Cimatti|Ricaldone Pietro/ 1936-4-30

1657 / Ricaldone Pietro BS / 1936-4-30 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Scuola professionale Don Bosco e mostre di vario genere1


[30 aprile 1936]

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Don Bosco santo è stato festeggiato in questo anno dai suoi figli di Tokyo, oltreché colla solennità dei riti religiosi e con un’ottima preparazione spirituale di un corso di esercizi, coll’inaugurazione della scuola professionale a Lui intitolata in Tokyo. Detta scuola avendo il riconoscimento legale della provincia, fu onorata per la circostanza dalla presenza del sottoprefetto, e delle massime autorità civili ed ecclesiastiche delle circoscrizioni vicine – e per festeggiare il gran Santo italiano, S. E. Auriti, Ambasciatore d’Italia e rappresentanti di altri Stati, del clero, delle Congregazioni religiose e dei Cooperatori e Cooperatrici salesiane della Capitale. Il servizio d’ordine, eseguito inappuntabilmente dai confratelli coadiutori, dagli allievi e maestri della scuola e dal Primo Reparto esploratori Don Bosco, di recente istituito all’Oratorio di Mikawajima; la parte musicale e di accademia, affidata ai nostri novizi e studenti teologi e filosofi, uniti in fraterna unione alla scuola.

A dar tonalità alla festa di Don Bosco non mancavano i frequentanti l’incipiente oratorio festivo. Festa scolastica dunque, intonata alla serietà delle cerimonie inaugurali alla presenza delle competenti autorità – festa religiosa e salesiana, nell’esplosione giuliva dei cuori dei figli, degli allievi, dei benefattori ed ammiratori di Don Bosco, che lodano il Signore – festa della riconoscenza salesiana manifestata alle autorità, ai benefattori, a quanti intendono di lavorare con lo spirito animatore di Don Bosco per la salvezza delle anime in Giappone.

Il programma stabilito ne era la manifestazione, e, bisogna dirlo, fu svolto con fede, con amore, e riuscì di piena soddisfazione a tutti. Il poderoso coro dei nostri chierici specialmente nella Messa “Cantiam di Don Bosco” a 3 voci, scritta per l’occasione, nella solenne antifona “Corona aurea”, nell’Operetta “Marco il pescatore” tradotta in giapponese, si affermò fra la meraviglia e il compiacimento universale.

Il Primo Reparto Esploratori Cattolici di Tokyo poi, sotto la guida del nostro impareggiabile Dupont, eseguì ben riuscite evoluzioni e saggi inappuntabili fra gli applausi degli intervenuti. Il bravo Don Margiaria o quanti lo coadiuvarono possono essere soddisfatti: la solenne inaugurazione, allietata da un tempo splendido, non poteva riuscire meglio.

Ma la parte caratteristica fu che la famiglia salesiana sparsa in tutto il mondo, era pure presente alla festa. La geniale idea di presentare al pubblico di una modesta esposizione di saggi di lavori tipografici, l'attività non solo della scuola professionale Don Bosco di Tokyo, ma anche di quelle salesiane all’estero, ebbe la sua manifestazione concreta, ben riuscita e per la prima volta in Giappone in questa bella festa.

Risposero al nostro appello 34 scuole tipografiche salesiane e librerie editrici, e con saggi di ogni genere, dai più semplici d’indole strettamente didattica a quelli che posson fare onore a scuole fra le più provette, vennero di lontano a decorare la nuova scuola, ad incoraggiarla, a dire l’unione di carità, che nel nome di Don Bosco deve legare figli ed allievi di tutto il mondo.

Nel salone centrale della scuola su una maestosa colonna a ripiani in stile moderno, erano disposte in bella mostra le pubblicazioni finora edite dalla nostra scuola, fra cui primeggiavano le periodiche (Don Bosco e le Letture Cattoliche), ed anche un saggio didattico riuscitissimo degli allievi, dal manoscritto alla composizione – stereotipia – stampa. Su appositi ripiani, fiancheggianti le quattro pareti, erano disposte le produzioni tipografiche inviate dalle altre scuole e librerie editrici nostre, il tutto armonicamente collegato da sobrie ed eleganti decorazioni del nostro Ferrari.

Mi permetta una rapida rassegna, che, non fosse altro, servirà come modesto tributo d’omaggio riconoscente a quanti concorsero alla mostra.

Nel gran corridoio d’entrata, in alto, a mo’ di festoni dai colori sgargianti, avvisi, manifestini, cromolitografie, copertine colorate ecc. delle varie scuole e su tavoli lungo la parete a destra i magnifici saggi di composizione e disegni di legature della Scuola Professionale Don Bosco, San Benigno Canavese. Entrando nella sala, magnifico colpo d’occhio!

La parete a destra è quasi tutta occupata dall’ingrandimento della Casa Madre, l’Oratorio di Torino, che attira subito l’attenzione per l’imponente numero e varietà di edifici, cui fanno ala, fra ornamentazioni delle bandiere del Giappone, del Papa e d’Italia, buone stampe in nero e a colori ed i programmi delle scuole professionali. In alto quasi ad inghirlandare la decorazione, le belle copertine dei Bollettini Salesiani, di Gioventù Missionaria nelle varie lingue. Sui tavoli sottostanti inizia la serie delle scuole, a destra la Sicilia, con Catania, Ospizio S. Cuore e Palermo, Istituto S. Filippo. Ottime e caratteristiche le produzioni presentate e le splendide fotografie.

Segue Ravenna, scuola professionale S. Apollinare, che si impone nelle sue produzioni a tinte vivaci forti, vero simbolo dell’ardore romagnolo di quei bravi allievi: le significative fotografie dello svolgersi della vita nell’Istituto e di saggi di lavori, e più il magnifico album per le firme, ammiratissimo per la fine legatura, avvincono subito l’attenzione del visitatore, che si indugia con compiacenza ad ammirare, e vuol avere il piacere di mettere o la firma o un motto-ricordo della sua visita.

Anche le librerie editrici di Faenza e Pisa presentano varie delle loro pregiate produzioni, saggi anche questi dell’attività tipografica della premiata scuola di Ravenna.

Il centro è occupato dai saggi della SEI di Torino: mi pare si possa dire di essa “tanti nomini nullum par elogium”. Ma il nostro pensiero, come salesiani, era attratto e costretto a lasciarsi trasportare come in una fantasmagoria lontana, nell’osservare proprio nel centro, fra le pubblicazioni della SEI, alcuni dei primi fascicoli delle Letture Cattoliche di Don Bosco. Li ho voluti sfogliare con senso di vera devozione e paragonavo i modesti, molto modesti volumetti, che tante buone battaglie del Signore avevano combattuto, cogli splendori di edizioni da cui ero attorniato… E rivedevo il Padre che faticosamente lavorava… finché non ebbe una tipografia sua… e lo rivedevo a Valdocco, in colloquio con un giovane sacerdote, che si rallegrava con Don Bosco del sapiente e ardimentoso sviluppo dato da lui all’arte tipografica… “In queste cose Don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso”... Ed oggi quel sacerdote ora Pontefice afferma: “Le opere di propaganda tipografica e libraria furono proprio le opere della sua predilezione e formarono il suo nobile orgoglio”… E con un groppo alla gola riguardavo la verifica delle parole del Papa nelle Opere dei Figli, qui convenuti da tutte le parti del mondo… Non potevano inviare da Torino cimelio migliore per la nostra mostra!

E accanto alla SEI, S. Benigno Canavese con interessante mostra, cui segue Genova Sam-pierdarena, Ospizio S. Vincenzo de’ Paoli e La Spezia, scuole S. Paolo. Si estasia l’occhio nel riguardare l’esattezza dei lavori di commissione (réclame, inviti, composizioni commerciali, ecc.) che sono anche indice delle molteplici relazioni di cui godono le due scuole, quanto la nitidezza delle edizioni librarie di ogni genere.

E dall’alto, su questo popolo di lavoratori, su queste opere di attività operaia, guarda sorridente l’effigie di un lavoratore esemplare, il Duce.

L’angolo fra le pareti è occupato da Roma, Istituto Pio XI. La mite figura del Papa missionario domina benedicente i suoi figli, che lo inghirlandano con un festone ornamentale formato dalle migliori, svariate loro produzioni.

Nel braccio di fronte all’entrata prendono posto le scuole d’Europa. Lubiana, Collegio San Francesco e Radna, scuola di perfezionamento, presenta fra l’altro una fioritura incantevole di policromie sui costumi locali.

La Francia con Nizza-Mare, Oratorio S. Pietro e Marsiglia, Oratorio S. Leone con le pubblicazioni di propaganda dell’Opera Don Bosco. La Mulattiere ci fa vivere nel mondo della beneficenza, di cui è dispensatore generoso e insuperabile il popolo francese, mentre il Bollettino Salesiano francese ha voluto concorrere con quanto di meglio (e non è poco!) sa interessare ed eccitare tale carità a favore delle Opere salesiane. Si rivisse con Don Bosco, fondatore di queste due case, nei suoi storici viaggi in Francia.

Per il Belgio si presenta Woluwe St.-Pierre, Orfanotrofio S. Giorgio fra l’altro con magnifiche immagini. Quello che richiama l’attenzione di tutti sono le produzioni interessantissime non solo dal punto di vista tipografico, ma dal punto di vista missionario di Lakafubu (Katanga – Congo Belga), scuole professionali. In paese di missione, non possono non intercalare al sommo gli sforzi che per la medesima santa causa, fanno i fratelli in apostolato.

Prendendo in mano i bei libretti di propaganda religiosa, di insegnamento e di preghiera in lingue per noi incomprensibili, si pensa a ciò che costa la salvezza delle anime…

Ed ecco l’Ungheria con Ràkospalota, S. Stefano e Szmbathely, Ospizio. I giapponesi stessi, che nell’arte dei colori sono maestri, si soffermano meravigliati alle produzioni finissime della scuola: illuminate in pieno dai raggi del sole, risaltano ancor più gli smaglianti colori.

L’occhio soffuso da queste gamme di colori, si riposa in Spagna. Las Palmas, scuola professionale del S. Cuore ci trasporta per un poco nel mondo incantevole delle Canarie. L’arte arabo-moresca bellamente armonizzata con quella moderna ci si presenta con produzioni impeccabili.

Ed anche l’Africa è rapprescntata: l’Egitto con Alessandria d’Egitto, Istituto Don Bosco di cui ammirati sono i saggi arabici, e il Capo di Buona Speranza con la Scuola professionale Ven. Beda espongono ottimi lavori in cui non sai se più ammirare la compitezza e varietà delle composizioni o l’elegante maniera della presentazione.

Una piccola esposizione di oggetti religiosi e di devozione fa passaggio alla parete a sinistra. L’Asia ha pure inviato i suoi rappresentanti: Macao, orfanotrofio con le sue nitide ed eleganti produzioni in portoghese; Hong Kong, scuola St. Louis con magnifiche foto di lavori eseguiti e con caratteristiche produzioni in cinese. Calcutta, Catholic Orphan Press, colle sue produzioni tipografiche religiose in servizio della propaganda missionaria.

L’America non vuol essere inferiore alle altre parti del mondo ed invia ottimi rappresentanti, che si schierano lungo la parete a sinistra. Un’ampia carta del mappamondo fra ornamentazioni geniali dà un’idea dello sviluppo mondiale delle opere salesiane.

I Giapponesi sostavano a lungo sulle produzioni inviate dal Brasile, punto importante della loro emigrazione. Nichteroy, Collegio S. Rosa; Bahia, Collegio SS. Salvatore con splendide fotografie erano fatti segno all’ammirazione dei visitatori.

Il Centro America si fa notare assai con Granada, Collegio Don Bosco, e Panama, Ospizio San Michele: ottime in ogni senso le produzioni che crescono di valore al pensare alle piccole mani operaie che le hanno formate.

L’Argentina si afferma con Cordoba, Collegio Pio X con una ricca esposizione di saggi di ogni genere, in cui si ammira gusto, ordine ed effetto che colpisce ed avvince. La Paz, Bolivia, Collegio Don Bosco presenta buoni saggi e illustrazioni. Lima (Perù), scuola S. Rosa, si impone subito ai visitatori specialmente colla superba collezione di libri scolastici per le elementari, degni davvero di accurato esame.

Chiude la serie il Messico con Puebla, Collegio S. Ignazio, che attira a sé gli sguardi di tutti colla splendida “Revista de Oriente”; e Messico, Collegio Colòn, che domina fra l’altro per i suoi libri illustrati. Emerge per pregi indiscutibili di arte tipografica e legatoria quello sulla Vergine di Guadalupe, la cui venerata immagine campeggia fra le produzioni, e così coll’effigie di Maria si chiude la mostra.

Il visitatore si sofferma ancora in uno sguardo d’assieme e piena la mente ed il cuore delle sante emozioni provate in questa gita mondiale, dà all’uscita una capatina al nuovo laboratorio dei sarti; sono ammirati i nuovi banchi da lavoro e di taglio, le nuove macchine e la bella mostra didattica ideata dal nostro Masiero.

La scuola è così anche civilmente inaugurata, e si propone quanto era desiderio di Don Bosco “sempre più e sempre meglio”.

Giacché siamo in tema di mostre o esposizioni non le sarà discaro sapere una nuova riuscitissima iniziativa del nostro Don Dumeez a Nakatsu. É riuscito ad attirare alla Missione circa 5000 visitatori ad una mostra di oggetti religiosi, di indumenti e di quanto può servire al servizio del culto cattolico. Nel gran salone della missione, messo a festa con ornamentazioni dei colori nazionali, all’entrata il Presepio e di fronte, quasi a contrasto, il Calvario con una magnifica riproduzione del Cristo di Limpias. che nella sua straziante realtà fece meravigliare, commuovere ed interessare non pochi visitatori.

Lungo le pareti e su tavoli splendidi arazzi, ricchi paramenti, stendardi, immagini e statue sacre e sul palco un altare parato al completo. Su ogni oggetto le spiegazioni relative, chiarite a viva voce dal personale di guida.

Effetto? Visite numerose alla mostra, richiesta di molte spiegazioni, ottima propaganda insomma, in parte coadiuvata anche dai giovani oratoriani che accompagnando i loro genitori, loro ripetevano quanto avevano appreso all’Oratorio. In tutti ammirazione e meraviglia. La via è lunga, polverosa o irta di ciotoli: passo passo, lentamente si tenta di procedere. Ci benedica tutti, specie il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



1 Manoscritto, riportato in Bollett. Sales. Settembre 1936].