicazione della buona novella, fondazione della Chiesa cattolica in Giappone, personale ad hoc indigeno. Le grandi linee direttive della Chiesa colle Magne carte delle Encicliche dei Papi Benedetto XV e Pio XI lo indicano chiaramente, ed alla lettera, sulla necessità della formazione del clero indigeno lo si verifica ora per il Giappone. Beate le istituzioni che già hanno lavorato in questo senso: possono con relativa tranquillità guardare di fronte all’avvenire.

    2. Il Giappone sente di aver in sé e in ogni campo la forza di attività di sviluppo del suo progresso ulteriore nelle linee direttive stabilite dalla Provvidenza e di bastare a se stesso, di non dovere e di non volere mendicare l’aiuto straniero. Colla gentilezza che gli è propria ringrazia ma desidera far da sé.

    3. Il lavoro dello straniero più che in seconda linea è necessità imprescindibile certo nell’attuale circostanza, ed anche per l’avvenire.


Alla stregua di questi principi direttivi i salesiani di Don Bosco non hanno cessato in pratica nessuna delle opere iniziate e direttamente o indirettamente col clero indigeno hanno lavorato nella zona loro affidata, e specialmente per la formazione del personale indigeno.

I modesti risultati dell’annata si possono così riassumere.

Nella Prefettura Apostolica complessivo Battesimi 25, Cresime 15, Ss. Comunioni 25.000, Numero dei fedeli 1650.

Nelle Opere di Tokyo complessivo battesimi 50, cresime 25, Ss. Comunioni 9.546, Numero dei fedeli 612.

Continuano al possibile le riunioni dei nostri cari giovani, l’Opera della buona stampa con centro a Tokyo e Beppu, la libreria cattolica di Miyazaki.

Il segretariato infermi di Beppu, le scuole materne di Oita e Mikawajima funzionano in pieno.

Condividono il lavoro per le rispettive categorie le Figlie di Maria A. nella Prefettura Apostolica di Miyazaki e a Tokyo e le Suore della carità giapponesi a Miyazaki.

Ha ricevuto nuovo sviluppo e consolidamento la piccola colonia agricola di Miyazaki.

Oh, quanto abbiamo di ringraziare la nostra Ausiliatrice e Don Bosco per le benedizioni spirituali di cui ci hanno ricolmati anche in questo anno!


Suo

Don V. Cimatti

2901 / Demleitner Carlo /1942-7-7 /


a Don Carlo Demleitner, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 7 luglio 1942

Carissimo Don Carlo,


Dopo il telegramma di Don Felici annunziante la partenza, non ebbi più notizie vostre.

Ad ogni modo è inteso che Lei sostituisce Don Felici in tutto e per tutto ecclesiasticamente e salesianamente. Accennai la cosa all’Amministratore Apostolico, e mi pare non ha difficoltà.

Per la malattia di Don Arri ho domandato il permesso di fermarmi a Beppu in partenza col treno di lunedì mattino alle 7 da Miyazaki.

Passerò da Nakatsu col diretto della sera, perché martedì sera debbo essere a Tokyo. Faccia coraggio a Colussi e se c’è ancora a Don Lorenzi e preghiamo assai perché tutto si risolva per il bene.

E preghi per il

Suo aff.mo

Don Cimatti, sales.

2902 / Cecchetti Albano / 1942-7-8 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 8 luglio 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie al Signore di averlo potuto sia pur brevemente vedere ed anche il bravo Don Arri.

Tutti preghiamo che si compia in lui e per noi la S. Volontà di Dio.

Sono giunto felicemente e Deo gratias. Per gli esercizi spirituali quest’anno non c’è che farli nelle singole residenze.

Se Lei potrà aiutare le Figlie di Maria A. possono servire quelli, se no farà come potrà, ed in caso non ha che offrire a Dio, quanto con tanta generosità le fa piovere sotto molti aspetti. Se Don Bernardi potrà avere il permesso verrebbe per le istruzioni.

Se non potrà venir nessuno non c’è che facciano qualche lettura. D’altra parte se il Signore dispone così è certo per il bene, e così sia.

Faccia coraggio a Don Arri. Se è possibile ritirarlo all’Hikari no sono o in un altro luogo sarebbe l’ideale. Saluti al medico e al Sig. Suzuki.


Suo aff.mo

Don V. Cimatti

2903 / Ideguchi Francesco / 1942-7-16 /


a Mons. Francesco Ideguchi, Amministratore Prefettura Apost. di Miyazaki



Tokyo, 16 luglio 1942

[festa della B. V. del Carmelo]

Rev.mo Amministratore Apostolico,20


Conoscendo la bontà di cuore di Mons. Rev.mo e lo zelo da cui è animato per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime e per il bene della Prefettura Apostolica, che deve dirigere, mi onoro di presentare l’annesso MEMORIALE per addivenire ad una definitiva sistemazione giuridico- amministrativa delle varie opere sorte nella Prefettura Apostolica dall’inizio del lavoro di apostolato dei Salesiani di Don Bosco, cui è affidata la stessa Prefettura Apostolica. Tale sistemazione è richiesta:


  1. Dal riconoscimento governativo del “Kyodan” (= associazione) cattolico e del relativo regolamento.

  2. Dalla creazione dell’Amministrazione Apostolica.

  3. Dall’erezione canonica della provincia giapponese salesiana e delle varie case salesiane erette canonicamente in missione.

  4. Dalle modificazioni da farsi agli Shadan (= enti morali) della Missione e a quello salesiano in conformità delle recenti disposizioni governative.

  5. E dal desiderio vivissimo di non aggravare in nessuna maniera le condizioni economiche né della Prefettura Apostolica, né del “Kyodan”, anzi di alleggerirle al possibile, assumendo i rischi delle opere più gravose.


Come base fondamentale è da stabilirsi anzitutto una netta divisione dell’amministrazione economica della Prefettura Apostolica da quella salesiana. Si propone che l’amministrazione della Prefettura Apostolica e delle Opere della missione (parrocchie ed altre assunte dalla missione) passi nelle mani dell’Amministratore della Prefettura Apostolica e del suo economo giapponese. Quella delle opere salesiane resti a carico dell’Ispettore e suo economo.

A tutt’oggi furono considerate opere salesiane:


  1. CASA DI BEPPU. È di proprietà della Congregazione tutto lo stabile, e la gestione parrocchiale è affidata alla Congregazione salesiana. Siamo qui nelle stesse condizioni in cui si trovano i Salesiani nella Parrocchia di Mikawajima a Tokyo, pur non esistendo come a Mikawajima un atto canonico della cessione giuridica della parrocchia alla Congregazione salesiana, il che può essere attuato dal nuovo kyokucho (= Amministratore Apostolico) e dalla S. Sede. Non era possibile né conveniente fosse fatto dall’Ordinario precedente: è troppo naturale. La Congregazione salesiana si obbliga a curare la Parrocchia, ad assistere spiritualmente le comunità religiose della città (con convenzioni da fissarsi tra gli interessati), a versare i contributi fissati dai regolamenti per il “Kyodan” e quelli fissati dall’Ordinario, senza aggravi di sorta da parte dell’Ordinario per il mantenimento del missionario e del personale. Si domanda che sia lasciato al parroco il contributo, che possono dare i cristiani del luogo.

  2. Colonia Agricola (Koseigakuen) di Miyazaki. Tale opera salesiana, sia per l’esistenza e sviluppo, come per il personale e per la parte amministrativa rimane completamente a carico della Congregazione salesiana. Non si è alieni dal concorrere allo sviluppo del “Kyodan” e della Prefettura Apostolica coi prescritti contributi.

  3. SEMINARIO di Miyazaki. Per bontà di Mons. Rev.mo la questione per quest’anno è rimasta allo stato QUO ANTE. Mentre a nome anche di tutti i missionari ringrazio Mons. Rev.mo di questo atto di grande carità, prego prendere in considerazione quanto espongo che deve mettere in luce la vera essenza, scopo e modalità di questa opera per concludere chi deve assumere la responsabilità di esistenza e di sviluppo.

ANTEFATTI. I salesiani di Don Bosco alla loro entrata nel Kyushu l’8 Febbraio 1926, divisisi nelle tre residenze missionarie allora esistenti: Miyazaki, Oita, Nakatsu, seguendo lo spirito, gli insegnamenti e gli esempi della Chiesa e del loro Fondatore S. Giovanni Bosco, si misero subito al lavoro per la ricerca e formazione delle vocazioni indigene, tanto di giovani che di adulti (e anche di vocazioni allo stato religioso femminile) sia per la Prefettura propria che per altre, e per la loro Società.

Fin dai primi anni, cogli aiuti di S. Ecc. il Vescovo di Nagasaki e dei missionari, si poté formare un piccolo gruppo, che poi venne accrescendosi per il lavoro dei missionari salesiani nelle rispettive residenze, e per la propaganda salesiana in Giappone, per cui ci vennero da ogni parte elementi desiderosi di provare la loro vocazione.

Fu così che si poté stabilire un gruppo regolare a Nakatsu nel 1930, grazie ad un ampliamento della casa dovuto alla carità di un benefattore salesiano.

Finalmente col trasporto di questa opera a Miyazaki nel 1934 il cosiddetto Seminario di Miyazaki ebbe sede fissa. Le spese per l’acquisto del terreno iniziale e quello aggiuntovi, della prima costruzione e degli ampliamenti successivi, furono coperti totalmente col sussidio straordinario dell’Opera del Clero Indigeno e dalla Congregazione salesiana. Questa non guardò né a spese né a personale, mantenendovi, si può dire gratuitamente, una media annuale di una quarantina di allievi. Tutto il personale è sempre stato a carico completo della Congregazione salesiana, che vi lavora dal 1930 e che, in tempi successivi per riattamenti, costruzioni nuove, spese mobilie e materiale scolastico e più per il mantenimento allievi ha speso al 1° semestre 1942 Yen 199.856,69 contro un contributo dell’Opera di S. Pietro pari a Yen 93.935. In un primo tempo si voleva pareggiare la Scuola a quelle governative, ma l’apertura del Seminario di Fukuoka e i pareggi del medesimo e di quello di Nagasaki, e più la scarsezza dei mezzi, dissuase dall’impresa. Si riuscì ad ogni modo ad ottenere l’approvazione provinciale, l’approvazione del “Kyoren” (= scuola premilitare); e mantenendo la cultura a livello della scuola media governativa, e mediante insegnamenti sussidiari (musica vocale e strumentale, declamazione, lavori agricoli, ecc.) renderla apprezzata fra le scuole della Provincia. Recentemente poi ottenne anche l’approvazione con decreto del “TORISHA” (Capo religioso) del Kyodan cattolico col riconoscimento della licenza della scuola di Miyazaki, come titolo sufficiente di entrata al Gran Seminario di Tokyo.

La scuola pur avendo il titolo: “SEMINARIO MIYAZAKI” è sempre stata riconosciuta dai fondatori e dagli altri, come istituzione di vocazioni e non solo come piccolo seminario della Prefettura Apostolica.

Ne fanno fede e la varietà delle zone che ci forniscono gli allievi, e il risultato della formazione dei medesimi: parte di essi infatti alle dipendenze della missione sono o nel Seminario di Fukuoka e nel Gran Seminario di Tokyo, parte sono soci della Congregazione salesiana, parte sono presso altre Congregazioni o Circoscrizioni Ecclesiastiche; uno è a conto delle Isole Caroline e vari sono Coreani.

STATO ATTUALE DELLA QUESTIONE. Il nuovo assestamento gerarchico ecclesiastico, creato dall’approvazione del Kyodan, l’idea che il Seminario di Miyazaki fosse il piccolo Seminario della Prefettura Apostolica di Miyazaki – le difficoltà economiche sorte dalle attuali condizioni mondiali, fecero pensare in un primo tempo alla necessità della chiusura dell’istituzione. I Salesiani che vi profusero e vi profondono le loro forze materiali e spirituali da 12 anni, quando dopo tante difficoltà; sacrifici e disillusioni vedono che il Seminario ha raggiunto una consolante sistemazione e dà buone speranze di vocazioni indigene, così necessaria specialmente in questi tempi, pur di poter salvare quest’opera, e continuarla magari in proporzioni più ridotte, sono disposti a sobbarcarsi a qualunque sacrificio. D’altra parte comprendono pure che l’opera se gravasse totalmente sul bilancio della diocesi sarebbe un peso troppo grave per essa e per il Kyodan. Perciò in accordo colle Superiori Autorità e a nome anche dei Superiori della Congregazione salesiana, intendo domandare formalmente che il cosiddetto “SEMINARIO MIYAZAKI”, cessando di essere considerato come opera della missione, passi EX INTEGRO, proprietà ed opera alla Congregazione salesiana, la quale si obbliga alla gestione completa della scuola, senza aggravare in nessun modo né la Prefettura Apostolica né il Kyodan ed in conformità piena ai regolamenti vigenti.

La soluzione richiesta, che mi pare improntata a giustizia e carità, mentre toglie i salesiani dall’attuale precaria condizione, specie di fronte all’avvenire, mi pare rappresenti pure un giusto riconoscimento e un atto di fiducia verso i poveri salesiani di Don Bosco per il loro lavoro speso nella Prefettura Apostolica di Miyazaki, e specialmente attorno alle vocazioni.

Dovendosi ora riordinare come shadan (ente morale) della Missione e della Congregazione si presenta pure la maggior facilità dei trapassi di proprietà da ente all’altro.

  1. L’orfanotrofio (YOSEIN) di Nakatsu fu organizzato in occasione del trasporto dell’Opera delle vocazioni a Miyazaki, per utilizzare i locali, ed era considerato come piccolo vivaio di vocazioni onde provare e fornire elementi al Seminario. Al momento fatte le opportune eliminazioni, si sono tenuti alcuni elementi le cui famiglie desiderano l’educazione cristiana dei loro figlioli, e alcuni altri elementi che sono affidati ad tempus dalle autorità, e che non è possibile inviare alle famiglie rispettive, perché orfani, ecc. Anche questa istituzione, se se ne permette l’esistenza, è inteso che nel più breve tempo possibile il personale straniero sarà sostituito da personale salesiano giapponese, nelle stesse condizioni di relazione colla Prefettura Apostolica.

  2. La libreria di Miyazaki fu iniziata dal nostro Don Liviabella fin dal 1934 e da lui fino al presente curata con lo scopo della propaganda religiosa e per venire in aiuto alle opere salesiane.


Tutte le altre Opere rimangono della Missione, ossia: le residenze di MIYAKONOJO, TANO, MIYAZAKI MISSIONE, TOMITAKA, NOBEOKA, OITA, NAKATSU, MORIE.


QUESTIONI RELATIVE ALLO SHADAN (società di proprietari) della missione e di quello salesiano. Espongo rispettosamente al Rev.mo Amministratore Apostolico alcune condizioni di fatto ed alcuni desiderata dei membri:


  1. Secondo l’elenco annesso sono inserite nello “Shadan” della Missione alcune proprietà appartenenti ad Enti religiosi residenti nella Diocesi. Bisognerà vedere che ne pensano i nuovi dirigenti dello Shadan, per ritenerli o disporre altrimenti in modo che non ne venga danno ai proprietari.

  2. Nella proprietà di Oita vi è un appezzamento a nome dell’ente salesiano che è inteso essere della missione. Non fu possibile finora realizzare il trapasso: approfittando della riorganiz- zazione penso non sia difficile farlo ora.

  3. Nella organizzazione primitiva dei nostri Shadan non furono inclusi fra i beni degli shadan gli edifici, così appare almeno dall’indice annuale, che però appaiono registrati ai municipi, in relazione al problema delle tasse. Quid agendum, se occorre regolarizzare anche questo?

  4. I membri stranieri (dello shadan) desidererebbero che fra i 5 riji (consiglieri, delegati) ci fosse anche uno o due loro rappresentanti (ad es. Don Liviabella). Non pare difficile la cosa tanto più che in Giappone gli italiani possono essere proprietari, come in Italia possono esserlo i Giapponesi.


L’OSPIZIO di Miyazaki è affidato alla Congregazione indigena della Carità in Giappone, come l’Opera di Beppu alle Figlie di Maria Aus. (Suore di Don Bosco) e l’Hikari no sono alla Nagata. Tali opere penso siano disposte, ed in grado non solo di sostenersi, ma di concorrere altresì nelle proporzioni del possibile alle necessità della Diocesi di Miyazaki.

Per le opere della Missione, finché sarà necessario, la Congregazione si obbliga a presentare il parroco, che sarà mantenuto come missionario in conformità dei regolamenti del Kyodan e diocesani. Per l’altro personale che fosse eventualmente col parroco come aiuto per formare la famiglia religiosa, se la Diocesi, in vista del lavoro che vi esercita, potrà dare qualche aiuto, sarà accettato con somma riconoscenza; in caso diverso toccherà all’Ispettore salesiano mantenerlo o ritirarlo. Per il cambio del personale, per le nomine ed eventuali competenze l’Ispettore salesiano si accorderà sempre col Superiore ecclesiastico in conformità alle disposizioni canoniche e istruzioni di Propaganda Fide.

Mi pare che in tal modo rimarranno chiarite e definite le questioni economiche ed amministrative, e alleggerite le preoccupazioni finanziarie della Prefettura Apostolica riducendosi il mantenimento dei parroci.

Tutto questo invoco dalla grande benevolenza ed illuminato parere di Mons.re Rev.mo. Raccomando i miei e specialmente me stesso alle ferventi orazioni di Mons. Rev.mo, mentre con tutto il cuore imploro l’apostolica benedizione di Mons.re Rev.mo


Umile servitore

Don V. Cimatti, sales., Ispettore



2904 / Cecchetti Albano / 1942-7-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 luglio 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie della sua. Rispondo a mezzo di Sr. Carmela. Risponda quando può e quando c’è bisogno.

Per Don Arri preghiamo tutti: glielo assicuri e secondo il suo desiderio con l’intercessione di Pio X – potrebbe anche pregare i nostri santi, specie Savio Domenico che ha bisogno più di un solo miracolo. Ad ogni modo lasciamo fare al Signore.

Per quanto può lo consiglino di andare all’Hikari no sono: è anche questo un sacrificio che gli sarà compensato colla guarigione completa. Non gli scrivo per non stancarlo e perché non voglio sia nell’occasione di stancarsi a rispondere: ma gli legga questo. Sarei riconoscente poi se potesse imprestarmi i volumi di botanica (illustrati) che ha ed anche quello italiano delle erbe medicinali.

Gli dia per me la benedizione di Maria A. La malattia gli serva di esercizi annuali: più preghiera e si rimetterà alla volontà di Dio e più guadagnerà in ogni senso per lui e per gli altri.

Pel pagamento ospedale Lei o meglio l’Hikari mi invii direttamente le note ed io rimborserò con vaglia diretto (o se l’hanno sul loro conto corrente). Stia tranquillo. La casa non deve preoccuparsi.

Per gli esercizi veda quanto suggerisco a Don Lorenzi. Lei faccia come può nel Signore. Deo gratias. Lei lo aiuti in quanto può, specie affinché il lavoro non gli impedisca l’attenzione all’anima: non è un colosso di salute; dunque tranquillo e faccia attenzione. Se farà tutto con ordine ed obbedienza non soffrirà né materialmente né spiritualmente.

Per Muraoka (ad evitandas consequentias) veda di ottenere amichevolmente un suo scritto dichiarante che si ritira spontaneamente e che non ha nulla da esigere da noi.

Scrivo anche a Sato (veda quanto scrivo): se Lei crede conveniente, gli dia il biglietto, se no, cestini. Se trovo (finora non trovai) regolamento per seinen (= giovani), invio. Ad ogni modo le basi le conosce. La prima sostanziale:


      1. Siano giovani esemplari all’adempimento del dovere.

      2. Aiutino la missione alle dipendenze del parroco. Tutto il resto è fumo. Non vada matto a far regolamenti e ad eleggere cariche: tutto questo per i giapponesi; “il kai (associazione) c’è… e non c’è più niente a fare” e non fan più niente. Tenga uniti amichevolmente, li faccia sgobbare e varrà più che mai… qualche contentino di tanto in tanto… e basta.

Per Nakatsu non so che dire. Don Dalkmann è ammalato e penso non ne guadagna andando là. Per le confessioni desidererebbero Don Figura: se possono aggiustarsi (per comodità) con Shindenbaru per ora va bene. Chiamato, Lei o Don Lorenzi andate (se ve lo permettono), se no state tranquilli. Per le marmottine a Mikawajima non v’è nulla, però provvederà Don Roncato.

Dunque come dice Lei, sursum corda. Trovi dei buoni giovani (con le medie) o uomini stagionati che desiderano lavorare con Don Bosco: lo dica a Sato, e gli dica che non ho mai disperato di Lui. Che cosa conclude?

L’abbraccio e benedico.


Suo

Don V. Cimatti, sales.



P. S. A Don Figura, arrepta occasione…

2905 / Ferrari Giacomo / 1942-7-26 /


a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone



Tokyo, 26 luglio 1942

Carissimo Giacomo,


Mi ha commosso il tuo buon cuore, il tuo desiderio di lavorare e di sacrificarti per il bene, e più il tuo interessamento per il nostro povero studentato.

Penserò alla tua proposta, ed il Signore farà quanto è per il meglio.

Passai vicino a te il giorno di S. Giacomo, anche se non ti giunse un biglietto (tutto il mondo è in crisi…).

Il tuo protettore fu da Gesù detto: “Figlio del tuono” e tuonò con la parola e coll’esempio e fu il primo martire. Utinam che tu e Don Cimatti e tutti possiamo come Lui tuonare per la gloria di Dio e salute delle anime.

Allegro – fa’ meglio che sai e puoi, e vedrai che un pezzo di Paradiso lo piglieremo anche noi.

Preghiamo cotidie per mamma.

Tuo

Don V. Cimatti

2906 / Braga Carlo / 1942-7-31 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina


Tokyo, 31 luglio 1942

Carissimo Don Braga, 21


Date le circostanze non so se ricevi le mie lettere.

Avrei un confratello coadiutore (che potrebbe anche aiutare per l’insegnamento del Giapponese) e vorrebbe tentare la via degli studi sacerdotali.

Se tu me lo potessi mettere in un luogo dove potesse fare questo (ha compiuto il ginnasio) sarebbe dar pace ad un’anima. Riesce negli studi? Deo gratias. Non riesce?… Si sarà in grado di poter dire con chiarezza: “Come vedi questa non è la tua via”.

Fu fatto cambiare di strada perché si diceva in Italia che non riusciva negli studi. Pare possa riuscire. Spiegherei ai Superiori e mi metto nelle condizioni di responsabilità per il problema. Date le condizioni del momento non è possibile fare questa prova in posto.

Quanto al personale giapponese al momento non ve n’è di preparato e quindi non posso inviartene.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2907 / Braga Carlo / 1942-7-31 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



31 luglio 1942

Carissimo Don Braga o chi per esso,


Avrei un caso da sottoporti e in cui ti domando tutta la tua buona volontà e cooperazione. Per dare la pace a un’anima ti pregherei di accettare a Shanghai o dove tu crederai un confratello coadiutore perpetuo, che desidera studiare per raggiungere, se sarà possibile, la metà del sacerdozio. Incominciò gli studi e fece il ginnasio come chierico – fu fermato alla quarta, perché si disse non riuscire troppo (pare però che ci fosse in mezzo qualche personalità) – mi giunse in Giappone in queste condizioni: domandai a Torino. Mi si rispose che continuasse come coadiutore e continuò.

Fece in Giappone la professione perpetua. Non cessò mai questo desiderio e volontà di studio per raggiungere la meta per cui entrò da noi – e non riesco a dargli pace. Mi pare dunque non si tratti di validità o altro, e che non fosse altro, a titolo di prova, sarei nell’idea di prendermi la responsabilità del tentativo.

Non è conveniente fare la prova in Giappone anche perché c’è qualche altro in analoghe condizioni, che non è il caso di eccitare. D’altra parte in uno studentato regolare può capirsi meglio e la riuscita se abbia i numeri allo scopo. Vi è anche la possibilità che possa dare un aiuto discreto come insegnante di giapponese. Se non riesce nello studio o se vi sembra non abbia il carattere tagliato per il sacerdozio, si è fatto tutto il possibile per aiutare un’anima e mi pare che ci guadagniamo. Può partire e ti pregherei di dirmi chiaro anche telegraficamente cosa pensi al riguardo. Prega per noi. Non vi dimentichiamo mai cotidie.


Tuo sempre nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



2908 / Ricaldone Pietro / 1942-7-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


Luglio 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,22


Un breve notiziario del mese per la Cronaca, e per non perdere l’abitudine di star unito con Lei, coi confratelli, allievi e cooperatori nostri, anche in questa forma.

Come già prima si riuscì a mettere in salvo dall’internamento qualche confratello straniero, così ritornano i nostri Don Dumeez (belga) e Don De Kruyft (olandese) dopo vari mesi di internamento. Avranno la fortuna di arrivare a porto? Di rivedere i Superiori, i loro cari? È quanto auguriamo loro con intense preghiere.

Il Signore mi dà occasione di musicare alcune canzoni per un’operetta (Jagatara) del P. Heuvers S. J. di grande attualità in questi momenti, che sceneggiano un episodio storico cristiano dei tempi delle persecuzioni.23

Ho detto di attualità, perché la guerra si svolge ora proprio in quella zona insulare; è pure di questi giorni la scoperta del documento (una lettera) che dà motivo alla breve rappresentazione (uso bozzetto).

Una compagnia drammatica musicale gira specialmente nel Nord del Giappone con l’esecuzione (uso oratorio) delle due operette ad argomento storico cristiano, già eseguite sui teatri di Tokyo: Donna Grazia Hosokawa e Hasekura Rokuemon di cui ebbi a parlare in altre relazioni. Si va in generale nelle scuole o nelle sale pubbliche. Si distribuiscono le parti alle allieve che declamano (leggendo) la parte loro assegnata, e giunti al coro, alla romanza, alla canzone, al duetto, ecc., si canta. Forma di riunione assai gradita, serve per buona istruzione storico-religiosa e ottima propaganda. In questo periodo di tempo il governo vede assai bene questo movimento musicale, che dà occasione seduta stante di insegnare agli adunati i canti della Patria.

Usano un sistema assai semplice ed eminentemente didattico.

Si distribuisce a tutti gli intervenuti un foglio con le parole e l’incaricato canta la prima frase che per eco viene ripetuta da tutti.

Se la canzone è davvero popolare in pochi minuti è appresa dalla massa.

Il nostro Don Marega lavora attivamente per la decifrazione e catalogazione di antichi manoscritti, interessanti la storia di un villaggio cristiano al tempo delle persecuzioni. Formeranno due volumi certo interessantissimi e di gran valore per la storia della Chiesa in Giappone.

Come pure sono frequenti le sue scoperte di resti del cristianesimo in zona di Oita, di cui dà ragione volta per volta sul giornale di Oita.

E spero che col tempo saranno pubblicati anche in Italiano o sugli annali della missione o su Riviste di studio.

Termina il mese coll’inizio dei nostri esercizi per cui, non riuscendo ad avere i suoi ricordi, stabilii come ricordo: “Siamo uomini di preghiera, di azione e di sacrificio” che mi pare esprima ciò che è indispensabile per il momento ad ognuno di noi per la buona riuscita del nostro apostolato. Deo gratias!


Suo come figlio

Don V. Cimatti, sales.

2909 / Cecchetti Albano / 1942-8-2 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 2 agosto 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Giunto in perfetto ordine il pacco. Deo gratias!

Se fosse possibile avere anche l’altro libro chiesto (piante medicinali italiane) sarebbe perfetto.

Coraggio al mio buon Don Arri e assicuri che si prega di cuore da tutti.

La baronna e la marquisa con De Kruyft partiti il 30 c. m. Preghiamo.

Il Signore ci faccia suoi in tutto. Faccia le mie parti per la professione delle Figlie di Maria A. ed esercizi.

Ossequi cari a Don Marega e Don Figura.

Suo

Don V. Cimatti



P.S. Saluti cordialissimi a Don Lorenzi.





2910 / Circolare Salesiani / 1942-8-8 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 8 agosto 1942

Carissimi,


Si approssima la festa dell’Assunta e l’annuale della nascita del nostro Don Bosco: permettetemi il richiamo della Mamma e del Padre nostro dolcissimo.

È anche il tempo in cui le nostre famiglie religiose fanno, come è possibile nelle attuali circostanze, i loro Ss. Spirituali Esercizi. È dunque per noi un tempo ricco di mezzi spirituali che il Signore mette a nostra disposizione per proseguire con maggior slancio nella nostra vocazione e nel nostro lavoro di apostolato, sia pur ridotto, causa le attuali contingenze. Supplisca l’attività diminuita esternamente con un’attività accresciuta a mille doppi nell’interno del cuore colla preghiera e coi desideri intensificati di fare quello che per forza maggiore siamo impediti di fare.

Il merito non sarà certo diminuito, penso anzi sarà accresciuto. In qualsiasi forma si facciano gli esercizi non si dimentichi la prescritta Messa per i confratelli defunti: riceverete la conveniente elemosina.

I nostri amatissimi Don Dumeez e Don De Kruyft sono definitivamente partiti: preghiamo per loro, per il loro felice viaggio. Può essere che altri siano chiamati in aiuto in Cina o altrove per l’insegnamento del Giapponese, come fa già pure il nostro Don Felici che è a Shanghai.

Don Carlo lo sostituisce a Nakatsu, come Don Liviabella sostituisce Don Antonio alla Colonia agricola. Don Cavoli attende alla stabilizzazione e direzione spirituale del Charitas. Don Lorenzi è in aiuto a Beppu.

I nostri ammalati portano serenamente la loro croce: mentre si fa di tutto per aiutarli, vogliate pregare assai per loro. Vi assicurano il contraccambio quotidiano (Don Arri, Camnasio, ch. Emi e qualche altro debole).

Non dimenticate l’anniversario del nostro Ch. Filippa ed anche affido alla carità delle vostre preghiere alcune pratiche in corso di grande interesse e per la missione e per la Congregazione. Non dimentichiamo i nostri cari soldati.

Raccomando a tutti calma e serenità di spirito, lavoro possibile per far del bene a tutti, stare in ottime relazioni con tutte le autorità ecclesiastiche e civili, prudenza nel parlare, scrivere e nei viaggi e soprattutto un abbandono sempre più intimo nel Signore sotto il manto della Madonna e coll’invocazione di Don Bosco.

Vi ricorda sempre il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2911 / Cecchetti Albano / 1942-8-8 /

a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 8 agosto 1942

Carissimo Don Albano,


Buona festa della Mamma e annuale della nascita di Don Bosco. Una preghiera pure per il caro Don Filippa e i nostri ammalati.

Spero che Don Arri si faccia coraggio come tentano di farselo tutti i nostri di Tokyo. Preghiamo.

Novità speciali non ne ho. Faccia pregare per il buon esito di varie pratiche che sono in corso, e si guardi dal caldo. I nostri Don Dumeez e Don De Kruyft sono partiti definitivamente. Può essere che altri possano partire per aiutare in Cina e nei paesi conquistati coll’insegnamento del Giapponese.

Siamo al solito nelle mani del Signore. Il governo ha concesso per gli italiani di Tokyo un allargamento di circolazione nei viaggi e funziona una tessera di color roseo. Lei ricorda certo, come noi…24 (1). Saluti a Don Arri e Lorenzi.


Suo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Mi rappresenti (presso le Figlie M. A.) per Madre Sorbone.





2912 / Cecchetti Albano / 1942-8-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 agosto 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie delle consolanti notizie e faccia le mie parti al bravo Don Lorenzi e a Sato: il Signore premierà abbondantemente. In giro per gli esercizi sono indietro nella risposta in relazione ad Arri.

Lo assicuri delle nostre preghiere. Spedisco subito qualche cosa: ne ho informato Don Liviabella per vedere se fa lui o se faccio io di qua.

Intanto bisognerà pensare ad una soluzione per tutti questi nostri ammalati: mi suggerisca qualche cosa. Il Signore rimeriti di tutto il bene che fa e conceda a suo tempo il gran premio. Quanto a morire in piedi o seduto o in letto, è affare del Signore. Preghiamo assai assai perché siamo in necessitatibus in tutti i sensi.

Saluti tutti di gran cuore.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2913 / Ricaldone Pietro / 1942-8-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


ANCORA ALCUNI TAGLI…25


Agosto 1942

Rev.mo ed amatis.mo Sig. Don Ricaldone,


Anche quest’anno il Signore ci dà la grande grazia di poter fare a gruppi più o meno compatti i Santi Spirituali Esercizi.

Giunge qualche brevissima notizia, che ci fa passare momenti di gioia ineffabile nell’assicurazione del buono stato di salute e di lavoro dei Superiori, e delle loro preghiere e del loro continuo ricordo per noi.

Le istruzioni degli esercizi furono intonate su questo tema: “Non desistiamo dal lavoro possibile: è dovere – la regola come guida – prudenza nel parlare, nello scrivere, nel viaggiare – abbandono totale alla protezione della Madonna e di Don Bosco”.

Il Signore ci concede finalmente la grazia del riconoscimento legale del Seminario, come casa religiosa secondo le nuove leggi (riconoscimento che ci era stato finora duramente negato) e quel che è più riconoscimento di istituzione religiosa, che ha come sua opera il Seminario. 26

Il Signore non poteva servirci meglio. Ma accanto alla caramella dolce, l’amaro.

Ci si domanda la cessione dei poteri amministrativi sulle nostre società di proprietà, sostituendo i nostri nomi con quelli di amministratori giapponesi.27

Sono tagli che tentano togliere ogni ingerenza straniera in Giappone in ogni campo (religioso, amministrativo, commerciale, scolastico, ecc.) e… non saranno gli ultimi.

Il Signore permette restrizioni, impedimenti al lavoro di apostolato in Giappone.

E contemporaneamente da varie parti della Cina, della Manciuria e Corea mi si domandano buoni elementi per venir in aiuto ai confratelli e alle opere per il nuovo contatto loro coi giapponesi: e al possibile si cercò di aiutare e Dairen, Manila, Shanghai, e sotto altra forma l’Indocina col nostro Don Dupont, ne hanno la prova.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice nella data della Madonna della neve offrono alla Madonna vestizioni e professioni, come ogni anno nella festa di Maria Ausiliatrice. In missione le Suore della Carità di Miyazaki.

Oh, come sono utili in missione per l’efficacia dell’apostolato missionario le Congregazioni femminili: sono vere opere sussidiarie, cooperatrici e integratrici del lavoro del sacerdote.

La nostra tipografia di Tokyo e la nostra libreria cattolica fanno uscire un catalogo completo della loro attività tipografica – editrice e di propaganda.

C’è davvero da consolarsi, e da pregare che il Signore si degni di centuplicare il già fatto.

Ci aiuti anche Lei colle sue preghiere.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti



2914 / Perego Giovanni Battista / 1942-9-8 /


al chierico Giovanni Battista Perego, missionario salesiano in Cina



+ Tokyo, 8 settembre 1942

Ch. Perego


In silentio et in spe erit fortitudo tua.

Tota ratio spei meae Maria.

D. V. Cimatti, sales.




2915 / Ideguchi Francesco / 1942-9-9 /


a Mons. Francesco Ideguchi, Amministratore Prefettura Apost. di Miyazaki



Tokyo, 9 settembre 1942

Excellentia Reverendissima,


Societatis Salesianae domus religiosae secundum “Nippon Tenshu Kokyo Kyodan kisoku” (= le regole dell’Associazione dei Cattolici) jam omnes probatae fuerunt praeter unam “Miyazaki Shudoin” de qua sicut de aliis domibus competenti auctoritati praesentata fuerunt praescripta documenta.

Enixe peto ab E.V. approbatio quoque huius domus, et si aliqua adest difficultas in concedendo vel error fuit in conficiendo documenta rogo benignitatem tuam ut mihi sine timore significes et adjuves in omnibus.

Provolutus pedibus tuis peto pro meis et pro me benedictionem apostolicam.


Sac. Vincentius Cimatti

Inspector Prov. sales. in Japonia



Spedisco contemporaneamente domanda in Italiano. Cambiare il nome equivale separarsi dal Kyodan. La provincia approverà? – idem all’Amministratore Apostolico nuova domanda.



2916 / Cecchetti Albano / 1942-9-10 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[10 settembre 1942]

Carissimo Don Cecchetti,


Ho ricevuto la sua urgente e nel più breve tempo possibile soddisferò quanto mi dice, pur essendomi impegnato solo per le note dell’Ospedale. Abbia pazienza anche Lei e l’ottimo benefattore che ci venne così in aiuto.

Se il bravo Don Arri volesse concorrere alla povertà del Centro potrebbe inviarmi un po’ di musica, che avevo altre volte domandato: la farei fuori ed il ricavo potrebbe servire per voi.

Al momento nessuna altra novità.

Preghiamo di cuore e a tutti buona festa della Madonna.


Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




2916-2 / Cecchetti Albano /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[senza data]



Carissimo Don Cecchetti,28


Un po’ di posta... un po’ di pane, dono di Mikawajima… muovente il buon Maccario... non mangeranno pane per due giorni... Pregate per noi e per tutte le opere di Mikawajima.

Se credete bene farne partecipe Don Marega...

Tutti salutano e pregano per voi. Al momento nulla di nuovo.

Aiuti Don Arri cui ho affidato un lavoro urgente (se già non fu fatto).

Saluti tutti.

Suo

Don V. Cimatti



2917 / Cecchetti Albano / 1942-9-14 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 14 settembre 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie delle sempre sue care notizie. Le invio un primo acconto per l’ospedale: il resto appena possibile; attendo anche risposta da Don Liviabella perché forse potrebbe fare speditamente da Miyazaki. Ad ogni modo Deus nos adjuvet.

Unisco lettera di ringraziamento per l’ottimo Sig. Suzuki – non avendo l’indirizzo spedisco a Lei e faccia Lei le mie parti.

Don Lorenzi può lavorare: non lo lasci fantasticare troppo. Allo studentato, a Nasu durante le vacanze faceva ottimamente tutto, e penso che può fare anche lì. Gli stia dietro: gli fissi un orario anche per un po’ di studio e specie per fare le sue pratiche di pietà.

Per evitare poi sorprese che vediamo ormai effettuarsi spesso, faccia visitare il buon Don Lorenzi e gli faccia fare le cure necessarie per il ristabilimento della sua salute e al più presto possibile mi riferisca il responso del dottore.

Anche Lei si abbia i riguardi opportuni ed offra tutto al Signore per il bene suo e delle anime a Lei affidate e avanti nel nome del Signore. Non mi dimentichi mai mai e sempre la ricorda il


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Per Don Arri che dire? Certo che se quando sarà in grado potesse tornare in casa o all’Hikari… In casa bisogna trovare una buona donna, infermiera, naturalmente.


2918 / Cecchetti Albano / 1942-9-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 settembre 1942

Carissimo Don Albano,


Ad multos annos per l’anniversario suo. Ricevo bellissima lettera dal Sig. Suzuki. Per il problema ammalati era mio dovere sentire prima il suo parere ed ero convinto a priori che al momento bisognerà aggiustarsi come si può (forse riusciremo in parte almeno come Lei propone), essendo più che evidenti le ragioni da Lei indicate, il Signore che permette tali condizioni di fatto ci darà certo modo di far fronte a tutto e bene, per il bene delle anime e dei corpi e del paese.

Passano in seconda linea le altre questioni. Quanto al servizio infermiere o suore o donne bisognerà pensare in caso di ricaduta del nostro caro ammalato o di altri: al momento non so se tra i confratelli ci sia chi si senta di fare tali uffici. Per me li farei di gran cuore. Saluti al bravo Don Lorenzi e a quanti conosco e preghi. Preghi e faccia pregare per


Don Cimatti, sales.



2919 / Dal Fior Luigi / 1942-9-28 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 28 settembre 1942

Carissimo Don Dal Fior,


Grazie della tua lettera e delle belle notizie e tue e dei giovani. Tu fa’ quel che puoi: da noi il Signore non domanda altro – far quel che si può e volergli bene. Diligentibus Deum omnia (pensa… omnia… anche le nostre deficienze…) cooperantur in bonum. Dunque va’ avanti e fa’ quel che puoi.

Buona volontà e per la musica29 e per la grammatica latina – e soprattutto costanza. Fa’ in modo che la grammatica latina abbia la sua pratica sperimentazione in scuola – allora avrà un vero valore.

Il Signore ti benedica caro mio Don Luigi e prega per me sempre: ti ricordo ogni giorno.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2920 / Cecchetti Albano / 1942-10-8 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 8 ottobre 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie delle sue lettere spiegative di tante cose belle e meno belle. Grazie di tutto quello che avete fatto per il nostro Don Arri. Dalla sua lettera precedente capii che dovevo far fronte alle note dell’Ospedale e quando queste arrivavano inviavo: ora invio altri Yen 100 ed al più presto salderò…

Sto raggranellando, perché anche qui si vive alla giornata e della carità. Ad ogni modo il generoso benefattore che imprestò, spero potrà pazientare ancora un pochetto, ma lo assicuri che non sarà defraudato in nulla.

Per il bravo Don Lorenzi, Lei lo formi alla vita di lavoro e di sacrificio più sentito nel momento attuale: lavorando non penserà troppo alle sue miseriole di salute o ad altro.

Lei per la salute si abbia i riguardi possibili e avanti sempre nel Signore.

Le difficoltà che provate per trovare le cose necessarie alla vita sono sentite un po’ dappertutto: se prima trovavate modo di distribuire agli altri, il Signore non permetterà certo che restiate senza voi.

Anche qui non si fa che girare per venire in aiuto alle famiglie e di Don Bovio e di Don Margiaria e più in piccolo di Mikawajima. Che farci? E penso sia così in tutto il mondo. Fiat voluntas Dei.

Notizie dirette ci dicono che il buon Tateishi è tornato: è degente all’ospedale di Kumamoto. Preghiamo. Buone notizie pure di Nishimura e degli altri soldati.

Al buon Sato pure i vivi ringraziamenti per quello che fa da buon allievo di Don Bosco: il Signore lo benedirà.

Al bravo Don Arri il saluto cordiale per il suo ritorno: si abbia riguardo. Gli dica che ho fatto una nuova canzone (del fucile) per il centenario del primo fucile portato dai Portoghesi, ed una cantata su Ito Mancho,30 forse tutto sarà stampato sotto l’egida del circolo culturale portoghese, e nel caso invierò copia.

Tutti preghiamo per il suo pieno ristabilimento. Preghi per noi… che siamo sulla breccia…

Per gli ammalati già avevo scritto: è chiaro che al momento faremo come si può e dopo penserà il Signore: chi ci sarà vedrà e farà.

Scrivo a Don Marega per le confessioni che combini o Lui o Don Figura. E per ora nient’altro. Il bel mese del Rosario ci trovi uniti alla Mamma per pregarla intensamente per la pace e quanto è necessario per le anime nostre. Lei non mi dimentichi e saluti a quanti conosco.


Suo aff.mo

Don Cimatti, sales.

2921 / Cecchetti Albano / 1942-10-16 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 16 ottobre 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Sono invitato per concerti alle feste centenarie del fucile a Kagoshima. Passo col diretto di lunedì, ma non mi fu dato il permesso della fermata. Se potrò vedere qualcuno alla stazione sarà per me un gran piacere: così se avete commissioni…

Se il bravo Don Arri potesse farmi avere quanto gli ho domandato sarebbe l’ideale.

Saluti omnes, anche le Figlie di Maria A. e preghi sempre per il


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Il confratello Paulin è traslocato a Shanghai.

2922 / Ideguchi Francesco / 1942-10-25 /


a Mons. Francesco Ideguchi, Amministratore Prefettura Apost. di Miyazaki



Miyazaki, 25 ottobre 1942

Rev.mo ed amat.mo Amministratore Apostolico, 31


Avendo occasione di venire a Kagoshima per i concerti per le feste centenarie e commemorazione di Ito Mancho, la mia più grande speranza era di potermi abboccare con l’E.V. Non fu possibile, e V. E. ne conosce il motivo.

Non potendo altro scrivo come posso questa lettera in giapponese domandando venia degli sbagli, mosso solo dal desiderio di realizzare la gloria di Dio e il bene, ed aprendo con confidenza a V. E. il mio povero cuore.

Per quante lettere scrivo a V. E. anche su argomenti, che ritengo importanti, non riuscendo ad avere risposta, rimango davvero impressionato e afflitto. Riassumo le varie questioni:

In data 16/6/42 presentai la pratica pel riconoscimento dell’Opera della casa vocazioni (Seminario) di Miyazaki come opera salesiana: finora non ottenni nessuna risposta.

Presentai la pratica per il riconoscimento richiesto dalle leggi attuali della casa religiosa annessa al Seminario: non solo non ottenni risposta, ma mentre tutte le altre pratiche analoghe ebbero piena evasione, solo questa rimane insoluta.

S.E. l’Arcivescovo di Tokyo nella sua qualità di responsabile civile della religione cattolica in Giappone mi rispose che è questione devoluta all’Amministratore Apostolico “qui approbationem denegare non potest, aut denegationis causam manifestare”. È dunque questione di giustizia, ed attendo la sospirata approvazione.

Feci quanto mi fu richiesto per il passaggio dell’amministrazione delle proprietà ecclesiastiche tenute da noi al Clero indigeno, mettendo in rilievo problemi speciali, di cui non ebbi in risposta che lettere perentorie. Se V. E. in questioni così importanti non ci guida, come dobbiamo fare?

Se faremo degli sbagli, intendo di declinare ogni responsabilità.

Dunque per viscera misericordiae Dei insisto per avere una risposta, e specialmente sulla legale approvazione della casa religiosa salesiana annessa al Seminario.

Nella seconda parte della lettera seguono comunicazioni ordinarie di amministrazione, cui volevo sempre tenere a giorno l’Amministratore Apostolico.

Ho coscienza (anche per documenti scritti, 3/4/1942 – 30/3/1943 [?] – 30/9 -13/7-13/8/1942, ecc.) di aver fatto tutto regolarmente, ma l’Amministratore Apostolico con terzi si lamentava che l’Ispettore salesiano non rispondeva o non scriveva.

E concludevo: “Dolorosamente non ho potuto abboccarmi col nostro Superiore Ecclesiastico, dopo l’adunanza degli Ordinari, perché partì insalutato, nonostante l’intesa.

Nell’adunanza seguente promossa dal Governo all’Istituto dame del S. Cuore, V. E non comparve. Quando dunque mi sarà dato di poterla incontrare?

Comunque assicuro l’E.V. che tutti i missionari salesiani e tutti i religiosi salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki, desiderando di compiere bene il loro dovere, sono in attesa delle disposizioni dell’E.V.

È questa la grazia che nel mese del Rosario per intercessione della Madonna, domanda insieme alla benedizione apostolica per sé e per i suoi.


Obbligatissimo

Don V. Cimatti, sales.



2923 / Circolare Salesiani / 1942-10-28 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 28 ottobre 1942

Carissimi,


Il breve notiziario, che spero gradito a tutti, completa quanto di tanto in tanto posso mandarvi. Buone e sante feste per i Santi e per i nostri morti.

In tutte le forme possibili propagate la devozione alle anime sante del Purgatorio, tanto raccomandata e da S. Francesco di Sales e da Don Bosco come esercizio di tutte le opere di misericordia.

Non possiamo fare molto apostolato nelle presenti circostanze, ma questo di inviare in Paradiso tante anime colle nostre preghiere e suffragi è certo la più efficace e consolante.

Non si dimentichi il giorno 25 di Novembre la prescritta Messa per i genitori dei soci.

Ho potuto vedere quasi tutti i confratelli della Missione. Tutti sono al lavoro, pure in mezzo ai sacrifici e materiali e spirituali, che saranno regalmente compensati dal Signore giusto e munifico Sovrano. Non c’è da dubitarne, quindi si continui da tutti nel lavoro possibile e permesso in queste circostanze, e nell’adempimento del nostro dovere, grande o piccolo che appaia: ci faremo dei meriti immensi per il Paradiso, e che contribuiranno anche alla salvezza delle anime.32

Intanto da tutti si lavora in missione e a Tokyo. Vedete che il Signore ci benedice: le varie nostre modeste istituzioni lavorano e mi pare con profitto spirituale assai grande, anche se gli effetti sembrano modesti.

Il nostro Don Marega ha pubblicato un lavoro, a detta degli esperti in materia, di gran valore e che fa onore alla Chiesa e alla Congregazione. Altri confratelli hanno tra mano altri importanti pubblicazioni.

Il sottoscritto partecipò alle feste centenarie di Kagoshima e commemorazione di Ito Mancho a Miyazaki colla nuova canzone del fucile e colla cantata commemorativa d’occasione.

Ringraziamo il Signore e rendiamoci degni delle sue benedizioni.

Il nostro Don Arri è al suo posto di lavoro, come pure Don Carlo di Nakatsu, operato di appendicite. Notizie del nostro Tateishi ci dicono che è ammalato di pleurite secca, già da tre mesi. Al momento va benino. Preghiamo affinché il Signore presto ce lo ridoni sano. Saluta tutti e si raccomanda alla preghiera di tutti.

Notizie dirette da Don Dumeez e Don De Kruyft portano che questi si trova a Londra, mentre l’altro è al Congo Belga. Don De Kruyft nel viaggio fu colpito da dissenteria e fu in punto di morte: ora sta ottimamente e dal settembre è in rotta per Londra, ove penso sarà arrivato. Salutano e domandano preghiere.

Ci conceda il Signore grande pazienza e spirito di preghiera e sacrificio ed un totale abbandono alla sua santa volontà in tutto. Non dimentichiamo di interporre sempre la valida protezione della nostra cara Madre Maria Ausiliatrice e di Don Bosco.

Non dimenticate il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Pare si possano inviare notizie a mezzo della Croce Rossa giapponese. Bisogna però che le comunicazioni siano in Giapponese. Penserei di inviarle alla nostra Procura o al Collegio di Propaganda con preghiera di far tradurre.

Se non è scrittura difficile penso che anche i nostri vecchi amici (Bechis, Floran…) potrebbero capire.

Il confratello Paulin trasferito a Shanghai manda buone notizie e sue e di Don Felici e di Don Baratto: tutti salutano e pregano e domandano preghiere.

Sono a disposizione per quanti vogliono approfittare o tentare invio di notizie ai propri parenti (cose brevi naturalmente e soggette alla censura), per mezzo della Croce Rossa o per mezzo dell’Ambasciata (della quale non garantisco l’esecuzione).

2924 / Ricaldone Pietro / 1942-9-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Centenario33


[Ottobre] 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Mi reco nella città di Kagoshima, la città dove arrivò S. Francesco Saverio il 15 Agosto 1549 per predicare la prima volta il cristianesimo ai giapponesi, e mi ci reco invitatovi dal rappresentante del Portogallo per commemorare colla musica un centenario curioso.

Indovini! Il centenario del fucile, del primo fucile importato dai Portoghesi a Tanegashima (isola al sud del Kyushu).

Nel 1542 alcuni naufraghi portoghesi furono salvati all’isolotto Tanegashima. Il governatore dell’isola ebbe da loro un fucile ed apprese l’arte di fabbricare polveri esplosive. È questa la prima apparizione dell’arma da fuoco in Giappone. Pochi anni dopo fu importato il cannone al feudo della provincia di Oita.

Una poesia, composta per l’occasione e richiamante l’avvenimento storico, musicata dal sottoscritto e cantata dal tenore Shimada nella commemorazione ufficiale, faceva parte del programma delle feste.

Vi era unito il ricordo di Ito Mancho, il massimo rappresentante della famosa prima spedizione giapponese a Roma, nipote del Daimyō (signore) di Oita Otomo Sorin, che tanta parte ebbe nei lavori di apostolato di S. Francesco Saverio. Un’interessantissima mostra retrospettiva storica metteva sott’occhio documenti interessantissimi dei primi trionfi della Chiesa cattolica in Giappone: i documenti della prima ambasciata a Roma (quanto godevo nel rivedere tanti ricordi d’Italia); i primi libri e i mezzi di apostolato dei primi missionari…

Il fucile fu un mezzo di ottima propaganda cattolica… e non mi pentii di aver modestamente cooperato, sia pure inneggiando ad un fucile o ad una pistola che fosse…

La commemorazione ebbe la sua conclusione a Miyazaki al salone dell’educazione con manifestazioni di cui ebbi già a parlare. Il principe Ito Mancho era nativo di Obi, in provincia di Miyazaki, zona missionaria di Miyakonojo nella nostra Prefettura Apostolica.

È anche questo un ricordo storico, che unito ai tanti che si riscontrano specie in provincia di Oita, e che sono studiati con tanto amore e competenza dal nostro Don Marega, viene ad arricchire la nostra missione.

Un’ispezione al nostro Seminario sull’istruzione pre-militare, durata per tutta la giornata, riuscì ottimamente e per parte delle autorità si udirono elogi, che meravigliarono al sommo le autorità provinciali presenti: constatazione, che rilevava specialmente questo dettaglio “l’alto spirito di attività, di impegno, di sacrificio che si manifestava nell’operato degli allievi, in confronto di quelli delle altre scuole”. Gli effetti dell’educazione cattolica non possono non saltare agli occhi… “I vostri allievi sono diversi…”. “Certo, rispondiamo, è la libertà dei figli di Dio, che agisce per dovere”. Sono anche queste buone occasioni per parlare del nostro sistema educativo, di cui hanno veduto le manifestazioni pratiche.

Ci benedica, affinché possiamo sempre e in tutto essere buoni figli di Don Bosco.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2925 / Ricaldone Pietro / 1942-10-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



I saggi ginnastici-sportivi


Ottobre 194234

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


È tradizione scolastica giapponese che in autunno in ogni ordine di scuola si tengano saggi ginnastici, ma che non hanno propriamente che assai poco a fare con quanto noi chiamiamo ginnastica. Vi entra assai il giuoco libero, il giuoco a sorpresa, il giuoco di gara fra i gruppi (bianchi, rossi, verdi) in cui si dividono i concorrenti – e più vi entrano i genitori, spettatori, ecc. Vi sono invitati insegnanti e allievi delle altre scuole, benefattori e amici della medesima. È dunque una giornata di allegria familiare, di avvicinamento di tutti alla scuola, che viene così ad essere meglio apprezzata e valorizzata.

La riunione sportiva è preparata alla lunga dai singoli insegnanti – si stabiliscono i premi (oggetti scolastici utili) – ogni gruppo adorna a suo modo il posto centrale da lui occupato, felice se può trovare qualche tamburo o tromba – a meno che non si possa assoldare per tutti, un po’ di banda o audizioni di radio.

Si inizia verso le 9 del mattino, dopo l’alzabandiera ed un discorso del direttore della scuola che incita i contendenti ad un’intensa volontà di vittoria. La vittoria finale assegna al gruppo vincitore una speciale bandiera o stendardo di cui sarà detentore fino al prossimo torneo.

Si iniziano le gare di ogni genere (corse semplici, di resistenza, con ostacoli, a sorpresa – divertimenti vari) – alle volte vi concorrono gli ex-allievi con gare curiose (corse, bicicletta, ecc.) e un numero finale è sempre assegnato agli insegnanti e liberamente tra gruppi di spettatori. Di ogni saggio si danno 1-2-3 premi individuali. I punti conseguiti in maggioranza da uno dei gruppi determina il premio finale.

A mezzogiorno, breve riposo. I figli con babbo e mamma consumano il pranzo portato – seduti sul verde tappeto o sui bordi delle vie o tra i boschi nei pressi della entrata della scuola. Alle autorità o speciali invitati si dà all’entrata un buono, dietro presentazione del quale in apposita sala ricevono qualche cosa che fu preparato dalla sezione femminile della scuola.

All’occasione (come alle fiere dei nostri paesi) si danno convegno i venditori ambulanti di ogni genere… e così si viene svolgendo la seconda parte del pomeriggio, riservato ai giochi più attraenti e interessanti il numeroso pubblico.

Nel tempo libero dalle esercitazioni gli allievi non concorrenti stanno seduti accanto al loro centro – si riposano, intonando di tanto in tanto canzoni – ed eccitando i rappresentanti del loro gruppo nell’atto del saggio. Con l’evviva ai vincitori ed appropriate parole del direttore si chiude la giornata.

Si tratta di mettere in moto una media di oltre un migliaio di allievi, e si comprende la buona organizzazione che si richiede. Nelle numerose riunioni cui ho assistito posso assicurare che è perfetta e curata nei minimi particolari ed alla fine tutto è messo in ordine. Ad ognuno, insegnanti ed allievi, è assegnato un lavoro speciale, che ognuno cerca di eseguire con senso di responsabilità personale e collettiva. Da ciò il buon esito. Alla fine del mese anche il Seminario in unione alla Colonia agricola tenne il saggio, che si svolse nell’intimità familiare e con piena soddisfazione di tutti.

Penso che se anche Lei e gli amici nostri foste presenti a queste manifestazioni provereste vera soddisfazione. Ve l’augura di cuore il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2926 / Dell’Angela Stefano / 1942-10 -… /


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



Ottobre 1942

Carissimo Dell’Angela,


Grazie della tua. Sul tuo mondai (problema) farai quanto ti dirà il Direttore. Capisci anche tu le difficoltà dovunque ti trovi, perché anche qui non si chiariscono, ma si rendono più difficili.

Preghiamo ed il Signore disporrà tutto e per bene.

Ti sono vicinissimo in tutti i sensi.

Fa’ verso Gesù e Maria il “kanzen no makaseru koto” (= abbandono completo). Ti benedico.


Tuo

Don Cimatti

2927 / Circolare Salesiani / 1942-11-6 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio


Tokyo, 6 novembre 1942

Carissimi confratelli,


Ricevo da Costantinopoli lettera del nostro Venerato Rettor Maggiore che subito comunico integralmente.

Carissimo Mons. Cimatti, non so se e quando questa mia (datata 24/8/42) potrà giungere fino a te. Ad ogni modo desidero assicurare a te e cotesti cari figliuoli che viviamo a voi vicini con il ricordo e con la preghiera, per condividere le vostre pene e con il desiderio vivissimo di alleviarle. Coraggio. Niente vi turbi.

Abbiate presente i ricordi degli esercizi spirituali: “Aprite il cuore alla speranza”. Iddio è con noi. Maria A. ci è Madre. Dal Cielo veglia su di noi. Padre, protettore e guida: S. Giovanni Bosco. Il Centenario della nascita35 morte del Servo di Dio Domenico Savio è stato celebrato con iniziative feconde in tutte le nostre case. Anche la commemorazione del Giubileo Episcopale del S. Padre fu ricca di pratici risultati.

A fianco del Pontificio Ateneo Salesiano è sorto l’Istituto Superiore di Pedagogia Salesiana, destinato a valorizzare e diffondere i principi della Pedagogia Cattolica, e in particolare quella di San Francesco di Sales ed il sistema educativo di Don Bosco. Non pochi Ecc.mi Vescovi vollero che i Salesiani e le Figlie di Maria Aus. svolgessero nelle loro diocesi importanti e, grazie a Dio, ben riusciti Congressi Catechistici. In tal modo, anche se le feste centenarie sono rimandate, ci viene concesso di commemorare con praticità e abbondanza di frutti il primo catechismo. Coraggio, vivete nella carità. Vi abbraccio tutti in Don Bosco e vi benedico di cuore. Aff.mo in C. J. Sac. Pietro Ricaldone”.

Non c’è bisogno di commenti. Notizie speciali al momento non vi sono.

Nel bel mese di Novembre lavoriamo efficacemente per le anime sante del Purgatorio e prepariamo fin d’ora gli animi alla festa dell’Immacolata e del S. Natale.

Vi ricorda ogni giorno il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2928/ Ideguchi Francesco / 1942-11-9 /


a Mons. Francesco Ideguchi, Amministratore Prefettura Apost. di Miyazaki



Tokyo, 9 novembre 1942

Excellentia Reverendissima,


Societatis Salesianae domus religiosae secundum “Nippon Tenshu Kokyokodan Kisoku” [l’Ente cattolico ufficialmente approvato dal Governo] iam omnes approbatae fuerunt praeter unam “Miyazaki Shudoin” de qua sicut de aliis domibus competenti auctoritati praesentata fuerunt praescripta documenta. Enixe peto ab E.V. approbationem quoque huius domus et si aliqua adest difficultas in concedendo vel error fuit in conficiendo documenta rogo benignitatem tuam ut sine ullo timore significes et adiuves in omnibus.

Pervolutus pedibus tuis peto pro meis et pro me benedictionem apostolicam.


Sac. Vincentius Cimatti

Inspector prov. Sales. in Japonia

2929 / Cecchetti Albano / 1942-11-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 novembre 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Vi penso tutti in ottime condizioni di salute materiale e spirituale e prego cotidie per ognuno di voi.

Si avvicina la festa della nostra Mamma e penso che la celebrerete e farete celebrare con vero affetto filiale.

Se potrete dare un’intonazione catechistica penso che sarà gradito a Don Bosco e ai Superiori, perché è dello spirito della commemorazione centenaria.

Ho buone notizie dei confratelli del Siam.

Non dimenticare il 3 dicembre l’onomastico dell’Ordinario.

Tutti vogliono essere ricordati nei saluti e nell’assicurazione di preghiere.


Tutto suo

Don V. Cimatti, sales.



2930 / Ricaldone Pietro / 1942-11-…


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Alcune tradizioni nostre

Novembre 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Da quando ci troviamo in Giappone abbiamo tentato di conservare tra noi quanto più era possibile delle nostre tradizioni. Non intendo parlare di quelle che più sono inerenti al nostro spirito (la forma della nostra pietà, lo svolgersi delle nostre feste, la forma della nostra assistenza, dell’insegnamento, le nostre ricreazioni, ecc.), ma di alcune altre, che ricordo di aver appreso fin dai primi anni di collegio e che ho sempre veduto nelle nostre case.

Già le notificai in altre relazioni le festicciole onomastiche non solo del Direttore (quella è una festona), ma anche dei singoli confratelli. Via… un battimano, l’annuncio alla comunità per preghiere, un vasetto con fiori davanti al festeggiato in refettorio et similia… non costano molto, sono gradite a tutti ed è anche un buon insegnamento per i nostri giapponesi… Ed anche un richiamo liturgico per tutti ad alcuni santi poco noti, di cui si è così obbligati a ricordare dati di vita, sempre interessanti ed utili.

Il nostro Don Arri ha per abitudine di ricordare nella lettura del martirologio il nome del santo più caratteristico del giorno, ed uscendo per la visita ai suoi ammalati o catecumeni, se gli riesce di dare qualche battesimo, assegna come protettore del neofito, quel santo poco ricordato.

Un’abitudine che si conserva tra noi è la festa di S. Cecilia. Ricordo della festa nella buona notte, canti alla messa e alla benedizione. Accademiola alla sera col debutto dei pianisti ed armonisti (tutti devono dare un saggio), saggi di canto, ed alle volte audizione di musica sacra polifonica, discorso d’occasione e alla fine distribuzione di qualche cosa… Oh, le tradizionali caramelle… non si trovano certo fra noi… In pratica vi partecipa tutta la comunità, perché per l’occasione tutti pensano di essere musici, e d’altra parte fra noi… almeno in chiesa… tutti cantano. Sappiamo tutti perché Don Bosco ha voluto che si festeggiasse S. Cecilia, e ne constatiamo tutti i buoni effetti fra noi.

Il Carnevale… Penso che anche all’estero sia scomparso. In Giappone non c’è.

Festa che si potrebbe dire ricorrenza analoga è quella della fine e principio d’anno. Nei primi anni del Seminario a Miyazaki si faceva mezza giornata, impiegando la mattinata nell’adorazione in chiesa, fatta per turno dagli allievi. Poi decadde e penso che non c’è nessun male, se davvero possiamo dire: “Il Carnevale è morto”. Così pur non essendo propriamente tradizioni salesiane, entrano nella tradizione salesiana in Giappone non solo le feste nazionali (questo come naturalmente in tutte le nazioni), ma alcune feste religiose, care al cuore ed alla pietà del popolo cristiano e che è bene fondare nell’animo cristiano giapponese. La festa dei 26 Martiri giapponesi (6 febbraio), della scoperta dei cristiani (17 marzo), del Cuore purissimo di Maria (2a domenica di agosto), S. Michele (29 sett.), feste che ricordano date storiche caratteristiche e che la Chiesa vuole siano ricordate.

Tra noi se ne parla, si canta Messa ed anche se ne fa particolare ricordo fuori chiesa. Oh, quanto servono queste date, che richiamano punti salienti della storia della Chiesa in Giappone, a rinfocolare gli animi nella fede ed a far riudire le gesta dei primi missionari, che evangelizzarono questa terra di martiri.

Benché in altro campo accenno ad un divertimento da noi introdotto, e che ormai è divenuto tradizionale fra le nostre opere. Il gioco della tombola – desideratissima ed economicissima per quanti ambi, terne, quaterne e tombole si vogliono fare. Per gli oratoriani, allievi interni… ed anche per i nostri confratelli (specie a Natale, Capodanno ed Epifania) è gioco che tiene in quiete anche le masse per lungo tempo… Si divertono un mondo…

Non parlo di una tradizione tutta propria e sola del Giappone… I “mochi” di cui parlo in altra relazione.

Chiude il mese presso la residenza di Tano l’inaugurazione di un’opera per assistenza dell’infanzia iniziata dalla Congregazione delle Suore della Carità di Miyazaki anche per rafforzare un po’ le varie sezioni dell’Ospizio, sfollando la sezione piccini, che ne guadagneranno anche in salute, data la salubrità, la miglior possibilità di nutrimento e la tranquillità del luogo.

Desiderata anche dalle autorità provinciali, si spera possa essere utile anche per i bambini delle numerose famiglie cristiane della zona.

Benedica questo ampliamento di attività di bene e noi tutti.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2931 / Dal Fior Luigi / 1942-12-1 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 1 dicembre 1942

Carissimo Don Luigi,


La tua lettera mi ha confortato assai e colle notizie della tua salute materiale e spirituale e per i vari favori compiuti e da compiersi che hai tra mano.

Per l’Immacolata domandiamo a vicenda la grazia di esser buoni salesiani coll’osservanza della santa virtù che ruba il cuore alla Madonna.

Bene per la musica per l’Immacolata. Ricorda sempre come salesiano il detto bibblico “ne impedias musicam”, anzi in ogni senso falla fiorire in quantum potes “banda, canto, canto gregoriano”. Per il piano degli allievi non andar matto: da’ impulso massimo all’armonio. Non ho ancora trovato quanto desideri di musica ma presto o tardi verrà.

Per la grammatica servirà per gli studiosi di latino, seminaristi o no; quindi vedi di condirla a buon termine.

Pel tuo carattere, non devi esser contento tu (buono! Se non sei contento) ma il Signore: combatti sempre e sappi dire di sì o di no a suo tempo.

Ti ricordo cotidie al Signore.

Tuo

Don V. Cimatti



Salutami i musici cantori e pianisti e armonisti. Tuo Don V. Cimatti.

2932 / Circolare Salesiani / 1942-12-5 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 5 dicembre 1942

Carissimi,


A nome anche di tutti i confratelli della Missione buona e santa festa della nostra cara Mamma Immacolata, coll’assicurazione che tutti in quel giorno saranno con noi uniti fraternamente, insieme anche ai Salesiani di tutto il mondo, alle Figlie di Maria Aus., allievi e cooperatori nostri per ricordare il nostro genetliaco. Sia per noi tutti quel giorno un inno di lode e ringraziamento alla Madre nostra, un giorno di promessa di vita più perfettamente e sentitamente salesiana, un giorno di preghiera intensa per ottenere dalla nostra Madonna che ci faccia santi: che pigli sotto la sua speciale protezione le vocazioni giapponesi, che specialmente in questo tempo sono tanto minacciate; che ci aiuti a regolare bene tutte le proprietà della Congregazione dopo l’approvazione dell’ente morale giuridico (shadan) salesiano coi nuovi RIJI (membri direttivi) giapponesi, la cui sede sarà il nostro Studentato di Tokyo.

E poi ci ottenga quanto è necessario per noi e per la nostra Congregazione in Giappone. Preghiamo per i nostri cari confratelli assenti e per tutta la nostra Congregazione.

Poi senza timori avanti nel lavoro spirituale e materiale, con santa allegria e pace di cuore, sicuri che siamo in buone mani per la protezione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, qualunque cosa sia per accadere.

Il Signore ci benedica tutti.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2933 / Marella Paolo / 1942-12-14 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 14 dicembre 1942

Eccellenza Reverendissima,


Non vorrei sembrare troppo prematuro nel fare gli auguri, ma essendo venuta l’occasione, con tutto il cuore a nome di tutta la famiglia salesiana auguri di buone e sante feste e di Capodanno con la promessa di molte preghiere. Non possiamo fare altro e grazie di cuore di quanto fa per noi. Le raccomando i miei poveri fanciulli di Mikawajima per cui il prossimo 23-25-27 faccio un po’ di banco di beneficenza ed oso domandare anche all’E.V.

Dal Siam ho buone notizie dai nostri confratelli. Quell’Ispettore mi consigliava di pregare V. E. di interporsi per alcuni salesiani stranieri internati… Gli ho risposto quanto mi avrebbe suggerito l’E.V.

Mi aveva anche detto che la S. Penitenzieria aveva concesso ai sacerdoti a tutto il maggio del prossimo anno, oltre l’applicazione ordinaria della S. Messa, di poter applicare per un’anima scelta. Se le constasse, il poterlo fare sarebbe certo consolante e proficuo per tante anime.

Da Kagoshima il solito silenzio in tutto: scriverò per Natale, chissà che come strenna natalizia giunga qualche risposta.

Il M. E. N. ha approvato il nostro nuovo ente morale salesiano coi nuovi capi giapponesi nostri confratelli.

Mi compatisca per i continui disturbi che Le arreco, e assicuro preghiere quotidiane a V. E. Non dimentichi i poveri figli di Don Bosco.

Aff.mo e dev.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Il nostro Don Tassinari desidera che le presenti l’accluso. Gli sarà di grande conforto ed incitamento al lavoro una parola di V. E.

2934 / Dal Fior Luigi / 1942-12-15 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 15 dicembre 1942

Carissimo Dal Fior,


Ho sentito l’eco delle vostre belle musiche. Grazie e vedi di far furore sempre: non dimenticare che è un modo magnifico per far del bene a tutti, perché la musica entra dappertutto nei cuori e nelle anime.

Buon Natale e allegro sempre nel Signore. Prega per chi sempre ti ricorda e specialmente ama il Signore che tanto ti ama.

Tuo

Don Cimatti, sales.



2935 / Circolare Salesiani / 1942-12-17 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 17 dicembre 1942

Carissimi,


Ho scritto ai cari confratelli della Missione in occasione delle Ss. Feste natalizie e di Capodanno: permetterete che anche a Voi invii il mio più fervente augurio e l’assicurazione di specialissime preghiere con lo scopo di attirare sopra di voi le benedizioni più belle e quali il vostro cuore desidera.

Non ho notizie speciali da comunicarvi. I nostri soldati stanno bene.

Tateishi pare vada migliorando assai. Nishimura ha potuto inscriversi alla facoltà teologica di Manila e per ora non ritorna.

Buone notizie pure dei nostri di Shangai, Makao e Hong Kong e Siam.

Il nostro Camnasio è ricoverato a Betlemme in casa di P. Flaujac.

Dalla Missione pure buone notizie. Don Arri pur indebolito è al suo lavoro.

Vorrei che pregassimo instantemente il Signore per ottenere la grazia di molte e buone vocazioni.

Se ce le meritiamo coll’essere buoni e santi salesiani certo il Signore ci darà questa e tutte le grazie (e ne abbiamo bisogno di molte) anche nel campo materiale e spirituale.

In questi mesi vanno decidendosi le sorti di varie di queste vocazioni: aiutiamole colle nostre preghiere.

Siano le nostre anime unite nella carità che così intensamente ci viene richiamata in tanti modi in queste sante feste natalizie.

Vi abbraccio e benedico singulatim nel nome del Signore.

Pregate per me.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2936 / Cecchetti Albano / 1942-12-24 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 24 dicembre 1942

Carissimo Don Albano,


Grazie delle sue sempre attese e carissime notizie.

Come già scrissi: auguri e preghiere per tutti. A Don Arri tante cose e assicurazioni di preghiere.

Lei continui ad essere allegro e a predicare sempre coll’esempio, che è la cosa più efficace che si possa immaginare.

Per Don Lorenzi: non si stanchi, è difficile trovare il prete ideale, specie per una casa come Beppu; dunque pigliamo quel che c’è e avanti ed il Signore farà il resto.

E per ora stop.

Tutto suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



2937 / Cecchetti Albano / 1942-12-28 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 28 dicembre 1942

Carissimo Don Cecchetti,


Buon anno cogli auguri delle più elette benedizioni del Signore: materiali e spirituali, per Lei e per quanti conosco in casa e fuori, specie al mio carissimo Don Arri e al buon Don Lorenzi.

Penso che per strenna annuale possiamo tenere il ricordo degli esercizi inviati dal Rettor Maggiore.

Non dimentichi la lettura delle regole solita a farsi al principio dell’anno.

E per il momento non c’è che da mettersi nelle mani di Dio e continuare come meglio sappiamo e possiamo nel nostro lavoro, sicuri che il Signore farà risultare tutto alla sua maggior gloria.

Mi rappresenti e presso le Rev. Suore e presso la Signora Nagata.

L’abbraccio e benedico.

Tutto suo

Don V. Cimatti



2938 / Ricaldone Pietro / 1942-12-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Forma di beneficenza negli oratori


Dicembre 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


È specialmente a sovvenire le nostre opere sociali di Mikawajima iniziate dal nostro compianto Don Piacenza e dall’attività di Don Escursell e Don Dumeez che si resero ormai tradizionali alcune manifestazioni di beneficenza assai utili, e che qua e là si vengono manifestando specie in missione. L’opera principale in missione è certo l’inizio delle Conferenze di San Vincenzo, fiorenti nell’anteguerra a Miyazaki, Miyakonojo, Beppu, Nakatsu e che si cerca ora di riorganizzare.

A Mikawajima pure produssero e producono buoni frutti, ora specialmente che la visita alle famiglie è guidata dalle suore dell’Opera Betania, che lavorano attivamente nel dispensario, annesso alla Missione. Specialmente in occasione delle feste di Natale e Capodanno, potendosi dall’attività dei confratelli, per l’interessamento degli Istituti religiosi fra cui non possiamo dimenticare i Marianisti, le Dame del S. Cuore, le Suore di S. Paul de Chartres e di Nevers, ecc. e dei cooperatori, oggetti di vario genere (vestiti, libri, oggetti di casa) opportunamente ordinati si espongono alla pubblica vendita. Possono solo comperare i possessori di un biglietto speciale dato a coloro, che a dichiarazione del municipio locale, sono ritenuti i più poveri. I prezzi di acquisto mitissimi per l’acquisto di altro materiale per successivi banchi.

Sotto altra forma pure si poté sovvenire alle necessità più urgenti (alimentazione e vestito) che si vanno sempre più rincrudendo. Avesse veduto lo sgobbone Don Rossi e il buon coad. Maccario tiranti il carretto o con grossi pacchi vaganti qua e là per Tokyo in cerca o per acquisti, e con quanta gioia tornavano con carote, rape o altra verdura o mercanzia… Le suore li chiamavano ridendo: “Les Salésians du travail”... ed erano pieni di verve umoristica i dialoghi in francese italianizzato e viceversa, che al ritorno ci facevano sentire i nostri campioni questuanti. Alle volte dunque erano solo derrate alimentari, che si esponevano per i nostri poveri oppure per le famiglie dei nostri cristiani.

Ne era felice pure il povero sottoscritto che ricordava gli anni della grande guerra… le vendite all’Oratorio di S. Luigi… ma allora quanta mercanzia…

Per gli oratoriani gli acquisti adatti ed utili per loro sono fatti coi punti di frequenza ottenuti quotidianamente. Ed è bello vedere i fratelli di una stessa famiglia, che riuniscono insieme i punti per acquistare un oggetto utile alla famiglia od anche alla volta un bel giocattolo per far felice il fratellino, che lo addita seduto in groppa ad uno di loro… Oh, com’è bello e santo poter accontentare ed aiutare il prossimo, e specialmente i piccoli amici di Gesù!

Tali vendite di beneficenza si fanno possibilmente un paio di volte all’anno, ed immancabilmente per Natale per i fanciulli dell’Asilo, per gli Oratoriani, per i cristiani e per i poveri.

Si cerca per i ragazzi di contornare il tutto con certa solennità e drammaticità. Vi è la distribuzione brevi manu dei pacchi confezionati o per mezzo della pesca coll’aiuto o colla rete o col pozzo di San Patrizio (quando non si tratta di gran moltitudine) preceduta dalle comparse del vecchio S. Cros… che finge di venire di lontano… in auto, accompagnato dai paggi… e che fa il discorso di occasione e narra virtù e miracoli dei ragazzi... e tiene in sospensione i più birichini… Insomma si cerca di trarre un po’ di bene da questa circostanza, avendo di mira non solo i fanciulli, ma il gran pubblico… i babbi e le mamme e gli altri… anche per i quali, se la raccolta fu abbondante, si dona qualche ricordo della festa. Non fosse altro, per essi che sanno leggere, un fascicolo d’occasione.

Servono anche queste manifestazioni come premiazione dei più costanti all’Oratorio o a sezioni speciali del medesimo. Altre forme particolari sono poi quelle della beneficenza personale (accettare gratuitamente o a pensione ridotta nelle nostre scuole – ricerca di lavoro – accettazione gratuita negli ospedali o visita medica gratuita, ecc.) non appariscente, ma che riesce più opportuna ed efficace.

Fra i cristiani di Mikawajima vi è una bella abitudine – tutti versano una tenue quota mensile, che rende possibile un sussidio per il cristiano ammalato.

È certo solo con la carità cristiana che possiamo sperare di sfondare il blocco pagano e le menti e i cuori di quelli che ancor non ti conoscono, o Signore.

Ci benedica tutti e specialmente il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


1 A causa della regolazione sulla posta non essendo sempre possibile mandare ai confratelli lontani da Tokyo le solite circolari, cartoline come questa – battute a macchina – ne facevano le veci. Per questo le circolari spedite in quest’anno non sono così numerose come negli anni precedenti.

Don Cimatti scrive nel suo Diario: “Ed eccoci al nuovo anno. Siamo separati da tutti. I piccoli fondi stanno esaurendosi. Entra in gioco più forte la fede e la Provvidenza. Si cercano le vie diverse: molte, troppe porte chiuse ermeticamente in alto, mentre si potrebbe trovare e realizzare soluzioni così facili.”

2 Ogni anno Mons. Cimatti aveva l’abitudine di dire alle Suore che gli chiedessero liberamente la strenna natalizia: avrebbe fatto in modo di provvedere. Si vede che la Suora chiese la vita o di Don Beltrami o del Berkmans o di tutti e due: si vede che nell’impossibilità di provvedere le diede l’altro libro.

3 Il dattiloscritto R. M. 2002 è di difficile lettura. Evidentemente, come pure le seguenti non fu spedita, ma conservata per il dopoguerra.

4 L’8 febbraio si apriva l’adunanza degli ordinari del Giappone. Doveva prendere decisioni importanti.

5 Fa specie che Mons. Cimatti, ordinatissimo com’era, abbia perduto una lettera per di più importante. Forse in coscienza non si sentì di farla avere al destinatario, diciamo “forse”.

6 Dattiloscritto: vuol dire che l’ha inviato per posta: bisogna tener conto perché in vista della censura non poteva scrivere liberamente. E poi non maneggiava la macchina liberamente: questo influiva anche sul periodare.

7 Si capisce da queste parole che le relazioni con l’Amministratore Apostolico giapponese non andavano bene. La lettera non è conservata. Il giorno 9 accompagnato da Don Cimatti, Mons. Ideguchi aveva fatto una breve visita alle opere salesiane di Tokyo ed era stato ben accolto dai chierici. Ma dall’8 dicembre in cui era incominciata la guerra, il suo atteggiamento si era cambiato in un nazionalismo estremo. Per questo, dopo la chiusura del convegno evitò di incontrarsi con Don Cimatti. Questo fu causa di grande dolore per lui e per i confratelli fino alla fine della guerra.

8 Il dattiloscritto R. M. 2003 è di difficilissima, a volte impossibile, lettura. Don Cimatti anche durante la guerra continua a scrivere articoli per il Bollettino Salesiano e lettere al Rettor Maggiore, forse con la speranza di poterle spedire.

1¹ Si trovava a Miyazaki, Piccolo Seminario, per il tirocinio pratico ed in attesa di iniziare la Teologia, come di fatto avvenne.

9 Fu l’Istruttore dell’Imperatore e l’accompagnò nella visita al Vaticano. Vedere la lettera della fine di marzo.

10 È facile capire il senso: “Prima furono eliminati gli Ordinari stranieri, poi gli altri, vale a dire i missionari”.

11 ? È evidente l’affinità del contenuto di questa lettera al Delegato Apostolico inviata nel medesimo giorno di quella all’Amministratore Apostolico e sul medesimo argomento.

12 È evidente l’affinità con lo scritto inviato nel medesimo giorno al Delegato Apostolico. Naturalmente questo non è stato mandato così all’Amministratore Apostolico: dovette essere stato tradotto da qualcuno. Mentre lo scritto a Mons. Marella dipende dall’Originale a Lui inviato, questo dipende dalla minuta conservata presso l’Archivio Ispettoriale.

13 Manoscritto di R. M. 2004

14 Era incaricato della missione di Takanabe e Nobeoca.

15 Si tratta del coad. Paulin che aspirava a diventare sacerdote. Lo divenne di fatto, ma dovette passare all’Ispettoria cinese.

16 Le suore della Caritas per poter avere un lavoro per vivere avevano costruito una fabbrica di oggetti di bambù vicino alla chiesa di Tano.

17 Da tener presente che Mons. Cimatti oltre all’aver partecipato alla festa di Maria A. si recava allo studentato da Mikawajima due volte alla settimana.

18 Non si sa quale via abbia tentato per far avere lo scritto ai Superiori: di fatto non arrivò mai. Quanto sopra è stato riportato proviene da una copia conservata in Archivio ed è di difficile lettura per la cattiva qualità della carta carbone usata.

19 Attraverso all’Ambasciata si era riusciti a trovare questa via.

20 Di questa lettera abbiamo la copia in giapponese. Non si trova la prima stesura in italiano, per cui questa è una traduzione dal giapponese.

21 Questo è stato ricavato dalla fotocopia del manoscritto battuto a macchina da Mons. Cimatti, usando un nastro consumato… Qua e là non è stata possibile la lettura. Il Coadiutore di cui si parla è Stanislavo Paulin che andò poi a Shanghai e divenne sacerdote.

22 R. M. 2008: manoscritto in matita, fotocopia.

23 Di questa operetta “Jagatara” si sono trovati alcuni canti ma non il libretto, per cui non si riesce a mettere insieme la narrazione. Si tratta dei numeri 711, 712, 725, 727, 734, 745 del catalogo. Jagatara e l’antico nome di Giacarta dove, nel 1636 furono esiliate le giapponesi che avevano sposato uno straniero da cui non vollero separarsi, insieme con i loro figli. - In data 11 luglio nel Diario Don Cimatti scrive: “Rappresentazione ben riuscita di “Jagatara”, nuova operetta. La società gira l’alto e basso Giappone, dato uso oratorio. Grazie a Date Masamune, buona propaganda di idee”.

L’iniziativa per la rappresentazione fu presa da un bravo musico ammiratore di Don Cimatti di nome Jinguji. Risulta che fu rappresentata in parecchie città insieme con musiche di “Hosokawa Gratia”.

24 Qui come altrove fa eco di alcune celebri barzellette contate molte volte dal destinatario.

25 R. M. 2009: manosc. matita, fotoc.

26 In data 28 agosto nella cronaca di Miyazaki c’è scritto: “Si vivono giornate di grande trepidazione circa il destino del nostro Seminario. Vi sono pratiche in corso tra l’Ispettore e l’Ammnistratore Apostolico”.

E nel Diario di Don Cimatti senza data: “Risposte roventi dell”Ammin.Apost.. Lo calmerò con l’olio...Il Signore mi scampi da un bis in idem di Mons. Gastaldi-Don Bosco...ma non c’è da allarmarsi, tanto più che nè Lui nè io siamo quei due.”

27 Da tener presente che tutti i salesiani giapponesi di cui si poteva usare il nome erano ancora giovani studenti.

28 Su un foglietto di notes in matita.

29 Nen Diario il giorno 27 è segnato: “Preparativi di musica per Kagoshima e Miyazaki”.

30 Si tratta del canto giapponese n. 752 del catalogo: “La prima ambasciata a Roma” di cui si conserva l’originale e lo spartito stampato. C’è poi sullo stesso argomento anche l’operetta “Il Ritorno dell’ambasciata” n. 38, su parole di Don Tassinari in italiano e in giapponese. Non si riesce a sapere se sia del 1941 o 1942.

31 FC della minuta presso ACS: Mons. Cimatti dovette tradurla da solo e inviarla in giapponese.

32 Nella stessa data nel Diario scrive: “Ho potuto abbordare l’Amministratore Apostolico. Difficile intendersi, perchè non si vuol ragionare, e deve esserci qualche partito preso. Non dà il visto al Shudoin (= di casa religiosa al Seminario) perchè sarebbe come approvare il Seminario che non si vuole...Mi disse che ha capito. Che conclusione? Facciamo nel Signore quanto si può e avanti sempre. Da oggi sono in sede, riferisco ai consiglieri. Sono di parere che si agisca per salvare il salvabile”. – Notare che in questa circolare ai confratelli per prudenza non si accenna a questo problema.

33 R. M. 2010: manos. in matita. Nella trascrizione fatta da Don Crevacore c’è scritto “settembre” ma l’avvenimento descritto è della fine di ottobre, e quindi lo mettiamo qui.

34 Le date di questi articoli non necessariamente corrispondono al mese segnato.

35 Nella lettera dattiloscritta da Don Cimatti c’è scritto “morte”. Evidentemente è uno sbaglio di trascrizione. Non si sa come questa lettera sia arrivata da Costantinopoli.