Cimatti|Berruti Pietro / 1932-11-1

1014 /Berruti Pietro / 1932-11-1 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 1 novembre 1932

Amatissimo Sig. Don Berruti,

Gaudeamus omnes in Domino!... È il giorno dei Santi! Auguri cordiali. Grazie della sua amabile lettera, dei consigli anche sul buono a niente, dei conforti e aiuti che si propone di dare a noi. Le confesso che attendevo la sua. Leggo chiaramente che Lei è l’incaricato delle Missioni; ne ringrazio il Signore, perché Lei ne conosce la vita, e vorrei davvero che si prendesse a cuore, o meglio che amasse questa missione, che ne ha tanto bisogno. Siamo lontani – ho delle difficoltà gravi e materiali e più spirituali; date tante cause, fra cui, me lo lasci ripetere, il buon a niente che c’è alla testa, ed abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.

Ho pensato che per alleggerirLe il lavoro e per orientarla in modo da avere un’idea un po’ chiara della nostra situazione le poteva essere utile l’acclusa relazione. Sono solito scrivere molto (purtroppo non sempre chiaro – tendo ad essere involuto colle mie parentesi!!! E ne vede i saggi) per dovere, per sgravio di coscienza.

Molte cose sono da tempo giacenti presso i Superiori o presso i singoli. Attendiamo con fiducia – ma come si procederebbe alacremente, con fiducia, con sicurezza se si potessero avere subito risposte decisive! Faxit Deus.

Amatissimo Sig. Don Berruti, eccole la prima presentazione – studi con amore, con fede la nostra situazione e per quanto sta da Lei ci venga in aiuto. Creda, è gradito ai missionari avere norme chiare per avere facilitato il lavoro. Don Cimatti poi le chiede insistentemente per i motivi sopraddetti.

Preghi preghi preghi e faccia pregare per noi e specialmente per il


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



Personale salesiano addetto alla Missione1


Prima spedizione


Don V. Cimatti. Salute ottima, È persuaso di non aver le doti per dirigere e non le ha – e quindi si adatta al pensiero degli altri, tentando di accontentar tutti nel limite del possibile, privo di forza nella correzione.

Tenta di far quel che può per salvarsi l’anima e per salvare, ma…

Superbo assai e sensibile. Dato gli studi precedenti non ha preparazione teologica e canonica per essere al posto che deve tenere.

Ha la piena persuasione di essere la causa vera di tutto il disagio materiale e spirituale della missione. Sono già passati i sei anni di governo, e ho invocato che si applichi anche a Lui, quello che si fa con tutti gli altri. Gli pare che sarebbe cosa esemplare e di gran vantaggio per lui e per gli altri. È a Takanabe ove fa filosofia, scienze e pedagogia e dirige ciò che non sa dirigere.

Don G. Tanguy. Salute discreta: stanco, mal di testa – obeso con asma. È alla testa del piccolo Seminario di Nakatsu – optime in tutto – di comando e zelo. È Vicario e del Consiglio. Stimato dai confratelli. Cura la missione di Nakatsu.

Don A. Cavoli. Salute discreta – mal di cuore, obeso. Dirige Miyazaki. Carattere forte, nervosetto, e facilmente accendibile (sono scatti momentanei, ma grandini). Si è già molto modificato ed ha compreso a sue spese. Attivo, zelante, regolare in tutto. È del Consiglio. Non si attira troppo la confidenza.

Don P. Piacenza. Salute scossa (trombosi, vene varicose alla gamba, cuore e testa). Optime in tutto. Buon amministratore. Economo. Un po’ aspretto nella parola e nel tratto (alle volte). È prefetto e Cons. Scol. a Takanabe. Non si attira troppo la confidenza. Cura la missione nelle sottoprefetture di Takanabe, Nobeoka e Mitai.

Don A. Margiaria. Salute discreta. Buon Salesiano. Un po’ attaccato alle sue vedute. Operoso. Possiede bene la lingua giapponese. È capo del movimento stampa e cooperatori. Dirige Oita e la tipografia. È del Consiglio.

Don L. Liviabella. Salute discreta (attacchi epilettici di tanto in tanto). Vir in quo non est dolus – laborioso – di pietà. Addetto all’Oratorio e opere giovanili a Miyazaki.

Coad. Guaschino. Salute discreta (obeso, mal di testa e gola). Ha fatto molto profitto, ma dato i precedenti, ce n’è voluto e ce ne vuole perché mantenga ordine, pulizia, ecc. Regolare in tutto; laborioso nei suoi punti di vista (pollaio, foto, ecc.).

Coad. Merlino. Salute discreta (stomaco, mal di testa). Animato da buono spirito. Testardetto nelle sue vedute – fa quel che può per la cucina di cui non si interessa troppo. Regolare.

Tutti questi confratelli hanno portato con sé tutti i reliquati di guerra, e gran parte delle condizioni precarie di salute ne sono gli effetti. E tutto questo influisce sul carattere, per cui (con l’aggiunta del clima umido, ventoso, variabilissimo del Giappone) non c’è da meravigliarsi delle condizioni in cui si trovano; ma sono buoni missionari e salesiani.


Seconda spedizione


Don Escursell. Salute buona. Regolare in tutto. Assai ottimista in tutto – si aggiusta come può con la lingua (è uno dei più deboli in giapponese) ma il Signore lo aiuta nel suo campo promettentissimo.

Don E. Lucioni. Salute discreta. Non so i motivi, ma è spiritualmente a terra per la vita missionaria in Giappone e attende la risposta del Rettor Maggiore pel rimpatrio. Pur non sapendo i motivi, per me firmo con tutte le mani se questo ritorno deve essere per il bene dell’anima sua. Non saprei formulare un giudizio (variabile, nervoso, come un accumulatore a forte scarica, in multis scrupoloso… mah!… certo bolloni interni non ben a posto). Laborioso, fedele in tutto… ma enigma per me.

Coad. Maccario. Salute scossa (nevrastenico… ). Carattere variabile, inclinato a perdere la calma. Di pietà e osservanza regolare. Non fu ammesso ai perpetui appunto per il carattere.

Per la vita di missione in genere, e nel Giappone in specie, se non sono spiriti equilibrati, calmi è una faccenda seria. Il giapponese è assai dominatore di sé, nel maggior numero dei casi, sa nascondere il suo intimo sentimento, e disprezza quando vede gli scatti, e non dimentica. Vari nostri confratelli l’hanno rotta e la romperanno coi giapponesi proprio per questo. Il giapponese è suscettibilissimo e… non perdona (non dimentica)… Parlo anche dei cristiani.

I peccati contro la carità in pensieri, parole e opere sono secondo me i capitali per i giapponesi. Neppur la lussuria è così radicata.

Don Cimatti pensa così… Ah è ben terribile! Ed è questa per me la vera causa del lento progredire delle conversioni… Il Signore non può volere essere generoso con chi non ha carità… Ah se potessi scrivere!


Terza spedizione


Don Marega. Salute buona. Studioso e riesce. Carattere nervosissimo e… vir linguosus. Ha già fatto progresso e sforzi, ma gli è così connaturale che la lotta dovrà durare a lungo. Ha la cura dell’Oratorio a Oita in cui è consigliere scolast. e catechista. Secondo me può fare bene in una casa di forti studi in cui sia collega con insegnanti che per ingegno e virtù gli siano superiori (tipo Crocetta).

Ch. Braggion. Salute buona – Primo anno tirocinio. Buono, carattere forte tendente all’ira. Ingegno molto mediocre. Ha svariate attitudini. È a Beppu.

Ch. Floran: salute discreta, primo anno tiroc., ... Buono. È a Miyazaki.

Ch. Filippa: salute buona. Ingegno discreto, primo anno tiroc., buono. È a Miyazaki.

Ch. Bernardi: salute discreta. Ingegno assai mediocre, primo anno tiroc., carattere forte, tendente all’ira. Buono. È a Tano. Gli si consigliò la rinnovazione dei voti semplici a motivo del carattere.

Ch. Zanarini: Salute buona, primo anno di tiroc., ingegno discreto. Buono. Un po’ grossolano nei modi e parole; pare faccia un po’ lo spregiudicato. È a Takanabe.

Ch. Tassinari: salute discreta; primo anno di tirocinio. Ingegno mediocre. Molto buono. È a Oita.

Ch. Baratto. Salute discreta (tendente alla nevrastenia). Essendo stato nella sua vita precedente sempre fuori regola, è difficile incanalarlo bene. Duretto nei suoi pensieri. Gli si sono consigliati i triennali per la seconda volta. Ingegno discreto. A Oita, primo anno tiroc.

Coad. Ragogna: salute buona. Buono, laborioso. Come tutti i nostri buoni coadiutori ha i suoi piccoli punti di vista.

Don Carò: salute discreta. Regolare in tutto. È entusiasta del Giappone. Compagno di Don Marega (credo negli studi), partecipa alle volte al lavoro linguistico. Ma laborioso, allegro. È a Nakatsu.


Quinta spedizione

Don Cecchetti. Salute scossa (reumi, emicranie) riuscita in giapponese quasi nulla. Buon salesiano, ma non posso dire che tipo sia e come riuscirà.

Don Dumeez: salute discreta. Salesiano. Riuscirà (difficoltà di pronuncia).

Ch. Felici: salute discreta (debole). Ingegno molto mediocre. Buono, non dimostrò molta abilità per l’assistenza.

Ch. Moro: salute discreta (debole). Ingegno molto mediocre. Buono – assai giovane, semplice…

Ch. Tassan: salute buona. Ingegno discreto. Buono. Sente di sé…

Ch. Lucchesi: salute buona. Ingegno assai mediocre. Buono. … Balbetta.

Ch. De Kreuft: salute discreta. Quasi cieco da un occhio e ci vede poco dall’altro. Ingegno mediocre, tendente alla fiacchetta. Buono…

Coad. Fogliani: salute debole. Fa bene il cuoco, ma carattere tendente all’irascibilità, lingua e adontarsi per nulla. Regolare.


Alcune osservazioni sono troppo chiare. Alcuni confratelli sono in condizioni di animo depresso, perché non si sono ambientati subito.

Coll’elemento mediocre di cui usa la missione (tra i chierici in formazione non c’è n’è uno, dico uno, che si possa dire ingegno) sarà difficile formare dei missionari un po’ alla portata delle necessità dell’apostolato in Giappone. Ne sappiamo purtroppo qualche cosa noi preti del vecchio tipo. Pazienza.


  1. Bisogna ben dire che il livello degli studi va ben giù.

  2. Possibile che in noviziato non si siano accorti dei difetti organici dei ch. Lucchesi e De Kreuft? Si è in vero imbarazzo per il loro avvenire.

  3. Non si potrebbe nell’atto che i nuovi vengono in missione fargli precedere o accompagnare o almeno seguire dalle loro carte o notizie esplicative? Dopo vari anni non ho ancora i dati dei confratelli… Ho un bello scrivere d’ufficio, in confidenza… Non rispondono, e allora come si fa a sapere? Così se si inviassero i dati (secondo il prescritto dei regolamenti) si risparmierebbero reciproche difficoltà, ecc.


In conclusione ci possono essere deficienze fisiche ed intellettuali – ma fa piacere vedere in tutti la buona volontà per formarsi meglio – per essere buoni salesiani.

Tutti poi desiderano fortemente di donarsi all’apostolato, e lavorano e lavoreranno bene.

Per me son contento di tutti, pur avendo dovuto fare le osservazioni.

Lei ora costruisca con tutte le deficienze intellettuali e morali riunite in un prete, e avrà un’idea di ciò che sia Don Cimatti.


Relazione sulle questioni interessanti la Visit. S. Francesco Sav. del Giappone


I Salesiani entrarono in Giappone nel febbraio del 1926 incardinati alla diocesi di Nagasaki – nel 1928 a quella di Fukuoka, per poi passare nel 1928 in missione indipendente di Miyazaki, comprendente le due Province civili di Miyazaki e di Oita con un complessivo di circa due milioni di abitanti, su una superficie di Kmq 14.072.

La popolazione cattolica iniziata con un 300 cristiani è ora aumentata a un migliaio – vi furono molte immigrazioni, perché la Provincia di Miyazaki è ancora in parte da dissodare ed il Governo fa tutti gli sforzi per favorire tali lavori. È dunque anche sotto questo rispetto una terra d’avvenire.

Attualmente formano il personale salesiano 12 sacerdoti, 5 coadiutori, 15 chierici di cui dieci hanno iniziato il tirocinio pratico e cinque sono nello studentato filosofico: uno del secondo corso, gli altri del primo. Sono aperte sei case di cui il solo studentato è regolare e per il numero dei confratelli e per l’erezione canonica.

Sono affidate ai Superiori le pratiche per l’erezione delle altre.

È difficile poter dire delle altre a quale titolo possono essere considerate come fondazioni salesiane, finché non si verrà alla divisione dei poteri. Anche questo argomento è allo studio presso i Superiori. Sulla convenienza o no, non so giudicare.

La delegazione Apostolica di Tokyo non farà pratiche finché il Superiore della Missione non insisterà. Il sottoscritto certo non insisterà – qualche confratello è di parere che si debba fare per il prestigio della missione. Certo che se si desidera dai Superiori un’amministrazione della Congregazione e che si lavori con forza per lo sviluppo dell’opera nostra, è necessario venire anche a questo passo. Quando sia utile videant consules.

Credo però che finché non ci estenderemo fuori della missione, e per fare questo bisogna disporre di capitali assai forti, non sarà fattibile, dato il piccolo numero nostro, arrestato di botto in quest’anno per il non invio dei soliti rinforzi.

In pratica il lavoro attuale dei salesiani come tali è a servizio della missione. Lavoro specifico è dato:

  1. In abbozzi di oratori festivi o radunanze di giovani cristiani e pagani.

  2. A Oita la piccola scuola tipografica Don Bosco (una decina di allievi di due corsi – l’esiguità degli allievi è data dalle solite difficoltà di locale e di mezzi).

  3. A Nakatsu che accoglie le nostre vocazioni fra cui certo ve ne saranno di quelle atte per la Congregazione (sono in tutto 25, due che hanno domandato di essere salesiani, li ho ritirati già allo studentato, perché spero possano nel prossimo anno incominciare la filosofia, hanno già gli studi giapponesi).


Il terreno su cui è costruita la tipografia fu regalato alla Congregazione dal Sig. Don Torquinst ed è annesso al terreno della Missione. Appartiene pure alla Congregazione il terreno che è a Beppu e che ora serve per la Missione. Si è proposto ai Superiori di erigervi un Santuarietto a Maria A. e la casa per il missionario, essendo la città il centro balneare di acque termali del Giappone. In attesa che i Superiori decidano, non potendo lasciare i confratelli in quella misera e ristretta casetta, ho in animo di costruire una saletta-chiesa, e così si potrà fare qualche cosa per quella popolazione che promette assai bene.

Ho domandato ai Superiori che cosa intendano fare di questi terreni. Vi è certo impigliata la questione della missione, e ne verranno fuori di conseguenza le questioni, perché su terreno della Congregazione vi lavora la Missione, che ha pur bisogno di estendersi.

Al tirar dei conti la missione fa le spese di tutto e se non si chiariscono le cose, verranno poi in seguito le questioni, perché quando si entra nel campo della finanza le questioni sono sempre vive.

Attendo anche queste decisioni o pareri dei Superiori. Se teoricamente si può pensare a tenere separate le aziende, in pratica la cosa è difficile.

Altra questione sottoposta ai Superiori è il tirocinio dei nostri chierici. Ho domandato per quelli che se lo meritano la dispensa di un anno (riducendo così il triennio ad un biennio, per i motivi addotti al Rettor Maggiore).

Tale questione è intimamente collegata coll’altro problema più importante dello studentato teologico, che non può improvvisarsi, e se i Superiori aderiscono alla mia domanda di abbreviazione del tirocinio, si dovrebbe iniziare nel 1934.

Come è ora il personale, ritengo che assolutamente noi non possiamo fare fronte ad un insegnamento serio della teologia per i nostri confratelli, non essendo nessuno di noi in grado di affrontare decorosamente e coscienziosamente tale insegnamento. Siamo a terra per l’insegnamento dello studentato nella parte filosofica, che si è addossato il sottoscritto, ma faccio ridere i polli… Le ripetute insistenze non furono potute esaudire e si va avanti come si può, non certo come si deve, se vogliamo formare dei preti che valgano qualche cosa dal punto di vista della preparazione intellettuale. Non pensino che Don Cimatti voglia pretendere l’impossibile, ma via… Un po’ di aiuto in questo l’aspettavo davvero quest’anno dopo le tante insistenze. Si è creduto opportuno rispondere collo zero assoluto e “Fiat voluntas Dei”. Se i Superiori hanno deciso così è certo per il bene. Mi brucia però il pensiero che si è capito che Don Cimatti è del parere che quest’anno non si doveva inviare personale… Ed anche di questo: Deo gratias… Non mi pesa la scuola, ma l’incompetenza in una materia fondamentale: la filosofia. Avere la laurea dell’Università dello Stato lei sa quel che vuol dire in materia.

Per me ho sempre detto ai Superiori (data anche la natura dei paesi dove ci troviamo): o far bene o niente, forse si è capito che non voglio personale, o i Superiori si saranno trovati nell’impossibilità di venirmi in aiuto… E pazienza. Può essere che dal punto di vista economico ne guadagnamo (ne dubito assai assai), ma ne perdiamo in tutto il resto.

Valuti la nostra attuale situazione. Ho dieci chierici sparsi per il tirocinio nelle case. Nel prossimo gennaio uno mi finisce lo studentato. Sono dunque 11 che devo impiegare per il prossimo anno. Me ne rimangono quattro nello studentato, per cui devo impiegare un personale che devo sottrarre al lavoro della Missione. Lei comprende cosa voglia dire la formazione di quattro soli – poco incentivo all’emulazione – non si possono fare funzioni un po’ decorose – non attivare un po’ di quella sana allegria che ha tanta parte nella formazione salesiana missionaria… Insomma vedo già un mortorio… E le spese di fitto casa, luce, ecc. decorrono ugualmente… E il vitto in pochi costa assai di più. Mi sbaglierò e non voglio essere catastrofico, né fasciare la testa prima di averla rotta… Ma le conseguenze sono ovvie… No, no… Don Cimatti non ha voluto assolutamente questo, ma come dico… Fiat voluntas Dei. Sono sicuro che i miei neri presentimenti non si verificheranno, perché facciamo l’obbedienza.

Ma ecco il problema per l’anno prossimo… Che ritirando i chierici per la teologia lascerò al vuoto le case e così vi sarà necessariamente un arresto di lavoro nell’apostolato… E in Giappone fermarsi equivale a battaglia persa su tutta la linea. Pazienza, il Signore vorrà così. Ma è mio dovere chiarire la situazione affinché i Superiori mi aiutino a fronteggiarla.

Lo studentato filosofico dunque a terra, perché gli è venuto a mancare il rinsanguamento e per non avere il personale insegnante all’altezza della situazione.

Per lo studentato teologico ho proposto d’accordo col consiglio quattro soluzioni:

        1. Se i Superiori ci forniscono gli insegnanti, farlo in Giappone, ed è la migliore.

        2. Se no usufruire di uno studentato già in azione (ad es. a Hong Kong).

        3. Se a quell’epoca si potesse essere a Tokyo, usufruire del Gran Seminario.

        4. Invio in Italia.


Nella relazione accennavo i vari argomenti desunti dalle ragioni economiche, nazionali, studio della lingua, ecc. che saltano evidenti alla mente. Ai Superiori il decidere questo importante problema da cui dipende l’avvenire della Congregazione in Giappone e della missione. Don Cimatti insiste su questi punti, perché siamo osservati e scrutati in ogni senso dai missionari e dalle Autorità Ecclesiastiche.

I Superiori per il mantenimento dello Studentato si sono quotati per lire 25 mila. Non so se per il fatto di non aver mandato nessuno quest’anno, sia anche il significato del cessare il sussidio, nel quale caso mi troverei davvero imbarazzato per il mantenimento di questi figliuoli. La missione è carica di debiti – cerchiamo di fare economia quanto è possibile, ma specialmente per i giovani confratelli non si può stare a lesinare.

Significherebbe rimetterci il doppio in seguito. Ho scongiurato i Superiori a venirci in aiuto ora specialmente che la valuta giapponese è in diminuzione. Non so che essa [cosa] potranno fare i Superiori. Deus vos adjuvet!

Per la regolarizzazione delle proprietà della Congregazione, spero nel prossimo anno, come si è ottenuto per la missione, di fare una Società di salesiani possidenti di fronte alla legge. Attendo alcuni schiarimenti da parte dei Superiori per poter iniziare. Ora le proprietà sono intestate a singoli o a due di noi. Da tempo domando come fare per il testamento ecc. Attendo con fiducia, pregando il Signore che ci faccia campare, finché almeno anche queste cose non siano pienamente regolate.

Un altro punto che mi pare entri anche nel voto di povertà. I Superiori nella loro bontà hanno disposto che i missionari che inviano articoli per il Bollettino Salesiano o per la Gioventù Missionaria abbiano una retribuzione valutabile secondo l’importanza dello scritto. Non c’è che da benedire il Signore. Ma occorrerebbe qualche norma:

  1. per sapere a chi devono inviare questi scritti, perché possano usufruire del beneficio;

  2. dal punto di vista salesiano-religioso come si deve considerare questo denaro? È intuitu personae? Pro missione? Pro societate? Nell’asciutta in cui ci troviamo noi missionari, Lei comprende, che ognuno tira l’acqua al suo mulino… Quid? Come deve comportarsi il Direttore? Il confratello?


Rimarrebbe la questione del Noviziato, che è in aria da vari anni. Ma non oso, visto che i Superiori trovano già difficile venire in aiuto per lo studentato filosofico. Tanto meno oso insistere per lo studentato filosofico, che vive in casa di fitto. Per risparmio di personale, se riesco a mettere a posto il Seminario, non mi rimane che trasportare i nostri chierici in quello…

Le unisco a parte un resoconto dei confratelli perché abbia un’idea delle condizioni in cui si trova il personale. Ho l’abitudine di non domandare nominatim del personale. Le osservazioni che faccio ai Superiori le ritengo mio dovere, ma non intendo fare lamentele o per cambi del medesimo o per impedire che i Superiori piglino le disposizioni che credono utili per il bene delle anime.

Si è iniziato anche il movimento dei Cooperatori, e qualche risultato già si vede; ma per fare un’opera di propaganda in grande bisognerà attendere di essere fuori della Missione. Si ledono troppe suscettibilità e le prime difficoltà sono nei Vescovi. Il supplemento in giapponese va facendosi strada, ma anche qui per dare impulso più vivo bisognerebbe essere in grandi centri. La nostra Missione sta al Giappone come la Calabria d’un tempo all’Italia. Il Bollettino Sales. in varie lingue è conosciuto da un certo numero e annualmente farò la prescritta relazione e aggiornamento degli indirizzi.

Si è pure propagata l’Associazione dei devoti di Maria A. e l’Opera del S. Cuore con discreto successo.

La nostra stamperia pubblica cogli stessi intendimenti del nostro Beato Padre le LETTURE CATTOLICHE. A diffondere la conoscenza del nostro spirito è pure pubblicata la vita del nostro Beato Padre (grande e piccola), il SISTEMA PREVENTIVO, La Vita di Mamma Margherita, ecc., la Vita della Mazzarello, ecc.

Troviamo difficoltà per le confessioni. Comunità piccole… Lei comprende. Si cerca bene di dar comodità di confessori straordinari, ma… non sono contento. Le dirò a parte delle mie difficoltà personali.

Non ho pensato – data la povertà e piccolezza delle cose nostre – né al Segretario, né all’ufficio Ispettoriale dei cooperatori (date le difficoltà di fronte agli altri superiori di missione) ed altre piccole cose regolamentari, ad es. è difficile dividere nettamente l’archivio della Missione da quello della Congregazione.

Siamo – è vero – ancora agli inizi, ma si dovrebbe aver fatto anche in questo più strada. Non parlo di casseforti… e delle chiavi relative. Anche (salvo che allo studentato) per il piatto di servizio nelle case… si è in due, tre, quattro gatti… È più dispendioso fare porzioni.

Mi pare che le generalità dell’opera nostra nei suoi punti essenziali sia stata valutata. Le singole parti riferentesi ai singoli dicasteri sono note ai superiori responsabili.

Anche in questo sarebbero utili, nel senso che non si sa cosa ex-professo si debba riferire all’incaricato delle Missioni.

Si ha da fare un duplicato di quanto si fa agli altri Superiori?

Perdoni se non sono stato chiaro e fui prolisso. Dove c’è di troppo tagli, dove c’è poco, legga fra le righe. Ma veda di prendersi a cuore le molteplici questioni, che hanno bisogno del consiglio di tutti i Superiori, che invoco e in tante cose da molto tempo.

Don V. Cimatti, sales


1Abbiamo lasciato questi giudizi di Don Cimatti sui singoli confratelli della missione, per far conoscere la situazione reale del personale con cui si doveva lavorare, e anche per far vedere come Don Cimatti si sforzava di interpretare in bene i difetti di carattere e lo sforzo dei singoli confratelli per coreggersi. Inoltre egli sapeva valorizzare tutti i confratelli, dirigendo e incoraggiando ciascuno come ben si vede dalle lettere loro indirizzate.