669 rinaldi


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1.1 669 /Rinaldi Filippo / 1930-12-3 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 3 dicembre 1930

Amatissimo Padre,


E prima di tutto ottime e sante feste natalizie con le assicurazioni che specialmente in questa occasione la ricorderemo assai assai di più. Ha commosso tutti l’ultima sua lettera specialmente per il pensiero che tra mezzanotte e le due Lei, o buon papà, è tra noi… E noi siamo vicini a Lei non meno. Grazie del conforto che si è degnato di darci… segno che, certo come tutti i suoi figliuoli, i suoi lontani giapponesi non occupano un posto qualunque nel suo cuore… Grazie.

La pregherei che volesse estendere gli auguri anche agli altri Superiori.

Certo che il desiderio di noi tutti è di corrispondere il meglio che ci sia possibile alle premurose attenzioni dei Superiori e desideriamo che lo spirito della nostra Pia Società venga profondamente radicandosi nell’animo di tutti. Per quanto dipende da noi vogliamo che e per l’osservanza regolare e per lo spirito di disciplina il Giappone stia alla testa.

Una bella notizia che mi pare tutta salesiana è che nel resoconto generale pubblicato del lavoro apostolico fra tutte le missioni del Giappone i salesiani occupano il primo posto per la frequenza ai Sacramenti dei loro fedeli.

È un bell’onore tutto salesiano. Pensi che la diocesi di Nagasaki con 60 mila cattolici ha la media per persona di 6 comunioni… che freddo.

Il lavoro va sempre moltiplicandosi e grazie a Dio con frutto. I singoli confratelli lavorano veramente con zelo. La salute generale è ben avviata e coi cambiamenti fatti credo che si possa andare avanti bene.

Attendo l’approvazione dei Superiori, ma francamente non saprei come fare diverso.

Essendo da poco che ho inviato il resoconto particolareggiato dei singoli confratelli, per questo mese non aggiungo altro.


Per me sempre al solito. Mi pare che al momento tutti siano bene incamminati.

A Miyazaki c’è stato ultimamente uno scatto tra Don Cavoli e Guaschino, mi pare che ora sia tutto in calma. Certo Guaschino ogni giorno più diventa pesante e lento in tutti i sensi – anche perché un po’ attaccato al suo giudizio non eseguisce subito quanto gli si dice, poi dimentica… e allora Don Cavoli giustamente scatta, ma in forme (di parole) un po’ violente… e si sta male da tutti. Mi aiuti il Signore a mantenere fra noi la carità.

Andiamo pian piano realizzando i desideri del Sig. Don Torquinst e utilizzando quello che ci ha lasciato con determinate intenzioni.

A cose finite farò particolareggiata relazione.

La casa affittata per lo studentato con vari riattamenti è in grado di ospitare per vari anni, e intanto il Signore provvederà.

Per ora non c’è altro. Siamo in attesa dei nuovi venienti a cui auguro fin d’ora ogni bene dal Cielo.

Voglia pregare per me… Lei sa le mie difficoltà e quanto ne abbisogni.

Mi benedica. Tutto suo nel Signore:

Don Vincenzo Cimatti