Cimatti|Ricaldone Pietro /1946-7-…

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


OLTRE I CONFINI DELLA PREFETTURA APOST. DI MIYAZAKI1


Miyazaki, luglio 1946

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,

La Provvidenza ha permesso che durante la guerra e nell’immediato dopoguerra i suoi figliuoli varcassero gli attuali confini di lavoro. Un primo volo fu fatto fin dal 1943 dai nostri D. Liviabella, Don Martelli e coad. Maccario fino a Dairen. I buoni PP. Americani che detenevano la parrocchia giapponese erano stati internati – la colonia italiana di Dairen richiedeva il servizio religioso; il vescovo supplicava un aiuto. L’Italia era allora in auge. Si accettò: ed i nostri confratelli rimisero in fiore la parrocchia per i giapponesi da tempo abbandonata, iniziarono l’Oratorio, e fecero buona propaganda salesiana in Manciuria.

Dall’entrata delle milizie russe a Dairen non si è riuscito ad avere più nessuna notizia. Dio e Maria Ausiliatrice li proteggano e difendano da ogni male del corpo e dell’anima.

Un secondo volo fu fatto nel 1944 in occasione della Cappellania eretta pel servizio religioso alle Figlie di Maria A. che si erano recate in luogo di rifugio nei pressi del lago Yamanaka ai piedi del Monte Fuji. Posto incantevole, vitto insufficiente… ma la vita relativamente al sicuro. Il nostro Don Broccardo e ora D. Martelli hanno gustato la vita di sacrificio e di solitudine propria di quest’opera.

Tentativi di avvicinare la gioventù, andati a vuoto… Nei paesi lontani dai centri il problema dell’evangelizzazione va a sbattere contro scogli formidabili… ignoranza, tenace attaccamento alle tradizioni;… stranieri… alla larga, ecc.

Finalmente le Figlie di Maria Aus. hanno trovato in Tokyo terreno e casa (dopo l’incendio del loro istituto di Mikawajima) e presto ritorneranno al piano… ed anche il cappellano salesiano potrà cantare (ed ha buona voce per farlo)… “torna al tuo paesello che è tanto bello….!”.

Un terzo volo fu fatto nel 1945 dai nostri chierici studenti di Tokyo fino in provincia di Nagano (6-7 ore da Tokyo) in riva al lago di Nojiri. Infieriva sempre più la guerra – davanti ai nostri occhi esterrefatti si proiettavano i disastrosi incendi di Tokyo – molti sotto vari aspetti ne soffrivano in varie forme – se al Signore fosse piaciuto provarci colla distruzione delle case dove ci saremmo rifugiati?

Fosse stata ordinata un’evacuazione generale dalla città, ove saremmo andati a sbattere? La Provvidenza ci fece incontrare una buona occasione e si acquistò in luogo sicurissimo un’abitazione adatta, appartenente ad una scuola femminile. Posto quanto mai bello, lontano dai rumori di città, in amena valletta degradante al lago, uno dei più belli del Giappone. Non le dico le vicende del trasloco, fatto a gruppi di portatori, data la difficoltà dei viaggi in quei momenti della famiglia non piccola; le vicende politiche (l’armistizio parziale d’Italia, le vicende della Germania, ecc.) che cambiarono la posizione nostra di fronte al Giappone, per cui da liberi si diventò prigionieri; da favoriti si diventò sopportati e peggio.

La aumentate difficoltà di comunicazioni, 1e proibizioni delle autorità agli indigeni di venirci in aiuto, misero a dura prova la salute e lo spirito dei nostri… Divennero per forza erborizzatori di montagna, ed esperimentarono ogni sorta di erbaggi e di frutta selvatiche… Si riuscì poi ad acquistare due vaccherelle… Poco alla volta si addolcirono i vincoli di custodia… Non dico poi che cosa successe dopo il 15 agosto… Posizioni prettamente capovolte e allora regolarizzazione della vita materiale. Nonostante questa vita sotto tanti aspetti impossibile, si attese allo studio regolare, alternato al lavoro dei campi e lavori preparativi per lo svernamento, che nessuno prevedeva il 15 agosto… Ed un gruppetto di confratelli e aspiranti si prestarono per la prova dello svernamento. Le provviste erano sufficienti, il legno pel riscaldamento pure… per due o tre mesi sotto la neve… ma uscivano e, divenuti tutti abili sciatori, se la passarono ottimamente. D. Caldiroli, il ch. Yasuhara, tre aspiranti col bravo Ferrari passarono l’inverno fra la preghiera, lo studio, l’andata ai paesi vicini… Le visioni panoramiche con o senza neve vennero fissate in varie forme a colori dal nostro Coad. Ferrari.

All’epoca dell’armistizio il Vescovo di Osaka pregò i Salesiani di aiuto per il suo Seminario. Trattandosi di vocazioni ecclesiastiche non si poteva dir di no. Nel gennaio 1946 il nostro D. Manganelli diventò insegnante in quel seminario. Buona occasione per far conoscere meglio l’opera nostra, aumentare le file dei nostri cooperatori.

E già prima analogo invito era stato fatto dal Vescovo di Fukuoka e per aiutare il Seminario e la cura di due parrocchie. I nostri D. Tassan e D. Manhard si avvicendarono nell’insegnamento ai Seminaristi. D. Manhard reggeva contemporaneamente la parrocchia di Moji. Ancor attualmente il nostro D. Bernardi è parroco della bella cristianità di Kurume (400 cristiani) – in sei mesi ha già amministrato 16 battesimi, iniziato un bell’oratorietto (58 allievi).

Deo gratias! Abbiamo sempre domandato al Signore per mezzo di D. Bosco: pane e lavoro; come è buono il Signore, ci ha sempre esauditi.

Ed a suo tempo (quando Egli vorrà) certo anche il Paradiso.

Tutto suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.




1 Ricaldone, R. M. 2060