Cimatti|Ricaldone Pietro /1945-11-11

3261 / Ricaldone Pietro / 1945-11-11 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


Tokyo, 11 novembre 1945

Rev.mo ed amatissimo Sig. D. Ricaldone,1


Arriverà questa mia? Lo spero e me lo auguro. Dopo tanti anni, quante cose ed avvenimenti, ma Deo gratias di tutto! Sia pur schematicamente, tento d’inviare quanto posso, affinché possa rendersi conto sommario delle nostre attuali condizioni.


Per me personalmente sempre lo stesso: un povero uomo che tenta di voler bene al Signore, con desiderio intenso di santificarmi e di mantenere perciò desta la buona volontà per riuscirci con la grazia del Signore e l’aiuto dell’Ausiliatrice nostra e di Don Bosco.

Nulla di speciale: invecchio, e in Giappone si dice che dopo i 50 anni è bene ammainare le vele e lasciar dirigere forze più fresche. I Superiori conoscono quanto ho ripetutamente domandato. Don Bovio e D. Tassinari possono fare benissimo.


Comunicai la morte del nostro caro D. Arri. Morirono pure due ottimi confratelli giapponesi: Coad. Tateishi e ch. Kai ed un buon aspirante, ch. Tomura, durante il servizio militare: requiescant. Saranno inviate le lettere-elogio.

Gli altri confratelli, grazie a Dio, stanno tutti benino. Sono in cura per incipiente tubercolosi il ch. Dell’Angela e il coad. Camnasio e il chierico giapponese Abe; ma sono in condizioni di stare tutti alla vita di comunità.

Vi è poi la categoria degli ammalati di nervi, non pochi (D. Marega, D. Frantzen, coad. Masiero, Ferrari). Il nostro D. Margiaria fu internato per quasi due anni e soffrì assai. Penso che appena potrà tornerà e gli sarà facilitato il viaggio. Lo desidero assai perché potrebbe così informare di tutto i nostri cari Superiori.

Ma la categoria più dolorosa è di alcuni che non possono assolutamente proseguire la loro vocazione. Penso siano arrivate le mie notizie sul coad. Colussi, che non si sentì assolutamente di legarsi in perpetuo al Signore e si congedò da noi. Internato anch’egli con D. Margiaria sta ora cercando lavoro e poi tornerà in Patria.

Vi è anche il ch. Levrino che in pratica passò coadiutore. Nella speranza che potesse tornare, gli feci ripetere i voti triennali per una terza volta, interpretando casi analoghi capitati fra noi; ma ora domanda la dispensa dai voti. Ho domandato a S. E. il Delegato Apostolico se ha autorità di dispensare, perché ora sono impossibili le pratiche regolari. Vedremo: in caso che il sottoscritto potesse… è necessario absolute.

Vi è anche il ch. Antolini che, se non riesce a correggersi (è sempre il solito motivo), non potrà proseguire. Sono le spine più dolorose, ma fiat voluntas Dei! Ed è sempre il medesimo ritornello: furono spinti al noviziato nella speranza di…

Alcuni confratelli poi hanno assoluto bisogno di un ritorno, sia pure temporaneamente, per la salute dell’anima loro, e appena sarà possibile, a costo di qualunque sacrificio li farò rimpatriare (coad. Bealessio, Ferrari, Maccario e forse qualcun altro); ma grazie a Dio mi pare siano tutti buoni figli di Don Bosco. Ho tentato in tutte le forme di tenerli uniti con la frequente corrispondenza durante questo doloroso periodo, si può dire con due circolari mensili e lettere particolari, battendo sul solito ritornello: osservanza delle Regole, e mi pare di essere stato compreso.

Abbiamo anche avuto la possibilità di fare i nostri Esercizi annuali, e quasi sempre a gruppi, ed anche questo influì molto. Supplii alla visita in Missione di questi due ultimi anni, col sistema precedente, influendo più direttamente sui Direttori responsabili. Mi pare di poter dire che nonostante le difficoltà le nostre case non hanno perduto nulla della “facies nostra”, povertà, lavoro, allegria, pietà, anche per tutto questo periodo di tempo. Le case mi informavano sempre delle cose loro. I nostri cari confratelli giapponesi e gli aspiranti ci scomparvero tutti o per il lavoro nelle fabbriche o per il servizio militare. Cominciano a ritornare (sono una dozzina di confratelli e una decina di aspiranti) e speriamo ritornino tutti… Ma temo dovremo lamentare forse qualche morte tra i militari che si trovavano nelle zone più forti di combattimento. Fiat voluntas Dei!

Cerco di accelerare per la riapertura del Noviziato e già qualche elemento è in attesa. Oh, preghi per questi cari figliuoli giapponesi. Uno di essi, confratello perpetuo, è ammalato a Manila,2 dove trovò le cure paterne del nostro Mons. Piani e di D. Zolin che stanno ottimamente. Spero presto potrà essere prete.

I nostri chierici stranieri sono già tutti entrati in teologia, e spero, all’Immacolata o a Natale, di aver un bel manipolo di sei preti, che vengono preparandosi davvero bene. Le vicende ci hanno permesso di poter proseguire con quasi regolarità il corso degli studi per tutti e quindi…

Per i nostri giapponesi si è fatto il possibile di poterli condurre alla soglia degli studi superiori e vari di loro sono già inscritti all’Università. Non so se sappia che il nostro D. Tassan fu laureato all’Università Imperiale nella facoltà di educazione, unico fra i missionari e cosa ambitissima da ogni giapponese.

Quanto alla parte amministrativa il Signore ha premiato la nostra povertà o miseria e in questi anni non ho avuto preoccupazioni di sorta. Non ho debiti e posso far fronte alle future evenienze con qualche sia pur modesta riserva. Oh, la Provvidenza! Tutti i conti amministrativi ed anche il materiale da inviarsi ai Superiori si può dire che è pronto e alla prima occasione si invierà.


Le nostre relazioni con le autorità civili, militari e politiche furono sempre improntate a vicendevole comprensione, naturalmente facendo comparire i nostri confratelli giapponesi, perché in questi anni gli stranieri non erano certo ben visti; le vicende politiche poi dell’Italia ci facevano passare un po’ per amici, un po’ per traditori, ma è noto che il missionario non deve far politica e tanto meno un salesiano. Poi, che vuole? Noi non abbiamo edifici che facciano gola… sanno che non abbiamo fondi, lavoriamo per la poveraglia… Evviva D. Bosco!


In genere anche con l’Autorità religiosa bene: ho detto “in genere”, perché in missione col Prefetto Apostolico (o meglio Amministratore Apostolico) non si riuscì a mettersi d’accordo. Specie i confratelli del Seminario. Voleva ad ogni costo (xenofobia) mandare via tutti dalla Missione… Arrivò perfino alla scomunica dei nostri (che naturalmente non attaccava). Insomma… anche in questo ci siamo un po’ rassomigliati a D. Bosco… Deo gratias! Invierò poi relazione: è uno dei momenti più battaglieri della nostra missione: i confratelli si sono dimostrati davvero della forza salesiana, ubbidendo al mandato. Si sta fermi al proprio posto di combattimento fino alla fine. Meritano di essere messi all’Ordine del giorno. Bravi… ma purtroppo colle conseguenze, che deplorava D. Bosco: perdita di tempo, gettito di povere anime prive di aiuto, ecc. ecc.


Colle comunità religiose ottimo accordo e aiuto in tutto. Coi cristiani in generale, bene: come in tutto il mondo, più o meno corrispondenza.

Bisogna ora riorganizzare i cooperatori ed ex-allievi. Tanti scomparsi, tanti dispersi. Colle vecchie liste si ricomincerà.

L’Opera del S. Cuore pure ha continuato: ho qualche migliaio di nomi. Non avendo potuto inviare a Roma le liste, incaricai sei dei nostri sacerdoti che cotidie mettessero l’intenzione per gli offerenti. Bisognerà forse regolarizzare poi colla S. Sede.

Stato attuale delle cose nostre:

l. - Case e opere di Tokyo intatte; quindi Mikawajima parrocchia e opere, sia pur ridotte, hanno continuato, ed ora ripiglieranno.

La scuola professionale ha sempre funzionato, specie falegnami e stamperia (che in pratica è forse l’unica rimasta): può pensare quindi al lavoro… Speriamo presto ripigliare Bollettino Salesiano e Letture Cattoliche, sospese per legge durante gli anni precedenti.

Dello studentato ho detto. Anzi per provvedere alla difesa della vita dei confratelli si è comprato lontano da Tokyo una casa con terreno, ottimo posto per riposo… forse futuro aspirantato… In riva al lago di Nojiri… Come pure un bravo cooperatore ha fatto dono in altra zona di terreno e alcune casette per riposo estivo della scuola D. Bosco.

Essendosi le Figlie di Maria A. trasportate, le ho fornite di Cappellano. Yamanaka: così anche qui il Signore ci ha dato questa nuova zona di influenza.

Poi fu aperta casa (sia pur temporaneamente, perché missione affidata ai Maryknoll) a Dairen, con parrocchia per quella cristianità. Penso che al ritorno dei missionari forse potremo avere qualche boccone in Manchuria. Al momento però non ho notizie di quei cari confratelli, dopo l’occupazione russa…


I disastri sono in Missione: per causa delle incursioni le case e opere di Oita e Miyakonojo pienamente bruciate. Nakatsu: la massima parte della casa fu abbattuta dall’autorità militare per la costruzione di una via. Beppu: salesiani e suore, intatti. A Tokyo le Suore ebbero incendiata completamente la loro opera, trasportatesi altrove anche là, colla scuola che da poco avevano rilevato a Shizuoka.

In missione quanto era stato fino all’ultimo momento risparmiato dalle incursioni, fu abbattuto da un terribile tifone, che abbatté quasi al completo il Seminario di Miyazaki e tutta la parte vecchia della piccola colonia agricola…

L’Ospizio per i vecchi e orfani soffrì nel tetto, muri e finestre, che hanno bisogno di riparazioni radicali. Dominus dedit… Questo nella notte del 27-28 Agosto. Nessun danno di persone – neppur la minima scalfittura ai confratelli e giovani travolti nelle macerie. Deo gratias…

E ora?

Pare più liberi, si ricomincia con calma e serenità. Ho dato come parole d’ordine ai confratelli: “Ognuno al suo posto di lavoro, ricostruisca la vita cristiana nell’anima sua e nelle anime a lui affidate – cura delle vocazioni – organizzazione dei cooperatori ed ex-allievi – attivare la stampa – sfruttare tutte le migliorie che si presenteranno in forze delle nuove… condizioni di fatto”.

E il Signore ci aiuti a corrispondere a tanti benefici. Ed ora concludo: tutti i confratelli desiderano naturalmente assicurare i loro cari: veda un po’ in che forma si possa fare. Tutti vivi e tutti bene. Idem per le Figlie di M. A.

E mi pare di aver detto tutto il più importante.

Ossequi cordiali ai singoli Superiori e a tutti gli amici e benefattori e allievi.

Nessuno fu mai dimenticato. Ci benedica tutti…

D. V. Cimatti.


1 Ricaldone, dattiloscritto 2049.

2 Si tratta dell’ottimo chierico Nishimura Yoanne. Non sapeva che era già morto a Manila il 2 febbraio dello stesso anno. Di lui Don Cimatti scrisse la vita.