Cimatti|Guadagnini Secondo| 1900-10-21

4 / Guadagnini Secondo / 1900-10-21 /


a Secondo Guadagnini, suo maestro a Faenza1


Torino-Valsalice, 21 ottobre 1900

Mio sempre amatissimo Sig. Guadagnini,


Le mando quel pezzo corretto, mi pare che vada bene.2 Quanto ai metodi di cui mi parlò Montaguti sono tutti buonissimi e dei migliori.

Il Pill è buonissimo sia quanto la parte armonica sia quanto all’accompagnamento del Canto fermo. Per me non adotto però quel sistema prima di tutto perché non l’ho mai studiato e poi perché finora tutti i metodi visti non mi soddisfano perché mi paiono troppo pesanti e non ho trovato ancor uno che mi soddisfi. Sarà perché il canto fermo bisognerà eseguirlo senza accompagnamento.

Il Jodasson mi fu lodato anzi consigliato dal Prof. Galliera da cui prendevo lezioni d’armonia per la preparazione dei miei esami. A dir il vero però non l’ho mai avuto in mano ma ho sentito vari maestri che me ne parlarono sempre bene quindi è senza dubbio un buon metodo.

Quanto ai bassi del Richter sono belli ma un po’ salati o meglio difficilini se si vogliono far bene. Perché si sa che un basso posso armonizzarlo in moltissime maniere: li trovavo difficili per mettervi come canto una parte melodica che soddisfacesse all’orecchio. Certo però che sono di un’utilità immensa. Anche il metodo di armonia di quell’autore è un qualche cosa di chiaro e di bello proprio.

La nostra festa dell’Immacolata andò bene. Ecco il programma: Mottetti: Ad te levavi, del Clementi. Tota pulchra del Gounod. Missa pontificalis a 3 v. del Perosi. Parti variate in canto gregoriano. Offertorio: Graziosima Berceuse per viol. e Armonio.

A pranzo: Lorini: mazurka di concerto viol. e piano. Rossini: sinfonia di Guglielmo Tell: violino e piano. Accademia: Marcia finale e di introduzione: Wagner, L’Aquila. Gounod: Come allor, Walzer a 3 v. del Faust. Valdettaro: melodia romantica. Bartellini: la preghiera dei marinai in burrasca: entrambi per orchestra. Mascagni: Regina coeli nella Cavalleria a 3 v. Perosi: Introduzione nella prima p. Risurrezione di Cristo. Beriot: gran concerto per 2 viol., piano. Batta: meditaz. per 2 viol. piano e armon. Lorini: mazurka di concerto (suonata dall’Autore stesso). Cimatti: Ripetiz. di Ave, Notturno a 3 voci. L’orchestrina era composta di piano, armonium, 6 violini, viola, clarino (in un pezzo anche il trombone) 2 violoncelli, contrabbasso.

Tutto andò bene e così come si potè si onorò la nostra buona Mamma.

Dunque caro Sig. Guadagnini coraggio ed avanti sempre a lavorare e far gran bene… anche con la musica.

Le auguro ottime feste natalizie: faccia i miei ossequi al Maestro di Musica e a tutti quelli che conosco e mi creda sempre e tutto suo

aff.mo in Corde Jesu

Ch. V. Cimatti


1 Il Maestro Guadagnini spentosi a Faenza a 100 anni circa era di qualche anno più anziano del Servo di Dio. Si trovarono certamente insieme nel collegio salesiano di Faenza. Cfr. la testimonianza del Maestro. Lo scritto occupa una facciata e mezza di una lettera a quattro fogli che l’allora chierico Francesco Montaguti inviò da Faenza al M° Guadagnini: era certamente di Faenza e conosceva bene sia il Maestro che il ch. Cimatti. Mentre Don Cimatti dà del Lei al Maestro, Don Montaguti gli dà del tu, si vede che Montaguti era più anziano. Nella sua lettera egli allude a Don Cimatti: “…Quanto al metodo d’armonia, di contrappunto ed ai bassi che mi hai detto, Don Cimatti li conosce bene. Te ne parlerà forse anche lui. A me disse che il Jodasson è forse il migliore che si abbia… così pure il Pill; che i bassi poi del Richter erano indiavolati, e che ci aveva sudato, quando li doveva fare a Parma (ove studiò due mesi e più sotto il profess. d’armonia del Conservatorio). Al caso pratico quindi, credo che potrà e vorrà gentilmente aiutarti da bravo romagnolo ch’egli è…”.

2 Il 7 luglio 1900 il chierico Cimatti conseguì con ottimi voti il Diploma di Maestro di Coro al Regio Conservatorio di Parma dove diede l’esame come privatista. Per questo fu ospite per un certo periodo alla casa salesiana di Parma. Da questa lettera si vede che se ne intendeva di musica ed era stimato. Per i chierici era “il Maestro” e così lo chiamavano.